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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 778 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** I BASCHI SCONFIGGONO CARLOMAGNO
*** LA BATTAGLIA DI RONCISVALLE


*** SPAGNA - Durante il ritorno di una spedizione franca in Spagna, l'esercito viene attaccato e distrutto dai Baschi nella gola di Roncisvalle. In questa circostanza muore il paladino Orlando.


I FATTI - Chiamato Carlomagno -come abbiamo già appreso nell'anno 774- da SOLIMANO (Governatore abbaside di Barcellona e di Gerona) e da al-ARABI, per difendersi dagli Omayyadi di Cordova, Carlomagno inizia la sua campagna di Spagna organizzando la spedizione con un grande esercito. I due arabi abbasidi gli avevano descritto una situazione piuttosto drammatica con scenari di morte e di usurpazioni. In realtà, erano autonome bande di ladroni che facevano le loro solite razzie.

Da nord-est di Poitiers, dove aveva vinto suo nonno in una battaglia anch'essa poco chiara per come si svolse, anzi quasi non si svolse, Carlo parte alla conquista della Spagna che lui crede facile da come gli è stata descritta dall'Abbaside al-Arabi e Solimano che gli prospetta una vittoria rapida, informandolo il primo che gli abbasidi suoi seguaci appena arrivato a Saragozza lo avrebbero accolto con gli stendardi del califfo abbaside di Bagdad, e il secondo non solo i suoi abbasidi ma anche i berberi gli avrebbero aperto la fortezza di Barcellona.

Conquistata in un modo cruento e senza una ragione precisa Pamplona che infatti paradossalmente non era araba ma da tempo
una città BASCA cristiana, qui Carlo trova la sua prima sorpresa. Gli arabi che l'anno contattato gli avevano promesso che questa visita in Spagna sarebbe stata quasi un giro turistico, ma già alle prime battute Carlo si rese conto che le cose stanno molto diversamente. Dove arrivava, le ostilità nei suoi confronti non erano affatto un segno che la gente si sentiva oppressa dagli omayyadi.

Ma anche quando giunse a Saragozza si rese conto che gli arabi abbasidi non contavano quasi nulla, e che gli Omayyadi governavano bene, e che la sollevazione di popolo che doveva avvenire al suo arrivo, era del tutto infondata; così a Barcellone, dove anzi vi trovò che Solimano era già passato nelle file degli omayyadi di Cordova di ABD ar RAHMAN.
L'oculato califfo fra l'altro aveva concesso intelligentemente una vera e propria autonomia ai Baschi (popolo come vedremo orgoglioso della sua etnia) e questi erano molto soddisfatti della loro condizione, non avevano certo alcuna voglia di diventare sudditi di un nuovo califfo che invece di edificare pace e tranquillità stava distruggendo senza motivo le loro città, con un alleato franco potente che ha un grande numero di uomini al seguito; inoltre, altro motivo di astio verso il capo franco -loro che sono cristiani - è sapere che pur vantandosi quello di essere un re cristiano, nella sua avanzata Carlomagno e i suoi uomini hanno passato senza tanti distinguo dai pochi arabi, a fil di spada gli stessi cristiani.

Carlo, queste cose le apprende con un po' di ritardo, dopo aver seminato nel suo passaggio distruzione e morte, ed è ormai convinto di essere stato giocato oltre vche da Solimano anche da 'al-Arabi, ne è quasi sicuro e alla primo incontro lo fa arrestare. Fallimentare com'era stava già pensando di abbandonare la spedizione in Spagna, quando ad accellerare questo proposito gli giunse la notizia che i Sassoni con il loro capo VITUCHINDO in testa stavano marciando su Colonia. Era dunque necessario un rapido rientro in patria per difendere il proprio territorio invece che andare in un altro con una conquista piuttosto dubbia.

Messosi in marcia per il rientro con il suo grande esercito, inizia a ritirarsi verso il nord, scegliendo la strada come strada del ritorno quella che scavalca i Pirenei nei pressi di quella cittadina che oggi si chiama Roncisvalle. Per far questo doveva nuovamente attraversare le zone dei Baschi che erano stati trattati nell'andata in un modo spietato, e le fortificazioni di Pamplona rase al suolo.
I suoi uomini con lunghe colonne iniziarono ad attraversare le gole dei Pirenei. Nella lenta marcia per il tipo di terreno che stavano percorrendo, non avrebbero di sicuro potuto impegnarsi in una manovra militare, quindi avanzavano in fila indiana o nei punti più larghi della gola al massimo affiancati. Ultimi a partire all'inizio della gola furono quelli della retroguardia. Ma appena entrata nella stretta valle, alle spalle fu attaccata da schiere di baschi e interamente massacrata. Nel mezzo della gola dove in quel momento i soldati ormai erano giunti, camminando al centro, ai lati avevano incombenti pareti verticali. Sopra queste, negli altipiani vi erano piccoli villaggi di baschi che ci vivevano con qualche capra e pecora; questa era la loro unica ricchezza.

Alla sommità di queste pareti da giorni i baschi stavano appoggiando ai tronchi delle grandi pietre, avvertiti che l'esercito di Carlomagno sarebbe passato nuovamente da quelle parti. Al momento dell'attacco della retroguardia, a un segnale convenuto, nella precisa località di Arneguy, dai pendii coperti da cespugli, valanghe di pietre cominciarono a precipitare a valle con un boato terrificante nella gola che provocarono il terrore, e più danni di quelli veri e propri. I combattenti in un fuggi fuggi si trovarono in un attimo dispersi e indifesi tra i mucchi di sassi, tra le bestie da soma impazziti, con le salmerie fuori uso, del tutto incapaci a reagire. All'improvviso un nugolo di mortali frecce piovvero dall'alto, poi, dopo la carneficina, il nemico si dileguò senza lasciare traccia, lasciando i franchi annientati.

Negli Annales Regni Francorum viene raccontata freddamente così: " L'esercito s'addentrò nei Pirenei: Sulle alture i baschi avevano teso l'agguato; attaccarono coloro che venivano per ultimi e gettarono tutti gli armati nello scompiglio. Sebbene i franchi per armi e coraggio, fossero di essi palesemente più forti, subitono una sconfitta a causa del terreno sfavorevole e dell'impari maniera di combattere. Molti del suo seguito, che Carlo aveva messo alla testa del suo esercito, caddero uccisi o furono depredati; il nemico però, conoscendo i luoghi, si disperse subito in tutte le direzioni. Tali perdite gravarono sul cuore del re obnubilando gran parte dei successi in Spagna".

E se un cronista scrisse parole così tristi, significa che qualcosa di irreparabile e indimenticabile accadde. La sfortunata retroguardia era comandata da un personaggio che entrò poi nella leggenda: era il margravio Hruodlandus Roland di Bretagna, e la leggenda la celebratissima "CHANSON DE ROLAND"; un comandante che malgrado la non piu' giovane età e la sua grande esperienza di militare finì cosi miseramente nelle gole di Roncisvalle assieme ad altri famosi personaggi, come EGINARDO il siniscalco e il conte palatino ANSELMO.

Ancora oggi in questa tranquilla strada posta a 1057 metri, che si presenta come un malinconico idillio tra pendii boscosi, gole e rocce scoscese, e il piccolo Rio Luzanne, i baschi dei dintorni vengono quassù per ricordare il giorno in cui degli uomini, anonimi montanari, coperti di pelli di capra e male armati, hanno sconfitto il piu' grande sovrano d'occidente. Una sconfitta che a Carlomagno gli rimase come una ferita sul cuore, tanto che in Spagna non vi pose più piede, e la dinastia degli Omayyadi di Cordova potettero proseguire indisturbati, quella lunga permanenza nella Spagna ormai diventata tutta a favore del grande re ABD al RAHMAN che da questa disfatta colse un successo strepitoso, avendolo ottenuto con dei sudditi cui lui aveva dato piena autonomia di difendersi e che si rivelarono poi le più straordinarie sentinelle del regno arabo in Spagna. Ricevette perfino i complimenti dal suo più acerrimno nemico, il califfo di Bagdad Abbaside MANSUR, "Ha fatto assegnamento sulla sua abilità politica, sulla sua perseveranza e gli riuscì a umiliare i suoi arroganti avversari, a uccidere tutti gli insorti e a rafforzare le frontiere contro gli attacchi dei cristiani. Riconosciamo che ha fondato un potente impero e che ha riunito sotto il suo scettro vasti domini che fino ad allora erano stati divisi tra una quantità di capi diversi" .

Insomma anche il suo avversario godette di una vittoria che andava ad affermare il potere musulmano nel mondo; dimentica la scissione e si ricorda solo del messaggio islamico maomettano.

I BASCHI erano stati ancora una volta all'altezza del loro compito. Ne abbiamo già parlato ma vale la pena di ripercorrere le origini di questo popolo. Proprio nel momento che scrivo viene diffusa dal famoso "Progetto Genoma" una relazione scientifica sullo studio e osservazione del patrimonio genetico delle popolazioni europee "Storia e geografia dei geni umani" di Cavalli Sforza della Universita' di Stafford. " I membri piu' distintivi del ramo europeo dell'"albero genetico" dei popoli del vecchio continente sono i Baschi di Francia e Spagna addossati nel nord dei Pirenei . Essi mostrano straordinarie caratteristiche geniche, compresa un'alta percentuale di Rh negativi per quanto riguarda i tipi di sangue. I Baschi sono probabilmente i piu' diretti discendenti dell'uomo Cro-Magnon. Mentre gli altri Europei sono frutto di un miscuglio di geni per il 65% asiatici e per il 35% africani."

La regione sappiamo che era abitata da tempi remoti, da una tribù preiberica stanziata in quest'area prima del paleolitico. Questi baschi dettero origine a una prima "civiltà contadina". Quando arrivarono i romani, furono sottomessi ma non furono mai romanizzati; si difesero poi con le armi dalle invasioni visigote, e anche questi non riuscirono a soggiogarli. Tuttavia ai visigoti e a quel periodo risale la loro conversione al cristianesimo. Politicamente si costituirono in due comunità autonome (al di qua e al di là dei Pirenei) dotate di ordinamenti propri, ciononostante una autonomia etnica comune li legò per sempre in quella che doveva essere la salvaguardia della loro stirpe. Di rivolte popolari per staccarsi da ogni egemonia ne seguirono altre, fino alla rivoluzione e all'impero napoleonico manifestando sempre una forte resistenza conservatrice di carattere nazionalista. Non terminata neppure oggi, dove i Baschi temono l'oppressione dei sentimenti nazionali ( il non poter esporre la bandiera basca e di insegnare la lingua basca nelle scuole pubbliche); sentimenti difesi da un movimento separatista che si pone come obiettivo l'autonomia nazionale e il riconoscimento di nazione autonoma vera e propria.

I motivi di questa granitica fede nazionale sono da ricercare in una conservazione delle loro abitudini sociali, leggi consuetudinarie, e il non unirsi a nessun altro individuo forestiero; è talmente radicato il genetico biologico impulso della "conservazione del proprio territorio" che a nessun basco gli passa per il cervello l'idea di unirsi e procrerare se non con uno della propria stirpe. E questo oggi è dimostrato dall'esame del DNA e dei gruppi sanguigni che sopra abbiamo citato. In conclusione è attualmente il gruppo umano che ha avuto la possibilità di conservare con quell' impulso il ceppo più puro dell'inizio della nostra umanita, risalente a circa 32.000 anni fa.

*** GERMANIA - Vitichindo guida una ennesima rivolta dei Sassoni contro i Franchi.

CONTINUA ANNO 779 > >