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CRONOLOGIA

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ANNO 384 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO da GRAZIANO a TEODOSIO dal 378 al 395 d.C.


L'ANNO 384
* IL PICCOLO IMPERATORE VALENTINIANO II
* IL SODALIZIO CON AMBROGIO
* IL PRIMO "PAPA" A ROMA

Nominato imperatore da TEODOSIO, VALENTINIANO II, il ragazzino che ha ora solo 13 anni, ha ricevuto la successione del fratello GRAZIANO come co-imperatore in Occidente, ma gli � stato tolto tutto il territorio della Gallia e della Britannia a favore dell'usurpatore Magno Massimo con quel colpo di mano fatto lo scorso anno; non ostacolato da Teodosio, che a cose fatte gli ha riconosciuto perfino il titolo imperiale sul territorio che invece come eredit� aspettava al ragazzino.

In pratica Teodosio dell'impero d'Occidente ha lasciato a Valentiniano solo l'Italia, esautorandolo dal resto. Inoltre la sua sede imperiale � a Milano. Qui, come abbiamo letto in precedenza, domina Ambrogio e non solo come figura di chiesa, fra l'altro (non dimentichiamolo) cristiana, e non ariana come il giovane imperatore e il suo seguito, ma � uomo carismatico nell'intera comunit� civile che lui considera totalmente suddita fedele alla Chiesa prima ancora di essere suddita dell'imperatore, sia esso ariano come Valentiniano, sia cristiano come Teodosio.

Insomma con questa sua singolare e saggia filosofia non vuole interferenze di potere. La sua concezione � che l'imperatore nel prendere delle decisioni politiche che riguardano una regione grande come il milanese (in pratica quasi l'intera Lombardia - ma alla sua nomina era prefetto dell'Emilia e della Liguria) deve prima ascoltare chi conosce le realt� locali. E nessuno in questo periodo ha una visione globale del territorio e della popolazione che lo abita come Ambrogio, ormai da dieci anni, non Signore della citt�, ma di fatto (e lo era prima di intraprendere il servizio pastorale) un incontrastato saggio governatore che di suo, non ha nulla, nemmeno i suoi precedenti averi. Nell'accettare (pur riluttante) la cattedra di vescovo, coerente con la religione che si era scelta) si era spogliato di tutto il suo patrimonio. "Sono un uomo della Chiesa e quello che prima era mio ora � della Chiesa". Voleva insomma essere coerente.

Anche l'interpretazione della Giustizia � singolare, paradossalmente singolare perch� corretta, non faziosa, non clientelare e neppure legata al servile del carro dell'autorit� imperiale.
Lo scopriremo subito.

VALENTINIANO nonostante la giovane fa delle oculate riflessioni, infatti pensa di essere stato messo qui in Italia da TEODOSIO per fare il fantoccio, una marionetta da manovrare, e lui la parte del bamboccio non la vuol proprio fare.

Inoltre teme che quel MASSIMO MAGNO (visto il riconoscimento datogli da Teodosio) varchi le Alpi da un momento all'altro, e con un pretesto qualsiasi (magari quello di essere ariano) piomba su Milano con l'intenzione di fargli la pelle, per prendersi anche il resto dell'impero d'Occidente.

La realt� deve essere proprio questa. VALENTINIANO se ne rende perfettamente conto e inizia ad agire. Deve organizzarsi, e nel farlo chiama a sua protezione l'ultima persona al mondo che (apparentemente) potrebbe aiutarlo, quello che fra poco trasciner� in chiesa Teodosio e lo far� inginocchiare e pentire in pubblico. 
Valentiniano chiede aiuto a quest'uomo che "governa" il territorio pi� di un imperatore. Lui � quello che scomunica a vita perpetua un nemico della chiesa e gli fa terra bruciata attorno se professa la fede Ariana. Abbiamo capito ormai chi � quest'uomo.

VALENTINIANO II, si reca a chiedere aiuto proprio ad AMBROGIO. E costui non solo lo protegge, ma fa in modo di tastare le vere intenzioni di quel MASSIMO MAGNO (che ricordiamo � anche lui ortodosso come Ambrogio e come Teodosio) che inizialmente si schern� con i suoi soldati e non voleva la carica d'imperatore, poi gli venne in mente di invadere la Gallia, mettersi sul trono dopo aver ucciso l'imperatore Graziano; e poi assaggiato il potere, l'ambizione e l'avidit� sembra gli abbia sconvolto il cervello, vuole anche il resto che ha ora Valentiniano.
(il seguito il prossimo anno)

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15 DICEMBRE - A ROMA dopo la morte del Pontefice DAMASO, � consacrato Vescovo di Roma il romano SIRICIO. E' lui ad assumere per la prima volta ufficialmente, il titolo di PAPA come i patriarchi di Costantinopoli e di Alessandria.

SIRICIO, sul soglio ora Pontificio e Papale, vi rimane fino al 399. E' lui l'autore, secondo alcuni storici delle prime Decretali, decisioni papali circa questioni giuridiche, che in seguito prenderanno il nome di Decreti papali in genere, o pi� brevemente Bolla, cos� chiamata dalla capsula (bulla) contenente la pergamena arrotolata del decreto con il sigillo papale. Normalmente inviata per un'ingiunzione, un ordine, ma spesso era una scomunica, o a un singolo o a una citt� intera.

Da non confondersi con l'Enciclica che invece � una lettera apostolica, una epistola, diretta a tutti i vescovi (in seguito poi con altri mezzi di comunicazione anche a tutti i fedeli) su questioni dogmatiche, o particolari situazioni religiose o sociali.

Dopo i primi impeti di lascivia e dissolutezza i comportamenti non si modificarono. Stava crescendo insomma il motto che contraddistinguerà il clero dalla comune fede e carità cristiana ( nda : ovvero fate quel che dico non fate quel che faccio!).
Gli ursiniani furono perseguiti anche in maniera fisica, nel mentre veniva eletto Siricio, correva l'annus domini 384, tra il 15 ed il 29 dicembre .
A questo papa viene attribuita la prima lettera definita "Decretale", datata 11 febbraio 385 ed indirizzata al vescovo di Taragona.
La lettera fu così definita perchè non aveva più il tono di una raccomandazione, com'era in uso tra i cristiani, ma rappresentava in sostanza un imperativo (nda: o con me o contro di me).
Le dissolutezze cristiane, nel frattempo si andavano manifestando con il monachesimo, attraverso il quale si poteva manifestare tutto l'ascetismo ed il contrario di questo, con estrema dissolutezza.
Tutto sembrava essere concesso in nome di quel potere per secoli abiurato.
Ciò nonostante non mancarono dei veri asceti come Sant' Agostino battezzato nel 386 e Sant' Ambrogio, battezzato nel 387 e che divenne vescovo di Ippona ed uno dei padri della chiesa cattolica.
A Siricio è dovuta la ristrutturazione della basilica di San Paolo dove una colonna del porticato settentrionale ancora riporta : "Siricius episcopus tota mente devotus"
Il pontefice morì il 26 novembre del 399 e fu sepolto nel cimitero di Santa Priscilla. La leggenda vuole che le sue spoglie siano state successivamente trasferite da papa Pasquale II nella chiesa di San Prassede.

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