DEMOCRAZIA CONSENSO E RIFORME

DA UNO STUDENTE DI 5a LICEO 
in attesa di conseguire il diploma di maturit� scientifica - anno 1996

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Premessa:  Queste note temporali e personali al testo per sottolineare che certe espressioni �dure� sul sistema politico italiano erano condizionate dalla situazione contingente del momento: le ferite della crisi morale e politica erano ancora aperte e dolorose in tutti noi. Dopo quattro anni il risanamento morale, al pari di quello economico, �, seppure in maniera ambigua ed insufficiente, avanzato e ha contribuito in un generale risveglio e ammodernamento del Paese. Questo brano, pi� che un saggio di storia e di politologia, vuole essere una testimonianza di un passato delle cui degenerazioni speriamo di sbarazzarci completamente e di non imbatterci in altre crisi morali ed economiche simili."

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�La concezione della persona umana e di suoi rapporti con la Societ� e con lo Stato � molto precisa; la persona umana ha fini propri che trascendono i fini sociali e statali: questo perch� la persona ha per fine supremo un fine interiore, spirituale ed eterno, l�unione con Dio � Ci� comporta la necessit� per chi governa, di creare una Societ� ed uno Stato per la persona e non la persona per la Societ� e lo Stato�. (Giorgio La Pira da �Premesse alla politica�)

Il rapporto tra Uomo e Stato � da sempre alla base di ogni speculazione filosofica e religiosa.
Tale rapporto, nel corso dei secoli, ha subito cambiamenti a volte anche radicali. Aristotele, che sicuramente � stato il pi� importante ed il pi� completo tra i filosofi antichi, parlava dell�uomo come �animale politico� volendone sottolineare la tendenza a riunirsi in comunit� per soddisfare la naturale umana propensione a vivere ed operare in societ�. L�uomo aveva un ruolo fondamentale come singolo individuo. Questa concezione che vedeva l�uomo in posizione preminente rispetto allo Stato viene totalmente capovolta nella societ� romana poich� � lo Stato ad essere valore supremo e tutto il resto (religione, cultura, economia) vengono ad essere degli elementi subordinati ad esso. Anche l�uomo perde la propria individualit� e la propria autonomia a vantaggio dello Stato che, anzi, utilizza il singolo per soddisfare i propri bisogni.

Inizia un lungo periodo in cui le esigenze dei singoli vengono ad essere prevaricati dall�interesse supremo rappresentato dallo Stato per la cui difesa, come affermava Machiavelli, si potevano compiere anche atti che, da un punto di vista morale, sono condannabili in maniera categorica.
Il pensiero illuminista riafferma parzialmente la validit� della persona umana basandosi sulla rilevante importanza con cui veniva considerata la ragione umana. Ma anche la dottrina illuministica e, soprattutto quelle successive che portarono a vedere l�uomo non come singolo, ma come massa (marxismo) od a considerare �lo Stato fonte unica di eticit�� (fascismo), non hanno, a mio parere, ben valutato il rapporto uomo�Stato che deve essere sempre equilibrato ed improntato ad un sostanziale reciproco rispetto. La breve digressione storica con la quale � stato aperto il tema non vuole essere assolutamente una pura dimostrazione nozionistica, ma � una premessa indispensabile con l�aiuto della quale si pu� meglio capire la situazione attuale che personalmente reputo essere il prodotto delle esperienze passate.
Le parole espresse da un politico di notevole preparazione culturale Giorgio La Pira al cospetto dell�Assemblea Costituente (1944) e che hanno trovato, almeno formalmente, attuazione nella Carta Costituzionale del 1948 non possono che essere condivise.

Ma, come amava ricordare un altro importante costituente quale Piero Calamandrei, la �Costituzione non � lettera morta� e , quindi, si deve cercare di migliorare ogni giorno il rapporto individuo �istituzioni preservando l�autonomia del singolo nel rispetto, per�, delle regole dello Stato che devono essere alla base della civile convivenza.
Non si deve dimenticare che lo Stato non � un�entit� astratta calata dall�alto, ma � una realt� legislativa ed istituzionale che trae origine da un patto fra uomini che ne codificano le leggi e le regole tenendo presente che esse devono garantire ogni individuo basandosi sui principi di libert� ed eguaglianza.
La situazione politica italiana rischia di rompere in maniera irreparabile i rapporti tra lo Stato ed i cittadini poich� lo Stato � sempre maggiormente sentito come entit� estranea alla Societ� civile con cui spesso � in conflitto. 

La classe politica e il governo sono visti, dalla maggior parte della popolazione, come �padroni autoritari� che esercitano il potere solo a propria discrezione e per propri vantaggi personali e non sono, come invece dovrebbe essere, i �servitori del popolo�, cio� le persone delegate ad amministrare la �cosa pubblica� in nome degli interessi di ogni singolo cittadino.
Le cause pi� evidenti di tale crisi politica�istituzionale sono, credo, note a tutti. Si va dalla corruzione al crollo delle ideologie passando per il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione. Ma la causa principale e che pu� riassumere tutte le precedenti � la �crisi di consenso� della classe politica. � infatti il consenso che in tutti i regimi democratici lega il popolo sovrano (e quindi elettore) alle istituzioni che traggono dal popolo medesimo la propria legittimazione. Invece in molte democrazie il rapporto cittadini�Stato basato sul consenso � spesso incrinato poich� l�elettorato si sente oppresso dalla classe politica che lo considera solamente in modo formale il detentore del potere di indirizzo della vita politica nazionale, ma sostanzialmente diviene un�oligarchia che utilizza la delega datale dall�elettorato per mantenere i propri privilegi.

Non � pi� il politico a dover rispondere all�elettore del proprio operato, ma l�elettore che si sente costretto a �delegare� un determinato uomo politico poich� da questo ha ricevuto in precedenza dei favori e dei privilegi che sono elementi costitutivi del sistema clientelare nato dalla degenerazione del sistema democratico dei partiti.
Non saranno quindi le riforme istituzionali e costituzionali, bench�, ormai sia giunto il momento di dare attuazione ad un dibattito decennale, a lenire le ferite nel difficile rapporto tra popolo sovrano e le legittime assemblee da esso elette (cio� tra cittadini e Stato), ma ci� potr� essere fatto soltanto quando la classe politica torner� ad acquistare �consenso� di fronte agli elettori dimostrando di operare nell�interesse di tutti sapendo dare risposte efficace alle istanze ed ai bisogni dei singoli individui e non diventando essa stessa un ulteriore problema.
Non solo nel campo politico, ma anche in quello del lavoro si deve affermare la dignit� e l�autonomia dell�uomo.

Sono infatti da condannare non solo per quanto riguarda l�aspetto giuridico, ma soprattutto per quanto riguarda l�aspetto morale ed etico, tutte le forme di sfruttamento del lavoro umano. Ogni lavoratore deve essere retribuito in maniera realmente corrispondente all�attivit� svolta divenendo, cos�, il protagonista del lavoro e non soltanto lo strumento per l�altrui arricchimento.
Un lavoro equamente retribuito e che tenga conto delle personali esigenze dell�individuo permette al singolo di affermare la propria personalit�, liberandosi da legami oppressivi di tipo economico.
Un altro campo in cui si deve assolutamente preservare la peculiarit� dell�individuo � il rapporto con i mezzi televisivi.

Vi �, infatti, il rischio che l�utente del mezzo televisivo non sia pi� libero nelle proprie scelte quotidiane (dalla scelta di quale prodotto alimentare acquistare al supermercato alla ben pi� importante scelta elettorale), ma condizionato dalla pubblicit� e da una distorta informazione che non fa coincidere il messaggio diffuso con la realt� contingente. Quindi, anche i mezzi televisivi non sono pi� servizi di pubblica utilit� per informare i cittadini permettendo loro, cos�, di svolgere le proprie molteplici scelte partendo da basi conoscitive pi� ampie ed articolate, ma diventano ma diventano elementi condizionanti del nostro agire.
Non � pi� l�uomo ad essere superiore alla tecnologia, ma � la tecnologia, se non usata in maniera regolare, a controllare la vita umana.

Importante � la tematica religiosa, poich� ritengo che non sia compito dello Stato occuparsi dei problemi religiosi, ma le scelte religiose riguardano l�intimit� del singolo cittadino. Lo Stato deve mantenere una posizione di assoluta laicit� e di totale rispetto delle singole scelte.
Bisogna, quindi, difendere in ogni modo l�individualit� e la dignit� che contraddistinguono ogni uomo e che sono alla base della libert� del singolo. Questa libert� ha il proprio limite non in evanescenti imposizioni verticistiche dello Stato, ma incontra il proprio limite nella libert� altrui, che va rispettata e tutelata in quanto appartiene ad un essere avente i miei medesimi diritti e doveri. 
Il compito dello Stato � quello di regolare e coordinare l�azione quotidiana di tutti i cittadini nell�interesse dello sviluppo della societ� e di difendere la libert� dei cittadini medesimi.

Lo studente di 5a Liceo: Luca Molinari


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