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CRONOLOGIA

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PERIODI STORICI
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ANNO 731 d.C..

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

LA BATTAGLIA DI POITIERS

(vedi BATTAGLIA DI POITIERS)

Dopo l'uccisione del generale Ambessa, che ABD ar RAHMAN considera un traditore della causa araba (che poi non era politica, né di conquiste territoriali, ma solo libertà di fare razzie in Francia) l'emiro alla testa del suo esercito vuole impossessarsi del territorio di ODDONE, l'Aquitania.
Attacca sulla Garonne, incendia la città di Bordeaux, per tre mesi fa razzie in tutte le città dell'Aquitania seminando il terrore, fino ad arrivare a minacciare Tours, la capitale, una delle più belle città del territorio, ricca e produttiva, con i suoi vigneti di origine romana, centro culturale di tutto il paese, con la piana della Loira fertile e popolata. Presa Tours, Orleans è vicina e dopo questa i confini dell'Austrasia, con poco lontano la sua capitale Parigi. Qui qualcuno già tremava temendo una invasione saracena.

Oddone disperato pur non essendo in buoni rapporti con Carlo Martello che solo l'anno precedente ha combattuto contro di lui tre battaglie, lo invita a intervenire, prospettandogli l'incombente pericolo che sta correndo ora la stessa Parigi. E Carlo non rimase insensibile considerando abbastanza seria questa eventualità, quindi rinforzato il suo esercito marciò fino alla piana di Poitiers, dove affrontò gli arabi.

 

In questa occasione emerse chiaramente la superiorità organizzativa e il temperamento dei guerrieri franchi rispetto a quello degli arabi, che disponevano sole di una cavalleria leggera, e per di più con un personale dall’aspetto fisico, racconta uno storico, quasi ridicolo.
Carlo Martello aveva schierato il fior fiore della sua forza militare, teutoni imponenti e possenti nel loro fisico, saldi come rocce sui loro cavalli; gli avversari invece erano piccoli, con una disciplina di attacco che andava bene per una scorreria ma non per una battaglia fatta di strategia militare, cosa che i franchi conoscevano alla perfezione.
Ed infatti, non erano uomini preparati per una battaglia, ma erano solo uomini che volevano fare la solita scorreria, una delle tante. Non era un esercito moderno ma formati da contingenti spesso rivali fra di loro (berberi e arabi) che si erano raccolti intorno a un capo che le razzie le sapeva fare.

Lo storico racconta che qualche teutone, una volta catturato un arabo, lo tramortiva con una grande manata che lo faceva ruzzolare per terra tramortito.
Ma il colpo di grazia agli arabi non arrivò né dai maneschi teutoni né per aver perso lo scontro; arrivò invece con la morte accidentale sul campo dello stesso emiro, senza che della dipartita nulla sapessero i franchi.
I due eserciti si erano schierati con cura, ma per 7 giorni stettero fermi a guardarsi; l�emiro Abd el-Raham cerc� di provocare i Franchi all�attacco nella speranza che la compatta fanteria franca si sarebbe scomposta dando buon gioco alla cavalleria dei Mori. Ma Carlo non si mosse: probabilmente furono invece i contingenti berberi, indisciplinati e avidi di bottino che alla fine attaccarono iniziando la battaglia. Nell'indisciplina conclusero poco, ma nemmeno terminò con una disfatta dei musulmani.


Ripresa la battaglia il giorno dopo, per sferrare l'attacco decisivo, i francesi si trovarono di fronte il campo dell'esercito arabo vuoto; in fuga già dalle prime ore della notte, gli arabi avevano abbandonato il campo di battaglia, cercando di mettere almeno in salvo il bottino che nelle precedenti razzie avevano già accumulato e che come al solito si portavano dietro fino alla fine del "tour".

Lo abbiamo già detto questa battaglia è spesso presentata come un evento di primaria importanza nella storia europea: si afferma che arrestò la penetrazione dell'islam nell'Europa occidentale oltre che aver salvare la religione cristiana dall’invasione musulmana.
Ma in realtà, salvo le scaramucce dei giorni prima, questa battaglia è solo frutto della fantasia romanzata. Quel giorno non ci fu nemmeno battaglia, perché dei nemici non c’era nemmeno l’ombra.

 

Gli arabi intrapresero ancora alcune spedizioni di cui però sappiamo ben poco; alcuni gruppi occuparono per esempio Arles e Barbona; finché non furono allontanati definitivamente con i successivi interventi di Carlo Martello e Pipino.
Ma in alcune di queste imprese sporadiche i musulmani figurarono come alleati dei grandi signori francesi della Francia meridionale che avevano chiesto il loro aiuto per arrestare l'avanzata di Carlo Martello, temendo l’ambiziosa supremazia del re franco nei loro territori.

Nonostante questi interventi sollecitati dagli stessi francesi contro quello che temevano diventasse troppo potente, nel 759 gli arabi spontaneamente abbandonarono le loro ultime basi a nord dei Pirenei a Pipino. L'assalto dei saraceni era stato dunque fermata con la battaglia di Poitiers, ma solo apparentemente, poiché quella non era una invasione, ma solo una scorreria occasionale, che fu sì arrestata, ma fu fatta passare come la vittoria di una grande battaglia; in una guerra che dagli arabi non era stata mai dichiarata. Solamente secoli dopo l'impresa di Carlo Martello la battaglia fu assimilata a una "Crociata"..

 

Ricordiamoci che l' avanzata in Spagna era stata permessa dall'apporto dei Berberi, che per pura coincidenza e con tanta fortuna dalla loro parte, si erano spinti al di la' dei loro confini con i risultati che abbiamo visto: la scesa in campo degli stessi Arabi, tutti avventurieri, senza una unità politica ben precisa, anzi furono proprio queste conquiste temporanee, piuttosto facili, che accelerarono prima l'antagonismo fra berberi e arabi, e che poi divennero fatali per gli stessi arabi, perché causarono discordie insanabili, e che contemporaneamente con quelle avvenute in oriente fra Qais e Kalb riuscirono a spezzare la compattezza e l'unità araba fino allora prevalente (la rottura di questa compattezza permetterà pure la grande avanzata saracena in Sicilia).

Spiegate dunque le circostanze, l'espansione dei musulmani si arrestò per ragioni interne e non bisogna quindi esagerare le conseguenze della battaglia di Tours o Poitiers. Quello era solo un saccheggio e mai si sarebbe tramutata in una occupazione permanente della Gallia; non avevano gli arabi né uomini a sufficienza, né mezzi, quindi non avevano ambizioni di conquiste territoriali.

Ben diversa sarebbe stata invece la sorte di Costantinopoli se all'attacco massiccio degli arabi la città invece di resistere avesse capitolato. A Bisanzio, quell’attacco non fu una comune e banale razzia alla città, ma vi era in gioco la storia dell'oriente; una storia che sarebbe profondamente cambiata se gli arabi avessero espugnato quella fortezza.

La conseguenza sarebbe stata fatale e lo dimostrò poi la storia: quando nel 1453 quelle mura caddero ad un altro tipo di invasione, quella degli ottomani, questi vi rimasero fino al 1920, fondando un loro impero che durò 467 anni.

 

CONTINUA ANNO 732 > >