SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
FAUSTO NICOLINI

Insigne studioso poliedrico, importanti quelli du G.B. Vico

FAUSTO NICOLINI nacque a Napoli il 20 gennaio 1879, da Nicola e Rachele Nicolini; laureatosi in giurisprudenza si diplomò anche in Paleografia e divenne quindi Ispettore Generale dell’Archivio di Stato di Napoli.

Nel 1903 fu decisivo il suo incontro con Benedetto Croce, con il quale nacque un sodalizio di grande importanza per la cultura napoletana del novecento; dal 1904 al 1906 Nicolini diresse la rivista ‘Napoli Nobilissima’, ed iniziò anche a dedicarsi con passione allo studio di Giambattista Vico, su cui scrisse opere di fondamentale importanza, tra le quali: La giovinezza di G.B. Vico (1932), Bibliografia vichiana (1947), La religiosità di G.B.Vico (1949), Commento storico alla seconda scienza Nova (1949), Saggi vichiani (1945), Ancora dell’apoliticità del Vico (1955), e postumo, Vico storico (1967).

Studioso poliedrico Nicolini pubblicò anche opere e scritti minori, ma non meno pregevoli, tra cui: De Sanctis e Croce: divagazioni semiautobiografiche (1964), La farsa liviana (1954), Fu il Vico uomo di partito? (1955), Galiani adversus Illuministas (1956), Neque Italica Academia restauranda neque Lynceorum Academia contaminanda (1957), Il presepe napoletano settecentesco (1956), Scorribande presepiali (1957), Sulla vera origine di Pulcinella (1956)

Fausto Nicolini fu presidente della Commissione Meridionale del ‘Dizionario Biografico degli Italiani’, ed inoltre diresse dal 1910 al 1926 la collana "Scrittori d'Italia" dell'editore Laterza di Bari, curandone diversi volumi. Qui, il suo lavoro nei confronti di altri autori (Giambattista Marino o Pietro Aretino) fu ineccepibile ,mentre il suo scritto critico su Lorenzo Da Ponte, con la pubblicazione delle Memorie dapontiane nel 1918, con un commento caustico e denigratorio sulla vita e l'opera del librettista di Mozart, ritenuto libertino e avventuriero, ha condizionato i saggi successivi per molti decenni.

Nicolini morì nel 1965; la città di Napoli gli ha intitolato una strada del quartiere Mercato e, nello stesso anno della morte, fu ricordato con un libro, opera del filosofo Nicola Piovani.


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