SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
I FUTURISTI - D'ANNUNZIO - GOZZANO

 

L'itinerario dell'idea di poesia e della concezione della funzione dell'arte e della bellezza nel mondo borghese � abbastanza complesso entro l'opera del D'Annunzio. Il Piacere denuncia, attraverso l'esasperato estetismo del protagonista Andrea Sperelli, la presa di coscienza del contrasto insanabile che si � prodotto fra letteratura e societ� borghese. Il protagonista dannunziano (che � poeta, cultore della bellezza e dell'arte in genere: cio�, � una tipica figura di intellettuale) [�] [di contro] alla demolizione della bellezza nella volgarit� della produzione in serie, sceglie l'eccezionalit�, la torre d'avorio, il luogo ben circoscritto e difeso dove egli possa esercitare il culto della bellezza e dell'arte. Cerca, cio�, di respingere fuori di s� la degradazione e la negazione borghese, creando un dominio privilegiato dove ancora arte e bellezza possano essere fruiti e goduti, fingendo, in qualche modo, che l'attentato borghese contro la loro durata possa essere tenuto fuori, la volgarit� possa non penetrare nel giardino ben difeso dell'esteta. L'illusione � perfettamente celebrata nel Piacere, e resiste nella misura in cui il privilegio aristocratico la difende e la garantisce.
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Di fronte al discorso dannunziano, che definisce la tragicit� della condizione dell'arte malata a morte o respinta o contraddetta o demolita nel mondo borghese, il problema del rapporto fra l'arte e l'ideologia borghese appare, nei crepuscolari, totalmente rivoltato anzitutto quanto a livello di esposizione: la litote si sostituisce alla prosopopea e al sublime di D'Annunzio. Assistiamo cos�, anzitutto, al tentativo di mimesi, da parte dei crepuscolari, del livello medio della lingua borghese, ovvero a una sorta di mimetizzazione preventiva della poesia verso il linguaggio comune, in modo da offrire la poesia stessa come qualcosa di non diverso da ci� che � quotidiano e semplice, di facile comprensione e lontano da ogni imposizione di rispetto o di imbarazzo, in forza dell�alterit� formale, nei riguardi della comune esperienza di uso del linguaggio. La poesia, insomma, si maschera di prosasticit� [�]
La poesia, per i crepuscolari, deve essere fatta passare come di contrabbando nel contesto borghese che l�ha condannata a morte o, ci� che � la stessa cosa, a essere merce e prodotto.
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Pi� complessa � la posizione di Gozzano. Anche per Gozzano la poesia � impossibile nel contesto borghese, dal momento che vi dominano l'economicit�, il guadagno, il denaro. Per attuarla, nonostante il rifiuto di essa da parte dell'ideologia borghese, sono necessarie condizioni di eccezionalit�: anzitutto, la malattia, l'imminenza della morte, la Signora vestita di nulla gi� per via, che separano irrevocabilmente la posizione del poeta da quella dell'uomo normale, questo segno enorme di difformit�, di irregolarit�, di abnormit�, che fa si che l'immagine della vita borghese, dominata dall'utilit� e dal guadagno, non possa che essere un sogno ironico di autonegazione, di autodistruzione, impossibile, per�, a compiersi, un'ipotesi non attuabile. Accanto, � la giovinezza come il tempo dell'irresponsabilit�, che non � ancora sotto l'imposizione del guadagno, del �posto�, della sistemazione nella societ�: dopo la giovinezza non pu� che esservi il silenzio, la poesia deve tacere nella normalit� dell'et� adulta. Infine, � la scelta dell'esilio: Tot� Merumeni vive fuori del mondo, nella villa barocca. con la madre malata, lo zio demente, la prozia decrepita, con la sola compagnia del gatto, della ghiandaia roca e della bertuccia di nome Makakita. Soltanto in questa solitudine, che � tanto esteriore, rispetto al mondo che vorrebbe la mercificazione della sua scienza e dei suoi studi, quanto interiore, in quanto ha bruciato in s� ogni sentimento, si � ridotto come una rovina inaridita dalle fiamme, cio� nel rifiuto totale di ogni contatto col mondo borghese (di qualsiasi genere: le compromissioni con i principi della carriera, del guadagno, della posizione, ma anche l'istituzione di rapporti del sentimento, in quanto l'amore si � rivelato menzogna e impossibilit� di attuazione del sogno), la poesia � possibile: nell'aridit�, appunto, non tanto da interpretare in senso psicologico, quanto piuttosto come metafora della negazione dei rapporti che, inevitabilmente, appaiono condizionati dall'inautenticit� del mondo borghese. La poesia e l'esperienza piena e autentica del sentimento sono ugualmente impossibili all'interno dell'ordine borghese: condizioni d'eccezione soltanto possono renderle partecipabili ed esperimentabili.
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[�] i futuristi, al contrario, accogliendo le norme della produzione capitalista e della tecnologia industriale, cio� ricucendo un accordo con l'ideologia borghese, cercano di costruire una poesia non tanto accettabile dal mondo borghese, quanto omologa rispetto a esso, rispetto ai prodotti industriali che ne emanano, e, a tempi lunghi, pertanto, credono che tale poesia potr� diventare la voce ufficiale del sistema di produzione, chiudendo cos� l'iato apertosi fra produzione industriale e produzione intellettuale con la prima rivoluzione industriale e con il romanticismo. Il mito della macchina rileva molto acutamente il punto su cui societ� e �nuova� poesia possono trovare l'accordo: la celebrazione, cio�, del tipico prodotto del sistema capitalista, il momento esaltato ed esaltante della suprema esperienza del mondo borghese, quella della macchina. [�] I futuristi, in questo modo, risolvono la poesia nella tecnologia, senza residui: nonostante l'apparato polemico e, in qualche modo, scandalizzante, il loro discorso e il pi� ampio e cosciente tentativo di trovare e di esporre l'omologia fra industria e poesia, fra letteratura e produzione, alienandosi totalmente da ogni presa di posizione e da ogni giudizio, e anche compiendo una funzione di distruzione della poesia (come durata e continuit� nella storia, attraverso i tempi), che ottimamente consuona con l'ideologia borghese nella parte del rifiuto di tutte le forme che le appaiano abnormi rispetto ai principi dell'economicit�, nonch� critici nei confronti dell'ordine instaurato, del sistema di produzione, cio� col giudizio di morte per ogni forma letteraria (e artistica, in genere), non perfettamente integrata all'utilit�, alla distrazione, all'intrattenimento o al sostegno. La polemica futurista nei confronti della tradizione letteraria significa proprio questa accettazione della parte e della funzione di eliminazione della poesia del passato come modello effettivamente alternativo o, comunque, corrosivo delle posizioni dell'ideologia borghese, della falsa coscienza borghese.
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Ma sull'esperienza futurista si chiude anche la vicenda della presa di coscienza della relazione costrittiva e impegnativa della poesia con il mondo borghese, quale si ha fra la fine dell'ottocento e i primi anni del novecento: ed � la coscienza di un'alterit� e di una divaricazione fra societ� borghese e poesia che si chiarisce sempre meglio come iato insuperabile e insanabile, onde le posizioni si appuntano costantemente sul significato e sui modi di tale contrapposizione, muovendosi fra il rifiuto del mondo borghese, la dichiarazione tragica della fine della bellezza e della morte della poesia, l'ironia che denuncia l'iato e ribalta la poesia nel passato o nella malattia o nell'anarchia verbale del gioco, la demolizione dell'ideologia borghese della poesia per mezzo della finzione della perfetta mimesi del parlato borghese, la decisa scelta della collaborazione, dell'adeguazione alla tecnologia come principio e modello supremo del sistema di produzione capitalista che � la struttura profonda del mondo borghese stesso. I futuristi cercano, in sostanza, di rompere il fronte di drammatica, a volte tragica coscienza dell�impossibilit� dell'arte nel mondo borghese con l'accettare la parte degli illustratori, naturalmente sopra le righe, dei miti della tecnologia identificata come il momento supremo della storia del sistema capitalista, e non per nulla essi rifiutano come inutile e assurdo il vecchio sentimento, non pi� sperimentabile davvero a contatto con la macchina, e tendono a sostituirgli un'altra dimensione di rapporti, cio� l'esaltazione della sbrigativit� del sesso: per questo tante opere futuriste sono dedicate all'illustrazione dell'instaurazione e del dominio della pura attrazione sessuale nell'ambito delle relazioni umane. Dopo, la situazione di alienazione della poesia nel mondo borghese verr� messa fra parentesi, coperta da molti veli della religione e della dignit� delle lettere e della forma (e non per nulla la �Ronda� se la prender� tanto con il Pascoli, �Letteratura� con il D'Annunzio) o, nel secondo dopoguerra, da quelli non meno fitti e fittizi dell'impegno politico e civile: fino, almeno, alla scossa energica che, al conformismo letterario italiano, dar� la neoavanguardia, non per nulla attenta cos� accanitamente (anche se, a volte, polemicamente) alle situazioni e alle proposte e ai drammi del Pascoli, dei crepuscolari, del D'Annunzio, dei futuristi.

Giorgio Barberi Squarotti, Poesia e ideologia borghese, Napoli Liguori 1976, pp. 27/45

vedi anche QUEL CICLONE DEI FUTURISTI > > 

MANIFESTO DEL FUTURISMO > > 


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