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CRONOLOGIA

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ANNO 63 d.C.

QUI l'intero  riassunto: del PERIODO DI NERONE dal 54 al 68 d. C.


* TERREMOTO DI POMPEI

(VEDI ANCHE L'ANNO 79 - ERUZIONE VESUVIO > >

Troviamo l'inizio dell'anno con una Pompei semidistrutta e prostrata dopo il violentissimo terremoto avvenuto il 5 febbraio. Ci sono gi� i segni premonitori di quanto accadr� poi nel 79 con l'apocalittica eruzione del Vesuvio. Scosse tremende, e poi una serie di altre nel corso dell'anno, avevano fatto continuamente tremare la terra della bella cittadina romana, abitata da gente colta, raffinata, amante delle arti, ma anche sede di ricchi mercanti che ostentavano alcuni anche pacchiane ricchezze, piaceri della tavola e della carne (visti i tanti lupanari) e anche dello spirito (visti i tanti templi).
Pompei era una città di origine Osca nel VII sec. a.C., Etrusca nel 600 a.C. sec., Greca nel 474 a.C., Sannita fino all'80 a.C. Vinte le guerre proprio contro i Sanniti, Roma la trasform� in una citt� tutta Romana. Per le sue bellezze e per la sua raffinata popolazione divent� anche la citt� della "Bella Societ�" romana. Personaggi importanti, ex politici, scrittori, filosofi, da Cesare in poi, si erano fatti costruire dai migliori architetti la loro villa nei dintorni per il meritato riposo dopo aver svolto una intensa vita politica o militare nella capitale.
Per molti era la residenza solo estiva, per altri era la succursale dei loro affari che da molti anni prosperavano su tutto il territorio. Un territorio che vantava non solo un ambiente ideale per l'agricoltura intensiva come terreno e clima, ma aveva a Napoli e dintorni molti  porti bene attrezzati. Le presse da olio e da vino, le macine dei mulini, i numerosi magazzini,  i reparti di spedizione, i dormitori degli schiavi, le dimore dei padroni o dei direttori delle azienda, lo rendono evidente. Tutta l'agricoltura dei dintorni era organizzata su linee di produzione decisamente capitalistiche che miravano alle esportazioni di vino, olio, grano, manufatti artigianali, e tanti altri prodotti su larga scala.
Le anfore dei vini prodotti nella zona le troviamo non solo a Roma e in ogni parte d'Italia, ma su tutto il corso del Danubio dalla Germania fino al Mar Nero, in Britannia, in Gallia, in Spagna e in Africa; e non solo ad Alessandria ma le troviamo anche all'interno, fino ad Axum, e alcune perfino nell'India settentrionale.
Ma non c'erano per� solo gli affari e i commerci, molti intellettuali, colpiti dalle bellezze dei luoghi e dal clima, vi avevano trasferito il loro Studio, come Cicerone, Sinistore, Boscoreale, che fecero a gara con i ricchi mercanti nel costruire la villa da ostentare.
L'Arte nelle costruzioni era raffinata, non di meno gli interni. I romani avevano una sfrenata passione per le arti figurative, e l'immagine scolpita o dipinta nelle pareti era considerata un elemento essenziale della vita quotidiana fino a farne uno strumento di comunicazione. Oltre quindi le attività economiche, prosperava quindi anche l'arte.
Le opere non avevano grandi pretese artistiche, molti erano i mestieranti della pittura con una funzione pratica, prosaica, paragonabile a quella che svolgono i nostri manifesti pubblicitari, e in molti casi era anche molto grossolana e volgare, salvo alcune eccezioni.
Tuttavia le case pompeiane ci stupiscono per la loro grandiosit� e magnificenza e per il benessere che rivelano. E questo benessere era nel corso di questo anno 63 arrivato al culmine, dovuto all'espansione delle attivit� economiche, all'incremento demografico e alla conseguente necessit� di sfruttare nel modo pi� sistematico lo spazio, e a questo provvedevano abili speculatori, come del resto abbiamo gi� visto in precedenza a Roma.

Era l'anno in cui alcune famiglie facoltose tendevano a risolvere questo problema stabilendosi fuori dalla citt� dove le belle aree fabbricabili abbondavano, quindi molti lasciavano il fabbricato all'interno delle mura agli affittavoli per abitarci, o alle attivit� commerciali o di servizi. Che ci fosse in atto questa tendenza di farsi la villa fuori e di affittare la vecchia casa ci viene anche nell'osservare la tendenza di questi anni a sopralzare le abitazioni, per ottenere pi� vani d'affittare, mentre altre che dovevano essere state in precedenza lussuose dimore, divenute anguste o vecchie scopriamo oggi che non erano abitate ma erano la sede di alcuni magazzini. Altre ancora si riscontra che chi le abitava con il suo tenore di vita che conduceva non aveva  certo potuto permettersi una costruzione simile, cioè stupende architettoniche dimore, erano cio� in affitto. Chi visita oggi la Pompei dissepolta crede di vedere gli edifici dell'epoca dell'eruzione del Vesuvio, di quindi circa 1920 anni fa, mentre in effetti questi edifici sono molto piu' antichi, l'anfiteatro, le terme e moltissime case erano vetuste ed avevano gi� oltre 200 anni quando avvenne i disastro, alcune 300, altre ancora 400 anni.
La situazione urbanistica era molto simile ad alcune nostre attuali storiche citt� italiane, con il centro divenuto ormai poco accessibile (per il costo delle aree e per la viabilit�) dove vi troviamo solo negozi, magazzini, locali per i servizi, e anche molti edifici chiusi e abbandonati, dove i ricchi proprietari non accettavano pi� di viverci, sono infatti case condominiali pi� recenti che non ville storiche di borghesi o di vecchi patrizi; questi preferivano le ville fuori porta, o al limite i quartieri giardino come quelli che sorgono oggi nella periferia delle grandi citt� assieme ai grandi centri commerciali affamati di spazio per offrire così una ricca variet� di merci.
Questa era Pompei in questo periodo del terremoto, mentre Ercolano, Castellammare di Stabia e i vicini dintorni erano gi� diventate localit� d'�lite con giardini e paesaggi stupendi, vicini al mare, con davanti Ischia e Capri e a sud la costa con Sorrento, Positano, Amalfi, Vietri, mentre a nord c'era il bel golfo di Napoli, quindi Capua, Capo Miseno, Nisida, Pozzuoli.

Questo processo di trasformazione all'interno e il rinnovamento all'esterno, matur� prima lentamente poi avvenne con una forte accelerazione, quando ci fu un massiccio abbandono dopo il forte terremoto che sconvolse la citt� e la vita stessa. Moltissimi furono i danni, e moltissime le famiglie ricche che emigrarono nei successivi anni nei dintorni più tranquilli .
All'inizio ci fu un po' di smarrimento generale, si temeva e non a torto il risveglio del Vesuvio, infatti, molti avevano lasciato la citt� e avevano trasferito le attivit� a Napoli o a Salerno, e solo negli ultimi due tre anni  era tornata un po' la fiducia; la vita sembr� riprendere il suo corso. Qualcuno inizi� subito le riparazioni, mentre altri non fecero nemmeno in tempo di finirle quando  nel 79 la citt� verr� completamente sepolta dal Vesuvio.

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