(QUI IL MEMORIALE DI SANT'ELENA INTEGRALE)



1 OTTOBRE '96 - ...Napoleone "vola" a Milano, lasciando l'esercito nella pianura veneta a nord-est. Più precisamente sulla sponda del Brenta, a nord di Nove, dove ancora oggi esiste una piccola cappella e una lapide ricorda quel giorno.

(VEDI ANCHE "LA CAMPAGNA D'ITALIA" NEI RIASSUNTI STORIA D'ITALIA)
CON LA CARTINA DELLA CAMPAGNA


12 NOVEMBRE - Rientrato nelle file dell'esercito, Napoleone coglie la vittoria a Caldiero.

17 NOVEMBRE - Napoleone vince la battaglia del ponte di Arcole, poi "vola" nuovamente a Milano e vi rimane tutto il mese di dicembre e l'inizio di gennaio.
Ad Arcole la leggenda "mito" Napoleone è ancora oggi lì... sul ponte. E' la stele di granito posta nel mezzo. Nel conquistare questa località, il suo migliore reparto, i suoi fedeli granatieri, avanzarono sul ponte, giunti nel mezzo il primo gruppo fu falciato dal fuoco austriaco; quelli che seguivano si fermarono esitanti, paralizzati. Improvvisamente dal gruppo partì al galoppo un cavallo con sopra un audace cavaliere, raccolse la bandiera per terra, proseguì la galoppata e la piantò alla fine del ponte, come segno inequivocabile di conquista; tutti gli altri galvanizzati da simile audacia, in un lampo lo seguirono. Su quel cavallo c'era Napoleone Bonaparte, e aveva fatto tutto da solo! - Nelle sue Memorie "...se a lla Battaglia di Lodi ebbi la sensazione che ero stato chiamato a fare grandi cose, ad Arcole non ebbi più i l minimo dubbio"


Al Congresso Cispadano Napoleone infiamma tutti i presenti: "La disgraziata Italia é da molto tempo cancellata dal novero delle potenze europee. Se gli italiani d'oggi sono degni di recuperare i loro diritti e di dare a se stessi un governo libero, si vedrà un giorno la loro patria figurare con gloria fra le grandi potenze della terra".
Napoleone esorta gli italiani all'esercizio delle armi, alla concordia interna, alla unione; abolizione delle discordie fra i partiti, al disprezzo delle cortigianerie e delle vanità. Indica tutta una vita nuova, strappata all'antico letargo. "La sua voce asciutta e battente - riportò un cronista - faceva naufragare nel ridicolo le colonie arcadiche e le pastollerie; gli abatini femminei arrossivano di una veste profanata; i cavalieri serventi sentivano l'anacronismo grottesco delle loro parrucche incipriate". A Molti, che non conoscevano nulla dello storico passato-più che una rivoluzione sembrò una evoluzione dell'uomo. Tutto il vecchio appariva ridicolo, con questo giovane che non era un re, non era un vescovo, non era un principe, e da come si comportava non era nemmeno un vecchio generale. Ma trascinava le folle, e non solo la plebe. Pochi erano allora i non privilegiati che subivano delle angherie. E quanti aspettavano un "Napoleone"? Tanti!
In effetti avviene un mutamento profondo nel costume del popolo italiano. Napoleone a Sant'Elena così lo ricordò, perfino nei minimi e insignificanti particolari:
(Dalle sue Memorie) ..."Dopo il mio passaggio, l'Italia non era più la stessa nazione: la sottana, che era l'abito di moda per i giovani, fu sostituita dall'uniforme: invece di passare la loro vita ai piedi delle donne, frequentavano i maneggi, le sale d'armi, i campi militari; i bambini stessi iniziarono a giocare sul selciato con interi reggimenti di soldatini di stagno; indubbiamente dopo averlo sentito raccontare in casa tra le mura domestiche dai loro padri, imitavano i fatti di guerra e le mie battaglie. E quelli che cadevano non erano più gli italiani, ma gli austriaci. Prima, nelle commedie e negli spettacoli di piazza, veniva sempre messo in scena qualche italiano vile, anche se spiritoso, e di contro a lui un tipo di grosso soldato straniero, forte, coraggioso e brutale, che finiva sempre col bastonare l'italiano, fra le risa e gli applausi degli spettatori. Anche se non c'era proprio niente da ridere ma semmai da piangere. Orbene: il popolo italiano non tollerò più allusioni di questo genere; gli autori dovettero cambiare copione. Iniziarono a inserie italiani valorosi, che mettevano in fuga lo straniero, vi sostenevano il proprio onore e il proprio diritto. Vi sembra poca cosa tutto questo? No! La coscienza nazionale si era formata. E l'Italia ebbe per la prima volta i suoi canti guerreschi e gli inni patriottici". (dalle Memorie di N.) 

Era servaggio anche questo, senza dubbio, ma di natura e carattere profondamente diverso. Il nome Italia cominciò a varcare le frontiere, a imporsi alle attenzione dell'Europa, a farsi stimare tra i patrioti di ogni nazionalità, poichè molti italiani mostravano di saper morire combattendo e che possedevano anche loro un orgoglio; non quello oppressivo, compressivo, depressivo, di tanti tempi anteriori. E che purtroppo, poi, finito questo "momento magico", tornò in quelli posteriori con la Restaurazione. Per un breve periodo per fortuna. Ma anche questo Napoleone lo aveva previsto: "deve passare una generazione, poi i giovani che verranno, capiranno, e vendicheranno l'oltraggio che io ora soffro qui (a San'Elena)" - dalle Memorie ).

1797
14 GENNAIO - Tornato alla guida dei reparti accampati nella pianura veronese-mantovana, Napoleone vince la battaglia di Rivoli, insegue gli Austriaci fino a Verona; poi da un lato alcuni reparti s'infilano nella val d'Adige e inseguono l'esercito austriaco in ritirata quasi fino al Tirolo, dall'altro tentano la conquista della fortezza veronese, quella che per i romani era il più forte baluardo dell'Italia.

18 GENNAIO - Dopo quattro giorni di violenta battaglia in uno dei presidi d'Italia più difesi dagli austriaci, Napoleone li sbaraglia ed entra a Verona. Una breve pausa per i soldati, e mentre Napoleone "vola" l'...

8 FEBBRAIO nella città di Ancona, poi il...

2 MARZO riprende la guida dei reparti e sferra l'ultimo attacco decisivo all'assedio di Mantova.

15 MARZO - L'esercito francese prosegue nella pianura veneta e passa il Tagliamento presso Pordenone.
18 MARZO - Napoleone entra vittorioso a Palmanova, qualche giorno dopo é a Gorizia, il 31 dopo aver varcato il confine naturale é a Klagengfurt.

13 APRILE - Napoleone fa la comparsa a Leoben. Vede all'orizzonte quasi i campanili di Vienna. Primi contatti con l'alto comando austriaco....poi il...

30 APRILE . A Trieste, Napoleone riceve dagli austriaci, la ratifica dei preliminari dell'Armistizio di Leoben. Napoleone non tiene conto del parere del Direttorio. Avvia lui i preliminari di pace con l'Austria che s'impegna a cedere la Lombardia alla Francia. Putroppo durante la sua assenza, il....

17 APRILE - ...a Verona, occupata dai francesi, si verifica una sollevazione di contadini e artigiani contro la borghesia della Serenissima Repubblica Veneta, una parte alleatasi subito con i francesi, e un'altra parte impegnata invece a combatterli con atti di terrorismo. La sollevazione popolare di entrambi le due parti bene strumentalizzata, prenderà il nome delle cosiddette "Pasque veronesi". Venezia (Verona era sotto la sua sovranità, anche se solo puramente formale -Tutta la Terraferma era trattata da Venezia come una colonia) che si era affrettata con i francesi a dichiararsi neutrale è (forse suo malgrado) coinvolta in questo maledetto pasticcio che costò molto caro a Venezia.
Tutto fu causato dagli egoisti nobili proprietari terrieri locali veronesi, che oltre a essere contrari alle idee democratiche di Napoleone, sempre subordinati ai potenti aristocratici di Venezia, non hanno in questa circostanza tollerato questa "comoda neutralità" della ottusa oligarchia della città lagunare, che si era rivelata in questa circostanza inetta, abbandonando a se stessa la città scaligera. Riusciti a strumentalizzare una parte della popolazione - in pratica i propri servi e contadini - i frustrati latifondisti veronesi hanno assalito il presidio di un ospedale francese uccidendovi guardie e degenti. Il vile attentato segnò il destino di Venezia e la caduta della Serenissima Repubblica. Napoleone non perdonò. Né volle sentire alcuna giustificazione. Se Verona dipendeva da Venezia, Venezia avrebbe dovuto controllare la sua gente, il suo territorio, assicurare la pace. Era troppo facile ritenersi non responsabili. Se ogni città del Veneto si comportava come Verona, la vita dei soldati francesi era allora in costante pericolo. C'erano stati più morti in un Paese che si dichiarava neutrale che non in uno belligerante. Quindi Venezia doveva essere punita severamente, perchè Venezia aveva rotto il patto della neutralità. Napoleone volle vendicare i suoi morti, inviò un ultimatum alla Serenissima: una resa totale senza condizione, immediata liberazione di tutti gli schiavi, uguali diritti a tutto il popolo, o altrimenti Venezia lui se la sarebbe presa ugualmente...a cannonate. Non volle nemmeno trattare con gli emissari del gran Consiglio. Prendere o lasciare. Poche ore per decidere. I patrizi veneziani, dopo una angosciante e drammatica seduta, capitolarono! Il popolino commentò così "hanno calato le brache".

Il 12 MAGGIO i francesi entrarono a Venezia. Oltre il popolo, suonarono le campane anche molti nobili subito fattisi avanti spregiudicatamente nella nuova situazione (uno più scaltro degli altri "volò" a Parigi a far speculativi contratti commerciali, cioè a "vendere" la città). Venne così a cadere l'ultimo lembo inviolato d'Italia che non aveva conosciuto sino allora mai una occupazioni straniera, anche se "l'ultima nobiltà superstite non si dimostrò degna della sua storia". Lo stesso Napoleone scriverà nelle sue Memorie, "Ho ammirato il genio potente di Venezia, ma ne ho disprezzato l'anima". In realtà i nobili, abituati da secoli a ricevere dallo Stato più denari di quanto pagassero con le imposte, e perduto gusto per le imprese rischiose, si limitavano ormai a investire in terreni o nei titoli del debito pubblico. Il 75% delle entrate di Venezia provenivano dalla miserabile Terraferma (2,5 milioni di abitanti) , mentre i ricchi nobili veneziani (900) pagavano il 25% pur possedendo il 90% del patrimonio della Serenessima. Un patrimonio accumulato da altri ma che gli ultimi patrizi veneziani nell'immobilismo totale, dilapidarono nel "mal della pietra" (le numerose e splendide ville in Terraferma) ignorando così gli investimenti in quelle nuove produzioni che invece altrove - in tutta Europa - stavano portando nuovo ossigeno all'economia in profonda mutazione. Cioè il passaggio da un'agricoltura di sussistenza a quella di mercato. Per non parlare della moneta: ancora nel 1721 i patrizi veneziani bocciarono l'idea di una banconota popolare per gli scambi quotidiani delle merci, lasciando l'economia languire, ispirandosi sempre a quel motto antimodernista che Foscarini ripeteva ancora pochi anni prima, nel 1761 "Impedir le novità perniziose e lassar le cose come le sta". Che a fine XVIII secolo equivaleva dire "lentamente lasciarsi morire", cioè un suicidio economico oltre che politico.

Napoleone rovesciò il governo aristocratico e impose un governo democratico, veneziano filo-francese, e non fece fatica; molti nobili si precipitarono da Napoleone alla villa di Stra, per assumere le nuove cariche che distribuiva; a "gente abietta che sostava giorni e giorni sulle soglie delle mie stanze e che sembrava mi chiedessero l'elemosina" (Dalle Memorie") . 824 erano le cariche nobili-oligarchiche - a tanti ammontavano i patrizi fin dal 1300 e ancora in questo numero le trovò Napoleone- mentre tutti gli altri erano solo servi e plebe con nessun diritto. Ma nella terra ferma stavano anche peggio: c'erano solo dei disperati contadini, sempre affamati; mentre a Venezia gli 824 "padroni" (286 famiglie) si divertivano nei palazzi con feste e balli in una cinica ostentata opulenza e folle spensieratezza e non si rendevano conto che stavano sprofondando). L'" unità" dello Stato veneziano (fatto di tante città della Terraferma) era pertanto fittizia, una federazione di membri senza parità di diritti. Uno stato sovrano, libero, originale, splendido, e democratico, ma solo all'interno della laguna e solo dentro il patriziato che aveva il preciso scopo di far coincidere il progresso personale con quello della Repubblica.

Per finire: il Maggior Consiglio di questa oligarchia "democratica" multi-dittatoriale, cercando di salvare il salvabile, il 12 maggio vota e accetta il governo municipale concepito da Napoleone. Vota la fine dell'aristocrazia e cede il monopolio del potere ASSOLUTO - che aveva in mano da mezzo millennio - con 598 voti favorevoli, 7 contrari, 14 astensioni. Una capitolazione, che il popolo veneziano definì "dei calabrache". Il banchiere Lippomano era stato del resto ben chiaro: scrisse ai suoi colleghi "Bisogna essere delle nullità, come noi siamo, per riuscire a tenere tutto".
Tennero tutto !

7 MAGGIO - Risolta la questione veneta, Napoleone vince a Mombello, poi parte nuovamente per Milano accolto da grandi festeggiamenti.

17 MAGGIO - A Mombello.
9 LUGLIO - Milano - Nascita della Repubblica Cisalpina, formata dalla Cispadana e Transpadana. Il 27 agosto Napoleone è a Passariano. Davanti a lui, la nuova "mappa dell'Europa" da ridisegnare.

17 OTTOBRE: Pace con il Trattato di Campoformio. Il Veneto viene sacrificato agli Austriaci. Venezia e la Dalmazia viene ceduta all'Austria in cambio dei Paesi Bassi e la riva sinistra del Reno.
26 OTTOBRE - Il Direttorio nomina Napoleone generale in capo dell'esercito contro l'Inghilterra.
26 NOVEMBRE - Napoleone é presente a Rastadt .

5 DICEMBRE - Rientro a Parigi con il suo esercito di "eroi", e con i molti tesori artistici "prelevati" in Italia come "legittimo" indenizzo. Compresi i Cavalli di San Marco, le monumentali biblioteche, 25.000 quadri. (l'Inventario completo é in Venezia scomparsa di Alvise Zorzi).

25 DICEMBRE - Napoleone viene eletto menbro dell'Istituto.

1798 
APRILE - Il Direttorio progetta una missione in Egitto per colpire gli enormi interessi orientali degli inglesi che hanno "colonizzato" il Paese e lo stanno dominando con governanti fantocci cui hanno regalato il lusso in cambio della delega di pensare loro all'ordine pubblico (che significa repressione). Ma anche perchè Napoleone é ormai divenuto troppo famoso e molto pericoloso per la sicurezza del Direttorio, che nelle trattative con l'Austria Napoleone ha del tutto ignorato. Ma sono anche idee di conquista in Egitto che coincidono con quelle di Napoleone: il pensiero di Alessandro Magno turbina nella mente dell'ex tenente di artiglieria. E non dimentica nemmeno alcune citazioni dei Romani "chi ha il possesso del Mediterraneo è il dominatore di tutto il continente; ha in mano le vie delle Indie. Il mercato, quindi la potenza economica che plasma poi anche quella politica".

4 MAGGIO - Napoleone lascia Parigi all'alba per Tolone per terminare in quindici giorni i preparativi e prendere il comando dell'armata per la spedizione d'Egitto.

19 MAGGIO - Partenza da Tolone di Napoleone per l'Egitto con la flotta francese.
9 GIUGNO - La flotta francese si impossessa dell'Isola di Malta. Obiettivo: farne il punto strategico nel basso Mediterraneo per l'intera offensiva prima in Egitto e poi in Oriente.
1-2 LUGLIO - L'esercito di Napoleone partito da Malta, sbarca di notte ed espugna Alessandria d'Egitto. L'Ammiraglio Nelson che ne aveva il dominio ha però già abbandonato la città e il porto, con l'intenzione di riorganizzarsi al largo ma anche per aspettare aiuti di altre navi inglesi che ha urgetemente richiesto.

7 LUGLIO - Partenza dell'esercito napoleonico da Alessandria verso l'interno dell'Egitto contro i mamelucchi filo-inglesi. Gli inglesi da tempo miravano ad allargare i propri domini coloniali, e per farlo, in una delle tante frequenti viscerali contese interne, quelle dei Pascià, avevano appoggiato una delle parti in lite, poi a conflitto concluso (sempre vincenti gli inglesi con gli ingenti mezzi militari a disposizione) si insediarono sul territorio nominando loro i governanti servili. Fra l'altro i Turchi combattevano i russi, e questo non dispiaceva affatto agli inglesi, e rifornivano i turchi di denaro, armi e uomini.

20-21 LUGLIO - Dopo alcuni giorni di marcia nel deserto, Napoleone sconfigge i mamelucchi di Murad Bey in una famosa battaglia ai piedi delle Piramidi. Terminato lo scontro declamò ai suoi soldati il famoso Discorso delle Piramidi.
L'"avventura" finirà presto, ma come ha fatto per tutti i popoli, Napoleone ha resuscitato l'Egitto da un sonno profondo di venti secoli: lo ha strappato (anche con i suoi tecnici e scienziati al seguito - 600) alle sabbie, portandolo in piena luce nella Storia dell'Umanità. Una umanità intera che aveva dimenticato il suo passato, e insieme a questo anche le antiche civiltà. Dell'antico Egitto l'Europa non sapeva nulla. Tutto sembrava avvolto dal mistero. C'erano i libri antichi, numerosi testi greci, latini ed arabi, ma tutti erano stati sepolti nella polvere dei conventi.

24 LUGLIO - Napoleone entra vincitore al Cairo. Vi resterà fino al 23 dicembre in un clima di ostilità degli abitanti (ancora servi e oppressi) creandogli non poche difficoltà. (secondo libri europei, secondo gli egiziani i rapporti con le masse furono cordiali, solo i gruppi mercenari si diedero da fare per contrastarlo)

1° AGOSTO - La flotta inglese dell'Ammiraglio Orazio Nelson, riorganizzatasi al largo, attacca e distrugge la flotta francese nella baia di Abukir.

21 OTTOBRE - Organizzata dagli inglesi al Cairo scoppia una insurrezione di mamelucchi.
20 AGOSTO - la Turchia stipula un trattato con la Russia. La flotta ha ora il libero accesso dal Bosforo al Mediterraneo attraverso il Dardanelli. Non è certo una iniziativa dei Turchi, ma degli inglesi, che cominciano ad essere preoccupati in Oriente. La coalizione può funzionare anche in Oriente. Sarebbero guai per la Gran Bretagna se la Francia occupasse l'Egitto.

24 DICEMBRE - Napoleone lascia Il Cairo, per un viaggio verso Suez; vi arriva il 26, il 30 é in perlustrazione sul Mar Rosso.

30 DICEMBRE - Napoleone studia un piano per una spedizione in Siria. Vuole riconquistare le terre delle antiche Crociate medievali e anche quelle più antiche. Mai, dal tempo dei Romani si era vista una flotta così potente navigare verso Oriente. I 15 grandi vascelli con 120 cannoni, le 14 fregate, i 72 vascelli minori, poi le 400 navi da trasporto, danno a Napoleone il senso di una potenza senza limiti. L'errore purtroppo era di prospettiva, avanzava verso Oriente ma pensava costantemente all'Europa. E non aveva del resto torto. Quando arrivò ad Acri capì che doveva tornare là dove sapeva di essere atteso.

1799
23 GENNAIO - Mentre Napoleone é in Egitto nel frattempo i Francesi conquistano Roma, poi Napoli. Re Ferdinando é costretto a fuggire in Sicilia protetto dagli Inglesi. A Napoli nasce la Repubblica Partenopea.
10 FEBBRAIO - Napoleone decide di lasciare Il Cairo per la spedizione in Siria.
25 FEBBRAIO - Napoleone entra vittorioso a Gaza. Vi si trattiene fino al...
9 MARZO - ... dopo aver visitato gli appestati negli ospedali e nei ghetti di Gaza.
12 MARZO - Nel frattempo in Europa, dichiarazione di guerra della Francia all'Austria. E' l'inizio di una guerra totale sul continente. Con le varie coalizioni che si formano tutte contro la Francia. A Parigi vogliono fare tutto da soli!

19 MARZO - Napoleone con la sua spedizione in Oriente, arriva davanti alla famosa città degli ultimi crociati nel XIII secolo in Oriente: San Giovanni Acri, ponendola d'assedio.

20 MAGGIO - Acri dopo due mesi d'assedio e dopo 8 tentativi di assalti, si dimostra inespugnabile, Napoleone abbandona l'impresa, leva l'assedio e si ritira. Due mesi inchiodato sulla sabbia. Qui capisce" in ritardo (lo scriverà lui) che "si trovava in un posto dove non doveva esserci, cioè nel posto sbagliato". Mentre l' Europa da dove manca da diciassette mesi, era in ebollizione. Gli Stati nemici stavano maturando la reazione, paradossalmente utilizzando proprio la sua migliore "arma", quella del nazionalismo, fortemente in incubazione in tutti gli Stati Europei, compresi i nemici della Francia.

1 GIUGNO: l'Inghilterra promuove e organizza la coalizione antifrancese con Russia, Prussia, Austria, l'ex regno di Napoli e la Turchia. Ma in ottobre lo Zar si ritira dalla coalizione.

3 GIUGNO: il Direttorio a Parigi entra in conflitto con il Consiglio dei Cinquecento per le prime sconfitte dell'esercito francese in Italia, non solo incapace ad attaccare ma nemmeno più capace a difendersi. Ed è vero! Ha perso ciò che era stato conquistato, e ha fatto tornare indietro ciò che era stato immesso nella storia, e deve ritirarsi senza davanti il "capo" che, senza essere nominato, é atteso da diciassette mesi. Più che una guida, dentro gli eserciti francesi manca l'anima.

25 LUGLIO: Napoleone annienta una spedizione turca ad Abu-kir. Ma sul luogo e scoppiata la peste che fa strage di soldati francesi. Mentre la situazione in Francia peggiora, l'Austria inizia a raccogliere numerose vittorie. Napoleone non viene informato della situazione sul continente, le apprende solo dai giornali.

15 AGOSTO: I Francesi dell'Armata d'Italia sono sconfitti a Novi Ligure dagli Austriaci.

22 AGOSTO - Napoleone preoccupato con quel poco che sa, nella notte s'imbarca ad Alessandria sulla nave Muiron per correre in Europa e rendersi conto di persona della critica situazione dell'esercito francese, contravvenendo agli ordini ricevuti da una Parigi già sull'orlo dell'ambiguità, del tradimento, degli intrighi e dei compromessi. Lascia l'Egitto, affidando il comando delle sue truppe al generale Kleber e si imbarca per la Francia.

30 SETTEMBRE - La nave Murion entra nel golfo di Ajaccio, il 9 ottobre sbarca a S. Raphael; l'intenzione é di fare un colpo di stato per rovesciare il Direttorio. Troppo tardi è l'operazione chirurgica di Napoleone, il cancro si è ormai diffuso. Estirpa il tumore ma non la malattia.

16 OTTOBRE - Arrivato a Parigi, si riconcilia con Giuseppina e studia un progetto di colpo di Stato.

9-10 NOVEMBRE - (18 Brumaio del calendario rivoluzionario): colpo di Stato. Napoleone comandante di tutte le truppe di stanza a Parigi, con la forza delle sue armi abbatte il Direttorio e prende il potere. Viene nominato un consolato provvisorio il giorno dopo, il 10.

12-13 DICEMBRE - (il 23 del Frimaio) - Nel corso della notte viene redatta la nuova Costituzione detta dell'anno VIII, e creata l'istituzione del Consolato con tre rappresentanti della media e alta borghesia. Ma è Napoleone - nominatosi Primo Console - ad avere tutto il potere. (Un atto questo che farà in seguito discutere molto; si disse la causa di tutti i mali. Ma vista la situazione che si era venuta a creare, Napoleone non aveva altra scelta)

14 DICEMBRE - La Costituzione redatta viene ufficialmente promulgata.
27 DICEMBRE - Colloqui con d'Andigné e Hyde de Neuville sulla pacificazione dell'ovest.

1800
19 GENNAIO - I consoli nominati lo scorso 13 dicembre si installano alle Tuileries.
7 FEBBRAIO: con un plebiscito il popolo approva il Consolato napoleonico. La Francia è insomma con lui, ma dietro le quinte a remare contro, ci sono i potenti invidiosi, gli "amici" che si credono alla sua altezza, credono di avere il suo genio e il suo carisma, di essere migliori. E' accaduto spesso nella storia.

6 MAGGIO - Dopo i preparativi, Napoleone lascia la Francia per la seconda campagna d'Italia. Arriva a Auxonne, il giorno dopo a Dole e Ginevra. il 14 arriva a Losanna, il 17 a Martigny, il.....

20 MAGGIO - Napoleone valica con la sue truppe il passo del Gran San Bernardo, il giorno successivo arriva ad Aosta, il 27 maggio scende la valle, dirigendosi verso la Lombardia.
Napoleone gli austriaci lo aspettavano al varco del Cenisio, ma lui puntando sulla carta più audace, sorprese tutti, passando le Alpi per il valico del Gran San Bernardo. Impresa memorabile. Nella discesa verso Ivrea, superata Aosta, la munitissima fortezza di Bard che sbarra la valle come un ciclopico macigno (come lo possiamo vedere ancora oggi) venne superato scavando in due giorni, in un lato, un sentiero nella roccia, cioè aggirandolo. Non molto distante, per smorzare il rumore rimbombante - in quel punto - dentro la strettissima valle, nella prima notte con le tenebre fittissime, fu fatta passare prima la fanteria e la cavalleria, nella seconda, furono fatti scivolare i cannoni e i carri spargendo sul terreno e avvolgendo le ruote con della paglia.
Quando i francesi arrivarono a Ivrea, i nemici scoprirono con sgomento di essere stati beffati. Non una sola sentinella si era accorto di nulla. E si trattava della formidabile fortezza di Bard.

2 GIUGNO - Napoleone, entra a Milano, il 9 é a Pavia, il giorno dopo a Stradella. Dopo aver passato il Po per battere gli austrici a Montebello, il.....

14 GIUGNO - Vittoria dei francesi contro gli austriaci a Marengo. (particolari VEDI ANNO 1800, e anche LA BATTAGLIA DI MARENGO) Ma in questo scontro ci fu la grande giornata del giovanissimo generale Desaix. Un uomo della tempra del suo più illustre comandante. L'armata di Napoleone al completo aveva affrontato il nemico. Lo scontro per tutta la durata della battaglia fu sempre incerto. Alle tre del pomeriggio la battaglia era purtroppo persa per Napoleone. Con le poche forze che disponeva, continuare, sarebbe stato un suicidio per tutti. La fine delle ostilità quindi non fu una resa, ma una rinuncia a continuare. Gli austriaci la percepirono benissimo e alle sei del pomeriggio si stravacarono nei loro accampamenti a celebrare la vittoria. Il comandante partecipò all'inizio della festa, poi si ritirò al quartier generale di Alessandria, non prima di aver mandato un portaordine a Vienna per annunciare la vittoria. Quando nel tardo pomeriggio alle ore 7 di sera (siamo a metà giugno) piombò sull' afflitto campo francese il Generale Desaix.

Napoleone convinto di poter affrontare gli austriaci con i suoi reparti, due giorni prima lo aveva incaricato di portarsi su Novi per coprirsi le spalle durante la sua avanzata. Desaix avuta l'intuizione o forse ricevendo qualche spiata che era a Marengo che era stato deciso dagli austriaci il grande scontro, quando in lontananza sentì il primo rimbombo di cannoni, non ebbe più i dubbi, lasciato Novi a mezzogiorno, avanzando a tappe forzate comparve sulla scena il tardo pomeriggio. Contro il parere di tutti i generali, Napoleone e Desaix, si gettarono nuovamente nella mischia, la sorpresa per gli austriaci - già spogli di armi e impegnati a far festa - fu enorme, iniziarono a difendersi, si precipitarono ad avvertire il loro comandante ad Alessandria, ma quando arrivò a Marengo il suo esercito era stato completamente distrutto. Gli austriaci morti raggiungevano una cifra da far rabbrividire. Ottomila austriaci! (Nella piana di Marengo sorge ancora oggi il grande ossario). Purtroppo l'audace e vittorioso intervento di Desaix fu funestato anche dalla sua morte. Colpito in battaglia spirò più tardi bisbigliando una frase profetica "Rimpiango di non aver fatto abbastanza per entrare con Napoleone nella Storia". Si sbagliava! Marengo non è una vittoria di Napoleone, ma di Desaix. Ed eccolo che lo ricordiamo. Di diritto Desaix è entrato nella memoria dei posteri. E fin quando esisterà Marengo, Desaix verrà sempre ricordato! Dopo la battaglia, innalzarono a Marengo un'altissima colonna a ricordo; gli austriaci alla caduta di Napoleone, la sottrassero intera, non volevano vedere quell'onta. D'Annunzio la ritrovò casualmente a Fiume dopo 119 anni, nel 1919. Fu così rimessa al suo posto. 
18 GIUGNO - Pochi giorni dopo, Napoleone poteva entrare a Milano. Nel Duomo fu celebrato un solenne Te Deum. di ringraziamento. Questa vittoria apriva le porte a Napoleone dell'Impero. (VEDI PARTICOLARI ANNO 1800 in Cronologia )

25 GIUGNO - Improvvisa partenza di Napoleone da Milano, con direzione Torino. Un incontro con i Savoia non è registrato, ma Napoleone a Torino non ci andò per fare una gita, ma vi si recò per fare altri patti chiari con i Savoia.

2 LUGLIO - Napoleone arriva a Parigi, sopporta (non era ancora un mondano) i ricevimenti, poi inizia subito il suo nuovo lavoro (di fecondo lavoro) tra il 1801 e il 1805. Se prima la sua forza si fondava sulle eccezionali doti militari, Napoleone d'improvviso inizia a brillare anche per le sue capacità amministrative. Sulle riforme, il merito di Napoleone - è quello di aver introdotto in Europa con i suoi Codici le fondamenta della borghesia e della società moderna. In quello Civile, sancisce la scomparsa dell'aristocrazia feudale e afferma i principi del 1789 (Diritti dell'Uomo), la libertà personale, l'uguaglianza davanti alla legge, la laicità dello Stato, libertà di coscienza, libertà di espressione e di culto e la libertà di lavoro. E' questa l'opera più duratura di Napoleone. Non la scolpì nella pietra, ma fece molto di più, la scolpì nell'anima di ogni cittadino del mondo. Tutti gli Stati liberi e democratici se vogliono sopravvivere nella comunità umana non devono prendere solo qualcosa dai Codici Napoleonici, ma quasi tutto. Molte norme giuridiche in seguito furono cancellate, poi ritornarono prepotentemente alla ribalta nelle vie e nelle piazze e poi nei Parlamenti di tutto il mondo, reclamandole col ferro e col fuoco. Le acque chiare del fiume napoleonico seguitarono (e seguiteranno ancora) a spazzare via le ingiustizie dentro quei popoli in cui ogni singolo individuo ambisce alla libertà, desidera tolleranza, ama la pacifica convivenza.
Dopo Salomone, dopo Cicerone, dopo Giustiniano, Napoleone occupa il quarto posto nella storia umana degli uomini che hanno fatto il diritto. Certo il diritto - visto sociologicamente - non è opera di un singolo, é espressione di quella stessa società che esso regola e come tale é frutto di un travaglio collettivo; manifestazioni di esigenze che con delle norme devono essere soddisfatte e armonizzate fra loro; tutti gli uomini vi concorrono. Tuttavia nelle sue concrete formulazioni, il diritto é opera di singoli uomini. Si tratta di quei Grandi che hanno saputo dare alle esigenze di giustizia della società del loro tempo una risposta concreta. Grandi uomini che hanno intuito tali esigenze perchè avevano una visione unitaria dei problemi, spesso preannunciandole. Ma come abbiamo visto sono pochi, e Napoleone é quello del Nostro Tempo, della Nostra Società Moderna. Cronologicamente , dopo una società guerriera, dopo quella religiosa, dopo quella feudale aristocratica, compare con Napoleone la società democratica. E guardando indietro nella storia, indubitabilmente fino ad oggi é la migliore di tutti i tempi; e siamo un po' tutti debitori a Napoleone.

3 DICEMBRE - La vittoria del generale Moreau a Hohenlinden fa cessare le ostilità con l'Austria; la Francia sembra riprendere fiato, soprattutto con le sue finanze, dopo il dissanguamento per le spese di guerra, per le minore entrate delle esportazioni, e per l'economia globale europea in piena crisi per le stesse ragioni, o perchè involontariamente alcuni stati vi erano stati indirettamente coinvolti.
24 DICEMBRE - Attentato a Napoleone da parte dei realisti a Parigi in Rue Saint Nicaise. Viene fatta scoppiare una bomba durante il suo passaggio. Napoleone deve ora guardarsi dagli "amici"!. Che hanno già iniziato a chiamarlo "tiranno" assieme ai giacobini e ai monarchici. Questi ultimi per ovvi motivi.

1801
9 FEBBRAIO - Pace di Luneville. La Francia nella ratificazione dei patti ha ripreso il dominio dell'Italia fino all'Adige e su tutti i territori alla sinistra del Reno. La Russia inizia ad essere pragmatica. Lo Zar Paolo I, si é reso conto della infernale macchina da guerra che è l'esercito francese ed inizia a soppesare le convenienze di alcune - forse errate - alleanze con gli stati reazionari. Se queste intenzioni le espresse a qualcuno, firmò nel farlo la sua condanna a morte. 
24 MARZO: in Russia viene assassinato lo Zar Paolo I, recentemente - come abbiamo appena letto -nel dubbio se essere filo francese. Le potenziali e forse realizzabili trattative d'alleanza della Francia con la Russia terminano. C'è un rovesciamento della politica europea e un cambio di alleanze. I cospiratori del resto non hanno sbagliato obiettivo; era quello che volevano i mandanti. La possibile amicizia di Napoleone con Paolo stava già preoccupando gli stati reazionari e soprattutto l'Inghilterra. Paolo e Napoleone avrebbero prima stritolato l'Europa, poi - anche senza aprire un vero e proprio conflitto- avrebbero messo in ginocchio tutta l'intera economia inglese, già in crisi, e ancora con una situazione molto precaria in Egitto, che era la sua porta verso il ricco oriente.

21 GIUGNO - Napoleone riceve il cardinale CONSALVI per iniziare e quindi concludere i negoziati di un Concordato con la Santa Sede. Napoleone con il suo realismo politico seppe valutare (anche se con molto ritardo - per lui il Papa era uno dei tanti statisti e basta, visto che si occupava di cose temporali non disdegnando le armi) l'ascendente della religione sulle masse e il suo valore come garanzia di ordine sociale, uno strumento per conciliare gli uomini all'idea dell'ineguaglianza e per renderli disposti ad obbedire anche all'autorità terrena. (I Persiani, poi Costantino avevano fatto questo!) L'opera di pacificazione e di riconciliazione intrapresa da Napoleone esigeva quindi "anche" (lui ateo, come Costantino) la pace religiosa, indispensabile per sanare le aspre divisioni interne che si erano venute a creare con la "nuova" fasulla religione, che anziché unire, divideva. La "religione del culto della ragione" , in Francia dopo dieci anni era fallita, scarsa era stata l'influenza sul popolo ma grande il danno in molti apparati della vita civile, prima in mano alla Chiesa. Quello che mancava nel nuovo "dogma della Patria" era l'aspetto spirituale. Passati i primi anni della rivoluzione, con la promozione della plebe tutta felice, ma scambiata per esaltazione patriottica, la "scatola" (altro non era) si rivelò - finiti gli entusiasmi - vuota. La Francia doveva uscire da quella pagliacciata religiosa che aveva creato, troppo razionale, stravagante, in molti casi era una vera e propria scimmiottatura irriverente del cristianesimo, imbevuta di tanto nazionalismo patriottico, senza nessun contenuto spirituale. (vedi anno 1801 in CRONOLOGIA). Con poca originalità i rivoluzionari istituirono la Trinità, i Dodici Apostoli, l'Ascensione al cielo, il culto dei martiri della rivoluzione, le vestali sacerdotesse abbadesse della rivoluzione e, come aveva fatto papa Gregorio persino il calendario. La pagliacciata fu che ad ognuna di queste "invenzioni" si diedero i nomi degli eroi di un giorno. Ed era veramente troppo poco come base per sfidare delle solidi tradizioni (bigotte o no) tramandate da generazione in generazione. Volenti o no erano un cemento delle comunità, lo "strumento" di una struttura molto complessa com'è appunto quella di una società civile.

14 LUGLIO - Giuseppe, fratello di Napoleone, presenta il testo del Concordato che egli ha redatto nella notte con i cardinali Spina e Consalvi.
1 OTTOBRE - Napoleone riceve alla Malamison la notizia delle intenzioni dell'Inghilterra - l'unica potenza rimasta in armi - di avviare una trattativa di pace con la Francia. 1802: 1 GENNAIO - Con la pace di Amiens (firmata poi il 25 marzo) Napoleone trascorre l'intero anno, senza guerre, battaglie o schermaglie. Sembra che l'Europa abbia trovato il suo equilibrio politico e una pace duratura. Ma è solo un bellissimo sogno che durerà pochi mesi.


1802
8 GENNAIO -Napoleone parte da Parigi nella notte per andare a presiedere la Consulta a Lione, vi arriva l'11 mattina.
25-26 GENNAIO - Napoleone è eletto presidente della repubblica Cisalpina trasformata in Repubblica Italiana, e accetta la presidenza. Il 31 é di ritorno a Parigi.
18 APRILE - Viene promulgato il Concordato: é giorno di Pasqua e a Notre Dame ha luogo una grande festa patriottica e religiosa.
8 MAGGIO - Un Senatoconsulto lo elegge Primo Console per altri dieci anni. Napoleone accresce i suoi poteri.

2 AGOSTO - Un Senatoconsulto lo elegge Console a vita con il diritto di designare il successore. La delusione nel popolo (scrissero naturalmente gli avversari) é grande. "ma cosa fa? ha abbattuto tutte le monarchie, e ora ne restaura una sola? La sua?. Al "popolo" i nemici cercano di dare questa impressione, mentre Napoleone pensa a ben altro: "Dovete - dice a chi gli fa notare questa incoerenza - correre il rischio di avere un padrone piuttosto che averne mille". Come può non aver fiducia in lui il vero Popolo? Con gli ultimi eventi, all'aureola del generale vittorioso, Napoleone aggiungeva quella di pacificatore dell'Europa e poteva ora proseguire nella sua opera di riorganizzazione. In ogni settore, perchè fin dal primo momento aveva dimostrato di saperci fare. Nell'amministrazione, nella giustizia, nell'economia, nella finanza e soprattutto nel diritto. Un lavoro imponente i codici civili, penali, di commercio. "Avevo iniziato, ma occorreva ancora molto tempo". (Si schernisce nelle sue Memorie) E dato che Napoleone era meticoloso anche nelle più piccole cose, di tempo ne occorreva molto.
Ha iniziato l'anno con un amnistia generale. Ha cercato e ottenuto l'accordo con la Chiesa. Ha creato una nuova unità monetaria. Creato la banca di Francia. Rivoluzionato il sistema giudiziario e di diritto concependoli e adattandoli alle esigenze di una società tesa verso lo sviluppo economico mediante la via liberista e capitalista. E ha gerarchizzato la vita associata nei grandi istituti naturali, primo fra tutti la famiglia. Il potere quindi non era solo ambizione di un uomo, ma era necessario a quest' "Uomo" per fare queste grandi cose che dovevano servire a tutti gli uomini. E se quelle poche (che non furono poche) sono ancora oggi alla base di uno stato di diritto, cosa avrebbe fatto nel resto della sua vita se fosse vissuto.

21-22 SETTEMBRE - Napoleone visita la grande Esposizione dei prodotti dell'industria, allestita in uno dei cortili del Louvre. Si interessa anche delle più piccole cose esposte. Di ogni macchina - e queste solo al centro dell'attenzione- vuol sapere non solo come funziona ma che impatto la stessa avrà nella produzione futura. Quale ripercussioni sociali comportano queste rivoluzionarie tecnologie. E all'Esposizione, le macchine che rivoluzioneranno fra breve il mondo c'erano già tutte. Embrionali, ma c'erano già tutte.
Perfino preoccupanti. La tecnologia, le produzioni locali, le tendenze espansive e il protezionismo economico della Francia (sempre più grande con gli stati vassalli) stavano frustrando le speranze inglesi di una rapida ripresa delle esportazioni. Il conflitto economico con gli Stati Uniti non era stato per nulla risolto a Londra, e quando questo avvenne con venti anni di ritardo, l'America aveva deciso di farne a meno del libero scambio. Si era chiusa in se stessa e aveva deciso di essere autarchica. Per modo di dire, perchè negli States producevano ormai di tutto ed avevano le più grandi risorse del pianeta. Una autarchia di lusso. Non avevano bisogno della oppressiva madre patria Inghilterra.
Questi furono i principali motivi per gli inglesi per riprendere le ostilità, che continueranno ininterrotte fino al crollo dell'Impero. E per farlo l'Inghilterra iniziò a spargere oro in Europa, alla Russia, all'Austria, alla Prussia, ai Turchi, sui mari e in terra, e in ogni dove, per formare le coalizioni antifrancesi, anche con gli amici dei francesi, poi perfino con gli stessi parenti che Napoleone avventatamente (lo dirà lui, in seguito) si era scelto.

28 OTTOBRE - Napoleone compie un viaggio in Normandia di due settimane, fino al 14 Novembre. Sta progettando una invasione perchè non si fida del trattato di Amiens, e sa benissimo in quale critica situazione si trova l'Inghilterra. Dovrà disperatamente o osare o perire, non ci sono alternative. Per evitare la seconda sorpresa, Napoleone ha intenzione di anticipare, ed eccolo in Normandia. Ma è già troppo tardi. Lui corre, ma la tecnologia sta volando. L'importanza di quest'ultima nella supremazia navale britannica é determinante, e non fu più scossa nonostante gli sforzi di Napoleone per costituire una forte marina da guerra. Non dimentichiamo - anche se Napoleone tenterà sempre di nasconderlo - che il blocco continentale del 1806 danneggerà la stessa Francia, oltre che gli stati vassalli. Perfino il fratello Luigi sarà costretto a rompere il blocco per non mandare in rovina l'Olanda.

25 DICEMBRE - Reces dell'impero, in seguito al quale vengono secolarizzati i principali ecclesiastici sulla riva destra del Reno.

1803
18 FEBBRAIO - Firma dell'Atto di mediazione svizzera
25 FEBBRAIO - Dieta di Ratisbona, con la quale Napoleone confisca i beni ecclesiastici della Germania donandoli ai principi tedeschi come risarcimento delle terre perdute con la pace di Lunesville. L'Inghilterra, preoccupata per l'alleanza francese coi principi tedeschi, intende rompere la pace di Amiens. Napoleone intuisce il peggio e subito forma un campo base a Boulogne per il concentramento dell'Armata d'Inghilterra, destinata alla conquista dell'isola.

13 MARZO - Da parte dell'Inghilterra, avviene la ufficiale rottura dei patti della Pace di Amiens.

24 GIUGNO - Napoleone compie ancora un viaggio perlustrativo nel nord della Francia e nel Belgio. Vi si trattiene fino all'11 agosto, e non sfugge all'attenzione dell'Inghilterra. Aria di preparativi per la guerra?

10 SETTEMBRE: Napoleone fa approvare vari progetti di urbanistica per il miglioramento delle strade e dei canali sia in Francia sia in Italia. Intensa l'attività legislativa nei territori occupati dai francesi. La francesizzazione colpisce ogni Stato. "E io seguiterò a parlare in latino" sfida il Papa.
3 NOVEMBRE - Fino a dicembre Napoleone compie numerose visite al Campo di Boulogne, campo base dell'Armata d'Inghilterra.

1804
14 FEBBRAIO - Viene scoperto il complotto realista di Moreau-Pichegru-Cadoudal. Napoleone tiene banco alla seduta del Consiglio durante tutta la notte. Viene deciso l'arresto del generale Moreau.

9 MARZO - La congiura porta a nuove rivelazioni, Napoleone fa catturare il duca d'Enghien nel territorio neutrale di Baden, precisamente a Ettenheim. Il duca viene incolpato dei complotti, processato, condannato per tradimento, fucilato il 21 marzo nel fossato del castello di Vincennes. Segui poi anche l'arresto di Cadoudal.
L'esecuzione del principe (un nobile borbonico) fu seguita da una reazione di sconcerto a Pietroburgo, Vienna e Berlino e aiutò a mettere a ulteriore rischio la pace generale di Luneville del 1801. E' il primo passo sul lungo cammino che condusse poi alla battaglia di Austerlitz.
Napoleone aveva autorizzato di malavoglia questo atto spietato, ma lo fece per ragioni di stato, per dimostrare ai suoi nemici che qualsiasi complotto contro la sua persona, era un attacco allo stato, e andava punito severamente. Ma il ministro della sua polizia -Fouchè - affermò che era più di un delitto; era un errore.

21 MARZO - Terminano i lavori del famoso Codice Civile Napoleonico, voluto da Bonaparte.

18 MAGGIO - Il Senato adotta il Senatoconsulto che proclama imperatore dei francesi il generale Napoleone Bonaparte.

19 MAGGIO - L'imperatore crea 18 nuovi marescialli dell'Impero.
18 OTTOBRE - Diversi viaggi di Napoleone fino al 12 ottobre al campo di Boulogne, a Dunqkerque, a Ostenda, e nei territori della riva sinistra del Reno.
2 DICEMBRE - A Notre Dame, solenne incoronazione dell'Imperatore Napoleone Bonaparte.
5 DICEMBRE - Napoleone distribuisce le aquile ai reggimenti di Campo di Marte. Il pittore David lo raffigura in un famoso quadro come un invincibile "nuovo Alessandro".

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