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CRONOLOGIA

20 MILIARDI
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ANNO 246 d.C.

QUI riassunto del PERIODO: A.  SEVERO A FILIPPO  (dal 222 al 249)


* L'IMPERATORE FILIPPO L'ARABO

 Ed eccoci all'apoteosi dell'oscuro generale che in oriente ha giocato la migliore carta della sua vita e si � ritrovato a fare l'imperatore.
Roma festeggia la formale vestizione di Filippo a sovrano dell'impero, che lui ha voluto nello stile orientale. Ne � seguita poi  l'acclamazione della folla, e lui pur essendo orientale si � adeguato subito all'usanza romana concedendo donativi, feste, e alimentia.
Ma non delude, anzi entra benissimo nella sua parte, si responsabilizza e come i migliori imperatori, dopo una segnalazione di movimenti anomali sull'eterno confine del Danubio, prepara un esercito, e lui stesso si reca nei vari limes danubiani e renani per cercare di mantenere la pace.

Ottiene qualche successo con operazioni ben riuscite, ma sono solo brevi interventi per mantenimento delle postazioni esistenti,  non una vera battaglia,  n� tanto meno � una guerra.

Infatti come ha fatto in Mesopotamia non intende ne' attaccare, ne' intende lasciare le postazioni in mano ai germani che si erano fatti da un po' di tempo pi� intraprendenti e audaci.

Sono i soliti confini tracciati ancora da Marco Aurelio; lasciati cos� come lui li aveva concepiti in anni di permanenza, da suo figlio Commodo, poi mantenuti con alcune migliorie fatte dai presidi stessi; non avendo altro da fare durante tutto l'anno Settimio Severo quando s'invent� le cleruchie (terre ai soldati di confine da coltivare, libert� di sposarsi e vivere con le famiglie accanto, ecc) li obblig� a lavorare appunto a queste migliorie.

Gli Allemanni nel frattempo si vanno sempre di pi� spostando verso l'attuale Palatinato, verso la Mosella, l'Alsazia, la Svizzera dove appunto formeranno poi in questi luoghi degli stanziamenti definitivi nell'arco di un paio di secoli, fino all'avvento del regno prima merovingio poi carolingio;  i latini li chiameremo Svevi (da qui in seguito Svizzera), anche se i locali di queste zone conserveranno (pur assorbendo gli Allemanni) l'antico nome in Elvethi.

Ci sono per� per Filippo ancora gli irrequieti Carpi che vanno ancora in cerca di territori; si spingono oltre il Danubio, poi, non sappiamo con quali motivazioni, si ritirano e preferiscono trattare la pace, che Filippo concede subito; non sappiamo a quale prezzo pagata, comunque sufficiente come soluzione per risolvere  la crisi e con tutta tranquillit� ritornarsene a Roma.

Fa insomma quello che stavano facendo da un po' di tempo tutti, e come per un po' di tempo faranno ancora tutti quelli che verranno.

Sembra, ed � paradossale che gli unici a non voler combattere e a fare sempre una pace pagando moneta sonante, sono gli imperatori militari. Forse per mestiere o per saggezza hanno un'altra visione pi� realistica delle situazioni, sul lato pratico per�, non certamente con delle buone intuizioni politiche di vasta portata. Guardano il particolare mai  il generale.

Mai del resto uno Stato � guidato bene dai tecnici, figuriamoci poi se questi provengono dalla casta militare. I primi vedono inefficienza in ogni cosa guardando solo il particolare, mentre i secondi credono di poter comandare solo con la disciplina militare. Entrambi perdono contatto con la vera realt�, vedono solo i particolari, le formalit�, sfugge la visione globale, le varie sfaccettature ognuna composta da diverse realt�, dove invece il vero politico non solo le vede ma ne percepisce la presenza antevedendole, tasta il polso, intuisce i mali, la sintomatologia, fa la diagnosi: poi affida agli specialisti le operazioni da compiere: a loro il compito di lenire i mali, guarire la malattia, e dove necessario anche amputare. Ma poi basta, finisce l� il loro compito.

Qui invece assistiamo al "chirurgo", al militare di turno, che vuole operare il "malato" impero, senza avere la diagnosi della malattia di cui � afflitto; non solo, ma fa altri gravi danni: inizia a creare una casta di altrettanti incapaci come lui. Ognuno vedendo il collega salire in alto, per il solo fatto di comandare un esercito crede di essere lui il migliore uomo dell'impero. Lo abbiamo detto vedono solo il particolare, e ovviamente l'ambizioso vede solo il suo "orticello" e il suo "allevamento". Poi alla resa dei conti vedremo che non si risparmieranno i colpi tra di loro per eliminarsi a vicenda, sempre convinti ognuno di essere il migliore. Molti andranno perfino allo sbaraglio essendo carenti di acume politico, e visto che soccomberanno dimostreranno che non avevano nemmeno quelle qualit� che credevano di possedere; cio� quelle militari.

Poteva questa gente guidare un impero? 

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