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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 528 d.C.

( QUI riassunto dell'intero periodo ( di Amalasunta ) dal 526 al 536 ) >

*** I LONGOBARDI SI MUOVONO
*** GIUSTINIANO FA CANTARE

Fin dal 100-110 i Longobardi risiedevano lungo il basso corso dell'Elba (nell'Alto corso c'erano i Sassoni che in questi anni 500-600 stanno invadendo l'Inghilterra). Poi si erano poi spostati ripetutamente verso sud, cedendo alla pressione di altri popoli in movimento (quelli degli Avari ancora vaganti a nord del mar d'Azov) e proprio quest'anno dopo vari altri insediamenti, si trasferiscono in massa in Moravia, nel Marchfeld (Da Vienna a Praga) e in Pannonia (l'attuale Ungheria intorno a Budapest). Qui piccoli gruppi ma anche intere trib� di barbari gi� erano divenuti federati dell'impero romano e custodi dei confine dalle orde di Unni.

(VEDI QUI L'INTERA STORIA DEI LONGOBARDI)

La maggior parte delle notizie che abbiamo sui Longobardi, alcune tra le quali spesso contestate dagli storici, sono dovute a Paolo Varnefrido, detto Paolo Diacono (n. 720 ca.). Egli studio' a Pavia con Flaviano, alla corte di Rachis. Si ritiro' nell'Abbazia di Montecassino e compose, tra il 787 e il 799, la "Historia Langobardorum", alla quale, senza pretese critiche e accademiche, anche noi abbiamo attinto nella stesura di queste pagine.

Paolo Varnefrido, poi piu' semplicemente chiamato Paolo Diacono, fonte principe delle notizie su questo popolo, del quale faceva parte, ci rimanda a sedi ancora piu' lontane e forse leggendarie, sulla loro origine, come la Penisola scandinava, e all'antico nome di Winnili (guerrieri).
Dalla Scandinavia i Longobardi sarebbero scesi a sud, risalendo il corso dell'Elba e dell'Oder, sotto la guida dei loro capi tribu'. Il loro primo re fu Agilmondo, sorpreso e ucciso in un attacco notturno dei Bulgari, che ne rapirono la figlia. A lui successe, sempre secondo il Diacono, Lamissione.

I Longobardi si stanziarono poi nel Norico e infine, come abbiamo visto, in Pannonia, subentrando ai Goti di Teodorico, fin dai primi anni del 500 scesi in Italia. 
Viene data come probabile che la loro migrazione sia dovuta alla spinta delle popolazioni unne verso occidente. Entrarono pertanto in contatto prima con i Rugi nel 488, poi con gli Eruli, che sconfissero nell'anno 512

 Poi ci fu uno scontro coi Gepidi, non proprio disastroso per entrambi, al punto che re Vacone spos� Austrigosa, figlia del loro re. Fu in quegli anni che probabilmente, a contatto con quelle popolazioni ariane (gli ostrogoti di Teodorico nel Norico e in Pannonia), i Longobardi abbracciarono anch'essi l'arianesimo. I rapporti con i Gepidi per� si fecero -nonostante il matrimonio- via via pi� tesi, fino a sfociare nella guerra. Ildeoco, in contesa con Vacone, quale re dei Longobardi, si era rifugiato presso i Gepidi  che furono per� sconfitti (lo scorso anno, 527) dai Longobardi, che da questo momento iniziano ad avere migliori contatti con gli Avari, facendo persino qualche alleanza.

I Longobardi iniziano a diventare padroni del territorio compreso tra la Sava e la Drava, che mette in contatto l'Europa orientale con quella centrale e si affaccia all'Adriatico e all'Italia. 

Giova ricordare che lo spazio racchiuso tra quei due fiumi � stato considerato sempre una zona di grande rilevanza strategica, da parte di possibili attaccanti e di potenziali attaccati, fino alla seconda meta' del XX secolo.

Possiamo gi� anticipare che quest'alleanza con gli Avari fu tuttavia di breve durata.
Il dominio longobardo nella regione seguit� ad essere costantemente insidiato appunto dagli Avati e nuovamente dai Gepidi che iniziarono pure ad allearsi tra di loro. 
Fu certamente anche questa una delle cause che indussero i Longobardi a muovere poi verso l'Italia.
Oppure (dato che scelsero un giorno particolare)  forse fecero un patto chiaro. Si portarono via tutto il bestiame e lasciarono il territorio.

Narra Paolo Diacono: Habitaverunt autem in Pannonia annis quadraginta duobus. De qua egressi sunt mense Aprili, per indictionem primam alio die post sanctum pascha, cuius festivitas eo anno iuxta calculi rationem ipsis Kalendis Aprilibus fuit, cum iam a Domini incarnatione anni quingenti sexaginta octo essent evoluti. (Erano rimasti in Pannonia per quarantadue anni. La lasciarono il giorno dopo la Pasqua, che in quell'anno, secondo il calcolo, era caduta il...
 1 aprile, nell'anno 568 

Ci arriveremo a suo tempo a questo grande esodo.

Naturalmente soggiornando da quelle parti  i Longobardi avevano imparato a conoscere dai romani il loro sistema di vita progredito, ed avevano un unico desiderio, quello di divenire un giorno membri di quella ricca e civilizzata comunit�, con le sue belle citt�, i campi fertili, gli uomini ricchi di cui avevano sentito molto parlare. Nel corso di questi anni (piuttosto caotici dopo la scomparsa di Teodorico e l'espulsione dei barbari ariani e le guerre bizantine) visto che erano vicini, ne sentirono parlare ancora di pi�. Facendo pure qualche "visita" (razzia) nella Pianura Padana.

A contribuire a queste conoscenze ci si misero anche i Bizantini. Infatti du
rante la campagna di guerra in Italia condotta da Narsete, generale bizantino, erano stati reclutati nell'armata bizantina 2500 guerrieri longobardi, che si distinsero poi per valore e ferocia. Coloro che rientrarono alle proprie sedi in Pannonia avevano bene impresse in mente tutte le caratteristiche dell'Italia, cos� ricca di campi coltivati e coltivabili, di citt� fiorenti, e allo stesso tempo cos� indifesa e quindi facile da conquistare.

Gi� da alcuni anni, gruppi sparsi  avevano preso l'abitudine di attraversare il Danubio; quella orribile riga tracciata dai romani quasi 750 anni prima e che nessuno e ancora mai riuscito a valicare senza essere nuovamente respinto indietro. Un confine fra i due mondi germano-romano che � stato e sar� al centro dell' attenzione per altri 1500 anni. 

I LONGOBARDI in Pannonia nei loro nuovi insediamenti avevano dato quest'anno anche asilo ad alcuni esuli ostrogoti  e agli scismatici non graditi a Roma e Ravenna dopo l'ultimo editto di Giustino. Costoro si stabilirono da queste parti con ottimi rapporti che servirono agli stessi Longobardi per apprendere qualcosa dell'Italia; della sua cultura, della sua civilt�, del suo esercito, delle sue leggi

Avevano anche una loro legge, che consideravano pari l' uomo libero e il liberto; consentivano anche le unioni fra di loro, con schiavi e schiave, o con ostrogoti-romani. Non rari neppure i matrimoni tra longobardi e donne del vicino impero. E poich� i longobardi fino a quest'anno erano una piccola minoranza in questo territorio, questi matrimoni misti incisero sensibilmente come etnia, ma abbastanza come cultura se lo sposo o la sposa venivano dall'Italia.

Comunque con queste sporadiche unioni, o il contatto con i romani al confine, indubbiamente apprendevano qualcosa della civilt� romana, e anche (come abbiamo visto, con i Bizantini) cosa c'era oltre il valico. Oltre che le tradizioni culturali, appresero anche la stessa lingua, che inizialmente germanico-barbara inizi� a trasformarsi (pur con qualche termine del loro idioma -che rimase e sono ancora oggi dentro la lingua italiana) in latino volgare, che era poi l'unica lingua scritta usata non soltanto per la stesura delle leggi ma anche per tutti i documenti stilati dagli ecclesiastici romani su formule anch'esse romane. Tutte in latino sono infatti i pi� antichi scritti sulla storia e le tradizioni longobarde. Ne riparleremo. 

La novit� di quest'anno � quindi che parecchi di loro, si sono trasferiti una parte in Moravia (tra Praga e Vienna) al comando di WACHO, e una parte nella Pannonia che abbiamo citato sopra, al comando di AUDOINO. 
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*** GIUSTINIANO FA CANTARE

*** Una singolare disposizione bizantina a Costantinopoli. Allo scopo di intensificare la vita religiosa del cristianesimo, l'imperatore d'oriente Giustiniano emette un decreto (per il momento solo imposto ai monaci) con l'obbligo di cantare nei tre Uffici principali; il Mattutino, le Lodi e il Vespro.

CONTINUA ANNO 529 >