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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICi
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 637 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** GLI ARABI INVADONO LA PERSIA
*** INIZIANO LE LOTTE INTESTINE

*** ARABI -  Dopo aver conquistato l'intera Siria, con i generali che hanno anche ricevuto notevoli rinforzi da Medina e dalla Mecca, l'esercito Arabo si appresta ad attaccare la capitale della Persia, Ctesifonte, sede del palazzo reale, . 

All'inizio assediano la grande e florida citt� di Al Hira. Questa citt� era ben fortificata, aveva ottime piantagioni, terreni ricchi e fertili con ogni tipo di colture, che era poi la ricchezza del territorio e la fonte di benessere della popolazione. Gli abitanti avrebbero voluto resistere, ma poi di fronte alla prospettiva delle distruzione delle piantagioni o della citt�, vollero venire a patti. Si videro chiedere 60.00 dirham, che per loro ricchi proprietari era una somma irrisoria che misero subito assieme per essere lasciati subito in pace; cosa che avvenne senza ulteriori problemi. 
Questo particolare ci fa pensare che o che gli Arabi non davano ancora molta importanza al denaro contante e alla sua quantit�, o che gli arabi non conoscessero ancora il valore dello stesso, abituati da secoli alla economia del baratto in ogni loro transizione commerciale (non dimentichiamo che non esiste neppure una vera e propria scrittura, e che le precedenti tasse imposte alle prime trib� federate consistevano sostanzialmente solo versamenti fatti in merci).
Del resto la finalit� degli islamici  non era la distruzione dei nemici, bens� la loro sottomissione al volere di Allah. Soprattutto quando videro per la prima volta campi coltivati che si estendevano fino all'orizzonte, irrigati da corsi d'acqua di enorme portata.
Sappiamo che Khaled Ibn Walid non nascose il suo stupore e se ne venne fuori con una frase significativa: "Per Allah -esclam�- se gi� non combattessimo per una fede, dovremmo conquistare questo paese solo per quanto � benedetto il suo suolo".

Appena risolta la questione venale ad Al Hira, gli arabi procedettero verso la citt� di Selucia, l'assediano, la conquistano e la lasciano in pace allo stesso modo con il versamento di una somma; infine arrivano come dei fulmini sulla capitale Ctesifone, anche questa  la conquistano  senza perdita di vita umane n� spargimento di sangue. 
Il bottino fu ancora pi� ricco che in Siria. Ricchezze immense. Ricordiamo un tappeto lungo cento metri e largo venti, e ci vollero ottanta cammelli per trasportarlo tutto intero su un percorso di duemila chilometri.

Conquistata Ctesifone, l'ultimo re persiano YAZDAGART fugge verso la Media; l'Impero Persiano � definitivamente finito. (GLI EVENTI E LA BATTAGLIA SONO RIPORTATI QUI >)
L'ultimo combattimento si svolge a Gialula, che apre agli Arabi  l'accesso ai passi del monte Zagros, che sono poi le porte per entrare in Iran.
Sono passati solo quattro anni dalla morte di Maometto e l'intera Persia e l'intera Siria sono in mano Araba, cosa che non era riuscito a tutti gli eserciti bizantini che erano formati alle volte anche da 80.000-100.000 uomini. Un mistero ? mica tanto.

Gli arabi che hanno invaso questo impero non � una forza di un'orda solo tribale, ma una forza ben organizzata, di cui fanno parte personaggi che hanno acquisito capacit� ed esperienze militari al servizio degli stessi imperi bizantini e persiani quand'erano asserviti.
Inoltre possiedono una logistica tutta personale: l'uso massiccio dei cammelli per i trasporti, che li avvantaggia in queste campagne su vaste aree. I cavalli sono preziosi per gli attacchi, ma sono ancora pi� preziosi i cammelli che creano lungo il percorso delle vere e proprie basi. In pratica hanno sempre alle spalle delle vere e proprie "citt�" che sono fondate, o spostate in pochi giorni a secondo le necessit� e alla strategia.

E' certo che dopo queste imprese, la supremazia di Medina se doveva essere rivolta inizialmente e ideologicamente solo al territorio arabo dei meccani, non lo �  pi� da questo momento, perch� ora l'attenzione dei seguaci di Maometto non � pi� rivolta a questi miseri territori, dove vivono trib� arabe diverse in patetiche lotte, dinastie mercantili in altrettante lotte, importanti trib� nomade (ma legate a quelli della Mecca), o pseudoregni tribali di ogni tipo spesso sempre in collisione fra di loro per qualche piantagione di datteri o per un'oasi che ha un pozzo d'acqua. 
Dopo aver visto il Tigri e l'Eufrate, il loro deserto � ancora pi� deserto. 

Con una trasformazione cos� improvvisa, con il potere in mano a questi nuovi gruppi creati dal Profeta, e che ora dominano, quelli del vecchio potere ora si fanno avanti. Compresi quelli che inizialmente avevano tentato di rovesciare la prima comunit� medinese. Cio� i  convertiti (opportunisti) dell'ultima ora, ma che ora avanzano le pretese di essere non solo i discendenti di un antico e onorevole lignaggio (perfino gli stessi parenti di Maometto lottano fra di loro) ma che pretendono pure di eliminare le mescolanze plebee. Pretese che rinsaldarono la coesione delle due elite dominanti alla Mecca, che volevano una separazione da quella nata a Medina, e che secondo loro non aveva tale lignaggio n� storia. Gelosie insomma.

L' invasione araba nel mondo persiano e bizantino, conquistato dai medinesi  non � pi� solo una questione territoriale legata al carattere religioso, ma � ora una questione  economica-politica che crea avidit� e brama di potere; una "faccenda" che la vecchia �lite vuole fare propria e guidare. Perch� tradizionalmente -dicono con arroganza gli appartenenti alla casta- � pi� dotata di capacit� politiche e militari.
 
Una  "faccenda" che fa passare  il carattere religioso a un ruolo secondario. Del resto Maometto alla sua morte non aveva ancora del tutto pacificato i vari gruppi che con lui all'inizio si erano impegnati contro la Mecca. N� aveva appianato i contrasti dentro la grande elite dei meccani schierati pro (per opportunismo) o (per cecit�) contro Maometto.
Infatti subito dopo la sua morte, e dopo questi primi successi, gi� troviamo fra gli alleati di Medina il risorgere di atavici attriti, antipatie, gelosie; c'� il ritorno di schieramenti reciprocamente ostili e che presto rivendicheranno ciascuno il diritto di assumere il comando delle operazioni militari o il dominio delle nuove conquiste, che il profeta aveva solo immaginato, forse solo profetizzato, ma non certo a cos� breve termine e con una simile forza offensiva che ora sta compiendo reali miracoli. Anzi prima di morire Maometto aveva perfino temuto una disgregazione; non certo credeva di aver creato a Medina una monolitica forza come quella che ora sta ora operando.
 
Abu Bakr il primo successore di Maometto aveva cercato di reprimere subito questi contrasti minacciando con la spada. Ma era durato il suo califfato solo due anni.
Con la sua morte e con Omar califfo le cose per� cambiano, ma non in meglio. Omar inizia a creare un sistema di ricompense per coloro che avessero combattuto per la causa dell'Islam, regolato a seconda delle priorit� nella conversione e nel servizio, e questo sistema fece nascere le prime tensioni tra i membri ricchi della vecchia e nuova elite; e non solo alla Mecca ma nella stessa Medina. Questi ultimi guardavano con sospetto i primi, e i primi cercarono di consolidare il loro antico potere sui secondi. 

Non dimentichiamo come Abu Bakr prese il potere alla morte di Maometto:
Omar fiutata la critica situazione si era fatto da parte e aveva nominato Abu Bakr, dando l'impressione di rinunciare alla reggenza. Che and� in mano non a un vero e proprio uomo politico ma solo a un fedele della prima ora e perch� possedeva il carisma di vecchio saggio. Non era n� un capo, n� un generale, e rispolverando dai vecchi papiri egiziani, Omar sugger� astutamente di nominarlo  KHALIFA, ("successore del sacerdote capo del tempio"), cio� "Capo dei Fedeli". quindi non era una elezione politica (che era quella che occorreva in quel momento), n� tanto meno fu una elezione democratica; infatti la sua elezione lasci� molti perplessi, meno chi aveva architettato questa nomina religiosa (che palesemente lasciava in sospeso quella politica in un momento molto critico).

Abu Bakr assunse questa carica, ma i parenti di Maometto non erano contenti, lo stesso ALI, cugino di Maometto e marito della figlia del profeta FATIMA, impegnato a stare attorno al cadavere del suocero si fece estromettere dalle decisioni e con lui tutti i suoi parenti, che non erano pochi.
Perfino i parenti dello zio Abbas rimasero spodestati (rispuntarono poi i discendenti solo nel 749, creando la migliore dinastia (Abbasidi) che diede il massimo splendore alla civilt� islamica araba con Baghdad capitale).
 
Insomma da quel momento iniziarono le rivendicazioni, che diventeranno vere e proprie lotte intestine dando l'avvio alle prime guerre civili all'interno della comunit�; chiamate ridde, tutte dovute alle apostasie verso la religione lasciata dal profeta. Molti dopo la morte di Maometto si ritennero sciolti da ogni contratto con lui fatto, e quelle che non avevano addirittura fatto nulla o si erano mantenute estranee, ritennero di poter agire come avevano sempre fatto, di proseguire le ostilit� con la spada in mano; nonostante i grandi successi e le enorme ricchezze che si stavano accumulando nei forzieri.

Maometto in realt� non aveva unificato l'Arabia, n� tanto meno aveva prima di morire  convertito tutto il paese; e senza andare troppo lontano, non aveva convertito alla sua fede neppure la vicina Higiaz che politicamente era unita a Medina e alla Mecca pi� dall'interesse che non da una legame religioso. E con Higiaz  non si erano unite pure le trib� centrali di Ghatafan, di Bahila, di Tayyi, di Asad, che si erano tutte legate a Medina in un modo accomodante; cos� con quelli della zona cristiana di Yamama, Maometto non aveva stipulato da vivo nessun formale contratto, n� aveva trattato con le trib� singole che erano gi� politicamente da tempo unite fra di loro.

Quello che invece Maometto aveva creato nella sua Medina, andando forse al di l� delle sue pi� rosee speranze, era un buon esercito affidato a dei validi generali che nonostante l'esiguo numero di uomini potevano contare su validissimi soldati, che in guerra  con un vero e sincero attaccamento al profeta  moltiplicavano le loro energie, su territori o davanti a eserciti che nella storia  militare erano considerati imprendibili e invincibili. 

Morto Abu Bakr, anche Omar che sembrava offrire la speranza di riconciliare le fazioni, dal momento che apparteneva al nucleo pi� esclusivo dei Quarayshiti della Mecca, non ebbe vita facile, fin quando nel 644 fu assassinato, e da un ristretto gruppo di appartenenti alla trib� dei Qurays fu scelto il terzo califfo OTHMAN ibn Affan, che a sua volta nel 656 fu ucciso in una ribellione proprio a Medina. Gli succedette ALI (genero di Maometto, e marito di Fatima sua figlia). Ma  anche lui fin� assassinato nel 661, quando si scontr� con il potente  MU'AWYA (ibn Abi Sufyan), parente stretto di Othman.

 Evento che segn� la fine di una fase e l'inizio di un'altra. 

La carica di califfo fu praticamente ereditaria di questa famiglia nota come i Banu Umayya, che diede vita alla dinastia Umayyadi.
Le generazioni successive accusarono gli Umayyadi di essere non pi� spinti al bene della religione (come i primi quattro califfi), ma che spinti dal proprio interesse avevano introdotto un governo mirato ai fini terreni.
Del resto gli Umayyadi si trovarono a dover affrontare i grossi problemi della governabilit� di un grande impero e finirono di conseguenza coinvolti nei compromessi del potere, non molto graditi agli oppositori che non aspettavano altro per riprendere la lotta.
Gli Umayyadi, da capi trib� arabi qual'erano, finirono per modellarsi a uno stile di vita che ricalcava quello dei sovrani persiani e gli imperatori bizantini. Le famiglie pi� eminenti della Mecca e di Medina cessarono di avere un ruolo importante, anche perch� la capitale dei califfi Umayyadi venne poi trasferita nella ricca Damasco. 

 OTHMAN (Uthman ibn Affan)  era membro di una ricca famiglia degli Umayyadi della Mecca che, lo abbiamo gi� accennato, nei primi anni di lotta di Maometto avevano sempre avversato il Profeta. La nomina di Othman apr� cos� una profonda spaccatura  all'interno della comunit� musulmana; ed anche Othman morir� assassinato come gli altri, non prima di aver fondato la dinastia omonima a Damasco.
 ALI' (deciso a rivendicare la successione) a sua volta prima di lui aveva creato i suoi seguaci  noti come  SCIITI (da Shi'at 'Ali, "Partito di Al�) o "partigiani" di Al�.

E pi� tardi -nel 749, da un altro ramo della famiglia del Profeta, i discendenti di suo zio ABBAS, dopo aver eliminato l'ultimo della dinastia degli Umayyadi,  diedero vita alla dinastia degli ABBASIDI con al centro del loro splendido impero la citt� di Baghdad, fin quando vennero assorbiti prima dai Turchi (1258) poi travolti dai Mongoli (1401).

 Abbiamo anticipato la fine dell'Islam, ma la storia dell'Islam deve ancora tutta iniziare, e la conquista dell'impero pure.
La ricca cronaca � nei successivi anni che seguono.

Bibliografia:
Storia dei popoli Arabi, da Maometto ai nostri giorni
di Albert Hourani, Mondadori 1992
Maometto di Gerhard Konzelmann, Bompiani, 1983
Storia della letteratura araba, Francesco Gabrieli, Nuova Accademia Editrice, 1956

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