Un Governo Retto dal Popolo

gli STATI UNITI D'AMERICA

PREAMBOLO PER UNA DICHIARAZIONE D'INDIPENDENZA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
(bozza originale di Thomas Jefferson - 4 luglio 1776)


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"Quando, nel corso degli umani eventi, diviene necessario per un popolo spezzare i legami politici che lo hanno unito ad un altro, ed assumere, fra le potenze della terra, la posizione distinta e paritaria a cui le leggi della Natura e di Dio gli danno diritto, il giusto rispetto dovuto alle opinioni dell'umanità esige che esso dichiari le ragioni che lo costringono a separarsi.
Consideriamo verità evidenti per sé stesse che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono stati dotati dal loro Creatore di taluni diritti inalienabili; che, fra questi diritti, vi sono la vita, la libertà e il perseguimento del benessere. Che per garantire questi diritti, vengono istituiti fra gli uomini dei governi che derivano dal consenso dei governati il loro giusto potere. Che ogni qualvolta una forma di governo diviene antagonistica al conseguimento di questi scopi, il popolo ha diritto di modificarla e abolirla, e di creare un governo nuovo, ponendo a base di esso quei principi, e regolando i poteri di esso in quelle forme che offrono la maggiore probabilità di condurre alla sicurezza ed alla felicità del popolo medesimo. La prudenza consiglierà, in fatto, di non cambiare per motivi tenui o transitori governi stabiliti da tempo; l'esperienza dimostra, invero, che gli uomini sono più inclini a sopportare i mali, finché sono tollerabili, che a riprendere la giusta direzione, abolendo forme alle quali sono adusati. Ma quando una lunga serie di soprusi ed usurpazioni, volti invariabilmente ad un unico scopo, offrono prova evidente del disegno di un governo di assoggettare il popolo a condizioni di dispotismo assoluto, é diritto e dovere del popolo di abbattere quel governo e di creare nuove salvaguardie per la sua sicurezza futura.
Tale é stata la paziente sofferenza di queste Colonie; e tale é la necessità che le costringe a mutare il loro precedente sistema di governo.
La storia dell'attuale Re di Gran Bretagna è una storia di ripetuti soprusi ed usurpazioni, diretti tutti all'unico scopo di instaurare il dispotismo assoluto sui nostri Stati.
A dimostrazione di ciò, esponiamo i fatti al mondo ignaro e imparziale...

(qui Jefferson inizia la "serie" di EGLI con le dure e violente accuse):

EGLI ha rifiutato di dare il suo assenso alle leggi più opportune e necessarie al bene pubblico [...].

EGLI ha ripetutamente disciolto Assemblee rappresentative che si erano riunite allo scopo di opporsi con virile fermezza alle sue violazioni del diritto del popolo [...]. 

EGLI ha reso i Giudici dipendenti dal suo esclusivo arbitrio [...]. 

EGLI ha mantenuto fra noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dei nostri Corpi legislativi. 

EGLI ha ostentato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile e ad esso superiore. 

EGLI si è accordato con altri allo scopo di assoggettarci ad una giurisdizione estranea alla nostra costituzione e sconosciuta alle nostre leggi (si allude al parlamento inglese - Ndr. ), dando il suo assenso alle loro presunte disposizioni legislative, vale a dire: [...] ad interrompere il nostro commercio con tutte le parti del mondo; ad imporre su di noi tributi senza il nostro consenso [...].

EGLI ha fomentato la rivolta al nostro interno ed ha tentato di far marciare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera gli spietati indiani selvaggi, il cui ben noto metodo di guerra consiste nel massacro indiscriminato della gente di ogni età, sesso e condizione. (Capoverso di Jefferson soppresso) 

EGLI ha intrapreso una guerra crudele contro la stessa natura umana, violando i suoi più sacri diritti alla vita e alla libertà nelle persone di una gente remota che mai gli aveva recato offesa, facendola catturare e trasportare in schiavitù in un altro emisfero o mandandola incontro ad una morte miserevole durante il suo trasporto colà [...]. Deciso a conservare aperto un mercato in cui si vendono e si comprano uomini, egli ha prostituito il suo diritto di veto al fine di votare al fallimento ogni tentativo di proibire o limitare per via legislativa questo esecrando commercio. E acciocchè non mancasse a questo corteo di orrori nulla di infame.

EGLI sta ora incitando proprio quella gente a prendere le armi contro di noi [...]").

"NOI pertanto, rappresentanti degli Stati d'America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell'universo quanto alla rettitudine delle nostre intenzioni, solennemente dichiariamo e proclamiamo, in nome e per autorità dei buoni popoli di queste Colonie, che queste Colonie Unite sono e devono di diritto essere Stati liberi ed indipendenti".

"NOI investiti della grande responsabilità nel firmare questa Dichiarazione ci impegniamo con le nostre vite, le nostre fortune, e il nostro sacro onore"

Thomas Jefferson - 4 Luglio 1876

I rappresentanti delle tredici colonie britanniche del Nord America riuniti al congresso di Filadelfia approvano questa bozza di una dichiarazione di intenti presentata dal 33enne Thomas Jefferson e iniziano -con la guerra d'indipendenza- il loro sanguinoso cammino verso l'emancipazione.

Ripercorriamo questo lungo cammino.

* LE BASI DELLA REPUBBLICA - * IL PROGETTO E LA RATIFICA DELLA COSTITUZIONE
* LA COSTITUZIONE: ORIGINE DELLE AUTORITA' DEL GOVERNO
* LE RESPONSABILITA' DEL CITTADINO - * IL GOVERNO FEDERALE

LE BASI DELLA REPUBBLICA

Le fondamenta della democrazia americana, sulle quali in questi ultimi oltre 200 anni si sono andati costruendo il benessere e lo sviluppo degli Stati Uniti, vennero gettate nel 1787, a Filadelfia, nella Pennsylvania, da un gruppo di 55 dirigenti politici. Nella primavera di quell'anno, questo gruppo di eminenti americani, provenienti da 12 delle 13 originarie colonie britanniche tenne una serie di riunioni per mettere fine ad una crisi negli affari della giovane nazione.
Sei anni prima, con la guerra rivoluzionaria, era stata conseguita l'indipendenza, e nel 1781 i 13 Stati, nell'intento di assicurarsi reciproci vantaggi, avevano ratificato un accordo che fu definito « Articoli della Confederazione ». Ma i 6 anni trascorsi avevano dimostrato che questi « Articoli della Confederazione » presentavano difetti fondamentali.
Perciò, nel febbraio 1787, il Congresso Continentale chiese agli Stati di inviare dei rappresentanti a Filadelfia per rivedere quegli Articoli. Questa adunanza, detta « Assemblea Costituente », fu aperta formalmente il 25 maggio 1787, nella Independence Hall, lo storico edificio dove nel 1776 era stata firmata la Dichiarazione d'Indipendenza Americana (che abbiamo visto sopra in apertura) , e dove la famosa Campana della Libertà aveva fatto risuonare la notizia.

I dibattiti dei 55 delegati terminarono il 17 settembre. Con il loro lavoro essi crearono le fondamenta della democrazia americana, che durano ancora fino ai nostri giorni : la Costituzione degli Stati Uniti.
Sebbene i 55 dirigenti riuniti a Filadelfia rappresentassero popolazioni che avevano interessi diversi, e per quanto avessero origini, occupazioni e posizioni differenti, essi erano però completamente d'accordo sull'obiettivo che si proponevano. E questo obiettivo fu indicato, con semplicità e brevità, nel preambolo della Costituzione. (in inglese sono in tutto, 52 parole)
Il preambolo dice : « Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di ancor più perfezionare la nostra Unione, di stabilire la giustizia, di assicurare la tranquillità interna, di provvedere alla difesa comune, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Uniti d'America ».

Lo strumento per conseguire tutti questi scopi doveva essere un Governo emanante dal popolo; un Governo che funzionasse per i governati e con il loro consenso. Sebbene già in quell'epoca il popolo inglese avesse conseguito un certo grado di autogoverno, tuttavia questa concezione americana di Governo completamente popolare era rivoluzionaria a confronto dei tipi di Governo che a quel tempo detenevano il potere nei diversi paesi del mondo.
Le persone che andavano a sistemarsi nel Nuovo Mondo, nell'America settentrionale, o almeno molte di loro, lasciavano la madrepatria per sfuggire ad una qualche forma di oppressione, oppure per liberarsi da sistemi economici in vigore nel continente, che ostacolavano le loro speranze ed i loro sforzi per migliorare le proprie condizioni. Quella gente aveva fiducia nella propria capacità di trattare i propri affari ed era mal disposta verso ogni cosa che potesse ostacolare la libertà di farlo. Questa prevenzione era così radicata che, ad esempio, lo Stato del Rhode Island non volle inviare rappresentanti alla Costituente di Filadelfia, perchè temeva che un forte Governo nazionale potesse menomare la sua indipendenza.

Il popolo che doveva eleggere e controllare il Governo stabilito dalla Costituente era un popolo che aveva origini, ideali e interessi assai differenti. Mentre i più erano venuti dall'Inghilterra, alcuni provenivano dalla Svezia, dalla Norvegia, dalla Francia, dall'Olanda, dalla Prussia, dalla Polonia e da altri paesi. Tutti avevano partecipato all'opera di colonizzazione del Nuovo Mondo. Le loro fedi religiose erano diverse ed erano spesso fortemente sentite. C'erano Cattolici, Anglicani, Calvinisti, Protestanti dissidenti, Ugonotti, Luterani, Quaccheri, Ebrei ed alcuni erano agnostici. C'erano nobili, ricchi e potenti, e c'erano poveri debitori, dimessi dalla prigione come servi legati alla soddisfazione dei loro debiti. C'erano agricoltori, commercianti, meccanici, mercanti, marinai, soldati, avventurieri, fabbri, arsenalotti, tessitori, falegnami e via dicendo.

Numerose ed aspre erano le divergenze di vedute, come ci si poteva aspettare da una popolazione che comprendeva ogni genere di persone, tutte ugualmente fiere della libertà di pensiero e dell'indipendenza di azione. La Rivoluzione che aveva dato alle Colonie l'indipendenza dalla Corona Britannica era stata contrastata da una minoranza di colonizzatori. Coloro che formavano questa opposizione avevano avuto ragioni diverse per opporsi alla guerra di rivoluzione, ma non erano neppure d'accordo su quello che si sarebbe dovuto fare in caso diverso.

Da quei tempi, il carattere composito del popolo degli Stati Uniti si è ancor più accentuato. La popolazione dei 13 Stati originari si estese decisamente verso ovest fino ad attraversare tutto il continente. Nuovi cittadini intanto affluivano nel paese da oltre gli oceani. Gruppi di colonizzatori attraversavano la catena delle Montagne Rocciose e raggiungevano le sponde dell'Oceano Pacifico, 3 mila miglia ad ovest dei territori costieri dove s'erano insediati i primi coloni. I pionieri e coloro che li seguivano occupavano una regione ricca di abbondanti risorse naturali. C'erano buoni raccolti e pascoli a volontà. C'erano vaste risorse di legname, giacimenti di carbone, di rame, di ferro e di petrolio ed un potenziale idrico ben distribuito.
Queste risorse furono sviluppate da gente originaria di molte nazioni, gente che nella nuova nazione portava non soltanto capacità e competenze tecniche, ma anche costumi differenti.

Col progredire dello sviluppo nazionale, si sviluppavano anche interessi particolari che erano collegati con le particolari attività degli individui e con il loro ambiente commerciale. L'armatore di Boston che si impegnava nel commercio internazionale, era un sostenitore della libertà di commercio. Un fabbricante di vasellame dello Stato del
l'Illinois, nella parte centro-occidentale, che cominciava a produrre e già incontrava la forte concorrenza delle fabbriche straniere, si batteva per ottenere una tassa di importazione che proteggesse il suo prodotto sul mercato nazionale. Il coltivatore di granturco nello Stato del Nebraska appoggiava più basse tariffe di trasporto, nonchè alti prezzi per il granturco, mentre quello che ne estraeva l'amido voleva comprarlo a buon prezzo; d'altra parte le compagnie ferroviarie cercavano d'ottenere le tariffe più alte possibili per le merci trasportate.

Col trascorrere degli anni, sorsero anche divergenze di carattere regionale. Il punto di vista del banchiere di New York differiva spesso da quello del coltivatore di cotone del Sud e da quello dell'allevatore di bestiame del Texas e dei tagliaboschi dell'Oregon. Nessuno di questi tre era, a sua volta, molto d'accordo con gli altri due.
La somma di esperienza di autogoverno che il popolo s'era formata al tempo in cui fu scritta la Costituzione, era bensì d'aiuto, ma non c'era da trarne altro beneficio che quello di un generale orientamento. L'Assemblea Costituente istituita in base ai precedenti Articoli della Confederazione, aveva portato il nome di « Governo Federale ». Ma i poteri che gli erano stati concessi erano così limitati che non poteva far altro che proporre agli Stati i provvedimenti da adottare nei casi di interesse nazionale. Non aveva potere di imporre tasse, di formare un esercito, nè di legiferare in maniera vincolante per gli Stati, a meno che questi, individualmente e specificamente, lo consentissero. Le poche righe che erano state stilate per delimitare le zone di competenza fra i Governi degli Stati ed i Governi locali erano molto vaghe. Dalla esperienza acquisita con questa Confederazione, non s'era ricavato alcun altro insegnamento se non la dimostrazione che quello era un tipo di unione federale che non funzionava affatto in modo soddisfacente.

Esisteva tuttavia localmente, nelle città piccole e grandi e negli Stati, una notevole esperienza in fatto di autogoverno. Le amministrazioni cittadine e comunali, dal Maine alla Georgia, avevano un prezioso passato di funzionamento effettivo e prospero. Nelle città minori del nord-est, le decisioni della comunità venivano prese durante riunioni cittadine, nelle quali ogni individuo avente diritto di voto aveva la possibilità di esprimere la sua opinione, se lo desiderava, su qualsiasi argomento in discussione, e quindi di votare secondo coscienza. Ogni Stato aveva un governatore ed una assemblea di Stato eletta con voto popolare.
Il problema di organizzare la pubblica amministrazione sorto negli Stati Uniti dopo la Rivoluzione, non appare difficile, se paragonato ai tempi nostri. Non si deve però sottovalutare il nuovo compito di sviluppare e definire i principi in base ai quali la nuova Repubblica doveva funzionare, e funzionare in maniera da ottenere l'adesione e l'appoggio delle popolazioni di 13 Stati. E poi, oltre i problemi del momento, c'era da considerare il futuro.

Gli autori della Costituzione non potevano certamente pronosticare quello che sarebbe avvenuto fra due secoli e provvedervi in anticipo; essi previdero però che vi sarebbero stati grandi cambiamenti ed inserirono, pertanto, nella Costituzione un articolo che contemplava la possibilità di emendamenti ogni volta che ciò si rendesse necessario. Il tempo trascorso ha dimostrato la saggezza di tale decisione. Gli emendamenti, aggiunti dopo la ratifica, mantengono la Costituzione moderna ed efficace.
Nonostante le difficoltà che i suoi autori dovettero affrontare, la Costituzione tracciò lo schema di un tipo di governo che ha servito bene il popolo per più di un secolo e mezzo. Gli elementi fondamentali della Costituzione furono concepiti così saldamente, da potersi applicare tanto ai bisogni, relativamente semplici, dei Tredici Stati Originari, quanto alle necessità complesse ed incredibilmente varie, degli odierni Stati Uniti. Basterà ricordare che gli Stati Uniti hanno una popolazione di oltre 250.000.000 di abitanti, cui si aggiungono dal 1959 i 1.530.000 abitanti dell'Alaska (49° Stato dell'Unione) e i 1.100.000 delle Hawai (50° Stato). Governi dunque di 50 Stati, 3.068 Amministrazioni di Contea, migliaia di Municipi e di unità minori di governo locale. Alcuni degli Stati hanno una superficie più vasta di quella di molte nazioni d'Europa. Ogni Stato è diviso in zone chiamate Contee, suddivise, a loro volta, in zone minori dette Comuni. Ci sono centri abitati di tutte le dimensioni, dalla grande città di New York con una popolazione superiore ai 10 milioni di abitanti, tra i quali ci sono persone che provengono praticamente da ogni nazione del mondo, e che sostiene una spesa annua di molti miliardi di dollari per i servizi municipali, fino ad un villaggio del Dakota del Sud che ha una popolazione di 6 persone.

Ogni circoscrizione politica ha il suo governo locale ed ogni governo locale è autonomo nell'ambito dei poteri che gli sono specificamente attribuiti. Salvo che in condizioni eccezionali, il governo dello Stato non può interferire nelle decisioni di una amministrazione cittadina o di contea quando questa agisce nei limiti del proprio statuto. Allo stesso modo gli Stati godono in maniera esclusiva di ampi diritti e il Governo Federale non può interferire nel loro esercizio da parte dello Stato.
Sorgono frequentemente questioni che interessano la competenza di più di un governo locale. In questi casi si stabilisce normalmente di concertare dei provvedimenti comuni. Il sistema delle scuole pubbliche in tutta la Nazione è completamente sotto la giurisdizione dei singoli Stati. Ma il Governo Federale li aiuta con sovvenzioni in denaro, perchè il saper leggere e scrivere e il livello di istruzione pubblica sono questioni che riguardano la Nazione, oltreché i singoli Stati.
In molti casi, tanto il Governo Federale quanto le Amministrazioni degli Stati intervengono per aiutare le Amministrazioni municipali, come, ad esempio, quando si tratta del risanamento dei rioni malsani o della costruzione di case popolari. Di quando in quando, i singoli Governi si trovano a disputare tra loro circa l'estensione dei rispettivi poteri e giurisdizioni. Queste divergenze vengono portate davanti ai Tribunali perchè ascoltino le parti ed emettano una sentenza od un lodo arbitrale, oppure le dispute vengono composte da una legge che definisce la materia contesa.

Nonostante la crescita e lo sviluppo degli Stati Uniti, che sono senza confronti, la struttura dell'autogoverno creata dalla Costituzione ha superato tutte le prove ed ha dato al popolo degli Stati Uniti che la controlla, benefici effettivi e durevoli.

PROGETTO E RATIFICA DELLA COSTITUZIONE

L'Assemblea costituente che si riunì per stilare la Costituzione - documento fondamentale della Repubblica degli Stati Uniti - fu veramente unanime soltanto su un concetto fondamentale. Tutti i delegati si rendevano conto della categorica necessità di costituire un Governo centrale efficiente. Durante gli otto anni della sua esistenza, la Confederazione dei Tredici Stati originari aveva decisamente dimostrato di essere deficiente e inadeguata. Gli effetti della mancanza di un'autorità centrale, capace di esercitare un certo controllo sugli Stati, erano incontestabili. Avevano cominciato già a manifestarsi segni di separatismo. Esistevano manifestazioni di sfiducia fra gli Stati che, se non controllate, minacciavano seri contrasti per il futuro. La preoccupazione che gli Stati dimostravano ciascuno per i propri affari, indipendentemente e qualche volta a detrimento della Unione, stava ad indicare chiaramente che, in caso di attacco, avrebbe potuto essere impossibile organizzare la indispensabile difesa comune.

Le opinioni a proposito dell'estensione dei poteri da accordare al Governo Federale che ci si proponeva di costituire erano però molto divise. Potenti forze in tutti i tredici Stati erano gelose della loro nuova libertà e non disposte a mettersi sotto il dominio di un'amministrazione centrale. Altri gruppi insistevano perchè fosse istituito un governo centrale forte con poteri supremi in materia di comune interesse per tutti gli Stati.
Oltre questo importante punto di divergenza, ne esistevano molti altri. Ogni delegato tendeva ad essere prima di tutto fedele al proprio Stato, ai suoi interessi particolari ed anche a tutelare gli interessi materiali del gruppo di persone che rappresentava, fossero proprietari di piantagioni, piccoli agricoltori, industriali, piccoli commercianti, oppure operai. Costumi, opinioni politiche e fedi religiose erano differenti.
I dibattiti in seno alla Costituente non avevano limiti. Via via che essi proseguivano, determinate esigenze comuni, capaci di superare le divergenze dei punti di vista, vennero finalmente alla superficie. I punti che emergevano chiaramente erano i seguenti:

* Tutti gli Stati si erano trovati in una situazione di svantaggio, a cui si poteva ovviare, a causa della debolezza degli Articoli della Confederazione.
* Tutti gli Stati avevano in genere le stesse necessità, e idee simili circa le leggi, le libertà e l'autogoverno.
* Nessuno Stato era abbastanza forte da difendere il proprio commercio con l'estero.
* Nessuno Stato, agendo da solo, poteva affrontare con successo il problema degli Indiani d'America.
* Nessuno Stato poteva, da solo, dare incremento al sistema delle vie d'acqua interne.
* Tutti gli Stati avevano bisogno di una buona rete interstatale di strade per il commercio, i trasporti ed il servizio postale.

Per quattro mesi i delegati continuarono a discutere gli argomenti controversi, a difendere i loro interessi particolari e ad esaminare i metodi da seguire. Ci furono momenti nei quali alcuni temettero che la Convenzione finisse per affondare in un mare di parole, prima di raggiungere un risultato qualsiasi. Alcuni rappresentanti degli Stati minori abbandonarono addirittura la Costituente perchè temevano, con le idee che si venivano formando circa un Governo centrale, di cadere sotto il dominio degli Stati più grandi.
Attraverso una serie di compromessi, si riuscì tuttavia a comporre le divergenze. I timori degli Stati minori furono eliminati con il dar loro, in una delle Camere del Congresso, una rappresentanza uguale a quella degli Stati più grandi.

In tal modo, ogni Stato, indipendentemente dalle dimensioni, avrebbe avuto due seggi in Senato. Nello stesso tempo, fu fatta una concessione agli Stati più grandi e più ricchi, i quali erano per questo fatto destinati a pagare al Governo Centrale la parte maggiore delle tasse, stabilendo una proporzione tra il numero degli abitanti e la rappresentanza nella Camera. Fu stabilito inoltre che la Camera nella quale la maggioranza dei seggi sarebbe toccata agli Stati più grandi, avrebbe avuto l'esclusività dell'iniziativa delle leggi per l'aumento degli introiti federali.
Tra i Delegati alla Costituente sulle cui spalle ricadeva la grave responsabilità di dar forma durevole alla nuova democrazia, erano numerosi esponenti di colonie, forniti di grande talento. Il più noto era George Washington, che presiedeva la Costituente. Era uomo di profondo intelletto e di ampie vedute, e la sua esperienza come Comandante in Capo degli eserciti continentali gli aveva procurato una conoscenza dettagliata delle popolazioni dei diversi Stati e dei loro problemi.
Benjamin Franklin, uomo di studi, scienziato, ed abile diplomatico, esercitava una forte influenza. E così James Madison della Virginia, il Governatore Morris di New York e James Wilson della Pennsylvania.
Alexander Hamilton, un giovane Federalista di New York, brillante ed aggressivo, era un sostenitore eloquente di un forte governo centrale.

Questi uomini e gli altri delegati traevano le loro idee da molte fonti. Molte idee e molti principii provenivano dalla consuetudine costituzionale inglese. Ampiamente si attinse anche agli statuti coloniali. Questi statuti erano familiari ai cittadini dei nuovi Stati e molti di essi li approvavano. La Dichiarazione di Indipendenza era una guida importante per non perdere di vista quelle che dovevano essere le caratteristiche fondamentali del futuro governo; che esso, cioè, dovesse essere al servizio del popolo e preservarne i diritti basilari. Erano d'aiuto anche le costituzioni degli Stati, così come lo erano gli Articoli della Confederazione, perchè, se non altro, aiutavano ad evitare di ricadere negli errori trascorsi.

Oltre a ciò, molti delegati avevano le loro proprie idee ben chiare sulle varie forme politiche di governo. I filosofi politici di altre nazioni ebbero anch'essi la loro influenza. Gli scritti del filosofo francese Montesquieu e quelli del filosofo inglese John Locke suggerirono al Governatore Morris e ad alcuni delegati l'idea di dividere il potere del governo fra tre rami distinti, legislativo, esecutivo e giudiziario.
Dopo una lunga, calda estate trascorsa nelle discussioni, alla fine fu chiesto al Governatore Morris di redigere il progetto finale della Costituzione. Morris terminò questo lavoro alla metà di settembre del 1787 ed allora il documento fu sottoposto alla firma dei delegati. Alcuni di questi erano assenti ed altri pochi si rifiutarono di firmare. In totale 39 delegati posero la loro firma. Rimaneva il passo finale: sottoporre le copie del documento ai singoli Stati per la loro approvazione formale, cioè per la ratifica. Perchè il progetto di Costituzione fosse valido, occorreva la ratifica di esso da parte di almeno nove Stati.

Ma, sin dal momento in cui l'ultimo delegato ebbe firmato la Costituzione, apparve chiaro che alla ratifica non si sarebbe arrivati nè tanto presto nè senza opposizioni. Il Delaware fu il primo Stato a ratificare; la sua assemblea legislativa fu unanime nell'approvazione e così fecero quelle del New Jersey e della Georgia. Nella Pennsylvania e nel Connecticut l'approvazione venne con buona maggioranza. Nel Massachusetts la controversia fu aspra e coloro che erano favorevoli alla ratifica, vinsero con un margine inferiore al 10 per cento su un ordine del giorno che proponeva anche talune modifiche.
Prima che un anno fosse trascorso, il Maryland, la Carolina del Sud e il New Hampshire avevano dato la loro approvazione, le ratifiche avevano raggiunto il totale richiesto di nove e la Costituzione entrava in vigore.
Però tre Stati importanti e potenti, lo Stato di New York, la Virginia e la Carolina del Nord, nonchè il piccolo Stato del Rhode Island, si astenevano ancora dall'approvare.
Dei sei componenti la delegazione che aveva rappresentato la Virginia alla Costituente, tre s'erano rifiutati di firmare il progetto. La popolazione dello Stato, che era la più numerosa della Confederazione, era divisa sulla questione. Ma l'influenza del nome di Washington fece finalmente prevalere, con uno stretto margine, la tesi favorevole alla ratifica.

A New York, Alexander Hamilton, James Madison e John Jay si adoperarono per mutare tanti pareri quanti occorrevano per ottenere l'approvazione. Essi scrissero ottantacinque saggi con i quali sostenevano a spada tratta le ragioni per approvare. Questi articoli furono raccolti e stampati sotto forma di un volume intitolato « Il Federalista » ed offrono anche oggi un pregevole studio sul sistema americano di governo. Molti studiosi di storia sostengono che si dovette a questi tre uomini il margine di tre voti, 30 contro 27, con il quale l'Assemblea dello Stato di New York fini per ratificare la Costituzione.
La Carolina del Nord diede, alla fine, anch'essa l'approvazione. Il Rhode Island resistette finché divenne evidente che la sua condizione di piccola nazione circondata dalla nuova Repubblica sarebbe stata alla lunga insostenibile. Approvò finalmente, nel maggio del 1790.

E così fu adottato dagli Stati membri il documento fondamentale di un tipo nuovo di governo. Non fu redatto se non dopo un dibattito lungo ed esauriente, e anche molti di coloro che lo appoggiarono lo fecero con forti riserve. La storia della sua approvazione da parte degli Stati fu ricca di opposizioni, e, anche dopo che era stato votato ed era entrato in vigore, vi furono molti che dubitavano ancora che fosse opportuno adottarlo. E' probabile che la Costituzione abbia tratto forza ed efficacia dal fatto di non essere stata presentata come un documento definitivo e perfetto, da considerare immutabile, bensì come uno strumento di autogoverno per un popolo libero, strumento tale da poter essere modificato o completato per adattarlo alle necessità del futuro.

Dopo che la Costituente fu approvata, come prescritto, da nove Stati, il popolo incominciò ad organizzare il nuovo Governo. Il primo passo fu l'elezione del Congresso. I membri della Camera dei Rappresentanti vennero eletti con il voto di tutti i cittadini elettori, mentre i senatori vennero prescelti, in numero di due per ogni Stato, dai membri degli organi legislativi di ciascuno degli Stati. Poi i votanti, ciascuno per il proprio Stato, scelsero un gruppo di eminenti cittadini quali elettori Presidenziali.
Gli elettori si riunirono per scegliere il primo Presidente e il primo Vice Presidente degli Stati Uniti.
New York divenne la capitale temporanea della Nazione, ed in quella città l'eroe della Rivoluzione e principale statista dell'Unione, George Washington, prestò giuramento come Presidente il 30 aprile 1789.
John Adams del Massachusetts fu il primo Vice Presidente. Gli Stati del Maryland e della Virginia donarono ciascuno una striscia del loro territorio per la capitale della Nazione. Il territorio fu chiamato Distretto di Columbia e divenne sede della Capitale del Governo Federale, Washington.

LA COSTITUZIONE:
ORIGINE DELLA AUTORITA' DEL GOVERNO


Nel sistema amministrativo americano, la Costituzione è la legge fondamentale del Paese e la fonte del potere. Essa definisce e limita la sfera d'azione del Governo Centrale ed assegna ai suoi tre rami - esecutivo, legislativo e giudiziario - doveri e responsabilità proprie di ciascun d'essi. Con la Costituzione, il popolo americano - e cioè il corpo elettorale - è investito dell'autorità suprema.
La Costituzione contiene la garanzia delle facoltà e dei diritti fondamentali dell'individuo, di cui esso non può essere privato in nessuna circostanza.
Il sistema di governo degli Stati Uniti è definito Repubblica Federale - e la parola « Federale » significa « per accordo fra eguali ». La Repubblica è composta del Governo Nazionale e di 50 distinti governi di Stato.
La parte principale della Costituzione originaria si riferisce alla struttura del sistema Federale. Le materie sulle quali il ramo Legislativo può legiferare sono precisamente elencate. I poteri e gli obblighi del Presidente, come Capo del ramo Esecutivo, sono anch'essi descritti e comprendono il potere di tenere i rapporti con le Nazioni straniere, quello di nominare Ambasciatori, Ministri e Consoli e quello di ricevere le credenziali dei rappresentanti delle altre Nazioni.

I PRINCIPI DI GOVERNO

Oltre alle disposizioni sopra dette, la Costituzione sancisce anche la seguente serie di principi che sono di importanza essenziale:
I tre principali rami del potere - il legislativo, che progetta ed approva le leggi; l'esecutivo, che governa e applica le leggi; e il giudiziario, che interpreta le leggi e giudica le controversie - sono dichiarati nella Costituzione separati e distinti l'uno dall'altro e istituiti allo scopo di rappresentare il popolo in tre bene individuati settori. L'autorità che è conferita a ciascuno di essi è deliberatamente limitata, allo scopo di impedire che ciascuno divenga dominante con l'acquistare troppo potere. Questo principio di eguaglianza mette ciascuno di essi in condizione di poter essere di freno agli altri.
La Costituzione, le leggi debitamente approvate dal Congresso e i trattati accettati dal Presidente e approvati dal Senato, sono la suprema legge del Paese.
Tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge ed hanno uguale diritto di esserne protetti. Tutti gli Stati sono eguali e nessuno di essi può ricevere favori speciali dal Governo Nazionale.
Ogni Stato deve riconoscere e rispettare le leggi degli altri Stati.
Ad ogni Stato è garantita una forma di governo repubblicana, nella quale l'autorità suprema spetta al popolo. Il popolo delega i poteri di governo ai rappresentanti che esso elegge.
Il popolo americano deve avere sempre il diritto di cambiare anche la Costituzione, attraverso i suoi rappresentanti al Congresso e con l'approvazione, da parte dei tre quarti degli Stati, delle modifiche proposte.

LA PROCEDURA PER GLI EMENDAMENTI

Gli autori della Costituzione, pur essendo consapevoli che di quando in quando sarebbe stato necessario emendare tale documento perchè potesse durare e tenersi al passo con lo sviluppo della Nazione, non vollero però rendere tanto facile la procedura per gli emendamenti, così che questi potessero venir apportati con rapidità, senza un maturo esame e senza l'approvazione di una larga maggioranza del popolo.
E vollero anche evitare una procedura che si prestasse al gioco di un gruppo di minoranza che tentasse di impedire le modifiche necessarie.

Perciò furono escogitati vari metodi con i quali è possibile emendare la Costituzione. Uno di questi è che il Congresso prenda l'iniziativa di un emendamento con una maggioranza di due terzi in entrambe le Camere. Un altro è che i corpi legislativi di due terzi degli Stati propongano un emendamento facendone domanda al Congresso. In quest'ultimo caso, il Congresso è obbligato a convocare una speciale assemblea nazionale per discutere e predisporre la modifica che è stata richiesta. Tanto con l'una che con l'altra procedura, l'emendamento deve sempre ricevere l'approvazione dei tre quarti degli Stati prima che possa entrare in vigore.
Oltre a ciò, quando l'emendamento viene sottoposto agli Stati per l'approvazione finale, il Congresso può scegliere due vie : chiedere ai corpi legislativi dei singoli Stati che prendano essi una decisione sull'argomento, oppure ordinare agli Stati che convochino speciali assemblee, con la partecipazione di delegati eletti dal popolo, perchè siano queste a decidere.

Quello ora accennato è il sistema diretto per adattare la Costituzione alle mutate circostanze, ma si può soddisfare a questa esigenza anche in altre maniere. La giurisprudenza, in quanto insieme di applicazione dei principi costituzionali a nuove necessità nazionali, è un fattore essenziale di questo processo di adattamento. Il modo per risolvere la questione dell'esercizio delle comunicazioni radio, televisive, telefoniche e telegrafiche, quella dell'amministrazione delle ferrovie e delle linee aeree e di molte altre attività che implicano interessi nazionali e interstatali, sono tutte questioni la cui soluzione è stata ispirata dai principi enunciati dalla Costituzione e su di essi fondata. Tutta una serie di sentenze delle Corti che spiegano il significato delle varie parti della Costituzione in quanto debbano essere applicate a particolari controversie e situazioni, ha avuto come risultato che si è venuto formando, in veste organica, un sistema di diritto costituzionale. Con questa integrazione, la Costituzione, con i suoi principi fondamentali, viene in realtà ad essere ampliata e ad acquistare praticità e finezza di dettaglio senza che del documento originario siano alterati nè la lettera nè lo spirito.

L'insieme delle leggi approvate dal Congresso assomma ad un enorme complesso legislativo che ha come fondamento il testo e i principi generali della Costituzione. Dato che le leggi emanate dal Congresso per completare le disposizioni della Costituzione, oppure per adattarne i principi a situazioni nuove sono di carattere molto generico e largamente comprensivo, gli enti governativi che hanno il compito di metterle in esecuzione, quando le applicano, devono emanare norme interpretative. Ognuna di queste norme ha forza di legge, sempre però subordinatamente ad una contraria decisione di un Tribunale. Esse rappresentano una ulteriore espansione del processo di sviluppo costituzionale ed interessano larghi settori della popolazione.
Esistono oggi negli Stati Uniti molti enti governativi. Esiste una grande quantità di leggi e di regolamenti dei quali, naturalmente, gli autori della Costituzione non avevano previsto la necessità. L'avvenire potrà apportare molti altri cambiamenti del genere. Però essi dovranno anzitutto corrispondere alle intenzioni e agli scopi della Costituzione, a giudizio del ramo giudiziario del Governo.
Infine, può accadere, talora, che il potere giudiziario sentenzi che un certo atto del Congresso o di uno Stato o di un pubblico ufficiale, oppure di un Tribunale minore, è incostituzionale perché in contrasto con le disposizioni del documento fondamentale; in tal caso l'atto è invalido.

LA « CARTA DEI DIRITTI »

In tutto il periodo dello sviluppo e dell'adattamento della Costituzione, e cioè nei primi 170 anni della sua esistenza, o fino al 26 febbraio 1951, gli emendamenti adottati furono 22. I primi 10, chiamati « Carta dei Diritti », si trovavano al principio dell'ordine del giorno nei lavori del Primo Congresso e furono approvati rapidamente. (Ogni due anni viene rinnovato il Congresso, attraverso le elezioni di tutti i membri della Camera dei Rappresentanti e di un terzo dei Senatori ed ogni Congresso viene distinto col numero progressivo della sua elezione).
La « Carta dei Diritti » garantisce espressamente certe libertà individuali che il Primo Congresso stimò non fossero adeguatamente contemplate negli articoli della Costituzione. Molta parte della opposizione contro la ratifica della Costituzione era venuta proprio dal fatto che il progetto della proposta Costituzione non garantiva specificatamente questa libertà. La questione fu discussa in un grande dibattito quando i delegati del Massachusetts si riunirono per approvare il documento che era uscito dalla Costituente di Filadelfia. Il risultato del dibattito fu che gli esponenti del Massachusetts notificarono la loro intenzione di rimediare al difetto, alla prima occasione, per mezzo di emendamenti.

I dieci emendamenti che compongono la « Carta dei Diritti » (
"BILL OF RIGHT") sono la base delle libertà individuali, libertà che sono gelosamente custodite negli Stati Uniti da circa due secoli.
Il 1° emendamento garantisce la libertà di culto religioso, di parola e di stampa, il diritto di riunione pacifica e il diritto di rivolgere petizioni al Governo.
Il 2° emendamento garantisce al popolo il diritto di tenere e portar armi per la sicurezza nazionale.
Il 3° emendamento garantisce che forze armate non vengano acquartierate in abitazioni private senza il permesso del proprietario.
Il 4° emendamento garantisce che non vengano effettuate perquisizioni o arresti di persone, perquisizioni di domicilio, sequestri di beni o documenti senza un apposito mandato.
Il 5* emendamento proibisce che sia processata qualsiasi persona per reato grave, se non dopo formale accusa da parte di una Grande Giuria; proibisce che una persona possa essere processata più di una volta per lo stesso reato; proibisce che venga inflitta alcuna pena senza regolare processo; e dispone che l'imputato non può esser costretto a testimoniare contro se stesso. Inoltre dispone che non può essere fatto esproprio di proprietà per uso pubblico, se non dietro giusto compenso.
Il 6° emendamento prescrive che si facciano processi rapidi e pubblici alle persone accusate di infrazioni alla legge, nel distretto nel quale è stato commesso il reato; prescrive che il giudizio venga celebrato con una giuria imparziale, dopo che l'accusa sia stata chiaramente esposta; assicura il patrocinio dell'accusato; dispone che i testimoni a favore di questo siano obbligati a presentarsi al processo e che tutti rendano la loro testimonianza in presenza dell'accusato.
Il 7° emendamento dispone che tutte le cause nelle quali il valore del bene oggetto di controversia superi i venti dollari siano giudicate da una giuria.
L'8° emendamento proibisce che alle persone implicate in procedimenti penali criminali si chiedano cauzioni eccessive, che s'impongano multe esorbitanti, e che vengano applicate punizioni crudeli o inusitate.
Il 9° emendamento stabilisce che i diritti che non sono specificati nella Costituzione non per questo vengano tolti al popolo.
Il 10° emendamento dichiara che i poteri non delegati agli Stati Uniti, né proibiti agli Stati della Costituzione, sono riservati agli Stati medesimi oppure al popolo.
(gli altri emendamenti in lingua originale sono riportati in questa pagina >>>


L'ESSENZIALE TUTELA DELLE LIBERTA' DELL'INDIVIDUO

Lo scopo di questi emendamenti è evidente: essi offrono alle libertà dell'individuo protezione contro il pericolo di un governo oppressivo o dittatoriale. Col diffondersi dell'ideale democratico nel mondo, molti popoli hanno modellato le loro nuove costituzioni sul documento americano e sulla « Carta dei Diritti ».
Anche nelle condizioni d'emergenza della guerra, quando si accordano all'Esecutivo poteri straordinari, e quando la censura sulle informazioni trasmesse all'estero diventa necessaria per ragioni di sicurezza, negli Stati Uniti non è stata mai violata la libertà di stampa e neppure quella dei cittadini di criticare la politica e le decisioni del Governo.

E' avvenuto abbastanza recentemente, che diversi piccoli gruppi di cittadini, che erano contrari ad alcuni provvedimenti del Presidente, esercitassero il loro diritto di riunione, portando le loro proteste fino a Washington, proprio alla porta della Casa Bianca e lì si schierassero allineati inalberando dei cartelli. Ebbene, l'unica misura presa fu l'invio di diversi poliziotti delle forze del Distretto di Columbia per proteggere i dimostranti da reazioni e per impedire che disturbassero il transito degli altri cittadini sul marciapiede.
In virtù della « Carta dei Diritti », ad una persona accusata di reato deve essere data ogni opportunità di difendersi. Si presume l'innocenza dell'individuo sino a che la sua colpevolezza non venga dimostrata in un processo, pubblico ed equo.
La « Carta dei Diritti » ribadisce solennemente il principio che in tutte le questioni di Governo il supremo potere rimane nelle mani del popolo.

Gli emendamenti che vennero successivamente apportati alla Costituzione, dopo i dieci che formano la «Carta dei Diritti», riguardano diversi argomenti. Si limitarono i poteri del Governo Federale in materia giudiziaria; si cambiò il sistema di elezione del Presidente; si vietò la schiavitù; si estese il diritto di voto a tutti i cittadini che fossero in possesso dei necessari requisiti; fu data facoltà di tassare i redditi individuali e si dispose che l'elezione dei Senatori degli Stati Uniti avvenisse per voto popolare invece che per scelta dei corpi legislativi degli Stati, come era stato stabilito prima.
Il diciottesimo emendamento proibì la vendita di bevande alcoliche negli Stati Uniti, ma fu in seguito abrogato dal ventunesimo emendamento.
Il diciannovesimo emendamento conferisce alle donne il diritto al voto e il ventesimo rivede la decorrenza e il termine delle funzioni del Presidente, del Vice Presidente, dei senatori e dei membri della Camera dei Rappresentanti
Il ventiduesimo emendamento (del 1951) limita la durata del mandato presidenziale a due periodi successivi.

La Costituzione originaria degli Stati Uniti ed i suoi emendamenti costituiscono di per se stessi un documento di autogoverno popolare, che mostra insieme pregi e difetti. Costituzione ed emendamenti dimostrano anche che quando i criteri di amministrazione sono buoni, essi possono essere applicati a qualsiasi complesso di situazioni si venga a creare, purchè il popolo, che tiene le redini del potere, affronti le proprie responsabilità e operi compatto in uno spirito di conciliazione e di collaborazione.
Gli articoli della Costituzione e gli emendamenti (sopra non citati) sono - in lingua originale) riportati in altre pagine (vedi tabella USA)

LE RESPONSABILITA' DEL CITTADINO

Come dimostra la storia degli Stati Uniti e quella di altre democrazie, i vantaggi e le libertà dell'autogoverno sono accompagnati dai doveri e dalle responsabilità connesse con il fatto di essere cittadino. Il cittadino è obbligato a sovvenire ai bisogni finanziari del suo governo, con il pagamento delle tasse. E' suo dovere obbedire alle leggi ed ai regolamenti, alla formazione dei quali egli stesso ha partecipato. Questo è l'aspetto, per così dire, passivo delle responsabilità del cittadino. Vi sono altri obblighi, altrettanto tassativi, di carattere più attivo.
Principale fra le responsabilità attive è il saggio uso della facoltà di votare. Gli elettori intelligenti tengono ben chiaro in mente il principio democratico del maggior bene per il maggior numero. Nel decidere come darà il suo voto, il cittadino ha il dovere di tenersi bene informato su tutte le questioni che interessano la comunità, dal piccolo problema del miglioramento d'una strada della città dove abita, fino ai problemi di portata nazionale, dai quali dipende l'orientamento che prenderà il suo Paese negli anni avvenire.

In base alla Legge sull'Addestramento ed il Servizio Militare tutti gli uomini che hanno compiuto i 18 anni vengono iscritti nelle liste di leva. L'iscrizione, la visita e la selezione vengono effettuate dal Selective Service System. Anche le donne possono prestare servizio in corpi ausiliari femminili su base volontaria. Durante l'ultima guerra, cittadini eminenti degli Stati Uniti, forniti di cognizioni e di capacità particolari, ma inabili agli obblighi militari, offrirono la loro opera al Governo per aiutare la trasformazione dell'industria
alle esigenze di guerra. Altri, a migliaia, in tutto il Paese, servirono senza compenso negli uffici leva e svolsero altre attività patriottiche.

In tempo di pace, il desiderio del cittadino americano di rendersi utile alla comunità si riflette in numerose attività comunali, cittadine, di Stato e nazionali. Gruppi di cittadini si uniscono di loro iniziativa in associazioni di vicinato e queste esercitano una parte influente nel decidere questioni d'interesse civico. Associazioni tra genitori ed insegnanti collaborano con la direzione delle scuole su questioni connesse col sistema scolastico e con gli orientamenti dell'istruzione pubblica. Altre organizzazioni, alcune delle quali hanno carattere nazionale, dibattono problemi del giorno e prendono quindi pubblicamente posizione; questo sistema ha avuto spesso un effetto notevole sull'azione di pubblici ufficiali eletti.

Oltre a quelli che si dedicano alla politica, v'è una parte sempre maggiore di cittadini che abbraccia la carriera dell'amministrazione governativa. Queste persone, con lo studio e con l'esperienza, sono divenute esperte nell'uno o nell'altro dei molti campi soggetti all'azione del governo. Molte città degli Stati Uniti hanno come capi delle amministrazioni cittadine tecnici che sono dirigenti di professione e non politici. Inoltre un numero sempre maggiore di cittadini di ambo i sessi che hanno raggiunto ottime posizioni nelle attività private assumono cariche pubbliche a puro titolo di dovere patriottico.

Le giurie dei Tribunali Federali, di Stato, di Contea e di Città sono composte di cittadini. Le cosiddette Grandi Giurie che sono corpi speciali dotati di poteri straordinari, comprendono cittadini che sono stati scelti in virtù di provate capacità direttive, intelligenza ed esperienza. Queste Grandi Giurie esaminano le prove presentate dalla pubblica accusa contro persone denunciate per azioni criminose e decidono se l'imputazione richiede un'incriminazione e un processo, oppure se la persona deve essere liberata. Questa incombenza, e la responsabilità che l'accompagna, per quanto gravi, sono di importanza minore rispetto al potere di investigazione che hanno le Grandi Giurie e che è assai vasto. Esse, infatti, se ritengono che la situazione lo richieda, possono disporre una istruttoria su qualsiasi situazione che dia adito al sospetto di corruzione o di crimine. Possono imporre la nomina di giudici istruttori speciali, di loro fiducia, perchè dirigano le investigazioni. Infine, possono obbligare qualsiasi pubblico ufficiale a comparire davanti a loro per essere interrogato sotto giuramento.

I REQUISITI PER LA CITTADINANZA

Dato che in una democrazia l'autorità definitiva, il potere supremo, spettano alle urne e a chi esercita il voto, questo costituisce il maggiore diritto e insieme la massima responsabilità del cittadino. E poichè nessuno che non sia cittadino può votare, vale la pena di indicare con precisione i requisiti che conferiscono la cittadinanza.
E' cittadino degli Stati Uniti e dello Stato nel quale risiede chi è nato negli Stati Uniti e sottoposto alla loro giurisdizione. Ove siano soddisfatte talune condizioni, sono pure cittadini i figli nati da genitori americani mentre sono in viaggio o vivono all'estero. Il Congresso ha accordato, per legge, la cittadinanza alle popolazioni delle Hawaii, di Portorico e delle Isole Vergini.

LA NATURALIZZAZIONE

Una persona nata in paese straniero può acquistare la cittadinanza per mezzo della naturalizzazione. Allo straniero non è fatto alcun obbligo di nazionalizzarsi nè viene punito se non lo fa. Risiedono attualmente negli Stati Uniti circa oltre tre milioni di persone che, pur non avendo la cittadinanza, godono la stessa libertà di pensiero e di azione che loro spetterebbe se fossero cittadini, possono mandare i figli alle scuole pubbliche e godere dei benefici dei vari servizi della comunità. Alla condizione di straniero sono legati però taluni svantaggi. Alcuni posti sono accessibili soltanto ai cittadini ed alcuni Stati esigono la cittadinanza dalle persone che chiedono l'abilitazione per esercitare l'avvocatura o la medicina. Spesso chi non è cittadino viene escluso dai vantaggi offerti dalle leggi destinate ad aiutare i vecchi. gli ammalati o i disoccupati. Infine lo straniero non può ricoprire un pubblico ufficio, nè di quelli elettivi, nè di quelli a cui si accede per nomina.

Lo straniero che desidera essere naturalizzato come cittadino degli Stati Uniti deve avanzare domanda di naturalizzazione presso uno degli uffici del Servizio Immigrazione e Naturalizzazione. Perchè egli possa farlo occorre che abbia compiuto i 18 anni e risieda legalmente e ininterrottamente negli Stati da 5 anni. Per i mariti e per le mogli di cittadini americani tale periodo viene ridotto nella maggior parte dei casi a 3 anni. Norme speciali si applicano quando si tratta di ex combattenti delle forze armate.
Chiunque faccia domanda di naturalizzazione deve: 1) firmare personalmente la richiesta; 2) dimostrare di capire la lingua inglese; 3) possedere requisiti morali e di buona condotta; 4) dimostrare di conoscere gli elementi della storia nazionale ed i principi e la forma di governo in vigore negli Stati Uniti.

Quando il Tribunale concede la naturalizzazione l'individuo presta giuramento di fedeltà agli Stati Uniti, si obbliga a prestare servizio effettivo o ausiliario nelle Forze Armate o a svolgere un lavoro di importanza nazionale nel campo civile, rinunciando alla fedeltà verso sovrano, governante, governo o paese straniero. Come documento per comprovare la sua nuova cittadinanza, il nuovo cittadino riceve un certificato di naturalizzazione. D'ordinario, egli può allora votare e prendere parte attiva al Governo.
Tuttavia, la cittadinanza non comporta automaticamente il privilegio del voto. E' vero che la Costituzione dichiara che nessun cittadino può venire privato del voto a causa della razza, del colore, della religione o del sesso; però rientra nei poteri dei singoli Stati la possibilità di fissare delle condizioni minime che devono essere soddisfatte prima che il cittadino possa recarsi alle urne. Nella maggior parte degli Stati un elettore deve avere 21 anni e deve aver soggiornato abbastanza entro i confini dello Stato per avere la qualifica di residente. Taluni Stati negano il diritto di voto alle persone incapaci e mentalmente malate, e a quelle che abbiano riportato condanne per reati gravi. Alcuni Stati richiedono anche che il cittadino sia capace di leggere e scrivere.

L'essenza effettiva delle facoltà e del potere accordati all'elettore sta nel privilegio di votare e nell'uso saggio e regolare che egli sa farne. Le occasioni nelle quali egli può esprimere un'opinione con il voto sono numerose e di diversa natura. In un'elezione generale, il votante fa la sua scelta nella lista dei candidati, tanto che trattisi di eleggere un assessore municipale, un sindaco, un senatore, il governatore di uno Stato, il deputato che dovrà rappresentare il distretto dell'elettore alla Camera dei Rappresentanti, i senatori che dovranno rappresentare al Congresso lo Stato al quale egli appartiene, oppure, infine, che si tratti di eleggere il Presidente della Repubblica.
Nelle elezioni di primo grado, il cittadino ha il diritto di eleggere i candidati, e questi si presenteranno alle elezioni generali come candidati eletti dal partito politico al quale egli appartiene. Il sistema della elezione di candidati, cioè della doppia elezione, viene adoperato in quelle competizioni elettorali nelle quali si prevede di raccogliere un grande numero di voti, perchè non sarebbe pratico stampare sulla scheda i nomi di tutti gli aspiranti alla carica. In certi casi un aspirante diventa ufficialmente candidato eletto perchè nelle elezioni di primo grado ha avuto più voti di altri aspiranti del suo partito. In altri casi, invece, lo diventa a richiesta di un determinato numero di elettori, i quali abbiano firmato una mozione per questo scopo.
C'è un terzo modo per diventare candidati, quello cioè di essere prescelti nei congressi dei partiti. Per cominciare dai più importanti, si hanno i congressi dei partiti politici che vengono convocati ogni quattro anni per eleggere i candidati dei singoli partiti alla Presidenza ed alla Vice Presidenza degli Stati Uniti.
La cosa avviene nel modo seguente: la maggior parte degli elettori americani dà la sua adesione all'uno
o all'altro dei principali partiti politici ed il singolo cittadino, partecipando alle elezioni di partito che avvengono con votazione popolare, elegge i delegati al Congresso nazionale del partito; spesso il cittadino indica ai delegati che risultano eletti qual'è il candidato che essi devono appoggiare. Al congresso, i delegati approvano il programma, o « piattaforma », in nome del quale il partito farà appello al popolo quando si terranno le elezioni generali, e quindi scelgono i candidati che dovranno essere gli esponenti nazionali del partito, i suoi portabandiera, per così dire.

In tutto questo procedimento : scelta dei candidati, elezioni, governo, il singolo elettore rappresenta sempre l'elemento decisivo.
Anzi in qualche Stato avviene che, con una determinata procedura, l'attività legislativa è attribuita direttamente al cittadino elettore. E' infatti previsto che se un forte numero di elettori presenta una petizione in favore di una data legge, l'intervento del corpo legislativo dello Stato non è più necessario. La domanda viene allora sottoposta a tutti i cittadini dello Stato che hanno diritto al voto nello Stato perchè decidano, o durante le elezioni generali oppure in uno speciale referendum; e basta che la proposta sia accettata dalla maggioranza perchè divenga legge. A un vero e proprio referendum ricorrono molti Stati quando vogliono avere un'indicazione dei desideri del corpo elettorale. Una iniziativa di legge, molto importante che, per esempio, richieda una forte spesa da finanziare per mezzo di una emissione speciale di obbligazioni da parte dello Stato, viene proposta dalla maggioranza del corpo legislativo e poi viene sottoposta a tutti gli elettori perchè l'approvino o la respingano. Anche se è stata già approvata dalla maggioranza del corpo legislativo, una legge che venga poi sottoposta a referendum non diventa valida se non è approvata da una maggioranza del voto popolare.
Si può ricorrere al sistema del referendum anche quando si voglia conoscere l'opinione del popolo a proposito di una questione che si presenta al Governo di uno Stato oppure a quello di una città. Tale potrebbe essere il caso di importanti modifiche all'ordinamento scolastico, o la trasformazione di un sistema stradale municipale, oppure dei cambiamenti in seno allo stesso Governo. Quando i votanti hanno espresso i loro desideri, agli Stati e alle amministrazioni municipali non resta che conformarvisi.
In qualcuna delle comunità minori del New England dura ancora il sistema di governo per mezzo delle assemblee cittadine. Tutta la popolazione che ha il diritto di voto funziona in questi casi da corpo legislativo e una o più volte l'anno si raduna per votare direttamente sul modo di risolvere i diversi problemi della città.

I PARTITI POLITICI

La politica, in America, si basa sul cosiddetto sistema dei due partiti. Il partito politico è in sostanza quell'organismo che permette alle opinioni del cittadino di esprimersi e di convogliarsi verso concreti risultati. I due maggiori partiti, il Democratico e il Repubblicano, sono quelli che eleggono una vasta maggioranza dei funzionari pubblici sia Federali che statali. Dopo l'ultima guerra, gli esponenti dei due partiti si sono trovati d'accordo riguardo alla politica estera - che è detta perciò « bipartitica ». Ma spesso i partiti si trovano in contrasto sulle questioni interne contingenti.
Di quando in quando si costituiscono altri partiti minori coi voti di gruppi i quali trovano che le due grandi organizzazioni politiche non esprimono le loro vedute. Se, da una parte, un solo « terzo partito » è riuscito finora ad arrivare ad una elezione nazionale, dall'altra va tenuto conto del fatto che le critiche del terzo partito ai due dominanti hanno spesso avuto come risultato modifiche programmatiche importanti e nuovi orientamenti nel pensiero politico. I terzi partiti hanno costretto inoltre le organizzazioni politiche esistenti a rivedere, aggiornandole, le loro concezioni politiche nei riguardi dei problemi del momento.
In passato, il solo terzo partito che conseguì successo nazionale, fu il partito Repubblicano, che nel 1860 vinse le elezioni Presidenziali. Quel successo repubblicano segnò la fine dei Whigs come grande organizzazione politica e li sostituì come partito importante.
I terzi partiti esercitano la loro influenza maggiore nell'ambito degli Stati e dei municipi, dove i problemi organizzativi sono meno vasti e dove il fatto di trovarsi più vicino airappresentanti del Governo locale, e più a contatto con problemi del luogo che non hanno bisogno di passare attraversola politica dei partiti, ha un effetto sull'opinione del votante.

La maggiore o minore saggezza che mette l'elettore nel dare il suo voto dipende anzitutto dalla sua intelligenza e anche dal fatto che egli si tenga più o meno informato circa gli affari pubblici.
La libera circolazione delle notizie, sottratte a qualsiasi censura, è, negli Stati Uniti, un elemento fondamentale per la democrazia e costituisce un aiuto inestimabile per l'elettore. Negli articoli di fondo, la stampa di informazione può prendere posizione in un modo o nell'altro, a proposito delle questioni di interesse pubblico, ma la tradizione giornalistica americana vuole che tutta la parte riservata alle notizie si limiti ad una esposizione pura e semplice dei fatti.
L'elettore americano può disporre di abbondanti e diverse fonti di informazione : i giornali, le riviste e gli opuscoli, i giornali cinematografici, la televisione e la radio.
La stampa degli Stati Uniti, per mezzo delle sue cronache e dei suoi articoli, tiene il pubblico continuamente informato della maniera con la quale il governo amministra gli affari del giorno. Si pubblicano e si diffondono per radio e televisione discorsi e dichiarazioni dei rappresentanti del governo, brevi biografie delle personalità più in vista, e riassunti delle discussioni che si svolgono alla Camera e al Senato, le conferenze stampa dei Ministri e di chiunque è in grado di illuminare l'uno e l'altro aspetto dell'attività amministrativa e politica.

Viene pure riferita, con immediatezza e dettaglio, una grande varietà di altri fatti ed eventi connessi con gli affari pubblici. Ci sono poi gli articoli di fondo, quelli firmati da scrittori specializzati, ed altre corrispondenze scritte appositamente, che esaminano, spiegano, criticano, oppure plaudono a questo o a quell'aspetto della vita pubblica. Il risultato è che l'elettore americano ha un quadro completo di tutto ciò che è noto ed anche di ciò che sta venendo alla luce.
Numerose e diffuse riviste degli Stati Uniti sono dedicate esclusivamente alla divulgazione di notizie. Altre pubblicazioni popolari, a grande diffusione, dedicano molte pagine ed articoli alla discussione di questioni di attualità e di fatti nuovi che si presentano negli affari locali, nazionali o internazionali. Le reti televisive e di radiodiffusione e le stazioni autonome emettono in media un giornale radio ogni ora, e, oltre a questo, una buona parte del programma è riservata ai corrispondenti che trasmettono i loro commenti ai
fatti del giorno. Per radio e per televisione vengono anche diffusi i discorsi più importanti pronunciati, su argomenti di pubblico interesse, da personalità del Governo. Spesso vengono organizzate speciali serie di convegni che includono anche contraddittori tra personalità della vita pubblica e specialisti in economia, finanza, amministrazione, urbanistica ed in qualsiasi altro campo di interesse generale.

Si pubblicano anche riviste commerciali specializzate in determinati settori, le quali spesso discutono in maniera esauriente l'azione del governo in quel dato settore che interessa i lettori. Certamente ne questo materiale, nè, in genere, molto di quello che viene pubblicato in una forma o nell'altra è del tutto esente da preconcetti e influenze. Una certa parte è influenzata in maniera aperta e facilmente indentificabile. Tuttavia l'elettore attento ha tutta la possibilità di familiarizzarsi profondamente con ogni aspetto di qualsiasi problema e quindi di pesare con cura gli argomenti che vengono presentati a favore e quelli contrari.
Diverse associazioni e circoli si riuniscono per ascoltare conferenze e discutere questioni in contraddittorio. Nella sola New York si calcola che esistano oltre 10.000 di questi gruppi.

Durante le campagne elettorali, i partiti politici compiono un grande sforzo organizzato, con discorsi, pubblicazioni e con tutte le forme della propaganda, per esporre ai votanti i problemi attuali, per convincerli che il programma in base al quale essi si propongono di affrontarli è quello buono, e per persuaderli che i loro candidati, se eletti, assolveranno perfettamente il loro mandato.
Il detto secondo cui - in una democrazia - "il popolo ha il tipo di governo che si merita", deriva proprio dal fatto che in un regime democratico viene offerta al popolo ogni possibilità di autogovernarsi e che di tale opportunità egli può fare buon uso oppure non curarsene. Una popolazione che sia sveglia, coscienziosa e saggia nell'esercitare il suo potere politico, si fa servire dal suo governo bene e in modo efficace.

IL GOVERNO FEDERALE

Il breve preambolo della Costituzione - (le abbiamo lette all'inizio - le famose 52 parole) riflette la saggezza e l'esperienza dei 39 firmatari, guidati da statisti lungimiranti come George Washington, Benjamin Franklin, James Madison e Alexander Hamilton. Essi riuscirono a riassumere i grandi scopi dell'Unione Federale, con inequivocabile chiarezza. Gli autori della Costituzione ebbero tanto coraggio e tanta fiducia in se stessi da parlare in nome di tutto il popolo americano. Da allora in poi, i sei scopi principali, che il popolo ebbe presenti come altrettanti obiettivi, quando si dette la Costituzione, sono sempre rimasti i principi che hanno guidato il Governo degli Stati Uniti.

" . . perfezionare ancor più la nostra Unione...."

Questo problema di « ancor più perfezionar l'Unione » fu uno dei più difficili tra quanti, nel 1787, i 13 nuovi Stati dovettero affrontare. Era, naturalmente, chiarissimo a tutti che, in pratica, qualsiasi unione sarebbe stata migliore di quella che esisteva in virtù degli Articoli della Confederazione.
I costituenti vollero che gli Stati continuassero ad avere tutti i poteri che erano loro necessari per soddisfare alle necessità locali e per fare tutto ciò di cui le rispettive popolazioni avevano particolarmente bisogno e volevano avere nella loro vita quotidiana, purchè tali poteri non contrastassero, in certe determinate maniere, con la necessità e con il benessere di tutto il popolo dell'Unione. Era questa « l'Unione » alla
quale gli uomini del 1787 pensavano, e sulla quale discussero così a lungo e con tanta costanza.
Il potere lasciato ad ogni Stato di legiferare in materia di interessi locali viene riconosciuto al punto che spesso due Stati confinanti hanno leggi assai differenti sulla stessa materia.

La questione dei « diritti degli Stati » condusse, nel 1861, ad una guerra fra gli Stati, durata quattro anni. La popolazione degli Stati settentrionali voleva che il Governo Federale regolamentasse la schiavitù nei nuovi Stati, mentre quella degli Stati meridionali insisteva che il diritto di possedere schiavi era una materia che ogni Stato, vecchio o nuovo, aveva il potere di regolare da solo. Gli Stati favorevoli alla schiavitù tentarono la secessione e il Governo nazionale ricorse alla forza per mantenere l'Unione. I secessionisti furono sconfitti dopo una lotta senza quartiere, e la schiavitù fu abolita. Passati quegli anni tempestosi, gli Stati continuarono ad amministrare i propri affari come prima, dato che la Costituzione garantiva ad ogni Stato una forma repubblicana di governo.
Una Unione di 50 Stati sparsi sopra un grande paese con tanti problemi ed interessi differenti, non può mai essere « perfetta » ; ma l'Unione che i Padri della Costituzione disegnarono è stata d'immenso e duraturo vantaggio per il popolo degli Stati Uniti.

" . . . garantire la Giustizia . . . "

La Dichiarazione d'Indipendenza fu una guida delle più importanti che i Padri della Costituzione seguirono.
Questo grandioso documento della libertà umana enunciava il principio che « tutti gli uomini sono creati uguali » e dotati di alcuni diritti che mai debbono essere loro tolti, e tra questi, i diritti alla « vita, alla libertà e al perseguimento del benessere ». Negli Stati Uniti tutti sono eguali di fronte alla legge. Che uno sia famoso ed un altro sconosciuto, che uno sia ricco ed un altro povero, agli occhi della legge tutti sono eguali. Questi e quelli devono obbedire alla legge, ed hanno lo stesso diritto ad essere protetti dalla legge.

Chiunque sia trovato reo d'infrazione alla legge, è tenuto, come afferma la Costituzione, a sottostare alla punizione, qualunque sia la posizione che occupa o la sua influenza nella società. La stessa eguaglianza di trattamento è assicurata all'individuo quando porta davanti ai tribunali le sue dispute personali o commerciali. Il sistema giudiziario della Nazione è tale da dare facile accesso ad un complesso di organi che favoriscono il pacifico componimento delle controversie e che amministrano la giustizia.

" . . . assicurare la tranquillità all'interno . . . "

Una delle ragioni per adottare la Costituzione Federale era stata quella di rendere possibile agli Stati di mantenere rapporti più amichevoli fra loro; un'altra di assicurare la pace interna, dando al Governo Federale una forza sufficiente a proteggere la popolazione dall'aggressione nemica. Con il quarto Articolo della Costituzione, il governo degli Stati Uniti si assumeva il compito di proteggere ciascuno Stato dall'invasione ed anche, nel caso che uno Stato lo richiedesse, di proteggerlo da episodi di violenza all'interno.
Dal 1815, gli Stati Uniti non sono stati invasi, neppure in parte, da alcuna Potenza straniera. I governi degli Stati si sono dimostrati in genere abbastanza forti da mantenere la legge e l'ordine nei rispettivi confini senza bisogno d'aiuto, cosicchè raramente al Governo Federale è stato chiesto d'intervenire a protezione contro violenze interne. Ma si ha sempre la possibilità di disporre di tutta la potenza di un Governo Federale forte per « assicurare la tranquillità all'interno », così come per proteggere la Nazione contro ogni possibile minaccia da parte di altre nazioni.

" . . . provvedere alla comune difesa...."

Molti pericoli provenienti da altre nazioni minacciarono il popolo degli Stati Uniti nei primi tempi della sua esistenza. Gli Inglesi possedevano il Canadà, i Francesi la Luisiana, e gli Spagnoli la Florida, il Texas ed il Messico. La nazione, giovane e debole, era dunque circondata da territorio appartenente a nazioni europee che non erano troppo amiche, e che per di più principiarono, dopo poco che il Governo Federale aveva incominciato ad organizzarsi, a combattere l'una contro l'altra in una lunga serie di guerre europee. Lo scopo della « difesa comune » previsto dalla Costituzione, divenne perciò molto importante, ma il Governo Federale non potè provvedervi che molto lentamente perchè una gran parte delle energie nazionali era assorbita dall'organizzazione dei nuovi territori che si aprivano alla colonizzazione ad Ovest dei tredici Stati fondatori, ed anche per la necessità di risolvere i grossi problemi provocati dalla ostilità delle tribù indiane viventi in quei territori.

Il dovere di provvedere ad un'adeguata difesa del paese e della popolazione è condiviso dai rami legislativo ed esecutivo del Governo Americano. Al Congresso è attribuito il potere di dichiarare la guerra, di mantenere un Esercito ed una Marina, e pagarne le spese. Il Presidente della Repubblica è il Comandante in capo. La politica degli Stati Uniti ha lo scopo di promuovere rapporti pacifici fra le Nazioni, ma pure di mantenere un Esercito, una Marina ed un'Aviazione potenti allo scopo di assolvere l'impegno costituzionale di provvedere alla difesa comune.

" . . . promuovere il benessere generale . . . "

Alla fine della guerra d'Indipendenza, il popolo americano si trovava in condizioni molto difficili. Moltissimi giovani, dei quali c'era estremo bisogno per i lavori agricoli, per lo sviluppo edilizio, per il funzionamento delle aziende, delle fabbriche e dei cantieri d'un paese in rapido sviluppo, erano stati impegnati, per sei anni o più, negli eserciti del Generale Washington. Gli affari della maggior parte dei centri produttivi dei tredici Stati erano paralizzati. L'ammontare dei debiti contratti dalla nazione e dagli Stati era tale da aver ridotto al minimo il valore della moneta. Le privazioni derivanti da questo stato di cose erano diffusissime.
Il primo compito che il Governo Federale dovè affrontare fu quello delle misure da prendere per porre su basi solide l'economia del paese.

La Costituzione Federale, nel dare al Congresso i poteri di legiferare per il bene comune del popolo, dispone, nella sezione ottava del primo Articolo, che « Il Congresso avrà facoltà di... imporre e percepire tasse... pagare i debiti pubblici e provvedere alla difesa comune e al benessere generale degli Stati Uniti ».

L'esercizio di questo potere fiscale rese possibile al Governo di soddisfare i suoi debiti di guerra e rivalutare la moneta. Furono nominati un Ministro per il Tesoro, uno per gli Affari Esteri, uno per la Guerra, ed uno per la Giustizia. Questi furono i primi Ministeri creati per costituire il potere esecutivo. Al Tesoro fu attribuito l'incarico di curare gli affari finanziari del Governo, al Ministero degli Esteri o Dipartimento di Stato, quello delle relazioni del popolo americano con le altre Nazioni, al Ministero della Guerra di occuparsi dell'Esercito e della Marina, ed al Ministero della Giustizia di fornire all'Amministrazione la consulenza legale e di agire come pubblico ministero federale.
Man mano che il Paese si espandeva geograficamente e l'economia diventava sempre più complessa, furono aggiunti altri servizi di governo sempre nell'interesse del « benessere pubblico ». Se ne parlerà dettagliatamente quando, nei capitoli seguenti, verranno descritte le attività dei vari Dipartimenti o Ministeri.

" . . . salvaguardare, per noi stessi e per i nostri posteri,
il dono della libertà . . . "


Uno degli scopi principali che il popolo si proponeva quando adottò la Costituzione Federale era quello di assicurarsi che la libertà che s'era appena guadagnata non andasse perduta. I Padri della Costituzione, nell'attribuire i poteri al Governo Federale, fecero bene attenzione a proteggere i diritti e le facoltà del cittadino, con il mettere limiti tanto ai poteri del Governo Federale quanto a quelli degli Stati.
Così il cittadino degli Stati Uniti, purchè rispetti la legge, può muoversi liberamente, godere in tutta sicurezza della vita e dei beni, e rivolgersi ai Tribunali per avere giustizia e tutela ogni volta che si sente leso nei suoi diritti.
E' un fatto significativo che gli articoli più perentori della Costituzione e la Carta dei Diritti vietano in modo assoluto qualsiasi invasione nella sfera degli specificati « diritti inalienabili » dell'individuo, senza nessun riguardo alle circostanze. Il carattere degli uomini che redassero il documento, e il desiderio popolare che indusse a far adottare ben presto i primi dieci emendamenti, stanno a dimostrare che la preoccupazione principale fu quella di salvaguardare le libertà dell'uomo e, in secondo luogo, quella di delegare al Governo i poteri necessari per amministrare.
Quel primo scopo fu indicato chiaramente in una frase della Dichiarazione d'Indipendenza:
« . . i governi sono stati istituiti tra gli uomini allo scopo di garantire questi diritti
e derivano la loro giusta autorità dal consenso dei governati ».


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FONTI: Queste informazioni sono contenute nell'opuscolo edito in italiano dall'USIS
(United States Information Service - Italia - Roma)
E sono basate sul libro "La Nostra Costituzione e il nostro Governo", scritto da Cathryn Secker- Hudson dell'Università di Washington
, pubblicato e distribuito gratuitamente dal Dipartimento di Stato.
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In una prossima puntata tratteremo, l'organizzazione dei Poteri, dei Governi, le Amministrazioni di Stato
e locali, i Servizi, la Presidenza, i Dipartimenti, e i principi fondamentali del Governo democratico

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