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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 750 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** GLI ABBASIDI DELUDONO LA RIVOLUZIONE ARABA
INIZIA UN PERIODO AUREO MA E' GIA' MINATO ALLA BASE

Le masse contadine e le correnti eretiche sciite che avevano appoggiato la rivolta degli Abbasidi e sono ora saliti al potere. iniziano ad essere deluse dalle riforme che i nuovi sovrani iniziano a varare.
Delusi e amareggiati sia nelle riforme sociali che si aspettavano prioritarie sia in quella religiosa che durante la lotta era stata presentata come la motivazione principale.
Come quasi sempre accade nelle rivoluzioni, i poveri fanno il gioco dei ricchi. Questi iniziano con le motivazioni sociali, conquistano le masse con la demagogia, poi una volta giunti al potere tornano a curare solo i propri interessi.

Tornano infatti, le vessazioni, le angherie, i soprusi di ogni genere, sulle popolazioni che contro queste prepotenze avevano lottato ritenendo responsabili di tutti i mali gli odiati Omayyadi.

Ora invece con gli Abbasidi al potere si accentua più di prima il regime assolutista teocratico dello Stato islamico; il califfo diventa perfino inaccessibile ai sudditi: viene adottato l’ampolloso e macchinoso cerimoniale di corte persiano e nasce una struttura amministrativa dello stato secondo i modelli persiani e bizantini. L'amministrazione centrale consta di una serie di uffici sottoposti alla direzione di un primo ministro, il visir (gran cancelliere immediatamente inferiore al sovrano, creato proprio dagli abbasidi).

Nelle province il califfo è rappresentato da un comandante militare, l'emiro (titolo dato ai capi militari, agli alti funzionari o ai discendenti del Profeta) un governatore civile che sovrintende alle imposte e all'amministrazione civile; mentre la cura della giustizia è affidata a un cadì (giudice unico e inappellabile).

Sembra una struttura moderna, ma non sarà sufficiente a tenere insieme l'unità politica dell'impero dalle crescenti tensioni religiose, etniche, economiche e politiche che fra breve torneranno ad essere ancora più sgretolanti di prima, perché agli elementi della fazione araba (Omayyadi) che è stata esautorata si aggiungono tutti i locali che si sentono defraudati dai diritti per i quali hanno lottato.

Inoltre con l’ascesa degli abbasidi viene anche delusa la stessa etnia dei governanti dei funzionari e di tutte quelle cariche importanti che sono state date quasi tutte a elementi di origine iranico-persiana; buona parte di loro provengono dalla Transixiana, dal Khorosan, dall'altipiano Iranico, e pochi e sempre più rari quelli di origine araba-siriana.

Insomma finito un periodo di tirannide ne iniziò un altro. A Baghdad, arriva inoltre il non riconoscimento del potere degli abbasidi, da parte della Spagna, dell'Africa settentrionale, dell' Oman, del Sind, e una parte del Khorosan. Nello stesso territorio (Iraq) viene imposto con il terrore e il sangue il califfo abbaside ai dissidenti dopo che hanno fatto undici mesi di resistenza.

 

In questo clima si apre la seconda metà del secolo, mentre all’interno dell’Islam e nelle province lontane gli ex potenti o quelli che vorrebbero diventarlo, approfittano e si accapigliano fra di loro, per crearsi il proprio califfato personale, il proprio emirato, un territorio da governare, lontano dal potere centrale che fa fatica esso stesso a mantenersi a galla nel proprio paese; e non può né ha la forza di contrastare tutte queste pressioni indipendentiste. Dell'Islam sorto a Medina è rimasto solo il nome, non sono osservati molti precetti del Corano, che non coincidono proprio per nulla con la condotta di coloro che hanno causato (e causeranno ancora) drammatiche situazioni.
Fama, denaro e successo sono forse gli ingredienti che stravolgono un popolo che ha in questo periodo in mano il paese più grande del mondo, ma che troppo in fretta è cresciuto in benessere e che inizia inesorabilmente ad andare in rovina.
Non subito, perché l’ascesa degli Abbasidi e la splendida fioritura della cultura a Baghdad procureranno al mondo arabo un periodo splendido come in nessun altro paese dell’allora mondo conosciuto. Tutta l’area araba mediterranea se ne avvantaggerà; poi più tradi perfino la stessa Europa quando tutto il mondo arabo finirà in decadenza.


Questo perché in questo periodo aureo degli abbasidi ci fu l’affermarsi ai vertici della società islamica dell’elemento iranico sul piano culturale e di quello turco a livello militare, mentre venne gradualmente attenuandosi fino quasi a estinguersi il predominio dell’arabismo. Il califfato perse il carattere patriarcale che aveva conservato sotto gli Omayyadi per avvicinarsi sempre di più con quello Abbaside all’assolutismo tipico dell’antica monarchia sasanide. Si affermò un governo essenzialmente fondato sul ricorso al reclutamento di milizie regolari direttamente legate alla persona del sovrano; si consolidò la regola della successione dinastica; si organizzò un’efficace ma assolutista centralizzazione amministrativa. Meno attenzione fu invece riservata a quelle province lontane che per circa un secolo erano rimaste legate al califfato di Damasco.


L’apice di questa vitalità culturale e della potenza abbaside coincise con i regni di al-Mansur (754-775(, di Harun ar-Rashid (786-809), di al- Mamun (813-833), epoca di relativa assenza di conflitti, di grande prosperità economica e di vivace sviluppo dell’ingegno e del sapere umano.

Ma la separazione – in questo periodo- dalla Spagna, dal Marocco, dall’Egitto, e in seguito le divisioni nello stesso califfato di Baghdad, con l’emergere dei capi turchi, solo più questi divennero i veri detentori del potere e provocarono la lenta ma inarrestabile decadenza, prima delle dinastie, poi con la definitiva invasione degli stessi Turchi, la fine del grande Islam.

 

CONTINUA ANNO 751 > >