
Il contesto dello studio(www.cronologia.it)
Un recente studio condotto dal Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) ha lanciato un allarme riguardo i vini.
Questa problematica coinvolge dieci paesi europei, tra cui l’Italia, e ha suscitato preoccupazioni per la salute pubblica e l’ambiente. Il rapporto, intitolato “Message from the Bottle – The Rapid Rise of TFA Contamination Across the EU”, evidenzia come la presenza di TFA nei vini sia aumentata drasticamente dal 2010, mettendo in evidenza un fenomeno di contaminazione preoccupante.
L’analisi ha esaminato un campione di 49 vini provenienti da diverse nazioni europee, tra cui Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Spagna. I risultati sono allarmanti: il TFA è stato rilevato in tutti i vini recenti, con una concentrazione media di 110 microgrammi per litro (µg/l) e punte che hanno raggiunto i 320 µg/l. Questi valori sono cento volte superiori a quelli medi trovati in acque potabili e superficiali. In contrasto, nessun TFA è stato trovato nei vini più vecchi, risalenti a prima del 1988, evidenziando un fenomeno di contaminazione recente e in rapida crescita.
La contaminazione nei vini italiani
L’Italia, rinomata per la sua tradizione vitivinicola, non è esente da questa problematica. I vini italiani analizzati hanno mostrato la stessa tendenza riscontrata negli altri paesi europei: presenza di TFA nei vini recenti e assenza in quelli d’annata. Questo suggerisce che la contaminazione non è limitata a specifiche regioni vinicole o metodi di coltivazione, ma rappresenta un problema sistemico che attraversa i confini nazionali. I produttori italiani devono affrontare sfide economiche legate al mercato globale, insieme a quelle riguardanti la salute dei consumatori.
L’acido trifluoroacetico (TFA) è un composto chimico derivato dalla degradazione dei PFAS, utilizzati in vari settori, tra cui la produzione di pesticidi e refrigeranti. Queste sostanze chimiche sono note per la loro persistenza nell’ambiente, tanto da essere definite “inquinanti eterni”. Il TFA si accumula nelle piante e nel suolo, entrando nella catena alimentare e potenzialmente influenzando la salute umana. Studi recenti hanno evidenziato che il TFA può rappresentare un rischio significativo per la salute riproduttiva umana e contribuire alla contaminazione delle risorse idriche.

Le preoccupazioni sollevate dallo studio hanno attirato l’attenzione di esperti nel campo della chimica e della salute pubblica. Helmut Burtscher-Schaden, chimico ambientale di GLOBAL 2000, ha sottolineato che i dati sono “allarmanti” per l’accumulo di TFA nelle piante e la crescita esponenziale della contaminazione negli ultimi quindici anni. Michael Müller, professore di Chimica Farmaceutica all’Università di Friburgo, ha avvertito che le principali fonti di contaminazione sono i pesticidi PFAS e i gas fluorurati, sottolineando l’urgenza di un intervento per affrontare questa situazione.
Un problema sistemico che richiede azioni immediate
Questi dati hanno spinto PAN Europe a richiedere un intervento immediato da parte delle autorità europee, chiedendo il divieto di tutti i pesticidi PFAS e dei gas fluorurati che rilasciano TFA nell’ambiente. Salome Roynel, responsabile delle politiche di PAN Europe, ha affermato che è necessario agire rapidamente, soprattutto in vista del voto previsto per maggio sull’adozione di un bando per il pesticida PFAS flutolanil, noto emettitore di TFA. La crescente contaminazione da TFA non mette solo a rischio la qualità dei vini, ma solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità delle pratiche agricole in Europa e sull’impatto delle sostanze chimiche sull’ambiente e sulla salute pubblica. È fondamentale che vengano adottate misure efficaci per garantire la sicurezza dei prodotti e la tutela della salute dei consumatori.