
Lo stop del Governo all'Assegno di Inclusione - cronologia.it
Tra pochi mesi verrà abolito l’Assegno di Inclusione: ecco le ripercussioni che ci saranno su molte famiglie.
Negli ultimi tempi, l’Italia si trova ad affrontare una situazione economica sempre più critica, soprattutto per le famiglie a basso reddito. L’abolizione dell’Assegno d’Inclusione, sostituito dal Governo Meloni al Reddito di Cittadinanza, ha sollevato un polverone di polemiche e preoccupazioni tra i cittadini. Questo cambiamento, che si è reso necessario secondo l’esecutivo per combattere le frodi e incentivare il lavoro, ha avuto ripercussioni significative sul tessuto sociale del Paese, lasciando molte famiglie in uno stato di incertezza e precarietà.
Le famiglie, che si trovano a dover fare i conti con l’aumento dei costi della vita, le bollette sempre più alte e le spese quotidiane, non possono permettersi di restare senza un sostegno economico. Soprattutto quando, per molte di queste famiglie, l’Assegno d’Inclusione rappresenta l’unica fonte di reddito. Il dibattito è aperto.
Fine dell’Assegno d’Inclusione: si apre un nuovo scenario
L’Assegno d’Inclusione, introdotto come misura di sostegno alle famiglie in difficoltà, ha visto modifiche sostanziali nei requisiti di accesso. Mentre il Reddito di Cittadinanza era accessibile a un numero più ampio di persone, oggi solo le famiglie realmente impossibilitate a lavorare possono beneficiare di questo aiuto. Questa scelta ha avuto conseguenze devastanti per molte famiglie che si trovano a vivere in condizioni di povertà e che dipendono da questo sostegno per sopravvivere.
Ad oggi, molte famiglie percepiscono l’Assegno d’Inclusione da tempo, ma ciò non garantisce loro una continuità nel supporto. Infatti, il meccanismo burocratico prevede che, dopo 18 mesi di ricezione del beneficio, ci sia un mese di sospensione durante il quale è necessario rinnovare la domanda. Ecco alcuni punti chiave da considerare. Si pensa alla durata del beneficio: dopo 18 mesi, il sostegno è soggetto a revisione.

C’è poi la questione relativa alla scadenza del rinnovo in quanto le famiglie devono rinnovare entro un mese dalla sospensione. Inoltre, esiste il rischio di interruzione poiché molte famiglie che ricevono l’assegno da gennaio 2024 rischiano di trovarsi senza sostegno a partire da luglio 2025. Questa interruzione non solo mette a repentaglio la stabilità economica delle famiglie, ma costringe anche a una corsa contro il tempo per presentare i documenti necessari al rinnovo.
Ripercussioni e conseguenze
Da una parte c’è chi trova in questa misura una sottovalutazione dei rischi e delle difficoltà che affrontano le famiglie a basso reddito è un sintomo di una crisi di empatia e di una mancanza di comprensione delle reali necessità del Paese.
Le famiglie, che si trovano a dover fare i conti con l’aumento dei costi della vita, le bollette sempre più alte e le spese quotidiane, non possono permettersi di restare senza un sostegno economico. Soprattutto quando, per molte di queste famiglie, l’Assegno d’Inclusione rappresenta l’unica fonte di reddito.
Dall’altra la riforma dell’assistenza sociale pur tenendo conto di queste realtà, crede che questa sia la soluzione migliore da operare al momento. L’auspicio è che il dibattito pubblico su questi temi possa portare ad un benessere collettivo che deve essere ovviamente posto sempre in primo piano.