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ANNO 359 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.


L'ANNO 359
*** CONCILIO DI RIMINI
*** GIULIANO A Lutetia (PARIGI),
E DUE FAMIGERATE "linee"
CHE DIVIDERANNO L'EUROPA

- COSTANZO II, dopo il Concilio svoltosi a Milano nel 355, ne organizza ancora due per prendere delle decisioni sulla religione dell'impero. Uno lo organizza in Oriente a Seleucia, l'altro in Occidente a Rimini. Argomento: imporre l'Arianesimo in tutte le provincie dell'impero. L'abbiamo gi� letto, si comporta come suo padre Costantino, � lui a decidere la religione di Stato, lui a fare il cesare, l'imperatore, il papa.

Il 22 maggio fu redatto un Credo cristiano da sottoporre al concilio; � ricordato come il credo di Sirmio. Molto conservatore, questo documento, si richiamava essenzialmente alla Sacra Scrittura; non vi erano ancora le innumerevoli interpretazioni che stanno nascendo proprio in questi anni.

La disputa era se: "Il Figlio � uguale al Padre in tutte le cose, come la Scrittura dice e insegna, ma non di pi�, e la Scrittura insegna ben poco di tale somiglianza" afferm� uno. "Uguale al Padre, se si vuole, ma non simile a Dio", afferm� un altro davanti a tanti che non capivano cosa volevano dire i due con questa dialettica.

Questo credo in entrambi i concili non fece fortuna. Le decisioni rimasero favorevoli solo all'arianesimo, e lo decise Costanzo. Nel frattempo in Cappadocia, l'africano VITTORINO sta iniziando il primo tentativo di costruzione di una dottrina teologica trinitaria (Gregorio di Nissa, ne formuler� una poi pi� accurata), per prendere una precisa posizione contro l'arianesimo, mettendo le tre "persone", Figlio, Padre e Spirito Santo, su uno stesso piano.

Il percorso di questa disputa: la speculazione sull'essenza, � ancora molto lungo. Siamo appena agli inizi di una polemica rovente che condurr� infine allo scisma, che divider� non solo il mondo religioso ma si trasciner� dietro anche i problemi politici territoriali, spaccando in due il mondo occidentale, con una linea di confine sui Balcani che fino ai giorni nostri ha poi sempre rappresentato la causa di tante tragedie, dove la pi� grande � la Prima Guerra Mondiale (primo atto) poi la Seconda (secondo atto). Purtroppo non ancora con una soluzione definitiva. Non per nulla il territorio di questa linea, viene da sempre chiamata "la polveriera del mondo".

Questa "Linea" sta nascendo ora, � un abbozzo, ma a marcarla, e a farla diventare un "muro" d'incomunicabilit�, politica, religiosa ed etnica, sar� poi Teodosio.

Nel frattempo il monaco Wulfila sta girando in lungo e in largo il nord Europa con il suo arianesimo. La sua opera sta tracciando un'altra "linea", quella a Nord con i Goti. Pure questa linea sta nascendo ora e nel 1500 Lutero riprendendola in mano la trasformer� poi in un "muro" religioso, quando quella politica ormai da mille anni era gi� un fatto compiuto, perch� anche questa sta nascendo ora, proprio in questi anni. (Di Wulfila narreremo nel 377).

 GIULIANO A PARIGI

GIULIANO intanto � a Lutetia (Parigi), dove il suo prestigio nelle truppe � in crescendo. I suoi soldati lo chiamano gi� imperatore, ma lui (sornionamente) non fa nulla per farsi chiamare tale, in ogni modo in cuor suo sta aspettando il suo gran momento, e sta facendo di tutto per guadagnarsi la fiducia dell'esercito fino all'ultimo uomo.

Non cos� nella corte di COSTANZO II. Infatti, a Costantinopoli, qualcuno a lui vicino, molto bene informato di quanto sta accadendo a Parigi, agita le acque; fa arrivare alle orecchie dell'imperatore qualche malignit�, e con certi discorsi tra il serio e il faceto insinua dubbi.

Da queste parti intanto, in Oriente, ci sono movimenti di persiani, molto vicini a Costantinopoli. Abbiamo sempre quel SAPORE II che pur avendo concesso una tregua a COSTANZO II, conosce molto bene le sue difficolt�, e sono quelle di non avere pi� uomini a disposizione sul proprio territorio per difenderlo da un eventuale attacco.

Ricordiamoci che Costanzo trasfer� al nord 80.000 soldati per affrontare l'usurpatore Magnezio. Nel 353 contro di lui ne sacrific� in un sol colpo 30.000. Dopo la campagna in Gallia e sul Reno, aveva poi consentito che una buona parte dell'esercito restasse sui luoghi, altri uomini nelle ricostituite guarnigioni di confine, e altri a Milano, a Treviri, Sirmiun, Aquileia. E una buona parte della cavalleria l'aveva affidata a Giuliano. Dopo la visita a Roma era ritornato a Costantinopoli solo con un piccolo reparto, pi� una scorta che un esercito.

Ed ecco riaffiorare quella frase che abbiano messo in maiuscolo nel 352. In altre parole, in quello scontro ci fu la rottura dell'equilibrio delle forze distribuite. Un prezzo che COSTANZO avrebbe pagato alla fine; e tutto per aver rifiutato al goto un compromesso, un'intesa, e dove il nocciolo della questione era - nella spartizione dell'impero - il dover rinunciare lui all'Italia.
Per quella spedizione d'orgoglio Costanzo prelev� dall'Oriente 80.000 uomini, fidandosi di SAPORE II, con il quale aveva fatto un compromesso, ma non la pace. (Con lui s�, con Magnenzio no). Ora Sapore II, sapeva che questi uomini erano partiti, ma non erano pi� tornati. Fra l'altro non erano semplici soldati, ma la famosa cavalleria formata da 50.000 uomini, i pi� temuti dal re persiano. Questo gli faceva sperare di avere dalla sua parte una possibilit� vincente se ora attaccava senza indugi gli irriducibili nemici di sempre: i romani.

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