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IL LAVORO NEL REGIME FASCISTA 
  I SINDACATI
LE CORPORAZIONI - IL DOPOLAVORO

IL LAVORO NEL REGIME FASCISTA - Il lato pi� importante della profonda rivoluzione fatta dal Fascismo negli ordinamenti italiani � quello sindacale e corporativo. Qui il Fascismo ha cominciato con il riorganizzare moralmente, socialmente ed economicamente il popolo italiano; quindi ha inserito la nuova organizzazione nell'ordine costituzionale. - I passati governi consideravano come affari privati, estranei alla loro attivit�, il lavoro in tutte le sue forme e i rapporti fra capitale e lavoro, ossia fra datori e prestatori d'opera. 

Lo Stato doveva, secondo la loro teoria, limitarsi a garantire le libert� individuali nell'ordine. Essi assistevano indifferenti a scioperi e a serrate, senza considerare che, se il conflitto interessava singole categorie, il danno che ne derivava colpiva tutta la nazione. La dottrina fascista parte da un principio opposto; essa considera i cittadini, non come enti particolari ed autonomi, ma come parti organiche e solidali di un tutto che � lo Stato; perci� afferma il diritto, anzi il dovere dello Stato di intervenire con tutta la sua autorit�, per mantenere non solo l'ordine, ma anche l'armonia e la giustizia fra le classi sociali.

Ci� non gi� per gli interessi egoistici e materiali dei singoli, bens� l'interesse supremo complessivo della nazione, ch'� non solo economico ma anche morale e politico. A tale scopo si sono organizzati e inquadrati tutti i cittadini, secondo l'affinit� dei loro interessi e professioni, in dindacati, ossia in associazioni giuridicamente riconosciute. I sindacati fascisti sono dunque organi dello Stato.

Ogni sindacato fascista rappresenta una categorie di persone, cio� tutti coloro che esercitano una certa attivit� produttiva in una certa zona; e stipula contratti collettivi di lavoro, che diventano obbligatori per tutta la categoria.

I sindacato si raggruppano in NOVE CORPORAZIONI cos� distribuite:
due confederazioni (una di datori di lavoro e una di lavoratori).per ciascuno dei seguenti settori di attivit�:
AGRICOLTURA, INDUSTRIA, COMMERCIO, CREDITO;
 inoltre una sola confederazione  dei Professionisti ed Artisti.
Fin qui, datori di lavoro e lavoratori sono separati nella tutela dei rispettivi interessi. Ma sopra gli interessi individuali stanno quelli della collettivit� nazionale, ossia dello Stato. Perci� i rappresentanti dei sindacati, cos� dei datori di lavoro come dei lavoratori, vengono riuniti assieme nelle CORPORAZIONI, le quali comprendono il tal modo tutti i fattori della produzione.

Le Corporazioni sono 22; i sindacati vi sono distribuiti secondo il ciclo produttivo: ossia ogni corporazione comprende tutti i sindacati di un grande ramo di produzione. Si hanno cos� i tre gruppi seguenti:

a) Corporazioni a ciclo produttivo agricolo, industriale e commerciale.
b) Corporazioni a ciclo produttivo industriale e commerciale.
c) Corporazioni per le attivit� produttrici di servizi

Le Corporazioni armonizzano, nell'interesse della collettivit�, gli interessi a volte divergenti delle varie categorie. Perci� il nostro � uno STATO CORPORATIVO.
La nostra organizzazione suscita ormai lo studio e la simpatia di tutto il mondo civile, ed � in parte imitata da altre nazioni.

I lavoratori non sono pi� considerati come semplici forze da sfruttare; non sono pi� abbandonati a se stessi, quando hanno finito la dura fatica quotidiana. Lo Stato riconosce l'utilit� e la nobilt� della loro opera; vuole che la loro casa sia comoda e pulita; vuole che il loro riposo sia allietato da onesti svaghi. 
Si moltiplicano ovunque le case popolari. L'OPERA NAZIONALE DOPOLAVORO,  creata nel 1925, "cura l'elevazione morale e fisica del popolo, attraverso lo sport, l'escursionismo, il turismo, l'educazione artistica, la cultura popolare, l'assistenza sociale, igienica, sanitaria, ed il perfezionamento professionale".  come sempre, le iniziative del Governo Fascista hanno, accanto allo scopo sociale, economico, politico, un altissimo fine educativo. Ormai l'Opera Nazionale Dopolavoro conta milioni di iscritti.

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