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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 738 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** GLI ARABI CHE INVADERANNO LA SICILIA

Chiudiamo subito con la Francia: Dopo aver inflitto CARLO MARTELLO diverse sconfitte agli Arabi che scorazzavano nelle zone compiendovi razzie, gli stessi Arabi mentre lui volgeva altrove le sue mire, come abbiamo visto, nella Settimania (che non era araba ma di un duca franco ma che C.Martello voleva sottomettere, uccidere e annettersi il territorio) gli arabi tornano sui loro passi (ma sembra che si trattasse di un altro gruppo, composto di soli Berberi) e riconquistano Avignone.
Carlo Martello allestisce ancora una volta un potente esercito e muove verso Lione, poi Arles, Marsiglia, annienta gli arabi e riconquista Avignone, dove vi entra come il salvatore della Patria.

Con queste battaglia andate tutte a buon fine contro gli arabi Carlo Martello si annette tutta la Provenza e quindi lo sbocco sul mar Mediterraneo. E qui, alla luce dei fatti sembra che per C. Martello le piccole scorrerie degli Arabi, siano stati solo un bel pretesto per spingersi oltre i suoi confini e cercare di annettersi quanti più territori possibili. Ovviamente affermando ai conquistati che era per il loro bene.

A loro volta gli arabi e i berberi in Spagna, iniziano le loro lotte intestine. Da Damasco era giunto un ordine al nuovo governatore di prevenire con un severa azione la troppa indipendenza dei berberi in Spagna e come abbiamo visto anche in Francia. L’accusa era che si comportavano come dei padroni, e scorazzavano spesse volte prima o dopo che erano passati gli arabi. L'ordine era che dovevano essere ricondotti anche con la forza se necessario per costringerli ad essere solo dei subalterni. In poche parole volevano che i bottini che razziavano andassero non ai berberi ma a Damasco.

Dal Marocco partirono contingenti verso la Spagna con questo incarico, creando così questa singolare situazione che alcuni reparti di invasori berberi sia della Spagna che della Francia si dovettero guardare le spalle dagli stessi musulmani decisi a scontrarsi con questi conquistatori berberi e piegarli al loro volere e alla loro autorità.

Da Qairawan che era la sede dove partivano e si muovevano gli eserciti arabi verso la Spagna, queste nuove spedizioni permisero di insediare in Spagna i nuovi emirati governatori. In pratica toglievano ai berberi le città che da Tariq in poi i Berberi avevano conquistato in Spagna.

La città preferita sarà Siviglia, ma dopo qualche tempo tempo preferirono come sede Cordova, che sarà presto destinata a diventare per secoli la brillante residenza del califfato arabo settentrionale accorpando pure una fazione di berberi che alla fine dimenticarono sia i precedenti rancori e perfino la loro patria.
Legarono con questi arabi così bene che quando scoppiò la rivolta berbera nell'Africa settentrionale, questi berberi spagnoli combatterono a fianco degli arabi per ricacciare all’interno i loro connazionali che volevano pure oltrepassare lo stretto di Gibilterra per fare anch'essi le loro personali conquiste nella penisola iberica.

Ma arrivavano troppo tardi, per loro non c'era più posto, in Spagna sia berberi che arabi dopo essersi dilaniati per avere la supremazia avevano deciso di unirsi e cooperare, o in certi casi decisero quali territori spartirsi. A quel punto i berberi-spagnoli non avevano più nulla a che fare con i loro fratelli berberi-marocchini, come del resto non avevano più nulla a che fare gli arabi-spagnoli con la loro terra d'origine. I loro figli e nipoti per diverse generazioni, nacquero e morirono in Spagna.
Quelli rimasti in Marocco erano a casa loro sul proprio territorio ma erano sudditi di un califfato arabo, mentre quelli in Spagna erano quelli che insieme agli arabi avevano conquistato una terra straniera e che ora apparteneva a loro; si erano divisi ricchezze e territori che non volevano più dividere con nessuno, nemmeno con quelli della stessa etnia.
(qualcosa del genere accadde mille anni dopo in America; ci furono i figli e nipoti che andarono a combattere padri e zii partiti anni prima per il Nuovo Continente)

In queste dispute sorse qualche tempo dopo, anche un terzo stato indipendente, che ebbe molto importanza per il territorio italiano. Un discendente di Ali, IDRIS, fuggito dagli Abbasidi, creò nel 788 un suo regno personale, che nato piccolissimo presto si estese verso oriente oltre la città di Tlemcen. Questo gruppo con questo abile capo, presto si distinse dalle altre dinastie proprio col nome del suo condottiero, IDRISITI, che andò a fondare il primo stato scita in Occidente.

Solo verso questa data 788-795 le rimanenti province del Maghreb, dopo la scissione Spagna-Marocco e la presa del potere a Baghdad degli Abbasidi (fu questa la scissione più macroscopica) iniziarono pure gli IDRISITI a divenire indipendenti. Le continue discordie fra i capi arabi causati da quella scissione nella loro terra d'origine a opera degli arabi persiani, che sfuggivano ormai ad ogni controllo che inviava Damasco, permetteva a ognuno di fondarsi come abbiamo già visto, un piccolo suo stato.
Uno di questi un certo AGHLAB, che era nato e cresciuto in Africa con suo padre, che aveva a suo tempo conquistato per gli Arabi il Mzab (odierna Tunisia) si mise a capo di un gruppo che in poco tempo andò a instaurare una autorità che in quel territorio forse occorreva proprio, essendo piombato nell’anarchia totale.

Divenuto potente AGHLAB chiese a Damasco di essere riconosciuto come emiro del territorio, trasformato in stato indipendente; avanzò la richiesta della investitura ereditaria in compenso di un tributo annuale; e promise la solita menzione del nome del califfo nelle preghiere e la sua effige sulle monete. Il che significava quasi la completa indipendenza da Damasco (poi da Baghdad).
Ebbe così inizio la dinastia degli AGHLABITI di Qairawan, che diede all'Africa una serie di abili governatori ma alcune volte ne espresse anche inetti.

Ma la cosa più importante fu che questo piccolo Stato divenne molto potente per aver concentrato molti sforzi nel dotarsi di una consistente forza navale nei propri porti, così potente che toccò a loro condurre in seguito l'espansione dell'Islam nell'Europa centrale e fra queste conquiste la Sicilia, dove gli arabi vi rimasero poi per due secoli.
Gli Aghlabiti non è che durarono molto, pure loro furono in seguito dilaniati da lotte intestine ed ebbero la meglio nel x secolo quelli della dinastia dei Fatimiti.

Ci furono sommosse fra Berberi e Arabi sia in Spagna che nello stesso Marocco ma furono sempre due cose ben distinte e separate dallo stretto di Gibilterra, come se fossero due nazioni indipendenti, anche se entrambe i due territori diventarono islamizzati come religione e cultura.

 

*** GERMANIA - Il monaco BONIFACIO, nel Wessex, organizza la Chiesa di Germania collegandola a Roma.

 

CONTINUA ANNO 739 > >