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CRONOLOGIA

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ANNO 495 d.C.

( QUI riassunto dell'intero periodo ( di Teodorico ) dal 493 al 526 ) >

*** L' ARIANESIMO DI TEODORICO


 Non solo sulle leggi, sulla giustizia e nell'amministrazione Teodorico mantenne alcune norme e segu� la tradizione romana, ma anche nelle libert� di culto in questo primo periodo di regno romano-barbarico fu (si racconta) di una liberalit� straordinaria. 
Teodorico fin dal primo momento che si era insediato a Ravenna, aveva fatto a tutti buon viso, ma in effetti pi� che dettato da un calcolo politico era perch� non voleva eccessi di intolleranza, e non voleva compromettere il suo iniziale progetto. Anzi cerc� - pur costruendo uno stato sul modello di Bisanzio ed aggiungendovi l'influenza di quello latino - di perseguire l'obiettivo di far convivere pacificamente il popolo romano e quello degli ostrogoti.
Ma come abbiamo gi� accennato nelle altre pagine, fece (si racconta) moltissimo ma ottenne pochi risultati (questo non fu raccontato; ma la realt� fu poi quest'ultima).

Pur raccomandando a tutti questa pacificazione, evit� sempre di affrontare il problema, in certi casi lo ignor� mentre in altri,  quando alcuni di questi problemi divennero ancora pi� difficili,  ricorse alle repressioni e alle persecuzioni, perfino mettendosi contro i suoi migliori consiglieri, alcuni mandandoli in galera e altri caddero vittima di queste persecuzioni.

I contrasti fra le varie fazioni erano all'ordine del giorno, e tutti erano incapaci di giungere a una composizione dei dissidi, che scatenarono dibattiti roventi, e in certi casi  non esitarono a scendere in piazza con sommosse.
Fra i molti consiglieri buoni ascolt� anche quelli cattivi; ed alcuni di questi lo spronarono -pur sapendo che era di fede ariana- ad intervenire in questioni religiose fra cristiani e ariani. Un compito difficile perch� Teodorico non afferrava la sostanza del problema non avendo mai approfondito la questione religiosa.
Mentre ognuno dei contendenti speravano che si schierasse col il loro credo e la loro dottrina, invece TEODORICO  - li mise davanti (e questo dimostra che non era all'altezza di poter giudicare) alle loro responsabilit� con una pseudo imparzialit� unita a fermezza. Scrupolosamente evit� di esprimere un suo punto di vista personale in questioni di carattere etico-religiose, ma per� mise due goti GUDILA e BEDCULPHAS ad accertarsi nei sinodi ecclesiastici cristiani se rispettavano le sue direttive.

E non prese nemmeno posizioni di parte (lui si considerava ateo) in una scabrosa circostanza, quando avendo dato un parere sottinteso sugli ebrei ma non bene interpretato dai cristiani che lo ascoltavano, questi ultimi si sentirono autorizzati a cacciare gli ebrei e a dare l'ordine di bruciare le sinagoghe. Teodorico infuriato ordin� di ricostruirle immediatamente a loro spese, perch� la tolleranza era la sua legge;  nelle questioni di regno era lui a doversene interessare, ma nelle questioni di anime erano i preti a doversene occupare, che non poteva intervenire lui ateo. Se loro avevano un Dio che chiamassero lui a decidere e non l' imperatore che deve essere invece impegnato a occuparsi di cose terrene; "se Dio vi ha dato l'ordine di occuparvi di anime, obbedite al comando di Dio, che non vi ha detto di distruggere palazzi ma di costruire anime".

Ma questa tolleranza agli ebrei, agli ariani, il non torcere un capello ai cristiani di altre correnti considerate eretiche, non doveva piacere a qualcuno che lo aveva inizialmente aiutato ad arrivare dove era arrivato. Bisognava fargli pagare il conto, e il conto doveva essere uno solo, quello di applicare gli editti che gi� c'erano, quelli di Teodosio, di Costantino, eliminare dall'impero l'arianesimo, e prima di tutti proprio Teodorico.
Non sappiamo di "cos'altro" si parl� nei 4 concili che si tennero a Roma nel 499, 501, 502, 504 per dirimere i contrasti su l'elezione del pontefice (dopo il "caso Simmaco"- vedi sotto). Ma sappiamo che si stabil� l'esclusione dei laici dall'elezione papale e l'inalienabilit� dei beni della Chiesa. E se questi erano gli argomenti una ragione seria ci doveva pur essere. 

L'operato del re ostrogoto finora -l'abbiamo gi� letto- anche se ambiguo aveva fatto sperare i vescovi cristiani di poter convertire prima o poi l'ostinato ariano. Gli autorevoli prelati che abbiamo gi� citato nutrendo grande simpatia per lui a questo miravano; ma poi iniziarono a cambiare molte cose, i rapporti iniziarono a essere difficili; e Teodorico inizia ad essere non pi� il tollerante, o il pacificatore, ma inizia a prendere una posizione netta. E con il suo carattere e adottando quest'altro atteggiamento non poteva che alienarsi quelle amicizie che - per quanto fosse ariano- l'avevano fatto salire in alto.

Nessuno pu� darci un quadro pi� sincero e storicamente vero nei suoi confronti come lo storico PROCOPIO che notoriamente era un suo personale oppositore e quindi il suo giudizio semmai dovrebbe essere negativo. Invece proprio lui - parlandoci del primo periodo di Teodorico, ne d� un giudizio altamente positivo quando dice "Il suo modo di governare i sudditi era degno di un grande imperatore; salvaguard� la giustizia, eman� buone leggi, preserv� il suo paese dalle invasioni, diede prova di straordinario senno e valore".
Anche Cassiodoro lascia un buon ritratto del sovrano barbaro. "Non procedeva mai a nessuna nomina, di grande o scarso rilievo che fosse, senza darne immediata comunicazione ai senatori, sollecitando il loro parere e la loro approvazione".

Tutto questo nei primi anni, poi Teodorico inizi� a essere sospettoso, crudele, intransigente. Cominci� a prendere drastiche misure contro qualche senatore e talune famiglie quando inizi� la questione dello scisma ariano (*), che diede vita a Roma in seno al senato a una forte opposizione. Fino a diventare ostilit� che and� ad aggiungersi a quella che cominci� ad arrivare da Costantinopoli quando sul trono d'Oriente (nel 518) salir� Giustino con patricius e console (nel 521) suo nipote Giustiniano.

*) Alcuni storici affermano che il dissidio religioso e le ostilit� verso il cristianesimo vennero solo in tarda et� a causa della sua senilit�, e che Teodorico non si intromise mai nelle discussioni religiose.
Invece sappiamo che gi� nel 495 (era da appena un anno sul trono) volle erigere a Ravenna il Battistero degli ariani. L'intromissione nei sinodi romani  di due funzionari goti perch� venissero applicate le sue direttive fu un vero e proprio atto d'autorit� altezzoso e sprezzante. Nell'anno 500  per la questione dell'elezione a papa di Simmaco o di Lorenzo (di due fazioni rivali) scese lo stesso Teodorico a Roma per confermare il primo. Ma appena Teodorico lasci� Roma scoppiarono discordie, sommosse di piazza e infamanti accuse verso Simmaco: di essere un ladro delle propriet� della Chiesa, un corruttore, che non celebrava la Pasqua con le date giuste e accuse di molti altri delitti. Ma Teodorico (dopo un processo affidato a una commissione e a cinque roventi sinodi) riconferm� l'incarico. 

Ora in base al concetto che lui era un eretico;  che potessero i suoi poteri vantare questa autorit� in campo ecclesiastico, ci appare quanto mai singolare. La sua influenza (arrogante e perentoria) in questa storica disputa si fece eccome sentire! Non provoc� lo scisma vero e proprio -ancora lontano- ma fu l'inizio. Il dissidio e le ostilit� erano gi� iniziate fin dal primo momento, anche se furono storicamente mimetizzate con gli atti disinteressati che i panegiristi di Teodorico ci hanno tramandato (Ennodio in prima fila).

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