HOME PAGE
CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 775 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

* * * ARABI IN SPAGNA: RICHIESTA DI AIUTO A CARLOMAGNO
* * * COSTANTINOPOLI: MUORE COSTANTINO V
* * * BAGHDAD: MUORE IL CALIFFO al-MANSUR
* * * ARABI: UNA BUONA IDEA, GLI UFFICI POSTALI

***IN SPAGNA il governatore musulmano della dinastia "abbaside" di Barcellona e di Gerona SOLIMANO che si è ribellato all'emiro di Cordova della dinastia "omayyade", si reca in Francia per invocare aiuto da Carlomagno. Il re franco non sa ancora molto bene cosa siano queste dispute locali e crede inoltre che le forze in campo delle due fazioni siano equivalenti, non sa che a Cordova c'è invece un grande emiro, un grande sovrano, un musulmano illuminato quanto lui: Abd al Rahman.
Di queste zone Carlo Magno ha solo qualche conoscenza per via di un'accordo fatto da suo padre molti anni prima, però quello fu stipulato con i precedenti califfi che governavano, ma allora la Spagna era tutta abbaside, e Pipino fece un trattato di non belligeranza reciproca, si promisero di aiutarsi in caso di attacchi di nemici comuni; mentre ora dopo la scissione delle due dinastie la Spagna non era più quella, ma era diventata omayyade. Tuttavia Carlo volendo rispettare quel precedente trattato sollecitato dagli abbasidi, scende in campo contro gli assolutisti omayyade che governano ora la grande Cordova. Vedremo in seguito.........
SPRAZZI DI ORGOGLIO DEI LONGOBARDI - I duchi non intendono lasciare il loro ducato che Desiderio prima di rinchiudersi in convento ha dato con i ferri ai polsi a Carlo assieme a tutto il regno, e che poi questi ha destinato al papa.
ARECHI di Benevento, ILDEBRANDO di Spoleto e ROTGAUDO del Friuli si stanno ribellando e stanno organizzando un esercito per riprendersi quei diritti che gli sono propri, non riconoscono la resa di Desiderio, considerano Desiderio rinunciatario, il trono vacante e lo stesso Rotgaudo si proclama re dei longobardi. Ad appoggiare lui e gli altri c'è anche il figlio di Desiderio ADELCHI che come sappiamo fuggito da Verona si era rifugiato a Costantinopoli e qui aveva chiesto una collaborazione ai bizantini; non è che questi si erano dimostrati molto zelanti, tuttavia la sua richieste più tardi viene accolta preparandogli una spedizione per sbarcare in italia nelle primavera dell'anno successivo.
IN SASSONIA nel frattempo, dove Carlo si è recato per domare quella rivolta che aveva distrutto tutte le chiese del territorio, sconfigge a Brunisberg i sassoni, raggiunge il Weser e qui mette in fuga un'altra invadente formazione sassone, gli Ostfalii, una tribù stanziata nella regione dell'Elba. Ma queste genti non si danno per vinti, li rivedremo nuovamente attaccare, appena Carlo riparte per l'Italia dove si prevede imminente un attacco dei longobardi per riprendersi i territori donati dal rinunciatario Desiderio, alla chiesa......
A COSTANTINOPOLI, mentre l'imperatore COSTANTINO V sta conducendo l'ennesima spedizione contro i bulgari, muore sul campo.
Gli succede il figlio LEONE IV, un tipo incline per natura alla moderazione. A fianco ha anche una donna energica, IRENE che è, contrariamente al suocero, una sostenitrice del culto delle immagini. Una donna che eserciterà una grande influenza nella conduzione dell'impero, soprattutto quando verrà a mancargli il marito e assumerà la correggenza col figlio minore sul trono, diventando così lei di fatto l'imperatrice e si muoverà in favore della chiesa di Roma, soprattutto in occasione del VII concilio ecumenico. Un nutrito scambio di lettere con la città papale da' l'impressione che, dopo le violente dichiarazioni fatte dagli imperatori iconoclasti circa la regalità e il sacerdozio, Irene stesse tornando alla definizione giustinianea dei grandi doni concessi da Dio all'umanità.
Ma però in quelle lettere Irene rivendicava la facoltà di approvare l'elezione del Papa romano, e quella di avere con il patriarca di Costantinopoli il rappresentante unico ed ecumenico della cristianità, considerandolo quello di Roma solo un subalterno.
Ovviamente nella sua risposta papa ADRIANO infuriato sottolinea invece il primato di Roma ed eleva lui proteste contro il titolo di patriarca. Ma la rottura vera e propria avverrà quando salirà sul soglio pontificio Papa LEONE III, che è più diplomatico, infatti scrive che si sente ancora suddito e deferente all'imperatore di Costantinopoli, ma nello stesso tempo si butta con tutta l'anima e il corpo nelle braccia di Carlomagno che a quel tempo come vedremo ( 776-814) era quasi all'apice della sua potenza.
Leone in base al famoso "documento" di Costantino, secondo il quale il papa aveva il controllo dell'esercito, del senato e del popolo e quest'ultimo per la costituzione romana eleggeva l'imperatore, ritenne il papa, che l'elezione dell'imperatore di Costantinopoli non era regolare, e quando la reggente Irene depose COSTANTINO VI, lui affermò che l'impero era senza imperatore, il trono era vacante, prese l'iniziativa e nel giorno di Natale dell'800 proclamò CARLOMAGNO Imperatore dei Romani.
Qui iniziò la rottura definitiva, Costantinopoli non diede nessun valore a questa incoronazione per mano del pontefice (Teofane addirittura ridicolizzò questa cerimonia natalizia). Carlo capì che questa iniziativa del Papa non era gradita ai bizantini, se ne mostrò dispiaciuto, aveva già capito che sarebbero sorte delle complicazioni, e quindi decise di non assumere né farsi chiamare imperator romanorun ma si accontentò, scrive lo storico Eginardo, del titolo di "gubernans imperium romanum, cioè solo governante dell'impero romano. E con questa mossa già stava regolarizzando la sua posizione con IRENE con trattative pacifiche, quando la stessa Irene venne deposta da Niceforo I nell' 802.

Ma abbiamo corso un po' troppo, seguiamo gli eventi passo passo, visto che mancano a questa data ben venticinque anni....
ALLA MECCA MUORE IL CALIFFO al-MANSUR, durante un pellegrinaggio. Ricordiamo che lui è il fondatore della dinastia Abbaside, il fondatore di Bagdad, l'iniziatore di un cerimoniale tipicamente persiano. Gli succede nel califfato a Bagdad il figlio al-MAHDI', costui sarà ricordato come un grande califfo, che diede l'impulso alle comunicazioni dell'impero istituendo una specie di straordinari...

UFFICI POSTALI

... che servivano ai "corrieri" che andavano con precisioni di tempi dal Marocco fino alla città di Samarcanda, un metodo che in seguito fu applicato da tutte le nazioni, e che consisteva all'incirca come un nostra affrancatura. Era una invenzione che gli Arabi avevano visto alla corte cinese, che si avvaleva appunto di questo tipo di servizio per comunicare con le sue grandi estensioni imperiali.
RECAPITI POSTALI IN ITALIA Non che esistesse in precedenza in Europa e nel Medio Oriente un servizio postale, basterebbe ricordare l'efficienza dei servizi dei romani, il cursus publicus , ma erano servizi rigorosamente riservati alle necessitàdella burocrazia statale, e poi tutto il sistema utilizzava mezzi che anche se non erano di proprietà dello stato, si fondava sulla requisizione dei mezzi privati, del lavoro coatto e delle prestazioni in natura imposte alle popolazioni che si trovavano lungo gli itinerari del servizio. In pratica ai messaggeri che nel loro viaggio toccavano le varie città e paesi i rispettivi abitanti dovevono fornire vitto alloggio e nuovi cavalli freschi e riposati gratuitamente per il proseguimento del viaggio. Con la fine dell'impero anche questi cursus publicus erano terminati. Sopravvisse la posta dei privati che usavano il proprio personale per inviare quei pochi messaggi che giravano fra duchi, re, imperatori e soprattutto quelli dell'aministrazione ecclesiatica con i suoi monachi e monasteri lungo i percorsi che funzionavano come delle vere e proprie stazioni postali.
Ma le necessità degli arabi di intrattenere comunicazioni regolari e soprattutto anche economiche si allargò di pari passo con lo sviluppo commerciale a gruppi sempre più vasti di popolazione. Ecco quindi far nascere e potenziare questa esigenza. Quindi le missive all'inizio diventarono un mezzo per corrispondere con specifici settori, poi diventarono così comuni e numerosi che iniziarono anche i privati ad approfittarne per altri scopi. Troviamo quindi che una nave che faceva le traversate penisola Araba-Canton in Cina aveva anche un vero e proprio reciproco servizio postale e un recapito nelle due città, con le tariffe a un costo sostenibile da tutti, quindi anche da un padre che scrive al figlio per dirgli di non dimenticarsi di tornare per recarsi alla Mecca. Dunque non più un privilegio di soli ricchi commercianti ma anche di comuni cittadini. E' questa la prima forma di recapito di corrispondenza di privati cittadini, che pagano in anticipo in denaro la tariffa per la consegna della lettera. Tale prezzo era in proporzione alla distanza delle varie stazioni, conteggiando, sommando e pagando ai singoli il costo del percorso che ogni singolo agente sosteneva.
Essenziale divenne a quel punto stipulare accordi bilaterali fra i diversi trasportatori che esercitavano il servizio nei territori di competenza. Una specie di marchio apposto nelle lettere indicava le rispettive quote che andavano ai singoli corrieri e una distinta allegata dava il totale, che con accordi vari, fra trasportatori e gestori del servizio, potevano essere saldati in un unica soluzione a fine mese o in un periodo stabilito con dei pagherò. Cioè una vera e propria amministrazione che conteggiava un volume enorme di corrispondenza con dei veri e propri uffici a questa dedicata. Non era ancora statale ma funzionava perfettamente, pena, in caso di inaffidabilita, intempestivita nel servizio, e la poca serietà, la revoca della concessione e il cambiamento del gestore con un suo concorrente che prometteva di svolgere bene il servizio anche se si pagava qualcosa di più (come sappiamo, ancora oggi è così, se si vuole un recapito urgente e sicuro basta pagare e affidarsi a una delle tante ditte sorte proprio per l'inefficienza delle altre; la concorrenza infatti va a nozze quando vede il disservizio di un monopolio, e nel farlo bene che gli subentra, è poi il consumatore a determinare il migliore, il piu' efficiente, il piu' veloce.
Il sistema arabo è rimasto il più efficiente, ed è quello del libero mercato. Gli Inglesi, molti secoli dopo, lo capirono per primi!
In Europa un servizio all'incirca fatto in questo modo, apparve solo nel 1559 a Milano dove si conosce un regolamento che divenne un modello europeo, e ancora migliore fu quello successivo del 1782, che prevedeva un ufficio di distribuzione e di raccolta della corrispondenza, documentato da una pubblicazione di un orario postale preciso delle partenze giornaliere per le varie destinazioni. Nello stesso documento ci risulta un servizio corriere fisso di barche tra Milano e Lecco.
A Parigi all'incirca nello stesso periodo, inizio Ottocento, si faceva lo stesso servizio, ma subito dopo aumentando il volume della corrispondenza, al cavallo con le bisacce di lettere e documenti, per il loro peso e la quantita sempre in crescendo, divennero necessario l'impiego di veicoli, che sempre più grandi permisero alla fine di far salire anche uno due passeggeri, che in breve tempo, diventa la famosa CARROZZA POSTALE che creò inizialmente in parallelo i fascini dei viaggi, e permise di far esplorare ai neo ricchi ogni contrada dell'Europa. Poi diventando abituale e sempre con passeggeri in aumento, la moda e la necessità degli imprenditori che incominciavano a seguire le varie fiere commerciali in giro per le città non solo nazionali ma quelle internazionali, diede l'impulso alla costruzione di sempre migliori carrozze, che con due, quattro, e sei cavalli andavano ad incremenatre i contatti, culturali, economici, di studio, in ogni contrada..
Da Venezia partiva ogni giorno un corriere che in sette giorni attraversando tutta la pianura padana e scavalcando le Alpi raggiungeva Bruges. Da Siena "La Mercanzia" una coorporazione di commercianti teneva contatti con un corriere che partiva e arrivava ogni giorno quando si svolgevano per 6 volte all'anno le fiere di Champagne che duravano ognuna 4 settimane, per un totale servizio che durava circa sei mesi e che impiegava lungo il percorso più di dieci uomini per il cambio.
Carrozze dotate di ogni confort, e che trasportavano migliaia di lettere. Un certo Marco Datini di Prato, solo lui, ci ha lasciato nelle sua biblioteca decine di migliaia di lettere, ricevute da questa città.
Divenne subito necessario alle fermate delle varie tappe, rifocillare i passeggeri , ed ecco sorgere le Locande postali, poi diventati tutti Albergo della Posta che ancora oggi qualsiasi citta' o centro importante possiede. Erano tutti a distanza l'uno dall'altro di 15 chilometri, ed erano diretti da un Mastro di Posta che aveva preso in appalto il servizio e garantiva il cambio dei cavalli ai veicoli autorizzati, operanti sulla linea in maniera regolare e anche alle carrozze noleggiate dei privati. Cavalli e carrozze facevano capo nella Lombardia del primo ottocento a due diversi imprenditori e il corriere pagava al mastro di posta l'uso dei cavalli in base a tariffe ben precise. Sempre a Milano, aumentando le necessita' della urgenza, si crearono anche quelle della posta celere, che sempre gestita esclusivamente dal mastro di posta si incarico' anche di rifornire di cavalli le "staffette" sugli stessi percorsi delle carrozze, ma che pero' viaggiava lo stesso uomo cambiando ad ogni stazione il cavallo che a sua volta serviva dopo ore di riposo a un'altra staffetta. Questi collegamenti erano in grado di far arrivare rapidamente le missive a distanze enormi, e in brevissiomo tempo, Milano Roma in meno di due giorni, mentre le carrozze regolari, impiegavano circa 6 giorni. Pensate che fino al 1955 in Italia c'erano in alcune zone ancora con un servizio del genere, e che a Biella nel 1957 il servizio consegna pacchi avveniva con una ditta in appalto Avandero, ancora con un carro trainato da cavalli.
Nel 1839 in Inghilterra verrà inventato da Hill il FRANCOBOLLO che divenne obbligatorio il 6 maggio del 1840 in tutto il Regno. Il 1° Giugno del 1850 primo tra gli Stati Italiani, il Lombardo-Veneto istitui' e introdusse tale sistema, anche se c'e' da precisare che gia' nel 1818 il Regno di Sardegna aveva iniziato a emettere carta bollata postale, sorta di antesignano del francobollo. ( era cioe' un foglio speciale filigranato che veniva usato per inviare lettere , come la nostra cartolina postale di oggi). Nel 1852 tutti gli Stati Italiani adottarono il sistema.
IN GIAPPONE KIBI-no MABIKI muore lasciando ai giapponesi come vuole la tradizione l'invenzione del primo dizionario SILLABARIO giapponese, una sorta di vocabolario; il katakana.

CONTINUA ANNO 776 > >