Napoleone Bonaparte
ANNO per ANNO

(QUI IL MEMORIALE DI SANT'ELENA INTEGRALE)

(MA CHI ERA NAPOLEONE ?)

( GENEALOGIA DEI BONAPARTE - GLI AVI ERANO DI TREVISO - vedi > > )

(in continua costruzione)
(ne esiste un'altra biografia in rete, simile in tutto a questa,
ma sappiate che quella è stata piratata da questa,
creata da Francomputer. I parassiti esistono sempre!)

RAPIDISSIMA BIOGRAFIA in 70 pagine

NAPOLIONE BUONAPARTE: luogo di nascita: Ajaccio (Corsica)  15 agosto 1769

la casa natale

PADRE: Carlo BUONAPARTE (Nato ad Ajaccio nel 1746, morì giovane il 24-2-1785)
MADRE: Maria Letizia RAMOLINO (sposa Carlo il 2 giugno 1764 - Lui aveva 18 anni, lei 14 - Ebbero 13 figli, 8 i sopravvissuti)

FRATELLI: Giuseppe, Luciano, Luigi, Gerolamo -

Il padre Carlo, la madre M.Letizia, gli altri quattro maschi Gerolamo, Giuseppe, Luciano, Luigi

SORELLE: Paolina, Elisa, Carolina

1769. 15 AGOSTO .  Napolione (questo il nome che gli viene dato dai genitori)   nasce ad Ajaccio in Corsica.
Pochi  mesi prima, il 9 maggio  i francesi avevano preso possesso della Corsica dopo aver sconfitto a Pontenovo gli indipendentisti guidati da Pasquale Paoli: un ambizioso patriota corso,  protagonista della lotta per l'indipendenza dopo   la cessione dell'isola fatta da Genova alla Francia. I Corsi sollevatasi contro i francesi dovettero capitolare. Dopo aver condotto una resistenza sulle montagne, l'orgoglio degli isolani fu infranto. Fra questi partigiani desiderosi di libertà che lottavano fra i boschi e i sassi, c'era un irrequieto Carlo Buonaparte aiutante di Paoli, con sua moglie Letizia che aveva seguito il marito sulle montagne pur portando in grembo da sei mesi un bambino. Partecipando alla lotta, anche lei si sottoponeva ad ogni strapazzo. Dirà più tardi "In quei momenti sentivo dentro di me la mia creatura muoversi, e trasalivo, come fosse già impaziente di partecipare pure lui alla lotta". Tutti sanno che deve nascere, ma nessuno immagina lontanamente che Letizia porta in grembo il futuro vendicatore.
Paoli, esiliato tornerà sull'Isola dopo la Rivoluzione francese. Ma si scontrò  con la Convenzione. Sperando di ottenere qualcosa, favorì  l'occupazione degli inglesi; ma lo delusero anche questi, non nominandolo vicerè.  Aveva sempre sperato e lottato tutta la  vita per questa sua ambizione.

1769: In questo periodo l'Inghilterra è in una grave crisi economica. Il boicottaggio delle merci d'oltreoceano fa scendere del 40 per cento le esportazioni e del 50 per cento le importazioni. Ma la situazione è aggravata all'interno da una improvvisa e drammatica disoccupazione. E' del resto l'anno - 1769 -  delle grandi  invenzioni: ecco quella  di Arkwright: il "water frame", un filatoio meccanico mosso da energia idraulica; contemporaneamente Watt   brevetta il condensatore nelle sue macchine a vapore;   infine   Cougnot  ha addirittura quest'anno  applicato il motore a vapore su un veicolo. Siamo quindi di fronte a tre rivoluzionarie invenzione dell'umanità che cambieranno il mondo con le grandi produzioni e  gli scambi commerciali: le macchine, il motore, il primo motoveicolo della storia, e fra pochi anni arriverà anche la Ferrovia.

1769-1778 - Primo insegnante di Napoleone fanciullo, fu lo zio Giuseppe Flesh. Letizia, sua madre Angela Maria Pietrasanta l'aveva avuta dal primo matrimonio. Rimasta vedova si era risposata con un capitano genovese (Francesco Flesh, oriundo di Basilea) e da lui ebbe un altro figlio, appunto Giuseppe Flesh, che entrato nella carriera ecclesiastica raggiunse i più alti gradi. Uomo di eccezionale cultura, fu uno dei più apprezzati cardinali della sua epoca. Era un bibliofilo, amava le arti, e costituì in seguito perfino una galleria di dipinti. Indubbiamente trasfuse nel piccolo e sveglio nipote, l'amore delle buone letture, soprattutto i classici. Napoleone appena fu in grado di leggerli, i classici diventarono i suoi autori preferiti, e fra questi le "Vite dei grandi" di Plutarco.
Napoleone li andava a leggere in un posto solitario che si era scelto alla periferia di Aiaccio. Nella fitta boscaglia la natura aveva creato in quel posto un antro accogliente, il ragazzo ne era rimasto affascinato, ne aveva "preso possesso", e lì, nell'asprezza del luogo creò il suo luogo abituale di letture, abbandonandosi con la fantasia ai sogni di grandezza dei Cesari.
Sua madre al più indiavolato dei suoi figli aveva comperato quand'era fanciullo un tamburo e una sciabola di legno; il bambino con il primo, passava ore a suonare la cadenza delle marce militari, e con il secondo attrezzo si improvvisava condottiero. Non avendo seguaci, disegnava sui muri file di soldati schierati per la battaglia, suonava il tamburo, poi con la sciabola partiva alla carica.
(Napoleone partecipò nella sua fulminante e prestigiosa ventennale carriera, a 635 combattimenti di cui 51 grandi battaglie. Fu sconfitto soltanto due volte: a Lipsia e a Waterloo).

1778: 15 DICEMBRE - Carlo Buonaparte si imbarca per la Francia conducendo con sé i due figli Giuseppe e Napolione. Cos'era accaduto negli anni precedenti?  Carlo dopo la sconfitta del 1769, pur amareggiato, prese il mondo com'è, cercò di andare d'accordo con i conquistatori francesi per sopravvivere. Conosceva bene il francese per aver studiato a Pisa (è qui che s'inventò natali nobili; per non essere maltrattato dai figli dei veri nobili, lui si faceva chiamare conte, tanto nessuno sapeva nulla, ne sapevano nemmeno dov'era l'isola da dove veniva). Fu quindi favorito da questa istruzione. In breve fu nominato sovrintendente di una piantagione modello creata in Corsica dal re di Francia. Quando riceveva sull'isola il governatore Maresciallo , non badava a spese, lo ospitava come se fosse il re in persona. Questo gli valse  molta gratitudine e anche molta amicizia, tanto che il maresciallo dopo una delle tante visite - visto che l'uomo ci teneva tanto - tornato in Francia si diede molto da fare all'ufficio di araldica e gli fece avere quello di nobiltà "dei Buonaparte".

Non sappiamo chi (se il padre o il figlio) fece la singolare scelta di mettere nello stemma l'aquila
che era nel vessillo dell'antico esercito imperiale romano

Ma andò anche oltre il Maresciallo. Rientrato a corte, perorando la causa presso re Luigi,  riesce a far dare a questo zelante funzionario, che lo ha servito lealmente per un decennio, 2000 franchi di rendita, e gli accorda per due figli maschi e una figlia, tre posti gratuiti nelle scuole dei nobili in Francia.
Nel 1778, in casa sull'isola, Carlo aveva  ormai otto figli (dei 13 nati), che oltre che essere difficile e costoso allevarli, bisognava pensare al loro futuro. In questo 15 dicembre, Carlo lascia la sua bella ed orgogliosa moglie sull'isola e  si imbarca su un veliero con i due ragazzi di dieci e undici anni. Sbarca a Tolone poi va a Versailles. Questa decisione fa cambiare il destino a Napolione; e il padre  iscrivendolo alla scuola  dei nobili gli cambia anche il nome: Napoleone (ma il Buonaparte resta)


Di questo periodo è il disegno di G. B. Greuze

1779: 15 MAGGIO - Napoleone finito il primo anno di studi di ammissione, entra nella Scuola militare di Brienne. Vi rimarrà per 5 anni. E' un carattere chiuso, conosce poco il francese, e non mostra neppure gran voglia di inchinarsi alla lingua di quelli che -  in casa (ma solo tra le mura) - il padre ha sempre indicato come "nemici". Non ha denari in tasca e non può mai comprarsi nulla, tuttavia orgoglioso com'è pretende di essere un nobile in mezzo ai figli dei veri nobili francesi, che avevano soldi e grandi proprietà. I ragazzi lo snobbano e quando possono lo prendono anche in giro: "nobile corso, sai che roba! La verità è che vi abbiamo vinti, conquistati, sottomessi. Tuo padre - gli rinfacciano - tuo padre non è altro che un miserabile sergente , fra l'altro  é un   rivoluzionario".
Com'era in uso nella scuola militare, ad ogni gruppo di tre ragazzi  veniva assegnato un pezzo di giardino in comune diviso da una siepe dagli altri appezzamenti.   Napoleone assieme ad altri due compagni prende possesso del suo terzo, ma lui dagli altri due ha provveduto a cintare anche la sua parte, ha creato un suo territorio e guai chi vi entra, anche in casi di emergenza; un giorno due compagni per sfuggire a una lite vi si rifugiarono, Napoleone li cacciò via con la zappa. Le punizioni quando lui combina qualcosa non servono a nulla, non da' soddisfazione, nè si lamenta, resta impassibile. I maestri che lo puniscono scuotono il capo, "é un ribelle, é fatto di granito, e nello stesso tempo è un vulcano". Il ragazzo ha infatti una volontà di ferro, passa intere notti immerso nelle letture, ma ha la stessa sconcertante resistenza anche quando monta a cavallo; è capace di trascorrere l'intera gionata sulla sella.
Tanta volontà, ma è un insofferente, subisce con stoicismo le mortificazioni, anche se  si sente un oppresso. Vorrebbe andarsene. Scrive al padre "Sono stanco di mostrare la mia povertà, di subire lo scherno di ragazzi che mi sono superiori soltanto per il denaro....Preferisco essere il primo tra gli operai di una fabbrica che l'ultimo tra questi boriosi  dell'Accademia".
Quest'ultima, sappiamo che è una citazione contenuta nei libri di... Plutarco.
Perchè quella é la sua passione! Là é narrata la vita dei grandi uomini, soprattutto gli eroi di Roma. Su quelle pagine - il ragazzo che nessuno ha mai visto ridere - sogna. Subito dopo scoprirà anche  Rousseau, il suo influsso è evidente quando nel '91, scrive un saggio: Riflessioni sullo stato di natura, composto in cattivo francese ma con stile enfatico e declamatorio. Di Rousseau ha messo molto.
Manda inoltre a memoria Corneille, Racine e Voltaire.


Un ritratto di Napoleone, quindicenne
eseguito da un suo compagno di studi (Pontormini) a Brienne nel 1783

1783: In inverno a Brienne ci fu una memorabile nevicata. Alla scuola ne approfittarono i professori per fornire qualche nozione di attacco e difesa campale a colpi di palle di neve. Divisi in due gruppi, lasciarono ad ognuno l'iniziativa. In uno emerse subito il giovane Corso con le doti di comando. Invece di avventarsi sugli avversari si fece promotore della costruzione di un bastione fortificato, poi sotto la sua guida (questa volta non disegnati sui muri) i suoi docili compagni in quell'improvvsato baluardo resistettero magnificamente all'assalto dell'altro gruppo, senza avere "vittime", ma infliggendole.

1784: 30 OTTOBRE - Napoleone a 16 anni -per la sua predisposizione al comando- è nominato sottotenente,   lascia Brienne ed entra e frequenta la Scuola militare del campo di Marte a Parigi, nei reparti di artiglieria. Un professore - pessimo profeta - giudicandolo, affermò che "la matematica non era certo una scienza per dei bestioni come lui".( A Tolone, puntando i cannoni contro gli inglesi, come nessuno aveva mai fatto, dimostrò poi il contrario)

1785: 28 OTTOBRE - Napoleone lascia la Scuola militare di Parigi. Nei primi giorni di Novembre viene incaricato a  prendere servizio a Valenza, una piccola guarnigione di provincia.

1786: 1� SETTEMBRE - Lascia  Valenza per tornare in Corsica per uno dei frequenti  congedi. Vi arriva il 15 settembre. Ribelle e già rivoluzionario di indole, il suo punto di riferimento è sempre Pasquale Paoli, cioè sogna quello che Paoli ha sempre sognato,  una Corsica indipendente; questo per il momento è il suo orizzonte mentale, lo ammira profondamente alla maniera di un eroe di Plutarco.

1788: 1� GENNAIO - Per sei mesi resta ad Ajaccio; la lascia il 1� GIUGNO per tornare in Francia a riprendere servizio.
1� GIUGNO - Napoleone raggiunge il suo nuovo reggimento di guarnigione a Auxonne.

1789: 14 LUGLIO - In Francia esplode la rivoluzione con la presa della Bastiglia. Nella grande  confusione dei militari regi di cui molti allo sbando, Napoleone  rientra in Corsica il 15 settembre. Si dedica alle letture, dimentica quasi la divisa di ufficiale, e cerca nuovamente di diffondere le idee rivoluzionarie. Si getta così anima e corpo nella vita politica e prende perfino parte ad alcune agitazioni popolari  nelle fila di Pasquale Paoli.

1790: Per l'intero anno Napoleone si trattiene in Corsica. Ha i primi attriti con il Paoli,  e nello stesso tempo si è anche compromesso con la gerarchia militare. L'agitatore Paoli  vuole l'indipendenza ma desidera essere lui il re dell'isola. Una delusione per Napoleone che guardava alla democrazia dei popoli.   ( Paoli poi nel '93 proclamò la propria ostilità alla convenzione e si mise nuovamente a capo del movimento indipendentista. La famiglia di Napoleone  che era rimasta fedele alla Francia, fu costretta a lasciare l'isola e a cercare rifugio a Tolone, poi a Marsiglia, e infine a Nizza in precarie condizioni economiche).

1791: 23 GENNAIO - Napoleone lascia la Corsica, raggiunge nuovamente  la guarnigione di Auxonne , riceve i gradi di tenente di battaglione e viene   inviato a Valenza. Vi rimane fino a tutto aprile  1892

1792: 28 MAGGIO - Arrivo a Parigi. Il 20 GIUGNO assiste alle famose rivolte parigine, con i rovesci militari. Alcuni generali monarchici si rifiutano di condurre le truppe all'attacco contro il  popolo.
10 AGOSTO - Napoleone assiste alla presa delle Tuileres con il comitato insurrezionale che s'insedia all'Hotel de Ville. Alla caduta di Verdum, ultima piazzaforte a difesa della capitale, il popolo assalta le prigioni, libera alcuni detenuti o fa giustizia sommaria di aristocratici sospetti e di alcuni preti refrattari.
20 SETTEMBRE - Con le truppe di uno sconquassato reparto militare, il generale Demouriez coglie il primo successo militare della rivoluzione a Valmy. Alla Francia ritorna improvvisamente il morale alto. 
1792: Dichiarazione di guerra della Francia all'Austria e alla Prussia  (che coalizzatisi,  minacciano  le  frontiere francesi per stroncarvi i moti e i princìpi rivoluzionari). Il....

21 SETTEMBRE ....la Convenzione nazionale (Robespierre, Danton ecc) si pronuncia all'unanimità per la abolizione della monarchia e proclama la repubblica.
OTTOBRE - Napoleone - ancora una volta con l'esercito francese nella grande confusione - rientra in Corsica. Sull'isola  con il grado di capitano, diventa comandante  di battaglione nella Guardia Nazionale di Ajaccio, vi rimane fino al....

1793: .....11 GIUGNO, quando é costretto (proprio dal suo ex mito, Paoli)  a lasciare   definitivamente con tutta la sua famiglia la Corsica fuggendo in Francia. Si stabiliscono tutti  dall' 8 LUGLIO a Nizza, sbarcando il lunario in qualche modo senza arte ne parte, padre madre, quattro fratelli e tre sorelle, alcuni  ancora fanciulli. Vivono insomma una vita di stenti.

Dalla Corsica Napoleone aveva effettuato una spedizione all'isola della Maddalena al fine di procedere all'occupazione della Sardegna. Il tentativo non solo era fallito ma avvenne anche  la rottura con Paoli in Corsica, perchè dopo che in Francia il re era  stato ghigliottinato  (21 gennaio)  il ribelle Paoli aveva  cercato ad ogni costo di sottrarre la sua isola dalla sfera politica francese mettendosi proprio contro Napoleone comandante della guardia nazionale francese. E c'era riuscito. Riuscì anche a far arrestare Napoleone e rinchiuderlo in una casa di campagna nel villaggio di Bocognano. Ma qui nel cuore della notte i suoi amici più fidati assaltarono la casa e lo aiutarono a fuggire.


Oltre Napoleone anche la famiglia Buonaparte, fu bandita dall'isola e costretta a fuggire come già detto sopra a Nizza.

12 SETTEMBRE, Napoleone lasciata la famiglia a Nizza,  riprende nuovamente servizio a Tolone assediata dagli inglesi. Tre giorni dopo, il 15, é nominato comandante di un piccolo reparto di artiglieria. Il destino lo sta attendendo. Gli ha riservato due grandi occasioni. Una è il caso, l'altra deve  coglierla con il suo genio. La prima è il ferimento grave dell'ufficiale Donmartin, capo battaglione. Napoleone  solo perchè era casualmente al quartier generale, inaspettatamente  fu scelto a sostituirlo quando -appena giunta la brutta notizia- un ufficiale superiore incrociandolo nei corridoi vide le sue mostrine di artigliere. 

19 OTTOBRE-: Napoleone per il compito che lo aspetta ha sull'istante la promozione di Tenente colonnello e riceve appunto l'incarico di sostituire il Capo battaglione  durante l'assedio britannico di Tolone. Dopo l'approvazione al Quartier Generale del piano del giovanissimo comandante Napoleone, il....

18 DICEMBRE ....fa togliere l'assedio a Tolone, mettendo in fuga gli inglesi con colpi precisi della sua artiglieria. E' un grande successo tattico di Napoleone che gli valse  la promozione di Generale di Brigata. In pochi   giorni lo sconosciuto capitano di provincia, non ancora 24 enne, capitato per caso a Tolone, e per caso nelle sale del Quartier Generale,  è già generale e ha già conquistato - sul campo - un piccolo spazio di gloria nell'Olimpo degli eroi  militari.  Saliceti e Augustin Robespierre, il fratello di Maximilien, ammirati dal coraggio di questo giovane, sono loro due a fargli ottenere l'ambita nomina per la prodigiosa impresa di Tolone.
Ma c'era anche il generale Dugommier a perorare come ricompensa la sua promozione, e la frase che pronunciò era abbastanza profetica: "Se ci mostrassimo ingrati verso di lui, questo ufficaile si promuoverebbe da solo"" . . Aveva ben capito il carattere di questo giovane ufficiale
Ma a Tolone accadde anche un altro  fatto curioso che farà più tardi cambiare il destino di Napoleone e che ci rivela il forte carattere di quest'uomo. All'assedio di Tolone, era presente il commissario della Convenzione nazionale  presso l'esercito, Barras. Il giovanissimo neo comandante per caso, dopo aver sistemato  alcuni cannoni, Barras con la sua autorità intervenne e diede lui l'ordine di spostare una batteria. Napoleone non esitò ad affrontarlo: "Cittadino, voi fate il vostro mestiere e a me lasciatemi fare il mio. La batteria sta bene dove l'ho messa io". Barras non rimase soddisfatto del trattamento, e non mancò di schierarsi con i critici di quel sbarbatelli e bizzarro nuovo comandante. Poi quando lo vide all'opera, con   lo strepitoso risultato ottenuto, si smentì, fu affascinato da quel  giovane  23enne, e nel suo rapporto scrisse "Eccezionale soldato: dall' irrefrenabile attività. Ha addosso il "moto perpetuo", un'agitazione fisica che comincia dalla testa e non si ferma nemmeno alle ultime estremità del corpo".
Il rapporto di Barras, così insolito per giudicare un soldato, non poteva essere più fedele al carattere di Napoleone. Era infatti, Napoleone! Questo Barras doveva averlo capito subito! (Se ne ricordò - come vedremo più avanti - nella rivolta di Parigi!). E lo capirono anche gli inglesi sloggiati da Tolone a colpi di cannonate. Lo dimostrano le migliaia di caricature satiriche inglesi che presero come bersaglio proprio Napoleone  mentre sparava il cannone dall'alto della rocca. Non potevano fargli pubblicità migliore. Se era lui l'obiettivo della satira, voleva dire che lo ritenevano un osso duro; del resto un tipo deciso e preciso così,  dietro i cannoni, gli inglesi  non l'avevano mai visto.
 
Cosa aveva fatto di strabiliante Napoleone con quei cannoni? Giungendo a Tolone i cannoni li trovò, non riuniti ma dispersi, distribuiti singolarmente ai vari reparti della fanteria, che li usavano come appoggio, sparando qualche colpo ogni tanto. Lui li aveva riuniti in una batteria e li aveva sistemati  su una altura, puntandoli verso il mare, verso le navi inglesi ancorate al largo. Una follia sembrò a tanti.  Inconsueta, perchè le distanze sul mare sono difficilissime da calcolare, non si hanno punti di riferimento e la prospettiva della superficie piatta inganna. Per i critici del nuovo comandante era solo uno spreco di munizioni, quell'ufficiale avrebbe fatto solo tanti buchi nell'acqua.


(sul CD di "CRONOLOGIA" l'immagine è ingrandita a doppio schermo)

Ma lui era Napoleone! Alle sue batterie di cannoni ad ognuno diede un alzo tiro a diverse distanze, sequenziali;  sparati i primi colpi, individuò il cannone che era arrivato più vicino alle navi; individuato il pezzo che lo aveva sparato,  fatti i suoi rapidi calcoli, correndo come un forsennato da un cannone all'altro, diede un'altra sequenza agli alzi tiro,  restrinse così sempre di più la zona concentrando e vomitando  fuoco solo su quella.   Non nè colpì una di nave, ma se gli inglesi non levavano le ancore in fretta e furia, procedendo in questo modo  i successivi tiri  le navi Napoleone le avrebbe affondate tutte. 
Il suo insegnate alla scuola di artiglieria non era stato un buon profeta quando disse che "la matematica non era una scienza per bestioni come lui". 

26 DICEMBRE - Napoleone,  con il nuovo grado conquistato sul campo, riceve l'ordine di fare una accurata ispezione della costa francese, dalle bocche del Rodano a quelle di Var. Fu in questa spedizione che strinse amicizia con il fratello di Robespierre, Augustin.

1794: MARZO - Napoleone passa tutto il mese nella città di Nizza. Con lui Saliceti e Robespierre per progettare  le future operazioni militari sul fronte piemontese.

8 APRILE  - Alla testa di 3 brigate di fanteria Napoleone (lui che è dell'artiglieria) combatte contro una divisione austriaca e si impadronisce del forte di Oneglia.
(Questa spedizione di fanteria fu una  preziosissima esperienza, per la sua campagna d' Italia. Qui, infatti, individuò lo strategico  passaggio per scendere sul Piemonte, dove nessuno l'attendeva).

27 LUGLIO -  Maximilien Robespierre il "tiranno" che governava la Francia, cade in disgrazia. Il giorno successivivo (9 termidoro) viene ghigliottinato senza processo insieme a Saint-Just e altri seguaci.  Napoleone viene sospettato di aver concepito con lui un piano liberticida e con aspirazioni dittatoriali, questo  perchè è amico del fratello Augustin. Napoleone viene arrestato, condannato. Finisce nel carcere di Antibes il 9 agosto.
Con la condanna il mondo di sogni del giovane ufficiale crollava dentro il chiuso di una cella, mentre fuori la ghigliottina mieteva - nel periodo più turbolento della Francia - senza posa. Spesso con processi sommari. Napoleone fu piuttosto fortunato a non cadere in uno di questi.

21 AGOSTO - Scagionato dall'accusa perchè non ci sono prove, esce di prigione ma viene comunque privato da ogni comando, perchè intorno a lui si é creato un clima di diffidenza. Napoleone va incontro ad un periodo piuttosto burrascoso. A Parigi vive un lungo periodo in triste solitudine. Ma il destino si divertì a chiamarlo  un'altra volta alla ribalta, per divertirsi con lui, con un'altra durissima esperienza. L'infamia... e la radiazione dall'esercito

1795 - 25 MAGGIO - Napoleone dopo un breve soggiorno   in Corsica, ritorna a Parigi,  vi soggiorna  l'intero mese di giugno. Fin quando - diminuito il clima di diffidenza - frequentando spesso il Quartier Generale, viene chiamato per ritornare in servizio. Nominato generale di Brigata di Fanteria (visti i buoni risultati a Oneglia ottenuti proprio con la fanteria) viene destinato all'armata dell'Ovest, nella Vandea.

15 SETTEMBRE - Napoleone inspiegabilmente  non  raggiunge il suo posto di comando all'armata Ovest; il suo rifiuto non solo è considerato una grave insubordinazione, ma nasce anche il dubbio della poca lealtà, anche perchè qualcuno si ricordò di quell'oscuro precedente e la galera ad Antibes. Con un brutale decreto delle alte gerarchie, il generale Napoleone Bonaparte viene cancellato dalla lista degli ufficiali generali in servizio,  radiato  dai quadri "per non aver assunto il posto che gli era stato assegnato".    "Non volevo uno stato contro lo stato, una nazione contro la nazione, una Francia contro la Francia, i francesi contro i francesi" (scriverà poi nelle Memorie).  Non voleva una lotta di "cortile", fra esercito e tanti poveri diavoli, lui pensava in grande! Purtroppo l'improvvisa   radiazione lo fece ripiombare in un altro periodo di amarezze e di triste solitudine a Parigi. Abbandonato da tutti, si lascia andare a  profonde e amare riflessioni  sugli uomini.

Ma il destino bussò ancora una volta alla sua porta. Era la nuova  Rivoluzione! Approfittando del crollo di Robespierre i realisti avevano rialzato la testa, decisi a rovesciare la Convenzione. I primi di ottobre la rivolta scoppiò. Un momento grave per Parigi. Drammatico. Ed ecco saltar fuori quell'uomo che aveva criticato Napoleone a Tolone, che si era unito alle critiche sul giovane comandante, ma che aveva alla fine riempito un rapporto sulle sue note caratteristiche abbastanza  singolare.

Era BARRAS, ora membro del Direttorio che governava la Francia dopo la caduta di Robespierre. Si ricordò dei cannoni di Tolone, e  del "moto perpetuo" di quel giovane comandante, che aveva avuto però l'ardire di biasimare un suo intervento con "mi lasci fare il mio mestiere, e lei faccia il suo". Nessuno gli aveva mai parlato così, con "una arroganza così  affascinante" ed aveva solo 23 anni quel giovane!

Nell'ora più turbolenta e ribelle della Francia, il destino bussò nel corso della notte ancora alla porta di un Napoleone sopraffatto nella sua stanzetta, dalla solitudine e dallo sconforto. Due giorni  prima  il fratello si era sposato ed era  partito per la Corsica. Si pentiva di non averlo seguito sposando la cognata Desirèe, la sorella di Julie che Giuseppe aveva preso in moglie.
E solo la sera prima, passando con Junot, un ufficiale che aveva conosciuto a Tolone, l'unico amico che non si era allontanato nella sua "disgrazia", guardando i preparativi degli insorti contro la Convenzione (che ora nelle sue miserabili condizioni pure lui odiava)  aveva esclamato "Se costoro mi eleggessero capo, farei aprire le Tuilleris in due ore e caccerei quei miserabili della Convenzione".

Poi giunse il tocco del destino; in piena notte alla sua porta bussava Barras, che  non esitò un attimo a togliere dall'ombra Napoleone, per offrirgli a lui l'incarico di annientare  i movimenti sediziosi. Barras era convinto che non c'era un uomo deciso, energico e capace come Napoleone in tutta  Parigi e fra tutti i generali della Francia. Non si sbagliava!   Ed era anche arrivato in tempo! Perchè Napoleone con il veleno che aveva in corpo stava passando quasi dall'altra parte!

5 OTTOBRE - (13 vendemmiao). Riassunto repentinamente  in servizio come comandante della piazza di Parigi.  Napoleone in un baleno appronta le difese, schiera i suoi cannoni e annienta in poche ore a suo modo la rivolta parigina realista.


L' affronta di petto e non esita a dirigere sugli insorti il fuoco dei cannoni con  alzo zero. Dalla triste solitudine della stanza, all'uomo che il governo definisce ora  "il salvatore" erano passate solo venti ore . (da questo momento ha davanti a se' venti anni  esatti per sconvolgere l'intera Europa).

L'episodio lo rese famoso in tutta Parigi,  metà dei parigini lo soprannominarono "il mitragliatore", l'altra metà il "Generale Vendemmiao", riferendosi non solo al mese ma al modo energico di come aveva affrontato la situazione e fatto diventare  "rosse" le strade di Parigi.  E generale lo divenne,  questa volta di Divisione.
La straordinaria fortuna di Napoleone, inizia proprio nella notte del 5 ottobre, in seno al governo. In poche ore, dopo aver sedato una rivoluzione in quel modo, rimuovendo anche ogni velleità futura dei realisti.
Questo  doveva essere indubbiamente opera di un uomo straordinario. Su questo ormai erano tutti d'accordo. Barras poi era al settimo cielo. Aveva visto giusto.

16 OTTOBRE - La fama  di questi dieci giorni, porta con sè onori,  gradi e amori. Napoleone è festeggiato ovunque, riceve la nuova nomina come comandante del Corpo d'armata dell'interno, e ha l'occasione di conoscere la vedova del Generale Beauharnais (finito sul patibolo): la bella trentaduenne creola GIUSEPPINA Tascher de la Pagerie, nata in Martinica. 
La convenzione finita la rivolta, per prudenza aveva ordinato alla popolazione la consegna di ogni tipo di armi. Giuseppina ricevuta una perquisizione, con i gendarmi ligi al dovere, la costrinsero a consegnare anche la spada del defunto marito che aveva parteggiato con i ribelli. Napoleone ricevuta una supplica dalla vedova, intervenne e con un gesto cavalleresco  gli fece restituire l'arma. La donna il giorno dopo andò a ringraziarlo di persona per aver ricevuta la spada indietro, ma nel farlo  non con la spada ma con il dardo dell'amore gli  trafisse il cuore all'istante. Quattro mesi dopo era sua moglie.  Il prossimo 9 marzo.

Napoleone in questo periodo cambia anche il cognome che da Buonaparte diventa BONAPARTE.   Dopo la sua impresa che ha fatto fallire l'insurrezione popolare, il 26 dello stesso mese la Convenzione si scioglie e viene insediato il primo Direttorio. Babeuf sul Tribun de Peuple pubblica il Manifeste des plebeiens,. Vi si rivendica l'instaurazione di un regime di uguaglianza reale attraverso la comunità dei beni e dei lavori. Qualcosa cambia nella politica interna e in quella internazionale. Si fanno progetti grandiosi nel nuovo Direttorio.

1796: 2 MARZO - Napoleone viene nominato comandante supremo dell'Armata d'Italia. Quella in Italia, era nella strategia del direttorio, un'offensiva secondaria, la principale era invece quella che doveva essere sferrata sul Reno dai generali Jourdan e Moreau. A loro due furono affidate le migliori truppe. Al giovane ventisettenne Napoleone, misero a disposizione 38.000 soldati raccattati qui e là, male armati, male equipaggiati, inesperti, insofferenti alla disciplina, abulici, molti per la prima volta inquadrati in un reparto militare. Doveva insomma pensarci Napoleone a farsi il suo esercito, a organizzarlo a disciplinarlo a metterlo in movimento. Napoleone scrive al direttorio: "quello che esigete da me, sono miracoli, ed io non li posso fare". Lui che è dell'artiglieria, non ha nemmeno un reparto di artiglieria. Ha in tutto 24 piccoli cannoni da montagna. Lui che ha vinto l'assedio a Tolone non ha un solo soldato che abbia mai  partecipato ad un assedio. Gli hanno dato 400 cavalli malati. Viveri per i suoi  30.000 uomini per un solo mese e mezzo, a mezza razione. E 300.000 franchi per le paghe: 7 franchi per ogni soldato, sottufficiali e ufficiali compresi. Alcuni erano tornati a cantare gli inni reali, altro che impresa repubblicana! Erano tutti coscienti di essere stati scelti solo per andare al macello.

9 MARZO - Napoleone sposa Giuseppina Tascher, ved. Beauharnais.

11 MARZO -  A due giorni dal matrimonio, Napoleone lascia Parigi per raggiungere il "suo" esercito da condurre in Italia per conquistare, "onore,  gloria e ricchezze". Non ha nessun piano prestabilito e nessuna carta a proprio favore.   Non conosce i soldati che comanderà, nè questi conoscono lui. Come non conosce i generali, tutti più anziani di lui, di carriera, più pratici di comando e di battaglie, che dovranno essere i suoi sottoposti, e sa di non poter essere nè amato nè stimato da loro."Sapevo che dalle mie prime giornate dipendeva tutto il mio avvenire.   Decise la mia ambizione, come rivincita contro la mediocrità della vita e le miserie degli uomini. In Italia con i "miei" uomini, scoprii che ero stato chiamato a fare grandi cose". (dalle Memorie)  . La "scampagnata" verso l'ignoto doveva durare poco più di 30 giorni, soldi da Parigi non sarebbero mai arrivati. Se voleva continuare avrebbe dovuto pensarci solo lui; cioè arrangiarsi lungo la strada, e la strada che doveva percorrere era piena di città ricche, gli dissero.
Ai suoi uomini - un rudere di esercito - ha fatto un discorso da imperatore romano: "Soldati, voi siete nudi, mal nutriti; il governo molto vi deve, però nulla può darvi. La vostra pazienza , il coraggio che mostrate sono ammirevoli...voglio condurvi nelle più fertili pianure del mondo, ricche province, delle grandi città saranno in poter vostro: vi troverete onore, gloria, ricchezze....". Quando terminò ci fu qualche debole acclamazione, ma poi quando si ritrovarono da soli qualcuno osservò: "Con quella pelle gialla come il limone, molto resistente non mi sembra, non andrà molto lontano. Ha delle belle parole con le sue pianure fertili! ma dovrebbe pensare prima a darci le scarpe per arrivarci".

Con gli ufficiali le cose andarono meglio. Li aveva convocati, ma li fece attendere, così la diffidenza aumentò. Il più carismatico tra di loro,  Augereau, si sbilanciò con i colleghi: "io mi farò sentire, userò le maniere forti con questo giovanotto". Quando Napoleone arrivò, disse quasi nulla; senza gesticolare, impartì  solo ordini secchi e precisi, ma non dal centro di un emiciclo, ma con passi calmi li affrontava uno alla volta ponendosi di fronte a loro.  Con il suo sguardo per nulla generico, nell'affidargli  uno specifico compito che indicava "è suo dovere....fare questo e quest'altro...ecc. ecc.."   li guardava uno a uno fissi negli occhi mentre parlava;  quelli accanto a cui doveva ancora rivolgere la parola  già provavano disagio, e quando toccava a loro di trovarselo di fronte, erano  già imbambolati, ipnotizzati, e annuivano solo senza parlare.
Anche lo stesso Augereau - quello che doveva "usare le maniere forti" era a disagio e quando venne il suo turno, annu' pure lui solo col capo, mentre Napoleone gli parlava di cosa lui avrebbe dovuto occuparsi; rimase  muto fino alla fine; poi  -quando Napoleone si congedò- riprese fiato, ma  solo per dire quasi balbettando al suo collega vicino, al generale Messena:  "questo piccolo generale corso... mi ha fatto... mi ha fatto...paura!".

1 APRILE - Napoleone in una tenda, passa ore e ore a far calcoli e a visionare mappe. Nello Stato maggiore fatto di vecchi ufficiali abituati all'azione e alle battaglie a vista, questa mania intellettuale apparve come una bizzarria. Dirà in seguito Messena: "passava o per un matematico o per un visionario".

5 APRILE - Napoleone concepisce il suo piano. Non fa affidamento sulla forza ma sull'intelligenza. Annibale ha invaso l'Italia valicando le Alpi, lui le vuole invece circuire le Alpi. "Non é necessario attendere l'estate; fra le Alpi e l'Appennino ligure c'é un solco. E da lì noi entreremo,  con la neve ancora dura perchè si cammina meglio,  questo mese stesso! Anzi fra sette giorni. La data e il luogo  da dove entreremo, per i piemontesi e gli austriaci sarà una vera sorpresa, che non si aspettano di certo".

12 APRILE - Scatta l'ora X. Tutto si svolge secondo i piani di Napoleone, ed è una campagna lampo contro il Piemonte: Napoleone osa attaccare - a Cairo Montenotte - l'esercito austriaco comandato dal generale Beaulieu. 38.000 uomini e 25 cannoni, contro i 70.000 uomini e 200 bocche di fuoco degli austriaci. Attaccano, sbaragliano, vincono e proseguono....

13 APRILE - Altra battaglia vittoriosa contro un reparto a  Millesimo, seguita subito dopo da quella a Dego. Gli austriaci sono costretti alla ritirata verso la Lombardia. Ma Napoleone invece di inseguirli  in quella direzione, secondo il piani del Direttorio, visti divisi i due alleati, quindi con l'esercito sabaudo isolato, si volge contro i Piemontesi. Il primo a cadere é  il bastione trincerato di Ceva, i piemontesi arretrano su Mondovì, subito inseguiti dai francesi.

21 APRILE - Dilagando da Ceva abbandonata e con la via spalancata, tutti i reparti di Napoleone  raggiungono Mondovì. I resti delle truppe sabaude che qui vi si erano rifugiate sono sconfitte, nella cosiddetta Battaglia di Mondovì. Uno scontro per nulla impegnativo per i francesi, e già pronti a marciare verso Torino. Non c'è più nulla da fare per Vittorio Amedeo III; con i francesi a pochi chilometri dalla capitale piemontese, il Savoia inviò a Napoleone la richiesta di una tregua d'armi, pronto a trattare a Cherasco il giorno 28 aprile e con la triste disponibilità a cedere alcuni territori alla Francia.

28 APRILE - Viene firmato a palazzo Salmatoris  l'armistizio di Cherasco (col Regno sabaudo Sardo piemontese). Con il successivo Trattato di pace firmato a Parigi, la Francia acquisisce Nizza e l'alta Savoia. Ora Napoleone, con le spalle coperte,  ha la strada libera per entrare nel resto d'Italia, può dilagare nella pianura Padana. Siamo a fine Aprile, e la Primavera ha infiorato valli, campi,  giardini, città e paesi. I suoi soldati non devono più credere  al magniloquente discorso della partenza, davanti a loro hanno la realtà. E che realtà! La Pianura Padana in fiore! Altro che terra  promessa! Quello che hanno davanti per chilometri e chilometri è il Paradiso terrestre!

10 MAGGIO -  Vittoria dell'esercito di Napoleone  sugli austriaci a Lodi. E' la vittoria che aprì a Napoleone le porte della Lombardia. Ma é anche una giornata memorabile, perchè per la prima volta Napoleone partecipò di persona alla battaglia. Al termine non fu solo un trionfo, ma i soldati iniziarono ad adorarlo. Non avevano mai visto, ma neppure avevano mai sentito raccontare che un generale comandante di una armata marciasse davanti ai propri soldati e che rischiava la vita come loro, anzi più di loro, visto che i fucili austriaci falciavano senza pietà i primi che avanzavano. Nelle Memorie questa indimenticabile località così viene ricordata da Napoleone "Soltanto la sera della battaglia di Lodi, nella campagna d'Italia, mi sono sentito un uomo superiore, che ero stato chiamato a fare grandi cose".

15 MAGGIO -  Napoleone entra trionfalmente in Milano, accolto dal popolo e da una fazione filo-rivoluzionaria, come un  liberatore. Ma non mancano i dissidenti, monarchici reazionari e filo austriaci. Ma molti di loro tremano. Si chiedono perchè ha vinto? Perchè ogni settimana coglie una vittoria? Dove sta il segreto? Ma chi é veramente questo Napoleone? Che a 27 anni in un mese ha battuto i piemontesi (I Savoia !) e ha cacciato via gli austriaci da Milano (gli Asburgo !)? Che in un mese ha fatto salire al grado di colonnello un oscuro granatiere perchè in tre battaglie ha dimostrato coraggio? E chi é costui che  ha senza il minimo indugio relegato nelle tende delle retrovie onorati anziani generali con la nota "Buono per l'ufficio, ma non per la guerra!"?. Chi è quest'uomo che paga con 7 miserabili franchi un gruppo di pezzenti e ottiene da loro in cambio, audacia, coraggio, fedeltà, ed epici eroismi d'altri tempi? Chi é questo generale  che apostrofa tutti, inferiori o superiori, con Camerati, Amici? Che dire poi dell'impressione che procura quando questo generale francese si rivolge agli italiani nella loro lingua, che sa  nomi e ricordi storici dell'Italia dalla fondazione di Roma in poi? Ha solo 27 anni, ma molti hanno l'impressione che ne abbia più di 2000. Cita Aristotele, Platone, Cesare, Marco Aurelio, Diocleziano ecc. come se fossero  amici intimi lasciati il giorno prima a casa. Cita il Campidoglio, Bruto e gli Scipioni. Parla di Sparta, della democrazia di Atene, della Repubblica di Roma,  del domino bizantino e della schiavitù feudale. Ha la storia del mondo stampata dentro la testa. Ma da dove viene, e come questo é possibile in un piccolo uomo di 27 anni?

La leggenda ha inizio. Tenteranno poi di farla dimenticare, ma la leggenda resta e resterà. Queste prime vittorie, di fatto, non sono che scontri di poca importanza, ma che Napoleone trasforma però in "Epiche Battaglie", e queste battaglie le trasfigura in "eventi storici", e raggiunge il doppio effetto aggiungendovi  la dotta oratoria. Preparato lo è per davvero! Di ogni Staterello ricorda la sua storia, chi vi ha governato in passato e quelli che hanno governato bene o come questi sono stati annientati dai nemici della libertà. Parte da molto lontano, ridesta nell'italiano l' audacia  del popolo romano, quella altrettanto non meno ardita, sorta nella lotta dei  Comuni,  annientata poi dalla  schiavitù feudale e dalle signorie. "Popoli che si sono arresi alla volontà di agire.  Che si sono  spenti nella rassegnazione? Non è così, voi  avete in potenziale tutta quell'audacia e quell'arditezza, dovete solo sprigionarla".

26 MAGGIO - Napoleone viene accolto con manifestazioni di giubilo anche a Pavia. Il giorno dopo è già  a Brescia. L'uomo dal "moto perpetuo" si sposta da un luogo all'altro come un fulmine, cavalcando per ore e ore, coprendo lunghe distanze. Vedi (in altre pagine) la impressionante cartina degli spostamenti).

30 MAGGIO - Battaglia di Borghetto, di Lonato; il fatidico Mincio e poi  i francesi entrano a Peschiera.

4 GIUGNO - Inizia il  lungo assedio di Mantova. Non lontano, nella  battaglia di Castiglione Napoleone rende vani i rinforzi austriaci. Il condottiero lascia a presidiare Mantova e il territorio circostante e due giorni dopo é nuovamente a Milano. Nulla deve essere lasciato al caso, né all'improvvisazione. Soprattutto vuole ristabilire la disciplina ferrea tra i suoi soldati che dall'eccitamento sono passati all'autoesaltazione incontrollata. Non vuole passare come un capo di briganti, nè come un oppressore di popoli.  Ha giustificato - per necessità - per qualche giorno i saccheggi (per la fame dei suoi uomini). Ora non li tollera più. E' implacabile! (Vedi (in altre pagine) i proclami: fucilazione immediata per chi ruba, disonore per i reparti che hanno fatto razzie, destituzione e vergogna per alcuni ufficiali colpevoli di saccheggi.
Riunisce gli uomini e fa loro un discorso durissimo: "Dovete essere dei liberatori per coprirvi di onore, non dei saccheggiatori e dei flagelli, coprendovi di vergogna. L'Italia dovete stupirla con un contegno esemplare dopo averla stupita con il vostro coraggio". -  E non si ferma alle parole: fa fucilare alcuni soldati e un caporale che avevano rubato in una chiesa arredi sacri. Altri saccheggiatori li incatena e se li trascina per tutta la campagna.  A Lodi aveva già gridato loro in faccia "siete dei vili o siete dei vincitori di Lodi, come volete essere ricordati dai posteri?  Avete la gloria immortale di  mutar volto al più bel paese d'Europa, e lo volete fare comportandovi come dei ladroni?".

(Abbiamo rintracciato i suoi 123 proclami originali di Napoleone; inseriti nel CD. Così smentiremo tutte quelle falsità scritte su Napoleone; cioè che razziava, rubava e saccheggiava)

Un reparto si comporta male? Lui schiera tutti i reparti, poi fa sfilare in modo disordinato e senza mostrine davanti a loro quello colpevole con davanti la bandiera di quel reparto sgualcita appesa a un'asta come uno straccio:  "guardate questi uomini, stanno infangando il vostro onore, la vostra gloria, il vostro coraggio, la vostra onestà. Stanno sporcando la bandiera che è anche la vostra, la nostra. E questo non ve lo devo dire io, non ho il minimo dubbio che lo capite anche voi, da soli, guardando questi squallidi uomini, questi sciagurati".
Non risparmia nemmeno i più alti marescialli. Proprio a Lodi ne ha liquidato uno; "Sotto il vostro comando si è veduta molta cupidigia e scarsa rettitudine, ma sino ad oggi non sapevo che voi foste anche un vile. Abbandonate l'esercito e non venite più sotto i miei occhi".

Siamo in tema e quindi ricordiamo anche la sorte di un altro generale che  aveva capitolato (e si era dileguato) in campo aperto. Dopo sei mesi ha osato apparigli  dinanzi durante una rivista. Ma Napoleone non ha dimenticato né quella faccia, né cosa ha fatto. Lo investe in presenza di tutti i soldati e non riesce a calmare il suo livore nemmeno dopo un'ora dalla scenata: "Si può cedere una fortezza, la fortuna in guerra è instabile, si può venir vinti. Si può cader prigionieri. Può capitare domani anche a me. Ma l'onore! Sul campo di battaglia ci si batte, mio signore, e se invece si capitola e si fugge, si merita di essere fucilati... Un soldato deve saper morire. Come suddito avete compiuto con la vostra capitolazione un delitto, come generale una sciocchezza, come soldato una viltà, come francese avete disonorata la gloria ! ".

23 GIUGNO - Preoccupata, la Santa Sede, stipula velocemente con Napoleone un accomodante  armistizio. Si cautela pur non conoscendo le intenzioni nè di Napoleone nè dei francesi. Ma è il primo che a quanto pare sta facendo quello che vuole, e questo lo hanno capito un po' tutti. Non è la rivoluzione francese, ma sembra molto peggio, quest'uomo sta trascinando le folle. Parla, agisce e combatte e convince non solo i suoi soldati ma le masse.

27 GIUGNO - Napoleone da Milano "vola" in Toscana, a Livorno, il 29 é a Firenze, a san Miniato dove visita lo zio,  il canonico Filippo Bonaparte.

1 LUGLIO - Napoleone a Firenze visita il granduca Ferdinando. Con lui patti chiari, come con il papa. Cioè "...non v'immischiate con la mia personale cacciata degli austriaci, altrimenti marcio anche  contro di voi! Chiaro?". E che lui lo faccia veramente ormai più nessuno ha dubbi. La fama che lo precede (battuti i Savoia, sconfitti gli Austriaci) sono eloquenti credenziali.

3 AGOSTO - Napoleone ritorna sui campi di battaglia mantovani, coglie una vittoria a Lonato, e dopo due giorni, il 5 agosto è a Castiglione.

4 SETTEMBRE - Da Peschiera, risalendo il lago di Garda, l'esercito napoleonico dopo una vittoriosa battaglia conquista Rovereto, qualche giorno dopo piomba in Valsugana a Primolano, aprendosi la strada per Bassano. Ma il....

 

1 OTTOBRE...................

 

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