7 - Permiano
Da 280 a 225 milioni di anni fa


7 - Permiano
Da 280 a 225 milioni di anni fa

Tutte le masse continentali sono riunite in un unico supercontinente che è stato denominato Pangea ("tutta la terra"). Nell'enorme blocco si insinuano alcuni mari (in realtà lunghi golfi):uno tra India e Antartide-Australia, un altro tra Asia nordorientale e Canada e, infine, sulla linea dell'Equatore, l'ampio bacino detto Tetide, dal nome della dea marina. In esso si accumulano sedimenti che nuovi movimenti delle zolle faranno emergere come montagne (le Alpi e, più tardi, l'Himalaya). Durante il Permiano gli Urali finiscono di emergere. Fenomeno chiave di questo periodo è la grande glaciazione che continua quella carbonifera. Le testimonianze dell'esistenza dei ghiacciai ce ne indicano la massima estensione: oltre all'Antartide erano coperte di ghiaccio l'Australia meridionale, l'India e una vasta parte dell'Africa e dell'America meridionale.

Il clima si fa più secco ma rimane abbastanza caldo nella fascia equatoriale o nelle adiacenti zone tropicali. Gli insetti continuano a prosperare con interessanti soluzioni, per il problema della riproduzione, legate al fatto che molte paludi si disseccano (aumentano le forme che hanno larve non acquatiche).

La glaciazione nella parte meridionale del Pangea si è certamente svolta in più ondate successive con un lento migliorare delle condizioni a partire dalla metà del periodo. Alla fine di esso i ghiacci erano assai ridotti. Gli esseri viventi potevano spostarsi sulle terre emerse senza mai "bagnarsi i piedi". Si potrebbe dunque pensare che durante il Permiano vegetali e animali sì siano diffusi ovunque unìformemente. I resti fossili invece indicano che esistevano popolazioni diverse alle diverse latitudini. Le barriere non erano più costituite dai bracci di mare ma da differenze di temperatura e di clima. Nella parte meridionale soprattutto la vicenda della glaciazione diede ongine ad adattamenti particolari che tra l'altro si realizzarono in più fasi, testimoniando l'alternanza di avanzate e ritiri di ghiacci.

Altre popolazioni si riscontrano nelle regioni settentriona li. In pratica il Pangea è diviso in tre regioni ecologiche: la settentrionale a clima non troppo freddo ma secco; la fascia centrale in cui permangono condizioni caldo-umide; la zona meridionale, interessata dalla glaciazione. Nel Sud sono diffuse le Pteridosperme e le Conifere.

Una delle "felci con semi", Sappiamo che l'Hylonomus, rinvenuto negli strati del Carbonifero finale, viene considerato un rettile. Il giudizio, in merito, viene formulato sulla base della struttura del suo scheletro. Il più importante indizio non è però stato ancora rinvenuto: gli strati carboniferi non ci hanno per ora fornito tracce di un uovo con guscio. I primi frammenti di uova si trovano in strati del Permiano. Presso i ghiacciai della regione mendionale del Pangea i rettili potenziarono la loro possibilità di mantenere costante la temperatura del corpo con il pelo. Rettili pelosi? I crani di alcune forme presentano serie di piccole infossature analoghe a quelle che si notano nelle ossa del "muso" dei mammiferi attuali dotati di viI' risse (sono vibrisse i "baffi" dei gatti ad esempio). Vibrisse e peli sono formazioni della stessa natura. E dunque molto probabile che i rettili "del freddo" avessero una pelliccia, efficace rivestimento isolante (si veda anche oltre, a p. 162). Le ricerche sulle forme "simili a mammiferi" (classificate, nella classe rettili, come Terapsidi) hanno portato, in tempi recenti, a proposte molto interessanti sulle quali ritorneremo in seguito. Diciamo comunque subito che vari studiosi suggeriscono di considerare questi animali non più come rettili "strani", ma come primitivissimi mammiferi. E stato anche proposto un nuovo nome: paramammiferi .

I rettili permiani presentano altri adattamenti notevoli, oltre a quelli, importantissimi, di cui abbiamo già parlato, che li hanno avvicinati all'omeotermia. Ancora nella "direzione" evolutiva dei mammiferi si pone ad esempio lo sviluppo di dentature costituite da elementi diversi: denti "davanti" adatti a mordere (come gli incisivi dei mammiferi), zanne (come i canini), denti per dilaniare (come i premolari dei carnivori attuali, i cosiddetti "denti ferini").

Ovviamente queste dentature sono tipiche dei predatori: le riscontriamo, tra i pelicosauri, nel Dimetrodon, o, tra i terapsidi, nel Lycaenops e nelle forme simili. Negli erbivori si hanno talvolta strane placche di masticazione mentre esistono soltanto due zanne nella mascella, forse più sviluppate nei maschi (come nel Lystrosaums, una forma diffusa nella parte meridionale del Pangea, dall'Australia, all'Antartide, all'Africa meridionale, all'India). Denti simili ad aghi, numerosissimi e non differenziati si hanno nei piccoli rettili acquatici detti Mesosauri. Questi animali erano accaniti predatori di pesci e crostacei nelle acque interne e nei bassi fondali vicino alle coste. Le zampe, palmate, e la potente coda erano perfettamente adattate al nuoto.

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