un fine guerra oscuro
un inizio pace non proprio chiaro

 il  25 aprile... e poi il dopo...

di LUCA MOLINARI 

La data del 25 aprile rappresenta un giorno fondamentale per la storia della giovane repubblica italiana. E� l�anniversario della rivolta armata partigiana e popolare contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della Repubblica Sociale Italiana.


L'annuncio dell'organo della DC

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L'annuncio dell'organo del PCI

 Il 25 aprile 1945 segna il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana impegnata nella riscossa contro gli invasori e come momento di riscatto morale di una importante parte della popolazione italiana dopo il ventennio di dittatura fascista.

Alla liberazione dell�Italia dalla dittatura si pot� arrivare grazie al sacrificio di tanti giovani ragazzi e ragazze che, pur appartenendo ad un ampio ed eterogeneo schieramento politico (dai comunisti ai militari monarchici, passando per i gruppi cattolici, socialisti ed azionisti), si chiamavano con un solo nome: partigiani; combatterono al fianco di molti soldati provenienti da paesi diversi e lontani (dagli Stati Uniti all�Australia, senza dimenticare Inglesi e Francesi), ma tutti accolti come alleati.
 
La stessa storia dell�Italia repubblicana fonda interamente le proprie basi nell�esperienza dell�antifascismo che Piero Calamandrei defin� �quel monumento che si chiama ora e sempre Resistenza�, elemento base di una nuova religione civile della nascitura giovane democrazia repubblicana. Si � parlato pi� volte e da pi� parti della Resistenza come di �un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari� (S. Pertini).

Non � intenzione di chi scrive fornire una ricostruzione storica dei fatti e dei protagonisti, ma semplicemente sfatare una teoria storiografica revisionista che, negli ultimi anni, � molto di moda: la Resistenza come �guerra civile�. 

Bench� la Resistenza non sia stato un fatto coinvolgente la maggioranza degli italiani, ma solo quella relativa degli abitanti delle aree centro-settentrionali, essa non � stata affatto una guerra di italiani contro italiani, come, in Spagna nel 1936, si era avuto uno scontro di spagnoli contro spagnoli. 
Infatti vi fu lo scontro tra soldati e combattenti italiani contro gli invasori tedeschi ed i collaboratori repubblichini, i primi, nel rispetto della pluralit� politica, combattevano in nome della democrazia liberale o socialista che fosse, i secondi combattevano a fianco delle SS hitleriane sostenitrici  della necessit� di conquistare uno �spazio vitale� per la Germania nazista.

Chi scrive non vuole assolutamente cadere nella retorica resistenziale, ma � fortemente concorde col fatto che la Resistenza fu un momento edificante in cui si affrontarono i sostenitori della libert�, della democrazia e della giustizia sociale contro gli adulatori della tirannide  di cui furono essi stessi le prime vittime, se di �guerra civile� si vuole parlare la si deve intendere come �per la civilt�� (Dante Livio Bianco), come �una guerra politica, popolare �.. .Una guerra democratica, in duplice senso, in quanto democratico � il suo metodo ed � democratico il suo ultimo, l�abbattimento di una dittatura e l�instaurazione di un regime fondato sulla partecipazione popolare al potere� (Norberto Bobbio, ora in D. L. Bianco, Guerra partigiana, Einaudi, Torino 1973, p. VIII). 

Con ci� non si vuole fare un discorso relativo alle singole persone che combatterono su entrambi i fronti in buona fede che vanno sempre e comunque rispettate, se non altro per i dolori e le sofferenze che furono costretti a subire. Premesso tale rispetto per tutti i morti mi sembra lecito oppormi a quanto proposto da pi� parti (politiche e non) di trasformare il 25 aprile nel giorno della pacificazione nazionale per ricordare i morti: i morti, tutti i morti, si commemorano il 2 novembre e la questione della pacificazione nazionale � gi� stata risolta, in chiave politica dall�amnistia promossa dall�allora Guardasigilli Palmiro Togliatti e, in chiave storiografica e letteraria da uno dei capi del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, il compianto senatore Leo Valiani, che, nel pubblicare il suo diario del periodo clandestino, nella dedica iniziale scrive �A Duccio Galimberti, per tutti i caduti,/ della nostra parte e dell�altra�, volendo cos� separare gli aspetti personali ed umani ( e umanitari?) della questione da quelli politici e storici.

Ci� che pi� rammarica � che la Resistenza, lungi dall�essere un momento corale di unit� popolare e nazionale, sia divenuta �la resistenza incompiuta o interrotta destinata, come tutti i conati, a indicare una meta ideale pi� che non a prescrivere un risultato�(Norberto Bobbio, ora in D. L. Bianco, Guerra partigiana, op. cit., p. XI).

La Resistenza doveva divenire il �mito fondatore� su cui basare la Repubblica democratica scaturita dalle scelte dell�Assemblea costituente figlia della stessa esperienza partigiana, purtroppo ci� non � avvenuto completamente, ma quei valori di uguaglianza, democrazia e giustizia sociale, contenuti nella Prima Parte della nostra Costituzione sono sempre validi, attuabili ed a essi ogni democratico deve fare riferimento nella propria azione quotidiana.

LA REPUBBLICA

La Repubblica italiana nasce dal libero e democratico voto del popolo il 2 giugno 1946. Insieme alla scelta relativa alla nuova forma di governo da dare al Paese il corpo elettorale fu chiamato a votare per l�elezione di un�Assemblea Costituente il cui compito fu la stesura e l�approvazione di una nuova Costituzione che vide la confluenza delle principali forze e delle maggiori idee dell�antifascismo e della cultura democratica laica, cattolica e marxista. Questa prima fase della storia repubblicana fu caratterizzata dalla collaborazione al governo dei maggiori partiti politici di massa (DC, PSI, PCI) e dei partiti laici minori. Fu compito di questa generazione politica traghettare sulle sicure rive della democrazia e della libert� un Paese in cui erano ancora bene evidenti i segni della dittatura fascista ed i danni della guerra. Per dirla con le parole dell�illustre giurista Piero Calamandrei, La Repubblica italiana fu un �patto fra uomini liberi e forti�  e la Costituzione divenne la pi� nobile ed alta espressione dei valori democratici ed antifascisti e del rifiuto fermo e perpetuo della violenza e della prevaricazione delle libert� civili e politiche che avevano caratterizzato tutto il ventennio mussoliniano.
 
Fu la Resistenza partigiana antifascista a riscattare l�onore e la dignit� del nostro Paese aprendo una nuova e pi� proficua era di Pace e di sviluppo. La classe politica dell�immediato dopoguerra aveva, per�, ben chiaro in testa che le prime vittime del fascismo erano stai tutti coloro (soprattutto le donne) che in buona fede e senza macchiarsi di gravi colpe, avevano appoggiato Mussolini: in quest�ottica va vista la famosa amnistia voluta dal Guardasigilli Palmiro Togliatti (PCI) attraverso la quale si imboccava la via della concordia nazionale e della pacificazione che non venne mai meno neanche negli anni successivi all�esclusione delle sinistre socialcomuniste dal governo (1947) ed all�inizio della lunga egemonia democristiana nella guida del Paese (1948).
 
Gli anni del centrismo degasperiano, grazie all�opera ed alla figura dello statista democristiano, posero le basi, grazie al lavoro ed al sacrificio del popolo italiano, del futuro progresso civile ed economico dell�Italia repubblicana. Proprio in quegli anni l�Italia � fra le protagoniste dell�avvio di quel processo di unificazione europeo, di carattere economico e politico, di cui oggi stiamo raccogliendo i frutti (EURO ed Unione Europea).

Un momento molto importante della vita politica e sociale italiana lo si ebbe negli anni �60 quando, accanto al boom economico che caratterizz� quel decennio, nacque, grazie a Fanfani, Moro e Nenni, una nuova formula di governo: il centro-sinistra, ossia la collaborazione al vertice della guida del Paese tra la DC ed il Partito Socialista che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di riforme strutturali del sistema Italia, ma le pi� innovative ed incisive furono abbandonate a seguito delle pressioni degli ambienti pi� reazionari del Paese che minacciarono di ricorrere anche a forme estreme come il colpo di stato (il famoso �rumor di sciabole� di cui parla l�on. Nenni nei suoi diari). 

Un�altra opportunit� di rinnovamento e di modernizzazione del Paese la si ebbe a met� degli anni �70 quando, dopo la bufera del �68 studentesco, dell�autunno caldo operaio e le lotte per il divorzio, era ormai all�orizzonte l�incontro tra i due massimi partiti popolari di massa, la DC di Moro ed il PCI di Berlinguer. Fu la grande occasione del Compromesso storico, ossia la formazione di governi che prevedevano la partecipazione di personalit� appartenenti a tutti i partiti democratici per una modernizzazione ed uno sviluppo sostenibile del Paese in un decennio caratterizzato dalla crisi economica e dalla violenza del terrorismo (nero o rosso che fosse).

Il rapimento e l�omicidio dell�on. Moro misero fine a questo tentativo innovativo ed aprirono le porte ad un decennio, gli anni �80, in cui si � svolta una lotta aspra tra due Italie: l�una, quella di Sandro Pertini, Enrico Berlinguer e Giovanni Spadolini, sottolineava l�importanza decisiva della �questione morale�, metteva in guardia contro la degenerazione del sistema politico e denunciava le trame occulte come la P2. 
L�altra, quella dei nani e delle ballerine, assecondava il rampantismo dilagante, cementificava tutto il cementificabile dimenticando l�insegnamento di Andr� Malraux secondo cui �Non si fa politica con la morale, ma non la si fa meglio senza�.

La Costituzione del 1948 cominciava a segnare, solo per quanto riguarda la parte tecnica-ingegneristica, il passo, ma ogni tentativo di riforma fall� poich� boicottati e bloccati dai veti da chi vedeva messa in discussione la propria egemonia o il proprio potere di ricatto e di interferenza: la Grande Riforma sognata e declamata dal pentapartito degli anni �80 divenne il Grande Alibi per non fare alcuna riforma e lasciare incancrenire la situazione per pi� di un decennio. 

Sono stati molto pi� efficaci i referendum elettorali dei primi anni �90 che hanno intaccato alla base le personali posizioni di una parte della fauna politica del nostro Paese ormai sclerotizzata.
L�azione della magistratura (lotta alla corruzione ed alla criminalit� organizzata) dei primi anni �90 ha avuto il grande merito, nonostante limiti ed errori, di aver permesso la ripresa di un processo di risanamento morale della vita pubblica italiana che, per�, � ancora lontano dall�essere risolto. 

Questo risanamento morale si � accompagnato con il processo di risanamento economico avviato dal governo del socialista Giuliano Amato (1992), proseguito dai successivi cosiddetti governi tecnici di Carlo Azeglio Ciampi e di Lamberto Dini e portati a termine dai governi di centrosinistra presieduti da Romano Prodi e da Massimo D�Alema. L�opera di questi Governi ha permesso all�Italia di entrare da subito nella moneta unica europea (EURO) e di essere protagonista (la Presidenza della Commissione europea a Romano Prodi ne � un segno tangibile) del processo di unificazione politica del Vecchio Continente per realizzare una vasta area geopolitica aperta a tutte quelle nazioni che ne condividano i primari obiettivi di pace e di sviluppo.

di LUCA MOLINARI 

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