ALGERIA 
Le origini dei problemi storici e politici del�ex colonia francese 

 

la guerra
 per ALLAH

e il
BUSINESS 
DEL PETROLIO
 

di LIONELLO BIANCHI

< ( I PRECEDENTI - TUTTO INIZIO' 19 SECOLI FA)

Per lottare contro i francesi invasori a met� del XIX secolo gli abitanti della zona occidentale dell'Algeria scelsero come loro guida Abdelkaider, uno sceriffo che godeva di largo prestigio. Abdelkaider si fece dapprima benvolere dai francesi i quali, per accattivarsi le popolazioni, se lo fecero alleato riconoscendoli con il trattato di Desmichels (1834) il controllo della regione occidentale e centrale. Tre anni pi� tardi (1837) i suoi poteri vennero ampliati. 

Crebbero il suo carisma e la sua abilit� di tenere unite le genti, tanto che nel 1838 Abdelkaider estese la propria zona fino al confine con il Marocco a sud e della Kabylie e Oran a sud. Per la Francia era eccessivo il potere che Abdelkaider si era preso. Da qui la decisione dei francesi di ostacolarlo in tutti i modi. Trascorsero quasi dieci anni di lotta contro i francesi, alla fine di questo periodo Abdelkaider prese lo spunto dal mancato rispetto del trattato stipulato nel 1839 e decise di chiedere aiuto al Marocco, dove regnava il sultano Abd er Rahman in nome e nel segno dell'Islam. Si apr� una vera guerra. Le vicende non furono fortunate per Abdelkaider. Si battagli� a lungo, fino a che Abdelkaider sub� una pesante e cocente sconfitta a Isly, nei pressi di Oujda, sul finire del 1844. Abdelkaider resistette altri due anni, ma nel 1846 fu costretto alla resa, alla capitolazione. Ottenne come sola condizione la possibilit� di trasferirsi in Medio Oriente. Ma i francesi che sulle prime promisero lo tennero in carcere a Tolone e a Digione, prima di farlo partire per Damasco dove egli mor� nel 1883. Ancora oggi Abdelkaider � uno dei personaggi attorno al quale si � costruita una leggenda: viene venerato come un mito. In effetti, � considerato non a torto uno degli uomini pi� importanti del movimento nazionalista algerino, ed � trattato come un eroe nazionale. Al centro di Algeri � possibile ammirare una grande statua innalzata in sua memoria, cos� come in diverse citt� sono state intitolate al suo nome parecchie vie.

FRANCESIZZAZIONE DELL�ALGERIA - Dopo la resa di Abdelkaider anche le altre regioni algerine, a cominciare dalla Kabylie, la zona montagnosa a est di Algeri, si arresero alla potenza occidentale. Era l'inizio della lunga dominazione della Francia che continu� pressoch� ininterrottamente fino oltre la met� del XX secolo. Si assistette pertanto a una vera e propria colonizzazione. Per meglio amministrare il territorio dalla Francia si assegnarono le terre a coloni europei, quasi tutti di origine francese, ma anche italiana, maltese, spagnola. La Francia non lesin� i mezzi per estirpare la cultura locale, combattendo anche la religione islamica (peraltro senza grande successo). Le Medine (citt� arabe) vennero via via sostituite da quartieri costruiti sul modello francese.

Dall'Algeria vennero prelevati a migliaia le braccia da lavoro per la Francia, dove difatti si introdussero gli algerini. Questi vennero utilizzati nelle fabbriche per sostenere l'immane sforzo bellico tra il 1914 e il 1918. Proprio tra questi algerini emigrati in terra francese fiorirono i germi del nazionalismo, un fenomeno che port� alla costituzione del Party du Peuple Algeri�n, al quale segu� in Algeria la nascita della Societ� degli Ulama, di stampo religioso.

Per sottomettere l'Algeria la Francia procedeva facendo affidamento sui capi locali che si ingraziava fornendo loro garanzie e soldi. Dal 1879 cominci� la difficile opera di assimilazione, nonostante l'invio di numerosi contingenti armati e di autorit� civili che dovevano lavorare in tal senso. Fu un periodo tribolato per gli algerini, con tentativi di rivolte e di violente repressioni da parte dei francesi. Nel corso della seconda grande guerra mondiale l'Algeria, come tutta la regione settentrionale dell' Africa fu teatro di grandi sbarchi degli anglo-americani e di virulente battaglie.

GUERRIGLIA CONTRO LA GERMANIA - Gli algerini si distinsero a sostegno della causa degli Alleati, riuscendo a portare il loro contributo alla sconfitta dell'esercito dell'Asse, dell'esercito tedesco in particolare. Proprio per i meriti acquisiti dagli algerini durante la guerra la Francia riconobbe loro nel 1947 alcuni diritti importanti: l'Algeria venne proclamata parte integrante del territorio metropolitano. Istituita un'assemblea nazionale algerina, le venne concesso di nominare un certo numero di deputati da mandare a Parigi all'Assemblea Nazionale francese. Ad ogni buon conto tale diritto veniva riconosciuto sia alla maggioranza africana sia alla minoranza di origine francese provocando una disparit� di trattamento: in effetti privilegi economici e sociali venivano assegnati preferibilmente ai francesi o ai naturalizzati francesi, penalizzando fortemente la maggioranza africana; Da qui i malcontenti da cui scaturirono nuovi dissidi e contrasti. Ci� si tradusse in autentica opposizione politica, con la formazione di movimenti di chi si sentiva emarginato. A Setif, cittadina nei pressi di Costantina, il primo focolaio di guerra contro il regime instaurato dai francesi. Ci fu infatti una furiosa sommossa repressa nel sangue. Si svilupparono da allora diversi movimenti nel segno dell'indipendenza e dell'autonomia: nel 1954 nacque un Comitato Rivoluzionario per l'Unit� e l'Azione (Crua): fu questo che qualche tempo la propria costituzione provoc� la rivolta armata sotto la guida di un Fronte di Liberazione Nazionale (Fln).

Il Fronte conquist� alla propria causa l'appoggio degli stati arabi, a cominciare dall'Egitto e dal 1956 di Marocco e Tunisia, divenuti in quel periodo indipendenti. Era una vera e propria guerriglia, che l'esercito francese aveva grosse difficolt� ad affrontare e a soffocare. I guerriglieri che si annidavano nelle casbah (cittadelle inespugnabili nel cuore delle citt�) a quel punto potevano trovare riparo anche nei vicini Marocco e Tunisia. Fu un periodo travagliato per la Francia la cui IV Repubblica entr� in crisi, anche ma non solo per l a questione algerina.

L�SOS A DE GAULLE - Sulla battaglia di Algeri tra l'esercito francese e i guerriglieri sorsero delle vere e proprie leggende; Gillo Pontecorvo ne fece nel 1957 un apprezzato film, attori Jean Martin, Yacef Saadi, Brahim Haggiag e Fawzia El Kader. In esso viene mirabilmente descritto il sanguinoso scontro tra i par� francesi del colonnello Matthieu (interpretato da Martin) e i guerriglieri dell'Fln asserragliati nella casbah. Un film che non manc� di suscitare polemiche tra la sinistra e la destra, dividendo i francesi. Una testimonianza di quello che furono gli anni burrascosi che precedettero la seconda guerra mondiale e che � stata data anche dal romanzo del premio Nobel 1957 Albert Camus (1913-1960): "lo straniero" (1942).

Tuttavia non c'era solo da fronteggiare i guerriglieri nazionalisti ma anche l�ostilit� dei coloni; una situazione che diventava sempre pi� incontrollabile per la fragile IV Repubblica, al punto che - per cercare di uscirne - venne nominato capo del governo Charles de Gaulle, il generale che proprio da Algeri guid� la Resistenza francese contro i nazisti e proprio per questa ragione era considerato un eroe da tutti i francesi. I primi tempi furono duri per lo stesso de Gaulle che fatic� non poco a restaurare la pace in Algeria. Laboriose le trattative per mediare tra i guerriglieri e le forze francesi., trovando un accordo anche con i coloni oltranzisti. Dopo due anni (de Gaulle era stato insediato nel 1958) , le trattative trovarono uno sbocco: i preliminari di un accordo con il governo provvisorio algerino - costituito nel 1958 sotto la guida di Ferhat Abbas - furono stipulati a Melun nel giugno 1960. Naturalmente, gli accordi che seguirono nel 1961 non mancarono di accendere nuove ostilit� da parte di quanti non approvavano la linea di Abbas, erano gli ultras che si dissociarono e provocarono delle ribellioni in tutta l'Algeria.

LE RIVOLTE DEGLI ULTRAS - Si susseguirono le rivolte, particolarmente grave quella del cosiddetto "putsch dei generali" (Salan, Challe, Jouhaud, Zeller) tentata il 22 aprile 1961. Fallito questo tentativo dell'organizzazione degli ultras (Oas) si intensificarono gli episodi di terrorismo indiscriminato. Pertanto ancora per parecchi anni, dopo la sanguinosa guerra di indipendenza l'Algeria fu attraversata da pesanti episodi. Si arriv� ad ogni modo all�atto dell'indipendenza proclamata il primo luglio 1962 e ratificata il giorno seguente da un referendum dalla esito plebiscitario. Una volta ottenuta l'indipendenza, per�, non si placarono le lotte interne, tra gruppi e correnti rivali. Anzi, si pu� dire - e i fatti di questi ultimi tempi lo stanno confermando - che siano andati esasperandosi. I vari gruppi che parteciparono alla guerra di liberazione si fronteggiarono, cercando di imporre le rispettive ideologie, anche a furore di bombe.

Ognuno di questi gruppi rivali intendeva prevaricare, per estendere il proprio predominio sugli altri. Furono anni di fuoco e sangue, con scontri particolarmente duri, a cominciare da quelli tra Ben Khedda - il quale nel 1961 aveva preso il posto di Ferhat Abbas alla guida del Gpra, il governo provvisorio algerino - e Ben Bella, che proveniva dall'esterno e in un primo tempo non godeva di largo consenso. Eppure fu proprio Ben Bella ad assicurarsi il successo grazie all'appoggio dell'esercito che si schier� dietro di lui, indicandolo come suo capo. Determinante a questo proposito fu il sostegno dell'allora ministro della difesa, Houan Boumedienne. Cos� nel 1963 si arriv� a una prima stabilizzazione della repubblica algerina. Ben Bella in quell'anno riusc� a farsi eleggere presidente della repubblica e quasi contemporaneamente veniva vara la costituzione che istituiva di fatto una repubblica di tipo presidenziale con ampi poteri conferiti al presidente e capo dello stato ponendo le basi per un autentico regime con un partito unico che allora era il Fln (Fronte di Liberazione nazionale).

ALGERIA LIBERA MA NEL CAOS - Nonostante avesse idee chiare e lungimiranti, Ben Bella non pot� realizzare appieno i suoi programmi. O meglio non glielo consentirono. Difatti, Ben Bella - che cerc� di sbarazzarsi di ogni opposizione e quindi di ogni avversario - ben presto entr� in rotta di collisione con quello stesso esercito (Aln, Armata di Liberazione nazionale) che lo aveva appoggiato in precedenza. Ben Bella fu costretto ad arrendersi: i problemi che egli aveva cercato di avviare con il suo governo alla soluzione rimasero aperti. L'Algeria precipit� nuovamente nell'incertezza. Ben Bella sul piano programmatico si era proclamato socialista: promulg� una riforma agraria che intendeva salvaguardare i pi� deboli. Ci� provoc� la reazione dei ceti dei grandi proprietari latifondisti. Dovette fare delle concessioni, mentre si mostr� severo e intransigente solo nelle relazioni con l'estero e in particolare con la madrepatria. Anche sul piano economico dunque la situazione divenne sempre pi� delicata e difficile per il governo di Ben Bella: l'arretratezza delle strutture e l'assenza di quadri indigeni (aggravata dall'esodo in massa dei coloni francesi che preferirono tornarsene in patria) provocarono il caos nell'agricoltura e nell'amministrazione, e ci� nonostante la lungimiranza di Ben Bella nella sua opposizione all'imperialismo. tanto pi� che venne coinvolto nella guerra col Marocco nel 1963. Tutto questo complesso di circostanze portarono al collasso il governo di Ben Bella. E si arriv� pertanto al suo rovesciamento da parte di Boumedienne il quale il 19 giugno 1965 prese il potere e instaur� un consiglio della rivoluzione di cui era capo lui stesso con pieni poteri sulle forze armate.

BOUMEDIENNE SOFT CON LA FRANCIA - Quest'azione di forza segn� un'altra svolta significativa: ben pochi si opposero e Boumedienne con i suoi seguaci impose una vera e propria resa dei conti con spargimento di sangue. Boumedienne ad ogni modo, pur rispettando le idee socialiste ispirate all'antimperialismo e alle conquiste della guerra di liberazione, si mostr� molto pi� duttile e pragmatico nei rapporti con la Francia, con la quale giunse a stipulare un accordo su un settore chiave, quello del petrolio: in base a tale trattato. venivano confermate le concessioni alle societ� straniere, in primo luogo all'Elf la compagnia petrolifera francese, e nel contempo si stabilivano norme paritarie franco-algerina per la ricerca e l'estrazione, nonch� la vendita del greggio.

Ma all'interno Boumedienne avvi� un processo di nazionalizzazione di banche e assicurazioni straniere, che passarono via via in mano ad alti funzionari e dirigenti algerini. Infatti le vari attivit� finanziarie vennero affidate a una societ� di cui venne nominato presidente Belaid Abdessalam. Era il preludio alla nazionalizzazione del settore petrolifero, che avvenne nel 1971; era un attacco al cuore della Francia. Ma non basta. Boumedienne rilanci� pure la riforma agraria, varando nel contempo delle leggi per garantire l'autogestione delle aziende indigene a scapito di quelle straniere e anche francesi. Era un vero colpo di mano all'insegna dei principi socialisti cui si ispirava. Ad ogni buon conto l'autogestione non forn� quei risultati che il regime avrebbe voluto, mentre la rivoluzione agraria che pure aveva come scopo la ridistribuzione delle terre , rivel� anch'esse molte lacune. Ma Boumedienne nel suo slancio autonomistico punt� molto sull'industrializzazione del paese.

APPROVAZIONE DELLA COSTITUZIONE - Accentuata nel 1973, quando il boom del petrolio sembr� aprire prospettive fino allora insperate in particolare per i paesi sottosviluppati, Boumedienne tent� di creare un'Algeria che potesse ergersi a modello per le nazioni appena affrancatesi e uscite dal colonialismo. Una leadership che egli volle sottolineare nella quinta conferenza dei paesi non allineati tenutasi proprio ad Algeri (1973). Con la spinta sempre pi� decisa alla lotta contro il sottosviluppo, con l�instaurazione dell'autogestione delle risorse nazionali , si venne esasperando il dissidio con gli Stati Uniti, emerso tra l'altro gi� nel 1967 durante la guerra dei Sei giorni, mentre si andavano sviluppando sempre pi� frequenti rapporti con l'Urss. La prudenza di Boumedienne riusc� a mantener fede a una certa autonomia tra i due blocchi, almeno per un buon numero di anni.

Tanto che, grazie alla politica di non allineamento, l'Algeria di Boumedienne arriv� a una situazione di normalizzazione nel 1976, allorch� dopo un lungo periodo di dibattiti politici portati fino alle pi� sperdute oasi nel deserto, nel novembre si pot� procedere a un referendum popolare per l'approvazione della costituzione.

Dopo l'esito di questo nuovo referendum Boumedienne venne eletto ufficialmente presidente della repubblica e nel febbraio 1967 vennero indette le elezioni per l'assemblea nazionale (elezioni ancora una volta con lista unica). Per un'effettiva normalizzazione il Fronte di Liberazione nazionale aveva progetto di tenere un congresso straordinario per una rifondazione che desse nuove garanzie al partito unico. Boumedienne per� si spense nel 1978 senza veder riformato il Fln, dal momento che il congresso straordinario venne sempre rinviato a data da destinarsi e il consiglio rivoluzionario rimase cos� in carica. Successore di Boumedienne, all'inizio del 1979 venne designato Chadli Bendjadid. Con lui inizi� una fase di lento rinnovamento che comprendeva essenzialmente le scelte economiche del regime: riconosciuti l'abbandono dell'industrializzazione forzata e il fallimento della rivoluzione agraria. Vennero abrogati e soppressi sia la costruzione dei grandi impianti petrolchimici, avviati dal ministro dell'industria Abdessalam, sia il controllo statale dell'intero apparato produttivo.

DAL SOCIALISMO AL BUSINESS - Per contro vennero incoraggiati l'iniziativa privata e l'afflusso di capitali stranieri, senza mettere in discussione tra l'altro l'ideologia socialista. La fine delle nazionalizzazione, la riapertura agli stranieri finirono con il privilegiare l'industria leggera mentre si cerc� di dare nuovo impulso all'attivit� agraria; alle forme cooperativa si preferiva la propriet� privata. Gradualmente vennero sostituiti tutti i grandi dirigenti, allontanati per cominciare dal potere i due maggiori collaboratori di Boumedienne, il citato Abdessalam e il ministro degli esteri Boutflika. Quest'ultimo allontanamento port� a una diversa politica estera, soprattutto vennero ripristinati i rapporti con la Francia della V Repubblica. Tanto che agli inizi degli Anni Ottanta Caldi Boudjadid venne invitato dal governo francese: era il primo viaggio di un capo di stato algerino a Parigi. Si inaugurarono rapporti con tutti i paesi occidentali europei, in particolare con l'Italia, con cui vennero avviati contatti importanti per una collaborazione industriale e commerciale. Tra le prime aziende italiane ovviamente la Fiat, che a met� degli Anni Ottanta, inaugur� un impianto industriale nelle vicinanze di Algeri, e all'inaugurazione intervenne personalmente Cesare Romiti, mentre a celebrare l'avvenimento la Juventus la squadra di Casa Agnelli) venne invitata a disputare una partita amichevole con la nazionale algerina. Con l'abrogazione dell'autorit� pianificatrice centrale, avvenuta nel 1987, ci fu la svolta pi� radicale voluta da Boudjadid, in pratica si trattava di abbattere un baluardo del controllo economico socialista. Con questo atto, in effetti, veniva cancellata la maggior parte societ� pubbliche che erano state istituite per il controllo diretto da parte del governo centrale; cos� pure la liberazione del sistema bancario incoraggi� sensibilmente la propriet� privata.

INIZIA LA SPIRALE DELLA VIOLENZA - Tuttavia per evitare le opposizioni all'interno del partito unico (Fln) il presidente Boudjadid dovette procedere con una certa cautela. Tanto che, a dispetto della partecipazione al Movimento dei Paesi non allineati, l'Algeria non riusciva a scrollarsi di dosso l'etichetta di paese anti-occidentale. La lunga guerra per l'indipendenza, iniziatasi all'inizio degli Anni Cinquanta e protrattasi fino a met� degli Anni Sessanta e oltre (anche se la fine di tale guerra viene stabilita al 18 marzo 1962 ) non poteva non lasciare segni anche in questo periodo di relativa normalizzazione intrapreso con Boumedienne prima e quindi con Boudjadid che spinse verso una riapertura con l'esterno, cercando di stringere amichevoli contatti con i paesi del Mediterraneo e con l'Europa. L'opposizione interna non manc� mai di farsi sentire, tuttavia non esplose in episodi violenti almeno fino al 1988. Negli anni immediatamente precedenti ci furono fatti isolati. il primo di una certa consistenza avvenne nel 1985, quando un gruppo di musulmani estremisti attacc� una caserma della polizia o come quando nella regione delle Kabylie ci fu uno sciopero generale degli attivisti berberi per protestare contro l�arresto alcuni membri del gruppo dei diritti culturali, ribattezzati gli Enfants des Martyrs. Dunque nel 1988 iniziarono gli attentati, quel rivolo di sangue che dura ancora ai giorni nostri. La prima grave minaccia per il presidente Benjadid venne portata nell'ottobre di quell'anno: a migliaia la gente si rivers� nelle strade e nelle piazze per manifestare la protesta contro le misure di austerit� decise dal governo, misure che avevano provocate la sparizione di derrate alimentari dai bazar e dai negozi, affamando la popolazione non solo di Algeri.

IL "FRONTE DI SALVEZZA ISLAMICO" - A quel punto per stroncare la sedizione popolare fu deliberato di mandare l'esercito: nei violenti scontri che seguirono morirono tra le centosessanta e seicento persone, una cifra che varia a seconda delle fonti: quelle governative fornirono una cifra bassa, mentre dall'altra parte vennero diffuse notizie pi� allarmanti, indicando i morti vicini al migliaio. Sta di fatto che oltre tremila furono le persone incarcerate senza processo. La sommossa peraltro provoc� il governo Benjadid a indire un referendum onde modificare ulteriormente la costituzione. Un primo risultato che si consegu� fu la riduzione del monopolio del potere politico da parte dell'Fln con l'allargamento dell'assemblea nazionale ad altre formazioni politiche: insomma, si avvio una forma di governo e parlamentare con pi� partiti. Nel 1990 ci furono le elezioni che segnarono una battuta d'arresto del Fln, mentre il partito principale di opposizione, quello del Front Islamique du Salut (Fis) ottenne un numero sensibilmente elevato di voti.

E' chiaro che il Fln (sempre partito di maggioranza) dopo queste elezioni dovette perlomeno tener conto dell'opposizione. Il Fronte di Salvezza Islamica si preparava al suo successo, difatti nel 1991, alle prime elezioni veramente libere, strapp� la maggioranza dei consensi, una vittoria schiacciante a spese del Fln, ormai fiaccato dai disordini sempre pi� frequenti e dalle correnti all'interno di esso sempre in disaccordo tra loro. Il partito dei fondamentalisti (appunto il Fis) rifletteva lo scontento della popolazione, stanca della politica di sacrifici imposti dal Fln. Il Fis arrivato al potere predicava e vuole la costruzione di uno stato fondamentalista islamico: e fu il primo ad andare al governo in Africa settentrionale. Il presidente Chadli Benjadid che si batteva per il consolidamento e la difesa del processo democratico cerc� di arginare l'ondata fondamentalista indicendo nuove elezioni per 16 gennaio 1992.

L�OPPOSIZIONE CON IL TERRORISMO - A quel punto per� i capi militari, proprio nel timore di un successo elettorale dei fondamentalisti, lo costrinsero a dimettersi, impedendo cos� le elezioni. che al primo turno avevano visto affermarsi il Fis Al posto del presidente Benjadid, si instaur� il Consiglio Superiore di Sicurezza che impose nel paese lo stato di emergenza fino al dicembre 1993. Nel deporre il presidente e capo dell'Fln, il partito unico che era stato mitizzato nella Battaglia di Algeri, i generali gli consegnarono un biglietto aereo "di sola andata" gli dissero invitandolo a lasciare l'Algeria. Il nuovo leader del Consiglio di Sicurezza, insediatosi con un colpo di stato, era Muhamed Boudiaf, il quale, appena insediatosi, proclam� la presa del potere da parte dei militari ma a loro volta i capi islamici, pur dichiarando la non violenza, hanno messo in atto dei piani di feroce opposizione. Le conseguenze di quest'azione sono tuttora visibili nelle stragi indiscriminate, nelle quali sono spietatamente coinvolti donne, vecchi e bambini, perpretate nel segno del fondamentalismo.

E' guerra tra bande, il clima di sospetto regna sovrano in tutta l'Algeri, dalla capitale alla pi� remota oasi. Si dice che sia una sfida tra generali, in particolare una lotta all'ultimo sangue tra il presidente Liamine Zeroual, un ex generale, e il capo di stato maggiore Mohamed Lamari. Le tribolazioni dell'Algeria, terra di popolazioni diverse, restano infinite, le origini si perdono, come si � visto, nel tempo e sembrano aggravate proprio dagli affari collegati con il petrolio, sul quale ciascun gruppo cerca di allungare le mani.

di LIONELLO BIANCHI
Ringrazio per l'articolo  
FRANCO GIANOLA, 
direttore di


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