PRIMA GUERRA MONDIALE

GLI EVENTI ANNO PER ANNO SUI VARI FRONTI

LA RIPOSTA DELLA SERBIA
all' "ULTIMATUM"

Ecco la risposta serba pervenuta all'Austria il 25 luglio:


Il regio governo serbo ha ricevuto la comunicazione del governo imperiale e reale ed è persuaso che la sua risposta eliminerà ogni malinteso che minaccia di compromettere i rapporti di buon vicinato tra la monarchia austroungarica e il regno di Serbia.

Il regio governo è conscio del fatto che le proteste che sono state espresse, sia dalla tribuna della Skupctina [il Parlamento serbo, N.d.T.] nazionale sia nelle dichiarazioni e negli atti di rappresentanti dello Stato - proteste sulle quali taglia corto la dichiarazione del governo serbo del 18 marzo 1909 -, nei confronti della grande Monarchia vicina non sono più state ripetute in nessuna occasione e che, da molto tempo, sia da parte dei regi governi che si sono succeduti sia da parte dei loro organi, non è stato fatto alcun tentativo allo scopo di cambiare l'assetto politico che si è creato in Bosnia-Erzegovina.

Il regio governo constata che a questo proposito il governo imperiale e reale non ha espresso alcuna lamentela, salvo nel caso di un libro scolastico, e in quell'occasione il governo imperiale e reale ha ricevuto una spiegazione del tutto soddisfacente. La Serbia ha più volte dato prova della sua politica di pace e moderazione per tutta la durata della crisi balcanica ed è grazie alla Serbia e al sacrificio compiuto da essa nell'interesse esclusivo della pace europea che tale pace è stata salvaguardata.

Il regio governo non può essere ritenuto responsabile di manifestazioni di carattere privato quali gli articoli di giornale e il lavoro pacifico delle associazioni - manifestazioni che hanno luogo normalmente in tutti i paesi e che di consuetudine non sono soggette al controllo ufficiale. Il regio governo è da ritenersi ancor meno responsabile, nella misura in cui quando si è trattato di dirimere questioni sorte fra la Serbia e l'Austria-Ungheria, esso ha mostrato grande premura ed è riuscito a risolverne un gran numero con vantaggio per entrambi i paesi.

Per queste ragioni, il regio governo è rimasto sorpreso e addolorato dalle affermazioni secondo le quali alcuni sudditi del regno di Serbia avrebbero partecipato alla preparazione del crimine compiuto a Sarajevo; esso si attendeva di essere invitato a collaborare alle indagini relative a tutto ciò che riguarda l'assassinio ed era pronto, onde dimostrare con i fatti la propria correttezza, a procedere contro tutte le persone a proposito delle quali avesse ricevuto comunicazione.

Accogliendo dunque la richiesta del governo imperiale e reale, il regio governo è disposto a consegnare ai tribunali qualunque suddito serbo, a prescindere dalla condizione o dal rango, la cui complicità nel crimine di Sarajevo sarà comprovata; in particolare, il regio governo si impegna a far pubblicare sulla prima pagina della «Gazzetta Ufficiale», in data 13-26 luglio, la seguente dichiarazione:

«Il regio governo di Serbia condanna ogni forma di propaganda diretta contro l'Austria-Ungheria, ossia ogni tendenza che si proponga come obiettivo finale la separazione dalla monarchia austroungarica di territori che ne fanno parte e deplora sinceramente le conseguenze funeste di queste azioni criminali. Il regio governo esprime il suo dispiacere per il fatto che, dopo la comunicazione del governo imperiale e reale, alcuni ufficiali e funzionari serbi si siano resi complici della summenzionata propaganda, compromettendo in tal modo le relazioni di buon vicinato per favorire le quali il regio governo si era solennemente impegnato con la dichiarazione del 18-31 marzo del 1909».

Tale dichiarazione sarà resa nota al regio esercito attraverso un ordine del giorno, in nome di Sua Maestà il Re, tramite il principe ereditario Alessandro e sarà pubblicata nel prossimo «Bollettino ufficiale dell'Esercito».

1. Il regio governo si impegna inoltre a introdurre, in occasione della prima convocazione della Skupcina, una legge sulla stampa, mediante la quale l'incitamento all'odio e al disprezzo della monarchia austroungarica sarà punito con la massima severità, come anche qualunque pubblicazione il cui tono generale vada contro l'integrità territoriale dell'AustriaUngheria. Esso si incarica altresì, in occasione della prossima revisione della Costituzione, di introdurre nell'articolo 22 della Costituzione stessa un emendamento in virtù del quale pubblicazioni del tenore succitato potranno essere confiscate, cosa attualmente impossibile, visti i termini categorici dell'articolo 22;

2. Il governo non possiede nessuna prova - e la nota del governo imperiale e reale non ne fornisce alcuna - che la società Difesa Nazionale e altre associazioni simili abbiano commesso fino a oggi alcun atto criminale di questo tipo. Nondimeno, il regio governo accetterà la richiesta del governo imperiale e reale e scioglierà la società Difesa Nazionale e ogni altra associazione che possa operare contro l'Austria-Ungheria;

3. Il regio governo serbo si impegna anche a eliminare senza indugio tutto ciò che serve o che potrebbe servire a fomentare la propaganda contro l'Austria-Ungheria, quando il governo imperiale gli fornirà fatti e prove di tale propaganda;

4. Il regio governo acconsente anche ad allontanare dal servizio militare e dall'amministrazione gli ufficiali e i funzionari per i quali l'inchiesta giudiziaria avrà provato che sono colpevoli di atti diretti contro l'integrità del territorio austroungarico, e attende che il governo imperiale e reale gli comunichi ulteriori nomi e fatti di questi ufficiali e funzionari allo scopo di procedere contro di loro;

5. Il regio governo deve confessare di non capire chiaramente il senso e la portata della richiesta del governo imperiale e reale secondo la quale la Serbia si impegna ad accettare sul proprio territorio la collaborazione di inviati del governo imperiale e reale, ma dichiara di essere disposta ad accettare una collaborazione che risponda ai principi del diritto internazionale e del diritto penale, nonché ai rapporti di buon vicinato;

6. Va da sé che il regio governo considera suo dovere procedere all'apertura di un'inchiesta nei confronti di tutti coloro che sono o che eventualmente fossero coinvolti nel complotto del 15-28 giugno e che si trovassero sul territorio del regno.
Quanto alla partecipazione all'inchiesta di esponenti delle autorità austroungariche, nominati dal governo imperiale e reale, il regio governo non può accettarla, perché configurerebbe una violazione della Costituzione e delle leggi che regolano il diritto penale. Non dimeno, alle autorità austroungariche potrà essere data comunicazione dei risultati delle indagini relative a determinati casi;

7. La sera stessa nella quale ha ricevuto la nota del governo austroungarico, il regio governo ha provveduto all'arresto del comandante Vojislav Tankosic. Quanto a Milan Ciganovic, che è un suddito della monarchia austroungarica e che, fino al 15-28 giugno, era impiegato (come aspirante) alla direzione delle ferrovie, non è stato ancora rintracciato, ma su di lui pende un mandato d'arresto. Il governo imperiale e reale è vivamente pregato di voler rendere nota il più presto possibile la presunzione di colpevolezza nonché le eventuali prove della loro colpevolezza, raccolte fino a oggi nell'ambito dell'inchiesta sul fatto di Sarajevo, per procedere a un'ulteriore indagine;

8. Il governo serbo rafforzerà ed estenderà le misure prese per impedire il traffico illecito di armi ed esplosivi attraverso la frontiera. Naturalmente, ordinerà un'immediata inchiesta e punirà severamente i funzionari addetti alla frontiera sulla linea Sabac-Loznica che hanno mancato al proprio dovere lasciando passare gli autori del crimine di Sarajevo;

9. Il regio governo darà volentieri spiegazioni riguardo alle dichiarazioni che i suoi funzionari, sia in Serbia sia all'estero, hanno rilasciato dopo l'attentato in occasione di interviste e che, secondo l'affermazione del governo imperiale e reale, sono risultate ostili nei confronti Monarchia, non appena il governo imperiale e reale avrà comunicato i passaggi ritenuti offensivi delle suddette dichiarazioni e non appena avrà dimostrato che le affermazioni di cui si discute siano effettivamente state profferite da detti funzionari, per quanto anche il regio governo avrà cura di ricercare evidenze e prove;

10. Il regio governo informerà il governo imperiale e reale dell'esecuzione delle misure menzionate nei precedenti punti, nel caso questa nota non bastasse, non appena ciascuno dei provvedimenti sarà esecutivo.
Nel caso in cui il governo imperiale e reale non fosse soddisfatto dalla presente risposta, il regio governo serbo, considerando che è nell'interesse comune evitare che la situazione precipiti, è pronto, come sempre, ad accettare un'intesa pacifica, mettendo la soluzione della questione nelle mani sia del tribunale internazionale dell'Aja sia delle grandi Potenze che hanno partecipato alla stesura della dichiarazione sottoscritta dal governo serbo il 18-31 marzo del 1909.

Belgrado, 25 luglio 1914


Fonte: Harry Elmer Barnes, The Genesis of the World War, Howard Fortig, New York 1970.

 

Per il governo austroungarico e per l'opinione pubblica, l'attentato era colpa della Serbia, ma bisognava ancora dimostrarlo.
L'11 luglio - quasi quindici giorni dopo il fatto! - il Ministro degli Affari Esteri Austriaco inviò a Sarajevo il dottor Friedrich von Wiesner, consigliere giuridico del ministero, con il compito di indagare. Si trattava di «un giurista circospetto e conservatore», per il quale erano valide soltanto le prove che avrebbero potuto essere accettate da un tribunale.
Il rapporto Wiesner, che porta la data di Sarajevo, 13 luglio, ore 13,10, fu in seguito completamente dimenticato, sebbene alcuni esperti americani, in occasione della Conferenza di pace nel 1919, abbiano citato quella che sembrava loro la parte essenziale:
«Non c'è nulla che provi o che perlomeno induca a supporre che vi sia complicità da parte del governo serbo o che esso abbia diretto o preparato il crimine o che abbia fornito le armi usate per perpetrarlo. Al contrario, ci sono fatti evidenti che sembrerebbero autorizzare a concludere che l'esistenza di una simile complicità è da escludere».
La Serbia insomma non era affatto coinvolta.
(Sidney Fay, Les origines de la guerre mondiale, Rieder Paris 1930 - p. 206)

 

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