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ANNO 383 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO da GRAZIANO a TEODOSIO dal 378 al 395 d.C.


L'ANNO 383
* L'IMPERATORE GRAZIANO MESSO A MORTE
* IN BRITANNIA EMERGE MAGNO MASSIMO
* IL COMPORTAMENTO DI TEODOSIO
* A ROMA COMPARE S. AGOSTINO

In questi ultimi anni, gli eventi principali come abbiamo letto, erano tutti concentrati sull'Impero d'Oriente, sui Balcani, sull'invasione dei Visigoti, sulla tragedia di Valentiniano I, poi su quella di Valente, e infine abbiamo visto nascere nel firmamento della storia e prendere le prime iniziative un Imperatore che va a modificare fra breve i destini di alcune nazioni, politicamente e anche religiosamente.

Sono anni che nell'alta zona danubiana non ci sono incidenti. Anni dove sembra esserci tanta tranquillit� in Gallia. Della Britannia non ne abbiamo sentito pi� parlare. I silenzi sono reciproci tra Roma e Londra, ma non avendo la grande Isola situazioni critiche e tragiche come quelle che hanno dovuto affrontare Valentiniano, Valente, Graziano e Teodosio, e proprio per l'impegno che costoro hanno dovuto metterci (e immolare anche la vita) dimenticando questa provincia, i britanni hanno avuto modo di organizzarsi, crearsi uno stato che � diventato di fatto ormai indipendente da Roma.

Abbiamo gi� letto nell'anno 343 e nei precedenti come la situazione si era evoluta, con il vuoto di potere esercitato da Roma. I locali e paradossalmente anche quei pochi romani lasciati sull'isola, dove alcuni si erano perfino accasati, e altri avevano iniziato molteplici attivit� commerciali, marittime, imprenditoriali, erano diventati partigiani di quell'indipendenza reclamata dai Pitti, dagli Scoti, dagli Angli e dai nuovi arrivati dal Baltico o dalla Sassonia. C'erano le solite dispute territoriali fra le varie etnie, ma lo spirito di tutti in questo periodo era quello di non avere pi� nulla a che fare con Roma, con l'Impero Romano, e con gli Imperatori romani d'Oriente o d'Occidente. Mancano pochi anni per mettere fine a questa egemonia durata oltre quattro secoli.
(Qualcosa del genere accadr� nel XVIII sec. in America, quando i colonizzatori chiusero la porta ai propri cugini inglesi).

Costantinopoli era lontanissima per i britanni, ma anche l'isola era lontanissima per Teodosio. Sembra che cos� ragionasse la popolazione in Britannia e anche un ambizioso romano. Era il governatore attuale. Un'improvvisa ambizione e una sua decisione sembrano sconcertanti. Salvo pensare a un altro responsabile del suo operato. O si era messo nei guai da solo, o TEODOSIO ce lo aveva messo. Ma sembra anche che L'IMPERATORE provasse un sottile piacere a lasciarlo nei guai o a procurarglieli. Non convince il suo atteggiamento attendista prima e di disinteresse poi. Entrambi saranno poi la causa di tanti guasti dentro l'impero.

Andiamo ai fatti. MAGNO MASSIMO proveniva dalla Spagna. Dalla citt� di Segovia. Qui aveva conosciuto proprio TEODOSIO che era la sua citt� natale e vi era ritornato quando si autoconfin� dopo la tragedia paterna causata dal sedicenne imperatore Graziano.

Magno Massimo partito per la Britannia come soldato, sull'isola pur distinguendosi e avanzando di carriera non aveva un carattere d'arrivista, faceva semplicemente il suo dovere di soldato, fedele a Roma; che era una capitale lontana, quasi dimenticata, e del resto anche per Roma l'isola aveva poca importanza strategica ed era, come era sempre accaduto nel corso di tre secoli, di nessuna importanza economica, anzi per distaccarvi militari e funzionari, per Roma era abbastanza alto l'onere per la casse statali.

Insomma in Britannia la vita scorreva nel modo migliore, meglio di qualsiasi provincia. Di certo al riparo da orde e migrazioni bibliche, anche se di queste in minore quantit� non sono assenti nelle sue coste. Ne abbiamo gi� parlato in precedenza, e in seguito torneremo a parlarne.

Dopo una piccola scaramuccia, in una delle tante contese tra le popolazioni locali, l'esercito proclam� imperatore MAGNO MASSIMO. Lui si scherniva, non voleva neppure accettare, non voleva n� cercava grattacapi. Nulla da fare, forse l'ordine era partito da molto lontano, forse da Costantinopoli.

Tutti i soldati all'improvviso volevano marciare verso Parigi, deporre definitivamente GRAZIANO che forse non sospettava proprio di nulla, tanto che dopo aver ricevuto uno dei generali distaccati in Britannia, ANDRAGAZIO, quando lo invit� alla sua mensa seguit� a chiedere notizie dell'Isola, ma quello non apriva mai bocca, scantonava sempre. E il motivo c'era.

Massimo dalla Britannia all'improvviso aveva riunito e formato un esercito, aveva attraversato La Manica, era sbarcato in Gallia e stava marciando verso Parigi. GRAZIANO preso alla sprovvista, abbandon� la capitale e i suoi soldati e ripar� a Lione.

La fuga da Parigi, ma soprattutto la notizia dell'abbandono dell'esercito provocarono sul territorio anche lionese la caccia al fuggiasco; fu intercettato, catturato e consegnato a Massimo Magno, che ebbe cos� tutte le sue ragioni, con l'appoggio dei militari traditi per mandarlo sul patibolo con la infame condanna del "tradimento".

Finiva cos�, in un modo poco onorevole, un giovane venticinquenne debole, ma anche buon servitore dell'impero. Non dimentichiamo che quest'uomo aveva scelto come socio nell'impero un suo nemico che nutriva nei suoi confronti disprezzo e rancore, eppure lo aveva messo di fatto sul trono di Costantinopoli.

Rimane il sospetto ora, che TEODOSIO si sia sdebitato cos�, con l'ingratitudine. Forse lui vuole essere il solo imperatore dell'impero. Eliminato Graziano con la mano di Massimo, quest'ultimo poi non sarebbe diventato un grosso problema per sbarazzarsene. Insomma, in questa circostanza, sembra proprio che emergono delle contraddizioni nella sua personalit�.

Infatti una reazione che tutti si aspettavano dopo questa invasione, dopo questo improvviso colpo di mano di Massimo, conclusosi nel modo pi� tragico, non provoc� nessun intervento militare di Teodosio, e non si lev� nemmeno una protesta.

Del resto anche se era stato Graziano a richiamarlo dall'esilio e a nominarlo socio nell'impero, Teodosio non aveva dimenticato che era stato lui a firmare la condanna e mandato a morte suo padre.

A Costantinopoli, saputo del colpo riuscito all'usurpatore, e della morte di Graziano sul patibolo, TEODOSIO, non solo non muove un dito per ristabilire l'ordine in Gallia e in Britannia, ma conferma MAGNO MASSIMO imperatore in Occidente, con dei limiti per�. Gli riconosce il titolo solo per la Gallia e la Britannia.

NEL RESTO DELL'IMPERO soprattutto in Africa, Spagna, Gallia, e perfino in Egitto pare che si tumultuasse, ma a favore di quel MASSIMO MAGNO. Lo volevano unico imperatore. Non sappiamo perch�, e per quali motivi c'erano delle ostilit� verso Teodosio, visto che nelle pagine di storia "giunte" fino a noi � sempre rappresentato come un personaggio senza macchia.

Molte pagine di storia (le pochissime che furono scritte in questo periodo) che forse potrebbero spiegare i motivi, sono state eliminate. Diventato Teodosio "Il Grande", subito e in seguito, la preoccupazione di far sparire ogni accenno di contestazione fu forte; meticolose le stroncature e forse anche i fal� non si contarono.

TEODOSIO dimostrando tanta magnanimit� concede al figlio di GRAZIANO, all'appena dodicenne orfano VALENTINIANO II un "regalino". (ricordiamoci che sia il ragazzino, sia il padre Graziano e suo nonno VALENTINIANO I, erano di religione cristiana ma Ariana, mentre sua madre era quella famosa GIUSTINA vedova del goto Magnenzio, quello che ebbe la prima idea di ribellarsi a Roma nel tentare di costituire una nazione (la Francia). Prende cos� corpo l'ipotesi che forse la congiura fu bene orchestrata).
Il "regalino" dato al piccolo era l' Italia, che il ragazzo dodicenne inizia a governare sotto la tutela della madre Giustina. Ma a Milano nella citt� scelta come residenza abituale, risiede un personaggio singolare che abbiamo appena conosciuto. E' il vescovo AMBROGIO che ha ora 49 anni.

AMBROGIO

Era nato a Treviri, nel 334. Figlio di un alto funzionario dell'impero, fu educato a Roma. Avvocato, poi governatore della Liguria-Emilia con sede a Milano. Nel 374 (vedi) fu fatto convertire al cristianesimo e dopo essere stato battezzato, ricevuti gli ordini sacri, fu acclamato a furor di popolo  vescovo di questa citt�. Suo primo atto fu quello di spogliarsi dei suoi beni, offrirli alla Chiesa e iniziare cos� la sua vita di apostolato.

Con le nuove disposizioni impartite prima da GRAZIANO poi da TEODOSIO (Editto di Tessalonica) sulla confisca dei beni ai pagani, e sulla gestione dell'edilizia pubblica concessa alla Chiesa, AMBROGIO su Milano ne approfitt� e diede l'avvio a grandi lavori per la costruzione di basiliche cristiane e chiese in ogni rione della citt�.
Infatti, quest'anno iniziano i lavori della Basilica Maggiore S. Tecla (dove oggi sorge il Duomo), la Basilica degli Apostoli (oggi S. Nazario), la Basilica dei Martiri (dedicata poi a lui, l'attuale S. Ambrogio), la Basilica delle Vergini (oggi S. Simpliciano).

Il suo fervore, le sue grandi capacit� oratoriali, e la fede che aveva abbracciato senza tanta convinzione (vedi 374) lo trasformarono anche in questa veste di prete in un autorevole personaggio dell'intera citt�, in un dottore della Chiesa. Fra i religiosi del tempo, � la personalit� pi� rappresentativa, con opere fondamentali per la teologia cristiana, traducendo, tra l'altro le pi� alte verit� della fede in inni comprensibili a tutti. (Oggi ancora cantati nella liturgia della Chiesa milanese, dove sussistono le sue prescrizioni liturgiche, solo marginalmente modificate).

Lo abbiamo gi� visto intervenire a Roma su DAMASO nel 376 - nella rimozione della statua della Vittoria e la totale distruzione dei templi pagani; poi fu presente al concilio di Costantinopoli due anni fa, nel 381 dove ridicolizz� i seguaci dell'Arianesimo trasformandosi Ambrogio nel pi� forte sostenitore dell'ortodossia secondo lo spirito che era stato espresso al concilio di Nicea.

Di carattere forte, divent� anche uno strenuo difensore dell'indipendenza della Chiesa. Diventato subito amico di Teodosio, ne divent� il confessore, poi in una circostanza drammatica lo fece prostrare ai suoi piedi. Fu indubbiamente l'ispiratore di molte sue decisioni a favore della Chiesa per tutto il tempo che i due si videro o si tennero in contatto. Quasi 15 anni; Teodosio mor� nel 395, Ambrogio nel 397.

Ma torniamo a questi anni e agli eventi connessi all'insediamento a Milano di VALENTINIANO II. Carismatico e autorevole com'era, nel dirigere la diocesi di Milano (dopo la Romana una delle diocesi pi� importanti) Ambrogio a dover convivere in casa propria con un imperatore Ariano, di padre Ariano (nonostante fosse bizantino) e di madre pagana-gota, non gli andava proprio gi�, e non era certo nel suo carattere di accettare una simile situazione.

Per quale motivo TEODOSIO scelse di metterlo proprio accanto ad Ambrogio, si possono solo fare supposizioni; voleva forse far convivere i due con la reciproca intolleranza. Prima o poi l'equilibrio si sarebbe rotto e non l'avrebbe incrinato di certo il ragazzino o la sua tutrice. Ambrogio era nella citt� un personaggio carismatico e inoltre aveva un grande seguito, ricchi e poveri. Era il faro della citt�; morale innanzitutto, ma anche per tutto il resto. Milano conosce infatti, nel periodo ambrosiano uno sviluppo straordinario in tutte le attivit�, culturali e commerciali.

Insomma, tra lui e il ragazzino, una partita persa fin dalle prime battute. Ma vedremo quale sar� la sorte di questo ragazzino, che ha 12 anni, ma � chiaro che chi tenta di comandare in Italia � la madre. 
Misterioso e molto strano � quello che accadr� il prossimo anno.

 SANT'AGOSTINO

A ROMA COMPARE AGOSTINO proveniente da Cartagine dove vi ha svolto per un decennio l'insegnamento di retorica e ha aderito, ancora ventenne, nel 374, alla setta dei Manichei. Ma di lui ne riparleremo ancora molto. Agostino arriver� all'et� di 76 anni, fino al 430, quindi la sua presenza nei prossimi cinque decenni � quasi sempre costante in tanti eventi religiosi, politici e culturali.

AGOSTINO non � solo una grande figura del tempo, ma di tutta la patristica latina � la mente religiosa pi� viva di tutto il periodo che va da Paolo a Lutero. Di grande sensibilit� artistica, con uno spirito versatile, sempre desto e acuto, complesso e raffinato � nello stesso tempo -possedendo una grande cultura- un pensatore rigoroso e sistematico. Le scopriamo queste sue straordinarie doti leggendo le sue Confessioni. Un'opera immortale.

AGOSTINO, romano d'Africa, di sangue caldo, ambizioso e assetato di vita, di amore e di amicizie, in giovent� si getta nel vortice del "mondo", si ammoglia e diventa retore. Ha un legame con il cristianesimo fin dalla sua infanzia tramite la madre, Monica. Inizialmente per� le sue ambizioni spirituali lo portano a unirsi ai Manichei, poi deluso cade in un profondo scetticismo, odia perfino quelle rozze scritture, infine conosciuto il neoplatonismo, poi Ambrogio, dopo dure lotte spirituali e morali raggiunge nuove certezze e si consacra alla vita ascetica nel prossimo 387, dopo aver ricevuto il battesimo a Milano proprio da AMBROGIO. (lo troveremo pi� avanti in tale data)

Sacerdote nel 391, vescovo di Ippona nel 395, Agostino morir� in questa citt� all'assedio dei Vandali nel 430.

AGOSTINO sar� il maestro di tutto il medioevo, ma � anche ispiratore di eretici e di riformisti nemici del clero. La sua figura se ha arricchito la Chiesa cattolica, nel contempo l'ha anche inquietata. JANSEN con il suo GIANSENISMO nel 1640, fece il tentativo (fallito) di riformare la Chiesa cattolica scrivendo e teorizzando il suo movimento con l'opera Agostino, proprio nello spirito di S. Agostino. La bolla Unigentus del 1713 condann� poi definitivamente l'interpretazione giansenista del Nuovo Testamento che voleva appunto riformare Jansen.

(la conversione di Agostino a Milano nell'anno 386 e segg. - vedi)

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