RISPOSTA DI HITLER ALLA LETTERA DI CHAMBERLAIN DEL 22 AGOSTO 1939

Berlino, 23 Agosto 1939

Vostra Eccellenza,

L’Ambasciatore Britannico mi ha appena consegnato la lettera con la quale Vostra Eccellenza, a nome del Governo di Sua Maestà, intende richiamare la mia attenzione su una serie di punti da Lei definiti di grande importanza.

Mi permetta di risponderLe nel modo seguente:

1. La Germania non ha mai cercato lo scontro con l’Inghilterra e non ha mai interferito negli interessi inglesi, anzi al contrario per anni si è sempre sforzata sfortunatamente invano, di allacciare con essa rapporti di amicizia. Per raggiungere questo obbiettivo ha volontariamente accettato limitazioni ai propri interessi in Europa, difficilmente tollerabili da un punto di vista strettamente politico.

2. Il Reich Tedesco, come ogni altro Stato, ha determinati particolari interessi ai quali non può assolutamente rinunciare. Questi interessi non vanno oltre i limiti stabiliti dalla storia, ma rappresentano dei prerequisiti economicamente vitali. Alcuni di questi hanno assunto e assumono tuttora un significato politico e psicologico che nessun Governo Tedesco può ignorare.
Il primo è rappresentato dalla città di Danzica e dal relativo Corridoio. Diversi uomini di stato, storici e letterati anche Inglesi, erano ben consci di questo problema almeno fino a pochi anni fa. Vorrei aggiungere che tutti quei territori che fanno parte dei suddetti interessi tedeschi e in particolare quelle terre che sono tornate a far parte del Reich 18 mesi fa, da oltre mille anni devono il loro sviluppo culturale non agli Inglesi, ma esclusivamente ai Tedeschi.

3. La Germania è pronta a dirimere la questione di Danzica e del Corridoio attraverso negoziati basati su una proposta di grande e leale generosità. Le dichiarazioni rilasciate dall’Inghilterra sulla mobilitazione tedesca contro la Polonia, le asserzioni riguardanti presunte intenzioni aggressive nei confronti della Romania, dell’Ungheria etc. e le cosiddette dichiarazioni di garanzia successivamente rilasciate, hanno di fatto raffreddato nei Polacchi, forti di questa copertura, la volontà di negoziare sulla base di proposte gradite anche alla Germania.

4. L’incondizionata promessa fatta dall’Inghilterra alla Polonia di aiutarla in qualsiasi circostanza, indipendentemente dalle cause di un possibile conflitto, potrebbero essere interpretate da quest’ultima come un incoraggiamento a scatenare un’ondata di spaventoso terrorismo contro il milione e mezzo di cittadini tedeschi che vivono attualmente in territorio Polacco. Le atrocità che da allora si commettono in quel paese sono terribili per coloro che devono subirle e intollerabili per una grande potenza come il Reich Tedesco che si vorrebbe rimanesse passivo spettatore di questi avvenimenti. La Polonia si è resa colpevole di numerose violazioni degli obblighi che aveva nei confronti di Danzica; ha avanzato richieste con carattere di ultimatum e iniziato un lento processo di strangolamento economico della città.

5. Il Governo Tedesco ha pertanto informato il Governo Polacco che non è disposto ad accettare passivamente questa situazione. Esso non tollererà oltre future richieste con carattere di ultimatum, non consentirà il protrarsi delle persecuzioni contro le minoranze tedesche e si opporrà allo strangolamento di Danzica condotto attraverso misure di carattere economico, come la recente istituzione dei blocchi doganali. Non è inoltre disposto a subire altri atti di provocazione diretti contro il Reich. A parte questo, la questione di Danzica e del Corridoio deve essere comunque risolta e lo sarà.

6. Vostra Eccellenza mi informa a nome del Governo Britannico, che sarete obbligati a correre in aiuto della Polonia nel caso in cui ci fosse un intervento militare da parte della Germania. Prendo atto di questa Sua affermazione ma Le assicuro che essa non influirà sulla determinazione con la quale il Governo Tedesco intende salvaguardare gli interessi del Reich descritti al Paragrafo 5 di questa lettera. Condivido con Lei la certezza di prevedere una lunga guerra qualora questa scoppiasse. La Germania, se attaccata dall’Inghilterra, si farà trovare preparata e risoluta. Ho già dichiarato più di una volta di fronte al popolo Tedesco e al mondo intero, che non possono esserci dubbi sulla determinazione del nuovo Reich a sopportare ogni sorta di sofferenze e tribolazioni, per quanto lunghe esse potranno essere, piuttosto che sacrificare gli interessi nazionali e il proprio onore.

7. Il Governo del Reich prende atto del fatto che il Governo Britannico ha intenzione di adottare misure di mobilitazione che secondo quanto si evince dalla Sua lettera, sono chiaramente dirette solo contro la Germania. Viene anche ribadito che la Francia si comporterà in modo analogo. Poiché la Germania non ha mai avuto l’intenzione di adottare misure militari contro Inghilterra e Francia, se non quelle a carattere difensivo, ribadendo più volte che non intende attaccare nè ora nè in futuro sia l’Inghilterra che la Francia, ne consegue che questa iniziativa di mobilitazione militare, Signor Primo Ministro, rappresenta una chiara minaccia diretta contro il Reich. Informo pertanto Vostra Eccellenza che qualora queste misure militari venissero rese esecutive, ordinerò immediatamente la mobilitazione delle forze armate tedesche.

8. La decisione di affrontare pacificamente i problemi Europei non spetta alla Germania, ma a coloro che dal Diktat di Versailles in poi si sono ostinatamente opposti ad ogni revisione di quel Trattato. Soltanto un significativo cambiamento nell’atteggiamento delle Potenze responsabili di ciò potrà produrre una reale e positiva svolta nelle relazioni tra Inghilterra e Germania. Ho lottato tutta la vita per l’amicizia Anglo-Tedesca, ma il comportamento adottato finora dalla diplomazia Britannica ha dimostrato la inutilità di questi miei tentativi. Se in futuro ci saranno segnali di cambiamento in questo senso, nessuno ne sarà più felice di me.

ADOLF HITLER

Fonte del documento:
THE BRITISH WAR BLUEBOOK
Reso pubblico dal Governo Britannico nel 1997

© 1996 The Avalon Project

Traduzione di UGO PERSIANI

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