FEDERICO II
"IL GRANDE" e i "piccoli" "piccoli"

TERZA PARTE

AUSTRIA E DINTORNI

Dopo la puntata su Federico dobbiamo necessariamente anche parlare  dell'Austria, questo Paese cos� vicino a noi, ma che molti -non solo giovani italiani- conoscono appena; come si � formato, il clima politico e religioso dei suoi 2000 anni di storia, di quale etnia � innanzitutto composta l'Austria.

Questo permette di capire gli avvenimenti del passato, quelli presenti e anche quelli futuri.

Alla vigilia della Prima guerra mondiale, l'Austria era un impero di 51 milioni di abitanti, esteso per 670.000 kmq. Dopo � diventato un piccolo Paese di soli 83.000 kmq e circa 6.500.000 milioni di abitanti.
Capitale � rimasta Vienna che accoglie un quarto di tutta la popolazione;  una grande citt� metropoli che appare macroscopica rispetto al piccolo Paese che l'Austria � oggi, e che conserva ancora tutta la struttura creata sotto il dominio asburgico,  e ancora su di essa verte tutta l'organizzazione territoriale del Paese. In alcune zone non bene accette, criticate, osteggiate anche con l'estremismo di un nazionalismo tedesco che torna a farsi sentire; a torto o ragione, questo � materia storica.

E' composta oggi da nove Stati federati: Austria Inferiore, 1.480.000 ab. Austria Superiore 1.340.000; Salisburgo 483.000; Tirolo 630.000; Vorarlberg 333.000; Carinzia 552.000; Stiria 1.184.000; Burgenland 273.000.

L'84% della popolazione � cattolica, il 16% � protestante. La lingua il tedesco. Negli ultimi anni anche questo Paese � soggetto a una intensiva immigrazione di elementi di altre etnie, non per destino, ma per scelta: quella innanzitutto demografica, poi per non essere le nuove generazioni disposte a fare lavori umili. E questa � una scelta.

AUSTRIA - Il suo nome � gi� un programma; si chiamava ai tempi di Carlo Magno  Ost-mark (Marca ovest della Germania Carolingia), poi Deutchosterraich, cio� Stato tedesco ovest; ma dopo Westfalia, perse il Deutch, cess� di essere identificato in uno stato germanico quando gli Asburgo nel  1648, dopo la guerra dei trent'anni, dovettero rinunciare all'egemonia sugli stati germanici.
L'Austria si rinchiuse nel suo territorio ma si spacc� in due, in osterraich superiore e in osterraich inferiore, che non significa in senso figurativo alto o basso, ma il primo � il territorio a sinistra di Linz, l'altro si trova a destra di Linz: quest'ultimo sempre vissuto sotto la chioccia dello statalismo della corte di Vienna. Un imponente apparato burocratico amministrativo concentrato in un piccolo territorio, che con il suo indotto impiegatizio e quindi anche commerciale, ha creato uno stato dentro lo stato.

L'Austria superiore ha sempre guardato alla Germania (a quella protestante, nazionalista, prussiana, creata da Federico),  l'Austria inferiore invece si � sempre appoggiata a Vienna, agli Asburgo (fanatici cattolici, conservatori, con il sostegno e i consensi di una miriade di Principi o funzionari "viennesi" che dalla corte sono stati sempre  imposti nei  territori assoggettati esercitandovi l'autorit� imperiale ma anche personale; Paesi con una etnia non tedesca, cio� slavi, boemi, italiani, cechi, croati, sloveni; e sempre senza concedere a loro nulla.
Una politica suicida. Poi tutto inizi� a precipitare quando il fanatismo religioso della corte di Vienna inizi� a cacciare dal territorio i protestanti.

Ma dobbiamo tornare fin dall'inizio per capire cosa accadde dopo.

Il territorio, data la natura del terreno, montagnoso, molto povero, scarsamente abitato nell'et� della pietra, dopo aver registrato nei primi secoli a.C. le invasioni celtiche (ma solo nei grandi centri)  fa il suo ingresso nella storia  nel 113 a.C. quando i romani nel tentativo di opporsi in Carinzia a un'altra invasione dei Cimbri e dei Teutoni raggiunsero questi territori (altrettanto con i Venedi assediati dai Carni) e si insediarono nella regione, poi destinata a divenire sotto Augusto la provincia del Norico. Un territorio compreso tra il Wienerwald e il Tirolo. A una estremit� fondandovi  Vindobona (Vienna), all'altra fondandovi Iuvavum (Salisburgo). Al centro, in alto Lentia (Linz)  in basso Claudia (Klagenfurt - in Carinzia, con il suo strategico "passo" (od. Tarvisio) che lo collegava alla grande fortezza di Aquileia, sede della leggendaria X Legio romana. 

Inizi� cos� ad essere l'intera regione a ridosso del Danubio e sull'Inn, una immensa base romana, per compiervi i numerosi tentativi di espansione a nord est e a nord ovest del fiume, ma in seguito anche per erigervi  il grande bastione difensivo contro le numerose invasioni dei barbari che poi, dopo la caduta dell'Impero Romano, divennero massicce e costanti; in massima parte composte da genti germaniche (Bavari, Alemanni, Suebi, Quadi, Catti, Carni, Marcomanni, "Longobardi", Cimbri, Ambroni, ecc (chiamati per un certo periodo tutti TEUTONI  VEDI anno 373 , che � l'equivalente di germanici -  Fu prima Gaio Mario nel 102 a.C. a chiamare tutte le trib� che incontrava Teutoni, mentre questo era il nome di una  trib�. Poi  Tacito ed altri storici romani, crearono altra confusione. Li chiamarono tutti Germani, ma anche questa popolazione era una delle tante trib� dello Jutland sul Baltico.  Mentre tutte le trib� (calcolate in un centinaio) tra di loro per indicare che erano tutti della stessa razza -e chi meglio di loro lo poteva sapere-  usavano il termine sueboz,  che in pratica voleva dire "dello stesso ceppo"  tutti quelli provenienti dal nordico gotland. (che divenne poi la radice di goti e gotico).

Prima del crollo, dopo i cinque secoli di et� romana, il substrato etnico dell'Austria era celtico-latino, poi con le invasioni a ovest ( Vorarlberg, Tirolo, Carinzia, Stiria) inizi� un processo di germanizzazione con i popoli appena accennati sopra)  mentre a est (danubio pannonico) inizi� quello levantino (Slavi, Unni, Avari, Magiari, Rumeni, Valacchi, Armeni, Greci, Zingani).

La regione austriaca fu nel caos fino al VIII secolo. Per circa trecento anni, mut� spesso despoti e tiranni, ma solo localmente nei due territori, mentre la divisione etnica in seguito mut� di poco. Quella a sinistra fu essenzialmente abitata e quindi influenzata da quella tedesca, mentre quella a destra continu� ad essere sempre non omogenea, con pi� influenze (etniche, religiose e politiche ) fino alla caduta della dinastia degli Asburgo nel 1918. Indubbiamente fu dovuto al fatto che gli altri non permisero grandi infiltrazioni, si difesero meglio dalle invasioni, ma anche perch� pi� lontani dai Balcani. Inoltre  vi contribuirono anche gli stessi Asburgo a tenerla disunita, a non interessarsene troppo per i motivi che vedremo molto pi� avanti. 

Un primo vago organismo statale si form� comunque in quest'area quando fu assorbita dal regno franco. Il territorio sotto Carlo Magno divenne la Ostmark (la Marca Orientale dell'impero). Nome che poi gli imperatori tedeschi trasformarono in Osterreich (Regno (o stato) a Oriente -  il nome comparir�  per la prima volta in un documento nel 996), ma comunemente anche chiamato Deutchosterreich (Regno Germanico Orientale). A usare quest'ultimo sono ovviamente quelli di sinistra di origine  germanica, a evitarlo invece gli altri, quelli a destra, che sono popolazioni miste, di numerose etnie levantine.

L'intera Marca, tutta forzatamente riunita sotto l'impero di Ottone, nel 976 divenne un feudo dei BABEMBERG (dei vassalli imperiali) che incontrastati per tre secoli detennero il potere, fino al 1246, dando vita a un nucleo politico-culturale quasi del tutto indipendente; anche perch� i dodici sovrani di questa dinastia non furono mai interessati allo sviluppo delle vie di comunicazione n� ad un altro tipo di economia di mercato e quindi distaccate dalle influenze che nel frattempo -dopo le crociate- erano gi� avvenute in altri stati del centro e del sud Europa, come in Germania, Inghilterra, Francia, Italia. Sono tre secoli in cui si svilupp� una ben definita feudalit�, tutta militare e con una mentalit� accentratrice nell'amministrazione, piuttosto bizantina e non tedesca; caratteristica che non perder� pi�. 

Moltissima e determinante fu invece l'influenza religiosa -ma solo nella parte est- esercitata non da Roma, ma dalla Chiesa Bizantina. In seguito poi fortemente dal papato, quando -con il crollo di Costantinopoli ( e nascita del Regno Latino - dopo la crociata del 1204)-  i nuovi regni resisi indipendenti  -Serbia e Ungheria-  chiesero protezione ai cattolici di Roma, pi� combinarono matrimoni  con gli Asburgo. 

La prima decisiva svolta -politica e religiosa, quindi anche etnica- era per� gi� avvenuta molto prima, ai tempi dell'impero carolingio. Dall'impero di Costantinopoli Slavi e monaci bizantini - dal VII-VIII secolo, dilagarono su tutto il territorio balcanico, dalla Grecia fino alla Ostmark carolingia, e si fermarono ai confini della Carinzia (tedesca). 
Tra il secolo IX e il X, gli slavi raggiunsero la massima espansione.  Un periodo che per sfuggire alla pressione dell'impero germanico, MOJMIR nel 830-846 fond� il regno della Grande Moravia (che comprendeva Slovacchia, Boemia, Piccola Polonia, Lusazia e Slesia) e si alle� ai bizantini stringendo un forte rapporto politico; ma contemporaneamente anche  religioso, quando la corte di Bisanzio, tesa alla riconquista dei Balcani  invi� in queste  regioni i fratelli CIRILLO e METODIO ad evangelizzarla. E ci riuscirono, visto che nell'874 gli Slavi, si convertirono al cristianesimo, entrando cos� anche nella campo d'azione religioso e politico bizantino. Pi� consistente il primo, solo nominale il secondo (di problemi i bizantini ne avevano a iosa a casa loro; infatti non disturbarono n� i veneziani sulla Dalmazia, n� si occuparono degli slavi quando questi crearono la Serbia)

Sull'influenza religiosa, non dimentichiamo che Bisanzio aveva per� gi� fatto qualcosa  nel 341. Prima ancora di risolvere una volta per tutte la questione Ariana emersa al Concilio di Nicea, la Chiesa orientale, aveva inviato un monaco a evangelizzare i popoli barbari tedeschi. Ma questo missionario era un divulgatore della dottrina di Ario, da non confondersi con il termine Arii  VEDI ANNO 336 . Infatti da Costantinopoli era partito il leggendario monaco WULFRID  vedi ANNO 377 . Un monaco che sconvolse mezza Europa. Semin� mille anni prima quel "protestantesimo" che poi esplose nel XV secolo. 

Gli riusc� per una semplice ragione. La natura umana del Cristo si adattava benissimo a quel tipo di devozione naturalistica professata dai germani;  era, quella cristiana predicata da Ario, come credenza nel soprannaturale molto vicina a quella che i germani praticavano da tempi arcaici; appoggiante  sui loro mitici eroi in carne ed ossa; a loro si identificavano e a loro chiedevano la forza e la grazia. Piu' inclini quindi a credere a un modello umano del Cristo che non a quello astratto, teologicamente complesso, come quello trinitario, che indubbiamente non potevano comprendere, visto che non la capivano n� a Roma n� a Bisanzio neppure - fanno fede le tante dispute- molti eminenti teologi.

WULFILA (che era goto di padre, ellenico di madre) inizia a percorrere instancabilmente come un "lupo" solitario (wulf in tedesco significa appunto lupo) tutte le regioni tedesche per quasi quarant'anni. Ma non si limita solo a predicare e a convertire, ma con le sue traduzioni della Bibbia  inizia una vera e propria letteratura scritta, adattando la locale "lingua" parlata arcaica, cio� il "gotico" (da non confondere con la "scrittura" pi� tarda, del XII secolo che sostitu� la carolina (carolingia) . Lingua gi� in uso nei Burgundi, nei Vandali, Eruli, Rugi, Suebvi e dai Goti  che era poi il gruppo germanico pi� diffuso. WULFILA dunque insegna non solo la lingua parlata e scritta ma fa proseliti contemporaneamente sia con la religione operando nello spirito, sia in quella della cultura sollecitando l'alfabetizzazione. E' lui a creare la lingua tedesca, a redigere il primo vocabolario germanico (mettendoci un po' di tutto, vocaboli egiziani, greci, mesopotamici (tanti), iranici, latini).
Lui a creare un calendario, a dare nome ai giorni della settimana, dei mesi, dei pianeti (tag= giorno,  sontag=giorno del sole (la nostra domenica), Moon = Luna ma anche Mese (lunare)  e Luned�   Frey-tag = venerd� (in questo caso usando il nome della lora dea della fecondit� Freyna),  e dato che la loro primitiva patria era il Gotland, per indicare Dio, lo identific� proprio con il nome del loro Paese, Gott , e tutte le loro divinit�  Gottheit, Gottin dea.
Sono nomi che sono rimasti tutti nel lessico tedesco, e anche in quello  sassone che a sua volta diede vita poi in buona parte alla lingua inglese, ad opera di un altro monaco. 

I germanici assimilarono la dottrina ariana in un modo solare fino al VI secolo (anche in Italia con i Longobardi di Alboino)  poi con varie imposizioni politiche, prima con la vittoria dei franchi alleati del papato, poi con i bizantini (nella parte a est, cio� quella austriaca di cui stiamo parlando), e nuovamente ancora con il papato, l'arianesimo venne sommerso. Ma nel centroeuropa rimase sempre latente.  Infatti nel 1500 riemerger�  anche se in modo diverso al tempo della riforma (Lutero - tendenze antitrinitarie, neoariane e sociniane) che porto' a un nuovo atteggiamento religioso e alla costituzione di comunita' ecclesiastiche indipendenti dalla Chiesa romano-cattolica, cioe' al PROTESTANTESIMO, che inauguro' una nuova epoca nella storia della religione quando buona parte dell'Europa definitivamente abbandon� il cattolicesimo romano. 
Ma Riforma e Controriforma causarono proprio in Austria e nei suoi satelliti una grande spaccatura: dalla Polonia fino ai Balcani.  Gli Asburgo si eressero a difesa del cattolicesimo e iniziarono a cacciare dal loro territorio -e in quella miriade di staterelli assoggettati- tutti i protestanti.

Nel 1621 dopo la Battaglia delle Montagna Bianca,  l' "epurazione" fu fortissima e si sarebbe estesa anche in Germania (i domini asburgici erano gi� arrivati  fino in Belgio) se l'ambizione di questa potente dinastia  non si fosse arrestata sul fatidico confine sull'Inn. Nel  1648 con la pace di Westfalia  -dopo la guerra dei trent'anni-  gli Asburgo dovettero rinunciare all'egemonia sugli stati germanici, dove tutto avevano fatto in quattrocento anni (dal 1273 quando Rodolfo d'Asburgo s'impossess� dell'Austria) meno che costituire una grande nazione. A Wesfalia  inizi� il declino della potenza austriaca ad occidente. Cos� gli Asburgo si volsero di nuovo a nord est e sui Balcani se volevano continuare a fare conquiste territoriali; ma esercitandovi epurazioni e repressioni religiose costruirono ancora meno, seminarono solo rancore. Conquistavano ma poi imponevano la propria classe dirigente, spesso cancellando nei territori ogni tradizione e perfino la lingua. Risultato: tutto l'impero con questi ottusi comportamenti e per la presenza etnica non omogenea non form� mai una unit� statale compatta. Questa era circoscritta solo attorno a Vienna, quasi solo pi� a Vienna. Isolata e cos� poco difesa dai demotivati sudditi soggetti, dopo quindici anni di continui attacchi, ci manc� poco che la citt� imperiale cadesse in mano turca nel 1705.

A salvare la critica situazione dell'ormai ridotto piccolo impero Asburgico prima di andare a finire in mano ai turchi, ci pens� un Savoia, Eugenio. Non solo respinse i turchi, ma nel 1718 sigl� con loro il trattato di Passarowitz, e consegn� agli Asburgo l'intera Ungheria e la Transilvania. A Vienna molti tirarono un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, ma non paghi degli errori, subito gli Asburgo intravidero con la nuova situazione, possibilit� di espansione e di influenza nella zona balcanica, dov'era pi� facile egemonizzare popolazioni quasi inermi e con un impero turco in progressiva decadenza.  

L'ascesa al trono nel 1740 di Maria Teresa, sembr� portare in Austria una ventata di illuministica trasformazione sul modello francese con alcune iniziative gi� adottate con successo da Federico in Prussia; suo nemico fin dal primo giorno di regno (che in entrambi fu quasi di quarant'anni) Nel caos dinastico della Prammatica Sanzione di Maria Teresa, Federico aveva invaso la Slesia austriaca e se l'era annessa. Fu inutile una guerra di M. T. durata sette anni per riprendersela, la piccola Prussia sotto il despota pi� illuminato d'Europa, era ormai diventata una potenza territoriale, economica e militare, e anche culturale. Ma soprattutto aveva creato una coscienza nazionale che lasci� in eredit� a tutto il popolo tedesco. Lui a far nascere il "Nazionalismo".

La pace di Aquisgrana (1748) concluse la guerra di successione austriaca e sanci' la sovranita' di Maria Theresia su tutti gli Stati ereditati dal padre (tranne la Slesia e qualche piccolo territorio lombardo ceduto a Carlo Emanuele III in cambio del suo aiuto contro l'esercito franco-spagnolo).

Con l'avvento della stabilita', Maria Theresia si dedico' al consolidamento del suo potere, eliminando dove possibile, l'eccessivo frazionamento della monarchia absburgica, creando uno stato piu' accentrato, un proprio esercito, ed un corpo burocratico al servizio del Sovrano. Cerco' di unificare razionalmente tutto cio' che vi era di diverso a partire dalle tradizioni, dagli usi, dagli ordinamenti sociali e politici nei domini austriaci (Austria, Tirolo, Carniola, Carinzia, Stiria), in quelli boemi (Boemia, Moravia, Galizia Lodomiria), nel dominio di Ungheria (Ungheria, Transilvania e Croazia) e nei territori degli ex domini spagnoli (il Milanese ed i Paesi Bassi meridionali).

 Con una serie di riforme, imitando proprio lo Stato che pi� odiava -la Prussia-  Maria Teresa risolse alcuni problemi sociali; tolse ai nobili la supremazia assoluta sui contadini (liberati solo in parte); diede impulso all'istruzione; secolorizz� lo Stato; tolse benefici e propriet� agli ecclesiastici ma per darli poi ai funzionari ma esasper� il suo e il loro potere d'impronta feudale. Le sue riforme toccarono solo il piccolo territorio di Vienna o attorno a Vienna, non si spinsero oltre, non arrivarono nemmeno in Carinzia, perch� era rimasta protestante e perch� era tutta tedesca. 

( ( ( (Qui due secoli dopo, Hitler quando invase l'Austria ci trov� l'anima tedesca, trov� i pi� fervidi e ardenti suoi sostenitori. Del resto lui era nato a  Braunau, sull'Inn, citt� austriaca, che aspettava da mille anni di essere riunita alla madre patria attraverso un semplice ponte. And� Hitler di persona a togliere il confine sul ponte di Braunau in un tripudio di folla; su quel ponte faceva il doganiere suo padre, ex calzolaio. Ad accoglierlo e a sostenerlo c'era  anche la Carinzia. Nel I sec. d.C. questa regione nell'et� romana era in nucleo centrale del Norico. Germanizzata sotto Carlo Magno, conobbe poi la decadenza con gli Asburgo. Buona parte della popolazione di etnia tedesca alla Riforma si era convertita al protestantesimo ma fu represso dagli Asburgo duramente  con le persecuzioni e le espulsioni . I forti contrasti provocarono effetti negativi su tutto l'assetto sociale ed economico della  regione. Penalizzata e priva di risorse rimase prevalentemente rurale, sempre ostile al governo centrale.  Ecco perch� Hitler in Carinzia trov� i pi� fervidi sostenitori: i nazionalisti tedeschi!
Ma ancora oggi la regione � una delle pi� povere dell'Austria, priva di industrie, con un elevato debito pubblico: E i contrasti con il governo centrale dall'epoca di Maria Teresa non sono per nulla diminuiti.) ) ) )

Infatti, nel Settecento, come i suoi predecessori, paladina anche Maria Teresa della chiesa cattolica (pur avendola  privata delle propriet�, di privilegi, dell'influenza sull'istruzione scolastica, e aver  secolarizzato lo Stato) la "cacciata" dei protestanti continu� pi� di prima. La sua intransigenza contro i protestanti nei domini a est s'identific� anche con la repressione  nazionale dei cechi e con l'insediamento di signori feudali austriaci in ogni luogo. Cos� la rottura tra cattolici e protestanti fu definitiva su tutto l'impero.
Se ne avvantaggi� la Prussia per trasformarsi in una potente nazione tedesca; Federico apr� le porte a tutti, a contadini, artigiani, commercianti, insegnanti, tecnici,  cacciati da ogni parte dai territori austriaci o sotto la loro influenza solo perch� erano protestanti, ebrei o gesuiti. Il sovrano tedesco  costru� con loro la "sua" grande Prussia.  E con questa il "nazionalismo" tedesco quando ai suoi sudditi diede la consapevolezza  che nel costruire la grande e potente Prussia, lui  era solo il primo servo dello Stato, lui regolava solo  il rigore e la disciplina e che i veri protagonisti erano solo loro. In pochi anni aveva gi� raddoppiato la popolazione, triplicato l'esercito, riuscito a dare a tutti il necessario, potenziato incredibilmente l'economia, alfabetizzato un intero popolo. Modificati gli equilibri politici.

Con questa straordinaria ascesa la rivalit� verso Federico di Maria Teresa  divenne totale, fino a combatterlo alleandosi perfino con gli ex nemici di sempre: la Francia e la Russia, inutilmente. Federico ebbe dalla sua parte anche la fortuna. 
A continuare in Austria la politica accentratrice e di repressione di Maria Teresa, troviamo poi il  figlio Giuseppe II, che impose agli stati soggetti anche l'uso della lingua alimentando i nazionalismi cechi, boemi, slavi. Il suo successore Leopoldo, nel 1792 non solo revoc� molte riforme teresine, ma prima lui, poi Francesco II, si schierarono contro la Francia rivoluzionaria, e il secondo (opportunista) si alle� proprio con la odiata Prussia contro Napoleone che aveva tolto agli Asburgo il vago titolo di imperatore del Sacro Romano Impero; che gi� Voltaire ironicamente affermava che di sacro non c'era rimasto niente e di romano neppure, e in quanto a impero non contava pi� nulla; anche se riuscirono gli Asburgo con tante ambiguit�, spregiudicatezze e fortune a superare indenni tutto l'Ottocento.

 Dopo la caduta di Napoleone, con la Restaurazione inizi� la rigida politica di Metternich, che conserv� rigorosamente fino al 1848 tutto l'assetto che era stato stabilito a Vienna. Ogni inquietudine che serpeggiava dentro nel paese era scambiata non come un malessere sociale locale, ma l'opera di fantomatiche sette segrete che serpeggiavano tra i popoli soggetti. Metternich critic� il pesante sistema poliziesco instaurato da Sedlnicky ma non lo ferm�, gli fu anzi utile. Dominando con la repressione i popoli ritornati sotto l'influenza austriaca (in Italia da Napoli alla Lombardia, dal Piemonte al Veneto) caus� cos� un danno maggiore di quello gi� fatto da Maria Teresa; tutto  il carattere plurinazionale (e illuministico anche se modesto rispetto a quello di Federico II il Grande) assunto dall'Austria nel Settecento fu totalmente perso, il processo involutivo spazz� via il nuovo spirito liberale che si era diffuso con Rosseau, Voltaire, la Rivoluzione e con Bonaparte. Tutto il potere fu accentrato sulla Vienna godereccia  che contava in citt� un milione di abitanti, di cui la met� viveva con gli introiti che la corona rastrellava ai poveri sudditi delle campagne. Molte riforme, non toccarono minimamente  il resto dell'impero, e nemmeno l'altra met� dell'Austria, quella tedesca, quella a ovest, dimenticata e anche  penalizzata per le sue tendenze religiose.
Nell'Austria viennese l'analfabetismo era nel 1848 il 2-3%, mentre nei Paesi soggetti,  in Cecoslovacchia, in Croazia, in Boemia, in Slovenia e anche nello stesso Veneto, toccava l' 80 %.
Salvo piccole zone sfruttate con le loro risorse, nelle campagne rimase una agricoltura arcaica o la pastorizia allo stato brado, quindi  la miseria fu la compagna di molti e la pellagra pure.

 Poi nel 1848 arriv� Francesco Giuseppe. Appena salito sul trono apr� subito alla repressione politica e applic� altre spietate tassazioni ai popoli soggetti. La opulenta corte viennese costava molto e le uniche risorse erano le tasse pi� altre tasse. 
L'Impero d'Austria  nel 1848 aveva un debito di 2 miliardi di franchi, mentre le sue rendite annue erano la quarta parte  500 milioni di franchi. 300.000 soldati nell'esercito su una popolazione di 32.100.000 con dentro di tutto: Slavi di ogni genere, Boemi, Magiari, Rumeni, Valacchi, Armeni, Greci, Zingani, Musulmani, Veneti, Lombardi, Piemontesi, Turchi ecc.

Dopo le sconfitte con Francia, poi con l'Italia e soprattutto con la Prussia nel 1866, gli Asburgo persero il contatto con il mondo reale, n� ricevettero pi� quell'influenza proveniente dall'area germanica dove si era sviluppato il progresso industriale, quello economico, commerciale ed enormemente quello culturale. Erano progressi nemmeno pi� promossi o gestiti da un governo di Principi;  nelle classi medie si era sviluppato un sistema economico in una forma del tutta autonoma. Paradossalmente avvenne con la collaudata Zolleverein; che era nata per evitare l'unione politica degli staterelli tedeschi, ed invece contribu� proprio la Zolleverein all'unione;  la politica -tutta elitaria e di censo - dovette arrendersi all'evidenza, aggregarsi, mettersi a rimorchio se voleva ancora campare.

Gli Asburgo sconsideratamente rifiutarono di farne  parte perch� temevano proprio una unione politica degli stati tedeschi; legati com'erano allo loro dinastia temevano di perdere il "prestigio" della dinastia  asburgica. Con queste limitate vedute, il contatto lo persero poi anche dentro il loro stesso territorio nella parte ovest dell'Austria, in quella tedesca, rimasta nonostante le numerose "pulizie" tutta protestante perch� tedesca era e tedesca rimase. Come in Carinzia. Tutta la toponomastica ancora oggi testimonia la tedeschit� della regione. Molte localit� infatti non hanno perso il vezzo di iniziare la denominazione  con il classico Deutsch...:
Che era rimasta ostinatamente tedesca, ne abbiamo una testimonianza precisa. Quando l'ultimo imperatore,  Francesco Giuseppe volle fare una visita in Carinzia, fu accolto beffardamente con lo sventolio delle bandiere tedesche, pur avendo disposto i suoi funzionari che la citt� "doveva" (gi� quest'ordine � ricco di significato) essere addobbata con le bandiere della monarchia asburgica. Il giorno dopo il malcapitato governatore della Carinzia dovette dimettersi.
Al Kaiser quel giorno and� anche bene, perch� pi� tardi in uno dei paesi soggetti, non sventolarono le bandiere, ma una pistola: a Saraievo (vedi) ! E quel giorno fu l'inizio della fine dell'impero.

 Nulla da fare quindi a ovest, nemmeno nel proprio atavico territorio. Per poter conservare il potere o per salvare il salvabile (nonostante la potenza)  Francesco Giuseppe  fu spinto a concedere un sistema rappresentativo trasformando la monarchia austriaca in monarchia austro-ungarica, con due parlamenti e due governi distinti,  ma che non erano per nulla dualistici,  ma semmai trialistici, perch� l'allargamento  del suffragio andava a vantaggio dei tanti gruppi slavi, che aument� ancora di pi� quando l'Austria avventatamente (e sempre con un atto di forza) si annetter� la Bosnia e l'Erzegovina. Una mossa fatale che inasprir� l'irredentismo serbo e croato con le note conseguenze. Pi� l'Austria fece un altro grave errore, di non averlo concesso il suffragio ai cechi e ai croati, quindi aveva contro queste popolazioni anche se Vienna le governava; con il terrore per�.
 Le diserzioni in questi paesi -quando l'Austria inizi� la guerra-  furono enormi.

Ma ve ne furono anche nella stessa Austria. Lo abbiamo gi� ricordato:  forse furono maggiori che in Italia; ROBERT MUSIL che dirigeva e scriveva durante la guerra un giornale patriottico austriaco, dalle sue colonne si scaglia con  disprezzo contro i disfattisti austriaci; del suo ceto, non contro i poveri contadini chiamati alle armi. Lui parla di alcuni soggetti a Vienna. Solo molti anni dopo scrisse il suo famoso L'uomo senza qualit�, dove parla con ironia della dissoluzione di Cacania e della Guerra parallela.  Ma gi� sui fogli del  Soldaten Zaitung (disponibili oggi alla Biblioteca di Bolzano) scopriamo molte verit�: quanto era basso il morale degli austriaci e il pessimismo di Musil (acutissimo analista della realt�, 37 enne, due lauree in tasca, tenente comandante austriaco in un presidio a Palu', in Valsugana). Su queste colonne scopriamo l'anima del grande scrittore ma anche l'anima dell'Austria in pena. Di una Vienna agnostica da una parte e arrogante dall'altra. Scopriamo con tanta lucidit� la debolezza dell'impero e degli uomini che ne facevano parte, ma ai vertici nessuno se ne accorse. Gli informatori e gli intellettuali italiani nemmeno. 

Cos� si present� l'Austria alla guerra del 1914. Un  Impero con un grossissimo problema: una forte contraddizione nazionale, che invece di guardare e poi dialogare a ovest, guardava a est, per di pi� con leggi sociali arretrate, ignorando del tutto i grossi problemi  che le organizzazioni operaie, socialdemocratiche e quelle cattoliche  stavano creando negli altri paesi, e anche nella stessa Austria, che per� non voleva vedere. C'era la dissoluzione dell'impero e nessuno se ne accorse. Guardavano solo al possesso della terra; il Paese che solo un secolo prima si affacciava su La Manica, che possedeva il porto di Rotterdam,  le ricche miniere del Belgio, della Slesia e sul Mar Baltico quelle Polacche e che solo per un attimo aveva creduto all'illuminismo e alle riforme,  gi� alla vigilia della guerra era destinato a estinguersi. Mazzini molti anni prima lo aveva preannunziato.

La disfatta totale dell'impero austriaco serv� poi ai tedeschi nel dopoguerra. Le responsabilit� furono attribuite anche agli austriaci, cio� a Vienna. Non per nulla  che nei trattati fu impedito all'Austria di rinunciare all'unione con la Germania, era psicologicamente pericolosa. Perch� nella capitale non stavano meglio che a Berlino. La classe dirigente della nuova repubblica pur nella terribile crisi del dopo guerra (a Vienna era angosciante!) non fu per nulla capace di adeguarsi alle nuove realt�. Crollati i mille benefici di una supernutrita classe parassita, tornarono nuovamente i conflitti tra le due vecchie anime dell'Austria, riemergendo dal basso.
Con i contrasti fra cristiano-sociali di estrazione contadina e i socialdemocratici di formazione operaia e urbana. Due schieramenti che si affrontano in un guerra civile, mentre in mezzo
provenienti dalle correnti sotterranee riemerge in nazionalismo che guarda alla Germania di Hitler. Nel 1927 una rivolta di operai viene repressa con un massacro. Il governo guidato da DOLFUSS, ancora pi� autoritario di quello imperiale, sopprime i partiti, revoca la costituzione, instaura un regime autoritario. Molti lo accostano al fascismo italiano, lo classificano austrofascismo, anche perch� vagamento appoggiato da un Mussolini che non vuole certo le armate dell'amico Hitler che arrivino sul Brennero. Anche se in cuor suo l'Austria di Vienna la odia, non ha dimenticato quello che gli hanno fatto a Trento nel 1910 gli austriaci del Kaiser: messo in galera con un'accusa infamante: di aver fatto una rapina..

Ma Hitler non rinuncia ai suoi piani.  Inoltre era di Braunau, pi� aveva sub�to anche lui  delle dure umiliazioni a Vienna, e cos� ne fece "anche lui" una questione personale. Quando decise l'annessione, quella parte dell'Austria sempre rimasta tedesca che Hitler conosceva molto bene, sull'Inn e in Carinzia, divenne una popolazione fortemente nazionalista (quella che si identifica solo in uno stato forte in un capo forte). Si schier� contro il governo cattolico conservatore organizzando il 25 luglio 1934 l'assassinio del cancelliere Dolfuss. 
Quindi fu errata l'accostamento di un Dolfuss all'estrema destra; lo era di destra, ma viennese, cio� conservatore, nulla a che vedere con la destra estremista nazionalista tedesca della Carinzia e dell'Inn.
Liquidato Dolfuss, il nuovo ministero si mostr� favorevole all'Anschluss. L'11 marzo le truppe di Hitler  entrarono tranquillamente in Austria. 
Stranamente perfino i cattolici scesero nelle strade ad applaudirlo. All'improvviso erano diventati tutti nazionalisti, anzi nazisti. Come in Italia erano diventati tutti fascisti.
Dopo pochi giorni, il 3 maggio, Hitler scese a Roma, e anche l'Italia gli tribut� una parata memorabile (vedi) con la capitale illuminata a giorno.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Taylor. Storia della Germania, Ed. Longanesi
Dizionario di filosofia, Ed. Rizzoli
Grande Storia Universale, 17mo vol. Ed. Curcio 
Enciclopedia del Sapere, 6 vol, Ed. Fabbri 
Storia Universale di Cambridge, Ed. Garzanti


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