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GIACOMO LEOPARDI 


* LA CANZONE AD ANGELO MAI -

La canzone, potente, la più grande canzone civile del Leopardi, la più drammatica ed angosciosa nella dialettica perorazione della grandezza e dell'infelicità umana, fu scritta nel gennaio del 1820, in un periodo infelicissimo del Poeta, che invano (aveva 22 anni), alcuni mesi prima, aveva tentato di fuggire dalla casa paterna e di evadere "dallo stagno della vita del borgo", dal ""natio borgo selvaggio".
La canzone fu scritta quando Angelo Mai ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica.
Il 17 dicembre 1819 Leopardi scriveva a Giordani che lui non era destinato a veruna cosa, e chiamava la sua anima assiderata e rabbrividita, e assicurava di esser già vissuto. Ma il 10 gennaio del 1820 con la notizia della sua scoperta scrive al Mai una lettera con un giovanile entusiasmo. (questi fatti li abbiamo già narrati nella pagine della "Critica").

La canzone quindi scritta nello stesso gennaio 1820, fu pubblicata in luglio dello stesso anno (in Bologna, Tip. Iacopo Marsigli) con lettera dedicatoria al Conte Leonardo Trissino.









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