Cronologia -ber/1350

IL CLIMA E LA  PREPARAZIONE DELLA
"DISCESA IN CAMPO"

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(Corriere d.S. 28.2.'94)


16 DICEMBRE 1992

IL CLIMA CHE SI STA FORMANDO
(Prima della nascita di "Forza Italia")

Un partito che nella storia d'Italia, il futuro lettore non vi troverà nessuna radice ideologica. Scoprirà che non è nato autonomamente da cittadini colpiti da un profondo malessere della società. Non è avvenuta la  gestazione dentro un processo culturale collettivo. Non é nato da idee rivoluzionarie o conservatrici, né è guidato da un "pensatore" di dichiarata fede politica o in funzione d'ideologie compiutamente definite. Solo portavoce di un gruppo d'interesse, questo sì molto ben definito: un personale "Partito azienda" fatto nascere in una circostanza particolare e contingente. Impossibile volerne ricercare la genesi in un classico e tradizionale testo di Storia delle Dottrine Politiche. Anche se possiamo aggiungere d'ora in avanti nei testi (di Sociologia però) che possono, i "Partiti" (non una Dottrina) anche nascere così: per la necessità e il bisogno di un singolo. 
Ed è liberismo anche questo! Questo sia chiaro! Piaccia o non piaccia.

E' vero ci sono dei  paradossi in certi discorsi, dove si predica contemporaneamente due ideologie:
 Il Liberalismo  e il Moderatismo. Due cose queste che non sono per nulla coincidenti.
Il liberalismo vuole (da sempre) liberarsi dalla statualità, dal peso dello Stato nell'economia, dai lacci.
Il moderatismo  (da sempre) è lo storico orientamento dei conservatori che guardano allo Stato protettore.

Se si vogliono liberalizzare perfino le professioni ricordiamo che sono proprio queste la più alta espressione del conservatorismo.
Ci si vuole aggregare a dei secessionisti, e questi sono la più forte espressione dell'antistatalismo e nello stesso tempo allearsi con la Destra che ha sempre avuto  una forte ideologia nazionalista e centralista.
Se lo si fa per prendere solo voti,  se si vince, entrambe le due ideologie non potranno mai coabitare.

Insomma un groviglio di ideologie storiche con tanta  incoerenza messa insieme. Non una scelta netta, che potrebbero fare invece solo i leader; anche se sappiamo che alla fine "la gente fa poi quello che vuole" con qualsiasi leader.
Mussolini ebbe un 25 luglio perchè aveva perso, ma Churchill ebbe il suo 25 luglio pur vincendo!

Ma anche gli oppositori ultimamente non è che  hanno fatto una scelta netta. Chiacchierano! Credono di essere al 1913, alle Settimane Rosse, e quasi emergono gli stessi contrasti di Livorno 1921, 1947-'48
E paradosso dei paradossi le nuove compagini emergenti non hanno nemmeno un' idea; da bravi asini di Buridano spesso chiedono agli elettori  italiani se si devono schierare con uno o con l'altro polo. Loro non lo sanno! O al limite si affidano a un sondaggio, e scelgono la coalizione che risulta favorita nella teorica statistica.
Non c'è da meravigliarsi se ogni tanto poi "il popolo fa quello che vuole".
"Basta un titolo su un giornale e ti ritrovi nella polvere in 24ore" (Mussolini).

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LA PREMESSA

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16 dicembre 1992, da L'indipendente

"Il segretario del Garofano ha ricevuto lunedì notte un avviso di garanzia per corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Lo inchiodano le testimonianze di Chiesa, Lodigiani e Ligresti. Lui reagisce parlando di aggressione politica e lascia capire che non si dimetterà, ma ormai per l'ex uomo forte del Partito socialista é cominciato il conto alla rovescia".
All'occhiello, di Vittorio Feltri "La notizia poi gli applausi" (vedi anno 1992, vedi mese dicembre per il testo - poi ritorna con il back)

L'11 FEBBRAIO  '93, Bettino Craxi lascia la segreteria del PSI. Gli subentra GIORGIO BENVENUTO. Resiste quattro mesi, il 28 maggio é sostituito da OTTAVIANO DEL TURCO.
Il 25 FEBBRAIO è la volta delle dimissioni del segretario del PRI Giorgio LA MALFA, coinvolto pure lui a Tangentopoli. Il 15 ottobre viene chiesta alla Camera  l'autorizzazione  a procedere  contro di lui e contro l'ex ministro repubblicano ADOLFO BATTAGLIA.
Il 29 MARZO tocca a  CARLO VIZZINI  lasciare il PSDI sostituito da ENRICO FERRI.

Il clima a Milano é pesante e torrido, e raggiunge Roma dove stanno sciogliendosi come neve al sole i partiti storici: il PSI, la DC, il PRI, il PSDI; investiti i dirigenti da una montagna di avvisi di garanzia.  Si sta dunque creando il vuoto politico, con allo sbando milioni di elettori. Ideologie che vanno a rotoli, con punti di riferimento alternativi nessuno, salvo i comunisti, i meno colpiti, ma comunque anche loro con qualche esponente del partito in manette, che provoca però un dissidio tra i magistrati del Pool sulle tangenti del PDS. Dissidio che poi sfocerà in una polemica presa di posizione del giudice Tiziana Parenti, titolare dell'inchiesta sul Pds,  ma poi esclusa - con varie motivazioni -  in veste di PM nella decisione del Tribunale della Libertà sulla scarcerazione (concessa, esautorandola)  di  Primo Greganti.

Alla Camera CRAXI ha affermato che le tangenti sono una sciocchezza e se chi le ha prese va condannato, bisognerebbe condannare l'intero Parlamento. "Un grave errore quello di alzarsi alla Camera e pronunciare questo discorso" commenta Vittorio Feltri." (vedi  articolo dello stesso anno già citato sopra)


16 GENNAIO 1993

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(da Il Mattino, 16.1.1993)

"Allarme"  Tangentopoli anche dentro l'azienda di BERLUSCONI  per la corruzione della Guardia di Finanza con tangenti pagate da quattro società del gruppo. Il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo, si auto accusa dichiarando che era lui che aveva autorizzato gli anomali  pagamenti.  Ma nelle indagine che poi seguiranno  gli inquirenti non crederanno alla sua versione, non la riterranno  attendibile e rovesceranno la posizione; cioè   che il fratello non poteva essere all'oscuro dei gravi fatti  che  si addebitano alle quattro società coinvolte,  perché - questo il  giudizio espresso - l'onnipresente Silvio Berlusconi era lui al vertice delle quattro società, mentre il fratello era una figura marginale e comunque non con quell'autorità da poter decidere e disporre di somme considerevoli come quelle date nell'illegalità

(Silvio Berlusconi,  dopo le elezioni politiche del '94 che vincerà con Forza Italia alleata alla Lega di Bossi e la Destra di Fini, formerà il governo e assumerà la carica di  Presidente del Consiglio. Poi,   mentre  a  novembre  faceva gli onori di casa a Napoli al summit mondiale  proprio sulla criminalità  organizzata, riceverà il tanto discusso avviso di garanzia. (detto anche il "golpe di Napoli"). Dimissionario dopo un mese con la caduta del suo governo, Berlusconi andrà poi sotto processo per i fatti riportati sopra, che in due anni e sette mesi sarà costellato da polemiche e colpi di scena a ripetizione e si concluderà il  7 luglio del 1998.

Polemiche le reazioni di Berlusconi: "Si usa l'arma dei processi politici per eliminare l'opposizione democratica, non si è più in una democrazia, si è in un regime".
Gli avversari non la pensano invece così: "Il processo e gli addebiti sono avvenuti prima della sua "discesa in campo" e sono reati che vanno perseguiti come si fa con  un qualsiasi cittadino,  quindi nessuna immunità, tanto meno la si deve interpretare come una persecuzione politica").


(Parentesi)

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Andiamo per un attimo fuori "campo" ma "in campo"
Campionati del mondo di calcio - Sono in programma per il giugno 1994
Televisioni, mass media, e operatori, preparano i programmi e le strategie del business per il grande evento. Nascono quindi progetti vari per essere così  pronti all'appuntamento.
La foto che vediamo sopra  sono i tifosi dei precedenti mondiali dove lo slogan era il più ovvio e il più consueto:  "Forza Italia";  così come lo erano i vestiti che indossavano  cioè "Azzurri".

Apparentemente hanno un singolare legame (di opportunità manageriale) con la nascita del nuovo gruppo politico di Forza Italia. Lo vedremo più avanti perché.


Il 19 OTTOBRE 1993 (le prime indiscrezioni)

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  Berlusconi rilascia un'intervista a Epoca, dove per la prima volta parla di un Club  Forza Italia, anzi parla di una associazione nazionale di club nelle varie città italiane, ma accenna essere queste a carattere sportivo (almeno cosi dicono anche le sedi della FININVEST) , poi  successivamente afferma in questa intervista che sono nati per "suscitare nella gente una partecipazione all'impegno civile e politico".


18 NOVEMBRE 1993

 

Il Corriere della Sera, legge, e si mobilita. Vuole conoscere di che cosa si tratta. Il primo passo é chiedere ulteriori particolari  a UGO MAGNI che ha fatto il servizio su Epoca,  ma va a vuoto: "Non ne so niente, buongiorno".
Camillo Arcuri, Matteo Bandiere, Paolo Coltro e Michele Farina i quattro giornalisti della testata milanese vogliono scoprirlo. Il 18 Novembre nel "Supplemento Sette" ( n.46) curano il servizio, che in effetti è una vera e propria peregrinazione in giro per l'Italia, a Milano, Venezia, Genova, Bologna e altre città,  per cercare di entrare dentro in uno dei club  apparsi nel servizio e che Berlusconi ha citato. Si battono varie strade, si chiede qualcosa in giro soprattutto dentro le varie società della FININVEST, in quelle di marketing, in quelle  finanziarie, giornalistiche, mediali, di pubblicità del gruppo; inutilmente.

Titolano il servizio
"I club del mistero li abbiamo cercati ma non li abbiamo trovati"

Primo approccio al leader. "Il partito?"  
Berlusconi nega: "L'ho detto venti volte che non voglio farlo".

Alla FININVEST milanese non sanno niente dei club di Berlusconi, "Forza Italia? Forse un'iniziativa dei tifosi del Milan" affermano "ne sono coinvolti forse quelli di Publitalia, parlate con loro". A Venezia si cade dalle nuvole "Ma quali club, non ne sappiamo niente". - A Genova:   "Non è assolutamente vero che Berlusconi voglia mettere su un partito. Per i club si rivolga a Programma Italia".
Ma quelli di Programma Italia a Mestre invece rispondono "La nostra struttura non si occuperà dei club di Forza Italia". - Ma non molto lontano, a Padova, PAOLO COLTRO sente un'altra campana. Qui  un funzionario la racconta in maniera diversa e questa volta è molto chiaro e non ci sono più dubbi: " Non mi sono mai occupato di politica, ma adesso è giunto il momento di muoversi" poi manda giù qualche invettiva contro la Lega e il Pds  e conclude "per fortuna arriva il partito di Berlusconi".-  Allora il Partito c'è. Ma dov'è? Dove si nasconde? Sta nascendo un nuovo Mazzini?

MATTEO BANDIERA, l'altro giornalista, su segnalazioni varie, va a Milano, in Via Isonzo 25, dove viene  segnalata  con smentite e da mezze conferme la sede centrale  di Forza Italia.  Qualcuno gli ha riferito: "E' lì che  c'è la mente dei clubs. Ed é  Gianni Pilo, il direttore marketing delle reti Fininvest". -  Dai dirigenti inavvicinabili non esce nulla, ma dai portieri viene a sapere che da tre mesi Pilo   ha lasciato perdere i programmi e si è messo a vendere il Capo in versione Ross Perot. Fa indagini di mercato, sondaggi telefonici ecc. del tipo: "Le piacerebbe vedere Berlusconi Sindaco di Milano, o meglio ancora Primo Ministro?"
Ma il suo Capo ha già  in anticipo la risposta, ha commissionato a una società demoscopica francese un'indagine mirata a conoscere l'elettorato potenziale qualora scendesse in campo con un partito guidato personalmente.

Nessuno riceve Bandiera; gli spiegano:   "è difficile, sono tirati, lavorano molto, ultimamente fanno notte in ufficio. Provi a telefonare alla Diakron". Ma allora vuol dire Fininvest? "Qui - afferma il portiere - è tutto Fininvest"

Tentativo telefonico: "Qui Diakron, Forza Italia? Non è qui, non ne sappiamo niente. I giornali hanno sbagliato e il portiere pure, gli avrà dato un numero a caso".
Non resta che andare da URBANI, il fondatore dell'Associazione del Buon Governo di cui parla Berlusconi nell'intervista su Epoca. Qui finalmente una segretaria è già più   disponibile a ricevere  il giornalista  MATTEO BANDIERA che laureando in scienze politiche, le parla non da profano, ma gli illustra un  credo liberal-democratico, e chiede di poter   entrare nell'Associazione dopo aver letto quell'invito  fatto  da Berlusconi:  "Partecipazione all'impegno civile e politico, possibilità a chi lo desidera, di interessarsi, magari per la prima volta, ai problemi della polis".
(Riflessione del giornalista: Polis é appunto quella struttura politica dell'antica civiltà greca caratterizzata dalla partecipazione di tutti i cittadini al governo della città. Qui invece sembra che si faccia  molta difficoltà se uno ha intenzione a partecipare).

Risposta "Se proprio insiste ne parlerò a Urbani. Cercherò di procurarle un abboccamento. Ma prima mi faccia avere un suo curriculum e una lettera"

Lettera? Di che tipo? E a chi? - "Scriva chi è lei, cosa fa e qual è la molla che ha fatto scattare il suo interesse all'iniziativa, poi  la indirizzi  a:  Silvio Berlusconi, Fininvest, Palazzo Donatello, Milano 2 Segrate".

Adesso è tutto chiaro. Dopo i tanti giri dell'oca, si è arrivati, se non altro all'indirizzo; di quella  persona che ha detto venti volte che un partito "non vuole  farlo e che sta organizzando solo una associazione di club" ma intanto però a quanto sembra  fa la selezione dei candidati.
Di club sportivi di certo non si tratta, visto il mistero che li circonda e le difficoltà per entrarci. Per entrare negli ultrà del Milan mica ti chiedono se hai la laurea, il curriculum, e quali sono state le precedenti esperienze politiche e quali delusioni avute.
Insomma concludono i quattro giornalisti, per entrare ci vuole l'"abboccamento" giusto, e il "curriculum" dev'essere indubbiamente gradito al Grande Capo.

Sembrerebbe che selezionare la classe dirigente della futura azienda Italia sia un po' come selezionare le domande di assunzione del personale di un'azienda qualunque. Ma chi seleziona chi? Non bastava come ha detto Berlusconi. "essere interessati ai problemi della polis?"

Alla Repubblica, Eugenio Scalfari, legge e insinua "Una lobby? La base di un partito aziendale da cui si sprigiona ha l'odore del "Grande Fratello.

E' la prima frase di moltissime  altre che di lì a poco invaderanno le pagine di quotidiani e settimanali degli avversari, che iniziano     una feroce campagna anti-Berlusconi. (La leggeremo più avanti  in   "Bravi sociologi. Avete sbagliato tutto"


18 NOVEMBRE 1993

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L'ISPIRATORE DEL MOVIMENTO
"Caro Silvio, vai avanti"
Francesco Alberoni

L'idea del nuovo movimento qualcuno lo ha indicato in Francesco Alberoni, suggeritore anche dei club di Forza Italia attraverso i quali il potente suo editore si propone  di  "orientare persone per bene a occuparsi di politica". -  Myriam de Cesco lo intervista dopo l'inchiesta sopra, fatta dai quattro giornalisti. Alberoni ammette "Può darsi che Berlusconi si sia ispirato a ciò che scrivo.... I Valori esistono nella borghesia come nel proletariato. ("Valori" è appunto il titolo dell'ultima opera di Alberoni, ndr). La spallata é stata potente... Adesso é il momento di ricostruire... nessuno può chiamarsi fuori...  Berlusconi ha tutti i diritti di fare quello che sta facendo.... il diritto di farsi carico del destino del suo Paese.... Deve nascere una nuova classe dirigente" (da Sette, Corriere della sera, 18.11.1993)


18 NOVEMBRE 1993

INTANTO SE NE PARLA
escono i sondaggi
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Escono i sondaggi. La SWG di Trieste indica che il neo partito di Berlusconi  potrebbe prendere il 13% dei voti, pescati da un elettorato piuttosto frazionato (un misto di ideologie, che è allo sbando, ndr.)
Raccoglierebbe consensi nell'area di centro, nella destra e dentro il partito di Bossi, quello  chiamato della "protesta" e dove c'è un po' di tutto.  Sono dunque queste   le maggiori forze del suo elettorato virtuale: i leghisti, gli orfani della DC, i laici,  una bella fetta di missini, e una buona metà dei socialisti.
Curiosa la fetta proveniente dai socialisti  in quell'8% (che è la metà dei   voti che prendeva prima  il  PSI). Cioè  il 50% di chi votava Craxi   non lo voterebbe più ma darebbe la sua preferenza ora a Berlusconi.. Un quinto quelli della DC, e un ottavo sono della  Lega.
Non mancano i laici e i verdi. Unici assenti, ovviamente, i partiti della sinistra PDS e RC, che però non sono immuni da contrasti interni. Il 27 giugno  c'è il cambio nella segreteria a Rifondazione  Comunista con FAUSTO BERTINOTTI, mentre dentro il PCI  di Occhetto il dissidio è latente, ed esploderà a elezioni perse con il cambio alla segreteria il 1� luglio del 1994, dove é già dato vincente WALTER VELTRONI, ma a prendersi la poltrona sarà invece   MASSIMO D'ALEMA.


18 NOVEMBRE 1993

 

Alla domanda "Se Berlusconi fondasse un partito lei lo voterebbe" hanno risposto il 70% no, il 17 non sa o non risponde, il 13 lo voterebbe.

VECCHIO ED ELEMENTARE
CONTRARIAMENTE ALL'IDEA CHE CI SI E' FATTA

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La sorpresa nel sondaggio è appunto la composizione dell'elettorato. L'idea che ci si era fatta era quella di un partito giovane, dinamico, con un livello d'istruzione alto, e invece  quasi la metà dell'elettorato é sopra i 55 anni, mentre la fascia del livello istruzione universitario è solo del 5,3%, quella di media superiore tocca appena il 15,3%. La parte del  leone la fanno quelli che hanno le elementari e le medie inferiori  che sfiora addirittura l'80 per cento, il 79,4 per l'esattezza.

I titoli dei due specchietti non lasciano dubbi, un Partito che oltre non avere nessuna ideologia è NATO VECCHIO ed  é  un Partito "ELEMENTARE".
Il mondo del lavoro in Italia,  lo ricordiamo ha   il 28,2%  di imprenditori autonomi e il 71,8% come operai e impiegati dipendenti.

(in precedenza era stato fatto lo stesso sondaggio nei confronti della Lega di Bossi. Pur questa da molti considerato il suo elettorato "rozzo", aveva le stesse percentuali di Forza Italia,  che solo apparentemente (così è presentato dai suoi media) sembra essere un movimento giovane di fascia economica alta e con più istruzione.


18 NOVEMBRE 1993

 

La curiosità dei quattro giornalisti del Corriere non si ferma qui. Hanno scoperto qualcosa. Dopo il tam tam di alcuni personaggi che si sono dati appuntamento ad Arcore  in una cena informale dove si è discusso il programma politico in gran segreto ma non troppo, e hanno le prime confidenze . La notizia é  pure arrivata, ma solo brevemente accennata in TV. Mentana a canale 5 interrogato ha liquidato la questione con  "Il Movimento di Berlusconi?  penso che sia una prova tecnica di fiancheggiamento politico".

Ad Arcore il Cavaliere ha incontrato i fedelissimi, quelli scelti   nelle  sedi  delle varie società  Fininvest, come a Padova (di cui abbiamo già letto sopra l' entusiasmo e le attese), come Cavallo a Genova, e altri che dopo l'"abboccamento" hanno superato con il "curriculum" anche la  selezione davanti al Grande Capo.

Fra i tanti,  alla cena informale c'è anche  un gruppo di democristiani capeggiati da Roberto Formigoni. A tutti, il padrone di casa,  ha fatto un discorso molto semplice e conciso, determinato,  con  tutta la strategia del piano già stabilita nei minimi dettagli.

Possiamo immaginare il preambolo. E' forse una  panoramica di questi ultimi mesi, settimane, giorni,  con le ore che scorrono una dietro l'altra con la domanda "domani a chi toccherà?". Quale coperchio vero, falso, o inventato si aprirà. Berlusconi fa il realista, è il primo indubbiamente a capire che il panorama politico italiano entro poche settimane cambierà totalmente.  Il primo a capire che gli effetti dirompenti dello "spettacolo" che si sta rappresentando, nelle aule di giustizia, sulla stampa, ora perfino in televisione   col processo CUSANI,  -  trasformatosi in un "processo simbolo" e dove sta sfilando tutto il gota politico e imprenditoriale del Paese  - è psicologicamente devastante per tutti.

Devastante lo è per i cittadini che si sentono non solo rapinati  di denaro da certi ceffi  (questo lo sapevano già da un pezzo)  ma si sentono defraudati da quel po' di  fiducia e  briciole di carisma che avevano dato o riposto nei loro leader, alcuni dall'aria onesta con atteggiamenti curiale, altri più effervescenti e beat, altri  con un palese cesarismo, e altri ancora con anonime facce, ma con i  puffi. ripieni di miliardi in contanti,  ricevuti in cambio di intrallazzi, e  non per lo scambio di vacche al mercato, ma di medicinali fasulli o addirittura letali. Un pugno allo stomaco per tutti, questa volta, ricchi e poveri , intelligenti e tonti, tutti   accomunati.   Nemmeno un Pirandello, un Kafka o un Dostoevskij messi insieme  avrebbero potuto immaginare un'opera  così  buffa, di così alta negatività nei rapporti   umani,  e così diabolica e tragica, visti  i drammatici suicidi,  o - si insinua da più parti - non proprio molto chiari.

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Molti  esultano, altri  godono con il linciaggio demagogico perfino sui morti ("La folla fischia la bara di Cagliari" vedi sopra) altri ancora invece seguono con indignazione e tanta  pietà  i loro ex   beniamini sui teleschermi, con la bava alla bocca a dire bugie o sfacciatamente  a negare pateticamente le loro malefatte davanti a milioni di spettatori. Segretari di prestigiosi partiti, ex ministri, ex capi di governo danno lo spettacolo della loro mediocrità  di cui molti italiani  ignoravano essere così tanta, abbondantemente così diffusa.

Poi ci sono altri, molto di  più di quelli che ci si poteva  immaginare, che sapevano ma stavano zitti, perché a loro, dal più piccolo al più grande, dal più debole al più forte, quel "sistema" andava bene così. Alcuni ci si sono arricchiti, e tanti;  i parassiti più o meno consapevoli  ci hanno vivacchiato con quel sistema, eppure  li troviamo ora a fare prediche moralistiche.

Fu così  il 25 luglio, l'8 settembre, il 25 aprile. Uguale! Tutti con una volontà di rimozione, di capovolgimento della verità, tutti a scrivere e a fare un gran vociare, eliminando così colpe e memorie scomode, con la cattiva coscienza, cercando spesso delle equivoche (e anche ridicole) giustificazioni, o addirittura a sentenziare, io lo dicevo, io l'avevo detto, io lo sapevo, togliendosi così  il letame che ha appiccicato addosso e buttandolo  contro gli  altri, quelli che prima erano i suoi   benefattori.  Una gara questa fatta con chi di spazzatura  ne buttava di più. Subito prendendo le distanze dai "vecchi amici" in disgrazia con cui prima facevano "bisboccia" e "affari" e le gare di "servilismo".

Anche le scelte drammatiche come i suicidi, che avevano le loro dolorose ragioni, si iniziarono a strumentalizzare per colpire le inchieste, fermarle, per attaccare il pool,   rendergli difficile il lavoro, possibilmente criminalizzarlo.

Esultano, godono, irridono, compiangono, falsi garantisti e cittadini;  ma sanno tutti che stanno assistendo ad un altro 25 luglio, a un altro 8 settembre, a un altro 25 aprile, e che ci vorranno forse più di dieci anni prima  di uscire fuori da questo sfascio; dal pantano dove sembra che tutti si siano cacciati dentro.   Allora,  nelle piazze, negli uffici, nelle caserme,  tutti a giurare che non erano mai stati  fascisti. Mentre ora,  qui,  e  non solo nelle aule giudiziarie,  tutti   a giurare che non hanno mai preso una lira, avuto un beneficio di sorta, e che se li hanno presi -  i politici dicono -  era per mantenere la democrazia;  gli imprenditori  per lavorare;  tutti gli altri per avere un posto per campare. Facciamo dunque la somma:  erano tutti innocenti!
Persino i repubblicani, così piccoli e severi,  sono caduti nel fango. Persino la Lega afferma di non aver "preso" nulla,   ma poi si scopre che ha messo il cappello per terra e ha aspettato l'obolo per  non dover vedere in faccia il disprezzato (con la demagogia) benefattore.

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Devastante per i cittadini, ma devastante psicologicamente anche per molti personaggi coinvolti. Alcuni giunti al capolinea (colpevoli o presunti colpevoli e perfino del tutto  innocenti e senza attendere gli sviluppi) non hanno avuto tutta quella freddezza e autorevolezza sempre in passato dimostrata e ostentata  nella loro professione. Sono, infatti, molto tragiche le uscita di scena di certi personaggi coinvolti; fra cui noti e importanti imprenditori, che, nell'angosciante solitudine interiore e nello sconforto profondo, pur così pieni di vita  e con tante  sicurezze,  sono ricorsi al suicidio sia fuori che dentro il carcere;  perfino con metodi e mezzi umilianti, non essendo capaci di essere in sintonia con la realtà che non é solo "mercato", é qualche volta scomoda, spesso dura, ma mai fino al punto tale da dover rinunciare alla vita per un "bene" materiale. Un'offesa a tutti coloro che sono  malati o in miseria e lottano ogni ora del giorno nel combattere  la propria   battaglia per un solo prezioso "bene": la vita.

Ad afferrare questa situazione, é Berlusconi. Non poteva essere un altro soggetto. Compare lui, il maggior imprenditore televisivo. Lui lo abbiamo già descritto in un altra sede, è   il geniale e dinamico incantatore di quella che è diventata  la "fabbrica",  "che ha il fascino primordiale della stupidità" (cito Bocca, ndr) e che per crescere ha avuto bisogno di un conoscitore di psicologia popolare. E Berlusconi su questa dimostrò di essere un vero maestro quando iniziò a guidare questa  fabbrica dei sogni. Un maestro d'istinto. Non per nulla ama Erasmo da Rotterdam e il suo Elogio alla follia. Giorgio Bocca  scriverà dopo un incontro con lui:  "Non ho mai sentito uno mentire in modo più innocente e convinto". - Ma per fare televisione, dove tutto é finto, questa è la "virtù" che ci vuole. Innocenza e convinzione, o meglio la convinzione d'essere innocente. E dato che siamo tutti colpevoli, chi poco chi tanto (lo dice anche il Vangelo - ricordiamoci  la pietra da scagliare), identificarci in un innocente vero o finto è quello che desideriamo un po' tutti.
Poi c'era il suo ottimismo, il suo viso esuberante, vivace, allegro,  in uno scenario che stava diventando  piuttosto tetro e anche pietoso.

Nel riesaminare tutti gli eventi di questo periodo, seguirli passo passo fino ad oggi, andare e venire, indietro e avanti,  e poi ancora indietro, a guardare, a esaminare alcuni fatti, la stampa, gli eccessi di demonizzazione degli opinion leader, con il senno del poi, Berlusconi non poteva che comportarsi così e poi vincere. Se siamo obiettivi e ci mettiamo nei suoi panni, senza pregiudizi di qualsiasi genere,  se avessimo avuto le stesse sue preoccupazioni -che non erano poche ma ben simulate  -  per difendere il proprio patrimonio (come vedremo alla vigilia della sua discesa in campo), e possedere la sua stessa determinazione nell'agire, attaccando prima di essere attaccato, anche noi ci saremmo comportati allo stesso modo.

E di attacchi ne riceverà molti, moltissimi, ma per effetto underdog, l'effetto di quella campagna anti-berlusconi che si scatenò subito dopo, paradossalmente lo ha aiutato. (ne riparleremo più avanti e dimostreremo come "i bravi sociologi sbagliarono tutto" e con loro anche i politici, quelli ancora attaccati alla vecchia propaganda ideologica.

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Mazzini il carbonaro fondò la Giovane Italia all'Estero in clandestinità

Mentre qui prosaicamente la nuova "Giovane  Italia"  nasce tra polenta e zucchine.

Berlusconi alla cena informale ad Arcore (e ne seguirono poi altre in giro per l'Italia - quella con Miglio era a base di polenta e salcicce - Sette, Corriere della Sera, 18 nov, 1993) disse pressappoco così, come ci riferiscono i quattro giornalisti già citati sopra, dopo aver sentito chi era  presente:   "Io sono un imprenditore e ho bisogno di un panorama politico sereno. Poiché non c'è, io metto a disposizione del Paese la mia capacità di leggere la realtà. Oltre che aver fatto fare una indagini a una società demoscopica francese, io ho capito (corsivo, ndr) che questo Paese sta andando a sinistra. In caso di elezioni la sinistra otterrebbe il 42 per cento dei voti"...."Se vince la sinistra le mie aziende perdono automaticamente il 30 per cento".(Molto di più, B. ha dimenticato le Banche, che come a Gardini, potrebbero subito chiedere  i rientri entro 24 ore. ndr.)."Quindi non mi resta che buttarmi in politica". 
Formigoni chiese  "Con un partito?".   " No, si tratta solo di movimentare l'area di centro, stimolare il dibattito, di lanciare lo slogan Forza Italia, magari  con qualche sistema che tenga conto dei tempi moderni. Come per esempio il merchandising: bandiere, distintivi, cravatte, ombrelli, cappelli, magliette, con su scritto solo Club Forza Italia. Se poi non si fa  questo Centro, nessun problema, colori, stemma, club, scritte, bandiere, slogan, l'azzurro  e tutto il resto,   ricicliamo tutto per i Mondiali di Calcio che sono alle porte, non sprecheremo proprio nulla".

Ma ci vuole anche un leader - azzarda un presente. "Certo, ma non ne vedo in giro. Martinazzoli? E' tristissimo. La Bindi? poche ragazze giovani s'identificherebbero in lei. Ne ho incontrati altri, quelli di Segni, quelli della Lega, ho visto poi dei socialisti.   Mi sembrano molti fiacchi e altri persino sgradevoli".
Un altro presente si azzarda a dire, perché non lo fa lei signor Berlusconi il leader? - "Io non sarò questo leader.  L'ho già detto e lo ripeto: io non sarò questo leader . Ma se fossi un giovane democristiano come voi, andrei di corsa da Berlusconi, in processione, e gli chiederei: sii il nostro leader". (!!! gli esclamativi, ndr)
E quale sarà il programma? - incalza un altro presente.   "Io ho solo linee progettuali, perché non voglio scontentare nessuno. Quando sarò Presidente farò il programma".

E gli elettori dove li peschiamo? Chiesero tutti in coro i presenti alla cena. Il padrone di casa   spiega loro che spera molto negli iscritti ai Milan Club e in tutte le donne che seguono le telenovelas, tra le quali Berlusconi e tutto ciò che è targato Fininvest sono molto popolari." (ecco forse la spiegazione della tabella "Vecchi ed Elementari"; un pubblico-elettorato, casalingo, fatto di soprattutto di donne e di pensionati teledipendenti)

Su quello che dice, su come pensa di organizzare il suo movimento le idee sono chiare. Nella situazione descritta sopra e che presto troverà conferma nelle prossime elezioni comunali nelle grandi città - come vedremo più avanti - vi è costretto. Moderati disuniti (e con un sistema maggioritario) significa sinistra vincente. E con una sinistra al potere la sua vita sa che diventerebbe durissima. Gli porterebbero via le televisioni e gli negherebbero i crediti bancari per le altre tante numerose attività. Attività che a fine anno ammontano a circa 12 mila   miliardi di fatturato.


28 OTTOBRE 1993

 

PROCESSO CUSANI - UN CLIMA PESANTE SULLA POLITICA ITALIANA

Il 28 ottobre si apre il processo CUSANI, il primo grande processo di Tangentopoli. Alla sbarra il finanziere ex consulente di Raul Gardini con l'accusa di concorso in falso in bilancio e finanziamento illegale dei partiti. Accuse  in relazione alla maxitangente Enimont di 150 o 500 miliardi. E' il cosiddetto grande processo di "Mani Pulite"  che diventa lo "spettacolo" più seguito dagli italiani alla Tv  nelle loro case, con  protagonista uno sconosciuto pubblico ministero: ANTONIO DI PIETRO che ne diventa il mattatore, il simbolo della pulizia, l'eroe castigatore a cui molti cittadini  s'identificano.

  A parte tutte le altre verità scomode che emergeranno nel  corso del processo, quello che nell'immaginario collettivo ha più colpito e indignato il cittadino italiano in questo periodo è l'arresto avvenuto pochi giorni prima (30 settembre) di Duilio Poggiolini direttore generale del Servizio farmaceutico nazionale accusato di aver preso tangenti dalle farmaceutiche. (Gli italiani al sondaggio di fine anno lo hanno messo al primo posto come il personaggio più negativo dell'economia nazionale;  prende più lui voti - il 54,5% - che tutti gli altri messi insieme). Nella sua casa é stato scoperto  un vero e proprio tesoro in oro gioielli e denaro (dentro i puffi del salotto) pari a 200 miliardi di lire.

"Se un anonimo direttore è arrivato a tanto, dove saranno arrivati gli altri, i potenti?" - Questa é la domanda che ogni italiano va facendosi anche da solo. E le risposte quasi immedesimandosi nell'irruenza dibattimentale di  Di Pietro, le cerca proprio in quello spettacolo,   in quell' azione purificatrice di massa,  che viene offerto all'ora di cena. Sembra una liberazione catartica per tutti. Compresi i protagonisti, quando (lo riportano i giornali) fanno la fila alla procura di Milano per incontrare i magistrati e liberarsi dall'opprimente cappa che li avvolge, per attenuare l'angoscia della temuta attesa di  finire da un momento all'altro in manette.

Il 20 luglio  si era già suicidato nel carcere di san Vittore  Gabriele Cagliari, ex presidente dell'Eni, tre giorni dopo con un colpo di pistola alla tempia si suicida  Raul Gardini, uno degli uomini di maggior spicco della finanza italiana. Qualche settimana  prima  il suicidio di Sergio Castellari ex direttore del ministero delle partecipazioni statali, e poco prima era morto d'infarto Franco Piga il ministro delle partecipazioni statali. In carcere,  altri personaggi di grosso calibro  che  sfilano in manette, mentre altri iniziano davanti ai magistrati a fare i nomi, a scoprire il coperchio del grande calderone della corruzione, ma che  alcuni mettendo le mani in avanti chiamano  estorsione, concussione, dazione ambientale, "una prassi consolidata". Confesserà pubblicamente un imputato "Per avere qualcosa, voti o appalti,   si pagava di giorno di notte, in cielo in terra, dentro o fuori e in ogni luogo".
Parlano i vari Sama, Nobili, Garofano, Larini, e tanti altri, e nello stesso tempo una raffica di  avvisi di garanzia a personaggi politici di primissimo piano; dopo Craxi, sfilano Bossi, Pomicino, Vizzini, La Malfa, Forlani, Prandini, e tanti altri come indagati, oppure a conoscenza dei fatti e altri ancora  come testimoni.

Al 31 dicembre 1993 si contavano 3100 avvisi di garanzia, di cui 158 parlamentari (119 deputati, e 39 senatori)  con la DC al primo posto con 75 inquisiti contro i 53 del PSI.  2100 gli imprenditori e i manager pubblici e privati coinvolti. a vario titolo.


22 NOVEMBRE 1993

 

Le elezioni comunali.
Il primo test in piena bufera Tangentopoli

E le prime grandi sorprese.

Clima di grande attesa e molta ansia  il 21 novembre  in alcune grandi città per le elezioni comunali. Nelle sedi dei partiti c'è aria come nelle elezioni del '48.  Tutti le aspettano come  la  cartina tornasole dello scenario politico che è quasi tutto travolto o impantanato  nella grande bufera di Tangentopoli;  che non è finita, anzi è in pieno corso, perfino spettacolare anche se sta tingendosi di "giallo", poi in un drammatico luttuoso "nero" con i vari funerali di alcuni protagonisti.  Il processo Cusani è iniziato il  28 ottobre,  e sta riempiendo le pagine dei  giornali. Ogni ora un colpo di scena,  e chissà, pensano molti,  quanti ancora ne verranno, quanto  ancora durerà quella che é considerata "la pulizia" della Prima Repubblica. Una vera svolta del Paese ad angolo retto; prima vivace, poi  via via diventata sempre più drammatica, infine anche  tragica, ribaltamento di un sistema.

Un indagato che ha fatto un lungo soggiorno in carcere, al suo rilascio fa dichiarazioni allarmanti e inquietanti ai suoi colleghi ;  "I magistrati sanno tutto, hanno una documentazione  incredibile, con riscontri e incroci di conti bancari in Italia e all'estero.  Ti presentano un quadro probatorio che ti  fa decidere che è meglio dire subito la verità. Ai colleghi dico solo una cosa, tenete sempre pronto tutto il necessario per entrare da un momento all'altro a san Vittore. Ho l'impressione che  ne andranno dentro almeno 1000" (sbagliò in difetto, saranno molto di più, circa 3100).

Il primo risultato  alle elezioni arriva il 21 novembre.   Al primo turno è eletto a Palermo Leoluca Orlando della Rete. Mentre a contendersi la poltrona nel ballottaggio  nelle 5 maggiori città  (Roma, Napoli, Trieste, Genova, Venezia)  c'è uno scenario politico nuovo e ben definito: sinistra contro destra nelle prime tre città, mentre nel Nord Italia, a GE e VE,  sinistra contro leghisti.

Gli altri partiti storici, fino a pochi mesi prima indiscussi protagonisti sono in mille frammenti. Si assiste così a schieramenti impensabili, come a Trieste con una DC perfino alleata ai comunisti. (un precedente che farà subito scuola in seguito, spaccando la DC in destra e sinistra, che si chiamerà centro-destra e centro-sinistra perché forse  suona meglio foneticamente,  ma in effetti si tratta di un  destra-centro e un sinistra-centro,  perché di Centro poco ne è rimasto in giro, c'é ma si é nascosto, mimetizzato, frantumato. Molti si vergognano di dire che prima votavano quei soggetti che sono passati davanti alle telecamere. I lazzi si sprecano nei commenti: "...e questi erano i potenti? Poveretti!"".
FANFANI amareggiato é  lapidario "Sì, certo di colpe ne abbiamo, ed é quella di aver allevato della gente mediocre"

Qualcuno ha avuto il buon gusto di defilarsi, ma altri tornano alla ribalta con le facce di bronzo.
Spaccature, divorzi e "unioni" anche incestuosi non si contano nelle varie segreterie;  nel partito democristiano le separazioni, i divorzi, e i nuovi matrimoni sono i più insoliti. Ci sono gruppi che si spostano nella destra e altri che emigrano nella sinistra, parroci che parlano bene della Lega e parroci che con tanta amarezza si buttano nelle braccia dei verdi, o dei comunisti.  Perfino le monache si "tingono" di rosso. Clamoroso fu lo spoglio di un seggio in una città Veneta (!) dove la presenza di suore di un grande istituto, pari al 90% degli elettori del seggio, i comunisti presero il 60%, mentre negli anni d'oro di Rumor, nello stesso seggio, così molto particolare, non superavano l'1%.

Alcuni religiosi si sono sentiti quasi  scippati; ma forse hanno creduto troppo al partito, a "questa nuova provvidenza" senza scrupoli, che in città e paesi li aveva esautorati, ed era andato sempre di più ad occupare o aveva fatto occupare dai propri iscritti e con le loro potenti raccomandazioni i posti chiave del Paese dentro ogni settore.

Ma che cosa sta pensando effettivamente l'elettorato sembra proprio che nessuno lo sa..
Con  i mezzi che ha, oltre l'istinto di capire la massa, c'è solo lui: Berlusconi.
Del resto si dice che il bisogno aguzza l'ingegno. E la necessità di muoversi ora è diventata vitale. Il "rosso" batte alle porte e gli effetti già si vedono.


23 NOVEMBRE  1993

 

I primi risultati delle elezioni con la evidente svolta a sinistra provocano un pesante ribasso alla Borsa di Milano: il 4,92 dell'indice Mibtel. I risultati negativi sono  soprattutto le reazioni degli investitori stranieri che disertano  Piazza degli Affari, preoccupati dal nuovo corso, quindi una forte tendenza ad  alleggerire il portafoglio di titoli italiani.

In mezzo ad alcuni  imprenditori sta nascendo disagio e apprensione e soprattutto quelli che hanno forti esposizioni  con le banche sono presi dal panico. Non è che si teme il comunismo (che non c'è)  si teme invece la rivalsa di tutti coloro che sono stati da quattro decenni emarginati dalle pregiudiziali,  di vecchio stampo ma che però  hanno lasciato il segno. Pre '68, post '68.


23 NOVEMBRE  1993

 

"LO SDOGANAMENTO"

In questo clima dove sembra esserci ormai solo un bipolarismo   rosso e nero, mentre  é localizzata solo nel Nord la novità   Lega (questa in alcune città é dirompente, ha ottenuto il 53,2% dei voti  ad Alessandria, il 44,6 a Venezia, il 40,8 a Genova)  BERLUSCONI  esce allo scoperto il 23 novembre,  prendendo (almeno sembra in un primo momento) una precisa posizione politica.
Riferendosi a Roma, dove c'è il ballottaggio tra  Rutelli e Fini, l'imprenditore Berlusconi,  che ormai sa che tutti aspettano una precisa indicazione  politica del suo movimento non più  segreto, afferma pubblicamente che se fosse chiamato a votare sceglierebbe senza esitazione il leader del MSI Fini.

Per chi vede dietro l'angolo la nascita del suo partito, annunciato da più parti, già pronto a buttarsi dentro la mischia,  il Cavaliere ha tolto tutti  i dubbi su quale linea politica si schiererà il suo movimento che si chiama  per il momento Club Forza Italia. Oltre alla sorpresa,  arrivano subito le reazioni convulse dal mondo politico e dai giornali. Le stesse testate giornalistiche del gruppo Fininvest,  comprese una parte di quelle  televisive (Mentana, su TG5) esprimono preoccupazioni per la propria indipendenza. 24 giornalisti del Gruppo Mondadori entrano in sciopero. L'unico a contrapporsi è il TG4 di Fede, che invece sprizza gioia da ogni poro dalla sua rete a tutte le ore, con quel calore e  colore  che diventeranno proverbiali, ma che con il suo zelo non si risparmia nel provocare   feroci  polemiche  criticando apertamente dai teleschermi  chi non si schiera con il suo datore di lavoro (come vedremo più avanti).

Tripudio dentro le file del MSI per un riconoscimento così autorevole, così mass-mediologico, in un ambiente che come abbiamo visto sopra è molto "nazionalpopolare", quindi indubbiamente forte l' effetto psicologico sulla massa. Già all'inchiesta del 10 gennaio '94, sul Mondo, gli italiani  votano  il personaggio più positivo dell'anno CIAMPI con il 38 per cento dei consensi, ma Berlusconi in poche settimane ha fatto un balzo notevole,  lo incalza al secondo posto con il 36 per cento. Dopo loro due c'è il vuoto.


25 NOVEMBRE  1993

 

La crisi dentro la DC prima ancora di attendere i ballottaggi delle elezioni é profonda. Si cerca di riunire i cocci rimasti con delle iniziative che più che unire, dividono ulteriormente. Non sono ben definiti gli schieramenti, le alleanze (nelle amministrative si sono visti in certe città apparentamenti incredibili che hanno lasciato sconcertati gli elettori di altre città), e manca soprattutto la tempestività. MARTINAZZOLI a Roma annuncia il "concepimento"  del Partito Popolare destinato a  sostituire la DC in frantumi, ma rimanda la " nascita" del nuovo partito al 18 gennaio del prossimo anno, quando una convention ne sancirà il "battesimo". L'intenzione è quella di ricostituire un Centro.
Ma altri cattolici e laici moderati con MARIO SEGNI guardano già altrove. In pochi giorni prima di attendere i risultati finali del ballottaggio delle comunali, il 1� dicembre a Roma, Segni   il leader dei Popolari per la riforma, accetta  di candidarsi come premier del Centro accogliendo l'appello di un gruppo di intellettuali  - fra questi LUCIO COLLETTI (che emigrerà poi a FI), SAVERIO VERTONE (anche lui poi a FI (*) e INDRO MONTANELLI (**) (che invece con FI litiga. "Per quanto Montanelli sia discutibile,  scomodo e imprevedibile,  non gli si può chiedere di rinunciare alla sua indipendenza. Con una battuta si inventa una inimicizia. Può esagerare: ma mai in servilismo. E' nato con la vocazione di chi cammina da solo"(la citazione é di Enzo Biagi).

Ma altre divergenze emergeranno dentro il partito che deve ancora nascere di Martinazzoli . Al battesimo del 18 gennaio, la frattura è già maturata nel gruppo dei neocentristi tra i quali  CASINI, MASTELLA, CARULLI, che non entreranno nel nuovo partito, ma con una scissione daranno vita al CCD, al Centro Cristiano Democratico. Tra le possibili alleanze del CCD (alcuni giorni e saranno annunciate):  il nuovo partito della destra di FINI, il movimento Forza Italia di BERLUSCONI e la Lega di BOSSI. Quindi una "alleanza"  di centro-destra. Mentre i rimanenti Popolari emigreranno verso il centro-sinistra.

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, fin dal 1945, che dentro i cattolici si nascondesse un elettorato di destra e di sinistra ora con il maremoto in atto, dal mare dell'ambiguità sono emerse in superficie alla luce del sole queste due realtà.

(*) SAVERIO VERTONE, sul numero 46 del supplemento del Corriere della Sera del 19 novembre, a pag.46, scrive: "Berlusconi è un cittadino come gli altri. Non so cosa ci sia di vero, se intende partecipare alla rissa politica. Se ha deciso davvero di  intervenire con una nuova forza politica in questo finale della prima Repubblica da manicomio  bisogna pensare che possono averlo spinto due motivazioni diverse:
1) una sua particolare valutazione politica delle esigenze del Paese;
2) preoccupazioni sul futuro della sua azienda....
Motivazioni perfettamente legittime. Non esistono leggi che  vietino agli industriali di presentarsi come candidati o di promuovere la formazione di raggruppamenti politici.  Si può dire invece che la renitenza degli industriali a occuparsi di politica e a promuovere la costituzione di uno Stato all'altezza di una società economicamente avanzata é stata una delle cause profonde dei nostri malanni.
Nel caso di Berlusconi, che è capo di una grande azienda dell'informazione, nascerebbe però un problema di correttezza professionale: sua e dei suoi dipendenti. L'Informazione   (anche con la I maiuscola) è raramente obiettiva. Ma un apparato informativo che dovesse propagandare la candidatura del suo proprietario non sarebbe né corretto né efficace. Immagino che Berlusconi lo sappia, e che, nel caso voglia scendere in lizza, sappia anche regolarsi in conseguenza"

Le previsioni di Vertone  diventano una realtà. Ma sono pochi a reagire. Ma qualcosa accade sulla poca obiettività nell'informazione a cui accennava Vertone. (Anche se lui stesso poi si schiererà con Berlusconi, si avvantaggerà con quell'apparato  e sarà eletto senatore di Forza Italia)

(**) Primo incidente. INDRO MONTANELLI  che scrive e dirige Il Giornale del gruppo Berlusconi. C'è  un'insanabile frattura il 6 GENNAIO  prossimo, quando il direttore  del Tg4 EMILIO FEDE, dai teleschermi,  pubblicamente, destando scalpore, invita Montanelli a dimettersi, perché nel   giornale la sua  linea politica è in netto contrasto con quella del suo editore, e  non lascia  sufficiente spazio alle opinioni dello stesso Silvio Berlusconi. Interviene a stemprare gli animi personalmente il Cavaliere. Sembra ritornare la pace, ma cinque giorni dopo Montanelli annuncia le sue dimissioni per i profondi contrasti, che, afferma,   "sono insanabili". L'11 GENNAIO  lascia Il Giornale, e al suo posto  subentra VITTORIO FELTRI (già all'Indipendente) mentre Montanelli dà vita a un nuovo giornale La Voce.

Altra polemica  il 7 Febbraio, quando lo stesso Fede su Rete 4 trasmette la lunga diretta sulla convention di Forza Italia. E' guerra aperta tra Pds e Fininvest sull'uso delle reti televisive. Il governo chiama in causa il Garante dell'Editoria. Purtroppo la regola che si segue é che chi possiede un canale televisivo privato lo usa e fa quello che vuole.

Vittorio Sgarbi anche lui se la prenderà con Montanelli; dai teleschermi lo bolla  "Fascista, vigliacco" (da   Approfondimento di Enzo Biagi, Pag. 78, Panorama, 23 dicembre 1994), poi scatena un putiferio a Domenica In  in una intervista monologo con polemici  e irriguardosi giudizi su vari  politici,  prima  Bossi, Di Pietro, D'Alema, Pivetti ecc e finisce con  "Perizia psichiatrica anche per Scalfaro" (pag. 43, Panorama, 23 dicembre, 1994)


26 NOVEMBRE 1993

LA NUOVA DESTRA - NASCE ALLEANZA NAZIONALE

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