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CRONOLOGIA

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ANNO 201 d.C.

QUI riassunto del PERIODO: di SETTIMIO SEVERO (dal 193 al 211)


*** I PRIMI DUE SECOLI IN BREVE
*** LA DELINQUENZA A ROMA

(qui DUE SECOLI DI LETTERE IN UNA BREVE CRONOLOGIA)

Dopo due secoli dalla fondazione dell'impero cominci� a venir meno l'equilibrio del potere instaurato da Augusto. Centro del governo era sempre quella corte lasciata da Augusto, e solo apparentemente l'amministrazione era divisa con il Senato, la cui funzione si ridusse ad approvare i provvedimenti legislativi dei vari imperatori. Una diarchia apparente che si estendeva a tutte le forme di amministrazione. Ma soprattutto nelle province, dove il senato mandava i suoi rappresentanti  ma solo quelli graditi all'imperatore e senza poteri militari;  infatti il comando degli eserciti stanziati  era affidato a un delegato dell'imperatore, ovviamente da lui scelto..
In sostanza una esautorazione che aveva ridotto i senatori ad essere dei semplici funzionari.
Questo come abbiamo visto dur� fino a quando sul trono si succedettero uomini capaci di ottenere - in un modo o in un altro- questa deferenza.

  Alla morte di Augusto, nel 14 d.C. divenne imperatore il suo figliastro, Tiberio, che  appoggiandosi ancora al senato, all'inizio fu ottimo amministratore ma poi per le ostilit� e le trame concluse la sua vita con molti errori. Per i contrasti che ebbe con i senatori - che inizi� perfino a disprezzare- non li volle nemmeno pi� vedere, si ritir� nella sua splendida villa a Capri. Affid� il governo nelle mani del capo pretoriani Seiano e solo per lettera continu� a fare l'assolutista. La scelta si dimostr� fatale, e quando corse ai ripari era ormai troppo tardi. Nel 37 Tiberio lasci� l'impero nelle mani del sorpreso Caligola, pi� dispotico di lui anche a causa di uno squilibrio mentale. Volendo instaurare una monarchia ancora pi� assoluta, nel delirio di potenza, impose il culto dell'imperatore, pretese trionfi di guerre mai fatte, umili� il senato, fin quando dopo aver superato eccessi di ogni genere  in una congiura fu ucciso. Nel 41  fu nominato imperatore Claudio zio di Caligola. Si dimostr� in tredici anni un buon politico e un buon amministratore, ma prima evit� una congiura dell'ambiziosa Messalina, la prima moglie, poi non riusc� a evitare di essere avvelenato dalla seconda, Agrippina per far salire sul trono suo figlio Nerone.

Nel 54 troviamo il giovane diciassettenne al governo sotto l'influenza della madre ma soprattutto di Seneca suo maestro, che ambiva a una paritaria divisione di poteri fra imperatore e senato; ma ambizioso come molti suoi colleghi, presto Nerone si accorse che il suo maestro era anche lui un traditore, come tanti suoi amici, compresa l'ambiziosa madre, la prima moglie Ottavia e anche la seconda. Furono tutti condannati a morte. 

Nerone; dapprima pur essendo giovane, amato moltissimo dal popolo, saggio e capace, con una politica moderata fin� per inimicarsi il senato per le sue follie (ma questa � la versione tramandataci - forse arbitraria).  Non altero ma aperto, piuttosto democratico, accusato forse proprio per questo di essere un dispotico fin� nel mirino di una congiura senatorile: Organizzata una sollevazione popolare per non cadere nelle loro mani Nerone fin� suicida nel 68 d.C. 
Eliminato colui che era ritenuto il responsabili di tutti i mali, le cose non � che migliorarono, anzi peggiorarono; si scaten� e segu� un periodo di anarchia militare fino alla fine de 69, quando sal� al potere Vespasiano.
 D'origine plebea, uomo d'armi, Vespasiano seppe amministrare con fermezza l'impero ed estendere i confini con nuove conquiste, non rinunciando ad essere un monarca assoluto fino al punto che la sua monarchia  la fa diventare di diritto ereditaria. Cos� gli succedettero prima Tito (che mor� dopo due anni, nel '81)  poi suo fratello Domiziano. Ma diventato anche lui autoritario e sempre nemico del senato, Domiziano fu  ucciso in un'altra congiura nel 96.

Morto Domiziano, sembr� ritornare il potere nuovamente al Senato  quando fu eletto a guidare l'impero proprio un anziano senatore, Nerva. Il senato era dunque riuscito  cos� nuovamente a riprendersi il potere, a imporsi come elettore dell'imperatore, a eliminare la successione ereditaria,  riservandosi perfino di approvare l'adozione del successore fatta dall'imperatore in carica.

Ma nel breve impero di Nerva (96-98) proprio lui nomin� e fece approvare la sua successione inaugurando un nuovo sistema per designare il successore non pi� per via ereditaria, ma per adozione, favorendo l'assunzione al trono dei migliori cittadini che per un certo periodo di tempo vivevano accanto all'imperatore.  
Ma la sua scelta provoc� un altro cambiamento epocale -  infatti  per la prima volta l'imperatore era uno straniero, veniva dalla provincia,  ed era lo spagnolo Traiano.
 Si rivel� uomo di altissimo valore ma anche molto abile.  Pur abbandonando la politica assolutistica dei predecessori, tenne in alta considerazione i senatori,  ma ogni decisione fu presa sempre da lui. Del resto con lui l'impero raggiunse la massima estensione, l'amministrazione seppe gestirla bene, e come generale le sue conquiste in Dacia riuscirono a riempire le casse dello stato come nessuno aveva mai fatto prima. Il suo assolutismo insomma rendeva.

Nel 117 imperatore un altro generale, della provincia, anche lui spagnolo, Adriano, con il quale finirono le guerre di espansione romana e riusc� a creare  una pi� solida organizzazione dell'impero. Una singolare pace poi continu� con Antonino, di origine gallica, che fece leggi per la difesa degli schiavi e toller� abbastanza  i cristiani. Pi� che governare un Impero, Antonino guid� paternalisticamente una "fattoria" un po' pi� grande di quelle che possedeva. Da dove non si mosse mai. 

Dopo di lui, nel 161, sal� al trono Marco Aurelio, grandissimo imperatore, distaccato filosofo prima, poi piuttosto realista e cinico dopo; piu che imperatore un generale assolutista ma anche poco coerente con i suoi personali progetti politici; ambiva a una grande confederazione europea ma continuava a fare il "bellico" monarca assoluto.  Mentre il figlio Commodo, meno monarca e rigido di lui, gli successe, ma anche lui pi� che ignorare i senatori li derise, fu assassinato in una congiura per la sua (scrissero) sfrenata tirannia, o forse perch� stava diventando troppo democratico, e questo non era gradito al conservatorismo senatorile aristocratico. 
Finita la dinastia degli Antonini, comincia a delinearsi la crisi che presto travolger� l'impero. Dopo un breve  periodo di anarchia arriviamo a questi ultimi anni con il ritorno al potere di un uomo forte, un altro generale, questa volta africano d'origine, Settimio Severo. 
Seguir� fra breve il figlio Caracalla;  che conceder� la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero. Putroppo  queste aperture come quelle di Nerone e di Commodo gli attirarono l'odio e il disprezzo del senato, che lo fece assassinare. Intanto i nemici esterni di Roma - soprattutto a nord - stanno organizzandosi e premono ai confini.
Davanti a noi sta iniziando il terzo secolo con tutti quei mali che poi nel quarto andranno a concludere il leggendario Impero Romano. 

Il cristianesimo

La storia della vita di Gesu', tramandataci dal Vangelo, si inquadra nella storia di Roma tra gli ultimi anni dell'impero di Augusto e larga parte dell'impero di Tiberio. Gesu' visse fino a trent'anni a Nazareth, poi, seguito da un gruppo di discepoli, cominci� a percorrere tutta la Palestina predicando l'amore verso Dio e verso il prossimo, ovunque accolto con favore dal popolo.

Dopo la sua morte, gli apostoli e soprattutto Paolo di Tarso ne diffusero la dottrina fuori della Palestina e a Roma. Qui soprattutto gli umili ne raccolsero il messaggio e uno spirito nuovo pervase il mondo romano proprio mentre la religione pagana si svuotava sempre pi� di contenuti  idolatri; quello che mancava era una profonda spiritualit� interiore.

Dapprima i cristiani furono tollerati e poterono moltiplicarsi indisturbati. Ma poi la loro fede sembro' potesse turbare l'ordine su cui era fondata la societ� romana e iniziarono le persecuzioni. La prima fu quella ordinata da Nerone dopo l'incendio di Roma, avvenuto nel 64 d.C. A questa ne seguirono altre, sempre pi� gravi, via via che l'importanza del cristianesimo andava crescendo.

L'impero romano cristiano

I Severi avevano impostato sulla forza il proprio potere e questo segn� il loro destino: tutti finirono vittime di congiure militari. Dopo di loro un tragico periodo d'anarchia si apr� per l'impero: ogni esercito elesse il suo imperatore e gli scontri si moltiplicarono insanguinando l'Italia e le province. Inetti governatori o e altrettanto inetti generali approfittarono della situazione per ribellarsi al potere centrale di Roma; pi� che i veri e propri nemici furono queste guerre intestine con le loro devastazioni a dare origine a una grave crisi prima politica poi economica, e quest'ultima che acceller� ulteriormente la prima..
Questa situazione dur� per quasi cinquant'anni, fino a quando divenne imperatore Diocleziano, che modifico l'impero non seguendo n� il modello augusteo n� quello che aveva solo teorizzato Marco Aurelio; quella di Diocleziano era una monarchia pi� vicina a quella orientale. Per riorganizzare l'impero, ormai in disfacimento, invece di cercare di unirlo Diocleziano lo divise in due. Nomin� Massimiano suo collaboratore e gli affid� la parte occidentale dell'impero con capitale Milano e tenne per s� l'oriente con capitale Nicomedia. Era il primo passo verso la distruzione.

Infatti,  l'impero fu poi ulteriormente suddiviso in altre due parti, con a capo Costanzo e Galerio, ma subordinati ai due imperatori. Se da un lato questa suddivisione rendeva pi� controllabili i confini e i popoli vinti, dall'altro preparava di fatto la divisione dell'impero e  quindi la sua rovina.

Diocleziano fece inoltre importanti riforme agrarie e civili che andranno a stravolgere l'intera societ�: leg� i contadini alla terra e costrinse i discendenti (figli e nipoti) a continuare il mestiere paterno, nasceva cos� la plebe vita natural durante. Infine scaten� una violenta campagna contro i cristiani proprio nel momento in cui Roma aveva tanta necessit� di religioni spirituali.

Ritiratisi Diocleziano e Massimiano, seguirono lunghi contrasti tra i nuovi sovrani, finch� arriveremo a alla fine di questo secolo, quando appare Costantino e nel 312 arriv� al potere. Non solo fece cessare le persecuzioni contro i cristiani ma anzi con un preciso progetto politico cerc� di unire stato e religione. Il cristianesimo pote' quindi uscire dalla clandestinit� per andare a iniziare il suo secolare cammino. L'estrema reazione dell'imperatore Giuliano, che cerc� di restaurare il paganesimo, naufrag� rapidamente. Nulle poteva pi� impedire alla Chiesa di assumere nella storia il ruolo a cui era destinata.

 

LA DELINQUENZA A ROMA e in Italia - Se la situazione politica dava ai cittadini gli esempi che abbiamo visto sopra, non c'� da meravigliarsi che nascessero delle cellule impazzite in ogni strato sociale della vita romana sia sul proprio territorio che nelle varie province.
Chi aveva in mano le amministrazioni e il governo delle varie citt� si arricchiva spesso alle spalle dell'imperatore (magari ottimo generale ma pessimo amministratore) e riusciva a rubare o a farsi dare compensi sottobanco, promettendo favori e cariche pubbliche, come abbiamo letto ultimamente quel funzionario che era riuscito a vendere una carica pubblica addirittura 25 volte.
Chi non aveva questi grandi poteri, ma ne aveva inferiori come quello di riscuotere le tasse, allora opprimeva i cittadini o con un fiscalismo eccessivo per ricavarsi la sua parte o li vessava in altri modi. Se i malcapitati   non avevano proprio piu' nulla da dare per tanti motivi,  di carestia, di disgrazie, i funzionari di questo tipo andavano a creare una condizione tale di disagio e di rabbia, tanto da ritrovarsi subito dopo alle prese con dei briganti prodotti dal loro stesso operato. Perch� perfino gli onesti dovevano rubare per andare a pari di quanto veniva a loro rubato.

Sembrava in questi anni che nessuno volesse piu' lavorare, darsi da fare, produrre, ma che tutti mirassero all'occasione per fare con sotterfugi e la disonest� il colpo gobbo; l'arrampicata sociale o economica con il minimo dispendio di energie. Tutti volevano avere soldi in tasca ma nessuno faceva qualcosa per ottenerli. Questi rampanti senza scrupoli che vestivano bene e conducevano apparentemente una vita perbene pensavano solo alla corruzione. Poi ad aggiungersi a loro c'erano i diseredati, i disertori di certe guerre stupide dove non ne capivano l'utilita'; e questi possono ricorrere a una sola  tecnica organizzarsi in piccole bande di scippatori, di rapinatori, di ladri, e di banditi che ormai a Roma e dintorni aumentavano ogni giorno.

Roma in questi anni e in quelli che seguiranno � ormai una capitale abbandonata a se stessa, con certi quartieri in ginocchio. La delinquenza inizia prima a dilagare col singolo, poi va a formare grosse bande. La piu' famosa quest'anno � quella di un certo Felix Bulla (di cui parleremo ancora nell'anno 207).  Ha una banda di 600 uomini, 600 briganti che bloccano nelle strade che conducono i viaggiatori a Roma; assaltano i carri merci, svuotano le isolate ville dei signori 
Si spostano da un posto all'altro con rapidit�, e semineranno il terrore per ben due anni, diventando inafferrabili. E non sono solo loro, anche se in gruppi meno numerosi, ci sono quelli formati dai disertori, quelli formati dai profughi arrivati a Roma senza un mestiere, senza una attivit�, un tetto; provengono da ogni parte, e  per sopravvivere prima si adattano a fare lavori umili poi conosciuto il benessere opulento, entrano nella malavita che diventa sempre pi� organizzata, che conosce i ricchi, i benestanti, l'ambiente, sa dove ci sono magazzini dove rubare, dove sono i gioiellieri, i mercanti di seta, o gli strozzini che prestano soldi a chi vive al di sopra dei propri mezzi mentre  loro si arricchiscono

Tutto questo, in questo inizio del terzo secolo, poi ancora un altro passo, e via verso la decadenza.

La situazione era densa di pericoli e il pericolo era "dentro e fuori", era rappresentato quest'ultimo dalle irruzione dall'est, dal nord, dal sud, dagli stranieri; delle forze estranee per cultura, idee e per differenti forme e stili di vita. E i primi fra tutti che iniziarono a essere  estraneo erano i nuovi imperatore, poi gli altri, i loro funzionari, i loro generali e perfino i loro servi.

Dall'altro invece - il male che stava covando dal di dentro - era la citt� . Una citt� che non reagiva. La minaccia pi� grossa era proprio questa, il ristagno, le tendenze all'individualismo. Che divenne endemico fino a quando ogni cura fu vana.

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