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CRONOLOGIA

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(pagine in continuo sviluppo  (sono graditi altri contributi o rettifiche)

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"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA"

ANNO 1077

*** LA LOTTA PER LE INVESTITURE 

*** In GERMANIA i Principi e i nobili, sempre insofferenti ai prelati ricchi, con la clamorosa bolla papale, hanno l'occasione per sbarazzarsi di questo clero simoniaco, e nelle stesso tempo rinnegare il potere di ENRICO IV, che distribuiva molti discutibili benefici - esautorando proprio loro - solo ai "Principi" della Chiesa tedesca.
ENRICO IV, scomunicato da papa Gregorio e minacciato di essere deposto entro l'anno dai suoi feudatari se non ottiene la revoca della scomunica papale, a conoscenza che il papa si trova non a Roma ma in Toscana, il 25 GENNAIO, scende in Italia e si reca a Canossa, nel castello di MATILDE di Toscana, dov'era ospite papa Gregorio.
Qui dopo tre giorni d'attesa, dopo aver sollecitato piu' volte Matilde ad intercedere col papa per essere ricevuto, Gregorio accetta con calcolata supponenza l'incontro. Lo umilia, poi lo perdona e infine lo assolve.

Ma non � sufficiente per ristabilire la ribellione dei Principi tedeschi, che sono risoluti, non desiderano pi� Enrico IV, e minacciano di intervenire perfino con le armi se avverr� la restaurazione.
Intanto si attivano subito per nominare un altro imperatore. La scelta cade su RODOLFO di SVEVIA, non senza problemi nel paese, dove il 15 marzo scoppia la guerra civile.
Infatti, entrambi le due fazioni, i Principi ecclesiastici e i Principi laici, incitano i propri sostenitori a combattere per difendere ognuno la propria causa.
Il popolo della "chiesa" (chiesa tedesca, dei Principi, ormai del tutto staccata da quella romana papale), pur numeroso, � debole, contadino, senz'armi, inerme, e nulla pu� contro i Principi laici. Questi, pur inferiori di numero, hanno la forza, dispongono uomini in armi, hanno l'efficienza.
Dunque � il paese a rimetterci; cade nel caos totale. Passeranno anni prima di ritornare ad un periodo di stabilit� e di tranquillit� dopo una lacerazione cos� profonda che non ha risparmiato nessun territorio, e ha coinvolto tutte le popolazioni, oltre i nobili delle due correnti di pensiero.

Su questo contesto della lotta per le investiture, e sulla degenerazione del comportamento del clero soprattutto il tedesco, viene ad inserirsi l'opera e l'agire non solo di papa Gregorio, uomo carismatico e di straordinaria cultura, ma al suo fianco c'e' l'influsso di PIER DAMIANI con le sue opere, lui il promotore della riforma della Chiesa. I due, insieme, vogliono ristabilire la purezza spirituale del clero, dentro un Impero che di Sacro e Romano non ha pi� nulla.
Non intervenire in un modo drastico, c'� il pericolo di riportare a condizioni di barbarie l'intera Europa; far regredire una civilt�. Ed � quello che sta accadendo a Costantinopoli (lo leggeremo pi� avanti) ed � gi� accaduto (come abbiamo invece letto) nel mondo arabo.

Nelle sue opere De divina omnipotentia, De fide cattolica, De divina Providentia, Pier Damiani sostiene e conduce una campagna persuasiva a 360 gradi (popolo, nobili, clero). Il nocciolo nelle sue opere � la superiorit� dell'onnipotenza divina rispetto al mondo umano, naturale e storico (della questione ne riparleremo - con un lungo capitolo)

*** COSTANTINOPOLI ormai � nel caos; scoppiano prima rivolte di civili domate dai militari, poi scoppiano tumulti di militari contro l'imperatore. In queste ultime il governo commette lo stesso errore degli arabi a Baghdad, chiede aiuto ai turchi, lo ottiene, ma poi i Turchi presentando il conto, intendono usurpare il trono di Bisanzio. Il governo fa marcia indietro ed � costretto ad avvalersi degli stessi militari che avevano iniziato la rivolta, per sventare questo colpo di stato dei mercenari turchi. I militari diventano cos� pi� forti di prima.
Ne approfitta il governatore di Durazzo, NICEFORO BRIENNIO, che si proclama antimperatore occupando Adrianopoli. Altrettanto fa lo stratega NICEFORO BOTANIATE; ed anche lui ricorre all'appoggio dei turchi.
L'impero di Bisanzio, � ormai ridotto dentro le mura di Costantinopoli.

*** ITALIA - Dopo Palermo, ROBERTO il GUISCARDO, continua ad espandersi anche nella penisola. Dopo aver assediato e conquistato la Repubblica marinara di Amalfi lo scorso anno, punta su Salerno, la invade, occupa la citt�. Il prossimo anno altre citt� seguiranno la stessa sorte.

*** Inizia la costruzione del Duomo di ANAGNI.
*** A SALERNO il vescovo Alfano fa ricostruire lo stupendo Duomo.


ANNO 1078
922 ANNI FA

*** MERIDIONE D'ITALIA - Roberto il Guiscardo, dopo Amalfi, dopo Salerno, occupa anche l'antico potente e grande ducato di Benevento, che ricordiamo, era quasi l'intero territorio a sud della penisola, esclusa la punta calabra e quella pugliese che era rimasta bizantina fino a pochi anni prima dall'arrivo dei fratelli normanni d'Altavilla, Roberto e Ruggero.

Benevento era l'ultimo ducato rimasto ai successori della dinastia longobarda; lo avevano conquistato nel 592 dopo aver scacciato con quattrocento anni d'anticipo, definitivamente i bizantini. Roberto e Ruggero solo da alcuni anni erano riusciti a fare altrettanto in Puglia e nella Calabria, le ultime teste di ponte dei bizantini in Italia.

Roberto quindi con quest'annessione ha dunque il controllo dell'intero sud della penisola, Sicilia compresa.

Per due secoli domineranno i normanni. La loro ascesa in Italia: fulminea. Tutto inizi� da quel solitario Rainolfo DRENGOT, uomo di ventura mercenario venuto dalla Normandia in cerca di fortuna; sempre disponibile a chi pagava di pi� per mettersi a sua disposizione; cio� ai mille ambigui e litigiosi personaggi che il meridione nella piena anarchia - con il vuoto del potere imperiale -stava vivendo nell'anno 1000 e dintorni.

DRENGOT aveva combattuto a fianco di Melo nel 991, e finita la guerra, ammaliato dal clima di Napoli, ma anche soprattutto dalla forte domanda dei signorotti locali, volle rimanerci, e si organizz� per il meglio, creandosi un nome; riuscendo perfino nel 1030 a ottenere in regalo per i suoi preziosi servigi, al solito feudatario in guerra, la cittadina di Aversa.
Presto questo piccolo paese non rappresent� solo un meritato dono e un piccolo spazio vitale, ma DRENGOT lo trasform� in una vera e propria terra normanna. Infatti, dalle coste della Manica scesero in molti nel suo piccolo "feudo", prima come ospiti, poi Aversa si trasform� in un centro strategico normanno; la vera testa di ponte di una dei pi� efficienti eserciti di cavalieri.
Forse, neppure DRENGOT, si era posto questi grandi obiettivi: cio� la conquista dell'intero mezzogiorno d'Italia. Ma sia la situazione locale sia quell'esterna tutto questo fu possibile, la fortuna era dalla parte dei normanni.
Queste le fortunose circostanze: 1) la completa decadenza bizantina; un impero debole che non riusciva nemmeno a difendere la stessa Costantinopoli; 2) la completa decadenza del dominio arabo (sgretolato prima nel potere centrale, poi all'interno dagli stessi califfati). 3) Infine c'era la totale assenza - o meglio rinuncia ad intervenire - dei vari imperatori occidentali, da un po' di tempo tutti assillati da mille problemi sui propri territori in ribellione perenne.

Fu la fortuna per i normanni. Una situazione dove tutti i frutti erano diventati maturi; sotto la pianta dell'impero, misero solo la cesta e aspettarono gli eventi, che non si fecero attendere molto. Dal 1030 a quest'anno sono passati soli 38 anni e hanno ora in mano, tutto il Meridione d'Italia. Con una sola generazione i normanni hanno creato una potenza territoriale superiore a quella dell'antica magna Grecia.

Non si limiteranno a essere presenti e (molto) passivi conquistatori, ma (alcuni, spesso solo delle meteore) ne rivoluzioneranno il costume; in certe zone anche la lingua. Nel campo dell'arte e della cultura lasceranno anche una particolare impronta.
La crisi di Costantinopoli, (un impero che dopo l'occupazione turca, era ridotto a una piccola area che comprendeva solo le mura della citt�) con la perdita non solo di territorio ma di prestigio politico, fu anche il segnale che il potere nell'area mediterranea passava ora all'occidente.

L'uomo pi� lucido in questo preciso momento in occidente fu papa Gregorio, che da vero statista seppe cogliere la migliore occasione del millennio. Si tolse prima di tutto il pensiero con i normanni trasformandoli in alleati e ponendoli baluardi nel sud; poi cominci� a dedicarsi al nord, impedendo all'Italia di trasformarsi in una colonia tutta tedesca.
Con il suo Dictatus papae fece i conti in tasca al clero tedesco che si era allontanato da Roma e reso autonomo; mise in discussione la loro autorit� nelle propriet�; e ai governanti e ai vari principi il suo messaggio fu molto chiaro: in tutte le questioni spirituali, l'autorit� della Chiesa era superiore a quella dei laici, imperatore compreso. Nessun regnante o patroni che fossero potevano nominare un vescovo. Mentre, per gli affari temporali il papato doveva essere considerato una vera e propria monarchia.

Nuovamente a Roma ritornava il prestigio millenario, mentre attorno c'era anarchia e vuoto di potere. Non solo, ma questo controllo fece una Chiesa universale. In quanto a autorit� (dopo che Costantinopoli nonostante la presunzione dei suoi vescovi era diventata una semplice parrocchia) quella di Roma era un'autorit� unica e indiscutibile.

Nel sud Italia, la ripercussione di queste decadenze (i bizantini) e di queste conquiste (i normanni) e quest'autorit� papale, andranno a mutare il corso della storia.
Se da una parte in Oriente l'influenza turca comporter� enormi modificazioni politiche oltre che religiose, dall'altra, in occidente l'influenza normanna venuta dal nord e insediatasi nel sud comporteranno altrettanto enormi modificazioni, alcune immediate altre in seguito.

Scenderanno infatti nel sud dopo i normanni (per varie dispute europee che avverranno successivamente), i francesi, gli spagnoli, i tedeschi, gli inglesi, i veneziani, tutti o in parte legati sempre da un filo dinastico che passava la supremazia alternativamente ora a quel paese ora all'altro o con un matrimonio, o con le pi� sbrigative delle risoluzione, cioe' ricorrendo alle armi.

Il Sud Italia, la Sicilia in particolare, rappresent� per tutti, per tanti motivi e molte ragioni, sempre una terra di conquista.

Di fronte a queste situazioni la popolazione siciliana, pluri-rapinata sempre da un gruppetto di nobili, adott� e trasform� inconsciamente la sua mentalit� esistenziale con una politica autonoma dallo stato centrale (che cambiava repentinamente da un giorno all'altro): quella di crearsi uno stato dentro lo stato; crearsi le sue leggi, la sua giustizia, le sue regole, perfino una propria etica. Difficile a capirsi dall'esterno, spesso persino dall'interno; atteggiamento che � diventato un bagaglio genetico, una coscienza locale, pari a quella di tante altre nazioni, piccole e grandi, e che chiamiamo identit� territoriale, nazionalismo, coscienza nazionale. (Ad esempio, l'Olanda ha un decimo di superficie della Sicilia, ma ha anch'essa questa coscienza nazionale!)

Il fattore R (l'ancestrale invasione territoriale d'origine rettiliniana) � nell'ipotalamo, sempre latente; che adotta sempre due sofisticate neuro-strategie, frutto dell'esperienza primordiale: cio� o l'azione aggressiva forte e palese (gli aggressori) o quella fatta in silenzio; entrambe attivate per la difesa del proprio territorio.
Negli animali si chiama "lo spirito del branco", dove non si usa la forza, l'attacco, l'aperto scontro impari, ma la strategia sottile e l'astuzia.
Negli umani si chiama consorteria o associazione segreta. Una necessit� vitale quando si e' impotenti di fronte alla forza e alla sopraffazione, all'ingiustizia, all'angheria, all'oppressione, alla tirannia e infine all'oltraggio del proprio paese. E di oltraggi alla Sicilia, tutti hanno fatto a gara per farne. Ad una popolazione che non si � mai mossa dal suo territorio per aggredirne un'altra.

*** A COSTANTINOPOLI, lo stratega bizantino ribelle, NICEFORO BOTANIATE, con l'appoggio dei turchi di SOLIMANO, � proclamato imperatore. Marciando su Costantinopoli, l'ha assediata, l'ha poi occupata, e ha sposato la moglie di MICHELE VII che finisce in convento.

ANNO 1079
921 ANNI FA

*** L'impero di Bisanzio � solo pi� un paese. Una desolata Contantinopoli dove l'impero bizantino � ridotto a un piccolo territorio dove sorge soltanto la citt� dentro turrite mura. Ciononostante � eletto nuovo imperatore un giovane e brillante generale, ALESSIO COMMENO che elimina l'altro appena salito sul trono NICEFORO BRIENNIO.

ALESSIO non ha nulla dell'imperatore, ma forse non � neppure necessario perch� la corte di Bisanzio non ha pi� un Impero. Dopo l'invasione dei turchi � un impero crollato; senza territorio; ha solo il centro di un antico cerchio che non ha pi� nemmeno un perimetro.

Esistono le vestigia, i grandi monumenti, il grande enorme palazzo imperiale che domina la Porta d'oro, le grandi mura, le grandi enormi e stupende basiliche, i grandi stadi; ma sono solo i ricordi di un passato. In mezzo a questa desolazione, una popolazione che non ha risorse, che si aggira affamato nelle vie della imperiale Bisanzio, in mezzo a monumenti diventati lugubri, quasi dei fantasmi, con una penetrante malinconia che rende ancora di pi� angosciosa l'esistenza, che non ha davanti a s� un futuro.

Invece in Europa, l'autorit� papale di GREGORIO VII, diventa ferrea e intransigente con i Principi, i re e gli imperatori e va ad assumere non solo la guida spirituale che fa diventare universale il cristianesimo romano (ora cattolico etimologicamente) ma si prende anche il carico della vita temporale, di fronte a un'anarchia diffusa e a palesi vuoti di potere dovuti a carenze di uomini forti, capaci, carismatici; con nessun statista all'orizzonte, ma solo piccoli uomini.

*** A LONDRA inizia la costruzione della "torre" (WHITE TOWER) normanna di londra.

*** A MILANO viene costruita sopra l'antico piccolo tempio paleocristiano fatto edificare da SANT'AMBROGIO, l'omonima basilica attuale. In stile architettonico romano lombardo, verra' terminata solo nel 1200

 CONTINUA ANNO 1080