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CRONOLOGIA

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ANNO 499 d.C.

( QUI riassunto dell'intero periodo ( di Teodorico ) dal 493 al 526 ) >

*** GLI INETTI EREDI DI GENSERICO IL VANDALO
*** IL REGNO D'AFRICA IN DISFACIMENTO

Dopo la scomparsa del grande re Vandalo, la successione era passata a UNERICO, poi era salito sul trono il fratello GUNTAMONDO, scomparso anche lui quest'anno gli succede l'ultimo dei fratelli, TRASAMONDO. Tutti figli di GENSERICO il Vandalo che abbiamo conosciuto re e dominatore di tutte le coste del basso Mediterraneo per ben 48 anni, assistendo cos� a dozzine di successioni di imperatori grandi, piccoli e alcuni anche bambocci.
 Lo abbiamo conosciuto Genserico nelle sue gesta, nelle sue bizzarrie, nella sua umanit�. Che avesse degli indiscutibili meriti in campo militare, lo troviamo tale riconoscimento presso tutti i suoi contemporanei, anche se pi� severamente si deve giudicare il suo operato politico di uomo di governo, monarca di un grande regno.

Si dice che uno stato cos� eterogeneo come quello che lui si era creato, fondato dal nulla e che era riuscito a mantenere in tutti quegli anni, cosa che non era mai accaduto in cinque secoli a nessuno, conteneva in s� fin dalla nascita il germe della decadenza e della distruzione. 

Tenendo sempre separati i vari gruppi etnici GENSERICO precluse loro la possibilit� di amalgamarsi.  Queste unioni che nell'arco di un paio di generazioni sono possibili (e Genserico regn� cinquant'anni)  sono i presupposti per la costituzione di un forte organismo politico. E una integrazione per giungere a questi obiettivi, in quel periodo era ancora fattibile. Tanto pi� che Genserico in Africa non venne mai disturbato n� dai romani n� dai bizantini.

 Ci stanno riuscendo in questi anni i Franchi, che stanno con Clodoveo creando la Francia; fra non molto ci riusciranno anche i Germani a crearsi il loro regno; ci sono gi� riusciti gli Angli e i Sassoni che possiamo gi� fin da quest'anno considerare un popolo unito e indipendente con una unit� gi� consolidata e con una coscienza gi� nazionale. 
Costantinopoli che era subentrata al periodo di dominazione romana in Africa, pi� che influenzare con la sua cultura le ex province romane, con il suo "bizantismo" imperiale essenzialmente di facciata (la sua cultura era tutta qui), completamente diverso da quello romano, al capo vandalo con i compromessi fatti (temendolo) aveva s� dato una certa tranquillit� all'Africa, ma nello stesso tempo l'aveva fatta uscire da quel circolo romano-latino che da alcuni secoli cultura latina e diritto romano queste province stava gi� infuenzando. In alcuni casi come in Libia e in Egitto, Roma aveva fatto tornare questi due paesi all'antico splendore di un tempo.

 Una dominazione barbara era quella a sud nel basso Mediterraneo, e dominazione barbara era quella a nord dell'Italia al di l� delle Alpi. Eppure questi primi autonomi regni romano-barbarici, pur smembrandosi  dall'autorit� imperiale romana, come abbiamo visto finora e vedremo in seguito, non si sono proprio per nulla distaccati dal mondo latino, ma ne hanno preso il modello; come cultura, leggi, religione. Conserveranno ognuno le proprie tradizioni, ma il passaggio degli eserciti e i castri di Cesare, Druso, Marco Aurelio ecc. hanno lasciato e dato l'imprinting latino-romano a tutta l'Europa, .
 
Influenze che per alcuni secoli resteranno latenti, ma all'uscita dal basso Medioevo, chi pi� chi meno, scopriremo - malgrado le tante questioni dinastiche di alcuni potenti che hanno fatto scempio dei confini- che sono questi popoli  tutti uniti nell'umanesimo sorto nella penisola italica, nella cultura rinascimentale, poi in quella illuministica, mercantile e fino alla rivoluzione industriale. A questi Paesi vicini o lontani, era rimasta indubbiamente la "romanit� e la latinit�". E anche se ostinatamente l'avevano rifiutata, da Roma avevano mutuato la civilt�.

Invece le province Africane pur quasi tutte pi� vicine rispetto alle altre al bacino dell'influenza latino-romano, non riuscirono, nonostante quelle comunicazioni che la tecnologia navale via via rendeva sempre pi� possibili e anche sempre pi� facili, a raccogliere alcune di quelle preziose eredit� che Roma aveva gi� iniziato nell'opposta riva del  suo "lago" (qual'era allora il Mediterraneo) a far approdare e riversare da pi� di sei secoli.

Abbiamo aperto con i tre figli di GENSERICO perch� sono passati soli pochi anni dalla sua morte. In due decenni si sono succeduti al trono ben tre suoi figli,  ma nessuno � riuscito a fare un solo passo in avanti nella politica delle buone relazioni con i confinanti; si sono intromessi persino nelle dispute religiose di cui non capivano proprio nulla. Eppure tutti e tre i fratelli, sul territorio -causando delle ulteriori lacerazioni- hanno dato inizio a persecuzioni ora ai cristiani, ora agli ebrei, e alle volte anche agli stessi ariani. 
E come Teodorico in Italia, invece di integrare le popolazioni, sono riusciti i tre fratelli  a dividerle ancora di pi�, risvegliando rancori secolari, dispute religiose quasi placate, e persino ostilit� tribali.
Infatti hanno iniziato a perseguitare i diversi gruppi etnici locali, come se fossero loro i nativi del posto. 

Volevamo concludere con questo grande capo vandalo dicendo semplicemente che le sorti di un grande impero nato da una conquista (come quella fatta da Genserico, quasi casuale) restano legate queste sorti e sono accomunate solo fin quando sopravvive il suo fondatore, a meno che questi riesca a costruire su solide basi nazionali, istituzionali o economiche un popolo unito, una nazione, dove la tolleranza deve nascere e seguitare a dimorare, altrimenti si deve considerare quella nazione un'isola di corsari, dove resta a dominare uno, fino a quando non ne arriva un altro.

E' la brutta fine che far� questo vastissimo territorio, che credevamo ormai unito dall'Egitto all'Algeria, solo perch� il regno di Genserico era durato 48 anni; e proprio in un periodo dove invece avevamo visto crollare nella corruzione, nella vergogna e  l' inettitudine di una dozzina di imperatori, antichi solidi regni e prestigiose dinastie nell'Impero d'Occidente come in quello d'Oriente.

 Insomma per qualche anno ci era sembrato che l'unico ad avere le idee chiare sull'intero scenario dei due imperi in lite e allo sfascio, era Genserico; l'unico a non scatenare grandi conflitti, a non spaccare i territori ma semmai a unirli. Ma alla fine abbiamo visto che anche lui non aveva creato null'altro che un paese del terrore; non aveva creato neppure una misera classe politica nemmeno nell'ambito della sua stessa famiglia; e che alla fine con lui moriva anche quel regno nato da un gruppo di pirati vandali scesi dalla Spagna. E che Genserico per quasi cinquant'anni era stato il capo indiscusso di questi pirati, anzi un vero e proprio "vandalo". Altro non era!

Fra poco pi� di un secolo assisteremo a qualcosa di simile. Ma all'incontrario. Un anonimo schiavo degli arabi, Gibil, dall'Africa, con un manipolo di uomini attraverser� Gibil-terrh� (gli d� perfino il suo nome) per fare una singolare vendetta (d'amore) in Spagna. La facilit� dell'impresa e la conquista delle citt� una dietro l'altra, far� poi riversare nella penisola iberica i suoi padroni; gli Arabi. (Una lunga storia che affronteremmo molto pi� avanti).


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