ESTRATTO DEL DISCORSO DI HITLER AL REICHSTAG

28 Aprile 1939

(1a PARTE)

Credo sia una buona notizia per milioni e milioni di uomini che io sia riuscito, grazie anche all’acume e al senso di responsabilità dei nostri avversari, a scongiurare un conflitto e a trovare la soluzione a un problema che rappresentava un pericolo per tutta l’Europa Centrale.

Il fatto che questa soluzione sia in contrasto con l’Accordo di Monaco non ha alcun fondamento, poiché lo stesso Accordo ammetteva l’esistenza di altri problemi legati alla questione della Cecoslovacchia che dovevano essere affrontati e risolti successivamente. Non possiamo certamente essere rimproverati per il fatto che le parti coinvolte si siano rivolte all’Italia e alla Germania e non alle Quattro Potenze, né possiamo essere ritenuti responsabili della scomparsa della Cecoslovacchia come Stato.

Era infatti facilmente intuibile che, essendo venuto meno il problema etnico, la Germania avrebbe comunque protetto i suoi storici interessi di natura politica ed economica.
Solo il futuro ci rivelerà se la soluzione trovata dalla Germania sia da considerarsi giusta o sbagliata, ma non certo gli Inglesi che la criticano solo perché non è stata preventivamente sottoposta alla loro approvazione. Del resto neanche la soluzione adottata nell’Irlanda del Nord è stato sottoposta all’approvazione della Germania. È bene comunque sottolineare che la Boemia e la Moravia non hanno nulla a che vedere con il Patto di Monaco.

Non riesco veramente a capire come l’Accordo raggiunto a Monaco tra il sig. Chamberlain e me possa riferirsi a questo caso dal momento che la questione della Cecoslovacchia non fu affatto risolta dal Protocollo di Monaco. Esso stabiliva che qualora le parti interessate non avessero raggiunto un accordo si sarebbero rivolte alle Quattro Potenze che avrebbero dovuto incontrarsi nuovamente dopo la scadenza dei tre mesi per nuove consultazioni in merito. Le parti interessate però non si sono affatto appellate alle Quattro Potenze ma solo alla Germania e all’Italia e senza che né l’Inghilterra né la Francia sollevassero obbiezioni di sorta.

L’accordo raggiunto tra me e Chamberlain non riguarda questo problema ma solo le relazioni tra Inghilterra e Germania che avrebbero dovuto essere oggetto di successive consultazioni condotte nello spirito dell’Accordo di Monaco e dell’Accordo Navale Anglo-Tedesco.

Se l’accordo con Chamberlain dovesse essere applicato ad ogni futura iniziativa Tedesca di natura politica, allora anche l’Inghilterra non potrebbe fare un passo, sia in Palestina che altrove, senza consultarsi preventivamente con la Germania. È ovvio che noi non vogliamo questo, così come non desideriamo che altri lo pretendano da noi. Ora, se il sig. Chamberlain trae da ciò la conclusione che l’Accordo di Monaco debba considerarsi nullo, non mi resta che prenderne atto e agire di conseguenza.

Durante tutta la mia attività politica ho sempre sostenuto l’idea di allacciare uno stretto rapporto d’amicizia e di collaborazione con l’Inghilterra. Il desiderio di raggiungere questo obbiettivo deriva non solo dalle origini razziali dei nostri due popoli, ma anche dal fatto di aver constatato quale importanza riveste per tutta l’umanità l’Impero Britannico.

Sono stato sempre convinto, al di là di ogni dubbio, che l’esistenza di questo Impero rappresenti un valore inestimabile per la vita culturale ed economica di tutta l’umanità. So perfettamente che la Gran Bretagna ha conquistato i propri territori coloniali con la forza e spesso con la brutalità, ma so anche che nessun altro impero è stato costruito altrimenti. La storia non considera i metodi ma i risultati che tali metodi consentono di ottenere.

Ora, non c’è alcun dubbio che il popolo Anglo-Sassone abbia portato a termine una grandiosa opera di colonizzazione tale da suscitare in me una sincera ammirazione. Il pensiero di distruggerla non potrebbe che essere considerato puro vandalismo. Questo sincero rispetto per l’impresa compiuta dagli Inglesi non può però farmi dimenticare gli impegni assunti nei confronti del mio popolo. Ritengo impossibile raggiungere una duratura amicizia tra il popolo Tedesco e quello Anglo-Sassone se non si riconoscono i reciproci interessi che per gli Inglesi sono rappresentati dalla conservazione dell’Impero Britannico e per i Tedeschi dalla libertà e dalla salvaguardia del Reich.

Un autentico rapporto di amicizia tra queste due Nazioni è raggiungibile solo attraverso la reciproca considerazione. Il popolo Inglese domina un grande Impero costruito quando la Germania era purtroppo debole. Anche la Germania ha avuto un grande Impero! Essa dominava l’Occidente allora pervaso da lotte sanguinose e contrapposizioni di carattere religioso, ma a causa di conflitti interni la potenza e la grandezza del suo Impero diminuirono gradatamente fino a cadere in un profondo letargo.

Ma quando sembrava che questo vecchio Impero avesse ormai raggiunto la sua fine, germogliò il seme della rinascita. Da Brandenburgo e Prussia sorse una nuova Germania, quella del Secondo Reich e successivamente si è sviluppato finalmente il Reich del Popolo Tedesco. Spero che il popolo Inglese sia consapevole del fatto che noi non abbiamo il minimo complesso di inferiorità nei suoi confronti. La nostra storia passata non lo consente!

L’Inghilterra ha dato al mondo molti grandi uomini, ma la Germania in questo non le è stata da meno. L’immane sforzo compiuto nel corso di tre secoli per salvare il nostro popolo dalla distruzione è costato il sacrificio di tante vite umane; un sacrificio molto più grande di quello che altri popoli hanno dovuto sopportare per affermare la propria esistenza.

Se la Germania, sempre attaccata, non è stata in grado di difendere il suo territorio e per questo costretta a sacrificare molte delle sue province, ciò è dipeso principalmente dal suo scarso peso politico e dalla conseguente impotenza nei confronti delle altre Nazioni! Quella particolare situazione è stata ampiamente superata! Noi Tedeschi non ci sentiamo minimamente inferiori agli Inglesi! La nostra autostima è grande tanto quanto la loro! Nella storia del nostro popolo, lunga circa duemila anni, ci sono fatti e avvenimenti che ci riempiono d’orgoglio.

In Inghilterra non possono comprendere questo nostro convincimento perché guardano alla Germania come ad uno Stato vassallo, rendendo così inutili i nostri sentimenti d’amore e di amicizia per quella Nazione. Noi non ci dispereremo per questo, ma confidando nella nostra forza e in quella dei nostri amici, troveremo la strada e i mezzi necessari per salvaguardare la nostra indipendenza senza per questo rinunciare alla nostra dignità.

Ho ascoltato la dichiarazione del Primo Ministro Britannico secondo la quale le assicurazioni date dalla Germania risulterebbero inaffidabili. Date le circostanze e dopo questa dichiarazione, non possiamo più aspettarci dall’Inghilterra quella collaborazione che avrebbe senso soltanto in una atmosfera di fiducia reciproca. Quando la Germania è diventata Nazional Socialista, gettando così le basi della sua rinascita, nel perseguire la mia ferma politica di amicizia verso l’Inghilterra ho volontariamente proposto di ridurre gli armamenti navali Tedeschi. Questa mia proposta poneva però la condizione che Germania e Inghilterra non entrassero più in guerra tra loro. Questa volontà è tuttora viva in me.

Devo tuttavia constatare che la politica dell’Inghilterra non lascia alcun dubbio sul fatto che questa mia volontà non sia più condivisa da Londra dove al contrario prevale l’opinione secondo la quale qualunque sia il conflitto in cui un domani la Germania dovesse essere coinvolta, la Gran Bretagna si schiererebbe sempre e comunque contro di essa.

Questo significa che da parte Inglese viene data per certa una guerra contro la Germania. Sono profondamente rammaricato del fatto che questa spiacevole situazione sia nata per effetto dell’unica rivendicazione che ho avanzato e che continuerò ad avanzare e cioè la restituzione delle nostre colonie. Ho sempre chiaramente sostenuto che questa mia richiesta non sarebbe mai stata causa di conflitto armato e che gli Inglesi, per i quali quelle colonie non hanno alcun valore, avrebbero un giorno capito la situazione della Germania e avrebbero considerato l’amicizia con il Reich più importante di quei territori che non danno loro alcun reale profitto, ma che per la Germania sono di vitale importanza.

A parte questo, comunque, non ho mai sostenuto rivendicazioni che potessero interferire sugli interessi Britannici o che rappresentassero un pericolo per l’Impero. Ho sempre avanzato richieste che fossero contenute entro i limiti dettati dalle esigenze di spazio vitale per la Germania. Poiché oggi il Governo e la stampa Inglese sostengono che la Germania deve essere comunque contrastata in qualsiasi circostanza, vengono a cadere i presupposti sui quali era basato il Trattato Navale Anglo-Tedesco.

Ho pertanto deciso di inviare oggi stesso una comunicazione in tal senso al Governo Britannico. Qualora lo stesso Governo Britannico intendesse riaprire i negoziati con la Germania su questo specifico problema, nessuno sarebbe più felice di me.

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Fonte del documento:
THE BRITISH WAR BLUEBOOK
Reso pubblico dal Governo Britannico nel 1997

© 1996 The Avalon Project

Traduzione di UGO PERSIANI

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