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CRONOLOGIA

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ANNO 358 d.C.

QUI riassunto  del PERIODO di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.


L'ANNO 358
 *** COSTANZO II A  ROMA
*** ROMANI E COSTANZO - INCONTRO SOFFERTO 

- Giunto in visita per la prima volta il 28 Aprile dello scorso anno in questa citt�, COSTANZO ne rimane impressionato. Non aveva di certo la stessa disposizione d'animo di Costantino.
Le vestigia del passato lo riempirono di stupore e di sgomento. Roma non era come il suo Oriente. Vide nella gente italica (o meglio nella romana) il carattere, la personalit�, l'eleganza, la raffinatezza, che lui non aveva mai visto n� conosciuto. Forse ha quasi invidia di questa gente, dove perfino uno schiavo sembra muoversi meglio e con pi� eleganza di uno dei tanti suoi servili goffi principi a Costantinopoli.

COSTANZO a Roma � insofferente, ama e odia la citt�; dev'essere la serenit�, lo spirito gioviale dei romani, l'allegria, gli "scanzonati" e gli "scamiciati" dell'Urbe a renderlo nervoso. Abituato all'Oriente, quel senso d'ostentante libert� del cittadino romano non condizionata n� tantomeno condizionabile da nessuno, Costanzo l'avverte, e si sente poco autorevole, quasi ridicolo. Ad innervosire Costanzo forse � il sentirsi con le sue vesti semplicemente un goffo beduino o come dicono a Roma ancora oggi un "burino".
 Visitando il Foro, Costanzo dovette provare un senso d'inferiorit�; e si prese la sua vendetta. Lui aveva nominato l'ariano FELICE II Vescovo (Papa) di Roma. La religione di Stato dell'impero era l'ariana, dunque gli ordin� di abbattere l'Altare della Vittoria al senato.

Questo monumento per Roma non era n� un simbolo pagano n� un simbolo cristiano, era un "credo politico" scolpito nella pietra e onorato nel tempo; rappresentava le conquiste politiche-militari e contemporaneamente tutte le tradizioni religiose universali, da quelle pi� arcaiche a quelle che si stavano affacciando, come quella cristiana. A Roma, da un po' di tempo, nonostante la legislazione antipagana (ma il paganesimo rest� fino al 383 la religione di stato), i romani erano liberi di onorare e pregare i loro dei, ognuno dava a quel monumento un significato molto pi� profondo di quello che rappresentava, e ognuno vi vedeva riflessa anche la sua religione. 
Vi sono monumenti che diventano un'identit� della citt�, al di l� dal significato che esso rappresenta. L'Altare della Vittoria non era solo della citt�, era qualcosa di pi�, era il simbolo di un millennio di Civilt� Romana, nel mondo allora conosciuto, straordinaria e unica. Un monumento che rappresentava la pura espressione della "romanit�", dalla sua radice, dove ognuno accostandosi provava orgoglio e commozione e vi vedeva la sicurezza del futuro.

A Roma, COSTANZO II rimase 32 giorni, ma furono sufficienti per togliere l'ultimo dubbio ai romani nei confronti della speranza di non finire come abitanti di una citt� morta. Visto che gi� gli era stata tolta l'importante funzione come sede e capitale dell'impero, il romano ebbe la sensazione che quel bizantino rimuovendo l'Altare, voleva togliere alla citt� anche la sua anima, riducendo i cittadini tutti orfani di una civilt�, togliendo loro questa volta anche le radici.

Alla sua partenza, ci fu una liberazione, ma questo fantasma, grezzo, goffo, arrogante, seguit� ad aggirarsi in mezzo ai palazzi, alle colonne, tra gli archi di trionfo, fra le stupende basiliche e anche nelle umili case. Roma stava entrando nell'inquietudine, e cosa pi� grave, con tanta rassegnazione e una distruttiva passivit�.
Cosa stava succedendo?

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