ANNO 1941

Questa pagina � di GIOVANNI ARUTA

"L'operazione Blu" (quinta quarta)

L'offensiva tedesca, come abbiamo letto in precedenza, iniziata nel settembre 1942, prosegu� a ritmo sempre pi� lento. A Stalingrado la 6^ armata di Von Paulus si lasci� irretire in una lunga battaglia di logoramento che, di fatto, favor� i Russi. Questi ultimi combatterono con una tenacia eccezionale contendendo agli attaccanti ogni metro del suolo di Stalingrado.
L'appoggio aereo della Luftwaffe poteva fare poco in quella citt� ormai ridotta ad un cumulo di macerie ed anche i carri armati tedeschi, costretti ad impegnarsi in combattimenti strada per strada, costituivano un facile bersaglio per gli avversari.

Questa lotta durissima si trasform� in una fornace che assorbiva una quantit� sempre crescente di rifornimenti che, fatalmente, vennero a mancare alle truppe che dovevano conquistare il Caucaso. Pertanto, quando arriv� l'inverno, le armate naziste non avevano raggiunto nessuno degli obiettivi strategici che erano stati fisssati da Hitler. Anzi, si erano verificate due conseguenze negative: la prima era che i Russi, grazie al fatto che le migliori truppe tedesche erano impegnate nel vano tentativo di conquistare Stalingrado, poterono economizzare le forze e cos� iniziare a riunire due gruppi di armate con cui porre in essere una contro-offensiva.
La seconda era costituita dal fatto che la linea del fronte tedesco si era allungata a dismisura e, non essendo disponibili sufficienti truppe tedesche, erano state schierate alcune armate dei paesi satelliti della Germania (Italia, Romania, Ungheria). Fu su queste truppe, prive di carri armati e di artiglieria anticarro adeguata, che si abbatt� la contro-offensiva russa il... 19 novembre 1942 che port� all'accerchiamento della 6^ armata a Stalingrado ed alla successiva distruzione di gran parte delle forze dell'Asse schierate sul Don, tra le quali vi era anche l'ottava armata italiana.

Ancora oggi gli storici dibattono sui motivi che furono all'origine del fallimento dell'"Operazione Blu". Lo storico inglese Basil Liddell Art, nella sua "Storia militare della seconda guerra mondiale", pone l'accento sul fatto che la riorganizzazione dei "corpi di armata" corazzati tedeschi in "armate" aveva determinato un appesantimento dei movimenti (l'armata era una struttura molto pi� complessa e perci� meno agile) che non avrebbe permesso alle truppe tedesche di effettuare quelle rapide manovre a tenaglia che avrebbero consentito di intrappolare le armate russe prima che queste ultime avessero la possibilit� di ritirarsi oltre il Don in direzione di Stalingrado.

Lo storico inglese insiste inoltre sul fatto che le gravi perdite subite dalla "Wermacht" nel primo anno di guerra (oltre 1.100.000 di uomini), e la conseguente penuria di veterani, abbiano costituito un grave handicap che avrebbe rallentato l'avanzata delle forze tedesche. Raymond Cartier nella sua "Storia della seconda guerra mondiale" evidenzia invece l'insufficienza dei mezzi a disposizione di Hitler rispetto agli obiettivi che si era prefisso. Pertanto, conclude l'autore, l'offensiva era in ogni caso destinata al fallimento per mancanza di truppe sufficienti. L'autore non manca di sottolineare il grave errore commesso dal signore della guerra nazista di intraprendere l'avanzata nel Caucaso prima che Stalingrado fosse stata conquistata.
Questa decisione, e le sue conseguenze sfavorevoli per la "Wermacht", � menzionata anche da William Shirer nella sua "Storia del Terzo Reich". Paul Carell, nel suo testo in cui analizza l'intera campagna tedesca all'est, ricorda che in quella primavera estate del 1942 il signore della guerra tenne un comportamento contraddittorio.

E' noto che l'esercito tedesco era indebolito dalle perdite subite nel primo anno di guerra sul fronte orientale e, lo stesso Hitler, per questo motivo, aveva deciso che l'offensiva da lanciare nel 1942 sarebbe stata limitata al settore meridionale del fronte. Ma, inaspettatamente e contraddicendo questa premessa, nel suo ordine di guerra n. 41, contenente il piano operativo strategico per l'anno 1942, decise di traferire nel settore di Leningrado, all'estremo nord del fronte, l'intera undicesima armata di Von Manstein con le sue potentissime artiglierie che avevano preso la formidabile fortezza di Sebastopoli.
Cos� un'intera armata ed il miglior stratega della "Wermacht" venivano inopinatamente sottratti al fronte meridionale proprio mentre il baricentro dell'offensiva tedesca si sviluppava in direzione del Volga e del Caucaso.

Ma perch� Hitler aveva preso questa decisione che contrastava con tutte le sue direttive strategiche? Per comprenderlo dovremo fare un breve passo indietro e tornare alla tarda estate del 1941 quando le armate naziste avanzavano impetuosamente nel cuore della Russia e nulla sembrava poterle fermare. Nel settore nord del fronte le truppe della Prima divisione corazzata avevano infatti spezzato le ultime resistenze della cintura difensiva di Leningrado e si apprestavano ad attaccare direttamente la citt�. Il quartiere periferico di Urizk era gi� stato occupato dove vi era il capolinea dei tram diretti alla grande metropoli.
Anche Schlsselburg era stata presa dal gruppo di combattimento Harry Hopp e dal 76� reggimento di fanteria. Dalle alture di Duderhof le truppe tedesche potevano osservare la grande citt� nemica, sacra ai Soviet perch� portava il nome del padre della rivoluzione russa.

Le forze russe poste a difesa della citt� erano in preda al panico per l'improvvisa apparizione dei carri armati tedeschi ed i soldati della "Wermacht" erano convinti che la caduta della citt� nemica fosse imminente. Ma ecco che improvvisamente il 24 settembre 1941 arriv� l'ordine perentorio di Hitler di "sospendere l'attacco e di dirottare le forze corazzate verso sud in direzione di Mosca! "

Gli ufficiali carristi della prima divisione corazzata non credevano ai loro occhi, Erano partiti dalla lontana Prussia Orientale per ragguingere Leningrado ed adesso che l'obiettivo era a portata di mano arrivava l'ordine di fermare l'avanzata! Il malcontento dei suoi soldati giunse fino alle orecchie del Furher perch� Hitler giustific� la sua decisione dicendo che intendeva prendere Leningrado per fame: voleva scongiurare cos� il rischio di una battaglia fra le macerie che avrebbe favorito i Russi. Egli inoltre temeva che i sovietici riempissero la citt� di mine come era avvenuto a Kiew ed a Charkhow causando gravi perdite ai tedeschi.

Ma questa sua decisione si rivel� un gravissimo errore strategico carico di conseguenze. Infatti un'intera armata tedesca, la diciottesima, rimase immobilizzata nell'assedio. Inoltre la zona di Leningrado, con il suo potente centro industriale ed il suo grande porto, il pi� importante del Baltico, restarono in mano sovietica. In questo modo egli aveva anche salvato le circa 42 divisioni russe che erano state rinchiuse nella sacca di Oranienbaum e nella citt� di Leningrado. Esse, pur ridotte a mal partito, poterono usufruire di una insperata sosta dei combattimenti ed ebbero cos� il tempo di riorganizzarsi.

Ma gli aspetti pi� negativi di questa sciagurata decisione del signore della guerra nazista furono soprattutto il mancato collegamento con le forze finlandesi (dopo la guerra il maresciallo Mannerheim, comandante delle truppe finlandesi disse che per tutta la guerra avevano dovuto portare il pesante fardello di quest'errata decisione di Hitler) ed il fatto che attraverso il lago Ladoga la citt� e le sue truppe potevano ancora ricevere rifornimenti e continuare la resistenza. A quel punto il dittatore nazista si rese conto del grave errore che aveva compiuto. Dunque l'occupazione di Leningrado era sicuramente auspicabile nel 1941 ma, per opposte ragioni, non lo era pi� nel 1942. Ci� che era giusto un anno prima adesso era completamente errato.
La decisione di Hitler di dirottare a nord l'unidcesima armata di Manstein ebbe come conseguenza di privare il fronte meridionale di forze preziose che sarebbero state utilissime per rendere pi� rapida e decisa l'avanzata verso Stalingrado.
Malgrado questo comunque non � possibile affermare con certezza che Hitler non ebbe a disposizione forze sufficienti nella sua avanzata verso il Volga. Non dobbiamo infatti dimenticare che l'Operazione Blu, nelle sue fasi iniziali, si era avvantaggiata di alcune circostanze molto favorevoli. Infatti la temeraria offensiva sovietica a Charchov del maggio 1942 si era risolta in una grave sconfitta per i Russi che avevano bruciato inutilmente le loro riserve. Pertanto, quando i tedeschi attaccarono, i loro avversari erano a corto di effettivi. Hitler, inoltre, malgrado l'incidente di Reichel, era riuscito a sorprendere i Russi che si aspettavano un attacco in direzione di Mosca ed in quella zona avevano concentrato le migliori truppe a loro disposizione. Per questo motivo l'attacco nel settore meridionale li colse impreparati. Lo sfondamento realizzato con il primo urto era la prova che la "Wermacht" poteva ancora realizzare rapide avanzate.

Ma il dittatore nazista non organizz� i movimenti delle sue truppe corazzate in modo da privilegiare quello che doveva essere il primo obiettivo da raggiungere: l'accerchiamento e la distruzione delle forze russe. L'accanimento nella conquista di Voronezh ed il conseguente impegno in quel settore delle divisioni corazzate che avrebbero dovuto convergere rapidamente verso sud per accerchiare i russi in ritirata nella grande ansa del fiume Don, costitu� dunque il primo grave errore commesso da Hitler. Successivamente la decisione di iniziare subito la manovra nel Caucaso fece sfuggire l'opportunit� di intrappolare davanti a Stalingrando le armate sovietiche che battevano in ritirata.
Questi errori furono causati dalla volont� di Hitler di dirigere personalmente l'offensiva dal suo quartier generale di Rastenburg. Ci� paralizzava l'azione dei generali tedeschi i quali non potevano sfruttare le opportunit� tattiche che si presentavano. Il dittatore nazista si era inoltre privato dei suoi migliori strateghi, sostituiti da uomini meno brillanti che avevano quale unico merito quello di obbedire agli ordini del Furher.
Non bisogna poi dimenticare che in questa estate 1942 la "Wermacht" aveva difficolt� a fronteggiare i formidabili T 34 russi. I nuovi carri armati tedeschi modello "Tigre" e "Pantera" non erano ancora entrati in servizio e pertanto i reparti carristi dovevano fare affidamento sui vecchi (ed ormai superati) Mark III e Mark IV. Inoltre con passare del tempo il fronte del Mediterraneo richiedeva sempre maggiori risorse. La grande avanzata di Rommel si era arenata il 1 luglio 1942 ad El Alamein, proprio ad un passo da Alessandria. Mussolini, credendo che la conquista dell'Egitto fosse ormai prossima, si era recato in Africa dove aveva in animo di entrare trionfalmente in Alessandria.

Ma, il dittatore sub� l'ennesima umiliazione di quella sciagurata guerra. Le truppe italo - tedesche dopo la lunga avanzata erano ormai esauste e non avevano la forza di proseguire oltre. Gli inglesi si ripresero rapidamente dalle batoste subite, grazie soprattutto ai rinforzi che affluivano dagli Stati Uniti, e fermarono agevolmente i deboli tentativi di Rommel di sfondare le loro linee. Il generale tedesco riusc� alla fine di agosto del 1942 a riorganizzare le sue truppe e sferr� il 30 agosto del 1942 una nuova potente offensiva nella zona di Alam Halfa. Ma trov� sulla sua strada centinaia di carri armati pesanti di produzione americana modello "Grant" che stroncarono la sua avanzata. Anche nei cieli si sentiva sempre pi� forte la presenza statunitense: alle centinaia (e di l� a poco migliaia) di aerei a stelle e strisce, che si aggiungevano ai velivoli inglesi, si opponevano pochi aerei dell'asse.

Questa sfavorevole situazione in Africa non poteva non ripercuotersi sul fronte russo. A partire dall'ottobre del 1942 consistenti reparti della Luftwaffe furono ritirati dal settore orientale e trasferiti nel Mediterraneo per aiutare l'alleato italiano in grave difficolt�. La perdita del dominio dei cieli sovietici costitu� un ulteriore grave problema per le truppe tedesche che non potevano pi� contare sull'aiuto dei propri piloti che in molte occasioni avevano neutralizzato i potenti carri armati russi. In questa sede dobbiamo per� evidenziare che pi� di ogni altra cosa ci� che fu fatale ad Hitler fu la sua convinzione che i Russi fossero finiti. Questa era una sua ossessione che lo port� a sottovalutare le capacit� di ripresa del suo formidabile avversario e persino ad odiare chiunque osasse pensarla diversamente. E' in questa ottica che appare spiegabile la decisione di dirottare altrove l'armata di von Manstein, subito dopo la conquista di Sebastopoli, distogliendola dalla conquista del Caucaso.

La grande offensiva tedesca dell'estate del 1942 costitu� comunque l'ultima chance della Germania nazista di vincere la guerra. Essa fu anche l'ultima volta che la "Wermacht" ebbe la forza di intraprendere un grande attacco su un settore molto vasto del fronte orientale. I contrattacchi effettuati nella zona di Charchov nei primi mesi del 1943 furono infatti azioni a livello locale. L'offensiva di Kursk, attuata nei primi di luglio del 1943, dovette essere interrotta rapidamente e costitu� la prova che la "Wermacht" non era pi� in grado di vincere la guerra ad est. Ebbe cos� inizio -come vedremo pi� avanti- una disperata battaglia difensiva, poi di arretramento, che termin� tra le macerie del bunker di Hitler nel maggio del 1945.

Questa pagina � di GIOVANNI ARUTA

 BIBLIOGRAFIA: 
* Basil Liddell Art: "Storia militare della Seconda Guerra Mondiale" - Mondadori Milano - 1996. 
* Raymond Cartier: "La seconda Guerra Mondiale" - Mondadori - Milano - 1993. 
* William Shirer - "Storia del terzo Reich" - Einuadi Torino - 1962. 
* Autori vari: "In marcia verso Stalingrado" - Hobby e Work - Milano 1993. 
* Antony Beevor - "Stalingrado" - editrice BUR - Milano - 2000.
* Paul Carrel: Terra bruciata . Bur Milano 2000

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