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CRONOLOGIA

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OTTOBRE 1998

Europa Rossa Dopo il voto in Germania, 13 Paesi in Europa (su 15)  governati dal centrosinistra con i socialdemocratici come fulcro. Un Europa diversa, ma carica di interrogativi. Dogma del liberismo in crisi? In Italia � un incubo del Polo. E Prodi? Si avvicina la fine dell'Ulivo? -  D'Alema fa il modesto: "anche da noi in futuro un uomo della sinistra premier, ma non � detto che sia io, dipende dall'Ulivo" - Il 9 lo sapremo alla "conta" della maggioranza.

Intanto molte preoccupazioni in USA. Come reagiranno?

1 OTTOBRE  - CRISI DI GOVERNO - BERTINOTTI irremovibile. -  PRODI ora ammette: "Rischio concreto di crisi. Ma continuer� per la mia strada" . D'ALEMA:  "lavoriamo ancora per il governo scelto dagli italiani".- MARINI: "Basta col tira e molla di rifondazione comunista, ci sono i voti dell'UDR". - Gli da' ragione anche la MARCEGAGLIA (giov. industriali): "Meglio rompere che fare patti con Bertinotti" - BERLUSCONI: "E' ora di andare alle urne , la maggioranza non esiste pi�". - Ultima speranza per Prodi il voto di fiducia, � l'ultima battaglia del premier, con COSSIGA in attesa sulle  "postazioni" con i suoi   "straccioni" di Valmy.

2 OTTOBRE - CRISI GOVERNO - Si riunisce il comitato politico di Rifondazione in un clima rovente tra Cossutta e Bertinotti. Uno scontro, ma entrambi sotto assedio dei rispettivi militanti. C'� il rischio di scissione nel "parlamentino" rosso. Bertinotti sembra proprio deciso a rompere con COSSUTTA, schierato con il governo Prodi per non regalare una vittoria al centrodestra, ritenuta inconcepibile.

3 OTTOBRE  - CRISI GOVERNO - Ultimo appello di D'Alema a Bertinotti con una lettera "Non prendere decisioni che segnano una rottura incomprensibile dalle conseguenze drammatiche. Attento, con la crisi si va al voto". Intanto da questa crisi Berlusconi ci sta guadagnando. Una vera manna!
UNA SVOLTA PETROLIFERA MONDIALE? - Preoccupazioni a Washington per una decisione che potrebbero prendere i Paesi Arabi, Libia, Arabia saudita e Algeria compresa. Decisione economica che ha un valore epocale soprattutto politico. Questi Paesi stanno infatti, pensando, di abbandonare l'area del dollaro e quotare i barili con la  prossima Euromoneta. Uno schiaffo morale agli USA. Come reagiranno � una vera incognita. Di certo saranno determinanti d'ora in avanti i loro interventi nei  prossimi delicati equilibri di stabilit� politica tra Paesi Arabi e L'Europa, e soprattutto sui Balcani. Gi� in America si parla di "tradimento" e ricordano all'Europa che � stata "salvata" gi� due volte nel corso di questo  secolo e che i "gendarmi del mondo"  sono sempre loro. Anche a decidere se far nascere, l'11 agosto del '99, sia il sole, sia l'Euro.

4 OTTOBRE  - CRISI GOVERNO - Per la crisi sono molti suggerimenti per la soluzione della crisi sono proposti da falchi e colombe. La pi� gettonata nei corridoi dove si aggirano alcuni falchi della maggioranza, � quella di rompere, e poi ancora rompere,  indicando la staffetta di Prodi con D'Alema; una soluzione che per� non raccoglie consensi sufficienti. - FRANCESCHINI del PPI "Con il cambiamento al vertice la coalizione rischia il suicidio collettivo. Se salta Prodi l'Ulivo � morto" (ma � proprio quello che vogliono alcuni!) - Liberazione pubblica alcuni slogan "Costruire l'alternativa"; La sinistra deve osare"; "La sinistra deve governare" e lascia quindi intendere D'Alema.- ZAGARI "Se non approfitta adesso sotto la spinta della vittoria di Schroder, D'Alema a palazzo Chigi non ci va mai pi�". - La vittima designata dunque � Prodi. - La cosa strana � che i Ds che contano stanno premendo sui cossuttiani a votare la fiducia a Prodi, mentre D'Alema non ha fatto loro nemmeno una telefonata. Guarda pi� lontano.

5 OTTOBRE L  - CRISI GOVERNO - Rifondazione rompe. - PRODI al Quirinale. - Di fatto � crisi. Dibattito alla Camera per chiarire il destino del governo. I DS convocano il comitato politico. Il Polo gi� invoca elezioni. - A Rifondazione alla riunione del Comitato, clima livornese degli anni '20, atmosfera anni '69. Si sente di tutto: odi implacabili, rigurgiti rivoluzionari, rancori da ex proletari, condoglianze a un partito morto, e i preparativi per un funerale. Lo sfascio � nell'aria, annunciato. Reazionari e mistici sono presenti per assistere alla fine. C'� chi fa ironie ("Se ne usciamo vivi � la prova che Dio esiste ed � comunista", e chi fa sarcasmo (citando Majakovskij "spronare il ronzino  finch� non si schianti". - OCCHETTO (lui che sub� la scissione Pds-Prc) non crede alla sceneggiata di Bertinotti. "La Finanziaria - dice - non c'entra niente. Bertinotti si � assunto un ruolo, si � messo a fare la ruspa per sradicare l'Ulivo, preparare il terreno di Palazzo Chigi a D'Alema. Il suo obiettivo � cambiare l'humus su cui � cresciuto l'Ulivo. La crisi � stata ideata e preparata dentro la sinistra. Ma se si � convinti che la maggioranza del Paese sia pi� a sinistra, c'� solo una strada: chiedere le elezioni per registrare questo umore. Si vuole andare pi� a sinistra senza l'appello ai cittadini. E il paradosso � che gli elettori, secondo una opinione diffusa, tendono a spostarsi a destra".

RINASCE LA "LIGA VENETA REPUBBLICA" - Nel segno del Leone di San Marco l'atto di fondazione in un Congresso lampo organizzato da  COMENCINI con 700 delegati per sancire la definitiva rottura con Bossi, che ha definito l'assemblea "il congresso dei pagnottari". Lo slogan dei ribelli ora autonomi � "La Padania pu� attendere, a casa nostra vogliamo essere padroni noi, gestire la nostra economia". L'orgoglio che anima il congresso (molta la retorica)  � uno solo: di essere Veneti. In prima fila gli "eroi del campanile" che arringano la folla "N� schiavi di Roma, n� servi dei Lunbard, W il Leon". - COMENCINI sulla crisi di governo: "Non c'importa nulla di D'Alema, Berlusconi, Fini, Bertinotti e di Bossi" (e parafrasando Churchill alleato ai russi) "Se per l'indipendenza dobbiamo allearci al diavolo, noi ci alleeremo anche col diavolo". - Nazionalismo pi� forte di qualsiasi ideologia.

6 OTTOBRE   - CRISI GOVERNO - Prodi a caccia di voti punta su Cossutta. Nell'Ulivo, via al corteggiamento degli incerti. Ci si gioca forse tutto su 3-4 voti di scarto. Si fanno per� conti senza l'oste, fra l'altro con il pallottoliere. Venerd� la pronuncia sulla fiducia. - PRODI: "O la fiducia o passer� la mano. Ma questa non � una crisi pazza, � scientifica" e non dice altro. Caccia aperta al regista occulto di quello che gi� sembra il giallo del mese. - D'ALEMA interviene rabbonendo "Pieno sostegno al governo in carica" ed esclude comunque di poter subentrare a Prodi o di appoggiare maggioranze diverse. Ma poi pi� realista apre a COSSIGA "Da soli proprio non ce la facciamo". - Ma il (ex?) picconatore ora alza i prezzi. Si prepara a rilanciare, in giro c'� inflazione.
BERLUSCONI chiede una sola cosa: "La crisi � evidente. Elezioni anticipate e prendiamo atto che l'UDR � all'opposizione". - Poi, Cossiga sta riprendendo il mano il piccone, lui prende in mano la penna e riempie lettere e lettere (ha scoperto una nuova passione) e le invia a molti quotidiani e riviste. Esterna con questa nuova "svolta", basta Tv (e se lo dice lui!)  funziona meglio la   "Posta" ai lettori, il colloquio epistolare, anche se sembra impossibile possa farlo di propria mano.

7 OTTOBRE  - CRISI GOVERNO - Rifondazione: via alla scissione. L'addio di COSSUTTA: "Noi non possiamo obbedire, non ci sentiamo pi� garantiti dai pericoli di destra". In arrivo il Partito dei Comunisti Italiani, fuori da Rifondazione. - L'ira di BERTINOTTI:  "Chi vota Prodi � fuori. Chi esce perde tutto, la sede, il giornale, il patrimonio, tutto". - Scatta la battaglia sezione per sezione, in alcune (Cagliari) nasce la bagarre, finisce a spintoni  per occupare le sedi, cambiare le serrature. Nelle giunte con dentro Prc � il finimondo fra cossuttiani e bertinottiani, nessuno vuole andare a casa. Si rivangano le prove di fedelt� all'uno e all'altro o di non essere stati mai con uno o l'altro. (ricordano l'8 settembre del '43). COSSUTTA al Palazzo Esposizioni arringa alla Cicerone i suoi seguaci trasfigurato, deciso, inedito come oratoria, in una sala stracolma di bandiere rosse e telecamere, tutte per lui. Si marcia verso il governo al canto di "bandiera rossa" e con tanti fazzoletti bagnati da lacrime di commozione, ma anche per la fine del sogno "rossi tutti uniti". Alcuni presenti  di scissioni ne hanno gi� vissute quattro nella loro vita, piangono davanti al dilemma amletico "con Fausto aiutiamo Fini, con Cossutta aiutiamo il DC Kossiga l'"uomo nero".

8 OTTOBRE  - CRISI GOVERNO - Vigilia infuocata e tensione dentro tutti i partiti. A rendere imbarazzante le scelte domani, c'� l'emergenza Crisi Kosovo piombata a cielo gi� tempestoso sull'aula della fiducia al governo. Cossutta potenziale salvatore di Prodi � contro l'intervento militare gi� deciso dall'Alleanza Atlantica. - In pena anche le tre anime dell'UDR, i cossighiani doc, i buttiglioniani e i mastelliani. - Nel Polo, non stanno aspettando che questo per fare doppia festa: caduta del governo, e l'UDR in frantumi. Prevedono scenari di crisi dentro il partito di Cossiga. Preparano gi� lo champagne. Casini � sicuro, lui cristiano crede nella provvidenza e ha gi� promesso che la bevuta la  pagher� lui, con il migliore, un Krug millesimato.
Si fanno i conti dei voti. Prodi dovrebbe avere 314 voti sicuri, basta per� 1 tradimento palese e va a casa.

9 OTTOBRE - CADUTA DEL GOVERNO - La Camera nega la fiducia. Il Presidente del Consiglio PRODI rimasto in carica per 876 giorni, � (per la prima volta nella storia) battuto per un solo voto.  Il premier va a casa; 313 hanno detto no, 312 s�. - L'UDR attendeva un segnale che per� da Prodi non � arrivato. Invitato a prendere la parola ha detto no come in segno di resa verso D'Alema (facendolo infuriare "adesso basta con i dilettanti". Lui sa quel che Prodi sa, che non ha i voti per superare la prova) e un segno di guerra verso Cossiga non chiedendogli i suoi voti. - Nella serata al Quirinale a rassegnare le dimissioni.
Ora comincia la vera battaglia pro e contro le "larghe intese" per un reincarico dato per certo, ma non si vede come possa ottenere i voti domani che non � riuscito a ottenere oggi.

10 OTTOBRE  - DOPO LA CADUTA  del "sempre ottimista" Prodi tutto finito? Intese ancora possibili? L'Ulivo � forse morto? I falchi dicono che non ci sar� nessuna piet� per aver cocciutamente insistito sulla sua creatura: l'Ulivo. E anche Veltroni pagher� il conto per aver tagliato la strada al soccorso di Cossiga.- BIANCO: "Ma come si fa a buttare via tutto cos�?".- RICCI "Con il pallottoliere si va all'asilo non si viene in Parlamento". - BERTINOTTI sa di averla fatta grossa ed � terreo ma si prende l'applauso della destra: a loro ha regalato una vittoria, e (toccando subito ogni cosa a portata di mano, corni, conetti, ferro e altro...) ridato a BERLUSCONI la gioia di vivere (Prodi gli aveva augurato una salute come il suo governo).
COSSUTTA � quasi disperato: ha spaccato il "suo" partito, e per cosa? per niente; Fausto ha regalato una grande giornata a Fini e Berlusconi: una festa, un coro ossessionante "a casa, a casa, a casa", un gran brindisi a champagne millesimato, e la speranza che si vada subito a nuove elezioni.
MASTELLA infierisce "VELTRONI aveva detto che gli facevano schifo? Pigliati 'sto voto. Dilettanti, andate a casa!". - Festeggiato chi ha dato la vittoria: il voto risolutivo di SILVIO LIOTTA. Eletto con i voti di FI, lasci� Berlusconi per approdare (prendendosi del "traditore") nel partito Dini, ora votando no, si � preso un'altra volta del "traditore"  ma ha fatto un gran regalo (palese quindi plateale) a Berlusconi che gli ha detto "Bravo, sei riuscito tu da solo in un'impresa meglio dei tre partiti del Polo". I premi di riconoscenza seguiranno, forse il Collegio elettorale a Partinico.

11 OTTOBRE - CONSULTAZIONI al QUIRINALE - Scalfaro punta a un governo tecnico. Prende atto che il Prodi-bis piace a pochi, ma ribadisce la propria contrariet� al ricorso anticipato alle urne. - BERLUSCONI finiti gli euforici brindisi non vuole fare passi falsi. E' disponibile a governi tecnici, istituzionali o di larghe intese. "Vogliamo il voto ma non dipende solo da noi (ricorda il '94 e al Quirinale c'era lo stesso uomo). Intanto avvia contatti con COSSIGA e le opposizioni ("i partiti li incontreremo tutti, tranne Bertinotti). E' un'attesa non facile, con molti trabocchetti. Insistere nel voto o intese in qualunque forma senza avere la certezza di ottenerle sarebbe un autogol, ma anche escluderle sarebbe come invitare l'UDR a correre a dare una mano a D'Alema "per salvare il Paese" come dice Cossiga. Non resta che aspettare le mosse altrui, senza autoescludersi.

CRISI INTERNAZIONALE - In Italia mentre si � in piena crisi di governo, a causa della guerra nel Kosovo � scattato il dipositivo militare. L'Italia si trova in prima linea con la Iugoslavia che potrebbe reagire sconsideratamente a un attacco militare con incursioni aeree e lanci di missili sulla penisola. In piena attivit� la macchina bellica della difesa della costa e nelle dodici basi italiane, che  pur messe a disposizione all'Alleanza Atlantica,  c'� l'incognita politica della mobilitazione e l'impiego delle forze armate italiane. E' necessario il voto in Parlamento. Si spera solo nello spiraglio dei negoziati della Nato.

12 OTTOBRE  - CONSULTAZIONI - Prime ipotesi: CIAMPI o DINI. Prodi respinge l'offerta di D'Alema: niente bis ("Non sono un uomo per tutte le stagioni" - qualcuno afferma che abbia detto "ma neanche morto") e boccia le proposte con l'UDR ("resto coerente). - BERLUSCONI � lapidario "Prodi-bis, � inaccettabile". - COSSIGA inizia a sbilanciarsi "D'ALEMA? Non vi � nessuna pregiudiziale, anzi ha tutti i numeri per "provarci". Il carattere democratico dei Ds � un asse portante della ns, Repubblica, il capitolo del comunismo � chiuso definitivamente e la statura politica di D'Alema � indiscussa".
Sulle elezioni anticipate una raffica di no. Bossi attacca Berlusconi: "Solo lui vuole votare perch� ha problemi giudiziari, e ha fretta di tornare a fare il Presidente. E se si va alle elezioni Berlusconi vince. La sinistra ne uscirebbe polverizzata".

LA CRISI SI COMPLICA - Scalfaro prende tempo. MARINI insiste: "Prodi � ancora l'uomo giusto. Convincer� l'UDR". Altri scenari: Ciampi, Mancino, e tra le ipotesi rispunta un governo D'ALEMA.   I Ds temono una trappola, quel "provarci" di Cossiga non piace proprio, dopo Prodi, immolerebbero per un bel po' di tempo anche lui. - Rincarano la dose di dubbi D'URSO di AN ("Cossiga li sta bruciando uno dopo l'altro, no a Prodi, no a Ciampi, adesso manda avanti D'Alema) e GIULIANO FERRARA ("Il suo momento opportuno � ora; chieda D'Alema l'incarico invece di continuare a russare nella sua grotta") - MASTELLA non si fida: "Ferrara insiste su D'Alema perch� spera di spaccare l'Ulivo". - Rispuntano i sindaci: RUTELLI "Noi sindaci salveremo l'Ulivo. Abbiamo gi� iniziative. Abbiamo fatto errori, quello di non coltivarlo". BASSOLINO tace, si espone meno (e sar� premiato).

13 OTTOBRE  - RETROSCENA CADUTA GOVERNO - Prodi rivela "un leghista voleva barattare i voti in cambio di una Tv e l'Autonomia Lombarda; fare un inciucio, io ti do' questo tu mi dai quell'altro, da Prima Repubblica, sdegnato ho detto no. Bossi va gridando Padania, e con Roma non si tratta, e poi...."
BOSSI ribatte "� un complotto",  "una bufala di Prodi", "ha il dente avvelenato".  Poi salta fuori il "tentatore": DANIELE ROSCIA che si difende "Sono stato io, Bossi non sapeva niente, ho agito cos� per il bene della mia gente".
Insomma se Prodi diceva di s�, la Repubblica Ambrosiana,  era cosa fatta.   Senza alcun apporto di Bossi, che non sapeva, non aveva visto, non aveva udito, non aveva parlato. "Un solo uomo al comando"  l'anonimo  ROSCIA. Roba da infarto per Berlusconi.  - Sferzante COMENCINI (che ha rotto con Bossi, rifondando la Liga Veneta "Cosa penso? Il caso Roscia � idea sua, Bossi era pronto a vendere la Lega, ma i veneti non sono stupidi".

14 OTTOBRE  - D'ALEMA-COSSIGA. - INTESA sul da farsi. - COSSIGA dopo aver detto no a un Prodi-bis perch� non si piega e non vuole un governo fotocopia, dopo un no a CIAMPI "picconato" "Azionista" e "antidemocristiano", con D'Alema ci sono alcune   aperture sullo scenario, ma restano le divergenze sulla formula, sulla durata, e con chi. D'Alema chiarisce il suo pensiero "Ci vuole un governo che non finisca a dicembre, ma che duri il tempo necessario per il chiarimento politico" e di una cosa � certo "Io a Palazzo Chigi? Questa ipotesi non esiste".
Ma al Quirinale altra sorpresa. Con tanti veti, Scalfaro riaffida l'incarico a un Prodi titubante. MARINI ha insistito "Se non accetti farai la fine di Segni". Marini non � disinteressato a ricucire gli strappi, anzi � preoccupato. Se Prodi crea un Ulivo tutto suo alle europee, Marini � in serie difficolt�, prima ancora con la Quercia.
Ma COSSIGA va gi� duro su Prodi: "Un no. Per noi ha gi� fallito". - BERLUSCONI va all'attacco "E' tutto una farsa. Altro che teatrino. Anzi � un dramma. Povera Italia. Che dire? io speriamo che me la cavo". - FINI "Se Prodi  smentisce quello che ha detto a Bologna � un saltimbanco".
Ma sono molti a pensare che se Prodi accetta � finito. Tutta la sua autonomia e insieme tutto l'Ulivo.

15 OTTOBRE  - COSSIGA DOMINA - E' iperattivo. Avanti e indietro al Quirinale dove sale in doppia veste di ex capo di Stato e leader di un partito. Qualcuno si � chiesto chi � che conduce le consultazioni e chi da' gli incarichi. Inoltre detta condizioni a destra e a manca, tassative: 1) Governi non fotocopia, 2) Richiesta palese dei voti dell'UDR, 3) Il nuovo premier deve riconoscere che la maggioranza del 21 aprile non esiste pi�.
Giallo:  girano voci di scissione dentro l'UDR. E' vero l'incontrario, ne entrano invece altri; dal gruppo Dini, in sfascio, che ora da 25 parlamentari � sceso 14. Prevista migrazione dentro l'UDR di altri nomi del Polo. Cossiga � furibondo accusa il Cavaliere di aver messo in giro ad arte le voci e consiglia chi ci va a parlare di portarsi sempre dietro un registratore.

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