HOME PAGE
CRONOLOGIA

20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
O A TEMA
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 54  d.C.

QUI l'intero  riassunto: del PERIODO DI NERONE dal 54 al 68 d. C.
* NERONE IMPERATORE - MORTE DI BRITANNICO
*POPPEA E LA MORTE DI OTTAVIA
* SENECA E IL GOVERNO - * POPPEA IMPERATRICE
* VIZI E ORGE DI NERONE 

 * LE GUERRE DI NERONE
* INCENDIO DI ROMA - * PERSECUZIONI CRISTIANI
* LA CONGIURA CONTRO NERONE
* LA RIVOLTA DEGLI EBREI - STRAGI IN  PALESTINA
* LA FUGA E LA MORTE DI NERONE

---------------------------


L'ANNO 54
*** MORTE DI CLAUDIO
*** NERONE IMPERATORE
*** ANCORA SENECA

Dopo un regno durato quasi quattordici anni, Claudio il 12 Ottobre scomparve dalla scena. Il bene che fece questo imperatore, salito al trono inaspettatamente, con grande sorpresa dei pi� pessimisti, continu� e divenne patrimonio dell'impero; il male (non proprio tutto gli era riuscito bene - non essersi opposto al potere della moglie fu uno di questi gravi errori) fu invece presto dimenticato e per un motivo solo, che il prossimo periodo che attende ora Roma, quello di Nerone (e le guerre civili che seguirono) fece rimpiangere tutto quello che aveva fatto di imperfetto quest'uomo dalla grottesca figura, ma dotato di grande intelligenza, che non mise mai in mostra, fino al punto che molti pensavano che era succube dei suoi tre liberti al quale aveva delegato il potere; forse per non dover comparire troppo spesso in pubblico.

AGRIPPINA aspettava il suo momento, e quando Narciso il fedele liberto segretario di Claudio part� in autunno per fare una cura a Sinuessa, ebbe l'occasione propizia. Avvelen� il marito con un piatto di funghi, e per essere ancora pi� sicura chiam� il medico Senofonte (un suo alleato) per dargli, invece che le prime cure, il colpo di grazia, cio� una medicina che non era altro che un altro veleno.
 Poi chiam� alcuni (ma mirati) suoi amici astrologi di corte che ammonirono i presenti che non si poteva fare una immediata proclamazione di NERONE perch� il momento non era propizio e questo ritard� la diabolica funerea notizia al popolo della morte di Claudio. Si disse che era caduto gravemente ammalato. Intanto Agrippina impartiva precise istruzioni a Seneca per prepararsi a un discorso di circostanza e quindi fare contemporaneamente quello inaugurale dell'investitura di Nerone. Il trionfo era ormai vicino! E Seneca gli era accanto!

NERONE DIVENTA IMPERATORE - Formalizzata la morte di Claudio il giorno 13, Nerone alla sua prima potest� tribunicia, viene presentato da Seneca che gli fa il panegirico di circostanza e in alcuni passi offende perfino apertamente l'anima di Claudio (vedi sotto). Gli succede quindi come Imperatore e assume il governo dandogli inizialmente un'impronta molto particolare, poi segu� una condotta piuttosto superficiale, quella di un giovane di 17 anni, plagiato e viziato dal potere e dall'amore morboso di sua madre, ma nello stesso tempo anche sua antagonista.
Dopo nemmeno un anno, in questa competizione con sua madre Agrippina, Nerone si trasformer� nel peggiore assolutista imperiale che si era mai visto a Roma, che lo porter� in una vena di stranezze di ogni sorta e a indicibili crudelt� quali le uccisioni di Britannico suo cognato e nello stesso tempo suo fratellastro, poi della stessa madre Agrippina (qui il suo "gioiello" le si ribell�) e delle due sue mogli OTTAVIA e POPPEA. 

Celebre (almeno quanto scrivono gli storici del tempo, compreso Tacito) anche il suo incendio di Roma,  che -si disse- lui voleva ricostruire dandogli la sua impronta di artista, spazzando via i  luoghi-culto rappresentati dai monumenti dei precedenti imperatori; incendio che poi accuser� i cristiani di aver appiccato, che furono perci� oggetto di persecuzioni e di assassinii nelle varie Arene, di cui alcuni drammaticamente spettacolari. Non si contano le morti date anche ai suoi amici, consiglieri, maestri, fra cui gli stessi suoi precettori, il famoso SENECA e LUCANO.
Costretto poi a fronteggiare la rivolta dei pretoriani dovette alla fine fuggire (nel 68) in una villa fuori Roma dove si fece uccidere dal liberto Epafrodito, un giovane efebo. Per quanto il moralismo delle fonti lascia intravedere una scellerata conduzione politica del suo regno, Nerone resta comunque un grande per tanti motivi che vedremo in questi suoi pochi anni di regno.

La storiografia che segu� ce lo presenta sempre nei suoi lati peggiori, sottacendo alcune iniziative che furono rivoluzionarie per l'epoca, ambiguamente contrastate dai latifondisti, infine apertamente combattute fino al suo completo annientamento.
Ai nostri giorni il severo e parziale giudizio del passato su Nerone, ha urtato coi risultati della critica storica moderna. Malgrado gli orrendi (machiavellici) delitti,  le offese col suo genere di vita al senso di dignit� del popolo romano (ma forse solo a quello aristocratico), o la smania di voler essere ad ogni costo un uomo di poesia: riconosce che era un uomo di talento; il suo governo non manc� di un certo impulso al modernismo; non del tutto trascur� l'opera di colonizzazione  e cerc� di migliorare l'amministrazione, di diminuire o almeno stemperare alcuni abusi in materia di tributi e a ragione o a torto seppe essere popolarissimo in Roma e fuori, specialmente in Grecia e in Oriente.


SENECA che abbiamo conosciuto prima ostile a Caligola, poi alleato di Agrippina era un grande filosofo ma durante il periodo di Claudio, pur con dei decisi interventi da buon politico nell'amministrazione pubblica, in quella di corte non era un vero e proprio protagonista, c'erano altri meglio di lui,  pi� decisi a imporre  ad Agrippina e a Claudio le proprie  idee o a discutere quelle dei suoi "padroni", lui invece si limitava ad assecondare i propositi. La stessa Agrippina per perorare certe cause da lei diabolicamente architettate (come le accuse a Silano, fidanzato di Ottavia) non ricorreva a lui, ma si affidava all'eloquenza dell'altrettanto fedele Vitellio, e per accusare e per depredare con le confische i nobili; gli preferiva Prisco o Rufo, molto abile nel rovinare gli accusati anche se non avevano colpe; l'importante era il possesso di  grandi patrimoni.

Nel suo discorso tenuto ai funerali di Claudio, Seneca  lo troviamo ipocritamente e apertamente schierato con Agrippina e Nerone e non esit� per piaggeria a infangare proprio Claudio. In un uomo di cos� grande intelligenza ci si meraviglia che non abbia capito il gioco sporco che faceva Agrippina, n� possiamo pensare che il suo senso dello Stato si avvalesse di simili indegne trame e non intuisse che avrebbero portato alla sventura, Agrippina, Nerone, l'impero, e anche lui stesso.
Eppure fu cos�, il suo operato contrasta con quanto scriveva, perfino nella sua orazione funebre a Claudio (Apocolocyntosis): troviamo un Seneca stupido, cinico e spregevole. Nel commemorarlo ne evidenzia gli errori, cos� tanti che nel salutarlo per l'eternit� lo colloca negli inetti con sarcasmo: "al massimo finir� fra gli scrivani di Menandro, che � l'addetto di Eaco, il giudice dell'oltretomba". E a coloro, pur numerosi, che nell'apoteosi funebre proposero per il defunto imperatore la concessione del titolo Divus, rispose che tale trasformazione "lo avrebbe cambiato al massimo in zucca anzich� in divinit�".
Di Seneca comunque ne sentiremo ancora parlare per alcuni anni, 11, poi i suoi errori li sconter�, ironia della sorte con Nerone stesso, la creatura che aveva istruito, allevato, portato al potere, ottenuto favori, e perfino alleato (non mosse un passo) quando si decise di far assassinare sua madre Agrippina, che dopo anni di alleanze in sporche complicit�, Seneca stesso aveva tradito per stare (cambiando bandiera) accanto a Nerone, per poi tradire anche lui.

-----------------------------------------------------------

Sono di questa data le LETTERE DI PAOLO I e II AI CORINTI, AI GALATI, E AI ROMANI, mentre lui si trova ad operare in Macedonia, in Frigia e a Efeso, nel periodo che viene tradizionalmente considerato terzo viaggio missionario che durer� fino al 58 quando proprio da Efeso venne allontanato dopo alcuni tumulti fomentati da Demetrio, che si svolsero contemporaneamente in Macedonia, a Corinto e a Gerusalemme

PROSEGUI NELL'ANNO 55 >