SCHEDA 
PERSONAGGI 

ARIEL SHARON

DA "FALCO" A "PACIFISTA"

Di Giacomo Franciosi

 

Lo chiamano il falco, bulldozer, elefante in una cristalleria, Re d’Israele, macellaio di Beirut. Che Ariel Sharon sia uomo capace di suscitare i più opposti sentimenti già da questi epiteti lo si può ben capire, stima e ammirazione da un parte, sdegno, ribrezzo e odio dall’altra.
Ariel Schneirman, poi Ariel Sharon, "Arik" per i suoi sostenitori, è nato da una famiglia di immigrati russi il 27 settembre 1928 a Kfar Malal, Palestina.

Entra giovanissimo nella Haganah, una formazione militare semiclandestina che inizialmente si limitava al compito di assicurare la protezione dei sempre più numerosi insediamenti ebraici in Palestina, e che con la nascita dello stato di Israele il 14 maggio 1948, venne per volere dell’allora capo indiscusso Ben Gourion trasformata in esercito regolare, da qui l’inizio della carriera militare dello stesso Sharon.

( i vari conflitti accennati sotto,
sono in dettaglio riportati a partire dal 1947 in queste pagine > > )

 

Con la prima guerra arabo-israeliana (o guerra d’indipendenza per Israele), Ariel Sharon è comandante di una compagnia di fanteria; ad ostilità concluse nel 1949 a seguito di armistizi separati con Egitto, Libano, Giordania e Siria, Israele si trovò in possesso di un territorio maggiore di quello previsto in origine dal piano di spartizione: circa 20.700 km, con una popolazione di oltre 715.000 ebrei.

Sharon decide di rimanere nell’esercito, e di farvi carriera, partecipa a operazioni di intelligence e di rappresaglia contro i vicini stati arabi, nel 1953 fonda un gruppo speciale denominato 101 che opera sotto la sua guida.

Con il grado di comandante partecipa alla guerra del Sinai nel 1956 (seconda guerra arabo-israeliana), l'aggressione all'Egitto segretamente preparata da Israele con Gran Bretagna e Francia, con proposito delle due superpotenze di rovesciare il governo egiziano di Nasser colpevole, ai loro occhi, di aver nazionalizzato il canale di Suez (26 luglio 1956) e di appoggiare la lotta per l'indipendenza algerina. Il governo israeliano, si proponeva di infliggere un colpo precauzionale alle forze armate egiziane di cui era in corso l'ammodernamento con materiale sovietico.

Il 29 ottobre 1956 Israele scatenò una repentina offensiva nel Sinai (destinata ufficialmente a distruggere le basi di guerriglieri palestinesi in territorio egiziano). Con il pretesto di separare i contendenti ed evitare minacce alla navigazione lungo il canale, Gran Bretagna e Francia intimarono un ultimatum, scaduto il quale (31 ottobre) iniziarono a loro volta le operazioni contro l'Egitto. I tre paesi aggressori ottennero una solerte vittoria militare, dai risvolti politici pesanti, la condannata dell'Onu (con una risoluzione che intimava il ritiro delle forze israeliane e l'invio di un contingente di "caschi blu") dell'URSS (nonostante il soffocamento della rivolta in Ungheria, intimò il ricorso ai missili nucleari), del governo USA.
Nei primi mesi del 1957 Israele dovette pertanto restituire all'Egitto il Sinai occupato, in cambio di garanzie sulla libertà di navigazione attraverso gli stretti di Tîrân e il golfo di 'Aqabah, tra il mar Rosso e il porto israeliano di Eilat.
Sharon, comandante di una brigata di paracadutisti, inviò truppe di parà nel Mitala Pass nel Deserto del Sinai. Quattro fra i suoi ufficiali più giovani l'accusarono di aver mandato uomini a morire solo per la sua gloria; il comandante perse i favori di MOSHE DAYAN e venne sospeso per motivi disciplinari.
Successivamente Sharon, Frequenta il Camberley Staff College in Gran Bretagna nel 1957 e, tornato in patria, ricopre incarichi di responsabilità e rilievo: dal 1958 al 1962, mentre frequenta la facoltà di Giurisprudenza all'Università di Tel Aviv, è prima comandante della brigata di fanteria e poi comandante della scuola di fanteria; nel 1964, viene nominato capo del Northen Command Staff e nel 1966, capo del dipartimento di addestramento dell'esercito.
La terza guerra arabo-israeliana, detta anche "dei sei giorni", scoppiò quando, nella primavera del 1967, il presidente egiziano chiese e ottenne il ritiro del contingente internazionale di stanza nel Sinai, a cui seguì l'annuncio (23 maggio) dell'intenzione di chiudere gli stretti alle navi israeliane e a quelle battenti qualsiasi bandiera se dirette a Eilat con carichi di importanza strategica; Israele reagì chiedendo l'intervento della comunità internazionale e, nello stesso tempo, mobilitando le proprie riserve.
Mentre gli eserciti di Egitto, Siria e Giordania si schieravano lungo i confini, Israele lanciò un attacco anticipato all'alba del 4 giugno, radendo al suolo il grosso delle forze aeree avversarie. polarizzò quindi le operazioni terrestri in direzione del canale di Suez, raggiunto l'8 giugno, dopo l’eliminazione dell'esercito egiziano; lo stesso giorno fu completata l'occupazione della Cisgiordania. L'indomani toccò al fronte siriano, con l'occupazione delle alture del Golan. Grazie a questa guerra Israele occupò circa sessantamila chilometri quadrati di territorio egiziano, quasi seimila di territorio giordano e un migliaio di territorio siriano.

Sharon vi partecipa come comandante di una divisione corazzata, nel 1969, viene nominato capo del Southern Command Staff. Si congeda nel giugno 1972, ma nell'ottobre dell'anno successivo, con lo scoppio della guerra dello Yom Kippur viene richiamato a prestare il proprio servizio, comandando nuovamente una divisione corazzata.

Questa quarta guerra arabo-israelian, detta anche "del Kippur" o "del Ramadan" perché scoppiata in concomitanza con le rispettive festività ebraica e islamica, iniziò il 6 ottobre 1973 con paralleli attacchi egiziani e siriani che, protetti da un'efficace copertura di missili terra-aria sovietici, travolsero le forze israeliane, colte di sorpresa. Il giorno 10, spintisi una decina di chilometri oltre il canale, gli egiziani frenarono l'offensiva, con chiari intenti simbolici dell'attacco (comminare una sconfitta psicologica all'avversario per gettare i semi di una soluzione negoziata).
Avendo concentrato le proprie forze sul molto più importante fronte settentrionale, Israele riusciva nel mentre a limitare l'offensiva siriana per passare poi al contrattacco e varcare (11 ottobre) anche la linea raggiunta nel 1967. Poi una contrassalto israeliano nel Sinai: nella notte tra il 15 e il 16 ottobre unità comandate dallo stesso Sharon oltrepassarono il canale, attorniando un'intera armata egiziana. In seguito a energiche trattative tra Usa e Urss, il Consiglio di sicurezza dell'Onu decretò infine per il 22 ottobre una tregua; Israele tralasciò: soltanto la paura di uno confronto diretto tra le due superpotenze riuscì a far rispettare una nuova tregua a partire dal 25 ottobre. A questa guerra seguì la pace separata tra Israele ed Egitto mediata dagli Stati Uniti, confermata dagli accordi di Camp David (settembre 1978 - marzo 1979).
Questa guerra accrebbe senza dubbio il prestigio di Sharon, come uomo d’azione tra i suoi connazionali.

SHARON POLITICO

Il suo impegno politico si ha dapprima nella formazione di destra Gahal, poi nel 1973 partecipa alla costituzione di una nuova formazione politica il Likud raggruppamento di vari movimenti nazionalisti, con questo stesso partito viene eletto alla knesset (parlamento) incarico che ricopre per poco.
Nel 1975 viene nominato consigliere di sicurezza del primo ministro YITZHAK RABIN. L'anno successivo forma il partito Shlomzion e, nelle elezioni del 1977, quando questo partito riceverà due seggi, viene nuovamente eletto deputato della Knesset e poi ministro dell'Agricoltura.
Nel 1981 riceve la nomina a ministro della Difesa, nel 1982 è stratega nell’operazione militare in libano, invasione motivata dall’accumulo di armi alla frontiera e dalla protezione delle autorità di Beirut all’Olp di Yasser Arafat.

Nell’agosto 1982, una forza multinazionale franco-italo-statunitense interviene per condurre i guerriglieri dell' Olp asserragliati a Beirut verso la Siria.
Il 14 settembre 1982 il neo-eletto presidente libanese Bashir Gemayel leader della falange cristiana viene assassinato.
Il 15 settembre 1982 l' esercito israeliano comincia l' occupazione di Beirut ovest, in violazione delle garanzie date agli Usa.
16-17 settembre 1982 le forze falangiste libanesi, sostenute dall'esercito israeliano, entrano nei campi profughi di Sabra e Shatila e si abbandonano a prepotenze sbalorditive provocando la morte di 2000 persone (secondo i Palestinesi, 750 per le fonti israeliane) tra cui donne e bambini.
Israele dopo lo sconcerto destato nella pubblica opinione internazionale diede seguito ad una commissione d'inchiesta la quale accertò le responsabilità di Ariel Sharon, Ministro della Difesa.
Nel 1985, l' esercito israeliano si ritirerà dal Libano.
La carriera di Sharon a livello governativo, comunque non pare avere contraccolpi, ricoprirà dal 1984 al 1992 diversi dicasteri, industria e commercio, edilizia e accoglienza, ministero quest’ultimo che sotto la sua guida favorirà un massiccio insediamento di coloni nei territori occupati.
Dal 1984 al 1990 è leader del partito Likud.
Con Netanyahu nel 1998, ottiene il dicastero degli esteri, fino alla caduta del governo l’anno successivo.
Nel 2000 si reca in visita alla spianata delle moschee in Gerusalemme, luogo fortemente simbolico, provocazione che i palestinesi accolgono dando luogo alla seconda intifada ( la prima è datata 1988).
Nel 2001 presenta la sua candidatura a primo ministro, ed ottiene mandato dagli elettori col 62% delle preferenze.
E’ tutt’ora primo ministro d’Israele, che in questi giorni storici d’agosto 2005, ha dato mandato di evacuare con la forza, ove non avessero provveduto spontaneamente come previsto dal piano di ritiro, lo sgombro di coloni israeliani in quei territori.
E allora in molti si domandano se l’uomo di Suez, di Sabra e Shatila, il falco, possa realmente condurre alla pace, interrogativo cui parrebbe corrispondere un vecchio luogo comune, quello secondo cui solo un "uomo forte" può fare la pace imponendo le necessarie condizioni e rinunce.

Il tempo ci darà risposta.

Di Giacomo Franciosi

 

Francomputer 
Pluralisticamente accettiamo altre tesi - pro e contro
Non per partito preso o per attribuire torti o ragioni 
ma perch� � giusto cercare di capire

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