STORIA DELLA RUSSIA

15. Una famiglia di città
16. La grande Kiev

15. Una famiglia di città


Nell’opera medievale Hudud al-‘Alam (I confini del Mondo, trattato persiano di geografia scritto in arabo nel 982 d.C.) a proposito della Pianura Russa l’autore ci informa che nel Paese degli Slavi, (Bilad as-Saqaliba), ci sono tre città importanti: Kujaba, Islabija (in qualche testo anche Salab ovvero città degli Slaveni) e Artan (qualche autore legge Artab, ma, visto che la b e la n in arabo si distinguono solo per un puntino diacritico posto rispettivamente sotto o sopra la lettera, è probabile che Artab sia una lettura corrotta di Artan).
Queste tre città sono individuabili, secondo me, con le tre basi logistiche dei rus’ di quei tempi (IX-X sec. d.C.) e cioè al sud: Kiev-Kujaba, nel nord Islabija-Novgorod e finalmente ad est Artan-Rjazan’. Di Rjazan’ sappiamo molto poco dalle fonti in nostro possesso data la sua posizione estrema e interna, per cui il mio interesse si concentrerà maggiormente su Kiev e Novgorod.
Tuttavia non voglio tacere un’altra ipotesi, secondo me un po’ campata in aria. Ancora ai tempi delle informazioni raccolte per mettere insieme il suddetto trattato geografico persiano, non c’erano notizie molto precise su Novgorod, come città. I musulmani avevano un altro concetto standard di città e per loro un semplice punto di raccolta merci non era ancora una città che invece doveva comprendere non solo la piazza del mercato, ma anche i palazzi dell’istruzione e del potere, per cui, se questa ipotesi è vera, Salab/Islabija potrebbe esser benissimo la vecchia Perejaslavl-del-sud. Dato però che l’intento del Trattato è sicuramente illustrativo per i commerci e per le relazioni internazionali, non c’è ragione di nominare un posto così poco importante come Perejaslavl !

Ad ogni modo, per l’anno 862 d.C., quando Rjurik arriva nella zona come capo del racket svedese dei Grandi Laghi deve decidere se si fermerà solo per rimettere ordine fra i suoi e continuare la spola stagionale fra la Svezia e la foce del Volhov, molti chilometri lontano dagli insediamenti slavi sulla riva nord del Lago Ilmen, oppure, dopo essersi reso conto meglio della situazione, risalire il Volhov e accordarsi per qualche accordo con gli Slaveni “che l’hanno invitato ad essere il loro principe”.
La tradizione ci dice che Rjurik dopo aver ristabilito l’ordine nel nord con la forza delle armi, si stabilisce coi suoi su un’altura, sulla riva sinistra del Volhov, nettamente separato dagli altri insediamenti della zona, a guardia della nuova situazione. A garanzia dell’accordo di pace, Rjurik obbliga, come è costume di quei tempi, tutti i capetti finni e slaveni, a consegnargli i loro figli come ostaggi che terrà ben rinchiusi presso di sé sulla riva opposta del fiume.
Se tutti rispetteranno gli accordi presi, questi ragazzi, saranno trattati bene ed anzi ! li addestrerà alle armi e li metterà insieme con i suoi !

Sicuramente, e lo prova la resistenza di Vadim l’Ardito, è ancora forte fra gli Slaveni la coscienza di libertà, di non dover sottostare a nessun estraneo, e quindi questi intrusi, se non sono ospiti di passaggio che acquistano o scambiano e non depredano più di tanto le loro terre, non sono ben accetti quando pensano di insediarsi stabilmente. I contadini alla bella stagione devono poter tranquillamente raccogliere le messi e mettere da parte il cibo per l’inverno e non possono subire continuamente le soperchierie dei variaghi che sono stati a poltrire tutto l’inverno. I Variaghi se ne tornino pure a casa a settembre, ma non lascino nessuno dei loro qui …
Per me, se un accordo a parte con gli Slaveni c’è stato, è stato a danno dei Balti e dei Finni e del tipo: “Io vi metto sotto controllo le tribù finniche e i balti e voi, durante l’inverno quando i miei saranno a svernare in Scandinavia, mi raccoglierete le merci e con queste mi ripagate del servizio reso !”
Sulla riva sud del lago Ilmen inoltre, c’è una vecchissima cittadina di nome Russa (Staraja Russa oggi) a prova che i Variaghi della mafia rus’ mantennero il controllo di tutto il lago e non solo della parte occupata da Novgorod, ma anche della via che collega Novgorod a Pskov e a Polozk. D’altronde Ladoga, a causa del fatto di essere troppo ben conosciuta alla frequentazione degli scandinavi d’oltremare, attirava troppe bramosie nella zona dei Grandi Laghi: Meglio allontanarsi dagli approdi più noti e non lasciare che troppe informazioni “commerciali” trapelino in Scandinavia !

La zona del secondo insediamento stabile variago viene dunque scelta circa a 70 verste (versta è la misura di lunghezza di quelle parti, pari a ca. 1 km) più a sud di Ladoga, vicino alle sorgenti del Volhov. Qui già vi fanno mercato gli Slaveni, i Finni e i Balti. Viene scelta per la costruzione del gorod, la riva più alta del fiume e cioè la riva sinistra: Qui si ergerà il Detinez. Il resto dell’agglomerato (posad) è situato sulla riva opposta dove i capi slaveni in particolare, già si concentrano su un’altura che ancora oggi si chiama “degli Slaveni”, separati dagli altri non slavi. Poco lontano dal gorod c’è il santuario del dio Peryn (così chiamano Perun qui nel nord) e degli altri dei slavi che fanno sempre da garanti nei patti fra gli uomini ! I capetti finni e baltici infatti si sistemano, sempre sulla riva destra, in vari punti, ma separati, chiamati cantoni (in russo konèz). Ogni cantone si amministra per suo conto, com’è logico (queste veci cantonali rimarrano una tradizione di Novgorod fino al XV sec. !).
E’ notevole che la divisione della città su due rive chiamate rispettivamente Riva del Principe e Riva del Commercio corrisponde agli standard tramandatici per la capitale dei Cazari, Itil !
Tutti questi nuclei si fondono in una città unica solo col passar del tempo: Ed è la “nuova città”, in slaveno Novgorod e che dai Variaghi invece sarà chiamata: Forte sull’Isola (Holmgardhr in norreno, nome conservato nelle saghe islandesi).
Purtroppo (v. Janin) le prime strutture di legno a Novgorod sono databili con esattezza solo verso il 940-950 d.C. e, anche se la parte scavata è solo il 2 % di quello che potrebbe essere investigato, la città “non sembra” così antica, come ce la presenta la CTP.
Lo storico B. A. Rybakov addirittura a questo riguardo dice testualmente: “La costruzione di Novgorod da parte dei variaghi (menzionata nel 1118) è esclusa, poiché presso gli scandinavi per questa città esisteva un altro nome completamente sconosciuto nella Rus’ (cioè Holmgardhr).”

Sappiamo che l’epoca è dominata dalla ritualità delle religioni pagane e che queste hanno un gran peso nella distribuzione della terra e quindi la suddivisione sopradetta in Quinti potrebbe corrispondere a qualche requisito religioso locale, oppure molto più probabilmente a spicchi di territorio del racket, tre quinti alla mafia variaga e due alla mafia slavena, e per riferimento alcuni di essi portano il nome di tribù o popoli che vi abitano.
L’itinerario commerciale tradizionale a partire di qui, il più antico, è: Aggirato il Valdai e il lago Seligher, ci si immette nella corrente del Volga e si prosegue fino a Bolghar e poi a Itil, verso il Mar Caspio e la Persia.
L’altro itinerario che si stabilisce in direzione Kiev è invece: Dopo aver attraversato il Lago Ilmen, si entra nel corso (controcorrente) del Lovat’ e a Grandi Anse (Velikie Luki) si passa (stavolta con la corrente) sulla Dvina Occidentale fino a Vitebsk e di là fino ad Orscia e a Smolensk-Gnjozdovo, dove ormai siamo sul Dnepr.
Questa via al principio però non è molto frequentata dalla mafia di Ladoga a causa della presenza di una banda concorrente a Polozk, quella di Ragnvald (in russo Rogvolod), che ho già nominato ! Già nell’865 Rjurik ha mandato i suoi Askold e Dir per cercare un accordo con Polozk, ma con scarsi risultati …
Una mappa completa degli itinerari commerciali la troviamo nella CTP:

“Quando i Poljani andarono al di là di quei monti (i Carpazi), lì si trovava la Via dai Variaghi ai Greci e dai Greci ai Variaghi lungo il Dnepr e sul corso superiore del Dnepr c’era il volok fino alla Lovat’ e dalla Lovat’ si poteva entrare nell’Ilmen, il grande lago. Da questo lago inoltre esce il Volhov e sfocia nel grande Lago Nevo (il Ladoga) e la foce (della Nevà) cade nel Mar dei Variaghi. E per questo mare si può navigare fino a Roma e da Roma si può giungere sempre per mare fino a Costantinopoli e da Costantinopoli si può navigare nel Mar del Ponto (il Mar Nero), nel quale sfocia il Dnepr. Il Dnepr nasce dalla foresta di Okovsk e scorre verso il sud, mentre la Dvina da questa stessa foresta sfocia nel Mar dei Variaghi. Da questa stessa foresta scorre il Volga verso est, che sfocia con settanta (è un modo per dire tantissimi) rami nel Mare di Khvalis (il Mar Caspio). Così dunque anche dalla Rus’ si può navigare lungo il Volga verso Bolgar e nel Khvalis (la Coresmia intorno al Mare d’Aral) e anche più lontano, nella zona di Sim (fra i musulmani figli di Sem) e, lungo la Dvina, nella Terra dei Variaghi (la Svezia) …”

Verso la fine del IX sec. ad ogni buon conto i mercati mediterranei, dopo il periodo di sconvolgimento dovuto alle conquiste arabe del nord Africa e le incursioni lungo le coste spagnole e italiane, sono in grande fioritura e c’è grande richiesta di articoli di lusso, come le pellicce e gli schiavi, per cui nel nord della Pianura Russa si sente la richiesta in aumento e il bisogno di incrementare “la produzione” !
Urge quindi una più stretta collaborazione con la mafia slavena.
Un aspetto singolare del territorio intorno a Novgorod è la divisione di questa immensa area del nord in quinti: cioè al centro c’è la città e da questo centro si dipartono quattro raggi che dividono tutta la terra intorno in cinque grandi spicchi come di una grande torta o di una grande mela. Probabilmente è proprio in questo periodo che questa divisione viene fatta quasi che le due mafie, variaga da una parte e slavena dall’altra si siano spartite le sfere di sfruttamento rispettive. Tre delle zone più vicine al Mar Baltico vengono sfruttate dai rus’ e le altre due dagli Slaveni !

La collaborazione con gli Slaveni comunque è anche di altro tipo ! Gli uomini sono uomini e sono fatti anche di carne e di cuore … E gli Scandinavi arrivati con Rjurik e compagnia sono tutti maschi, giovani e scapoli, e malgrado le proibizioni e le regole, col passar del tempo e col consolidamento della situazione inizieranno a legare con le donne del luogo e soprattutto, con le donne slavene che sono tante ! Sappiamo dall’archeologia che il sesso, in Scandinavia, era un’attività sacra e importantissima e quindi una lunga astensione non era concepibile (v. W. zu Mondfeld) !
A questo proposito ricordiamo che i Variaghi in viaggio non disdegnano di soddisfare i propri desideri sessuali con le giovani schiave che portano al mercato: Ce ne dà testimonianza Ibn Fadhlan !

Dalle frequentazioni con gli Slaveni in tempo di pace la mafia variaga qui a Novgorod rimarrà significativamente influenzata, ma soprattutto sarà affascinata dalla cultura spirituale di questa gente ! La loro religione, le loro credenze, le loro conoscenze dell’occulto ... Quelle cerimonie così elaborate e misteriose presso i fuochi eterni dei loro recinti sacri ! Ricordiamo che questa parte del mondo (che le saghe islandesi conoscono col nome di Jotunheimr ovvero Paese dei Jotun, nome di una tribù finnica) era famosissima per i riti sciamanici e per la presenza di veggenti e guaritori. Quanto di tutto questo faccia parte della cultura slavo-orientale e quanto sia invece finnica, è difficile dirlo dopo più di dieci secoli, ma il sincretismo della religione pagana anticorussa è anche la prova della ricchezza interiore che ogni assimilazione ha creato in questa terra sin dai tempi antichi (v. A. Sobolev) !

Ricordo anche che queste cerimonie erano molto importanti per la vita degli uomini e delle donne, esse legavano le persone più di quanto altro possano farlo oggi, e il timore di infrangere un patto benedetto era così grande da non poterlo neanche più capire !
Così i Variaghi, giovani maschi senza radici, pronti a vendersi per combattere contro chiunque o per viaggiare ovunque su incarico di altri e dunque guardati con diffidenza dalla società contadina, stanno cominciando a “civilizzarsi”, e qui nel nord dei Grandi Laghi civilizzarsi significa la slavizzazione … !
Insomma va nascendo una nuova realtà alla morte di Rjurik avvenuta nell’879 a Novgorod, che ormai possiamo considerare la capitale del nord. La mafia variaga si è completamente ristrutturata: Il punto di riferimento è diventato il gorod, da cui dipendono le gestioni dei territori e delle persone e nel gorod ormai comincia a risiedere stabilmente il capomafia svedese che si comincia a fregiare del titolo cazaro di kagan. Insieme a lui, ci sono i suoi armigeri fidatissimi (la druzhina) e la servitù.
I Variaghi dal gorod garantiranno ora sia la difesa del territorio dai nemici eventuali sia la protezione dei convogli commerciali che scendono e risalgono dal sud lungo i fiumi, mentre agli Slaveni toccherà la raccolta della merce, i trasporti e gli altri servizi di supporto. I guadagni poi si dividono in parti eque, salvo litigi e rese di conti.

16. La grande Kiev


Volgiamo uno sguardo ora a Kiev, il grande centro slavo del sud.
La città è antica ed è situata proprio alla confluenza degli ultimi affluenti del Dnepr, dove questo fiume, ormai ingrossato dalla massa di acque ricevuta, diventa un enorme via d’acqua che scorre sotto i Carpazi verso il Mar Nero. Qui sotto Kiev si trova anche il confine fra la foresta mista e la cosiddetta lesostep’ o paesaggio presteppico. Secondo la tradizione locale, la città era stata fondata da tre fratelli Kii, Sc’cek e Horiv e una sorella Libed (Kiev in russo è un aggettivo di appartenenza, di Kii) i quali si erano poi sistemati sulle tre colline vicine lungo la riva sinistra del Dnepr. Kiev, a differenza di Novgorod, è distribuita tutta su una riva e, intorno alla fine del IX sec., è una città molto più grande e più importante di Novgorod.
Da Kiev inoltre dipendono gran parte degli Slavi orientali al di là dei Carpazi in quanto è al suo mercato che tutti costoro fanno sempre capo ed è ben per questo che i Cazari tengono sotto controllo il territorio perché conoscono bene la sua importanza strategica e commerciale.

A proposito dei Cazari dobbiamo accennare qui ad una leggenda, riportata dalla CTP, nella quale si racconta di come i Cazari tentarono di farsi pagare il tributo dai kieviani. Sembra che dopo la morte di Kii i Poljani, l’etnia dominante a Kiev, furono cacciati dai vicini Drevljani sulle colline intorno a Kiev, sconfinando nei territori della riva sinistra dove dominavano i Cazari. Questi pretesero un tributo e i Poljani acconsentirono di pagare, non per “fumo” (per famiglia cioè, per fuoco) però, ma per “spada”, significando con ciò che erano sempre pronti a riscattarsi. Quando la notizie e le spade raccolte giunsero a Itil gli anziani dei Cazari vedendo che le spade erano a due tagli invece di uno, come era la sciabola cazara, sentenziarono in presenza del loro principe: “O principe non è un tributo buono questo ! … Un giorno saranno loro a prendere il tributo da noi e da altri le terre !” Il racconto riflette una situazione che si collega al rapporto fra Variaghi e Slavi e fra Variaghi e Cazari. Per me è evidente che all’incontro coi cazari per la raccolta del tributo furono presenti i Variaghi ingaggiati dalla casta slava locale al potere, i Poljani, e, quel che è più importante, ciò dimostra ancora una volta che i rus’, erano dei mercenari liberi legati al “soldo”.

Non ci sono solo i Variaghi a Kiev. Ci sono anche gli ebrei che qui vi hanno una comunità molto antica e, come correligionari dei Cazari, sono sotto la loro protezione. E infine ci sono anche i cristiani, retti da un vescovo mandato da Bisanzio, di cui però si sa pochissimo. Sicuramente la frequentavano i musulmani perchè Ibn Haukal, una delle nostre fonti, ci informa che Kiev è molto più grande di Bolghar sul Volga, il che significa che la conosce e ha le informazioni giuste.
A Kiev sembra che dominasse l’assemblea dei notabili, la vece, che esprimeva un capocittà (posadnik), carica di solito affidata ai membri di una sola famiglia (v. oltre), e tutto sotto l’autorità suprema del dio supremo Perun, a quanto sembra, che aveva il suo santuario su una delle colline di cui è formata la città. A Perun ogni convoglio in partenza per il sud deve sacrificare un giovane schiavo per assicurarsi il successo delle vendite !
Kiev però è un centro culturale slavo di grandissima importanza, assolutamente non secondario ! Persino i superbi greci che la visitano venendo da Chersoneso (in russo Korsun’), da Trapezunte, da Sinope e da Costantinopoli, ne parlano con ammirazione …
Verso la fine del IX sec. inoltre Kiev sta aumentando sempre più di importanza, come ho accennato prima, e quando la mafia variaga con a capo Rjurik vede arrivare sempre più richieste di merci da Kiev, comincia a premere sui “fornitori” per avere più prodotti, ma si accorge che i mercati del sudest non tirano più come prima …
A causa di ciò ci furono liti sanguinose e sollevamenti popolari nella zona dei Grandi Laghi. Gli interessi in gioco però sono troppo grandi perché nella CTP, redazione di Nicone, si dice: Anno 6381 (872 d.C.). “Quell’anno stesso furono offesi i novgorodesi perché fu detto loro: che siate nostri schiavi o altrimenti subirete molto male da Rjurik e dai suoi. Quell’anno Rjurik uccise Vadim detto l’Ardito ed altri novgorodesi che si erano messi dalla parte di costui.” I Variaghi dunque hanno tentato di inasprire il racket e chiudono con una vittoria. E’ però fuoco che cova sotto la cenere, come vedremo.
Rjurik, dovendo controllare meglio il territorio, distribuisce fra i suoi più fidati le zone più importanti, arrivando fin sotto Rjazan, a Rostov-la-Grande sul lago Niero (città che viene nominata ora per la prima volta, sull’itinerario di sudest).

Continuiamo la lettura e sappiamo che i Variaghi cercano di sottomettere i Krivici, a sud di Polozk nell’869, contro la banda variaga locale di Ragnvald (Rogvolod in russo). Finalmente nell’874 Askold e Dir si recano al sud, ad esplorare le condizioni di Kiev e i rapporti di questa con Costantinopoli. Ritornano l’anno dopo a Kiev, con meno uomini dell’andata forse uccisi in scontri con i greci o forse rimasti con un ingaggio presso la Guardia dell’Imperatore. Finalmente a Kiev devono combattere i nomadi peceneghi e dopo una battaglia favorevole decidono di restare nella città per sempre.
Certamente i due Variaghi con tutti i loro vivono separati dagli Slavi delle altre colline di Kiev, e cercano di ritagliarsi un proprio racket indipendente da Rjurik. Kiev però non è l’ambiente giusto e i due attirati dalla maggiore civiltà che regna in città sono influenzati in tal misura che la loro sorte successiva li trasforma da “generali della mafia” in governanti veri e propri. In qual modo avvenga questo passaggio nelle loro mani non è chiaro e potrebbe essere anche una conquista di potere con la forza. Altre informazioni dicono però che i due si sono ormai integrati nella comunità slava, perché, come informa lo storico polacco del XV sec. Jan Dlugosc’, “… Dopo la morte di Kii, Sc’c’ek e Horiv, succedendo per lignaggio diretto, i loro figli per molti anni governarono sui rus’, finchè la successione non toccò ai due fratelli Askold e Dir.”

Probabilmente Askold si fa cristiano, evidenziando anche un avvicinamento più intimo a Bisanzio e un desiderio di elevamento culturale. Ma nè lui né Dir però devono essere stati molto simpatici all’Imperatore, poichè Basilio I il Macedone, che li aveva incontrati, li chiama “superbi kagan degli Sciti del Nord" !
La nuova situazione non piace a Rjurik perché tutto è avvenuto senza il suo consenso e certamente comincia a far piani per approfittarne e porre Kiev sotto il suo diretto controllo, visto che Askold e Dir sono sempre “due dei suoi”. Non ci riesce questa volta perché trova una grossa opposizione interna e molti dei suoi fuggono da Novgorod a Kiev proprio per unirsi ai nuovi “padrini”, Askold e Dir (875 d.C.) !

Finalmente:
Anno 6387 (879 .C.). “Muore Rjurik e, avendo dato il potere al suo Oleg (Helgi in norreno), suo parente, affidò a questi anche suo figlio Igor poiché quest’ultimo era ancora molto piccolo".
Leggiamo ancora:
Anno 6390 (882 d.C.). “Oleg scese in campagna militare, prendendo con sé molti armigeri: variaghi, ciudi, slaveni, meri, vepsi, krivici e andò a Smolensk coi krivici e prese il potere nella città e vi pose i suoi uomini (a governare). Di lì si diresse a valle (sul fiume Dnepr) e prese Ljubec’ e anche qui vi pose i suoi uomini (a governare). E giunse ai monti di Kiev e venne a sapere che vi governavano (ancora) Askold e Dir.”

Cerchiamo di immaginare ora, prima di andare avanti nella nostra storia, come questo viaggio avvenne nella realtà. Da Novgorod Oleg e i suoi, imbarcati con le loro merci sulle chiatte di legno attraversano il lago Ilmen. Fanno sosta a Russa sul fiume Lovat’, immissario del lago appena attraversato, e risalgono la corrente fin quasi alle sorgenti. Lo spartiacque (in russo volok) fa da divisione fra una corrente e l’altra e bisogna quindi sapere bene dove attraversarlo, per evitare acquitrini e sabbie mobili. Ricordo che non si trasborda il carico da una barca all’altra, che magari aspetta sull’altra corrente: E’ la barca carica che viene trasferita ! A volte sui voloki si fanno anche soste brevi per rifocillarsi e riposare: Una sosta, una mangiata e una bevuta e poi si riprende.
Ed ecco finalmente le tre colline su cui si vedono le fortificazioni della splendente Kiev.
Con uno stratagemma Oleg (si annuncia come semplice mercante diretto a Bisanzio e fa scendere all’ormeggio sul fiume Pociaina Askold e Dir) riesce ad eliminare i due viariaghi “ribelli” che evidentemente si sono fidati di lui, perché probabilmente, non vedendolo da tanto tempo, non lo hanno nemmeno riconosciuto. Viene dunque ristabilito l’ordine mafioso di Novgorod e al posto dei “traditori” Oleg mette Igor, il figlio di Rjurik, mentre lui farà da “padrino” finchè Igor è ancora piccolo.

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