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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 749 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** UNA CENA A BASE DI CARNE DI ARABI OMAYYADI
*** LA FUGA DI UN OMAYYADE SCAMPATO ALLA STRAGE
*** RACHI RE LONGOBARDO LASCIA IL TRONO E SI FA MONACO
*** ASTOLFO NUOVO RE DEI LONGOBARDI

Nella grande rivolta degli Abbasidi in Iraq, questi fanno cadere dopo averla cinta d’assedio la capitale al-Kufa. Abu l-'Abbas capo della grande famiglia degli Abbasidi viene proclamato califfo dai suoi soldati.
Il tentativo degli Abbasidi di conquistare il potere diventa sempre più violenta. Iniziata come una guerra per motivi religiosi, questa dinastia che si considera legittima erede del profeta Maometto, sempre di più innalza la bandiera del tanto atteso riscatto per recriminare i territori che gli Omayyadi si erano impossessati. A parte il potere, oggetto delle discordie e delle rivendicazioni ci sono pure i ricchi tesori che durante le conquiste i loro avversari hanno arrogantemente accumulato senza spartirli con i cugini

A guidare la rivolta è ABU l'-ABBAS capo degli Abbasidi, che nell’esercito che ha organizzato ha issato come simbolo una lugubre bandiera nera.
La prima tappa di questa grande rivoluzione all’interno dell’Islam, è stata come detto sopra al-Kufa capitale araba-iranica degli Omayyadi seminandovi il terrore e conquistando il califfato.
Il suo nome significava "spargitore di sangue" e tenne fede a questa nomina, uccidendo i seguaci omayyadi e l'ultimo califfo MARWAN II appena da pochi mesi sul trono; poi tutti i maschi della stessa sua dinastia (evitarono così di scannarsi da soli, come avevano fatto negli ultimi anni) furono invitati a un banchetto che doveva essere conciliatore; prima servirono come cibo i primi trucidati poi alla fine della cena massacrarono pure loro.
Non contenti fecero persino riesumare i cadaveri dei precedenti califfi e ne sparsero i resti in mezzo al letame degli animali, per le strade, in segno di disprezzo per tutta la dinastia che aveva comandato fino allora.

 

Ebbe così inizio il califfato abbaside che, in segno di riconoscenza nei confronti dei sostenitori iranici, trasferì la capitale da Damasco a Baghdad, dove rimase tale fino alla caduta dell’impero islamico nel 1258.

Nonostante il governo della dinastia Omayyadi nel corso di più di un secolo fosse coronato da un certo successo, fin dal suo esordio, nel 661, questo califfato dovette confrontarsi con grosse difficoltà. Le principali furono: la continua opposizione da parte degli sciiti per motivi religiosi (con Alì i discendenti sciiti si riconoscono unici successori di Maometto); le continue lotte tra le diverse tribù arabe, che man mano minarono la forza militare del regime; ed infine costante era il risentimento di alcune popolazioni arabe locali nei confronti dell'autorità centrale che spesso le ignorava. Era questa troppo inebriata dal turbinio dei successi.

 

I califfi omayyadi dovettero inoltre misurarsi con una classe di mawali (gli arabi non convertiti all'Islam) sempre più scontenta, che guardava con invidia i privilegi che si erano presi certi opportunisti innalzando la bandiera religiosa (fin dall’inizio – e lo abbiamo già letto in quegli anni- i peggiori nemici di Maometto, furono quelli che si autodefinirono i suoi migliori seguaci).
Inoltre altra difficoltà notevole fu una brutta crisi finanziaria che peggiorò sempre di più nelle terre conquistate, dovuto soprattutto al crescere dei trasformisti che si convertivano all'Islam. Infatti i credenti non erano tenuti a pagare le tasse. E’ quindi da sfatare la storiella che i Musulmani obbligavano le popolazioni conquistate a convertirsi all’Islam; per loro era controproducente agli effetti delle entrate fiscali. I veri islamici che seguivano rigorosamente le leggi del Corano, nelle conversioni ci andavano molto cauti.

Tuttavia il desiderio di arricchimenti facili di certi funzionari, permise di convertire e quindi far esentare dalle tasse gli opportunisti. A rimetterci erano le casse del califfato, un deficit che non si conciliava con il tenore di vita sempre più opulento della corte di Damasco e dei tanti emirati, che quanto a prosperità gareggiavano con la corte della capitale.

Gli abbasiti in sostanza trovarono un terreno fertile per maturare la rivolta, soprattutto nella parte orientale dell' Impero dove avevano stretto ottime alleanze con i locali iranici.

In quella strage di maschi, c'era uno scampato che riuscì sfuggire al massacro generale degli Omayyadi, ordinato dagli Abbasidi, era ABD al-RAHMAN ibn MÙAWIYA che attraversando a nuoto l'Eufrate con il fratello tredicenne, questi lo vide acciuffato nell'altra riva e sgozzato, mentre lui riusciva a salvarsi in mezzo ai canneti facendo finta di essere morto. I suoi fedeli liberti BADR e SALIM in seguito lo raggiunsero in Palestina portandogli denaro e pietre preziose, e di lì passò in Africa dove avrebbe potuto vivere un'esistenza tranquilla rimanendo appartato. Ma “sogni ambiziosi popolavano senza tregua la mente di questo giovane di venti anni. Alto vigoroso e audace, aveva ricevuto una accurata istruzione e possedeva capacità fuori del comune. Il suo istinto gli diceva che era chiamato a un destino glorioso"; queste profezie dello zio Maslam, rafforzarono la sua convinzione che lui sarebbe stato il salvatore degli Omayyadi. Si convinse che lui era destinato a ritornare a sedere su un trono. Ma dove poteva trovarne uno visto che ormai non c'erano possibilità né a Damasco e tanto meno a Bagdad? Rimanevano però la Spagna e l'Africa, che da Damasco o Baghdad non erano in ottimi rapporti.


"Vagando di tribù in tribù e di città in città - ci racconta Dozy uno storico del tempo - Abd al-Rahman passò da un capo all'altro dell' Africa". Per cinque anni non trovò la sua strada, ma giunto poi in Marocco, intanto aveva visto i fermenti che da queste parti esistevano fra arabi e berberi, e fra arabi e arabi. Il governatore della vecchia dinastia dopo le notizie di Damasco si era rifiutato di riconoscere gli Abbasidi e già aspirava a un suo regno indipendente. Lo scampato alla strage qui non aveva quindi nulla da opporre né aveva i mezzi per farlo, visto che l'altro possedeva i reparti di Berberi che sarebbero scesi in campo, anche se questi erano su due posizioni come ben sappiamo; quelli sulla costa ormai sottomessi e agli ordini degli arabi, e quelli interni, molto più numerosi, decisi a rovesciare la dominazione araba sulla loro terra, ma anche pronti ad aiutare i Berberi in Spagna che, dopo le conquiste, avevano seguito la sorte delle popolazioni sottomesse senza ricevere la minima gratitudine dagli arabi. Arabi che pure loro approfittando del crollo del califfato di Damasco, pur essendo in buona parte abbasidi, tentavano di farsi nella penisola iberica un proprio califfato indipendente, ignorando le pretese sia della Omayyadi messi in disparte sia i sempre scontenti Berberi.

Abd al-Rahman si informò allora di questi scontenti in quella terra che era al di là dello stretto di Gibilterra. Vi mandò il suo fedele servo SALIM che in Spagna c'era già stato e la conosceva bene, e prese contatti con quelle fazioni di arabi Omayyadi a lui favorevoli e di tutti quei berberi che da anni cercavano di ottenere dagli arabi i pari diritti.
Lui era diventato intanto presso i Berberi africani una bandiera del riscatto. Abd al-Rahman era un principe arabo nato a Damasco da padre arabo, ma sua madre era una donna berbera che venti anni prima caduta come bottino in Marocco era stata inviata al califfo di Damasco. Essendo una bellissima oltre che intelligente fanciulla, non finì nell’harem del califfo, ma ne divenne la moglie, dandogli appunto come erede Abd al-Rahman.
Ai berberi non sembrò vero di poter contare su un figlio della loro terra, e a questi si unirono pure tutti gli arabi scontenti.

Altra opera di proselitismo lo fece l'altro suo liberto BADR in Marocco nelle file dei Berberi ribelli rifugiatisi all'interno. Questi come sappiamo, da anni per non essere stati compensati con le loro conquiste, contattati per dare un appoggio all'invasione, accettarono l'idea di una rivoluzione nella penisola iberica; finalmente nell'eventualità di una vittoria qualcuno prometteva loro pari trattamento e la democratica spartizione nelle cariche nello Stato e ovviamente di tanti altri privilegi

Ma abbiamo anticipato troppe cose, questi avvenimenti accaddero sì veloci ma nell'arco di cinque anni; li ritroveremo riepilogati nell’anno 756.

IN ITALIA il re longobardo RACHI in contrasto con il Papa, ma forse più sollecitato dagli uomini che rimpiangevano l’aggressività di Liutprando e da un po’ di tempo non vedevano l’ombra di un bottino, assedia Perugia con l'intenzione di impadronirsene per poi tentare l’Avventura” su Roma. Ma Zaccaria lo fa ritornare il debole sovrano che Rachi era.
Per farlo desistere dall'impresa, lo invita in pellegrinaggio a Roma con la moglie Tassia e la figlia Ratruda; Qui non si sa cosa gli abbia detto e come abbia convinto il re longobardo a desistere dalla sua impresa. Rachi abdica a favore del fratello ASTOLFO e si ritira a Montecassino come monaco benedettino; vicino ad un altro famoso fratello: Carlomanno che pure lui aveva lasciato il governo del suo territorio a Pipino per entrare in convento.
Rachi (o lo stesso papa)
trascinò nella sua vocazione anche la moglie Tassia, che and� poi a fondare un  monastero femminile.
Non c'è che dire Zaccaria ci sapeva fare!


ASTOLFO (re 749-756) - Fratello di Rachis, viene quindi posto sul trono che mantenne per 7 anni. Durante il suo regno eman� nuove leggi che differenziarono il popolo in  categorie sulla base del censo.
Cattolico, ma piuttosto ostile al Papato, oltre che riprendere l'iniziativa militare contro i bizantini, conquistando Ravenna, inizi� a minacciare Roma con un assedio, non conquistandola ma cercando di imporre un tributo. Tali azioni provocano per� l'intervento dei Franchi, il cui aiuto � stato invocato da Papa Stefano. Pipino il Breve, re dei Franchi sceso in Italia sconfigge i longobardi a Susa, poi pone l'assedio a Pavia. 

  Astolfo � costretto a restituire i territori conquistati (Pentapoli). Parte di essi, furono poi donati dai Franchi al Papa e costituiranno il primo nucleo territoriale del futuro Stato della Chiesa iniziando cos� quel Potere Temporale del Papa, che la Francia riusc� a sostenere fino al 20 settembre 1870. Ma, cosa ben pi� grave per i Longobardi, da questa alleanza del Papa con i Franchi deriver� neppure vent'anni dopo la fine del loro regno in Italia ed addirittura la loro estinzione.
Non si sa da chi sollecitato se dai longobardi o dallo stesso papa, ritorn� sul trono Rachis ma solo per pochi mesi, perch� cadde  da cavallo e mor� nel dicembre del 756), ben presto sostituito da... (vedi anno 756)

 

CONTINUA ANNO 750 > >