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CRONOLOGIA

20 MILIARDI
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
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PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 248 d.C.

QUI riassunto del PERIODO: A.  SEVERO A FILIPPO  (dal 222 al 249)


*** FILIPPO L'ARABO - UN IMPERATORE SFIDUCIATO
*** I BARBARI CAMBIANO POLITICA

 Filippo non era romano ma arabo, e forse proprio per questo, nel vedere un popolo cos� sfiduciato, ma in parallelo anche l'eccesso esteriore bella vita romana che si svolgeva davanti ai suoi occhi, nel vedere  il vetusto l' orgoglio palesato con l'arroganza di alcuni senatori o con la boria degli svigoriti  nobili, nel vedere l'inefficienza di una amministrazione che era tutta corrotta (e ne aveva la dimostrazione ogni giorno quando gli arrivavano le suppliche che personalmente esaminava), fu portato a molte riflessioni.

Non era certo la vita che aveva sognato, fare l'imperatore di questa gente non era un vanto, ne' poteva essere per lui una soddisfazione, e avendo anche  una sua etica, ha l'umilt� di presentarsi davanti al Senato e dichiararsi di non essere all'altezza della situazione, vuole dare le dimissioni da imperatore.

Era la prima volta nella storia romana che accadeva un fatto simile. Il senato con in prima fila DECIO, prefetto urbis, le rifiuta. (ricordiamoci di questo ambiguo Decio).

Nel frattempo in alcune province danubiane, nonostante varie incursioni di germani, alcuni generali romani gi� sentono odore di potere; quasi in ogni accampamento c'� un generale che vola alto; facendosi proclamare  imperatore, naturalmente con le "sue" truppe che applaudono, sperando nel solito lauto donativo fatto dal proprio comandante. 

Mentre questi generali sono intenti a realizzare di fatto queste ambizioni -che dureranno poco-  attorno a loro, oltre il Danubio, all'interno, e in territori che sono molto lontani dal grande fiume, ci sono altre popolazioni; e alcune di queste si stanno mettendo in movimento, premendo alle spalle quelle che sono stanziate da un paio di secoli nelle immediate vicinanze del Danubio stesso.

E' l'inizio di un fenomeno che sta assumendo proporzioni bibliche. Non sono pi� nomadi guerrieri che fanno incursioni improvvise, estemporanee, con le solite uccisioni e spoliazioni, il cos� detto "mordi e fuggi"; assalti su cose e persone per l'effimera gloria di un giorno.

Prima era una lotta per la sopravvivenza di questi uomini, che  ritenevano giusto (o quantomeno naturale) agire e comportarsi in quel modo. Non si poteva del resto condannarli di non rispettare un'etica, perch� non sapevano cos'era un'etica. Non esistevano ancora delle norme di condotta pubblica e privata che scaturiscono solo dentro un grande gruppo di individui quando questo decide di riunirsi, stanziarsi in un luogo, creare una grande forza;  quindi instaurando regole di comportamento. Il loro "governo" prima seguiva la regola della famiglia; il loro capo (un re apparente) morendo divideva la sua successione fra i suoi figli, il consenso del gruppo era sempre scontato: la legge politica dunque nella sua semplicit� non altro era che la primitiva legge domestica.

Ora sembra diverso, questa societ� naturale sta offrendo le variet� del governo della societ� civilizzata: il dispotismo, la monarchia assoluta, la monarchia temperata, la repubblica aristocratica o democratica.  Alcune si stanno perfino inventando forme politiche di una complicazione e di una finezza mirabile, come il governo degli Uroni. Una trib� germanica che per eleggere il re od il comandante di una guerra, creavano due autorit� sovrane, indipendenti l'una dall'altra.

Ma quasi la stessa politica la stanno seguendo altre trib� germaniche, cos� faranno poi i Franchi, i Goti, gli Svedesi, i Vandali. Queste scelte ponderate, permette di scegliere un condottiero unico che per le sue grandi qualit� riesce a mettere insieme tanti uomini di tante trib�. Arriveremo ad Attila  con sotto le sue bandiere settecentomila uomini. Nutrire, vestire, equipaggiare tanti uomini (fra l'altro di diverse trib�)  � proprio di una societ� avanzata, e suppone anche un grande sviluppo intellettuale, significa aver attentamente preso parte negli affari della civilizzazione romana. La stranezza dei costumi e degli usi di questa gente chiamata ancora barbara non deve confondere le idee; inizia ad essere - pur conservando ancora le abitudini dello stato di natura (comprese le leggi saliche che non verranno mai messe da parte, ed esistono tuttora) - inizia ad essere un popolo avanzato. Non � gi� pi� quello descritto da Tacito (anche se i successivi storici latini seguiteranno cos� a descriverceli).

Tutto questo sta avvenendo in alcune popolazioni baltiche, sull'Elba, all'interno. Dove si muovono intere popolazioni con gli armenti, donne, bambini, vecchi, una moltitudine di gente che cerca nuovi insediamenti. Terreni fertili, ambienti salubri, temperature pi� miti. Al loro fianco la protezione di un grande "esercito"; ora lo chiamano anche loro cos�. E non sono molto diversi dai Romani di Giulio Cesare, che nel 48 a.C. distrussero la mitica Alessandria d'Egitto (grande quanto Roma) e vi incenerirono la pi� grande biblioteca del (civilizzato) mondo.

Abbiamo detto, spostamenti biblici, che presto interesseranno molte zone danubiane e renane e metteranno in seria difficolt� chi sar� chiamato ad arginare queste migrazioni, che a quanto sembra, iniziano a non conoscere ostacoli, poi ancora qualche anno e non ne avr� nessuno.

Ma ritorniamo a Filippo l'Arabo, che di fronte a queste e altre difficolt� vorrebbe gi� ritirarsi;  gli � impedito, ed � l'unico nella storia che viene costretto a fare l'imperatore senza averne nessuna voglia. Vedremo presto come andr� a finire........

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