IL GHIRLANDAIO
 BIOGRAFIA CRONOLOGICA ( 140 pagine  )

copy.jpg (466 byte) Autore: PAOLO PICCARDI
già autore di:

< < CRONOLOGIA STORICA (1500 anni) DI FIRENZE

< < LA MAIOLICA AI TEMPI DI DELLA ROBBIA

< < RICERCHE STORICHE SU GIOTTO

< < LA MISTERIOSA TOMBA A FIRENZE DI GALILEO GALILEI

< < CRONOLOGIA STORICA DI MICHELANGELO

DOMENICO BIGORDI DEL GHIRLANDAIO

(Antecedenti)
14.10.1425 nasce a Firenze Alessio Baldovinetti. (1) (i numeri si riferiscono a brevi biografie a fondo pagina)

1432 nasce a Firenze Antonio del Pollaiolo. (2)

1439 nasce a Firenze Cosimo Rosselli. (3)

1440 muore Masolino.

1441 nasce a Firenze Piero del Pollaiolo

1442 nasce Benedetto da Maiano. (4)

1443 nasce Giuliano da Sangallo. (5)

1444 nasce Sandro Botticelli. (6)

15.4.1446 Muore Filippo Brunelleschi. Fu sepolto in Duomo, benchè la sua sepoltura fosse stata preparata in S.Marco, sotto il pergamo verso la porta, dove è la sua arme: due foglie di fico ed onde verdi in campo d'oro, essendo la sua famiglia discesa da Ficaruolo, nel Ferrarese. Le foglie riprendono il nome del castello di Ficaruolo, mentre le onde simbolizzano il Po.

1448 Piero de' Medici commisssiona i 6 pannelli con le 35 raffigurazioni delle storie di Cristo per gli sportelli dell'armadio degli argenti della sacrestia di SS.Annunziata. I primi furono tutti eseguiti dal Beato Angelico, gli altri, forse, da allievi. Sicuramente di Alessio Baldovinetti sono le Nozze di Cana, il Battesimo di Cristo la Trasfigurazione. Museo di S.Marco

1449 nasce Lorenzo il Magnifico dei Medici, figlio di Piero il Gottoso

1449 Andrea del Castagno dipinge su tavola l'Assunta fra i Santi Giuliano e Miniato, ora nel museo di Berlino.

1449 nasce a Firenze Domenico Ghirlandaio

Figlio di Tommaso Bigordi, orefice, detto il "Ghirlandaio", perchè inventò le ghirlande per adornare la fronte delle fanciulle fiorentine. Tommaso fu anche l'autore di molti voti d'argento e delle lampade per la cappella della SS.Annunziata, che furono disfatte in occasione dell'assedio del 1529.

Nella portata del Catasto però Tommaso si definisce "sensale".

La casa era in via dell'Ariento, ma possedevano anche varie case, terre, vigneti fuori città.

Domenico fu fratello di David (1452) e di Benedetto (1458). Si sposò prima del 1480 con Costanza di Bartolomeo Nucci. Fu padre di Ridolfo (4.2.1483). Dalla seconda moglie (Antonia del Puzzola) Tommaso ebbe anche Giovanbattista (1466) e Alessandra (1475).

Il padre lo iniziò all'oreficeria, ma Domenico prediligeva il disegno e passava il tempo a fare il ritratto a tutti quelli che passavano dalla bottega. Il padre decise di metterlo a bottega, non si sa con certezza se dal Verrocchio o da Alessio Baldovinetti. Vasari accenna al Baldovinetti, che gli insegnò anche il mosaico. Significativo è che Domenico raffigurò il Baldovinetti, insieme al proprio autoritratto e ai ritratti del fratello Davide e del cognato Mainardi, nella scena della "Cacciata di Giovacchino" nella cappella Tornabuoni in S.Trinita. Il figlio di Baldovinetti lo rammenta, nelle sue memorie, come allievo del padre.

Alcuni studiosi però pensano che maestro sia stato il Verrocchio, di 13 anni piu' anziano.

Le prime opere di Domenico (S.Andrea a Cercina, S.Andrea a Brozzi, Cappella Vespucci in Ognissanti) sono ad affresco, tecnica conosciuta dal Baldovinetti, ma non del Verrocchio.

Probabilmente, nei primi tempi, Domenico fu influenzato anche dagli altri artisti che circondavano il Baldovinetti nella realizzazione di due opere: la Cappella del Cardinale del Portogallo in S.Miniato e la decorazione a tarsia della Sagrestia del Duomo: i fratelli Pollaiolo e Cosimo Rosselli, Giuliano e Benedetto da Maiano. Baldovinetti lavorava anche in S.Egidio con Domenico Veneziano e Andrea del Castagno.

Domenico prese a modello anche gli affreschi di Giotto (ciclo di S.Francesco in S.Croce) per la Cappella Sassetti in S.Trinita e il Pagamento del Tributo di Masaccio per la Vocazione di Pietro e Andrea nella cappella Sistina. Fu anche il primo a subire gli influssi dei nordici.

Meno sofisticato e letterario di altri artisti fiorentini suoi contemporanei, si fa apprezzare per la bravura con la quale ci tramanda i personaggi, i costumi, gli ambienti della Firenze del '400.

Suo merito indiscutibile è di aver fuso tutte le conquiste artistiche del suo tempo e dell'epoca precedente: in ciò sta l' essenza della sua arte. Non solo la sicurezza con cui compone scene affollate, ma anche l'inclinazione per le figure monumentali lo avvicinano a Giotto e Masaccio: In lui troviamo rielaborata anche la disposizione prospettica di Paolo Uccello e lo studio plastico del corpo umano di Andrea del Castagno, come pure le nozioni paesaggistiche di Alessio Baldovinetti e di Piero della Francesca.

Le rappresentazioni un po' statiche non dimostrano limitatezza di mezzi espressivi, bensì riflettono il gusto dell'epoca e, in particolar modo, dei committenti. In un libro di preghiere del 1454, il "zardino de oration" viene descritta la "meditazione intuitiva, con la quale si riusciva a trasferire mentalmente gli avvenimenti dei testi sacri nella propria citta' natale. Il Ghirlandaio ha realizzato questo precetto facendo rivivere le storie bibliche in un contesto familiare e fra persone viventi all'epoca.

Ebbe una bottega molto operosa, da dove passarono i fratelli David e Benedetto, Bastiano Mainardi (che sposò Alessandra, sorella di Dome nico), Francesco Granacci, Niccolò Cieco, Jacopo del Tedesco, Jacopo dell' Indaco, Baldino Baldinelli, Michelangelo Buonarroti.

Si raccomandava di non rifiutare alcun lavoro, fosse anche la decorazione del cerchio di un paniere , che era disposto ad eseguire personalmente, purchè nessuno uscisse insoddisfatto dalla sua bottega. Si lamentava di non avere tempo sufficiente perchè avrebbe voluto dipingere tutto, perfino le mura di Firenze.
Lasciò al fratello David tutte le incombenze amministrative, volendo occuparsi solo della pittura.
Morì nel 1495, a 45 anni, di febbre pestilenziale.

1450 Andrea del Castagno affresca Uomini e donne illustri per la villa Carducci-Pandolfini a Legnaia, ora agli Uffizi. Pippo Spano, Farinata degli Uberti, Niccolò Acciauoli, la Sibilla Cumana, la Regina Ester, la Regina Tomiri, Dante, Petrarca e Boccaccio.

1450 nasce a Cortona Luca Signorelli. ( 7 )

1451 Andrea del Castagno affresca S.Francesco e S.Giovanni Battista per la cappella Cavalcanti in S.Croce. La critica li attribuisce adesso a Domenico Veneziano. L'affresco è nel Museo dell'Opera di S.Croce.

1452 Nasce Davide Bigordi del Ghirlandaio, fratello di Domenico.

15.4.1452 nasce Leonardo da Vinci. ( 8 )

1452 nasce il Perugino.  ( 9 )

1453 Alessio Baldovinetti dopo aver imparato il mosaico da un tedesco, esegue il Cristo e due serafini fra foglie di acanto, all'interno del Battistero, sopra una porta.

1453 nasce Giuliano figlio di Piero il Gottoso Medici e fratello di Lorenzo il Magnifico

1454 nasce a Perugia il Pinturicchio. ( 10 )

1455 Alessio Baldovinetti, sopra un'altra porta del battistero, all'interno, esegue il mosaico con gli angeli che sorreggono la testa di Cristo.

1455 nasce Giovanni di Michele Scheggini, detto il Graffione. Allievo di Alessio Baldovinetti. Si racconta che, una volta, Lorenzo il Magnifico lo fece partecipe dell'idea di far decorare gli spigoli dell'interno della cupola con mosaici e con stucchi. Al Graffione, che gli faceva presente che non esisteva maestri capaci di fare mosaici, il Magnifico rispose che lui aveva tanti denari. Graffioni disse che con i denari non si faceva l'arte, ma che l' arte poteva far fare tanti denari. Del Graffione si conosce l'inserto posticcio della Madonna che adora il Bambino al centro della tavola dipinta da Alessio Baldovinetti per S.Ambrogio.

18.2.1455 il beato Angelico muore a Roma e viene sepolto in S.Maria sopra Minerva

1.12.1455 muore Lorenzo Ghiberti. Figli e nipoti disperderanno tutto il suo patrimonio. Lasciò anche molti bronzi, vasi ed altre antichità greche. Il letto di Policleto ed un torso di satiro vennero venduti a Giovanni Gaddi. Il torso è agli Uffizi. Venne sepolto in S. Croce:

LORENZO IACE QVI, QVEL BVUON GHIBERTO
CH'à CONSIGLI DEL PADRE E DELLO AMICO,
FVUOR DE L'VSO MODERNO E FORSE ANTICO
GIOVINETTO MOSTRò QVANT'VOMO ESPERTO.

19.8.1457 a Firenze muore di peste Andrea del Castagno e viene sepolto in S.Maria Nuova. Poco prima aveva dipinto S.Andrea nel cimitero di S.Maria Nuova e il Cenacolo

1457 Leonardo da Vinci appare per la prima volta nella portata del nonno Antonio (come figlio illegittimo di Piero)

1457 nasce Filippino Lippi. ( 11 )

1457 Antonio del Pollaiolo realizza la croce d'argento per l'altare del Battistero, ora nel Museo dell'opera del duomo.

1457 nasce a Firenze il Cronaca. ( 12 )

1458 Nasce Benedetto Bigordi del Ghirlandaio, fratello di Domenico

1459 nasce Lorenzo di Credi. ( 13 )

15.12.1459 muore a Firenze il cardinale 36enne Jacopo di Lusitania vescovo di Lisbona, nipote di re Alfonso. Antonio Manetti edifica per lui una Cappella in S.Miniato, rifacendosi alla brunelleschiana sagrestia vecchia di S.Lorenzo

1459 Benozzo Gozzoli affresca con la Storia dei Magi la cappella di palazzo Medici. Fu parzialmente distrutta nel 1600, quando i Riccardi comprarono il palazzo e realizzarono la scalinata. Prese per modello i costumi della Compagnia dei Magi, di cui faceva parte Giuliano dei Medici. Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, compose una laude, da cantare sulle note di "Ben venga Maggio":

1460 Alessio Baldovinetti dipinge nel cortile dietro al muro dove è la SS.Annunziata una Natività di Cristo. Curò minuziosamente i particolari di una capanna e le rovine di una casa con le pietre muffate e corrose dalla pioggia, con una radice che spunta e una serpe che cammina sul muro. Molto deteriorato, fu staccato nel 1958.

1461 Antonio Rossellino scolpisce il monumento funebre del Cardinale del Portogallo in S.Miniato. Si avvale della collaborazione del fratello Bernardo. L'opera fu talmente ammirata che dovette farne una copia per Maria d'Aragona a Napoli, che fu completata, dopo la sua morte, da Benedetto da Maiano. L'opera presenta figure molto aggraziate e ben rifinite, che paiono vivissime. Un angiolo tiene la corona della verginità, data la giovane età del cardinale e l'altro angelo tiene la palma della vittoria. Un arco di macigno sostiene una cortina di marmo, che, per contrasto, sembra ancora più bianca. Fu terminata nel 1468.

17.4.1461 Alessio Baldovinetti si impegna a terminare un quadro per la cappella di S.Egidio in S.Maria Nuova, lasciato interrotto nel 1445 da Domenico Veneziano (con l'aiuto di Piero della Francesca) e proseguito dal 1451 al 1453 da Andrea del Castagno. L'opera è andata distrutta.

1461 Benozzo Gozzoli dipinge la Madonna con Bambino in trono fra angeli e Santi per un'altare in S.Marco, ora alla National Gallery di Londra. Parti della predella sono: Miracolo di S.Domenico a Milano, Brera; Morte di Simon Mago a Buckingam palace, Londra; I miracoli di S.Zanobi a Berlino; Danza di Salomè e Decapitazione del Battista a Washington; Presentazione al Tempio nella collezione Johnson a Filadelfia.

14.4.1461 vengono commissionate a Luca della Robbia piastrelle decorate e 5 grandi tondi con lo Spirito Santo e le 4 virtù cardinali per la cappella di S.Jacopo e S.Miniato per la sepoltura in S.Miniato del cardinale del Portogallo Giacomo di Lusitania, morto a Firenze.

Vi concorsero:
Antonio di Manetto Ciaccheri: architetto
Antonio Rossellino: parte marmorea
Antonio del Pollaiolo: tavola dipinta
Alessio Baldovinetti: pitture murali
Stefano di Bartolomeo, romano: mosaici del pavimento
Giovanni di Andrea: doratura a freddo delle maioliche

Luca della Robbia raffigurò le 4 virtù cardinali e lo Spirito Santo dentro 7 candelabri
su fondo a cubetti illusionistici, ripresi da una pittura parietale romana.

1462 nasce a Firenze Piero di Cosimo. ( 14 )

1462 nasce a Firenze Baccio d'Agnolo

1463 Benozzo Gozzoli si trasferisce fino al 1467 a S.Gimignano, dove dipinge molte opere, fra le quali le 17 storie di S.Agostino per la Collegiata e la Madonna col Bambino fra angioli e santi.

1463 Filippo Lippi dipinge la Natività di Cristo e S.Giovanni Battista per la cella detta di Maria de' Medici nell'eremo di Camaldoli, su commissione di Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero il Gottoso.

16.1.1464 Desiderio da Settignano muore e viene sepolto in S.Pier Maggiore.

1464 muore Cosimo il Vecchio de' Medici.

1464 Muore Bernardo Rossellino

1464 Piero de' Medici, anche lui gottoso, succede al padre Cosimo, che gli aveva affiancato due consiglieri: Diotisalvi Neroni (che lo spinge a chiedere il rimborso delle somme prestate da Cosimo) e l'ambizioso Luca Pitti (che si fa costruire sul colle di Boboli un palazzo più grandioso di quello mediceo di via Larga). Vero sostegno di Piero era la moglie Lucrezia Tornabuoni

1465 Antonio e Piero del Pollaiolo dipingono a olio su tela l'Arcangelo Raffaello e Tobia per un pilastro di Orsanmichele. Oggi nella Galleria Sabauda di Torino.

1466 Giuliano da Maiano inizia la ristrutturazione della Collegiata di S.Gimignano

23.9.1466 nasce a S.Gimignano Sebastiano Mainardi, futuro cognato e collaboratore di Domenico del Ghirlandaio.

1466 Antonio e Piero del Pollaiolo dipingono la tavola con i Santi Vincenzo, Jacopo e Eustachio per la parete di fondo, sull'altare e i due angeli reggicortina nella lunetta del nicchione, della Cappella del Cardinale del Portogallo in S.Miniato. La tavola originale è adesso agli Uffizi. è un punto di svolta importante nella pittura fiorentina, segnando una rivalutazione del trascendente sulla rappresentazione realistica.

11.10.1466 Viene inaugurata la Cappella del Cardinale del Portogallo in S.Miniato. Alessio Baldovinetti dipinge i pennacchi e la volta, oltre alla tavola dell'Annunciazione. La tavola finge una parete in cui sono dipinti i cipressi di una campagna che non si vede. La suggestione spaziale di Baldovinetti frappone una grande distanza d'aria fra la Madonna e l'angelo. La tavola di Antonio e Piero del Pollaiolo raffigura i Santi Jacopo Apostolo, Eustachio e Vincenzo. L'opera, altamente innovativa, esercitò una grande influenza sugli artisti del tempo.

10.12.1466 Muore Donatello  e viene sepolto in S.Lorenzo, accando a Cosimo il Vecchio.

1467 Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero il Gottoso, va a Roma a cercare alleati per il marito ed una moglie per il figlio Lorenzo, di casa Orsini: Clarice Orsini

16.5.1468 Giuliano da Maiano consegna il modello della Cappella di S.Fina per la Collegiata di S.Gimignano.

1469 nasce Francesco Granacci. ( 15 )

1469 Leonardo da Vinci entra nella bottega di Andrea del Verrocchio

1469 muore Piero il Gottoso padre di Lorenzo dei Medici

1469 nasce Baccio da Montelupo.

8.8.1469 nella portata al catasto Paolo Uccello dichiara: "Truovomi vecchio e senza inviamento e no mi posso asercitare e la dona inferma".

9.10.1469 Filippo Lippi muore a Spoleto, che non vuole restituire la salma a Firenze, dicendo che non ha artisti da onorare. Filippino, in seguito, gli farà un monumento funebre nel duomo di Spoleto, sotto l'organo, tuttora esistente, mentre il corpo, a causa dei numerosi spostamenti, è andato perduto.

18.8.1469 L' Arte della Mercatanzia commissiona a Piero del Pollaiolo 7 tavole con le virtù: con le Virtù: Temperanza, Fede, Carità, Giustizia, Speranza e Prudenza. La Fortezza fu eseguita da Sandro Botticelli. Ora agli Uffizi.

12.5.1470 Domenico Girlandaio si iscrive alla Confraternita di S.Paolo degli Scultori e inizia autonomamente la sua attività Nei libri della Confraternita si legge: "Domenico di Tommaso di Doffo sta all' orafo"

11.4.1470 Alessio Baldovinetti inizia a dipingere la Trinità per S.Trinita, adesso all'Accademia.

1470 Leon Battista Alberti termina la facciata di S.Maria Novella Inserisce le vele, simbolo dei Rucellai e il portale. Bernardo di Giovanni Rucellai si fece seppellire davanti al portone centrale, come dimostra la fascia in porfido inserita nello scalino. Fu la prima volta che si incisero lettere in un materiale tanto duro.

1470 Cosimo Rosselli dipinge una Santa Barbara fra i Santi Giovanni Battista e MAtteo per la SS. Annunziata, ora all' Accademia.

1470 nasce Raffaellino del Garbo.  ( 16 )

1471 Domenico Ghirlandaio realizza in S.Croce il tabernacolo con scene della vita di S.Paolino, oggi perduto. Il Codice Magliabechiano lo indica come sua prima opera.

1471 Domenico Ghirlandaio termina l'affresco con i Santi Girolamo, Barbara e Antonio Abate nella pieve di S.Andrea a Cercina. L'affresco fu murato nel 1600 e riscoperto nel 1923. Berti lo attribuì subito a Domenico ed è la sua prima opera giunta fino a noi. A Cercina, fino dal 1200 veniva venerata una immagine miracolosa della Madonna, attorno alla quale si erano costituite varie confraternite laiche. Nel XV secolo fu deciso di ristrutturare il santuario e la decorazione fu affidata a Domenico, che era ancora un oscuro allievo del Baldovinetti, ma ben conosciuto nella zona, dove il nonno possedeva una piccola proprietà.

Le figure dei santi riprendono moltissimo dei disegni degli apostoli Pietro e Paolo delle tarsie della Sagrestia del Duomo, dove lavorava il Baldovinetti con l'assistenza di Domenico, che probabilmente eseguì i disegni degli apostoli ed utilizzò tali disegni a Cercina. Le figure sono allungate, artificio tipico del Baldovinetti.

L' impostazione dell'affresco è mutuata da Andrea del Castagno, mentre la luce e i colori sono derivati da Domenico Veneziano, ambedue colleghi del Baldovinetti in S.Egidio.

Il volto di S.Barbara sembra ripreso dalla Caritas di Antonio del Pollaiolo nel ciclo delle Virtù per la Mercanzia. Si riscontrano anche alcune analogie con l'altare di S.Barbara di Cosimo Rosselli, proveniente dalla SS.Annunziata e ora all'Accademia.

1471 viene eletto papa Francesco della Rovere, con il nome di Sisto IV. Vorrebbe far occupare dai nipoti parte della Romagna, fra Imola e Faenza, che Lorenzo voleva libera, ai confini settentrionali della Repubblica Fiorentina. I rapporti si inaspriscono: Sisto IV nega il cappello cardinalizio a Giuliano di Lorenzo de' Medici, toglie la tesoreria pontificia al Banco dei Medici, per darla a quella dè Pazzi

1471 Alessio Baldovinetti in S.Trinita affresca nella volta del presbiterio e sulla parete David, Mosè, Abramo e Noè. Questi affreschi furono imbiancati nel 1760 e ne sono stati rinvenuti frammenti. Una commissione formata da Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Pietro Perugino e Cosimo Rosselli valutò l'opera 1000 fiorini.

1472 Giuliano da Maiano termina la ristrutturazione della Collegiata di S.Gimignano e la realizzazione della parte architettonica della Cappella di S.Fina, che verrà affrescata da Domenico del Ghirlandaio.

1472 Muore Michelozzo Michelozzi  e viene sepolto in S.Marco.

1472 nasce Pietro il fatuo figlio di Lorenzo dei Medici

20.4.1472 muore Leon Battista Alberti. ( 17 )

1472 Leonardo da Vinci è iscritto ufficialmente nel libro rosso dei creditori e debitori della Compagnia dei pittori quindi è già alla bottega del Verrocchio

1472 Domenico del Ghirlandaio  affresca S.Andrea a Brozzi. I due affreschi staccati si trovano adesso a S. Donnino. Uno riproduce la Madonna in trono con i Santi Sebastiano e Giuliano, sovrastata dal Battesimo di Cristo, che gli esperti escludono possa essere opera di Domenico.

La Madonna in trono: era il tema preferito del periodo, con la definizione "La Sacra Conversazione". Non si sa quale fosse l'originaria collocazione e funzione. Probabilmente fu donata da un ignoto committente. La frontalità della Vergine e del Bambino, la posizione di questo, in piedi sulle ginocchia e il portamento della Madonna presero spunto dal Tabernacolo Carnesecchi di Domenico Veneziano e la Madonna del Trebbio di Andrea del Castagno. La caduta perpendicolare del velo della Madonna era tipica del Baldovinetti. La composizione architettonica del trono si rifà agli elementi architettonici fittizi del S.Zanobi con due Santi Diaconi della tarsia della Sagrestia del Duomo

Per S.Sebastiano fu preso a modello l'altare di S.Miniato di Andrea del Castagno e il suo modo di incedere riprende lo stile di Antonio del Pollaiolo (Cristo nella croce d'argento del Battistero).

Il portamento di S.Giuliano riprende il Farinata degli Uberti di Andrea del Castagno.

Il Battesimo di Cristo riprende quello del Baldovinetti nell'armadio della Sagrestia della SS.Annunziata, cui si ispirò anche il Verrocchio.

1473 Domenico Ghirlandaio  affresca la cappella Vespucci in Ognissanti. Nella lunetta Madonna della Misericordia con i membri della famiglia Vespucci inginocchiati.

Nella lunetta sottostante, la Il Compianto sul Cristo morto, da altri definito Deposizione, perchè Domenico mescolò diverse tradizioni iconografiche: si lasciò ispirare dalle "Meditationes Vitae Christi":"Nostra Signora prende in grembo il capo e le spalle e Maddalena i piedi, presso i quali aveva ottenuto una volta la grazia. Gli altri stanno attorno, tutti levano alti lamenti su di lui a compiangerlo amaramente". Il vecchio a destra con i capelli e la barba bianca dovrebbe essere Giuseppe di Arimatea, mentre l'uomo con i capelli scuri che gli sta di fronte dovrebbe essere Nicodemo. La figura con la barba a destra dell'Evangelista Giovanni dovrebbe essere Longino di Cesarea, che si torce le mani profondamente addolorato. Altri interpretano le figure a sinistra come membri della famiglia Vespucci, rappresentati come santi e accompagnati da S.Giovanni Battista.

La Madonna della Misericordia riprende le precedenti impostazioni formali di Piero della Francesca e di Filippo Lippi: la Madonna è al centro, frontalmente, e la sua natura divina è sottolineata dall'iscrizione nello zoccolo: MISERICORDIA + DOMINI + PLENA + EST +TERRA (salmo 32,5).

Quattro figure maschili e quattro femminili sono raccolte sotto il manto, tenuto soollevato dagli angeli. Le figure inginocchiate sono disposte in un circolo aperto davanti, che sembra voglia accogliere anche l' osservatore. Contrariamente all'iconografia tradizionale dell'epoca, che prevedeva una folla anonima di protetti dalla Madonna, il Ghirlandaio raffigura i committenti e S.Antonino. Amerigo, morto il 15.7.1472 a 74 anni, e la moglie Nanna potrebbero essere la coppia ai piedi della Madonnaa, mentre gli altri potrebbero essere i figli Giovanni, con la moglie Chosa o Nastagio con la moglie Lisa Mini.

Già nominati dal Vasari, vennero imbiancati nel 1616 e ritrovati solo nel 1898 sotto una pala d'altare di Matteo Rosselli.

Iscrizione sulla pala tombale della famiglia:

S(ER) AMERIGO VESPUCIO POSTERISQ(UE) SUIS MCCCCCLXXI e sulla lapide a sinistra del tabernacolo: SEP(ULCRUM) S(ER) AMERIGI STAGII DE VESPUCCIS ET DESCENDENTUM

Vi è sepolto il giurista Amerigo Vespucci, cancelliere sotto Cosimo de' Medici fra il 1434 e il 1470.

Ai lati del Compianto due figure: a sinistra L'Arcangelo Raffaele, di cui si vede una parte di ala sulla spalla sinistra e, nello zoccolo, Tobia e l'arcangelo. Le poche tracce rimanenti delle altre figure non consentono l'identificazione.

Solo nel 1966, un completo restauro permise di eliminare le ridipinture effettuate prima dell'imbiancatura e spazzare via la tesi che si trattasse di affreschi prelevati da altre parti. Avvalorando quanto riportato dai manoscritti dell'archivio di Ognissanti, l'intonaco del tabernacolo risultò unitario, circondato da una cornice del 1472, che servì da modello per le altre cornici dei vari tabernacoli di Ognissanti del 1542, 1561/81 e 1627.

All' interno della cornice del tabernacolo, i singoli affreschi erano in origine legati fra di loro da un sistema di cornici fittizie, che univano e al tempo stesso scandivano i vari soggetti. Le linee di queste cornici sono riconoscibili nella sinopia del Compianto, esposta nel convento.

Nella Madonna della Misericordia, pur rifacendosi al Baldovinetti, ad Andrea del Castagno e a Domenico Veneziano, il Ghirlandaio introduce un realismo insolito per l'epoca e subordina le figure e la decorazione alla realtà piuttosto che all'ideale. Andrea del Castagno aveva già realizzato il disegno del Compianto per una vetrata del Duomo.

1473 nella bottega del Verrocchio, il Perugino dipinge alcune delle storiette di S.Bernardino, ora nella Pinacoteca di Perugia.

1473 il fiorentino Giovanni Dè Dolci inizia la costruzione della Cappella Sistina, su commissione di Sisto IV

Sisto IV, fra il 1471 e il 1475, aveva fatto collocare la biblioteca al piano terra dell'ala nord, costruita da Nicola V presso il Cortile del Pappagallo, dove c'erano il granaio e la cantina. Al piano superiore Alessandro Vi Borgia avrebbe fatto decorare gli appartamenti privati dal Pinturicchio. Le stanze del secondo piano sarebbero state decorate da Raffaello.

Platina sistemò la biblioteca greca nella prima stanza, che aveva servito da ingresso, nella seconda sala i testi latini e nella terza sala i testi segreti.

Domenico e Davide   del Ghirlandaio dipinsero la biblioteca latina.
Nelle lunette finsero spazi aperti con dodici figure a mezzo busto di filosofi antichi
e padri della chiesa medievale, ciascuno con il nome e cartigli riportanti loro testi.

12.6.1473 Benedetto e Giuliano da Maiano realizzano il portale della sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, con le statue di S.Giovannino e la Giustizia. Le porte con Dante e Petrarca erano state realizzate da Francesco di Giovanni, detto il Francione, con l'aiuto di Giuliano da Maiano, suo discepolo, su disegno del Botticelli.

12.10.1474 nasce Mariotto Albertinelli. ( 18 )

1475 Francesco Sassetti litiga con i domenicani per il programma decorativo della cappella dell'altar maggiore di S.Maria Novella, sul quale la sua famiglia aveva il patronato fino dagli inizi del '300. Il Sassetti voleva che nelle pitture comparisse anche il suo patrono, Francesco d'Assisi. Decise pertanto di acquistare i diritti su una cappella in S.Trinita, che ottenne nell'aprile 1478 e che fece affrescare la Domenico del Ghirlandaio.

28.11.1475 pagamento a Domenico e Davide del Ghirlandaio per gli affreschi della biblioteca di Sisto IV in Vaticano.

1475 da questa data Davide del Ghirlandaio compare in tutti gli atti della bottega, assieme alla firma di Domenico. Probabilmente curava principalmente la parte organizzativa e amministrativa.

Viene terminata la decorazione della Cappella di S.Fina a S.Gimignano.

La decorazione della Cappella di S.Fina nella Collegiata di S.Gimignano.

S.Fina morì nel 1253. All'inizio del 1300 un notaio raccolse 15 testimonianze di suoi miracoli fra il 1310 e il 1313.

Tutta la Collegiata fu ristrutturata da Giuliano da Sangallo, che edificò anche la cappella di S.Fina, lasciando libere, sulle porte latgerali e nelle nicchie ad arco a tutto sesto, due superfici che furono affrescate dal Ghirlandaio, come pure i sei pennacchi, in ciascuno dei quali compare la mezza figura di un profeta. Su ognuna delle tre lunette ai lati della finestra compare una coppia di santi. Sulla volta a cupola, con al centro il simbolo di S.Bernardino, il monogramma di Cristo IHS entro un sole d'oro con 12 raggi fiammeggianti, dai quali partono raggi d'oro che ricoprono il fondo della volta, originariamente azzurra, sono dipinti i 4 evangelisti con i loro simboli, circondati da cherubini. Dato che S.Fina era conosciuta solo localmente, Domenico non ebbe modelli cui ispirarsi.

La tomba della santa, realizzata da Giuliano da Maiano , contiene la data 1475 in una iscrizione dettata da Giovan Battista Cantalico, che invita coloro che vogliono conoscerne i miracoli ad osservare gli affreschi alle pareti:

VIRGINIS OSSA LATENT TUMULO:
QUEM SUSPICIS HOSPES
HAEC DECUS EXEMPLUM
PRAESIDIUMQUE SUIS
NOMEN FINA FUIT PATRIA HAEC
MIRACULA QUAERIS:
PERLEGE:
QUAE PARIES VIVAQUE SIGNA DOCENT
MCCCCLXXV

Annuncio della morte di S.Fina.

Lo stile figurativo e la finezza delle linee ci riportano direttamente ad Alessio Baldovinetti, anche se non si esclude l'influenza di Benozzo Gozzoli, che aveva affrescato la vicina chiesa di S.Agostino a S.Gimignano.

Iscrizione in una tavola appesa alla parete: PARATA ESTO FILIA QUIA DIE SOLENNITATIS MEAE AD NOSTRUM ES VENTURA CONSORTIUM CUM SPONSO TUO PERENNITER IN GLORIA PERMANSURA. Sono le parole che il papa avrebbe pronunciato in quel momento.

L'annuncio della morte viene dato da S.Gregorio circondato da cherubini. I fiori che spuntano all'improvviso dall'asse e i topi spaventati che si nascondono sotto di esso o in un angolo raffigurano un miracolo avvenuto al momento della morte. L'anima di S.Fina viene portata in cielo alla presenza di donna Beidia e di sua figlia donna Benvenuta.

Esequie di S.Fina, sulla parete di fronte.

L'impianto architettonico è attribuito a Giuliano da Maiano. Vengono ritratti anche personaggi del tempo, non identificabili.

I Profeti

Domenico li tratteggia in modo non convenzionale, come vecchi pensosi dalla barba fluente, ma attribuisce ad ognuno di essi una diversa valenza psicologica. La debolezza della pittura, in contrasto con la validità dei disegni, fa pensare che questi ultimi furono di mano di Domenico, mentre la pittura fu eseguita dalla bottega.

Profeta Abacuc: Iscrizione sul rotolo OPERUIT CAELOS GLORIA EIUS
Profeta Geremia: Iscrizione sul rotolo MALEDICTUS HOMO QUI CONFIDET IN (HOMINE)
Profeta Isaia: Iscrizione sul rotolo DEDI TE IN LUCEM GENTIUM
Profeta Michea: Iscrizione sul rotolo EGO AUTEM AD DOMINUM MEUM ASPICIA
Profeta Ezechiele: Iscrizione sul rotolo TU SIGNACULUM SIMILTUDINIS PLENUS SA(PIENTIA)
Profeta Daniele: Iscrizione sul rotolo ERAT COR EIUS FIDUCIAM HABENS IN DO(MINO)
I Padri della Chiesa: Ambrogio insegna, Gerolamo traduce e interpreta un testo, Gregorio scrive un testo ispirato da Dio. Agostino medita leggendo

Sono inseriti, a coppie, entro gli archi delle finestre. Anche i loro volti mostrano una intensa diversificazione espressiva. La sinopia di papa Gregorio, scoperta durante l'ultimo restauro è diversa dal lavoro finale e dimostra, quindi, la diretta partecipazione di Domenico anche alla pittura.

Gli Evangelisti

Nella volta della cupola, sopra i Profeti, che nel registro più basso rappresentano l' antico Testamento, nel registro superiore si trovano gli esegeti patristici, mentre gli evangelisti occupano il punto più alto della cappella. Si tratta di figure complete, sedute sulle nuvole come in trono, con l'aureola a fondo oro circondata da cherubini. La rigidità della posizione sudeta è risolta con la torsione del busto.

6.3.1475 nasce a Caprese Michelangelo Buonarroti

11.11.1475 Paolo Uccello fa testamento. Muore all'ospedale il 10.12 e viene sepolto in S.Spirito nella tomba del padre.

1475 Cosimo Rosselli affresca nel chiostro della SS. Annunziata la Visione e la Vestizione di S.Filippo Benizi, che non termina.

1475 nasce Frà Bartolomeo.  ( 19 )

1475 Leonardo dipinge l'Annunciazione (Uffizi)

1475 nasce Giovanni figlio di Lorenzo dei Medici (Papa Leone X)

1475 Benedetto da Maiano realizza il pulpito di S.Croce, il più bello del rinascimento, su incarico del ricchissimo mercante Piero Mellini.

L'idea era stata di Brunelleschi, che morì prima di realizzarlo. Benedetto da Maiano ebbe difficoltà a fare accettare ai frati l'idea di scavare la colonna per ricavarvi una scala interna. Li convinse solo dopo aver rinforzato la colonna ed averla cerchiata di ferro. Il pulpito risale al periodo in cui la pittura gareggiava con la scultura rappresentando l'evidenza scultorea. Così Benedetto da Maiano, che aveva collaborato a San Gimignano con Domenico Ghirlandaio, volle competere in vastità e dettaglio, con le analoghe storie di S.Francesco che il Ghirlandaio stava dipingendo in S. Trinita.

Negli intervalli delle mensole vi sono le principali Virtù, incassate in nicchie di marmo rosso. Le cinque facciate rappresentano:

Approvazione della Regola
S. Francesco davanti al Sultano
S. Francesco riceve le stimmate
Funerali di S.Francesco
Martirio dei primi missionari francescani.

Prima della loro esecuzione, furono eseguite prove in terracotta, tre delle quali
sono a Londra e una era a Berlino.

1475 Antonio e Piero del Pollaiolo dipingono il Martirio di S.Sebastiano, oggi nella National Gallery di Londra, Il volto del santo è il ritratto di Gino Capponi. Nelle figure Antonio dimostrò le sue conoscenze di anatomia. Antonio Pucci pagò 300 scudi, dicendo che così pagava solo i colori.

4.5.1476 ultimo pagamento a Domenico e Davide del Ghirlandaio per gli  affreschi della biblioteca di Sisto IV in Vaticano.

Dalle registrazioni del Platina appare come l'autore principale fosse Davide, ma ciò contrasta col fatto che Domenico non era, in quel periodo, particolarmente impegnato in altre opere e che il committente er il papa, che lo avrebbe richiamato a Roma per la decorazione della Cappella Sistina. Non sembrano di mano di Domenico, risultando senza tensione interna e con il volto legnoso, le figure dei filosofi. Anche le proporzioni sembrano disarmoniche, dal che si suppone che i disegni preparatori di Domenico non erano in grandezza reale. Le scritte nei cartigli furono eseguite da Giovanni d'Ancona, indicato dal Platina come "frater Joannia ordinis minorum", miniaturista francescano. Le registrazioni indicano "pro litteria quas pinxit in bibliotheca" e "pro litteris scriptis in bibliotecha ad paretem".

Aristotele STUDIORUM AMAROS CORTICES ESSE FRUCTUS VERO IOCUNDIORES.
Diogene DIVITEM (INDOCTUM) AUREI VELLERIS QVEM ESSE DICEBAT
Cleobolo SINGULIS DIEBUS QUID EGERIS ANTEA ET QUI ACTURUS SIS COGITA
Aristhene ROGATUS QUID EX PHILOSOPHIA LU (CRASSET MECUM AIT COLLOQUI POSSE)
Socrate UT UNICUM BONUM SCIENTIA EST ITA INSCIENTIA MALUM
Platone DORM(IENS HOMO) NULLIUS PRECII EST
S.Agostino NIHIL BEATIUS EST QUAM SEMPER ALIQUID LEGERE AUT SCRIBERE
S.Ambrogio DILIGENTIAM CIRCA SCRIPTURAS INTER OFFICIA SANCTORUM POSUI
S.Girolamo SCIENTIAM SCRIPTURARUM AMA ET VITIA CARNIS NON AMABIS
S.Gregorio DEI SAPIENTIA SARDONYCO ET ZAPHIRO NON CONFERTUR
S.Tommaso d'Aquino SACRAE DOCTRINAE FINIS EST BEATITUDO AETERNA
S.Bonaventura FRUCTUS SCRIPTURAE EST PLENITUDO AETERNAE FELICITATIS

La metà occidentale della sala è occupata dai rappresentanti della filosofia antica, mentre nella parete orientale appaiono i rappresentanti della patristica. A partire dal centro della parete nord, fu aggiunto, in un secondo tempo, l'affresco di Melozzo da Forlì, che si trova oggi nella Pinacoteca Vaticana, e che rappresenta la nomina di Platina a bigliotecario da parte di Sisto IV.

Servirono da modello le figure dei profeti di S.Fina a S.Gimignano, che d'altra parte derivavano dalla cappella del Cardinale del Portogallo in S.Miniato.

Gli affreschi sono stati restaurati nel 1962.

1476 Domenico Ghirlandaio   affresca il Cenacolo per il monastero di Passignano con la collaborazione di Davide,, per incarico dell'abate don Isidoro del Sera. - La Badia di Passignano fu fondata nel 1049 da S.Giovanni Gualberto per i Vallombrosani. -  Le registrazioni contabili riportano pagamenti a Davide e Domenico fra il 25.6 e il 1.9.1476.

Cenacolo di Passignano

I frati li trattavano malissimo e la cosa irritava in particolar modo David, che si lamentava con l'abate, opponendo che l'arte di suo fratello non meritava quel trattamento da manovali, ottenendo solo sgarbate risposte. Una sera, a cena, venne presentata un asse con minestre e tortacce da manigoldi. David rovesciò la minestra addosso al frate e lo percosse con un pane duro, svegliando l'abate, che dette ordine ai frati di mutare atteggiamento.

Forse per questo sembrano di mano di Domenico solo il gruppo centrale con Cristo, Giuda e Pietro, mentre il resto, compresi i disegni, sembrano di mano di Davide e degli aiuti, come dimostrano il modo schematico e ripetitivo di rendere gli abiti, la posizione dei piedi senza varianti, errori di prospettiva nel movimento delle mani.

Quando iniziarono, i Ghirlandaio non disponevano di una parete libera, poichè le due lunette erano state affrescate nel 1474 da Bernardo di Stefano Rosselli con la Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso e il Fratricidio di Caino.

Ghirlandaio prese spunto da Andrea del Castagno e disegnò la scena in un interno con funzione di cornice: poichè la superficie disponibile era lunga e stretta, l'artificio servì a rendere la composizione più unitaria.

1476 nasce a Firenze Jacopo dell'Indaco. ( 20 )

1477 Domenico del Ghirlandaio (28) affresca la Cappella Tornabuoni in S.Maria sopra Minerva a Roma (l'opera è andata perduta) e una tavola con i Santi Sebastiano, Vincenzo Ferrer e Rocco con 4 membri della famiglia Malatesta. Nella lunetta Dio Padre e nella predella, 3 storie di Santi. I ritratti dei Malatesta sono di mano di Fra' Bartolo meo. Oggi nel museo civico di Rimini.

1478 Francesco Sassetti, dopo aver litigato con i domenicani di S.Maria Novella, acquista i diritti su di una cappella in S.Trinita.

13.1.1478 L' Opera del Duomo decide di far fare alcune storie in argento per l'altare del battistero:
Bernardo di Bartolomeo Cenni fece l'Annunciazione
Verrocchio la decollazione del Battista
Antonio del Pollaiolo la Natività
Antonio di Salvi e Francesco di Giovanni il Convito di Erode ora nel Museo dell'opera del Duomo.

Le opere ebbero funzione innovativa sia per la composizione che per i movimenti delle figure.

26.4.1478 Raffaello Sansoni, nipote di papa Sisto IV, fatto cardinale a soli 16 anni, si ferma a Firenze prima di andare a studiare all'Universit... di Pisa. L'attentato ai fratelli Lorenzo e Giuliano de' Medici viene stabilito ai piedi dell'altare in Santa Maria del Fiore, durante la Messa, il segnale sarebbe stato l'Elevazione. Franceschino dei Pazzi e Bernardo Bandini si sarebbero occupati di Giuliano, due preti di Lorenzo. giuliano mor, Lorenzo riusc a salvarsi, grazie al sacrificio di Francesco Nori, che gli fece da scudo col suo corpo. Nemmeno un'ora dopo Franceschino dè Pazzi e il prete Francesco Salviati penzolavano impiccati dalle finestre del Palagio del Capitano. A Francesco Nori è dedicato il monumento funebre al primo pilastro della navata di S.Croce. In suo onore Antonio Rossellino scolpì la Madonna del latte, racchiusa in una mandorla contornata di cherubini. Sotto al rilievo vi è un'acquasantiera in marmo con candelabro in bronzo, posante su una base recante l'iscrizione di dedica al Nori: Antonio Patri Sibi Posterisque Franciscus Norus Pos..

28.4.1478 Jacopo dè Pazzi viene catturato in Casentino e la sera stessa impiccato sotto la ringhiera di Palazzo Vecchio. è il primo ricordo di Michelangelo, che era in braccio al padre ad assistere.

1478 arriva a Firenze il trittico Portinari di Hugo van der Goes

1478 nasce Giulio, futuro Clemente VII.

19.2.1479 Domenico Ghirlandaio  viene pagato per due pale d'altare destinate alla chiesa di S.Girolamo ai frati Gesuati di Pisa: la Madonna col bambino in trono fra i santi Caterina, Stefano, Lorenzo e Dorotea, ora nel Museo nazionale di S.Matteo a Pisa.

La Congregazione dei Frati Gesuati fu soppressa nel 1688 e le benedettine del vicino convento di S.Anna ne occuparono il convento di S.Girolamo. La Madonna in trono e santi di Domenico Ghirlandaio fu portata nel convento di S.Anna, prima di passare al museo nazionale di Pisa.

La Madonna in trono e santi di Domenico di Pisa
Probabilmente è la prima opera su tavola di Domenico, che riprende per la seconda volta, dopo l'affresco di Brozzi, il tema della Sacra Conversazione, ma con alcune varianti: l'architettura del trono elevato con il muro che si chiude sul dietro si trova già in Fra Giovanni Angelico e se ne trovano molte varianti, ma Domenico, anzichè disporre le figure a semicerchio, innova la tradizione e per primo dispone quelle più vicine al trono davanti a quelle più lontane, ossia una disposizione a "W".

I modelli stilistici per le due figure di sante si ritrovano in Baldovinetti o in Cosimo Rosselli.
I due giovani diaconi Stefano e Lorenzo riprendono il S.Zanobi delle tarsie del Duomo,
come pure la pala d'altare del Pollaiolo in S.Miniato.
La posizione del Bambino assomiglia a quella della Madonna del Garofano di Leonardo
alla Alte Pinakotek di Monaco.

1479 Domenico Ghirlandaio inizia a concordare con Francesco Sassetti il programma iconografico per la decorazione della cappella in S.Trinita.

Che Domenico iniziasse questo lavoro nel 1479 si deduce da due disegni conservati al gabinetto delle stampe di Roma con L'apparizione di S.Francesco ad Arles, che non furono poi utilizzati, perchè il soggetto fu modificato nel Miracolo del fanciullo risuscitato, riferito ad un evento della famiglia Sassetti. Nel 1479 morì Teodoro, figlio di Francesco Sassetti, al quale nacque nello stesso anno un altro bambino, al quale fu imposto lo stesso nome Teodoro.

1479 Domenico Ghirlandaio dipinge la

Sacra Conversazione per la Sagrestia di S.Martino a Lucca.

è la terza prova di Domenico sul medesimo soggetto e la seconda su tavola, nella quale dimostra maggiore padronanza compositiva: la composizione è serrata, senza l'insolita disposizione a W. La base del trono ha due gradini e l'elevazione del trono in rapporto al pavimento appare meno repentina e slegata.

La Madonna non è aristocratica come in Botticelli o nel Verrocchio, ma assomiglia più a quella di Cosimo Rosselli di Berlino.
Le figure sono potenti, le fisionomie vivaci, i gesti controllati, calmi, talvolta graziosi, i contorni precisi, le luci, le ombre, la fine intonazione cromatica denotano il raggiungimento di una decisa personalità.

1479 muore Antonio Rossellino.

1480 Domenico del Ghirlandaio realizza una tavola e un tabernacolo per S.Salvadore di Camaldoli, non più rintracciabile.

1480 La bottega di Domenico Ghirlandaio  riquadra l'Incoronazione della Madonna di Giotto della cappella Baroncelli in S.Croce.

1480 Nella portata del padre Domenico del Ghirlandaio viene indicato come pittore e "non à luogo fermo" In altro documento è scritto "è dipintore qua e là, non tien bottega". Infatti, le varie commissioni lo costringevano a muoversi anche fuori Firenze. Davide è indicato come aiuto di Domenico, mentre Benedetto è indicato come miniaturista.

1480 Domenico si sposa con Costanza di Bartolomeo Nucci.

1480 Lorenzo il Magnifico compra il Giardino di San Marco

1480 Lorenzo riforma l'ordinamento repubblicano, la Repubblica è governata da Trenta cittadini, in pratica Š sempre il Magnifico Lorenzo che comanda.

1480 il Cronaca rientra a Firenze da Roma e, con i suoi entusiastici racconti, si guadagna il soprannome.

1480 il Perugino dipinge un Crocifisso con la Maddalena, S.Girolamo, S.Giovanni Battista e il Beato Giovanni Colombino, oggi agli Uffizi.

1480 Giuliano da Sangallo costruisce la villa medicea di Poggio a Caiano

1480 Botticelli affresca S.Agostino nel suo studio in Ognissanti

1480 Domenico Ghirlandaio dipinge il  S.Girolamo per Ognissanti.

L'affresco si trovava originariamente su un pilastro del coro, in contrapposizione al S.Agostino del Botticelli.

C'è un rapporto fra il dipinto del Ghirlandaio e quello di Botticelli: in una lettera apocrifa di S.Agostino si narra che, mentre si accingeva a scrivere una lettera a Girolamo per avere il suo parere sulla felicità dei Santi, vide una luce inondare il suo studio mentre la voce di Girolamo gli spiegava che era impossibile descrivere la gioia dei santi senza sperimentarla, come stava facendo lui, dato che stava morendo a Betlemme in quel preciso istante.

Nel 1564 il coro fu demolito e gli affreschi furono spostati. In tale occasione furono aggiunte le scritte:

SIC AUGUSTINUS SACRIS SE TRADIDIT
UT NON MUTATUM SIBI ADHUC
SENSERIT ESSE LOCUM
Ossia S.Agostino era talmente assorto negli studi che non si accorse del trasloco.

Per S.Girolamo fu scritto:
NE TIBI QUID PICTO HIERNYME SANCTE
DEESSET EST NUPER MIRUM MOTUS
AB ARTE DATUS

"Perchè a te, S.Girolamo, che sei qui dipinto, non manchi niente, di recente ti hanno mosso con ingegnosità".

La pittura rappresenta fedelmente l'impostazione iconografica del santo dal '300 in poi e ricalca fedelmente una tavoletta di Jan van Eyck acquistata dai Medici ed adesso nell' Institute of Art di Detroit. Anche la minuta descrizione dei singoli oggetti riporta alla maniera fiamminga, ma Domenico la supera, non limitandosi ad un mero allineamento, ma conferendo una proria funzione agli strumenti di lavoro.

Da un arco si scorge in scorcio una stanza con armadi a muro, alcuni dei quali chiusi da tende. Nella piccola stanza il santo sta meditazione al suo scrittoio, sul quale è riportata la data. Su due foglietti appaiono lettere greche ed ebraiche, che il santo conosceva, tanto da tradurre la Bibbia in latino.

Durante il restauro del 1966, sotto le parole che elogiano il trasporto dell'affresco, fu trovata l'iscrizione originale:

REDDE NOS CLAROS LAMPAS RADIOSA
SINE QUA TERRA TOTA EST UMBROSA
e cioè "illuminaci o luce raggiante, altrimenti tutta la terra sarebbe oscura".

Si presume che il committente fosse Giorgio Antonio Vespucci, letterato, che nel 1480 prese i voti.
Il sigillo di piombo, che pende da un testo scritto posato sul tavolo, può indicare
il committente, come potrebbe essere una bolla papale.

1480 Domenico Ghirlandaio affresca l' Ultima Cena nel refettorio degli Umiliati in Ognissanti.

Contrariamente a quanto avvenuto a Passignano, questa volta Domenico si trova un'intera parete libera, con una propria architettura e lunette, che sfruttò per creare un illusionistico concetto di spazio, tanto che non si comprende subito se la mensola che si trova al centro del dipinto faccia parte dell'architettura o dell'effetto pittorico, dato che anche le mensole laterali, dipinte, corrispondono al modello reale.

L'apertura fittizia della sala fu probabilmente suggerita dall'Alberti che scrisse nel suo trattato sull'architettura: "..con aperture spaziose, sistemazione della porta in una posizione visibile, o sulle pareti, si ottiene certamente che refettori e stanze appaiano più dignitose e belle".

Domenico suggerisce l'idea che dietro al refettorio si apra un giardino con piante e frutti, simbolo di vita eterna, di vittoria sulla morte, mentre gli uccelli rapaci che cacciano le pernici simbolizzano la vittoria del bene sul male.

Anche la decorazione della tavola contiene un accenno simbolico della redenzione attraverso il sacrificio di Cristo: partendo da destra verso sinistra si vedono albicocche, simbolo del peccato, la lattuga, simbolo della penitenza, le ciliege rievocano il sangue di Cristo, le arance, frutti del Paradiso e simbolo di salvezza.

Le scritte OSSCI (Omnes Sancti) alle estremità degli stalli e sui vasi di maiolica alludono alla chiesa di Ognissanti. Vicino al piede di Giuda si legge la data 1480.

L'affresco fu staccato nel 1966, con il recupero della sinopia, dalla quale si apprende che essa fu opera di Domenico, come opera sua furono le varianti durante la pittura. Gli aiuti parteciparono alla pittura della scenografia e della parte decorativa.

Il volto del Cristo, che, contrariamente alla abituale impostazione di Domenico, guarda in alto, è opera di Carlo Dolci o di Alessandro Gherardini nel XVII secolo. Infatti, dalla sinopia si osserva che il Cristo disegnato da Domenico sembrava in estasi e distaccato da quanto avveniva intorno a lui.

Le differenze col cenacolo di Passignano sono enormi. è la prima volta che in un cenacolo viene fatto il tentativo di fermare le singolepersone, scosse dall'annuncio del tradimento, nelle loro reazioni psichiche e fisiche; è anche a questo tentativo che si devono le differenze fra la sinopia e il dipinto.

La critica è unanime nel riconoscere che il Cenacolo del Ghirlandaio servì come esempio per Leonardo e supera tutti gli altri soggetti analoghi del '400.

23.4.1481 Domenico Ghirlandaio riceve il pagamento per un tabernacolo in S.Salvatore a Camaldoli.

31.5.1481 Domenico e Davide del Ghirlandaio ricevono il pagamento per l'affresco dell'Ultima Cena nel refettorio di S.Donato in Polverosa, andata perduta.

19.7.1481 Domenico Ghirlandaio riceve il pagamento per la pittura e doratura di 4 candelabri in Duomo

27.10.1481 Cosimo Rosselli, Botticelli, Domenico Girlandaio e il Perugino vengono incaricati di decorare la cappella sistina. Piero di Cosimo segue il Rosselli a Roma, con l'obbligo di completarlo per il 15.3.1482, pena il pagamento di una forte multa.

I dieci affreschi dovevano essere eseguiti partendo dall'altare "a capitis altaris inferius". Nel contratto sono indicate le scene e le tende sottostanti, mentre non sono compresi i ritratti dei papi.

Nel testo si dice che i quattro maestri hanno già iniziato l'opera "prout inceptum est", ciò spiega perchè nell'elenco delle opera non viene indicato l'inizio dei lavori del ciclo con le storie di Mosè e Cristo. Manca anche qualsiasi indicazione sull'importo, probabilmente contenuta in un precedente documento.

L'opera doveva comprendere anche i ritratti a figura intera di 28 papi, come statue in finte nicchie. L'illuminazione proveniva dalle finestre, oggi scomparse. I nomi e le descrizioni dei papi furono dettate dal Platina e sono iscritte sotto ciascun papa.

Cosimo Rosselli affresca nella cappella sistina Mosè e le Tavole della Legge, il Discorso della Montagna e l'Ultima Cena con l'aiuto di Pietro di Cosimo. Si trovava a lavorare in concorrenza con Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Abbate di S. Clemente, Luca da Cortona e Pietro perugino. Sisto IV aveva promesso in palio un premio per il miglior lavoro. Sentendosi inferiore nel disegno e nella fantasia, usò bellissimi azzurri ultramarini ed altri vivaci colori. Lumeggiò ogni albero, erba, nuvola o panno con molto oro. Quando le opere furono terminate, Cosimo fu schernito dagli altri per il suo goffo lavoro, ma quando Sisto IV passò in rassegna le opere fu fulminato davanti agli affreschi di Cosimo e non solo gli dette il premio, ma ordinò agli altri di riempire d'oro le loro opere, per tentare di eguagliare quelle del Rosselli.

il Perugino affresca nella cappella sistina la Storia di Cristo che consegna le chiavi a S.Pietro. Bartolomeo della Gatta dipinse i due apostoli subito dietro il Cristo. Perugino dipinse anche la parete dietro l'altare, distrutta per fare posto al Giudizio Universale. Rimangono a destra il Battesimo di Cristo e a sinistra il Viaggio di Mosè.
Domenico Ghirlandaio   a Roma eseguì per la cappella Sistina la Vocazione di Pietro e Andrea.

Era previsto che ogni artista dovesse eseguire una coppia di dipinti, posti l'uno di fronte all'altro sulle pareti laterali, ma già col terzo dipinto del ciclo dell'Antico Testamento la simmetria si spezza, dato che Domenico Ghirlandaio, che avrebbe dovuto dipingere il Passaggio del mar Rosso, probabilmente non era più a Roma. La scena fu affrescata da Cosimo Rosselli.

La Vocazione di Pietro e Andrea compare come terzo dipinto sulla parete destra ed è la quarta dell'intero ciclo, che partiva dalla parete dell'altare con la Nascita di Cristo. Ognuna delle scene era accompagnata da una iscrizione, ricomparsa solo dopo gli ultimi restauri.

Il Ghirlandaio rappresenta il mare di Galilea come un lago dai contorni allungati, da farlo apparire come un fiume, nel quale sboccano vari affluenti. Il racconto si svolge partendo da sinistra, in secondo piano, per convergere al centro, dove, in primo piano, si svolge la scena principale.

Il Vangelo di Luca narra di come Cristo chiamò i fratelli Pietro e Andrea, che stavano pescando e disse loro "farò di voi dei pescatori di uomini". Essi si inginocchiarono in segno di accettazione. Alla fine, i due fratelli sono anche testimoni di quando Gesù arruolò i fratelli Giovanni e Giacomo, che accettarono, inginocchiati nella barca del padre Zebedeo.

Nella folla dei personaggi Domenico ritrasse esponenti della colonia fiorentina a Roma e partecipanti alla ambasceria inviata da Firenze presso il papa, per togliere l'interdizione sulla città. I nomi di questi ambasciatori ci sono noti grazie alla testimonianza di Jacopo da Volterra:

L'uomo con la barba bianca è Giovanni Argyropulos, commentatore di Aristotele.
Alla sua destra Giovanni Tornabuoni, rappresentante della banca medicea a Roma e tesoriere di Sisto IV. Accanto a lui il figlio Lorenzo.
Diotisalvi Neroni con un mantello scuro è dietro Cristo.
Certamente fu Sisto IV a volere la rappresentazione di un suo personale successo politico.

Si pensa che Domenico abbia composto l'opera ispirandosi al dipinto di Masolino nella Cappella Brancacci di medesimo soggetto, ora scomparso.

La critica non è concorde nell'individuare i ritratti dei papi di mano del Ghirlandaio o della sua bottega, probabilmente ricordano il suo stile S.Anacleto, Clemente I, S.Igino, Pio I, S.Vittore e S.Dalmata (ossia Papa Caio dalmata).

Per il S.Clemente il Ghirlandaio adoperò lo stesso bozzetto del S.Ambrogio di S.Fina.

Durante il soggiorno romano Domenico dimostrò la sua abilità disegnando monumenti, medaglie
ed altre cose, senza prendere misure, a occhio e a mano libera.

1481 muore Francesca di Miniato del Sera, madre di Michelangelo.

1481 muore Agostino di Duccio.

18.11.1481 Alessio Baldovinetti viene incaricato di restaurare i mosaici del battistero. Fa costruire un ponte da Fabrizio d'Agnolo detto Cecca ed inizia dalla scarsella.

17.1.1482 Documento che riporta la stima degli affreschi della cappella sistina fino a quel giorno terminati da Cosimo Rosselli, Botticelli, Ghirlandaio e Perugino.

20.2.1482 Luca della Robbia muore di mal di renella aggravato. Dopo tre giorni viene sepolto in S.Pier Maggiore

31.8.1482 Viene deciso di affrescare la sala dei Gigli in Palazzo Vecchio e si definisce il programma iconografico con Domenico del Ghirlandaio. La sala era stata divisa in due in occasione delle ristrutturazioni di Michelozzo, iniziate nel 1446. Il ciclo pittorico doveva essere eseguito anche dal Botticelli e dal Perugino, che non iniziarono neppure la loro parte.

12.9.1482 primo pagamento a Domenico Ghirlandaio per la decorazione della sala dell'orologio, detta dei Gigli in palazzo vecchio.

5.10.1482 Domenico Ghirlandaio   firma il contratto per affrescare la Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, dove è l'orologio di Lorenzo della Volpaia (1446 - 1512) maestro d'orologi e astrologo.

Affreschi della Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio

Nella parete S.Zanobi in trono, tra i due santi diaconi Eugenio e Crescenzio. Nella lunetta la Madonna con bambino e angeli. Nell'arcone di sinistra Bruto, Muzio Scevola e Camillo. Nell'arcone di destra Decio, Scipione e Cicerone.

Iscrizioni
Sulla trabeazione di sinistra:

BRUTUS EGO ASSERTOR PATRIAE
REGUMQ(UE) FUGATOR; URO MANUM
SPRET(AM) ... SCEVOLA FLAMMIS; HOSTE
FERO CAESO VISTRICIA SIGNA
CAMILLUS.

Sulla trabeazione di destra:

SUM NATUS EXEMPLUM DECIUS SUM
VICTIMA ROME; SCIPIO SUM VICI
HANNIBALEM POENOSQ(UE) SUBEGI;
SUM CICERO TREMUIT NOSTRAS
CATILINA SECURES.

Domenico affrescò tutta la parete di fronte all'ingresso. Le altre pareti furono decorate con gigli,
riprendendo il motivo dipinto dal Ghirlandaio.

Delle tre bifore con nicchie che si trovavano sulla parete, quella centrale fu murata e quelle laterali rimpicciolite. Il portale, oggi al centro della parete, affiancato da colonne e coronato da una cuspide, che interrompe il dipinto, fu aperto solo nella seconda metà del Cinquecento.

La parete èsuddivisa da tre archi fittizi, collegati fra loro da una falsa architettura trionfale con zoccolo, pilastri e una autentica trabeazione che gira sui quattro lati della sala. Domenico imita anche mosaici e sculture: nel fondo dell'arco centrale si vede un rilievo della Madonnaa con bambino e santi. Le figure sono dipinte "a grisaille" e imitano le sculture fiorentine dell'epoca. Lo sfondo del falso rilievo sembra di mosaico dorato.

Le arcate laterali dell'architettura fittizia lasciano scorgere il cielo, mentre quella centrale si apre in uno spazio aperto, in cui troneggia S.Zanobi fra i diaconi Eugenio e Crescenzio. La funzione protettiva di S.Zanobi è simboleggiata dai due leoni, a simiglianza del Marzocco di Donatello, emblema della città, con le bandiere del popolo e del comune. Sullo sfondo si intravede il duomo con la cupola completata e parte della facciata.

Nelle arcate, tre eroi romani per lato. A sinistra Bruto, Muzio Scevola e Camillo; a destra Decio, Scipione e Cicerone. Uomini che si sono sacrificati per il bene comune, simboleggiano le virtù repubblicane.

L'impianto della rappresentazione di S.Zanobi e dei diaconi riprende quello della tarsia del duomo. La parte pittorica, in alcune parti debole, sembra essere stata affidata a Davide, Benedetto e aiuti.
Il disegno fu riportato a spolvero e molti volti, ben delineati ed espressivi, sono sicuramente di mano di Domenico.
Sei medaglioni ritraggono Adriano, Caligola, Vespasiano, Nerone, Faustina e Antonino Pio.

1482 Piero della Francesca scrive il De Perspectiva pingendi.

1482 Cosimo Rosselli dipinge la Madonna con Bambino e Santi per la 3. cappella del transetto sinistro di S.Spirito

1482 Leonardo parte da Firenze per Milano.

4.2.1483 nasce Ridolfo del Ghirlandaio, figlio di Domenico.

24.4.1483 Domenico e David ricevono il pagamento per una pala d'altare destinata a S.Maria a Monticelli, ora allo Staatlische Museen di Berlino.

25.4.1483 Leonardo sottoscrive con Giangaleazzo Visconti il contratto per la Vergine delle Rocce

24.8.1483 Alessio Baldovinetti inizia il restauro dei mosaici della cupola del battistero.

20.5.1483 Viene dato incarico a Domenico del Ghirlandaio per una pala d'altare per la cappella in Palazzo Vecchio, mai eseguita.

1483 Domenico Ghirlandaio affresca la cappella Sassetti in S.Trinita

Affreschi della Cappella Sassetti in S. Trinita

Si dà per scontato che il Ghirlandaio non conoscesse le Storie di S.Francesco affrescate da Giotto ad Assisi, ma solo quelle di S.Croce.

L'affresco si svolge su tre pareti e l'altare è circondato da elementi architettonici fittizi.

Alle pareti laterali, sopra lo zoccolo che arriva all'altezza della mensa d'altare, ci sono le tombe di Francesco Sassetti e della moglie Nera Corsi.

Ai lati della pala d'altare la pittura finge un rivestimento in marmo, che riesce a fondere mirabilmente, con una architettura fittizia, le tombe dei committenti e la pala. Pur in contrasto con le linee gotiche della cappella, la sua architettura classica ben si fonde con l'insieme.

All'esterno dell'arco, sulla parete d'ingresso, la Sibilla Tiburtina annuncia la nascita del Redentore. Secondo la Leggenda Aurea, Augusto, in seguito a un'apparizione provocata dalla Sibilla Tiburtina, rinunciò a farsi adorare come una divinità. Le 4 Sibille nelle 4 vele della volta annunciano, con le scritte dei cartigli, la nascita di Cristo. Sui cartigli spiegati è scritto: HEC TESTE VIRGIL MAGNUS, IN ULTIMA AUTEM ETATE; INVISIBILE VERBUM PALPABITUR GERMINABIT. Siedono su nuvole, circondate da un'aureola fiammeggiante, da cui partono sottili raggi dorati sullo sfondo azzurro. Sopra l'ingresso la Sibilla Cumana profetizza l'avvento dell'età dell'oro con la nascita di un bambino (Virgilio IV egloga). Le altre sibille sono l'Eritrea e l'Agrippa. La quarta forse è la Cimmeria, ma la mancanza di cartiglio non rende certa la definizione. Solo i volti delle sibille sembrano essere di mano di Domenico, mentre le proporzioni, la torsione dei corpi e il disegno delle mani non sono convincenti, tanto da far pensare che la bottega abbia realizzato anche i cartoni. Una figlia di Francesco Sassetti si chiamava Sibilla e forse è raffigurata nella lunetta esterna sul portale.

La lunetta esterna, creata artificialmente da Domenico, modificando l'architettura preesistente, serve ad attirare lo sguardo, fin dalla navata, su questa cappella, in posizione un pò defilata. Imbiancata nel 1700, l'affresco fu riscoperto e restaurato nel 1895. L'opera è attribuita a Davide e Benedetto del Ghirlandaio con aiuti, ma la prospettiva è perfetta, studiata per chi guarda dal basso, con un perfetto equilibrio fra le figure in primo piano e il panorama di Roma, innovativo, in quanto non rappresenta solo un agglomerato di edifici importanti, come da consuetudine, ma tutta la città con la campagna circostante.

L'accesso alla cappella è messo in risalto anche dall'immagine del David, statua dipinta su un pilastro fittizio appoggiato su un vero capitello dell'arco di entrata. David si appoggia su uno scudo con lo stemma Sassetti. Realizzato a "grisaille", l'imitazione delle statue antiche, solitamente poggianti su colonne, è completata dalla doratura sui sandali, della corazza e dell'impugnatura della spada. David è sempre stato, a Firenze, simbolo delle libertà cittadine. Anche qui, come cita l'iscrizione, rappresenta il bene della patria e la gloria del cristianesimo (David è il profeta che predisse la nascita del signore):

SALUTI PATRIAE ET CHRISTIANAE GLORIAE E(X) S(ENTENTIA) S(ENATUS) P(OPULIQUE).

Parete sinistra, al di sotto della Rinuncia, il Miracolo delle Stigmate. Fu eseguito in 10 giornate.

Pur seguendo l'impostazione di Giotto in S.Croce, Domenico prende a modello il rilievo marmoreo del pulpito di S.Croce di Benedetto da Maiano. Il miracolo avvenne alla Verna, e anche il dipinto rappresenta la natura, forse come nessuno prima di lui aveva saputo fare. Al centro il monte della Verna e a destra Pisa, di cui si vede chiaramente il duomo e la torre pendente.

La realizzazione pittorica dei volti delle due figure in primo piano, delle mani sottili di S.Francesco e del panneggio non mostrano debolezze. La pennellata è rapida, sicura, esperta, quasi impressionistica. I magici riflessi della luce proveniente dall'apparizione divina sul volto del santo e sul saio, nonchè l'abile prospettiva della cerva vista di scorcio denotano la mano di Domenico e non della bottega.

Parete centrale, sotto la Conferma della Regola e sopra la pala d'altare, Il Fanciullo di Casa Spini Resuscitato. Si tratta di un miracolo postumo di S.Francesco, che resuscitò il figlio di un notaio romano, caduto da una finestra di palazzo Spini (ma non era uno Spini il fanciullo caduto). Domenico non copiò l'impostazione giottesca, ma si rifece piuttosto al Pagamento del Tributo di Masaccio della Cappella Brancacci. è infatti la prima volta che introduce due episodi nello stesso dipinto. Il Ghirlandaio sposta l'episodio davanti a S.Trinita, che conserva ancora la facciata romanica, in modo da coinvolgere nell'episodio la famiglia Sassetti, di cui ritrasse vari componenti.

L'ultimo uomo della prima fila a sinistra è l' autoritratto del Ghirlandaio.

Le cinque figure femminili a sinistra e gli altrettanti uomini dovrebbero ritrarre le figlie di Francesco Sassetti con gli sposi o fidanzati. Singolare la presenza di una serva di colore, dal naso schiacciato e le labbra tumide. Sulla destra i ritratti di Maso degli Albizi, Agnolo Acciaiuoli e Palla Strozzi. L'uomo in primo piano, quasi di spalle, è Neri di Gino Capponi. ricoda le figure di Donatello e i panneggi del Masaccio. Le due ultime figure a destra rappresentano forse Poliziano e Fonzio, che probabilmente influirono sull'impostazione.

L'opera non mostra debolezze, nè nella composizione, nè nell'esecuzione e viene considerata di mano del maestro. Le tre figure dietro la bara potrebbero essere di Sebastiano Mainardi.

Nella parete di destra, sotto la Prova del Fuoco, La Morte di S.Francesco.

Eseguito in 28 giornate, è di mano di Domenico.

La disposizione della scena, all'interno della chiesa, è ripresa da Giotto. Anche Gozzoli, Lippi, Benedetto da Maiano avevano ripreso la composizione, il cordoglio dei confratelli e i dubbi del medico Gerolamo sull'autenticità delle stigmate.

La pittura ricorda Masaccio, mentre la disposizione delle figure è ripresa dal pulpito di Benedetto da Maiano in S.Croce.

Le tre persone a destra sono padre, figlio e nipote non identificabili, forse legati alla famiglia Sassetti. A destra Poliziano e Fonzio.

Nella lunetta di sinistra La Rinuncia dei Beni.

Alcuni hanno criticato il dipinto perchè il padre di Francesco non appare terribilmente irato come nel dipinto di Giotto in S.Croce. In effetti, nel Ghirlandaio, all'ira, rappresentata dalla frusta, è subentrata la rassegnazione e l'uomo che lo tratteneva, ora lo sorregge.

Il gruppo centrale e lo sfondo sono sicuramente di mano di Domenico, mentre le figure di contorno possono essere dei fratelli e di aiuti, fra i quali Sebastiano Mainardi.

Nella lunetta della parete di fondo La Conferma della Regola da parte di Onorio III.

Un disegno del gabinetto delle stampe di Berlino dimostra che Domenico aveva inizialmente pensato la scena in modo tradizionale, riprendendo il Giotto di S.Croce, all' interno di una chiesa romana e senza ritratti. Nell'elaborazione definitiva, invece, Domenico innova trasponendo la scena da Roma a Firenze, in uno spiazzo aperto che lascia vedere piazza della Signoria. Inoltre, sposta l'azione principale in secondo piano, ma guida l'occhio dello spettatore mediante una fila di personaggi. In primo piano una scala consente l'incedere di una serie di persone. Questo tipo di composizione si ritrova nella Melsa di Bolsena di Raffaello.

I personaggi in piedi a destra sono: il Gonfaloniere della Giustizia Antonio Pucci, cognato del Sassetti, Lorenzo il Magnifico, Francesco Sassetti e il figlio Federigo. Lorenzo tende la mano verso Agnolo Poliziano, che sta salendo le scale alla testa dei figli: Giuliano, accando a lui, dietro il biondo Piero (il fatuo) e Giovanni, futuro Leone X. I due che chiudono il corteo potrebbero essere gli altri educatori dei figli di Lorenzo, Luigi Pulci e Matteo Franco. Francesco Sassetti indica gli altri suoi figli, dall'altra parte della scala, Galeazzo, Teodoro e Cosimo.

La composizione è perfetta ed è forse la migliore del Ghirlandaio.

Nella lunetta della parete destra La prova del Fuoco Davanti al Sultano

Lo schema compositivo ricalca quella tradizionale di Giotto in S.Croce: il Sultano al Centro, a destra S.Francesco con i suoi e a sinistra i consiglieri del sultano, sfidati da S.Francesco alla prova del fuoco. L'innovazione del Ghirlandaio consiste nell'uomo di spalle, che, in primo piano, riporta l'attenzione verso il centro della scena. A confronto della Rinuncia, la qualità pittorica è di livello superiore, con pennellate rapide e sicure, specialmente nei volti.

La Sacra Conversazione ha luogo su una terrazza, con un limitato sfondo architettonico, non più un muro che chiude, ma una balaustra che lascia intravedere la cima di alcuni alberi. La disposizione delle figure deriva dall'altare di S.Marco del Beato Angelico e dall'altare di Pistoia del Verrocchio.

Vasari ammirò in particolare la corazza del'arcangelo Michele, dove il Ghirlandaio ha ottenuto lo splendore metallico solo con il colore, inece che con la solita doratura: "fu il primo, che cominciasse a contraffar con i colori alcune guarnizioni ed ornamenti d'oro, che insino allora non si erano usate, e levò via in gran parte quelle fregiature che si facevan d'oro a mordente o a bolo, le quali erano più da drappelloni che da maestri buoni".

27.8.1483 Viene deliberato di assegnare ad Alessio Baldovinetti un vitalizio annuo di fiorini 30 vita natural durante, per il restauro dei mosaici del battistero. Insegna l'arte del mosaico a Domenico Ghirlandaio.

15.8.1483 vengono terminati gli affreschi della Cappella Sistina.

1483 nasce Raffaello Sanzio.

1483 Domenico del Ghirlandaio dipinge una Sacra Conversazione con i Santi Michele, Giusto, Zanobi e Raffaele per S.Giusto alle Mura. Fu spostata nel 1530 nella chiesa di Giovanni Battista alla Calza, poi, nel 1853, definitivamente agli Uffizi. La datazione è incerta, ma sicuramente posteriore al viaggio a Roma, mentre sappiamo, da un documento, che nel 1486 era già collocata nella chiesa.

1484 Domenico e Davide del Ghirlandaio affrescano la cornice del tabernacolo in S.Maria dei Pazzi (Cestello), andata perduta.

1484 Cosimo Rosselli affresca la cappella del Sacramento in S.Ambrogio con la processione contenente ritratti di contemporanei. A lato la sinopia staccata. Sulla volta i 4 Padri della Chiesa.

1484 Filippino Lippi affresca la liberazione di S.Pietro da Carcere nella cappella Brancacci del Carmine e termina la scena di S.Pietro che risuscita il figlio di Teofilo sulla parete sinistra in basso.

La zona sulla destra, con S.Pietro in cattedra è completamente di Masaccio, mentre Filippino dipinse le figure in piedi a sinistra, le ultime otto che fanno cerchio a destra, il ragazzo risuscitato e il fanciullo che gli è accanto, il S. Paolo inginocchiato, parte del panneggio di S.Pietro e qualche altro particolare.
Ritrasse sè e il Pollaiolo.

1484 Filippino Lippi dipinge una Madonna con angeli che appare a S.Bernardo, adesso nella Badia.

29.9.1484 Giovanbattista Cybo viene eletto Papa Innocenzo VIII.

10.6.1485 Lorenzo il Magnifico convince Frà Giusto di Gherardo dè Bonvicini a rinunciare al titolo di abate dell'abbazia camaldolese di S.Giusto a Volterra, in favore del figlio cardinale Giovanni, futuro papa Leone X. Fra' Giusto apparirà come committente di Domenico del Ghirlandaio.

1485 Muore la prima moglie di Domenico del Ghirlandaio

1485 Domenico   e Davide Ghirlandaio , con Sebastiano Mainardi e bottega, affrescano

l'Ultima Cena nel refettorio della foresteria di S.Marco.

Iscrizione sugli stalli: EGO DISPONO VOBIS SICUT DISPOSUIT MIHI PATER MEUS REGNUM UT EDATIS ET BIBATIS SUPER MENSAM MEAM IN REGNO MEO.

Molto simile a quello di Ognissanti, anche se appare molto più serio e grandioso. Il disegno è di Domenico, che ha riadattato per le dimensioni del nuovo ambiente, mentre l'esecuzione pittorica fu affidata soprattutto a Davide e a Sebastiano Mainardi.

I personaggi appaiono più composti, perchè, mentre in Ognissanti veniva fermato il momento dell'annuncio del tradimento, in S.Marco il fatto è già avvenuto (Giuda ha già nella mano il pezzo di pane offertogli da Cristo) e l'agitazione si è già acquietata.

Le metafore del paradiso, contenuto nella veduta del giardino e nella frutta sulla tavola, corrispondono a quelle di Ognissanti e sottolineano lo stesso concetto.

23.10.1485 Domenico del Ghirlandaio riceve l'incarico di dipingere la pala d'altare con l'Adorazione dei Magi per lo spedale degli Innocenti. Fu terminata nel 1488. In contratto stipulato con Fra Bernardo specifica che l'opera deve essere fatta "in piano", a proprie spese e di mano di Domenico, su proprio disegno, nel tempo massimo di trenta mesi. Ci deve essere, inoltre, un'accordo sulla scelta dei colori e anche la predella deve essere di mano di Domenico.

25.12.1485 Inaugurazione della

Natività di Cristo di Domenico Ghirlandaio per S.Trinita.
Pala cm. 167x167.

Sotto i ritratti dei due committenti appare l'iscrizione: (X)XV DECEMBRIS A(NNO) D(OMINI) MCCCCLXXX(V)
Sulla cornice: IPSUM QUEM GENUIT ADORAVIT MARIA
Sul sarcofago: ENSE CADENS SOLYMO POMPEI FULVI(US) AUGUR NUMEN
AIT QUAE ME INTEG(IT) URNA DABIT

Sull'arco GN POMPEO MAGNO HIRCANUS PONT(IFEX) P(OSUIT)

Si tratta del più alto capolavoro su tavola di Domenico, come gioia narrativa e ricchezza di simboli e di metafore. Rivela influssi di pitture nordiche.

La pala è affiancata da due affreschi con i ritratti dei committenti, Francesco Sassetti e Nera Corsi, in adorazione entro ambienti decorati con marmi fittizi. Si forma così un trittico con tecniche diverse. La posizione dei committenti richiama l'altare Portinari di Hugo van der Goes e la Trinità di Masaccio.

Su un prato fiorito domina in primo piano la figura di Maria in adorazione. Il suo manto si allarga al suolo in un cerchio che comprende Madre e Bambino, fino a coprire la paglia. C'è un legame fra la scena in primo piano e il paesaggio ricco di dettagli e di atmosfera dello sfondo: su un prato in alto si vedono i pastori con le greggi e l'angelo che annuncia loro la nascita del Signore, mentre sotto un antico arco di trionfo avanza il corteo dei Magi, guidati dalla cometa sopra il tetto della stalla.

Si ipotizza l'intervento di Bartolomeo di Giovanni nella pittura del corteo dei Magi.

L'impostazione fisognomica dei pastori ricorda la pala Portinari di Hugo van der Goes, come pure la postura antitetica dei committenti, che richiama anche la Trinità di Masaccio.

Per alludere alla famiglia Sassetti, Domenico ha disposto sul prato fiorito, come una natura morta, tre tipi di sassi: una roccia naturale, una pietra lavorata e un mattone creato dall'uomo, sul quale c'è un cardellino, simbolo della Passione e Resurrezione di Cristo, a cui si affida per la proprioa salvezza Francesco Sassetti.

Gli elementi architettonici antichi simbolizzano la nascita di Cristo come adempimento dell'attesa del Messia preannunciata dai Sacri Testi.

Nell'iscrizione del sarcofago, forse ideato da Bartolomeo Fonzio è riportata la profezia dell'augure Fulvio, ucciso con la spada da Pompeo durante la presa di Gerusalemme: essa annuncia che dal sarcofago che custodisce le sue spoglie sorgerà un dio; si tratta di un riferimento a Cristo vittorioso sul paganesimo. Con la nascita di Cristo all'ombra dei monumenti antichi si realizza l'evento annunciato ad Augusto dalla Sibilla Tiburtina, secondo la IV egloga di Virgilio.

è una innovazione di Domenico anche l'ideazione del tetto di paglia sorretto da colonne, testimoni di una grandezza passata e simboli, come riportato dall'iscrizione sul sarcofago, di tre regni: degli Ebrei, dei Romani e dei Cristiani.

In lontananza, a destra, si scorge una città: l'edificio di destra allude alla cupola della rocca di Gerusalemme. La rocca è stata conquistata, come indica l'albero secco che la nasconde proprio con un ramo spezzato.

A sinistra in primo piano si scorgono monumenti romani, quali il mausoleo di Adriano e la Torre delle milizie, che si credeva un palazzo in rovina dove era custodita la tomba di Augusto.

Secondo la patristica, il bue rappresenta i Giudei e l'asino i pagani. I pastori e i Magi rappresentano i primi omaggi dei Giudei e dei pagani. Il corteo dei Magi passa sotto un arco di trionfo antico, lasciando dietro di sè l'età pagana. L'iscrizione sull'arco indica che fu innalzato in onore di Pompeo, il conquistatore di Gerusalemme. Giuseppe, insolitamente attivo, fa il gesto detto "Aposcopein", di chi scruta.

1.9.1485 Giovanni Tornabuoni fa un contratto con Domenico del Ghirlandaio  per affrescare la cappella maggiore di S.Maria Novella. La cappella era già affrescata dall'Orcagna, ma le infiltrazioni d'acqua avevano distrutto i dipinti. I Ricci, proprietari della cappella, non disponevano dei soldi necessari per i restauri e Giovanni Tornabuoni si offrì di provvedere, in cambio della apposizione del suo stemma. Quando l'opera fu terminata, i Ricci si accorsero che il loro stemma era piccolissimo, sopra il SS.Sacramento della tavola dell'altare. Reclamarono, ma fu loro risposto che non potevano lamentarsi per essere stati collocati nel punto più nobile. Questa tradizione contrasta con l'altra, che assegna ai Sassetti il patronato della cappella, alla quale rinunciarono per il divieto dei domenicani di effigiare S.Francesco.

Il contratto è molto minuzioso: stabilisce che i lavori dovranno iniziare entro il maggio 1486 e terminare entro 5 anni. Vengono descritte in dettaglio le sette scene a sinistra tratte dalla vita della Madonna e le sette a destra con storie di Giovanni Battista. Nella parete di fondo il rosone andava murato sopra la trifora, per lasciare spazio alla rappresentazione dell' Incoronazione della Vergine. Anche l'incorniciatura in falso marmo è descritta minuziosamente, con insolita indicazione dei colori. Nel contratto si esige anche la "varietas" delle singole scene. Giovanni Tornabuoni voleva i disegni preliminari, con il diritto di apportare ogni genere di varianti.

L'impostazione prevista dal contratto era tipicamente trecentesca, forse riprendeva l'affersco dell'Orcagna. In fase di realizzazione, il programma iniziale venne modificato, privilegiando, per la vita della Madonna, gli anni giovanili, mentre la disopsizione della parete di fondo appare completamente diversa dal programma. Al ciclo di S.Giovanni venne aggiunta l'Imposizione del nome al Battista.

Domenico, insieme al Mainardi, fornì anche i cartoni per le vetrate, realizzate nel 1490 da Alessandro di Giovanni di Andrea Agolanti. La vetrata al centro mostra altre tre scene della vita di Maria, che completano il ciclo: Assunzione della Vergine, Incoronazione. Dall'alto in basso: Consegna della sacra cintola a S.Tommaso, Presentaizone di Gesù al Tempio, Purificazione di Maria, per ottenere la quale S.Giuseppe porta due colombe in un cesto. In basso il Miracolo della Neve, che è all'origine della costruzione di S.Maria Maggiore a Roma. Le finestre laterali rappresentano ciascuna tre santi sovrapposti in una cupola con lanterna, per cui l'insieme sembra una torre. Nelle nicchie in alto gli apostoli Pietro e Paolo. In quelle mediane Giovanni Battista e S.Lorenzo, patroni di Giovanni Tornabuoni e del figlio Lorenzo. in basso i due santi domenicani Domenico e Tommaso d'Aquino.

1485 Frà Bartolomeo entra nella bottega di Cosimo Rosselli, per intercessione di Benedetto da Maiano.

1485 Filippino Lippi dipinge la Madonna con Bambino e i Santi Girolamo e Domenico per S.Pancrazio, oggi nella National Gallery di Londra e la Storia di Lucrezia per Pietro del Pugliese, ora nella Galleria Palatina.Dipinge anche il S.Girolamo per la Badia, oggi agli Uffizi.

1486 Domenico Ghirlandaio  dipinge una Sacra Conversazione per S.Marco, oggi agli Uffizi.

Sacra Conversazione (Uffizi)
Madonna in trono con i Santi Dionigi Aeropagita, Domenico, Clemente e Tommaso d'Aquino.
Tavola cm. 168x197

Non si sa quale fosse la collocazione esatta; probabilmente era posto su uno degli altari
del coro dei monaci, abbattuto nel 1678, con trasferimento dei dipinti nel'Accademia.
La tavola pervenne agli Uffizi nel 1919.

Si tratta di una nuova Sacra Conversazione, la migliore di mano di Domenico, che si rifà
alla composizione del Beato Angelico per l'altare di S.Marco, con S. Domenico e S.Clemente in primo
piano, nei quali l'osservatore può identificarsi.

1486 nasce a Venezia Sebastiano Luciani, che sarà detto del Piombo perchè quando gli verrà affidato l'ufficio incaricato di apporre il sigillo alle bolle papali.

1486 Piero della Francesca diventa cieco.

1486 muore Mino da Fiesole. è sepolto in S.Ambrogio.

1486 Nasce a Firenze Jacopo Tatti, soprannominato il Sansovino come il suo maestro, Andrea Contucci. Lavorò anche per Michelangelo.

22.2.1486 Filippino Lippi dipinge la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Vittore, Bernardo e Zanobi per la sala degli Otto di Pratica in palazzo Vecchio. Ora agli Uffizi

1486 Benedetto del Ghirlandaio va in Francia fino al 1493

1486 Domenico Ghirlandaio affresca nella Sacrestia di S.Martino a Lucca, Madonna in trono con Bambino, con i santi Pietro, Paolo, Clemente e Sebastiano. La lunetta con la Pietà e la predella non sono del Ghirlandaio.

5.1486 Domenico Ghirlandaio  inizia ad affrescare l'abside di S.Maria Novella per conto di Giovanni Tornabuoni

Affreschi della Cappella Tornabuoni in S. Maria Novella

Come da tradizione, si iniziò dalla volta, con i 4 Evangelisti classicamente con i loro simboli, su nuvole, dalle quali partono raggi sul fondo azzurro. Anche se il bozzetto fu di Domenico, l'esecuzione, più debole rispetto a S.Fina, è attribuibile al Mainardi.

La presenza degli evangelisti nelle volte stava a significare che le storie sottostanti sono in armonia con i Vangeli. Matteo, autore del primo Vangelo canonico e considerato autore anche del Vangelo apocrifo sull'infanzia di Cristo, sovrasta le scene di Maria. Luca, che descrisse dettagliatamente la vita di S.Giovanni Battista, ne sovrasta le storie. Giovanni sta nella parete di fondo, non solo per il suo Vangelo, ma specialmente per il racconto dela transito della Vergine, che gli viene atribuito. Solo Marco è sopra l'ingresso della cappella, senza specifici riferimenti. L'uomo-angelo, attributo di Matteo è simbolo dell'incarnazione e corrisponde al ciclo di dipinti relativi alla nascita di Cristo. Il toro, simbolo di Luca e del sacrificio, è ricolto verso il Martirio di S.Giovanni Battista. Il leone di S.Marco è simbolo di resurrezione, mentre l'aquila di S.Giovanni indica l'ascesa al cielo.

Parete sinistra:
Giovacchino cacciato dal tempio dal giudei.

La rappresentazione, ricca e piena di energia, si svolge davanti alla chiesa di S.Maria Nuova, presso l'ospedale di S.Paolo, arricchito di elementi architettonici, studiati da Domenico durante il soggiorno romano.

Le figure a sinistra rappresentano Lorenzo di Giovanni Tornabuoni, Cosimo Bartolini Salimbeni, Alessandro di Francesco Lutozzi e Alesandro Nasi.

Dalla parte verso la finestra 4 ritratti al naturale: Alessio Baldovinetti, maestro del Ghirlandaio, vecchio, canuto e col cappuccio rosso, Domenico stesso, con una mano sul fianco e un mantello rosso sopra una veste azzurra; Bastiano Mainardi, suo cognato e discepolo, con la zazzera nera e le labbra grosse; il fratello David Ghirlandaio che volta le spalle e ha un berrettino in testa.

Natività della Madonna

L'affresco è firmato in oro entro l'architettura fittizia della parete di fondo BIGHORDI e GRILLANDAI. L'iscrizione sul fregio recita: NATIVITAS TVA DEI GENETRIX VIRGO GAVDIVM ANNVNTIAVIT VNIVERSO MVNDO.

L'architettura consente di contenere nella stessa scena due momenti diversi: la nascita della Madonna e l'incontro di Giovacchino con Anna (in alto a sinistra) che, secondo il Protovangelo di Giacomo avvenne sulla porta di casa.

La balia, seduta ai piedi del letto, culla la bambina, che ha un dito in bocca. Dell'ancella che versa l'acqua, molto ammirata dal Vasari, esiste uno studio preparatorio agli Uffizi.

La fanciulla in testa al corteo delle visitatrici è Lodovica Tornabuoni, figlia di Giovanni, futura sposa di Francesco Lutozzi.

Da osservare la luce che entra da una finestra mettendo in risalto, con riflessi luminosi sempre più marcati, il fregio di putti danzanti, imitazione delle maioliche dei Della Robbia.

Le chiavi del cassone gettano l'ombra, mettendo in risalto la trifora in fondo alla cappella.

Presentazione di Maria al Tempio

La Madonna sale al tempio con un ben riuscita prospettiva, che spinge l'occhio verso il punto di fuga.

Fra i molti personaggi, non si notano volti di personaggi conosciuti.

Da notare il nudo sui gradini, uno dei primi che fossero mai dipinti.

Non fu realizato mediante trasposizione del cartone sulla parete, ma direttamente copiato dal disegno, come pure i fanciulli in primo piano, che risultano stranamente sproporzionati.

La mano di Davide si riconosce nelle figure femminili davanti e sotto il portico.

Sposalizio della Vergine

Si svolge all'interno del tempio., con molte persone che rompono le verghe per la rabbia che le loro verghe non fiorirono come quella di Giuseppe e, quindi, furono respinti da Maria. Un fanciullo porta un ramoscello. Un pretendente respinto strappa le foglie spuntate miracolosamente sul ramoscello di Giuseppe.

I quattro pretendenti respinti sulla destra sono di mano di un aiuto, mentre di Sebastiano Mainardi sono le tre donne all'estrema sinistra e le figure del fondo.

L' Annunciazione

Benchè lo spazio disponibile fosse scarso, Domenico, dando l'impressione di una veduta obliqua verso l'interno, riesce a dare l'impressione che l'osservatore veda solo una piccola parte del vasto ambiente in cui si svolge la scena. Il soffitto a cassettoni e la disposizione prospettica dello spazio dipinto sono concepiti in senso opposto, in modo che il punto di fuga si trova su un asse opposto al punto ideale di chi guarda, cioè il centro della cappella. Si tratta di un affresco di Mainardi su disegno di Domenico.

L' adorazione dei Magi.

è la parte più rovinata dall'umidità. Il re più giovane e quello con la barba bianca sono di mano del Mainardi. Lo sfondo fu affidato agli aiuti.

Iscrizione sul fregio dell'arco trionfale: CAES(AR) AVGSTO XXXVII A(NNO) P(RINCIPATUS)

La strage degli innocenti.

Vasari lo giudicava il migliore del ciclo, mentre la furia compositiva non piace ai critici moderni. Si tratta della descrizione di singoli episodi sanguinari e drammatici, coinvolti in un unico movimento.

Da notare il soldato che rapisce il bambino e viene trattenuto per i capelli dalla madre, dove Ghirlandaio rappresentò la morte del fanciullo, la rabbia del soldato e l'odio e la disperazione della madre.

L'arco di trionfo ricorda quello di Costantino. Realizzato da Davide, su disegno di Domenico, che dipinse forse solo i rilievi sull'arco e le figure sulla terrazza.
Transito e assunzione della Vergine nella lunetta.

Reca ancora le tracce della trasposizione del cartone sulla parete. In primo piano gli apostoli piangenti sul corpo della Madonna. A sinistra i Giudei che, secondo la tradizione, cercarono di danneggiare il corpo della morta e furono resi ciechi. L'esecuzione è di David, mentre di Domenico è l'Assunzione. Secondo alcuni critici, gli apostoli potrebbero essere di Francesco Granacci, già influenzato da Michelangelo, che potrebbe essere l'autore della terza e della quarta figura da sinistra, insieme all'angelo che li accompagna e all'angelo ai piedi del sarcofago di Maria. La tesi non è sostenibile, poichè nel 1488 l'affresco era già terminato.

Incoronazione della Vergine
nella lunetta della parete di fondo
La composizione si svolge su tre piani orizzontali.

In basso 14 santi e sante inginocchiati, nel mezzo patriarchi e profeti in trono. In alto Cristo incorona la Madonna fra cherubini e angeli che suonano la tuba.

La composizione di questo affresco, che non ha precedenti, influenzerà notevolmente gli artisti del secolo successivo.

3.6.1486 Domenico Ghirlandaio concorda per la valutazione della pala d'altare con l' Incoronazione della Vergine, destinata a S. Girolamo ai frati francescani di narni, oggi al Palazzo Comunale di Narni.

Incoronazione della Vergine, Narni
Tavola cm. 330x230

Iscrizione sul baldacchino: VENI ELECTA MEA ET PO(NAM TE IN THRONUM MEUM) Cantico 4,8.

La composizione, il fondo oro e le figure serrate denotano che fu preso a modello il quadro di Frà Angelico in S.Egidio, forse su precisa indicazione dei committenti.

S.Girolamo volge la testa verso l'osservatore, in quanto, essendo lui l'autore della Leggenda Aurea, fa da tramite. Vi sono anche S.Francesco e molti vescovi e santi francescani. Al centro S.Chiara con la madre Hortulana e S.Bernardino. Poi S.Giovanni Battista con la mano sul petto. A destra S.Stefano, S.Lorenzo, S.Antonio da Padova e S.Girolamo. Le due figure con l'abito domenicano potrebbero essere S.Tommaso d'Aquino e Caterina da Siena.

Il disegno e parte della pittura sono di mano di Domenico, il resto è della bottega.

6.6.1486 Antonio da Sangallo riceve l'incarico di realizzare la cornice per l'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio per S.Maria degli Innocenti. In realtà, il libro dei pagamenti dimostra che l'opera fu realizzata dal fratello Giuliano da Sangallo.

15.6.1486 Lorenzo di Giovanni Tornabuoni sposa Giovanna degli Albizi, che morirà due anni dopo.

17.7.1486 nasce a Firenze Andrea del Sarto

14.12.1486 Domenico Ghirlandaio viene chiamato a stimare i mosaici di Alessio Baldovinetti.

5.1.1487 Domenico Ghirlandaio stima un reliquiario di Andrea di Lionardo, destinato a S.Trinita.

8.3.1487 Domenico Ghirlandaio stima una croce d'argento di Amerigo di Giovanni, destinata a S.Trinita.

1487 Domenico Ghirlandaio   affresca la cappella principale del coro di Badia a Settimo. Restano solo frammenti sulla parete d'ingresso del coro: la Madonna e un angelo, a mezza figura, sono inseriti in un medaglione ai lati dell'arco.

21.4.1487 Filippino Lippi si impegna ad affrescare la cappella di Filippo Strozzi in S.Maria Novella.

1487 Domenico del Ghirlandaio restaura il mosaico della facciata interna del Duomo.

4.6.1487 Domenico del Ghirlandaio riceve l'incarico per la decorazione della cappella maggiore e per un affresco nel chiostro dei Melaranci nella Badia a Settimo.

1487 Domenico Ghirlandaio dipinge il Tondo con l' Adorazione dei Magi per Giovanni Tornabuoni, ora agli Uffizi.

Adorazione dei Magi, Uffizi
Tavola, diam. cm. 172.
Sulla pietra in primo piano la data MCCCLXXXVII.
Fu commissionato da Giovanni Tornabuoni per la sua casa.

La struttura compositiva e le rovine dell'edificio antico a più navate assomigliano molto al tondo di Botticelli, oggi alla National Gallery di Londra, ma Domenico mette i personaggi più in primo piano, e la disposizione dei Magi mette più in risalto las cena per presepio.

I volti dei tre re corrispondono alle tre età dell'uomo.

In alto a sinistra la scena dell'angelo che dà l'annuncio ai pastori.
In alto a destra la strage degli innocenti.
I ritratti dei personaggi a destra non sono identificabili, ma si può supporre che appartengano ai Tornabuoni.
Per seguire la forma circolare, le figure laterali sono scaglionate verso l'alto e, partendo dai Magi, tutti i ersonaggi formano un circolo.
Di mano di Domenico è il disegno generale e l'esecuzione del gruppo centrale,
mentre tutto il resto sembra essere stato affidato alla bottega.

1487 nasce Baccio Bandinelli.

1487 Andrea della Robbia esegue i tondi con i trovatelli in fasce per l'Ospedale degli Innocenti.

1488 Domenico del Ghirlandaio  sposa in seconde nozze Antonia di ser Paolo di Simone Paoli.

1488 Domenico del Ghirlandaio viene pagato per la pala d'altare, perduta, con la Madonna in trono e due Santi per la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Lecceto.

1.4.1488 Michelangelo inizia a lavorare per Domenico Ghirlandaio per 24 fiorini in 3 anni.

30.6.1488 Fra Bernardo stende un nuovo contratto con Bartolomeo di Giovanni per la predella dell' Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio agli Innocenti. Il contratto indica le sette scene che dovranno essere dipinta sulla predella e specifica che il pagamento avverrà tramite Domenico del Ghirlandaio, che aveva affidato l'incarico al suo collaboratore.

1488 Domenico Ghirlandaio termina l' Adorazione dei Magi per la Chiesa egli Innocenti, ora nel museo degli Innocenti. La predella è di Bartolomeo di Giovanni.

Adorazione dei magi, Innocenti

Tempera su tavola cm. 285x243
Sulla trabeazione in alto a sinistra la data MCCCLXXXVIII.
A sinistra, vicino al pilastro della stalla, Domenico dipinse l' autoritratto.

Nel 1783 fu tolta la cornice originale, per inserire il dipinto in un'incorniciatura a stucco. La predella fu rimossa e posta in sagrestia. Nel 1917 la pala e la predella furono ricomposte entro una cornice moderna.

L'opera è di mano di Domenico, che ha lasciato alla bottega (Davide, Bartolomeo di Giovanni e Sebastiano Mainardi) solo la pittura dello sfondo con la strage degli innocenti a sinistra, il corteo a cavallo e i due pastori in secondo piano.

Essendo destinato agli Innocenti, la rappresentazione è innovativa rispetto alle precedenti, sia per la presenza del Battista, di S.Giovanni Evangelista e di due bambini innocenti. Da notare anche la strage degli innocenti, di mano di Bartolomeo di Giovanni.

Fra i colori predominano il rosso, l'ocra e l'azzurro. Le figure e la scenografia sono fra loro in rapporto armonico. La disposizione in cerchio dei protagonisti conferisce alla scena un forte senzio dello spazio, che continua nella prospettiva della stalla. Per aumentare la profondità, Domenico introduce, per la prima volta, i due pastori(?) dietro la stalla, che guardano l'osservatore e sviluppa all'infinito il paesaggio annotando con precisione l'incupirsi dell'aria lontano. Viene creata così un'atmosfera particolare che ne fanno uno degli apici di pittura del paesaggio del '400.

Il volto della Madonna è stato particolarmente apprezzato da tutti i critici, da Vasari in poi.
Nel corteo a destra, benchè non identificabili, si trovano i ritratti dei "Buonomini dell'Ospedale".
L'uomo in nero, accanto al Ghirlandaio, è il committente Giovanni di Francesco Tesori.

1488 muore a 11 anni Luisa, figlia di Lorenzo de' Medici

1488 Tiziano Vecellio nasce a Pieve di Cadore

1488 Alessio Baldovinetti si iscrive fra i pittori.

1488 Luca Signorelli dipinge una Madonna con due Profeti, oggi agli Uffizi.

1488 Filippino Lippi dipinge per S.Spirito una Madonna con Bambino e i Santi Girolamo, Martino e Caterina. Inginocchiato il committente Tanai dè Nerli

30.8.1488 Andrea di Giovanni di Giorgio viene incaricato di dorare la cornice dell'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio per S.Maria degli Innocenti.

1489 Domenico Ghirlandaio (40) affresca la lunetta del portale di S.Maria degli Ughi. Perduto.

1489 il Perugino dipinge l'Apparizione della Vergine a S.Bernardo, ora nella Alte Pinakothek di Monaco.

1489 nasce Antonio Allegri, detto il Correggio

6.7.1489 Govanni de' Medici reintegra Fra' Giusto come "pocuratore" dell'abbazia camaldolese di S.Giusto a Volterra.

10.7.1489 I membri dell'Opera del Duomo stabiliscono che la lunetta della porta della Mandorla deve essere ornata con un mosaico o con una scultura.

23.7.1489 L'Opera del Duomo decidono che il mosaico sulla porta della Mandorla dovrà rappresentare l' Annunciazione.

1489 Domenico Ghirlandaio affresca una cappella nella villa Tornabuoni al Chiasso Maceregli, ora Villa Lemmi. L'affresco è andato perduto.

19.12.1489 Domenico del Ghirlandaio riceve il primo pagamento per il mosaico della lunetta della porta della mandorla del Duomo di Firenze.

1490 Davide Ghirlandaio affitta da Tendice Villani una bottega in piazza S. Michele Berteldi per 10 fiorini l'anno.

1490 Piero di Cosimo dipinge la Visitazione con S. Niccolò e S. Antonio per la cappella di Gino Capponi in S.Spirito. In questo quadro ripoduce perfettamente un libro di cartapecora e per primo riesce ad imitare i riflessi metallici che si vedono nel S.Niccolò Oggi nella National Gallery di Washington. Dipinge anche una Madonna, illuminata da una colomba, con un panorama strano ed alberi bizzarri e grotte, oggi agli Uffizi.

1490 Lorenzo il Magnifico affilia Michelangelo Buonarroti. Lo porta nel palazzo di via Larga e lo fa vivere con i suoi figli

1490 Michelangelo comincia a frequentare il giardino di S. Marco, con la scuola di scultura di Bertoldo

1490 Per il convento dei Gesuati fuori Porta à Pinti il Perugino dipinge Cristo nell'orto e una Pietà con 4 figure attorno, oggi agli Uffizi.

1490 I Medici finanziano ampi restauri dell'abbazia camaldolese di S.Giusto a Volterra ed ordinano una pala a Domenico del Ghirlandaio. Durante gli scavi, sotto l'altare maggiore della chiese vengono rinvenute alcune reliquie di martiri protocristiani. Secondo la leggenda, si trattava di Atinea e di Greciniana, decapitate nel 303 sotto Diocleziano.

8.8.1490 Lorenzo di Giovanni Tornabuoni ordina la costruzione della cappella di S.Maria Maddalena nella chiesa di S.Maria Maddalena dè Pazzi (Cestello)

20.8.1490 Domenico del Ghirlandaio riceve l'incarico per una pala d'altare con la Madonna in trono e 4 santi, destinata al Convento del Palco a Prato.

1490 o dopo, Domenico del Ghirlandaio dipinge il ritratto di un vecchio con nipote.

Ritratto di " vecchio con nipote"  (In apertura di questa cronologia)
Tavola cm. 62x46
Parigi, Louvre.

Nel gabinetto Reale dei disegni di Stoccolma esite il disegno preparatorio, ma gli occhi del vecchio, riconoscibile dal naso deforme, sono chiusi e i tratti del volto sono rigidi. Può darsi che il ritratto sia stato commissionato dai discendenti, dopo la morte. L'opera proviene dalla raccolta del Vasari, che l'aveva fatta incorniciare.

Non si hanno esempi precedenti di ritratti di due persone, nello stesso quadro, di età tanto differenti. Lo sguardo del nonno è pieno di dolcezza e di amore verso il nipotino, che appoggia con naturalezza la mano delicata sul petto del nonno. Domenico ha saputo rendere perfettamente l'intima intesa fra i due.

1490 Domenico Ghirlandaio dipinge il ritratto di Giovanna Tornabuoni.

Ritratto di Giovanna Tornabuoni
Tavola cm. 77x49
Madrid, collez. Thyssen-Bornemisza

Iscrizione sul cartello: ARS UTINAM MORES ANIMUS QUE EFFINGERE POSSES
PULCHRIOR IN TERRIS NULLA TABELLA FORET MCCCLXXXVIII.
Loda sia il modello che il ritrattista.

Giovanna degli Albizi nel 1486 sposò Francesco di Giovanni Tornabuoni e morì nel 1488.

Il ritratto, di profilo, fredda e inespressiva, potrebbe essere stato eseguito dopo la morte,
cui la data potrebbe far riferimento.

Domenico aveva già disegnato il profilo di Giovanna e lo stesso disegno servì sia per il ritratto che per l'affresco in S.Maria Novella, nella scena della visitazione, eseguita fra il 1489 e il 1490.

1490 Domenico Ghirlandaio inizia ad affrescare le Storie di S.Giovanni Battista nella cappella Tornabuoni-Tornaquinci in S. Maria Novella.

22.12.1490 Vengono scoperti gli affreschi della cappella maggiore di S.Maria Novella del Ghirlandaio.

Affreschi di S. Maria Novella

L'opera è divisa in 6 quadri per parte, oltre alle lunette.

La spesa (1000 fiorni) fu sostenuta da Giovanni Tornabuoni, che è dipinto al naturale accanto al finestrone a destra, mentre a sinistra vi è la moglie, Francesca di Luca Pitti. Domenico Ghirlandaio restituì al Tornabuoni 200 ducati, che erano risultati in eccesso rispetto all'effettivo costo.

Nei pilastri laterali due grandi armi in pietra, uno dei Tornaquinci e l'altro dei Tornabuoni.

La tavola per l'altare maggiore è stata smembrata: la parte centrale con Madonna e Santi più due laterali con i Santi Caterina e Lorenzo sono nella Pinacoteca di Monaco. La tavola con la Resurrezione, che stava sul retro, è negli Staatliche Museen di Berlino, dove erano anche i due laterali, distrutti durante l'ultima guerra. un laterale con S.Stefano è nella Galleria Nazionale di Budapest.

Annuncio dell' angelo a Zaccaria.

Il Ghirlandaio non è debitore verso nessun predecessore per l'impostazione della pittura, che risulta originale.

Iscrizione sull'arco: AN(NO) MCCCCLXXXX QUO PVLCHERRIMA CIVITAS OPIBUS VICTORIIS ARTIBVS AEDIFICIISQVE NOBILIS COPIA SALVBRITATE PACE PERFRVEBATVR (Anno 1490, in cui la città bellissima, per ricchezze, vittorie, attività ed edifici godeva di salubrità e pace). Se ne deduce che probabilmente questo fu l'ultima parte affrescata. L'accenno all'opulenza della Firenze del tempo giustifica la magnificenza delle architetture.

Il Vangelo narra che quando Zaccaria portò l'offerta al tempio, era presente il popolo. Domenico trasporta l'azione a Firenze e la anima con ritratti di contemporanei: il primo, dietro l'angelo, in veste di donatore, è Giovanni Tornabuoni, seguito da Pietro Popoleschi, Girolamo Giachinotti e Leonardo di Francesco Tornabuoni. Davanti a loro Giuliano Tornabuoni, Giovanni di Francesco Tornaquinci e Gianfrancesco Tornabuoni. Dietro di loro Girolamo Tornabuoni detto Scarabotto e Simone di Piero Tornabuoni.

Le cinque persone a sinistra in alto sono Giovanbattista Tornabuoni, Luigi Tornabuoni, Vieri Tornaquinci, Benedetto Dei, prete di S.Lorenzo e il buffone.

Sempre a sinistra, più in basso: Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Agnolo Poliziano e Gentile dè Becchi.

I tre giovanetti sono Federico Sassetti, Andrea de' Medici e Gianfrancesco Ridolfi.

A destra Gianfrancesco Tornabuoni, col manto scuro che guarda l'osservatore, seguito da Girolamo Tornabuoni, semicoperto dal giovane col manto rosso.

Benchè quasi tutte le figure siano di mano di Domenico, è sbagliato il manto di Giovanni Tornabuoni, che copre l'angelo, che i piedi indicano stare davanti.

Visitazione

L' incontro fra Maria ed Elisabetta avviene su un'altura, fuori città, che sembra essere la collina di S.Miniato, alle porte di Firenze. La persona che sale dalla porta dovrebbe essere l'autoritratto di Domenico. Le tre donne sono Maria Maddalena, Maria Cleofe e Maria Salomè, che però i Vangeli riportano presenti solo alla Crocifissione e alla Resurrezione.

A destra Giovanna degli Albizi, moglie di Lorenzo di Giovanni Tornabuoni. Dietro, forse, Giovanna Tornabuoni, una giovane che le somiglia, ma non identificabile e Dianora Tornabuoni Soderini, sorella di Lucrezia, madre di Lorenzo il Magnifico. Da notare il caratteristico naso a linea dorsale incavata e gli occhi sporgenti dei Tornabuoni, che verranno ereditati da Lorenzo.

La composizione è un capolavoro prospettico, curato fin nei minimi particolari. I numerosi disegni conservati agli Uffizi dimostrano che l'affresco è di mano di Domenico.

Nascita del Battista

Come nella Natività della Vergine la scena statica era ravvivata dalla giovane che versa l'acqua, in questo affresco tale compito è affidato alla portatrice della cesta. Sembra copiata senza varianti dall' identico personaggio nel rilievo per Pollaiolo nella Nascita del Battista per l'altare d'argento del Battistero.

La donna anziana è il ritratto di Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, che presenta le stesse caratteristiche fisiognomiche della sorella, che tramanderaà al figlio.

Imposizione del nome al Battista

Giotto in S.Croce e Filippo Lippi nel Duomo di Prato avevavo unito in una stessa scena la nascita e l'imposizione del nome, secondo l'impostazione trecentesca, mentre Andrea Pisano, nella porta del Battistero già separato le due rappresentazioni. La scena, che non era prevista nel contratto, sembra sia stata aggiunta dopo la nascita (11.10.1487) di Giovanni di Lorenzo, nipote di Giovanni Tornabuoni.

I disegni preparatori dimostrano che la composizione è opera di Domenico, che dipinse anche il gruppo centrale, che sembra sia stato preso a modello da Raffaello per il gruppo dei geometri nella Stanza della Segnatura, mentre tutto il resto sembra sia stato affidato al Mainardi.

Le due donne a destra evidenziano la volontà di raffigurare il medesimo gesto, visto da due angolature diverse, come fece Filippo Lippi nel Banchetto di Erode nel Duomo di Prato. Domenico copiò il gruppo dell'affresco di Lippi su un foglio (Hessisches Landesmuseum di Darmstadt), poi ne ha tratto lo studio per l' affresco in S. Maria Novella (Uffizi).

S. Giovanni nel deserto

Ritenuto opera di Sebastiano Mainardi.

Anche in questo dipinto l'artificio delle prospettive contrapposte costringe l'occhio a muoversi, creando l' effetto di uno spazio maggiore di quello reale. Si pensa che il disegno sia di mano di Domenico.

Predicazione del Battista

Così come aveva fatto Filippo Lippi nel Duomo di Prato, ma in modo migliore, Domenico collega, in una composizione armonica, i tre aspetti della predica: il richiamo al pentimento e alla penitenza, la disputa con gli studiosi e l'accenno a Cristo.

Anche se il disegno è di mano di Domenico, la sua trasposizione e realizzazione fu eseguita dalla bottega, come rivelano numerose manchevolezze e la povertà di tono del panorama sullo sfondo.

Il bambino nudo, appoggiato alla roccia su cui sta S. Giovanni, è copiato dalla statua ellenistica del Ragazzo con l'Oca degli Uffizi.

Battesimo di Cristo

Domenico aveva già dipinto questa scena a Brozzi. In S. Maria Novella appare più composto e meno tributario del Verrocchio di S.Salvi.

Si pensa abbia ripreso i nudi da statue antiche, ma alcune debolezze nella realizzazione fanno pensare che il disegno sia stato trasporto e realizzato dal Mainardi.

Banchetto di Erode

Se l'impostazione richiama l'analogo dipinto di Filippo Lippi nel duomo di Prato, l'abbozze della grandiosa scena è opera originale di Domenico. Per le architetture sembra si sia ispirato alle rovine della Basilica di Massenzio, disegnate durante il suo soggiorno romano, ma grande influenza devono avere esercitato anche i bassorilievi dei pulpiti di Donatello in S.Lorenzo.

Mentre gli abiti dei personaggi sono classicheggianti, quelli dei servi e degli sgherri sono contemporanei. Il servitore di sinistra, alla tavola di destra, sembra il ritratto di Francesco Granacci.

S. Domenico brucia gli scritti eretici

Scena poco rappresentata prima del Ghirlandaio (Fra Angelico nella predella dell' Incoronazione della Vergine al Louvre), sembra di mano della bottega, benchè l'impianto prospettico sia di Domenico.

Morte di S.Pietro Martire

S.Pietro non ha niente a che vedere con i domenicani, ma Giovanni Tornabuoni, il 1.9.1486, era stato eletto fra i capitani della Confraternita di S.Pietro martire. Disegnato da Domenico ed eseguito dalla bottega.

Ritratti dei committenti

Giovanni Tornabuoni e la moglie Francesca di Luca Pitti, rappresentata pallida e rigida, perchè già morta di parto a Roma e sepolta in S.Maria sopra Minerva.

8.1.1491 Sesto e ultimo pagamento per il mosaico dell' Annunciazione di Domenico Ghirlandaio nella lunetta della porta della mandorla del Duomo. I vari pagamenti furono fatti a Davide, ma sempre con l'indicazione che il "magister musayici" era Domenico. Il bozzetto, di mano di Domenico, è conservato agli Uffizi. Ricalca la rappresentazione del medesimo soggetto ideata da Leonardo, sia nel dipinto degli Uffizi che nella predella dell'altare del Verrocchio a Pistoia, certamente eseguito da lui. Per quanto riguarda l'esecuzione, si pensa che sia opera della bottega, forse del solo Davide.

1.3.1491 Viene terminata la costruzione della cappella di S.Maria Maddalena in Cestello, ordinata da Lorenzo di Giovanni Tornabuoni, dopo la morte della moglie, Giovanna degli Albizi. Nella cappella si è conservata una vetrata di Sandro Bidello dello Studio, su cartone del Ghirlandaio con la figura di S.Lorenzo, patrono del proprietario.

16.3.1491 Domenico del Ghirlandaio  riceve il pagamento per l'acquisto di materiali destinati agli sportelli dell'organo del Duomo di Pisa.

28.6.1491 Viene consacrato l'altare della cappella di S.Maria Maddalena in Cestello, dei Tornabuoni. Domenico aveva affrescato anche due angeli che tenevano un baldacchino, o aprivano una tenda intorno al tabernacolo, dedicato da Antonio Dei. L'affresco è andato perduto.

21.7.1491 Viene sistemata sull'altare della cappella di S.Maria Maddalena in Cestello la tavola di Domenico Ghirlandaio con la

Visitazione, Louvre
Tavola cm. 172x165
Parigi, Louvre

Iscrizione sul basamento dell'arco trionfale MCCCLXXXXI.

Dopo essere stata spostata nella seconda cappella della navata, fu messa in sacrestia e venduta al Louvre nel 1812.

Le parti principali sono opera di Domenico, come dimostra uno studio per l'abito della Madonna conservato agli Uffizi. Può darsi che il Mainardi abbia dipinto la Maria a sinistra, incinta, madre di Giacomo minore "fratello del Signore" A destra Maria Salomè, madre di Giacomo maggiore e di Giovanni Evangelista.

Sul fregio dell'arco trionfale conchiglie e perle simbolizzano il concepimento virginale di Maria.

La veduta con il Pantheon e l'arco di Costantino sta a significare che Roma è la nuova Gerusalemme, il centro della cristianità.

La posizione delle due figure ricorda molto l'analogo soggetto realizzato in maiolica
da Luca della Robbia per S. Giovanni Fuoricivitas a Pistoia.

18.5.1491 Lorenzo il Magnifico commissiona a Domenico e David del Ghirlandaio, a Frà Gherardo e al Botticelli il mosaico per la cappella di S.Zanobi in duomo. L'opera viene affidata a Domenico dopo averlo messo in concorrenza col Botticelli, che era l'artista preferito dalla famiglia Medici.

1491 Gerolamo Savonarola viene eletto Piore di San Marco. Michelangelo comincia ad assistere alle sue prediche.

1491 A Volterra Luca Signorelli dipinge una Annunciazione nel duomo e una Madonna col Bambino, sei santi e due angeli, ora nella galleria comunale.

1491 Alessio Baldovinetti restaura il mosaico del catino absidale di S.Miniato.

1491 muore Albert Durer

1491 Michelangelo e il Torrigiani copiano gli affreschi di Masaccio della cappella Brancacci. Si trovano adesso al Graphische Sammlung di Monaco e all'Albertina di Vienna

18.12.1491 pagamento a Domenico   e Davide del Ghirlandaio  per il mosaico della cappella di S.Zanobi nel Duomo di Firenze.

1492 Domenico Ghirlandaio e bottega dipingono

Gruppi di angeli nell'arco della tribuna del duomo di Pisa e restaura un mosaico.
Un affresco, andato perduto, con la Fucina di Vulcano per la villa di Spedaletto presso Volterra.
Il Cristo in gloria fra angeli e cherubini, fra i santi Benedetto, Romualdo, Attinia e Greciniana e il committente don Giusto Buonvicini, forse per ordine dei Medici. Ora nel museo di Volterra.
Tavola cm. 308x199.
La rappresentazione, terminata dopo la morte di Domenico, che però disegno personalmente il cartone, i volti e lo sfondo. Le figure sono di mano di Davide.
Si tratta di un'opera originale, unica nel suo tempo per l'impostazione.

1492 Cosimo Rosselli dipinge la Madonna con Bambino fra i Santi Giacomo e Piero, ora all'accademia.

1492 Andrea Sansovino costruisce e decora con statue (tutte in marmo bianco) la cappella Corbellini (4. del transetto sinistro) in S.Spirito.

3.1492 viene resa pubblica l'elezione avvenuta 3 anni prima del diciassettenne Giovanni de' Medici a cardinale. Viene vestito di rosso nella Badia Fiesolana. Parte subito per Roma. A Roma vive in un palazzo di famiglia, passato in seguito alla vedova del Duca Alessandro e perci• chiamato Palazzo Madama. Ora ospita il Senato della Repubblica Italiana.

8.4.1492 Muore Lorenzo il Magnifico, la pace a Firenze e nel mondo finisce. Lascia 3 figli maschi: Piero (1472), Giovanni (1475) diventa papa col none di Leone X, Giuliano (1479). E 3 figlie: Lucrezia (sposa un Salviati), Maddalena (sposa un Cibo, figlio di Innocenzo VIII), Contessina (sposa un Ridolfi, muore a 37 anni). Piero eredita dal padre una città sobillata dal profeta di sciagure fra' Girolamo Savonarola, avvelenata dall'invidia dei cugini Lorenzo e Giovanni discendenti da Lorenzo il Vecchio, fratello di Cosimo il Vecchio, un'Italia stanca della pace imposta da Lorenzo.

1492 muore Piero della Francesca e viene sepolto nella badia di S.Sepolcro.

25.7.1492 muore Innocenzo VIII.

17.12.1492 Davide del Ghirlandaio  riceve l'ultimo pagamento a saldo per la pala d'altare destinata al convento del Palco a Prato, andata perduta.

1493 Michelangelo, uscito da via Larga, viene ospitato in S.Spirito e scolpisce il crocifisso in legno, adesso alla Casa Buonarroti.

1493 Andrea della Robbia inizia a lavorare per le decorazioni dell'Ospedale di S.Paolo dei Convalescenti in piazza S.Maria Novella, per ordine di S.Antonino, domenicano.

1493 Pandolfo Malatesta ordina a Domenico Ghirlandaio  una pala d'altare per la cappella di famiglia di S.Domenico a Rimini. A causa della morte, Domenico non portò a compimento la commissione.

24.4.1493 Domenico Ghirlandaio inizia il mosaico della facciata del duomo di Siena, allogato a David da Lorenzo il Magnifico, mallevadore dell'opera per 20.000 ducati. Il lavoro rimase interrotto per la morte di Domenico.

20.11.1493 al Perugino viene commissionato un Crocifisso con la Madonna ed i Santi Benedetto, Bernardo e Giovanni per il Convento di S.Maria Maddalena dei Pazzi e, nello stesso anno, aveva dipinto una Madonna e Santi, oggi agli Uffizi.

11.1.1494 Domenico Ghirlandaio   muore di febbre pestilenziale dopo pochi giorni di malattia. Appena lo aveva saputo ammalato, Giovanni Tornabuoni gli aveva mandato 100 ducati. Fu sepolto nel vecchio cimitero di S.Maria Novella, di nascosto, dopo la mezzanotte.


1496 viene effettuato l'ultimo pagamento ai del Ghirlandaio per l'altare di S, Maria Novella.

Altare di S, Maria Novella

L' altare, che non era terminato alla morte di Domenico, era stato spostato in avanti dal Vasari nel 1566 e definitivamente sostituito nel 1804, con conseguente smembramento, in quanto non era sormontato da un' unica pala, ma da una struttura in più parti, dipinte da ambedue i lati comprendente:

Madonna con i Santi Domenico, Michele, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista
Tavola cm. 221x198
Alte Pinakotek, Monaco

Iscrizione nel libro di S.Domenico: DISCIPLINAM ET SAPIENTIA(M) DOCVIT EOS BEATVS DOMINICVS.

Rappresenta la "mulier amicta sole" dell'Apocalisse, di cui è primo testimone Giovanni, che guarda verso l'alto con la mano sul petto. La Madonna è rappresentata nell'atto di allattare, essendo, da un lato, la "sposa del sole rapita al mondo terreno" e dall'altro rimane la "donna terrena".

Anche se terminata dopo la morte di Domenico, fu suo il disegno e parte della pittura.

La resurrezione di Cristo
tavola cm. 221x199
Staatlische Museen di Berlino.
Si trovava nella parte posteriore dell'altare.

Fu eseguita da Davide e da Benedetto, Francesco Granacci e Jacopo del Tedesco.

S. Lorenzo
Tavola cm. 211x60
Alte Pinakotek, Monaco

S.Stefano
tavola cm. 191x56
Museo Szepmuveszeti, Budapest

Fu tagliata in alto nel 1812, ma sappiamo che la nicchia conteneva l'iscrizione: TORRENTIS LAPIDES STEPHANO MARTIRI INVICTISSIMO DULCISSIME EXITERUNT.

S. Pietro martire
Tavola cm. 191x56
Collezione Magnani, Reggio Emilia

Prima del 1812 venne tolta l'iscrizione: PROPAGANDA FIDEI DESIDERIO VULNERA ISTA GERO
(ha ricevuto la ferita per desiderio di difendere la fede).

S. Caterina da Siena
Tavola cm. 213x59
Iscrizione sopra la nicchia: INVICTA ANIMI VIRTVS ET VIRGINITATIS DECVS ME IN ETHERA SVBSTVLERVNT
Alte Pinakotek, Monaco

S. Antonino
Tavola cm. 206x55
Distrutta a Berlino nel 1945. Esiste documentazione fotografica
Iscrizione sopra la nicchia: SPLENDOR VITE ET DOCTRINE PRESTANTIA ANTONINO INTER SANCTOS CONTULERE SORTEM
Iscrizione sul libro: PATER PAUPERORUM ET LIBERAVI PAUPEREM VOCI FERANTEM ME (pag. sin.) RENTIUM CONSOLATOR ET PUPILLUM CUI NON ERA ADIUTO (pag. destra).

S. Vincenzo Ferrer
Tavola cm. 206x53
Già a Berlino.
Iscrizione sopra la nicchia: VINCENTIO PRO VITE MERITIS ABSCONDITUM
MANNA DATUM A DOMINO EST.
Iscrizione sopra la nicchia: PRESSVRAM FLAMME NON TIMVI ET IN MEDIO
IGNIS NON SVM ESTVATVS

14.7.1497 muore Benedetto Ghirlandaio, fratello di Domenico.
4.10.1497 Benozzo Gozzoli muore a Pistoia.
3.2.1498 Muore Antonio del Pollaiolo
23.5.1498 viene giustiziato Savonarola
31.8.1499 Muore Alessio Baldovinetti. Viene aperto il suo cassone, che contiene un libretto con il segreto di farei mosaici e lo stucco.
1505 Viene deciso di riprendere la decorazione a mosaico della cappella di S.Zanobi in Duomo, interrotta per la morte di Lorenzo il Magnifico. La gara viene vinta da Monte di Giovanni, che supera Davide del Ghirlandaio.
1513 Francesco Baldovinetti, nel suo memoriale, nomina Domenico del Ghirlandaio come allievo di suo padre Alessio.
1521 muore Piero di Cosimo
14.4.1525 muore Davide, fratello di Domenico Ghirlandaio.
12.11.1547 A causa di uno smottamento, crolla la casa di Lorenzo Nasi sulla Costa San Giorgio e si spezza la Madonna del Cardellino di Raffaello, che verrà restaurata da Michele di Ridolfo del Ghirlandaio.
1616 Vengono imbiancati gli affreschi di Domenico Ghirlandaio della Cappella Vespucci in Ognissanti.
1898 in Ognissanti, sotto una pala di Matteo Rosselli, vengono rinvenuti gli affreschi originali di Domenico Ghirlandaio per la Cappella Vespucci, imbiancati nel 1616.

fine


 

BREVI BIOGRAFIE DEGLI AUTORI CITATI

1)  Alessio Baldovinetti
1425 - 1499
Il padre mercante, vista la sua inclinazione per la pittura, lasciò che seguisse tale vocazione.
Si forma su Domenico Veneziano, ma è in contatto anche col Beato Angelico.
Alessio porta avanti le ricerche prospettico-luminose, facendo tesoro anche della lezione del giovane Piero della Francesca, con risultati di luminosità opalescente e con bloccatura prospettica, che fanno parlare Vasari di una "maniera un pò secca e crudetta".
Fu maestro di Giovanni di Michele Scheggini, detto il Graffione, e di Domenico Ghirlandaio.
1448 Piero de' Medici commisssiona i 6 pannelli con le 35 raffigurazioni delle storie di Cristo per gli sportelli dell'armadio degli argenti della sacrestia di SS.Annunziata. I primi furono tutti eseguiti dal Beato Angelico, gli altri, forse, da allievi. Sicuramente di Alessio Baldovinetti sono le Nozze di Cana, il Battesimo di Cristo e la Trasfigurazione, al Museo di S.Marco.
1453 dopo aver imparato il mosaico da un tedesco, esegue il Cristo e due serafini fra foglie di acanto, all'interno del battistero, sopra una porta.
1455 sopra un'altra porta del battistero, all'interno, esegue il mosaico con gli angeli che sorreggono la testa di Cristo.
1460 dipinge nel cortile dietro al muro dove è la SS.Annunziata una Natività di Cristo. Curò minuziosamente i particolari di una capanna e le rovine di una casa con le pietre muffate e corrose dalla pioggia, con una radice che spunta e una serpe che cammina sul muro. Molto deteriorato, fu staccato nel 1958.
17.4.1461 si impegna a terminare un quadro per la cappella di S.Egidio in S.Maria Nuova, lasciato interrotto nel 1445 da Domenico Veneziano (con l'aiuto di Piero della Francesca) e proseguito dal 1451 al 1453 da Andrea del Castagno. L'opera è andata distrutta.
1466 Cappella del Cardinale del Portogallo in S.Miniato. Alessio Baldovinetti dipinge i pennacchi e la volta, oltre alla tavola dell'Annunciazione.La tavola finge una parete in cui sono dipinti i cipressi di una campagna che non si vede. La suggestione spaziale di Baldovinetti frapponte una grande distanza d'aria fra la Madonna e l'angelo.
11.4.1470 inizia a dipingere la Trinità per S.Trinita, adesso all'Accademia.
1471 affresca nella volta del presbiterio e sulla parete David, Mosè, Abramo e Noè. Questi affreschi furono imbiancati nel 1760 e ne sono stati rinvenuti frammenti. Una commissione formata da Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Pietro Perugino e Cosimo Rosselli li valutava 1000 fiorini.
18.11.1481 viene incaricato di restaurare i mosaici del battistero. Fa costruire un ponte da Fabrizio d'Agnolo detto Cecca ed inizia dalla scarsella.
24.8.1483 inizia a restaurare i mosaici della cupola.
27.8.1483 viene deliberato di assegnargli un vitalizio annuo di fiorini 30 vita natural durante, per il restauro dei mosaici del battistero. Insegna l'arte del mosaico a Domenico Ghirlandaio.
1488 si iscrive all'arte dei pittori
1491 restaura il mosaico del catino absidale di S.Miniato.
23.3.1499 Fa testamento, lasciando tutti i suoi beni mobili e immobili all'ospedale di S.Paolo, con l'obbligo di mantenere la sua serva Mea vita natural durante. Per invogliare i preti, consegna un cassone chiuso, dicendo che conteneva il suo tesoro e che non doveva essere aperto se non dopo la sua morte.
31.8.1499 muore. Viene aperto il cassone, che contiene un libretto con il segreto di fare i mosaici e lo stucco.

2) Antonio del Pollaiolo
1432 - 1498
Figlio di Jacopo di Antonio Benci, povero pollaiolo del Mercato Vecchio.
La sua storia artistica è legata indissolubilmente con quella del fratello Piero.
Il padre mise Antonio a bottega di Lorenzo Ghiberti, mentre era in lavorazione la Porta del paradiso. Di Antonio è la quaglia nella cornice.
Antonio progressivamente si avvicinò alla pittura. Fu uno dei primi a studiare l' anatomia per poter meglio rappresentare i nudi.
Piero fu messo a bottega da Andrea del Castagno e fu poi maestro di Andrea Sansovino.
1457 Antonio del Pollaiolo realizza la croce d'argento per l'altare del Battistero, ora nel museo dell'opera del Duomo.
11.5.1459 Antonio apre una propria bottega in Mercato Nuovo, lasciando Lorenzo Ghiberti.
1460 Antonio e Piero dipingono su tela un S.Michele per la Compagnia di S.Angelo in Arezzo, ora nel Museo Bardini.
1462 Antonio esegue l'incisione La Battaglia dei Nudi firmata Opus Antonii Pollaioli Florentini. Ora nel Gabinetto delle Stampe agli Uffizi.
1464 Antonio e Piero dipingono un S.Giovanni Battista per Palazzo Vecchio e 3 fatiche d'Ercole per Palazzo Medici, perduti. Dell'Ercole e Antea a edell'Ercole e l'Idra, si conservano le repliche dipinte da Antonio in opiccolo formato, trafugate dai tedeschi e ritrovate nel 1963 in USA. Ora agli Uffizi.
1465 Antonio e Piero dipingono a olio su tela l'Arcangelo Raffaello e Tobia per un pilastro di Orsanmichele. Oggi nella Galleria Sabauda di Torino.
11.10.1466 viene inaugurata la tavola di Antonio e Piero con i santi Jacopo Evangelista, Eustachio e Vincenzo per l'altare fel cardinale del Portogallo in S.Miniato.
1466 Antonio riceve dall'Arte della Lana la commissione per 30 storie della vita del Battista per i paramenti del Battistero. Se ne conservano 27 nel museo dell'opera del duomo. Furono ricamate da Paolo di Bartolomeo Manfredi di Verona.
18.8.1469 L'arte della Mercatanzia commissiona a Piero del Pollaiolo 7 tavole con le Virtù: Temperanza, Fede, Carità, Giustizia, Speranza e Prudenza. La Fortezza fu eseguita da Sandro Botticelli. Ora sono agli Uffizi.
1475 Antonio e Piero del Pollaiolo eseguono il Martirio di S.Sebastiano, oggi nella National Gallery di Londra. Il volto del santo è il ritratto di Gino Capponi. Nelle figure Antonio dimostrò le conoscenze acquisite nello studio dell'anatomia. Antonio Pucci pagò 300 scudi, dicendo che con quelli pagava solo i colori.
13.1.1478 L'Opera del Duomo decide di far fare in argento alcune storie per l'altare del Battistero. Bernardo di Bartolomeo Cenni fece l'Annunciazione, Verrocchio la decollazione del Battista, Antonio del Pollaiolo la Natività, Antonio di Salvi e Francesco di Giovanni il Convito di Erode ora nel Museo dell'opera del Duomo.
1484 Giuliano della Rovere, futuro Giulio II, commissiona ad Antonio e a Piero la tomba per lo zio Sisto IV per S.Pietro, ora nelle Grotte Vaticane. Firmata e datata Opus Antonii Polaioli Florentini Arce. Aur. Pict. aere clari An.
Dom.MCCCCLXXXXIII.
20.5.1495 gli operai di S.Spirito decidono che per la tribuna della sacrestia sia prescelto il progetto di Antonio del Pollaiolo.
1496 Muore Piero
1496 Antonio del Pollaiolo e Salvi d'Andrea terminano la Sagrestia di S.Spirito su progetto di Giuliano da Sangallo.
3.2.1498 muore Antonio

3 ) Cosimo di Lorenzo Rosselli
1439 - 1507
A bottega di Neri di Bicci fino al 4.10.1456
Ebbe contatti con l'arte di Filippo Lippi e di Benozzo Gozzoli. Più tardi fu condizionato dallo pseudonaturalismo del Ghirlandaio e di Lorenzo di Credi. Si dilettò molto di alchimia.
1470 S.Barbara tra i Santi Giovanni Battista e Matteo per la SS.Annunziata, oggi all'accademia.
1471 Alessio Baldovinetti in S.Trinita affresca nella volta del presbiterio e sulla parete David, Mosè, Abramo e Noè. Questi affreschi furono imbiancati nel 1760 e ne sono stati rinvenuti frammenti. Una commissione formata da Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Pietro Perugino e Cosimo Rosselli li valutava 1000 fiorini.
1475 Affresca nel chiostro della SS. Annunziata la Visione e la Vestizione di S. Filippo Benizi, che non termina.
27.10.1481 affresca nella cappella Sistina Mosè e le Tavole della Legge, il Discorso della Montagna e l'Ultima Cena, con l'aiuto di Pietro di Cosimo. Si trovava a lavorare in concorrenza con Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Abbate di S. Clemente, Luca da Cortona e Pietro perugino. Sisto IV aveva promesso in palio un premio per il miglio. Sentendosi inferiore nel disegno e nella fantasia, usò bellissimi azzurri ultramarini ed altri vivaci colori. Lumeggiò ogni albero, erba, nuvola o panno con molto oro. Quando le opere furono terminate, Cosimo fu schernito dagli altri per il suo goffo lavoro, ma quando Sisto IV passò in rassegna le opere fu fulminato davanti agli affreschi di Cosimo e non solo gli dette il premio, ma ordinò agli altri di riempire d'oro le loro opere, per tentare di eguagliare quelle del Rosselli.
1482 Cosimo Rosselli dipinge la Madonna con Bambino e Santi per la 3. cappella del transetto sinistro di S.Spirito
1484 Affreschi della cappella del Sacramento in S.Ambrogio con la processione del sacramento. Nella volta i quattro padri della chiesa. Sulla parete a fianco, la sinopia staccata.
1485 Frà Bartolomeo entra nella bottega di Cosimo Rosselli per intercessione di Benedetto da Maiano.
1492 Madonna con Bambino e S.Giovannino tra i Santi Giacomo e Piero, oggi all'accademia
1494 Mariotto Albertinelli entra nella bottega di Cosimo Rosselli, dove conosce Piero di Cosimo e Frà Bartolomeo, col quale in seguito fece "compagnia"
3.11.1498 gli viene commissionata la pala per il terzo altare a sinistra di S.Ambrogio: "Ricordo come a dì 3 di novembre 1498 allogamo a Cosimo dipintore la tavola dell'altare di Santo Francesco... et à affare in decta tavola, in mezo una Nostra Donna a sedere in una nughola di cherubini e agnoli atorno et sopra lei uno Dio Padre, et di sotto uno Santo Ambrogio, et uno Santo Francesco, secondo uno suo disegno ci lasciò; et più nella predella di decta tavola tre storielle di Santo Francesco".
1505 Incoronazione di Maria con angeli e santi nella chiesa di S.Maria Maddalena dè Pazzi
7.1.1507 muore e viene sepolto in S.Croce. Ebbe il seguente epitaffio: PINSI, ET PINGENDO FEI/CONOSCER QUANTO IL BEL COLORE INGANNA;/ET à COMPAGNI MIEI,/COME TAL BIASMA ALTRUI, CHE Sè CONDANNA.

4) Benedetto di Lorenzo Da Maiano
nacque a Maiano Fratello di Giuliano e di Giovanni
20.7.1463 Benedetto e Giuliano da Maiano costruiscono gli armadi della sacrestia del Duomo di Firenze, che erano stati iniziati da altri.
1471 Benedetto da Maiano esegue un sepolcro in marmo per il corpo di S.Savino a Faenza, per incarico testamentario di Giovanna Manfredi
1473 si iscrive all'Arte dei Maestri di Pietra e del Legname
12.6.1473 Benedetto e Giuliano da Maiano realizzano il portale della sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, con le stuatue di S.Giovannino e la Giustizia. Le porte con Dante e Petrarca erano state realizzate da Francesco di giovanni, detto il Francione, con l'aiuto di Giuliano da Maiano, suo discepolo, su disegno del Botticelli.
1474 realizza il busto del mercante Pietro Mellini, nel Bargello, che fu il committente del pulpito di S.Croce, con 5 bassorilievi con Storie di S.Francesco e, sulla base, 5 statuette di Virtù. I modelli in terracotta sono nel Victoria and Albert Museum di Londra. Benedetto ricavò la scala di accesso al pulpito scavando l'interno della colonna. Poichè L'Opera di S.Croce era preoccupata per la sta bilità, cerchio in bronzo la colonna e la rinforzò con pietra forte.
1485 Frà Bartolomeo entra nella bottega di Cosimo Rosselli, per intercessione di Benedetto da Maiano.
16.7.1489 viene posta la prima pietra di palazzo Strozzi, su modello di Benedetto da Maiano. Verrà terminato dal Cronaca.
1489 Giuliano e Benedetto da Maiano eseguono a Firenze, per la chiesa di S.Anna dei Lombardi di Napoli, un trittico in marmo con Annunciazione, i Santi Giovanni Battista e Girolamo. Nella predella: Natività, adorazione dei Magi, Resurrezione, Deposizione, Ascensione, Discesa dello Spirito Santo, Morte della Vergine. In alto, due angeli reggicor tina.
1490 realizza il Crocifisso ligneo per S.Maria del Fiore, che verrà dipinto da Lorenzo di Credi nel 1506
1490 su incarico di Lorenzo il Magnifico, fece il busto di Giotto e quello dello Squarcialupi per S.Maria del Fiore.
1491 esegue il sepolcro in marmo nero per Filippo Strozzi in S.Maria Novella e un tondo con la Madonna. Il ritratto di Filippo, che ne faceva parte, è al Louvre.
1496 termina la Maria Maddalena in S.Trinita, lasciata incompiuta da Desiderio da Settignano
24.5.1497 muore

5 ) Giuliano da Sangallo
1443-1517
Figlio dell'architetto Francesco di Bartolo Giamberti.
Fratello di Antonio da Sangallo. Il padre lo mise a bottega dal Francione.
1480 Villa medicea di Poggio a Caiano
1481 Giuliano e Antonio realizzano il Crocifisso per la SS.Annunziata, quello per S.Miniato ai Fossi e il Crocifisso dello Scalzo.
1482 riedifica S. Maria Maddalena dei Pazzi in Borgo Pinti
1484 Chiesa di S.Maria delle Carceri a Prato.
1489 Giuliano da Sangallo inizia la costruzione della Sagrestia di S.Spirito
1490 Palazzo Gondi in piazza S. Firenze.
1493 S.Maria Maggiore a Roma
1494 restaura le porte che dal vaticano conducono al Castel S.Angelo e realizza le torri, i fossi e le altre fortificazioni.
1494 Edifica la rocca di Civita Castellana per incarico del duca Valentino.
1495 Antonio da Sangallo diventa capomastro di Palazzo vecchio.
1496 Antonio del Pollaiolo e Salvi d'Andrea terminano la Sagrestia di S.Spirito su progetto di Giuliano da Sangallo.
1497 Viene catturato dai Pisani presso il Castello di Monte Carlo. Sta 6 mesi in prigione prima di essere liberato dietro pagamento di 300 ducati.
1499 con Antonio da Sangallo costruisce il palazzo Panciatichi-Ximenes in Borgo Pinti 68 ampliato da Gherardo Silvani nel 1620
1499 un comitato composto da Leonardo da Vinci, Jacopo del Pollaiolo e Giuliano da Sangallo dà il suo parere sul modo di salvare dalla rovina S.Salvadore e su come rifare il campanile di S.Miniato.
1501 Cupola di S.Maria di Loreto
3.1505 Michelangelo viene chiamato a Roma da Giulio II, forse su consiglio di Giuliano da Sangallo. Riceve un viatico di 100 ducati. Giulio II gli commissiona la sua tomba. Michelangelo scriverà a Giuliano da Sangallo: "Se la s'ha a fare, la dev'essere la pi- bella del mondo."
1506 Antonio da Sangallo disegna la fortezza di Livorno Cappella Gondi in S.Maria Novella, Palazzetto Scala, poi della Gherardesca, poi SMI in Borgo Pinti
1516 muore Giuliano da Sangallo
27.12.1534 muore Antonio da Sangallo.

6)  Sandro Botticelli
Firenze, 1444, 1510
Allievo di Frà Filippo Lippi
Nella sua "Fortitudo nella mercatanzia di Firenze" si sente l'influenza del Pollaiolo.
Il 12.6.1473 Benedetto e Giuliano da Maiano realizzano il portale della sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, con le stuatue di S.Giovannino e la Giustizia. Le porte con Dante e Petrarca erano state realizzate da Francesco di giovanni, detto il Francione, con l'aiuto di Giuliano da Maiano, suo discepolo, su disegno del Botticelli.
Nel 1473 viene chiamato a Roma da Sisto IV per sovraintendere e affrescare parte della Cappella Sistina (Cristo tentato dai demoni, Mosè e le figlie di Getro, Sacrificio dei figli di Aronne)
Tornato a Firenze, esegue 92 disegni illustranti l'Inferno di Dante (originali in Vaticano e a Berlino nel 1940).
Uffizi: Nascita di Venere, Primavera, Adorazione dei Magi, Giuditta,Madonna, Vergine.
Palazzo Pitti: Madonna e Angeli, Sacra Famiglia, Ritratto, nella Galleria dell'Accademia: Incoronazione della Vergine, Madonna e Santi, Tobia con tre angeli. - Marte e Venere, National Gallery di Londra. -La derelitta, Galleria Pallavicini a Roma. - Annunciazione e Natività in S.Spirito. - S. Agostino nel suo studio in Ognissanti a Firenze. - S.Rocco, S.Antonio Abate e S.Caterina d'Alessandria in S.Felice a Firenze (con aiuti)

7 ) Luca Signorelli
Cortona 1450 - 1523
Allievo di Piero della Francesca, subì poi l'influenza di Bartolomeo della Gatta, attivo negli anni '70 fra Arezzo e Cortona. Fu pittore eccentrico, talvolta perfino surreale e grottesco.
Si fece prestare molti soldi da Michelangelo, che non potè restituire.
Visse una parte degli gli ultimi anni ad Arezzo presso la casa dei Vasari, suoi parenti. Incitò il padre di Giorgio, che aveva 8 anni, a coltivare l' attitudine al disegno del figlio. Gli regalò un diaspro da portare al collo, perchè gli cessassero le frequenti epistassi.
1472 affresca la cappella di S.Lorenzo ad Arezzo ed abita nella casa dello zio Lazzaro Vasari
1482 Inizia a dipingere nella Cappella Sistina
1484 dipinge la madonna e il bambino tra i Santi Onofrio, Ercolano, Giovanni Battista, Stefano e due angeli. Ora nel museo del duomo di Perugia
1488 dipinge una Madonna con due Profeti, oggi agli Uffizi.
1491 A Volterra dipinge una Annunciazione nel duomo e una Madonna col Bambino, sei santi e due angeli, ora nella galleria comunale.
1496 dipinge una Natività per la chiesa di S.Francesco di Città di Castello, ora nella National Gallery di Londra. è firmato LUCE DECORTONA P.O.
1497 affresca 10 Storie di S.Benedetto a Monte Oliveto Maggiore, completate dal Sodoma con altre 28 Storie.
1498 dipinge un S.Sebastiano per la chiesa di S.Domenico di Città di Castello, oggi nella locale Pinacoteca Comunale. Reca l'iscrizione THOMAS DE BRONZINIS ET FRANCESCA UXOR FIERI FEC. 1498
1498 Per la chiesa di S.Agostino di Siena, dipinge un polittico con i Santi Caterina da Siena, Maria Maddalena, Girolamo, Agostino, Caterina d'Alessandria e Antonio, oggi nei musei di Berlino. La predella è dispersa fra la National Gall. di Dublino, la coll. Maxwell in Scozia e il Massachussets.
5.4.1499 viene incaricato di terminare il Giudizio Universale nella volta della cappella di S.Brizio nel duomo di Orvieto, lasciata incompiuta dal Beato Angelico
1502 Luca Signorelli dipinge l'Orazione nell'orto, la Cattura, la Flagellazione. Reca l'iscrizione LUCAS AEGIDII SIGNORELLI CORTHONENSIIS MDII. Ora nel Museo Diocesano di Cortona
1502 affresca un Cristo morto con le Marie sopra la cappella del Sacramento a Castiglione.
1507 dipinge un grande polittico in S.Medardo a Arcevia
1512 dipinge la Comunione degli Apostoli per mano di Cristo, dove si vede Giuda che nasconde l'ostia nella scarsella. è firmato LUCAS SIGNORELLIUS CORYTHONENSIS PINGEBAT. MDXII. Ora nel Museo Diocesano di Cortona.
25.3.1518 Luca Signorelli dipinge una tavola per S.Margherita di Arezzo, ora nella Pinacoteca di Arezzo.
19.9.1519 Luca Signorelli dipinge un quadro, oggi nella Pinacoteca di Arezzo. La predella con Ester e Assuero e Tre Apparizioni di S.Girolamo è nella National Gall. di Londra.
16.10.1523 muore

8 ) Leonardo da Vinci
Vinci 15.4.1452 - Castello Cloux (Amboise) 2.5.1519
Figlio illegittimo di Piero di Antonio Vinci e di Caterina, che poi sposer... Attaccabriga di Pietro del Vacca di Vinci. Da quel momento Leonardo vivrà nella casa del padre.
Michelangelo lo considerò sempre un cortigiano effemminato, che voleva occuparsi di tutto e non compicciava nulla. BenchŠ si considerasse di nobili origini, Michelangelo davanti a Leonardo si sentiva come un operaio di fronte a un gentiluomo poco curante e delicatissimo.
Maestro del Pontormo e del Boltraffio.
1457 appare per la prima volta nella portata del nonno Antonio (come figlio illegittimo di Piero)
1469 nella portata al Catasto, ser Piero da Vinci dichiara di stare al "palagio del potest..."
1469 entra nella bottega di Andrea del Verrocchio
1472 è iscritto alla Compagnia dei Pittori
1475 Annunciazione (Uffizi)
1482 parte da Firenze per Milano.
25.4.1483 si impegna a dipingere la Vergine delle Rocce per Giangaleazzo Visconti
1492 esegue il modello in cera del cavallo per la statua equestre di Francesco Sforza
1495 dipinge il Cenacolo di S.Maria delle Grazie.
1499 un comitato composto da Leonardo da Vinci, Jacopo del Pollaiolo e Giuliano da Sangallo dà il suo parere sul modo di salvare dalla rovina S.Salvadore e su come rifare il campanile di S.Miniato.
10.1503 Pier Soderini affida a Leonardo l'incarico di affrescare una delle pareti del salone dei '500. Per la preparazione dei cartoni gli viene dato un salario mensile e una sala a S.Maria Novella.
1505 Leonardo termina il cartone della battaglia di Anghiari ed inizia a dipingere la parete del salone dei 500
1511 Francesco Rustici esegue il gruppo bronzeo con la Predica del Battista sulla porta settentrionale del Battistero, su disegno di Leonardo da Vinci.
1513 Leonardo Š a Roma presso Giuliano de' Medici, fratello di Leone X
1517 abbozzo dell'Adorazione dei Magi (Uffizi)
19.1.1518 viene commissionata a Michelangiolo la facciata di S.Lorenzo. Leonardo indispettito parte per la Francia
2.5.1519 muore Leonardo da Vinci nel castello di Cloux ad Amboise.

9 )  Perugino
Città della Pieve 1452 - Fontignano 1523
Nacque da Cristoforo di Pietro di Giovanni (Vanni, Vannuccio) e la Lucia Berti.
Ebbe una infanzia di stenti e di miseria. Il padre lo mise come servo da un povero pittore, non bravo, ma profondamente innamorato della sua arte. Viste le capacità del fanciullo, lo spronò ad andarsene a Firenze, dove il Perugino arrivò nel 1471 senza una lira, tanto da dover dormire in una cassa ed adattarsi a tutti i lavori, anche i più umili, giorno e notte, fino a quando riuscì ad andare a bottega dal Verrocchio.
La sua opera si intreccia con quella del Pinturicchio, di cui fu maestro.
Dalla sua bottega uscirono anche Raffaello, Giovanni Francesco Ciambella, detto Fantasia, Matteo Balducci da Fontignano, Eusebio da S.Giorgio e Bembo romano, tutti della bottega del Perugino.
La sua fama è consegnata soprattutto alla sua formula di classicismo preraffaellita, tutto simmetria e cadenze ritmiche estremamente semplici ed elementari, al punto che talvolta rischiano di cadere nella ripetitività meccanica, accusa questa che gli venne rivolta negli ultimi anni di attività, quando era ormai appagato e ricco, proprietario di case sia in Toscana che in Umbria. Soleva portare addosso tutti i denari che possedeva ed una volta fu rapinato e riuscì a stento a salvarsi la vita.
1473 nella bottega del Verrocchio, il Perugino dipinge alcune delle storiette di S.Bernardino, ora nella Pinacoteca di Perugia.
1480 dipinge un Crocifisso con la Maddalena, S.Girolamo, S.Giovanni Battista e il Beato Giovanni Colombino, oggi agli Uffizi.
1481 affresca nella cappella sistina la Storia di Cristo che consegna le chiavi a S.Pietro. Bartolomeo della Gatta dipinse i due apostoli subito dietro il Cristo. Perugino dipinse anche la parete dietro l'altare, distrutta per fare posto al Giudizio Universale. Rimangono a destra il Battesimo di Cristo e a sinistra il Viaggio di Mosè.
1489 dipinge l'Apparizione della Vergine a S.Bernardo, ora nella Alte Pinakothek di Monaco.
1490 Per il convento dei Gesuati fuori Porta à Pinti dipinge Cristo nell'orto e una Pietà con 4 figure attorno, oggi agli Uffizi.
1.9.1493 sposa a Fiesole Chiara, figlia dell'architetto Luca Fancelli, che gli dette 7 figli.
20.11.1493 al Perugino viene commissionato un Crocifisso con la Madonna ed i Santi Benedetto, Bernardo e Giovanni per il Convento di S.Maria Maddalena dei Pazzi e, nello stesso anno, dipinge una Madonna e Santi, oggi agli Uffizi.
1495 Raffaello entra nella sua bottega e ne imita perfettamente lo stile.
1495 dipinge un bellissimo Cristo morto per le monache di S.Chiara, firmata PETRUS PERUSINUS PINXIT A.D. MCCCCLXXXXV, ora nella Galleria di Palazzo Pitti. Adoperò una coloritura vivacemente innovativa. Francesco del Pugliese offrì alle monache il triplo di quanto avevano pagato.
1496 dipinge la Madonna col Bambino e Santi, oggi nella Pinacoteca di Bologna.
1499 dipinge un polittico per la Certosa di Pavia con l'eterno in Gloria, tuttora in loco, mentre la Madonna che adora il Bambino, S.Nichele, l'Arcangelo Raffaele con Tobiolo sono nella National Gallery di Londra.
1499 Decora la sala del Collegio del Cambio a Perugia. Sulla parete sinistra il suo autoritratto con la scritta PETRUS PERUSINUS EGREGIUS PICTOR PERDITA SI FUERAT PINGENDI HIC RETTULIT ARTEM SI NUSQUAM INVENTA EST HAC TENUS IPSE DEDIT. Mentre andava e veniva da Castel della Pieve a Perugia, soleva portarsi addosso tutti i denari che possedeva. Fu aggredito e derubato. Solo con le sue preghiere ebbe salva la vita
1500 Filippino Lippi inizia la tavola per la SS.Annunziata, ora all'Accademia. Di sua mano la parte alta della Deposizione, mentre la parte inferiore fu terminata dal compostissimo Pietro Perugino
1500 dipinge una tavola con l'Assunzione e Santi Giovanni Gualberto, Bernardo degli Uberti, Benedetto e Michele per l'altare di Vallombrosa. oggi all'Accademia. Reca la scritta PETRUS PERUSINUS PINXIT A.D. MCCCC
1503 dipinge un Crocifisso con Santi per S.Agostino a Siena.
1504 affresca l'Oratorio di S.Maria dei Bianchi a Città della Pieve.
1505 vede i cartoni di Michelangelo e si scandalizza. Michelangelo lo ingiuria e finiscono davanti agli Otto, che danno ragione a Michelangelo, ma nessuno dei due fa una bella figura.
5.8.1505 il Perugino riceve la commissione di continuare la tavola per l'altare della SS.Annunziata, non terminata da Filippino Lippi.
1506 Con aiuti, dipinge l'Assunzione della Madonna per il duomo di Napoli.
1508 dipinge a Firenze una Ascensione per il duomo di Borgo San Sepolcro, dove fu portata a spalla. Affresca la volta delle stanze che vennero poi decorate da Raffaello.
2.1523 muore a Fontignano, mentre sta affrescando la Natività, oggi alla National Gallery di Londra.

10 ) Bernardino di Betto di Biagio, detto il Pinturicchio
Perugia 1454 - 1513
Noto soprattutto per le sue qualità di festoso decoratore. La sua attività si intreccia così strettamente con quella del maestro Piero Perugino, da rendere difficilissima ogni distinzione.
1486 affresca la cappella di S.Bernardino in Araceli a Perugia.
1492 dipinge nel coro del duomo di Orvieto quattro grandi figure di Evangelisti e Dottori della Chiesa.
1493 decora gli appartamenti di Alessandro VI Borgia. Fu biasimato perchè nell'affresco della disputa di S.Caterina d'Alessandria davanti all'imperatore Massimino, nella sala dei Santi, dipinse alcuni archi romani ed altre costruzioni, facendo le figure in primo piano più piccole delle retrostanti.
1497 affresca la cappella Baglioni in S.Maria Maggiore a Spello e la cappella Eroli nel duomo di Spoleto.
29.6.1502 si impegna con il cardinale Francesco Piccolomini, nipote di Pio II, ad affrescare la libreria Piccolomini nel duomo di Siena. Nella volta allegorie e miti classici. Sulle pareti 10 storie di Pio II e nel prospetto di ingresso l'incoronazione di Pio III. Lo aiutarono nella pittura Giovanni Francesco Ciambella, detto Fantasia, Matteo Balducci da Fontignano, Eusebio da S.Giorgio e Bembo romano, tutti della bottega del Perugino. Collaborò anche Raffaello, che all'epoca viveva con lui, nei disegni preparatori, oggi agli Uffizi.
1508 affresca la volta della cappella maggiore di S.Maria del Popolo con i Dottori della Chiesa, gli evangelisti, 4 Sibille e l'Incoronazione di Maria.
1510 dipinge una Assunta, ora nel museo di Capodimonte.
1513 viene ospitato dai frati di S.Francesco di Siena per eseguire alcune pitture e viene alloggiato in una stanza nuda, come lui la volle, dalla quale però non era stato tolto un grosso cassone, perchè troppo pesante. Il Pinturicchio si arrabbia e fa portare via anche il cassone, che, durante il trasporto si rompe e da un'asse escono 500 ducati d'oro. A quella vista il Pinturicchio si sentì male, si ammalò e ne morì l' 11 Dicembre.


11 ) Filippino Lippi
1457 - 1504
Allievo di Botticelli, la sua attività giovanile evoca l'eleganza e i ritmi del maestro, con un lirismo più delicato e struggente. Nelle opere della maturità riversa un empito di umore fantastico e bizzarro, malinconico e quasi romantico, introducendo, talvolta, inserti di una verità fresca e immediata. - Fu maestro di Raffaellino del Garbo
1480 dipinge i Santi Rocco, Sebastiano, Girolamo ed Elena per la chiesa di S.Michele a Lucca.
1484 esegue la liberazione di S.Pietro da Carcere nella cappella Brancacci del Carmine e termina la scena di S.Pietro che risuscita il figlio di Teofilo sulla parete sinistra in basso. La zona sulla destra, con S.Pietro in cattedra è completamente di Masaccio, mentre Filippino dipinse le figure in piedi a sinistra, le ultime otto che fanno cerchio a destra, il ragazzo risuscitato e il fanciullo che gli è accanto, il S. Paolo inginocchiato, parte del panneggio di S.Pietro e qualche altro particolare. Ritrasse sè e il Pollaiolo.
1484 dipinge una Madonna con angeli che appare a S.Bernardo, adesso nella Badia.
1485 dipinge la Madonna con Bambino e i Santi Girolamo e Domenico per S.Pancrazio, oggi nella National Gallery di Londra e la Storia di Lucrezia per Pietro del Pugliese, ora nella Galleria Palatina. Dipinge anche il S.Girolamo per la Badia, oggi agli Uffizi.
22.2.1486 dipinge la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Vittore, Bernardo e Zanobi per la sala degli Otto di Pratica in palazzo Vecchio. Ora agli Uffizi
21.4.1487 Filippino Lippi si impegna ad affrescare la cappella di Filippo Strozzi in S.Maria Novella.
1488 dipinge per S.Spirito una Madonna con Bambino e i Santi Girolamo, Martino e Caterina. Inginocchiato il committente Tanai dè Nerli
2.9.1488 il cardinale Caraffa, che comandò la flotta cristiana contro i Turchi a Smirne, si accorda con Filippino Lippi, raccomandatogli da Lorenzo il Magnifico, per affrescare con storie di S.Tommaso d'Aquino una cappella in S.Maria sopra Minerva. Filippino Lippi viene aiutato dall'allievo Raffaellino del Garbo.
1493 termina gli affreschi in S.Maria sopra Minerva. Nella volta le Sibille. Parete di fondo: Assunzione e Annunciazione. Parete destra: Vocazione e Trionfo di S.Tommaso. Gli affreschi della parete sinistra furono distrutti per erigere la tomba di Paolo IV nel 1559.
1495 Filippino Lippi e allievi dipingono la Madonna e Cristo che intercedono presso il Padre Eterno. Nella predella la Pietà e sei Santi, adesso alla Alte Pinakotek di Monaco.
1496 dipinge l'Adorazione dei Magi per i frati Scopetini di S.Donato, ora agli Uffizi.
1497 dipinge il Crocifisso fra la Madonna e S.Francesco, distrutto nel 1945 dall'incendio degli Staatliche Museen di Berlino. All'accademia di Firenze si conservano i laterali con i Santi Giovanni Battista e Maria Maddalena.
1498 affresca la Madonna col Bambino in piedi e i Santi Antonio Abate, Margherita, Stefano e Caterina, oggi nella Galleria Comunale di Prato. Da notare il serpente che esce da sotto i piedi di S.Margherita
1500 inizia la tavola per la SS.Annunziata, ora all'Accademia. Di sua mano la parte alta della Deposizione, mentre la parte inferiore fu terminata dal compostissimo Pietro Perugino
1501 dipinge lo Sposalizio di S.Caterina d'Alessandria e i Santi Paolo, Sebastiano, Giovanni Battista e Pietro per la chiesa di S.Domenico in Bologna.
1502 dipinge la Madonna fra i Santi Stefano e Giovanni Battista, oggi nella Galleria Comunale di Prato
1503 a Genova dipinge S.Sebastiano tra i Santi Giovanni Battista e Francesco. In alto la Madonna col Bambino e Santi. Ora nella Galleria di Palazzo Bianco.
18.4.1504 muore Filippino Lippi  di angina. Viene sepolto in S.Michele Visdomini.
5.8.1505 il Perugino riceve la commissione di continuare la tavola per l'altare della SS.Annunziata, non terminata da Filippino Lippi.
1599 Per erigere il monumento funebre di Paolo IV in S.Maria sopra Minerva, vengono distrutti gli affreschi della parete destra di Filippino Lippi.

12  ) Simone di Tommaso di Antonio Pollaiolo detto il Cronaca
Firenze 1457-1508
Il soprannome gli derivò dagli entusiastici racconti delle meraviglie di Roma, al suo ritorno a Firenze nel 1480.
1481 prosegue i lavori di Palazzo Strozzi. Realizza il cornicione sullo zoccolo che stacca dal bugnato della parete e il cortile del secondo piano formante una galleria a tutto sesto, in asse con quelli sottostanti, ma ciechi.
16.7.1489 viene posta la prima pietra di palazzo Strozzi, su modello di Benedetto da Maiano. Verrà terminato dal Cronaca.
1491 prosegue i lavori in palazzo Strozzi
1492 il Cronaca inizia il vestibolo della Sagrestia di S.Spirito
1493 in S.Pietro realizza le sepolture di Sisto IV e Innocenzo VII
1495 Giuliano da Sangallo diventa capomastro di Palazzo Vecchio. Interrompe la costruzione della Sagrestia di S.Spirito per andare a Roma. Proseguono il progetto originale il Cronaca, che diventa anche sovrintendente di Palazzo Vecchio, e Salvi d'Andrea
1495 capomastro e sovrintendente ai lavori in Duomo e in Palazzo Vecchio
1495 realizza il Salone dei 500, poi modificato dal Vasari
1496 vestibolo della Sacrestia in S.Spirito
1500 circa Castello Quaratesi finanzia la costruzione della facciata di S.Croce a condizione che sulla facciata campeggi il suo stemma. La costruzione inizia, su progetto di Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca ma gli operai decidono che la condizione è inaccettabile. Castello Quaratesi decide allora di costruire S. Salvatore al Monte alle Croci.
24.4.1503 l' Arte della Lana commissiona 12 statue per l'Opera del Duomo. Michelangelo abbozzerà il San Marco. L' Opera del Duomo fa murare dal Cronaca una casa perchè Michelangelo possa scolpire le 12 statue degli apostoli.
1503 realizza palazzo Dei, poi Guadagni, in piazza S.Spirito, con loggiato e cornice fortemente sporgente. I graffiti, fortemente rimaneggiati nell'800, sono stati coperti da un intonaco liscio.
21.9.1508 muore e viene sepolto in S.Ambrogio

13 )  Lorenzo di Credi
1459 - 12.1.1537
Lorenzo di Andrea Barducci
Allievo del Verrocchio, assieme a Leonardo da Vinci.
1500 Quando Savonarola ordina di bruciare tutte le cose oscene, Lorenzo di Credi, con Fra' Bartolomeo, brucia tutti i suoi disegni di nudi.
1500 dipinge una Madonna con i Santi Giuliano e Niccolò nella chiesa di Cestello.
1501 rimaneggia la pala dell'altare di S.Domenico a Fiesole del Beato Angelico.
1506 dipinge il crocifisso ligneo realizzato nel 1490 da Benedetto da Maiano per il Duomo.
1510 Lorenzo di Credi dipinge un S.Bartolomeo sul pilastro a destra dell'entrata di Orsanmichele, la Natività agli uffizi e la Maddalena agli Staatliche Museen di Berlino. Fece vari tondi con madonne: Uffizi, Metropolitan di New York, Collezione Mortimer di New York, Galleria Borghese.
1523 dipinge l'Arcangelo Michele nella sagrestia del Duomo.
senza data: il battesimo di Cristo, oggi agli Uffizi.
1.4.1531 Lorenzo di Credi, che non aveva risparmi, prende alloggio in S.Maria Nuova con l'impegno di avere 36 fiorini l'anno.
1537 muore

14 ) Piero di Cosimo
1462 - 1521
Figlio di Lorenzo di Piero Chimenti, orafo.
Allievo di Cosimo Rosselli, che lo prese come un figlio. Per questo fu detto "di Cosimo".
Aveva una mente sempre piena di fantaschicheria, in mezzo alle quali si perdeva, dimenticando il mondo circostante. Vedeva animali e figure nelle nuvole e nelle macchie dei muri.
Amava stare solo, non ammetteva nessuno in casa propria, dove viveva come una bestia, non voleva che si spazzasse, non curava l'orto, anzi voleva che si inselvatichisse. Non poteva sentire piangere bambini, tossire gli uomini, suonare le campane, cantare i frati. Quando diluviava godeva nel sentire lo scroscio dell'acqua, ma si avviluppava nel mantello, chiudeva finestre e porta e si rannicchiava in un angolo quando cadevano i fulmini.
Mangiava quando aveva fame e per non perdere tempo mangiava solo uova sode, che cuoceva a 50 per volta. Per risparmiare, le cuoceva quando faceva la colla.
Essendo tanto bizzarro da essere ritenuto pazzo, da giovane veniva impiegato per organizzare il Carnevale e disegnare le maschere. Celebre il carro del "Trionfo della Morte" i cui figuranti indossavano vestiti neri con le ossa dipinte di bianco.
Nell'invecchiare divenne sempre più strano. A causa del palletico non riusciva più a dipingere, benchè si sforzasse di farlo, con gran pena degli amici, che non riuscivano a portargli un medico, di cui diffidava.
Una mattina lo trovarono morto ai piedi di una scala.
Dipinse anche a olio, cercando di imitare il chiaroscuro di Leonardo.
Inventò il modo di riprodurre i riflessi metallici.
Si qualifica sia per il nitore e la freschezza degli effetti pittorici che per la bizzarria dei motivi.
Fu maestro di Andrea del Sarto.
1481 va a decorare la Cappella Sistina al seguito di Cosimo Rosselli
1490 dipinge la Visitazione con S. Niccolò e S. Antonio per la cappella di Gino Capponi in S.Spirito. In questo quadro ripoduce perfettamente un libro di cartapecora e per primo riesce ad imitare i riflessi metallici che si vedono nel S.Niccolò. Oggi nella National Gallery di Washington. Dipinge anche una Madonna, illuminata da una colomba, con un panorama strano ed alberi bizzarri e grotte, oggi agli Uffizi.
1494 Mariotto Albertinelli entra nella bottega di Cosimo Rosselli, dove conosce Piero di Cosimo e Fra' Bartolomeo, col quale in seguito fece "compagnia"
1500 dipinge Perseo che libera Andromeda, oggi agli Uffizi e una Madonna in Trono con Bambino e Santi, ora agli Innocenti. Lo fece per amicizia con Pietro, spedalingo dell'Ospedale degli Innocenti, che si disperò per non poter vedere la tavola prima che fosse terminata.
1505 dipinge la Immacolata Concezione e Santi, nel tramezzo della chiesa di S.Francesco a Fiesole. Per la decorazione della camera di Giovanni Vespucci, dipinge due bizzarre tavolette: la Scoperta del miele (Art Museum di Washington) e le Disavventure di Sileno (Fogg Museum di Cambridge)
1521 muore

15 ) Francesco Granacci
1469 - 1543
Iniziò presso Filippino Lippi, poi andò a bottega da Domenico Ghirlandaio e nel giardino di San Marco. Fu amico di Michelangelo.

16 ) Raffaellino del Garbo
1470 - 1525
Raffaello del Garbo o del Carli o Capponi
Si immatricola nell'arte dei medici e speziali col nome di Raphael Bartolomei Nicholai Capponi pictor del Garbo.
Discepolo di Filippino Lippi, che aiuta dal 1489 al 1493 ad affrescare la cappella Carafa in S.Maria sopra Minerva.
Fu maestro del Bronzino e di Bastiano da Monte Carlo.
Era bravissimo nel disegno, esercitatosi tantissimo da giovane, faceva ben sperare per l'attività futura, ma trovando solo poveri committenti, si ridusse in miseria ed andò sempre più peggiorando.
La resurrezione di Cristo, all'Accademia.

17 ) Leon Battista Alberti
Genova 1406 - Roma 20.4.1472
Figlio naturale di Lorenzo Alberti, fiorentino esiliato nel 1401.
Con padre si trasferì a Venezia, poi a Padova, dove ebbe una educazione umanistica presso Gasparino da Barzizza, poi università di Bologna, dove prese la laurea in diritto canonico nel 1428 (22). Presi gli ordini minori, divenne abbreviatore apostolico. Rimase agli ordini del papa per tutta la vita, prima dell'ultimo papa umanista, Eugenio IV, poi del primo papa rinascimentale, Niccolò V. Benchè girasse moltissimo, considerò sempre Firenze come la sua patria. Scrisse ininterrottamente per tutta la vita commedie, lavori filosofici, trattati e lettere su molti argomenti.
Dal 1432 a Roma, dove si dedicò alla misurazione e allo studio delle rovine classiche (1434 Descriptione urbis Romae). De statua (non datato) è la sua prima opera sulle tecniche artistiche, con la raccomandazione sia di osservare la natura che di studiare la teoria e le proporzioni. Parlò anche della tecnica aggiuntiva (modellatura in gesso) e di quella sottrattiva (incisione).
Nel 1435 scrisse il De Pictura in latino e lo tradusse nel 1436. Diviso in 3 libri, sulla tecnica della prospettiva, sulla teoria delle proporzioni umane e l'uso del colore. I costanti riferimenti a Donatello, Luca della Robbia e Ghiberti dimostrano che dette veste teorica a quello che avveniva nella pratica. Può anche darsi che dipingesse, anche se non ne conosciamo alcuna opera.
Nel 1450 Sigismondo Malatesta di Rimini lo incarica di trasformare la chiesa gotica di S.Francesco in un mausoleo per la gloria della sua famiglia. Alberti lasciò intatta la struttura originaria, circondandola da una nuova costruzione (incompiuta), con la centro un arco di trionfo.
Nel 1452 termina il De re aedificatoria. Partendo da una lettura critica di Vitruvio e dalla conoscenza diretta delle antichità, descrisse i 5 ordini ed il loro utilizzo nei diversi tipi di edifici e del rapporto armonico fra proporzioni e forme ornamentali. Questo primo trattato globale sull'architettura del rinascimento ebbe notevole inflluenza sugli artisti del tempo.
Nel terminare la facciata di S.Maria Novella per conto di Giovanni di Paolo Rucellai (terminata nel 1470) l'Alberti riesce a mascherare le epoche diverse delle due parti.
Per Cosimo Rucellai fece la casa e la loggia in via della Vigna. Essendo prevalentemente un teorico, ma mancandogli la pratica, dovette fare degli archetti alle estremità della loggia, essendogli avanzato spazio da ambe le parti, nel disegnare archi a tutto tondo.
Sempre per i Rucellai, fece in S.Pancrazio una cappella che si regge sugli architravi portanti, posati sopra due colonne e due pilastri, forando sopra il muro della chiesa, cosa difficile, ma sicura, che fa di questa una delle migliori opere dell'Alberti. Nel mezzo di questa cappella, fece un sepolcro di marmo, simile a quello di Cristo a Gerusalemme.
Per Ludovico Gonzaga fece il progetto della nuova tribuna e della cappella centrale della SS.Annunziata, abbattendo una precedente cappella quadrata. La nuova tribuna è circolare, circondata da 9 cappelle, con archi che poggiano sui pilastri antistanti. Questo dà un bell'effetto, visto di fronte, ma dai lati si ha l'impressione che gli archi cadano all'indietro.
Nel 1460 su commissione di Ludovico Gonzaga l'Alberti inizia la chiesa di S.Sebastiano, ma non la termina.
Nel 1470 Sempre per il Gonzaga l'Alberti progetta e inizia la chiesa di S.Andrea, che verrà completata da altri.
Morì a Roma il 20 aprile 1472

18 ) Mariotto Albertinelli
1474 - 1515
Figlio di Biagio di Bondo, battiloro e di Valeria di Biagio Rosani.
Fu protetto di Piero de' Medici e della moglie Alfonsina Orsini.
Nel 1494 entrò nella bottega di Cosimo Rosselli, dove conosce Piero di Cosimo e Frà Bartolomeo, col quale in seguito fece "compagnia", che sciolse per disparità di vedute sul Savonarola. Poichè l'Albertinelli non era bravo nel disegno come Frà Bartolomeo, si esercitava andando a copiare le antichità raccolte dai Medici. L'Albertinelli fece il ritratto di Alfonsina, madre di Lorenzo il Magnifico.
Di carattere molto vivace e grande amatore. Una volta, stanco di lambiccarsi il cervello dietro la pittura, decise di aprire un'osteria.
Era convinto che le pitture dovevano avere contemporaneamente rilievo, forza e dolcezza. Fece fare dei lumi in modo da potere illuminare il soggetto per raggiungere il massimo effetto di luminosità e di profondità.
Fu maestro di Giuliano Bugiardini, Franciabigio e di Innocenzo da Imola.

19 ) Fra' Bartolomeo
1475 - 1517
Bartolomeo di Paolo di Jacopo del Fattorino detto anche Bartolomeo o Baccio della Porta, perchè la famiglia abitava presso la Porta di S. Pier Gattolini, l'attuale Porta Romana.
Fu Benedetto da Maiano a metterlo nella bottega di Cosimo Rosselli.
Lasciato Cosimo Rosselli, si mise a studiare la pittura di Leonardo da Vinci con Mariotto Albertinelli.
Amava dipingere dal vero e si fece fare un manichino, che vestiva secondo le circostanze.
Suoi discepoli furono Frà Paolino, che ereditò le sue cose; Gabriele Rustici, figlio di Girolamo, Giovanni Cianfanini e Cecchino del Frate.


20 ) Jacopo dell' Indaco
Jacopo di Lazzaro Torni.
Figlio di Lazzaro, fornaio, fu a bottega del Ghirlandaio con Michelangelo.
Gli piaceva più la bella vita che il lavoro. Michelangelo lo teneva spesso con sè perchè era un piacevole chiacchierone. Una sera che erano a cena insieme, Michelngelo, non potendone più, lo mandò a comprare dei fichi e sprangò la porta. Quando l'Indaco tornò, indispettito, gli spiaccicò i fichi sulla porta. Ci vollero mesi per fare la pace.
Forse gli si possono attribuire la Dialettica nell'aula Borgia in Vaticano e, nella sala con le Storie di Maria e di Cristo, le Arti Liberali e L'Adorazione dei Magi.
Morì in Spagna a 68 anni.

FINE


  ALLA PAGINA PRECEDENTE

Ritorno a Cronologia di Città e Personaggi

Ritorno a Cronologia