SCHEDA

CIVILTA'  INDIANA


  Civilt� di Harappa e Mohenjo-daro*

 

Sulle rive orientali del fiume Ravi, nel distretto di Montgomery in Panjab furono ritrovate da ricercatori inglesi, tra il 1853 ed il 1921, i resti di due importanti citt� indiane prearie Harappa e Mohenjo - daro. Gli esami al radio carbonio hanno stabilito come epoca di appartenenza per queste citt� un periodo compreso tra il 2300 a.c. ed il 1750 a.c.. 
Tale civilt� oltre ai due centri pi� importanti era costituita da  oltre 70 centri abitati[1], e si estendeva nel Panjab, nel Sind, nelle zone di confine del Belucistan, fino al Rajastan e all'Himalaya. Gli avamposti della civilt� di Harappa lungo le coste del Makran e presso il Sutkagen Dor (vicino ai confini dell'Iran), forniscono la prova di vivaci commerci con Sumer, specie durante il regno di Sargon di Akkad (2334-2279 a.c.). Ci� � comprovato dal ritrovamento ad Ur, in territorio sumero, di sigilli provenienti dall'Indo.

Circa nel 2000 a.c. la popolazione dell'Indo cominci� a filare il cotone e tesserlo per stoffe e a commerciarlo con la Mesopotamia. A partire dal 1750 a.c. si ha un deterioramento della civilt�. Non sembra che la caduta delle due citt� pi� importanti fosse dovuta agli arii, che difficilmente avrebbero potuto distruggere le imponenti mura. Si pensa che a partire dal 1700 una serie di inondazioni provocate da terremoti misero fine ai giorni di questa importante civilt�. Per una qualche ragione l'Indo cambi� il suo corso danneggiando gravemente l'agricoltura. Numerosi scheletri in fuga sono stati rinvenuti, ma anche resti d'incendi. La caduta delle due pi� importanti citt� comport� una fase di decadenza testimoniata dai centri Jhukar e Jhangar, ove il vasellame ritrovato appare molto pi� grezzo di quello dell'apogeo della civilt� di Harappa e Mohenjo - daro. Solo in seguito a tali disastri giunsero gli Arii.

1)      Harappa

Tale citt� era protetta da mura di circa 5 km e mezzo, con spessore alla base di circa 12 m. Il materiale da costruzione era costituito da mattoni cotti in stampi. Purtroppo gran parte di questi mattoni furono utilizzati per la costruzione della ferrovia Lahor -Multan. E' stato possibile rinvenire i resti di parecchi granai, costruiti su due file muniti di condotti di ventilazione con aree adibite all'immagazzinamento . La popolazione era costituita da circa 35.000 unit�. 

Tra i granai sono state ritrovate baracche dotate di fognature. Probabilmente erano rette da re - sacerdoti , venerati quali incarnazioni divine. Notevoli, inoltre, i ritrovamenti di sigilli scolpiti che rendono certa l'esistenza di una scrittura.

2)      Mohenjo - daro

Al contrario di Harappa, i mattoni di Mohenjo - daro (dello stesso tipo e dimensione di quelli di Harappa), non sono stati utilizzati per costruzioni ferroviarie. Tale citt� era costruita sull'argine orientale dell'Indo 400 Km a nord del Mare Arabico. Dagli scavi � risultata una stratificazione di almeno dieci citt� costruite una sopra l'altra. La citt�, circondata da mura conteneva imponenti edifici, fra cui un  ipocausto[2] rivestito di bitume. Accanto allo stesso troviamo spogliatoi. Sotto le mura della cittadella si estendeva la citt� destinata al popolo. Era a griglia da nord a sud, divisa in isolati pi� grandi che separavano forse i vari gruppi sociali (per mestiere o per famiglia), predecessori delle future caste. Si sono rinvenuti numerosi canali di scolo coperti da mattoni sia all'interno delle case sia per le strade. Le vie principali delle citt� erano fiancheggiate da pozzi pubblici e negozi.

 3)      i sigilli

Come detto si sono rinvenuti parecchi sigilli, quadrati in steatite[3]. Probabilmente erano utilizzati dai mercanti per segnare le merci che rappresentavano tori brahmani, unicorni, tigri ed altri animali. Di solito sopra tali figure si rinvengono segni pittografici che rappresentano la prima scrittura indiana, purtroppo non ancora decifrata. Un sigillo presenta inoltre notevole interesse. In esso � rappresentata una figura seduta in posizione yoga, itifallica[4], circondato da diversi animali (tigre, elefante, rinoceronte, bufalo d'acqua, cervo) con un copricapo ornato da corna, che potrebbe essere una delle prime rappresentazioni di Siva, Mahesvara[5] dell'India, nella veste di Pasupati (signore degli animali).

4)      il culto

Siva era venerato sia come divinit� yoga della fertilit�, sia come signore della caccia, che addomestica e distrugge le belve. A lui sono associate sia la fertilit� sia la distruzione. Oltre a Siva sembra fosse diffuso il culto della dea madre, testimoniato da molte pietre a forma di vulva (Yoni). Il collegamento tra Siva ed il potere femminile (sakti) la cui essenza � la terra, appare cos� gi� realizzato in epoca prearia.

Per quanto riguarda i riti funebri sembra gi� sviluppata l'usanza della sati ossia l'inumazione della moglie con il marito deceduto, anche se non aveva preso piede la cremazione. 

5)      commercio ed economia

Come sopra riportato, la civilt� di Harappa e Moenjo-daro,  commerciavano granaglie, cotone, perline lavorate di corniola, scimmie, piume di pavone, perle e preziosi manufatti in legno. L'economia si basava su sofisticate tecniche agricole di irrigazione ed inondazione, e su un'ampia rete di commerci. Si coltivava in prevalenza grano, ma anche riso, sesamo, piselli di campo semi di senape, e datteri. Si addomesticarono cani, gatti, pecore, maiali, capre, bufali d'acqua, galline, elefanti e zeb�.

 

BIBLIOGRAFIA 
(ECCELLENTE OPERA)
 "Storia dell'India" di Stanley Wolpert ed. Bompiani, 1985
.

 

[1] Fra cui: Jhukar, Jhangar, Lothal,. Makran, Sutkagen Dor, Kalibanga

[2] Nelle antiche terme spazio vuoto a volta sotto il pavimento della stanza, nel quale il calore giungeva dal forno che scaldava la stanza da bagno.

[3]  Idrosilicato di magnesio, pietra tenera usata attualmente dai sarti per segnare le stoffe.

[4] Simulacro virile della fecondit�.

[5] Grande signore

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