ROMMEL
Il generale che nell'ultimo conflitto mondiale espresse, con un genio strategico prono ai voleri di Hitler, i valori e i disvalori dello spirito militarista germanico

(Già nella Grande Guerra, a Caporetto, 25 enne, fu il primo tedesco ad arrivare sul Piave)

LUCI E OMBRE
DELLA VOLPE DEL DESERTO


su questo sito vedi anche: "IL DIARIO DI ROMMEL"

"LA STRATEGIA DI ROMMEL UMILIO' GLI INGLESI"

4.NOV.'42 BATTAGLIA EL ALAMEIN

di PAOLO DEOTTO

Leggiamo un ordine del giorno emanato nel giugno del 1942 dal maresciallo britannico sir Claude John Auchinleck, comandante in capo delle Forze del Medio Oriente, indirizzato a tutti i comandanti e capi di Stato Maggiore del Quartier Generale delle truppe inglesi in Egitto e delle Forze del Medio Oriente:

"Il fatto che il nostro amico Rommel stia diventando, presso le nostre truppe, una sorta di mago o di stregone rappresenta un serio pericolo.
Esse parlano troppo di lui. Bench� sia indubbiamente molto energico e capace, non � assolutamente un superuomo. E anche se fosse un superuomo, � estremamente spiacevole che le nostre truppe gli attribuiscano poteri soprannaturali.
Desidero quindi che voi vi adoperiate, con tutti i mezzi di cui disponete, per bandire l'idea che Rommel sia qualcosa di pi� di un semplice generale tedesco. E' particolarmente importante che non si parli mai di Rommel quando ci si riferisce al nostro avversario in Libia. Si deve dire "i tedeschi, le potenze dell'Asse, il nemico" ed evitare di ricadere sempre sul nome di Rommel.
Vi prego di assicurarvi che quest'ordine sia eseguito a tutti i livelli. Tutti i comandanti devono capire che si tratta, dal punto di vista psicologico, di una questione della massima importanza".

La leggenda di Rommel nacque in Libia, tra la Tripolitania e la Cirenaica, in quella guerra nel deserto combattuta in modo cos� straordinario da spingere il suo principale biografo, l'inglese Desmond Young, a coniare il soprannome di volpe del deserto che ancora oggi contraddistingue il grande generale tedesco. Ma questo scenario di gloria, che rese il feldmaresciallo Rommel cos� famoso da indurre il comandante inglese Auchinleck addirittura a vietare di pronunciarne il nome, non deve far dimenticare che gi� venticinque anni prima, esattamente tra il 24 e il 26 ottobre 1917, il tenente Rommel, non ancora ventiseienne, comandando un distaccamento di truppe alpine pari alla forza di un battaglione, fu tra i principali protagonisti di una battaglia che pass� alla Storia con un nome che tuttora, per noi italiani, � sinonimo di tremenda sconfitta: Caporetto.

Il giovane subalterno tedesco mise in mostra in quella guerra le sue doti di ardimento, genialit� tattica, elasticit�, unite a una resistenza fisica fuori del comune, con un'avanzata all'interno delle nostre linee che si concret� nel passaggio del Piave e nella conquista di Longarone, nonch� nella cattura di oltre novemila prigionieri italiani. Per queste imprese Rommel venne decorato con la medaglia Pour le M�rite, la pi� alta onorificenza tedesca, che tradizionalmente veniva concessa solo ai gradi superiori, con particolare preferenza se provenienti da quella nobilt� che rappresentava il serbatoio principale dell'alta ufficialit� delle Forze Armate del Kaiser.

Abbiamo fatto un salto brusco all'indietro, e ce ne scusiamo con i nostri lettori, ma era a nostro avviso necessario per rendere giustizia al nostro personaggio, passato alla Storia col soprannome che ricordavamo sopra ("Volpe del deserto"), ma che fu, fin dagli inizi della sua carriera, un soldato assolutamente eccezionale.
Vorremmo anche sottolineare un particolare interessante nella vicenda di Rommel: fu uno dei pochissimi generali tedeschi che non lasciarono dietro di s� una scia di odio, pur essendo stato uno dei protagonisti del secondo conflitto mondiale, la guerra pi� crudele che l'umanit� abbia mai conosciuto, dove ogni concetto di lealt� e rispetto per l'avversario fu quasi sistematicamente schiacciato da una furiosa visione manichea (per altro presente in entrambi gli schieramenti) delle ragioni dello scontro. Non � un caso se i principali biografi (e in genere elogiativi) del nostro personaggio furono inglesi. Ed � ben nota la riluttanza degli inglesi a riconoscere doti agli esseri umani che abbiano la disgrazia di non essere inglesi.

La vicenda umana e militare di Rommel si intrecci�, e profondamente, con quella di uno dei personaggi pi� satanici che mai abbiano infestato la Storia umana. Hitler e Rommel costituirono per alcuni anni un binomio affiatato; il dittatore riponeva un'assoluta fiducia nel generale, che lo ricambiava con una devozione leale. Poi qualcosa cambi�, e la fine di Rommel, crudele oltre ogni immaginazione, ripul� la sua figura anche da qualsiasi compromissione realmente profonda col nazismo, facendone anzi un simbolo del risveglio di coscienza della parte sana della Germania.

Fu vera gloria? Noi siamo i posteri, tenteremo quindi anche noi di dare il nostro contributo per formulare una cos� ardua sentenza. E per farlo, iniziamo subito, dopo questi flash, a fare un po' d'ordine nella nostra narrazione.

Erwin Johannes Eugen Rommel nasce a Heidenheim, cittadina del Wurttemberg, domenica 15 novembre 1891. E' il terzo di cinque figli. La famiglia Rommel � molto stimata: il padre, Erwin, � professore di matematica e la madre, Helena, � la figlia primogenita di Karl von Luz, presidente del governo locale del Wurttemberg. I Rommel non sono nobili, ma fanno parte di quella alta borghesia (il padre, nel 1898, diverr� preside del Realgymnasium di Aalen, piccolo centro non distante da Heidenheim) per la quale il Servizio allo Stato � la pi� nobile delle missioni. La stessa scelta del giovane Erwin per la carriera militare va inquadrata senza dubbio in questo contesto, anche se nella famiglia mancava una tradizione militare e mancavano gli agganci con quella irraggiungibile alta nobilt�, l'appartenenza alla quale era la miglior garanzia per una carriera militare fino ai gradi massimi.
La carriera militare era considerata in assoluto il pi� importante tra i Servizi allo Stato. Ma Erwin Rommel non era nobile, come dicevamo, n� era prussiano, e anche questo era considerato un handicap nel composito impero tedesco, in cui la Prussia era lo Stato per eccellenza pi� militarista e autoritario (Il titolo esatto del Kaiser era Imperatore di Germania e Re di Prussia). Il giovanotto poteva aspirare a una onorevole carriera, e nulla pi�, con l'ottica della Germania imperiale del 1910. Ma in pochi anni la Germania avrebbe subito tanti e tali cambiamenti, da riscrivere il destino di molte persone.

Il giovane aspirante Erwin Rommel entra il 19 giugno 1910 nel 124� reggimento di fanteria del Wurttemberg. L'aspirante � il giovane che ha fatto domanda per essere ammesso alla Kriegsschule, la Scuola di Guerra: viene arruolato come soldato semplice, e come tale vive e si addestra nelle compagnie reggimentali. Dopo un periodo prestabilito, di almeno sei mesi, i superiori valuteranno se l'aspirante abbia o meno le attitudini per intraprendere la carriera di ufficiale.
Erwin Rommel, caporale dopo quattro mesi e sergente dopo sei, viene dichiarato idoneo, e alla fine di marzo dell'anno successivo inizia i suoi corsi alla Kriegsschule di Danzica.

La poche notizie di Rommel bambino ci parlano di un fanciullo abbastanza riservato, gracile, poco incline allo studio. Attorno ai dieci anni, qualcosa scuote il giovinetto, che si stanca di essere uno scolaro eternamente scarso e alquanto imbranato. Si impegna finalmente sui libri e nello sport; non � pi� oggetto del dileggio dei compagni, diventa un giovanotto robusto, dimostra una forza di volont� e una resistenza fisica che resteranno sue caratteristiche per tutta la vita. E il diciannovenne aspirante Erwin Rommel mostra attitudine al comando, decisione, e un indubbio ascendente sui coetanei; inoltre ha un assoluto rispetto dei superiori e una perfetta osservanza delle regole. E' insomma quel che si potrebbe definire un soldato nato. Alla fine di gennaio del 1912 Rommel supera gli esami con il massimo dei voti e la lode, ed esce dalla Kriegsschule con il grado di sottotenente, assegnato, quale istruttore di reclute, al suo vecchio 124� reggimento di fanteria.

Sono ancora tempi felici per la Germania, che vive ammirando s� stessa e la sua potenza. Il Kaiser Guglielmo II di Hohenzollern, con le sue rutilanti uniformi (che oggi ci appaiono ridicole, ma che allora suscitavano ammirazione e rispetto), attorniato dagli altezzosi ufficiali del suo Stato Maggiore, rappresenta la pi� grande nazione del mondo. Le industrie tedesche esportano in tutto il mondo prodotti di alta qualit�, nelle fabbriche tedesche si lavora sodo, anche perch� lo sciopero � sabotaggio, come tale punibile con la galera. L'esercito tedesco � considerato il migliore del mondo, e la Marina gareggia in potenza con quella inglese.
Ma la Germania suscita l'ammirazione del mondo anche per la sua affidabilit� negli affari, per la sua amministrazione pubblica esemplare, per i suoi primati nella cultura, nelle scienze, nella filosofia, nella musica. Dio protegge di certo l'Imperatore e non pu� che riservare un luminoso avvenire a una nazione cos� grande e ai suoi figli.

Questa grandezza, in buona parte reale e in parte gonfiata dall'orgoglio tedesco, ha il suo lato pericoloso: nell'impero di Germania le forze armate non sono solo un necessario strumento di difesa. L'alta ufficialit� � una societ� nella societ�, � la casta superiore, al vertice della quale sta l'imperatore, alla quale � affidato il destino della patria.
Non possiamo non considerare questa atmosfera tutta particolare, se vogliamo capire quale poteva essere lo stato d'animo di un giovane che arrivava alla agognata nomina a sottotenente. Il durissimo addestramento di caserma era un sacrificio pi� che accettabile, avendo come ricompensa il fatto di entrare in una specie di Empireo, di avere davanti a s� una strada che non poteva essere che luminosa e ricca di gloria. N� l'addestramento era duro solo dal punto di vista fisico. Il soldato, il vero soldato, imparava che la virt� principale era l'obbedienza, e a qualsiasi livello, eccezion fatta per l'Imperatore, c'era sempre qualcuno a cui obbedire.
In questo clima, che chiameremmo di esaltazione controllata, la guerra non era vista come una funesta disgrazia, ma piuttosto come una tappa esaltante su cammino radioso, tanto pi� considerando che l'esito non poteva essere che vittorioso per le armi tedesche.

Erwin Rommel, sottotenente di prima nomina, torna dunque al suo 124� Reggimento. La prima volta aveva varcato il portone della caserma come soldato semplice. Ora viene accolto col tradizionale brindisi di benvenuto da parte degli altri ufficiali, ha un suo alloggio con un attendente, conosce insomma quella parte della vita militare riservata alla chiusa casta degli ufficiali, che evitano accuratamente ogni contatto con la truppa nelle ore in cui non sono in servizio. Altrimenti, dove si va a finire, se non si mantengono ben definite le differenze su cui si basa una societ� sana e ordinata? E' difficile pensare che un giovane di ventuno anni non senta l'aspetto inebriante di far parte di una casta superiore (tra l'altro, � tradizione che anche i civili salutino, togliendosi il cappello, gli ufficiali); ma Rommel mostra da subito di non gradire molto la compagnia dei suoi altezzosi colleghi. Durante il giorno si trova a continuo contatto con la truppa, � un addestratore di reclute pignolo e scrupoloso, ma che sa anche guadagnarsi l'affetto dei soldati che vedono, una volta tanto, un ufficiale che non li tratta in modo sprezzante e distaccato, che si sottopone agli stessi ritmi durissimi, che nei pochi minuti di intervallo che interrompono le ore di addestramento parla con la truppa, sa essere cordiale senza per questo venir meno alla disciplina.

Il futuro feldmaresciallo che nel deserto africano si sposta da un punto all'altro del fronte per controllare di persona la situazione, sfidando il fuoco nemico insieme ai suoi soldati, nasce qui, nei cortili della caserma del 124�, dove Rommel, ufficiale da truppa, legato alla truppa, viene a poco a poco isolato dai suoi colleghi, che avvertono che questo sottotenente, non nobile, non prussiano, non sprezzante degli inferiori, non � uno dei loro. N� Rommel se ne duole: la sera, quando � libero dal servizio, non cerca compagnia o divertimenti; si ritira nel suo alloggio e scrive la lettera quotidiana alla sua fidanzata, Lucie Maria Mollin, conosciuta a Danzica nel periodo della Scuola di Guerra. Lucie Maria, di origine veneta, stava ultimando i suoi studi per diventare insegnante di lingue, e aveva un'amica, cugina di un commilitone con cui Rommel andava spesso in libera uscita. Tra loro c'era stato il classico colpo di fulmine. Ma nella severa Germania imperiale non era neanche pensabile che due giovani innamorati si frequentassero liberamente, come e quando volessero. Anzitutto il giovane pretendente doveva farsi una posizione, poi il padre della ragazza avrebbe potuto iniziare a prendere in considerazione una richiesta di matrimonio.
E ogni sera Rommel scriveva alla sua fidanzata, ed era sempre pronto a sostituire i colleghi nei servizi di caserma, tanto lui non usciva quasi mai. Non fumava, non era un bevitore, non cercava avventure femminili. Probabilmente era, per la media degli ufficialetti giovani, un compagno noioso, il cui unico svago era la lettura di libri di storia o di tattica militare.

Era, in ogni cosa che faceva, un equilibrato, un uomo tranquillo (per quanto questa definizione possa andar bene per chi ha scelto la carriera delle armi), nel servizio come nelle faccende private. Ed era comunque un isolato, un uomo che maturava la sicurezza in s� stesso e la traduceva spesso in solitudine.
Per due anni la routine di caserma va avanti; il giovane sottotenente si � gi� segnalato all'attenzione dei suoi superiori come uno dei pi� affidabili ufficiali giovani. Ma sono alle porte avvenimenti eccezionali. Il vento di guerra sta spirando sempre pi� forte, e la giovent� tedesca, catechizzata gi� sui banchi di scuola sugli inevitabili destini di gloria, sente che sta per arrivare il suo grande momento. Chi pu� immaginare che sar� l'inizio della fine, non solo per l'Impero Tedesco, ma per tutto il sistema politico che ha retto l'Europa, per tutta una visione del mondo ormai vecchia e stantia? Non lo pu� certo immaginare un giovane ufficiale, per il quale � anzi un punto d'onore non far politica. Quando il 31 luglio del 1914 il sottotenente Rommel, aggregato per qualche mese di addestramento a un reggimento di artiglieria a Ulm, viene d'urgenza richiamato a Weingarten, al suo 124�, sa solo che sta per scoccare finalmente l'ora decisiva: si va a combattere, per vincere.
Rommel � assegnato al fronte francese. Il suo modo di fare la guerra si palesa subito, dal primo contatto col nemico.

22 agosto 1914, alle 5 del mattino. Bisogna eliminare un nido di resistenza francese nel piccolo villaggio di Bleid, presso Longwy. Una nebbia fittissima favorisce la marcia di avvicinamento del plotone guidato dal sottotenente Rommel, che arriva a contatto con le prime case del villaggio. Qua fa fermare i suoi uomini e avanza in esplorazione, nel massimo silenzio, accompagnato da un sergente e due soldati. Ma i francesi hanno avvertito qualcosa, e all'improvviso una ventina di soldati nemici si parano davanti ai quattro tedeschi. Bisogna prendere una decisione fulminea. Chiunque si ritirerebbe, con una tale disparit� di forze. Ma Rommel non � chiunque. Piomba sui nemici con i suoi tre accompagnatori, sparando e urlando; la sorpresa � cos� grande che i francesi si sbandano, pensano di avere di fronte una forza ben superiore, e si arrendono. Rommel li disarma, poi prosegue, ora seguito dal resto del suo plotone, facendo il maggior chiasso possibile, dando alle fiamme le prime case che incontra, spargendo il panico. Le forze francesi restanti, due compagnie, pensano di aver di fronte il grosso delle forze tedesche, e depongono le armi. Nell'arco di un paio d'ore Rommel pu� rientrare nelle proprie linee con i prigionieri e annunciare che il nido di resistenza di Bleid � stato eliminato.

Rommel ha inaugurato quello che sar� il suo modo pi� frequente di condurre le operazioni militari. Anzitutto, privilegiare sempre l'attacco. Soprattutto quando � inatteso, l'attacco sparge facilmente il panico: la sorpresa pu� quindi risolvere situazioni di inferiorit� anche grave. Inoltre un attacco operato con determinazione d� sempre al nemico la sensazione di avere di fronte una forza di chiss� quali dimensioni. Coraggio, capacit� di decidere fulmineamente, sono le doti necessarie per combattere in questo modo. Ma se l'ufficiale le ha, i suoi uomini lo seguiranno.

Il nome di Rommel, ufficiale sempre alla testa dei suoi uomini, incomincia a divenire popolare. Una ferita, riportata il 24 settembre 1914 per "avere affrontato tre francesi da solo e con il fucile scarico" lo ferma per tre mesi, ma gi� il 29 gennaio dell'anno successivo, sulle Argonne, il giovane sottotenente guadagna la sua prima decorazione, la Croce di Ferro di prima classe: alla testa del suo plotone aveva respinto il contrattacco lanciato da un battaglione francese dopo che le forze tedesche avevano occupato alcune casematte. Assieme alla decorazione arriva la promozione al grado di tenente, e poco dopo l'assegnazione al costituendo battaglione alpino Wurttembergische Gebirgsbataillon. Sar� il reparto della sua gloria. Dopo un periodo di addestramento in Austria la nuova unit� � destinata al fronte dei Balcani e Rommel fa appena in tempo a chiedere un breve permesso per correre a Danzica e sposare la sua fidanzata Lucie Maria, il cui padre era ora orgoglioso di diventare suocero di un ufficiale che si stava facendo un cos� buon nome. E' il 27 novembre 1916; per i due giovani sposi non c'� luna di miele. Due giorni di permesso, poi di nuovo al fronte.

Alla testa dei suoi alpini Rommel compie altre imprese, portando innovazioni che si dimostrano subito vincenti. Esperto montanaro, ora dotato di un fisico eccezionale, guida i suoi uomini per i sentieri pi� impervi, cio� esattamente dove il nemico pensa che nessuno potrebbe passare. Fa sfilare i reparti in cresta, mai in fondovalle, dove risultano visibili e facile bersaglio. In Romania, nell'agosto del 1917, la conquista del monte Cosna e del villaggio di Gagesti diventano esempi di questo modo nuovo di condurre le operazioni, piombando all'improvviso sul nemico ed attaccando con la maggior violenza possibile, approfittando anche dello sbigottimento di chi si vede attaccato da punti imprevedibili. I suoi uomini ormai lo adorano, perch� essere guidati da Rommel vuol dire coprirsi di gloria e servire con un ufficiale che ha anche una preoccupazione tutt'altro che diffusa all'epoca, ossia quella di ridurre al minimo le perdite tra i suoi uomini. Ma anche i nemici lo rispettano: Rommel dimostra doti di condottiero non comuni, ma sa anche trattare con umanit� il nemico vinto. I prigionieri non subiscono alcun maltrattamento, ricevono il rancio e l'assistenza degli stessi soldati che li hanno catturati. Del resto, non ha motivo di odiare il nemico. Lo combatte perch� lui � un ufficiale e fare la guerra � il suo lavoro. E lo sa fare benissimo, come dimostrer� sul nuovo fronte dove sar� destinato con i suoi alpini. Sar� l'occasione per gli italiani di far la conoscenza diretta di questo tenente ormai famoso. Il fronte � quello dell'Isonzo, la battaglia, lo dicevamo in apertura, � quella che segn� il momento pi� drammatico per il nostro esercito: Caporetto.

24 ottobre 1917. Dopo un furioso bombardamento di quattro ore, le truppe austro-ungariche, rinforzate da sette divisioni tedesche, lanciano l'offensiva. Il tenente Rommel, alla testa di sei compagnie (esercitando funzioni da ufficiale superiore, cosa questa tutt'altro che infrequente nell'esercito tedesco), supera di slancio un battaglione bavarese al quale avrebbe dovuto fornire la copertura, ma che � rimasto bloccato nelle trincee dal fuoco italiano. Rommel punta a un caposaldo apparentemente imprendibile, il monte Matajur, e per raggiungerlo entra decisamente nelle linee italiane, iniziando una marcia che ha dell'incredibile, e i cui risultati si esprimono nelle cifre: novemila prigionieri, di cui 150 ufficiali, e un bottino di duecento mitragliatrici pesanti, ottantuno cannoni da montagna, seicento muli, duecentocinquanta veicoli di materiali, dieci autocarri e due ambulanze.

La sua tattica dell'attacco a sorpresa � ancora una volta vincente, si arrendono a lui intere brigate. Dal monte Matajur poi Rommel punta sul Piave; ha capito che lo sfondamento sull'Isonzo non sar� decisivo se si lascer� agli italiani la possibilit� di attestarsi sul Piave. Il tenente Erwin Rommel � il primo tedesco a varcare il fiume che entrer� nella leggenda, superandolo a nuoto con sei uomini. Questa pattuglia semicongelata e fradicia piomba su Longarone con la solita tecnica, sparando e facendo il maggior chiasso possibile; i soldati italiani di presidio, che non riescono a capire da dove siano arrivati i tedeschi, si arrendono. Rommel accetta la resa e prende possesso di Longarone. E', dicevamo, il primo tedesco a passare il Piave e, per nostra fortuna, anche l'ultimo.

La rapidit� della penetrazione in territorio italiano ha colto di sprovvista gli stessi comandi austro ungarico e tedesco, che ora hanno il problema di ricongiungere le avanguardie con il grosso delle forze. Le conquiste fatte si riveleranno ben presto una vittoria di Pirro, ma ci� nulla toglie al valore eccezionale dell'azione di Rommel: la promozione a capitano e la medaglia Pour le M�rite sono il premio per il giovane ufficiale, ormai eroe nazionale, e proprio come tale trasferito allo Stato Maggiore. E' un onore che Rommel, molto pi� portato all'azione, non gradisce molto. Ma � il destino degli eroi, che non devono pi� esporre la loro vita al pericolo, perch� servono per alimentare la propaganda, per entusiasmare gli animi. E nello Stato Maggiore il neo capitano ventiseienne concluder� la Grande Guerra. Sar� un ultimo anno di guerra pieno di amarezza, ma sar� ancora poco in confronto a quanto la Germania dovr� sopportare poi, come nazione non solo sconfitta, ma anche pesantemente punita dalle Potenze vincitrici.

Il trattato di Versailles aveva imposto alla Germania un disarmo massiccio; Erwin Rommel era uno dei soldati tedeschi rimasti in servizio e questo, in un Paese in cui la fame e la disoccupazione iniziavano a dilagare, costituiva gi� una situazione di privilegio. Ma il caos in cui ogni giorno di pi� precipitava la Germania non potevano lasciare indifferente un militare di carriera, cresciuto a una scuola di disciplina e di granitiche certezze. La Repubblica di Weimar � devastata da scioperi che aggravano lo stato di un'economia agonizzante e da tentativi di colpi di Stato operati dai pi� fanatici ex ufficiali, associati nel famigerato Corpo Franco, antesignano delle formazioni paramilitari con cui il nazismo inizier� la sua tragica avventura. I reduci sono spesso oggetto di aggressioni, le loro decorazioni vengono strappate da folle fomentate da sindacalisti e socialisti fanatici. Ma ancora pi� penoso � lo spettacolo offerto da quei reduci smobilitati, rimasti disoccupati, che ostentano le loro mutilazioni di guerra per impietosire il passante e mendicare un tozzo di pane. La prostituzione dilaga, e con essa il crimine, in un Paese in cui tutto sembra crollare, in cui l'inflazione ha raggiunto livelli che, se si avesse ancora la forza di ridere, sarebbero addirittura umoristici: il marco tedesco � divenuto carta straccia, la svalutazione galoppa con cifre a due zeri, e in non pochi casi si torna all'economia del baratto.

Il capitano Erwin Rommel tocca con mano lo sfacelo nell'estate del 1919, quando viene inviato nella citt� marinara di Friedrichshafen, al comando di una compagnia in servizio di ordine pubblico. I marinai che costituiscono la sua truppa sono rossi, accettano solo gli ordini che vengono confermati dal commissario politico. Il soviet del reparto stabilisce orari e limiti del servizio di ordine pubblico. Rommel deve sopportare ci� che solo un anno prima gli sarebbe sembrato assolutamente incredibile, ma riesce, in circa sei mesi di servizio in quella citt�, a creare una sorta di modus vivendi con questa truppa riottosa e indisciplinata.
E' ben contento quando viene nuovamente assegnato a incarichi puramente militari, col comando di una compagnia del 13� Reggimento di fanteria, a Stoccarda. Qui rester� nove anni, fino alla nuova destinazione, la Scuola di Fanteria di Dresda, dove avr� mansioni di istruttore. E' un incarico che gli piace, e le sue lezioni di tattica diventeranno presto famose e apprezzate anche fuori dalla Germania. Rommel ormai sembra un tranquillo ufficiale da scrivania.

Il 24 dicembre del 1928 ha avuto finalmente la gioia di diventare padre, la casa e la famiglia sono il rifugio in cui si dirige subito non appena terminato il servizio. Resta l'amarezza di una carriera bloccata, in un Paese che sembra aver rinnegato il suo antico militarismo. Un ufficiale decorato con la Pour le M�rite avrebbe avuto, in altri tempi, una carriera veloce. Ora invece la nomina a maggiore arriva solo il 10 ottobre 1933, assieme a un nuovo trasferimento, al comando del 3� Battaglione del 17� Reggimento Alpini, con sede a Goslar. Il 31 gennaio di quello stesso anno � diventato Cancelliere un uomo nuovo, che si distingue senza dubbio dalla massa dei politici guardati con diffidenza dai militari: si chiama Adolfo Hitler.

Rommel non si � mai interessato di politica, fedele al suo principio che un soldato � al servizio del Paese, e quindi del governo. Di Hitler sa quello che si dice in ambiente militare, dove il capo dei nazionalsocialisti � considerato con disprezzo solo dai pi� schizzinosi Junker (nobili), che mal sopportano che un ex-caporale possa prendere la guida del governo. Ma l'impegno a restaurare i valori nazionali, a combattere il comunismo, a ridare prestigio alle Forze Armate, fa s� che Hitler sia in genere ben visto tra i militari, anche se la corte di figuri che lo circondano non � amata da nessuno. Nessuno � pi� di tanto turbato dal fatto che Hitler sia vessillifero del razzismo, della violenza, della negazione della democrazia. La prova che la democrazia ha dato in Germania dal 1918 in poi � stata tale che pochi, e tanto meno i militari, la rimpiangono. Ora il Paese ha fame di ordine, e vuole riconquistare anche quella dignit� che sembra aver smarrito. La tragica miopia delle imposizioni di Versailles ha spianato la strada al revanscismo, e Hitler lo sa cavalcare alla perfezione.
Il primo incontro di Rommel con i nazisti avviene a Goslar, in occasione di una cerimonia militare, e pi� che un incontro � uno scontro. Alla presenza di Heinrich Himmler e di Joseph Goebbels devono sfilare i soldati del battaglione di Rommel, ma il programma prevede che siano preceduti da un reparto di SS.
Rommel non accetta quello che considera uno sgarbo al suo reparto, e dice ai due gerarchi che, se non verr� mutato l'ordine della sfilata, lui non far� partecipare i suoi uomini. Himmler e Goebbels capiscono che irritare un eroe di guerra non � buona politica: gli danno ragione e lo invitano a pranzo per suggellare la riconciliazione. Goebbels, che � un maestro nell'arte di avvincere a s� le persone, � prodigo di complimenti con Rommel, tutt'altro che insensibile alle adulazioni. Seguiranno altri incontri con il Ministro della Propaganda, che nell'autunno del 1935 lo presenter� a Hitler.

L'incontro non � casuale, non � solo un atto di cortesia riservato a un ufficiale particolarmente illustre. I nazisti hanno messo gli occhi su Rommel e hanno capito che pu� essere l'uomo ideale, peraltro gi� apprezzato dal F�hrer, che ha letto le dispense delle sue lezioni di tattica tenute alla Scuola di Dresda. E' un eroe nazionale, ma non fa parte di quella categoria di altezzosi nobili di cui � ancora piena l'ufficialit�, anzi, li detesta cordialmente, in ci� nutrendo gli stessi sentimenti di Hitler. E' un militare tutto d'un pezzo, che non mette in discussione l'obbligo di obbedienza. Rommel desta buona impressione in Hitler e il 15 ottobre 1935, appena poche settimane dopo l'incontro, viene promosso tenente colonnello e comandato in servizio all'Accademia Militare di Potsdam, a pochi chilometri da Berlino.
E' l'ingresso ufficiale nel Palazzo del Potere: Potsdam vuol dire avere contatti continui con gli ambienti politici, e ormai l'unico ambiente politico � il nazismo. Hitler nutre cos� fiducia nella sua nuova scoperta, da assegnare a Rommel anche un altro delicatissimo incarico, nominandolo istruttore generale della Hitlerjugend, la giovent� hitleriana. Rommel mantiene per qualche tempo entrambi gli incarichi, ma ben presto si accorge che il ruolo dirigente nella Hitlerjugend non fa per lui. Gli si chiede di tenere anche lezioni di indottrinamento politico che lui non vuole fare; entra in contrasto con Baldur von Schirach, il gerarca di partito, teoricamente suo collega nella direzione della giovent�, e presenta le dimissioni, che vengono accettate.

E qui ci sembra necessario sottolineare che le dimissioni di Rommel sono dettate dal fatto che lui, militare, � disposto a dare ai giovani istruzione militare. Non vuole occuparsi di politica, non perch� ponga in discussione la politica nazista, ma perch� non fa parte dei suoi compiti di ufficiale. Il F�hrer, che ha capito il suo uomo, non gli toglie infatti la fiducia. Anzi, nell'autunno dell'anno successivo (siamo ormai nel 1937) arriva la promozione a colonnello, e il 9 novembre del 1938 Rommel riceve da Hitler un altro incarico di grande importanza: � nominato direttore dell'Accademia Militare di Wiener Neustadt, in Austria. L'Austria � da poco divenuta parte integrante del Reich, e la formazione dei suoi ufficiali pu� essere affidata solo ad un uomo la cui fedelt� al regime sia fuori discussione.
Un'altra prova del grande favore di cui Rommel gode presso il F�hrer si ha dopo la conferenza di Monaco, che d� via libera alla Germania per l'annessione del territorio dei Sudeti. Hitler vuole fare un ingresso trionfale tra i nuovi sudditi del Reich e ordina la costituzione di un battaglione che avr� il compito specifico di vegliare sulla sua personale sicurezza. Alla testa del Fuhrerbegleitbataillon viene nominato, direttamente da Hitler, il colonnello Erwin Rommel.

Infine, e siamo giunti al 23 agosto 1939, Rommel viene promosso maggior generale (generale di brigata) e destinato al Quartier Generale del F�hrer, come comandante della guardia del corpo.
Promosso capitano dopo l'eccezionale impresa di Caporetto, Rommel era rimasto bloccato in questo grado per sedici anni. Dopo il suo incontro con Hitler e la nascita di quello che sembra ormai un idillio, � arrivato in quattro anni al grado di generale. I due uomini si ammirano a vicenda. Il dittatore ama quel militare franco, deciso, dinamico, il neo generale vede in Hitler l'uomo che finalmente ha risollevato la Germania dall'abisso, le ha ridato ordine e potenza; n� pu� nascondere a s� stesso che la sua fulminea ripresa di carriera � dovuta al benvolere del F�hrer.
La politica aggressiva di Hitler trascina l'Europa verso una nuova guerra, ma la potenza dimostrata dalla Germania, divenuta padrona con azioni da manuale dell'Austria, della Cecoslovacchia e della Polonia, lascia pochi dubbi sull'esito del conflitto. Le armi tedesche non potranno che trionfare, e Rommel ritorna, su sua richiesta, ai ruoli operativi. Al comando della Settima Panzerdivision, tra il 10 maggio e il 19 giugno del 1940 varca i confini belga e francese, fino a ricevere nelle sue mani il documento di resa della piazzaforte di Cherbourg.

La Somme, che doveva essere il baluardo francese invalicabile, era stato passato di slancio, con stile Rommel: il comandante in piedi, sulla torretta del primo carro armato tedesco, quasi a voler catalizzare su di s� la reazione nemica, esaltava i soldati. Si ricreava l'atmosfera della Grande Guerra, quando il giovane sottotenente trascinava le truppe, galvanizzate dal suo slancio inarrestabile. Una nuova decorazione, la croce di Cavaliere della Croce di Ferro, premia il generale prediletto di Hitler, che il gennaio dell'anno successivo, 1941, viene promosso tenente generale (generale di divisione).

Nel frattempo non tutto va cos� bene per le forze dell'Asse. Le truppe italiane il 29 gennaio del 1941 abbandonano la Cirenaica, incalzate dal generale inglese Wavell; tre giorni dopo, perduta Derna, devono abbandonare anche Bengasi. Il generale Rodolfo Graziani, futuro ministro della difesa della RSI, chiede di essere esonerato e al suo posto viene nominato il generale Italo Gariboldi. Hitler � preoccupato per le sorti dell'Africa settentrionale, perch� da l� si gioca una buona parte del dominio del Mediterraneo, e decide di venire in soccorso alle forze italiane con la costituzione di una speciale unit�, Afrika Korps. Il 6 febbraio 1941 Rommel � convocato a Berlino presso l'Alto Comando. Il feldmaresciallo Walther von Brauchitsch, capo di stato maggiore dell'esercito, gli assegna il comando dell'Afrika Korps.
Inizia la leggenda della Volpe del Deserto.

In apertura di questo articolo leggevamo l'ordine del giorno con cui il maresciallo britannico sir Claude John Auchinleck disponeva addirittura il divieto di pronunciare il nome di Rommel, considerato ormai dai soldati inglesi "un mago o uno stregone". Tra la Libia e l'Egitto si scontrarono non solo due eserciti, ma due mentalit� assolutamente diverse. La metodicit� inglese prevedeva che si attaccasse il nemico solo quando si aveva la ragionevole certezza della propria superiorit�. Rommel prevedeva, allora come nella Grande Guerra, e come in Francia solo un anno prima, che si attaccasse comunque il pi� possibile. Nel deserto africano Rommel portava tutta la sua energia e il suo modo di fare la guerra con la sorpresa, col bluff, con la mossa imprevedibile che lasciava il nemico smarrito e in preda al panico.

Per quanto formalmente agli ordini del comando italiano in Africa settentrionale, Rommel condusse la sua guerra, sconcertato dalla pochezza dei mezzi a disposizione dei nostri soldati e dalla prudenza dei generali italiani, e anche perch� non aveva mai mutato il suo giudizio alquanto sprezzante sul soldato italiano in genere (vedi però il Diario: Ndr) . I contrasti (sono (Ndr) per lo più con i comandanti italiani, in particolare) col generale Italo Gariboldi e col suo successore, Ettore Bastico, furono frequenti e spesso al limite della scortesia. Ed i fatti, almeno fino a un certo punto, diedero ragione a Rommel.

Il 24 marzo 1941 le truppe dell'Afrika Korps non hanno ancora completato gli sbarchi, ma Rommel non attende. Attacca di sorpresa gli inglesi da El Agheila, nonostante gli ordini superiori che gli imporrebbero di aspettare il completo sbarco delle forze. L'offensiva tedesca non punta su Bengasi, ma pi� a Est, su Derna. Da l� baster� eliminare la piazzaforte di Tobruch, e sar� aperta la strada per l'Egitto... Il generale Gariboldi pensa che il suo collega tedesco sia impazzito, che non si renda conto di cosa voglia dire attraversare il deserto, che non abbia fatto il conto delle forze in campo. E si ha la prima di molte risposte sprezzanti che Rommel dar� alle titubanze italiane: "Se volete, seguitemi... "
Rommel ha ragione ancora una volta, perch� gli inglesi vengono colti in contropiede proprio dall'apparente assurdit� dell'offensiva e sopravvalutano le forze nemiche. Rommel ha fatto anche mascherare da carri armati vecchie automobili Fiat. L'importante � che sollevino polverone, che da lontano sembrino carri. Il risultato della scatenata offensiva � la presa di Derna, il 6 aprile, con la cattura del generale inglese O'Connor, l'uomo che aveva scacciato gli italiani da Sollum a Tripoli, e del generale australiano Neame, capo dei pi� tenaci reparti britannici.

Ma la guerra nel deserto � come la guerra sui mari. Non si combatte per conquistare chilometri di sabbia o di acqua, ma per arrivare a un obiettivo, a cui si pu� arrivare anche dopo arretramenti. Il 18 novembre parte la controffensiva inglese ("operazione Crusader") e Rommel, che non era comunque riuscito ad aver ragione della resistenza di Tobruch, perde tutto il terreno conquistato in primavera. Gli inglesi cantano vittoria, ma non si rendono conto che Rommel non ha subito una rotta, ma ha effettuato una ritirata ordinata, perch� capiva che, povero soprattutto di carburanti, non poteva contrastare il nemico, n� aveva ragione per far decimare inutilmente le sue forze. Il 17 gennaio 1942 la riconquista di El Agheila, da dove Rommel era partito il marzo dell'anno precedente, ha per gli inglesi un grande valore simbolico: Rommel si pu� battere! Ma Rommel sta solo riorganizzandosi, e quattro giorni dopo contrattacca e blocca l'avanzata inglese. La prudenza britannica gioca ancora una volta a favore dell'Asse, dando il tempo a Rommel di completare le scorte di benzina e il rinnovo dei carri armati.

Il 26 maggio del 1942 la controffensiva delle truppe tedesche e italiane si scatena su tutto il fronte; il 20 giugno il generale sudafricano Klopper, comandante della piazzaforte di Tobruch, chiede la resa, e finalmente Rommel pu� impadronirsi del porto pi� importante dell'Africa settentrionale. Il 1� luglio le truppe dell'Asse arrivano davanti a El Alamein, in Egitto. Hitler promuove Rommel al grado di Feldmaresciallo, e Mussolini, non potendo mantenere a un grado inferiore il generale Ettore Bastico, promuove quest'ultimo Maresciallo d'Italia.
Ma qualcosa sta cambiando. Gli inglesi hanno un nuovo comandante, il generale Bernard Law Montgomery; il Mediterraneo si sta facendo ogni giorno pi� impercorribile per le flotte che devono portare i rifornimenti alle truppe dell'Asse in Africa, la Germania ha aperto il nuovo fronte sulla Russia sovietica, che aspira un'enormit� di uomini e mezzi. Il 25 ottobre 1942 Rommel, che aveva chiesto e ottenuto una licenza per curare disturbi al fegato, fa precipitoso ritorno in Africa per cercare di arginare la grande controffensiva scatenata da Montgomery. Ma il 4 novembre gli inglesi vincono la battaglia di El Alamein ed inizia la ritirata delle truppe dell'Asse.
Rommel non seguir� la sorte dei suoi soldati e di quelli italiani, e proprio a quest'ultimi, tanto spesso trattati con disprezzo, toccher� il maggior sacrificio di sangue nel tentativo di arginare l'avanzata inglese. Rommel torna in Germania, questa volta definitivamente, a fine marzo del 1943, e la sorte del prigioniero toccher� al comandante italiano, il Maresciallo d'Italia Giovanni Messe, che aveva sostituito Ettore Bastico, e che firmer� la resa il 13 maggio.
Inizia per Erwin Rommel l'ultimo atto. Sono finiti i tempi delle vittorie esaltanti, ora le sorti della guerra stanno decisamente girando a favore degli Alleati e i successivi incarichi che Rommel ricopre gli danno l'occasione per rafforzare la convinzione della disfatta. Il voltafaccia italiano dell'8 settembre del 1943 lo vede al comando del Gruppo Armate "B"; l'Italia settentrionale viene occupata mettendo fuori combattimento l'esercito italiano nell'arco di ventiquattr'ore. Due mesi dopo Rommel viene incaricato di ispezionare le difese tedesche dall'Atlantico ai Pirenei, il cosiddetto Vallo Atlantico, e ne ricava una penosa impressione. Le difese insufficienti e le forze dislocate, per ordine diretto di Hitler, in modo incongruo, lo convincono sempre di pi� dell'approssimarsi della rovina.

Un vecchio amico di Rommel, il dottor Karl Strolin, sindaco di Stoccarda, era stato inizialmente un nazista convinto, ma poi aveva sempre pi� preso le distanze dal regime, disgustato dai comportamenti criminali sempre pi� evidenti di Hitler e della sua corte di figuri senza scrupoli. Sar� Strolin il primo a insinuare in Rommel il dubbio: Hitler � in grado di ragionare, o � un pazzo perso ormai nelle sue fantasie distruttive? Sar� mai possibile negoziare una pace con gli Alleati, finch� Hitler guider� la Germania?
Dai ricordi della vedova di Rommel, raccolti da Desmond Young, sappiamo che la prima reazione di Rommel fu di rifiuto violento degli argomenti di Strolin. N� poteva essere altrimenti: non solo Rommel era un soldato, formatosi a quella scuola di obbedienza assoluta che era l'esercito del Kaiser (e quindi per lui era inconcepibile una ribellione all'autorit�), ma abbiamo anche visto come era stato forte il suo legame personale con Hitler. E infatti Rommel oppose pi� volte a Strolin la convinzione che il F�hrer fosse a sua volta ingannato dagli incompetenti che costituivano il suo entourage.

Ma due incontri col dittatore, il 17 e il 29 giugno del 1944, tolgono ogni illusione. Gli Alleati sono sbarcati in Normandia da due settimane e vanno consolidando le loro posizioni. La Germania, dice chiaramente Rommel, non ha pi� modo di contrastarli: non resta che prendere atto della sconfitta e chiedere un armistizio, per evitare altri inutili stragi.
La risposta di Hitler � rabbiosa: accusa Rommel di vigliaccheria, tiene un delirante discorso sulla vittoria immancabile, fantastica di nuove armi segrete che spingeranno gli Alleati a chiedere piet� ai tedeschi.
Il feldmaresciallo capisce che ormai l'uomo che lui aveva tanto ammirato � completamente fuori dalla realt� e vuole trascinare la Germania con s� stesso nella distruzione. Per scrupolo di coscienza, Rommel ribadisce per lettera quanto aveva detto al dittatore nei due vani colloqui. Non ottiene alcuna risposta.

Strolin pu� aprirsi maggiormente con Rommel, che si rende conto della vastit� della congiura contro Hitler, in cui sono coinvolti uomini politici (lo stesso Strolin, e Karl Goerdeler, gi� sindaco di Lipsia), militari (i generali Beck e Speidel) e perfino uomini del partito, come il barone von Neurath, gi� ministro degli esteri e governatore della Cecoslovacchia.
E qui si entra in alcuni punti oscuri circa la partecipazione di Rommel alla congiura; punti che avrebbe potuto chiarire solo lui, o pochi degli altri congiurati. Ma i morti non possono chiarire nulla.
Anzitutto pare che Rommel, ormai convinto della necessit� di eliminare politicamente Hitler, avesse osteggiato fino all'ultimo l'idea di uccidere il dittatore. Questi, secondo il feldmaresciallo, doveva essere arrestato e condotto davanti a un tribunale, per rispondere dei crimini commessi a danno della Germania.

Una posizione da idealista, ma molto poco realistica, ma che potrebbe anche essere verosimile; poteva essere un modo per risolvere il drammatico conflitto che senza dubbio si era scatenato nel suo animo, diviso tra la fedelt� assoluta del soldato e la necessit� di porre fine, con ogni mezzo, a una guerra disastrosa.
Inoltre � difficile stabilire se la partecipazione di Rommel fu solo morale, o se egli avesse gi� predisposto degli ordini precisi per le unit� da lui dipendenti.
Di sicuro si sa che i congiurati, sia politici che militari, vedevano in Rommel l'uomo a cui affidare la presidenza della Repubblica, una volta tolto di mezzo Hitler, perch� il popolare feldmaresciallo era considerato l'unico uomo in grado di ricevere l'approvazione del popolo tedesco e di essere accettato come interlocutore dagli Alleati.

Erwin Rommel continuava comunque la sua attivit� di ispettore delle difese del Vallo Atlantico e di comandante del gruppo Armate costituito dalla 7� e 15� Armata. Il 17 luglio 1944 il feldmaresciallo viaggia in automobile sulla strada da Livarot a Vimoutiers, quando un caccia inglese attacca in picchiata il veicolo e lo colpisce in pieno con le mitragliatrici di bordo. Rommel riporta gravissime ferite alla testa e fino all'8 agosto rester� ricoverato all'ospedale del professor Esch, a Vesinet, presso Saint- Germain. E' ancora tra la vita e a morte quando, il 20 luglio, i congiurati decidono di agire. Il colonnello Klaus von Stauffenberg, mutilato di guerra, pluridecorato, deve quel giorno partecipare, nella sua qualit� di aiutante maggiore del generale Fromm, a una riunione nel quartier generale di Hitler a Rastenburg. Nella sua borsa von Stauffenberg ha una bomba consegnatagli da un altro congiurato, il generale Stieff, confezionata con un nuovo esplosivo inglese procurato dall'ammiraglio Canaris. La borsa viene deposta sotto il tavolo, vicino a Hitler, e con una semplice pressione del piede viene innescato il dispositivo chimico che causer� l'esplosione. Von Stauffenberg, con la scusa di una telefonata, si allontana, e dopo pochi istanti una violentissima esplosione scuote la baracca in cui si sta tenendo la riunione. Ma Von Stauffenberg � troppo precipitoso: convinto che il dittatore sia morto si precipita all'aeroporto, rientra a Berlino e inizia a diramare gli ordini previsti dal piano della congiura.

Ma Hitler � vivo: incredibilmente, il grosso tavolo di legno ha deviato la forza dell'esplosivo. Sono morti diciotto dei ventiquattro presenti alla riunione, mentre il F�hrer non ha riportato che una leggera ferita a una mano.
La precipitazione di von Stauffenberg � la rovina per i congiurati, che si scoprono, diramando ordini alle truppe, assegnando incarichi, finch� nel pomeriggio la voce del dottor Goebbels annuncia alla radio che "Dio ha voluto salvare il F�hrer, conservandolo alla Germania". Gi� nella notte del 20 luglio vengono eseguite le prime fucilazioni, a cui seguir� una repressione selvaggia tra le file dell'esercito, che si concluder� con oltre tremila condanne a morte, dopo processi-farsa di pochi minuti.
Rommel viene sapere dell'attentato e della feroce repressione solo l'8 agosto, quando si trasferisce nella sua casa di Herrlingen, dove ha deciso di continuare le cure, nonostante il parere contrario dei medici, che lo vorrebbero ancora ricoverato. Non si fa illusioni, mentre continuano le notizie di arresti tra gli alti gradi dell'esercito.

Il 7 ottobre 1944 il feldmaresciallo Wilhelm Keitel, capo dell'Alto Comando, telefona a Rommel per invitarlo a Berlino, ma i medici vietano ancora un viaggio cos� impegnativo. Rommel sente che � vicino il redde rationem, e ne ha conferma quando gli arriva un'altra telefonata, una settimana dopo. Dato che il signor Feldmaresciallo non � ancora del tutto ristabilito per affrontare un viaggio fino a Berlino, ricever� l'indomani una visita di incaricati dell'Alto Comando.
14 ottobre 1944, ore 12. A Herrlingen arriva una macchina che porta due uomini in divisa da generale. I loro nomi: Wilhelm Burgdorf, capo dell'ufficio personale dell'esercito, e il suo vice, Ernst Maisel. Portano entrambi una divisa, ma sono due killer: il loro mandante si chiama Adolfo Hitler.

In poche parole i due generali spiegano a Rommel lo scopo della loro missione: un tribunale del popolo ha gi� emesso una sentenza di colpevolezza, la partecipazione del feldmaresciallo alla congiura � provata da numerose testimonianze. Tuttavia il F�hrer, che non ha scordato i grandi servigi che Rommel rese alla Patria, gli vuole dare la possibilit� di morire con onore. I due killer hanno portato una capsula di cianuro: morte garantita, indolore e velocissima. Al mondo verr� data la notizia che l'Eroe dell'Africa � morto per complicazioni intervenute in seguito alle gravi ferite riportate nel mitragliamento dell'auto. Rommel avr� funerali di Stato, con tutti gli onori, e la moglie e il figlio saranno trattati con ogni riguardo. E' chiaro che non � possibile alcun tentativo di fuga: la casa � circondata dai militi SS. E d'altra parte, se Rommel non accetter� la soluzione che Hitler, generosamente, ha escogitato, i due generali non possono garantire nulla circa l'avvenire dei suoi familiari.

E' difficile trovare aggettivi che qualifichino compiutamente la mostruosit� della situazione. La testimonianza della moglie e del figlio Manfred, informati da Rommel di ci� che stava per accadere, arricchita di particolari dalla fredda deposizione, a Norimberga, del generale Keitel (immediatamente informato dai due killer del compimento della missione), ci d� un quadro che pu� solo lasciare smarriti.
Alle ore 13 Rommel sale in macchina con i due generali. Burgdorf gli porge la capsula di cianuro, e Rommel la schiaccia tra i denti. Meno di mezz'ora dopo arriva a Herrlingen una telefonata, con cui si comunica che il feldmaresciallo Erwin Rommel, colto da improvviso collasso cardiocircolatorio, � deceduto nonostante le cure prestategli immediatamente all'ospedale di Ulm. Il 17 ottobre 1944 la vedova riceve il telegramma di condoglianze di Hitler, al quale seguiranno quelli dei vari gerarchi del partito. Il 18 ottobre, a Ulm, si celebrano i solenni funerali di Stato; il giorno successivo il corpo di Rommel viene cremato e le ceneri sepolte nel piccolo cimitero di Herrlingen.

La diabolica crudelt� con cui Hitler si volle vendicare del tradimento del suo generale prediletto ha fatto s� che la figura di Rommel sia stata idealizzata, fin quasi a farne un oppositore del regime, morto per le sue idee di libert�.
Ci chiedevamo all'inizio del nostro lavoro: fu vera gloria? Difficile rispondere, e forse anche inutile. Di certo Rommel fu un grande soldato, ma altrettanto di certo fu solo un soldato. La sua grandezza fu anche il suo limite, perch� un fenomeno come il nazismo pot� nascere e svilupparsi anche per l'appoggio di una casta militare che era comunque, nella sua gran parte, incapace di vedere cosa realmente fosse il nazismo stesso. Hitler non avrebbe mai potuto scatenare la tempesta sull'Europa senza l'appoggio delle Forze Armate. E le radici vanno ricercate, a nostro avviso, ancora pi� indietro, in quel militarismo prussiano che predicava l'obbedienza assoluta, che idealizzava come virt� la rinuncia alla capacit� di giudizio.
Il soldato che ha una sola missione, obbedire, � potenzialmente il mostro che pu� commettere qualsiasi cosa. Dipende da chi d� gli ordini. In Germania gli ordini li dava Adolfo Hitler. E Rommel fu presente, e attivo, nel massacro della libert� cecoslovacca e polacca, nella violazione della neutralit� del Belgio e dei Paesi Bassi e nei tanti episodi che punteggiarono la marcia nazista.

Nessuno di essi turb� la sua coscienza, e l'opposizione al F�hrer nacque solo perch� questi ormai non era pi� in grado di condurre la guerra.
Fu vera gloria? Non ci interessa stabilirlo. Ci interessa fare il possibile perch� il mondo non conosca pi� l'orrore che � sempre in agguato quando gli uomini rinunciano alle capacit� critiche e rimangono vittime di una visione distorta dell'onore e del dovere.

PAOLO DEOTTO

Bibliografia
Rommel, di Silvio Bertoldi, Ed. Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1976
Rommel, l'ambiguit� di un soldato, di David Fraser - Ed. Mondadori, Milano 1993
Rommel, la volpe del deserto, di Desmond Young - Ed. Longanesi, Milano, 1950
Memorie di guerra, di Albert Kesselring - Ed. Garzanti, Milano, 1954

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(su questo sito vedi anche: "IL DIARIO DI ROMMEL" )

 

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