SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
LUCIANO LAMA

PASSIONE

CORAGGIO

di LUCA MOLINARI

�C�� gente come la pesca, tenera di fuori e dura di dentro. C�� gente come la noce, dura di fuori e tenera di dentro. Io cerco di essere come la pesca��. Questo era ci� che Luciano Lama diceva di se e che porter� un autorevole giornalista come Walter Tobagi, poi barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse, a definire l�illustre sindacalista come un uomo-pesca, un rivoluzionario riformista come � stata ed � rivoluzionaria e riformista la sua terra d�origine, quell�Emilia-Romagna da sempre vetrina di governi delle sinistre socialcomuniste.

LUCIANO LAMA nasce nel 1921 a Gambettola, in provincia di Cesena, e compie studi in scienze sociali e nel 1941 viene chiamato sotto le armi come sottotenente di fanteria a Cesena. Trascorsi soli due anni, dopo l�8 settembre, ha la possibilit� di mettere a frutto le conoscenze militari acquisite: � al comando di una Brigata partigiana Garibaldi e nel settembre 1944 � alla testa dei partigiani che liberano Forl� dall�occupazione tedesca e fascista. 

Di idee socialiste aderisce al Psi e diviene responsabile della Camera del Lavoro di Forl�, organizzazione unitaria nata sotto l�egida del Comitato di Liberazione Nazionale dove sono presenti i rappresentanti di tutti i partiti democratici, comunisti, socialisti, democristiani, azionisti, socialdemocratici e repubblicani. 

Nel 1946 abbandona il Psi, prende la tessera del Partito Comunista Italiano e inizia la sua la carriera sindacale all�interno della Cgil. 
Nel 1947 � uno dei 7 vicesegretari del leader storico del sindacato di Corso d�Italia, Giuseppe Di Vittorio che individua nel giovane romagnolo il proprio pupillo e futuro erede. 

Sono anni di duro scontro politico e l�unit� sindacale faticosamente costruita durante i mesi di lotta partigiana si � sciolta come neve al sole quando nell�estate �48, dopo l�attentato al leader di Botteghe Oscure Palmiro Togliatti, i democristiani, i socialdemocratici e i repubblicani hanno abbandonato il sindacato unitario per dare vita a proprie organizzazioni autonome, rispettivamente la Libera Cgl (poi Cisl) da parte dei cattolici e la Uil da parte dei saragattiani e dei repubblicani, entrambe assestate su posizioni filogovernative in opposizione alla Cgil, composta da comunisti e socialisti.

 La distensione internazionale e l�apertura a sinistra iniziata da Fanfani e Moro dopo i tragici giorni del giugno e luglio 1960  (governo Tambroni - morti e feriti in varie citt� d'italia) contribuir� a migliorare il clima anche all�interno del sindacato: le tre organizzazioni, Cgil, Cisl e Uil, cominceranno a dialogare fra di loro ed ad agire in un�ottica unitaria. I primi sintomi di questo new deal tra i sindacati cominciano nelle associazioni di categoria dei metalmeccanici (Fiom di cui Lama � leader, Fim, Uilm) per poi estendersi a tutto il sindacato.

 Nel 1962 succede ad Agostino Novella (divenuto segretario Cgil dopo l�improvvisa morte di Giuseppe Di Vittorio, �caduto sul lavoro� durante un comizio) come segretario generale della Cgil. Divenuto segretario vuole dare un�impronta nuova al maggiore dei sindacati italiani nella prospettiva di una unit� dal basso di tutti i lavoratori e delle loro rappresentanze.

 Il 24 luglio 1972 si arriva ad un patto federativo tra Cgil, Cisl e Uil. Tale soluzione, che a molti pare un palliativo di fronte all'impossibilit�, soprattutto per divergenze politiche, di giungere ad un sindacato unico, � faticosamente raggiunta grazie all�opera di uomini, oltre che lo stesso Lama, come Carniti, Macario, Trentin, Foa e Benvenuto. Verr� composto un direttivo di 90 membri, composto pariteticamente.

In un�Italia presto passata dal sogno fattosi realt� del boom degli anni �60 all�incubo del terrorismo, in un paese in cui al mito de La Dolce Vita si era sostituito la minaccia della P38, i sindacati dei lavoratori rappresentano un punto di forza e di sicurezza per tutti i cittadini democratici, di qualsiasi orientamento politico essi siano. I sindacati sono in prima linea nella difesa della democrazia repubblicana a Brescia, a Milano, citt� martirizzate dalle note stragi e a Reggio Calabria contro le violenze separatiste della rivolta fascista dei Boia chi molla!. 

La nuova visione del sindacato che Lama mette in campo � a favore di un modello sociale con un forte welfare state, ma non assistenzialista: sogna una societ� in cui prevalgano i diritti ed i doveri dei cittadini e dei lavoratori e non i favori per clienti e amici. Molti anni prima di Tangentopoli e delle doverose e benemerite indagini della magistratura, uomini come Lama e Berlinguer (� dei primi anni �80 la sua famosa intervista a Eugenio Scalfari relativa alla �questione morale�) denunciavano, inascoltati e beffeggiati da buona parte della classe politica, imprenditoriale, degli opinion makers e anche del corpo elettorale, le disfunzioni e le corruzioni che avvenivano in Italia, piaghe profonde nella nostra societ� che avrebbero potuto, come poi � avvenuto, minare le stesse radici della nostra democrazia. 

Nel 1975 Lama firma con il presidente della Confindustria Gianni Agnelli l�accordo sul punto unico di contingenza della scala mobile. Il 17 febbraio 1977, giorno di gioved� grasso, viene volgarmente insultato da facinorosi all�universit� di Roma: incidenti e tumulti furono organizzati da chi non voleva che l�uomo del sindacato parlasse ai giovani e agli studenti per indicare loro la via unitaria e democratica per il progresso civile del nostro paese. 
Il tutto orchestrato da una minoranza xenofoba e estremista di pseudorivoluzionaria, poi passata dall�estremismo radicale e rivoluzionario contro anche (e soprattutto) il Pci al sostegno alla nuova destra berlusconiana anni �90 dopo un soggiorno nel mondo del craxismo. 

Purtroppo in quell�evento ci furono anche i prodromi del terrorismo armato che raggiunger� il culmine nel 1978, con il rapimento e l�omicidio dell�on. Aldo Moro. Anche allora Lama e il sindacato furono in prima linea nella difesa dello stato: � impossibile non ricordare la manifestazione unitaria avvenuta la sera stessa del rapimento dello statista democristiano dei partiti e dei movimenti democratici ( le bandiere rosse del PCI sfilarono assieme a quelle bianche della DC ) guidati dallo stesso leader sindacale comunista e dal Ministro del Lavoro in carica, l�on. democristiana Tina Anselmi in cui si invitavano i lavoratori alla vigilanza democratica nei luoghi di lavoro e a denunciare ogni illegalit�.

Negli anni �80 terminava l�emergenza terrorismo e anche l�azione unitaria del sindacato (riprender� negli anni �90, con la concertazione, il risanamento e la sfida dell�Europa) subiva una grave rottura: nel 1984 l�allora Presidente del Consiglio dei Ministri on. Bettino Craxi (Psi) decideva di tagliare per decreto (decreto di San Valentino) 4 punti di scala mobile. Il Pci si oppose duramente e arriv� a promuovere un referendum per abrogare tale misura di legge. La consultazione si tenne l�anno successivo, ma la maggioranza degli Italiani vot� contro l�abrogazione del taglio e a favore del mantenimento del decreto (e del governo Craxi�!). Lama era contrario a tenere il referendum in nome dell�unit� sindacale (Cisl, Uil e socialisti della Cgil appoggiavano il governo e il decreto, Pci e maggioranza comunista della Cgil erano invece isolati, anche se i SI all�abrogazione ebbero circa il 15 % dei voti in pi� rispetto ai suffragi raccolti dalle liste comuniste nelle lezioni del 1983).

 Sempre nel 1984 muore il segretario comunista Enrico Berlinguer e molti pensano a Lama come nuovo leader di Botteghe Oscure. Verr� invece eletto Alessandro Natta: Luciano Lama aveva sia le capacit�, sia il carisma per succedere a Berlinguer, ma era ritenuto troppo �debole� con il Psi di Craxi con cui (dalla politica economica alla collocazione politica e strategica, senza trascurare la questione morale) il defunto segretario comunista ed il Pci erano il rotta di collisione. 

Lama dentro il Pci apparteneva all�ala riformista di cui, dopo la scomparso di Amendola, sar�, con Giorgio Napolitano, Emanuele Macaluso e Gerardo Chiaromonte, uno dei massimi esponenti. Nel 1986 abbandona il sindacato e l�anno successivo viene eletto al Senato nelle liste comuniste. 
Torna cos� in un assemblea legislativa dopo 17 anni, si era infatti dimesso nel 1969 in nome dell�incompatibilit� tra la carica parlamentare e l�azione sindacale. 

Iscritto al gruppo comunista e poi, dal 1991, a quello del neonato Partito Democratico della Sinistra, della cui nascita fu sostenitore e fautore, ricopr� l�importante incarico di Vicepresidente del Senato. Venne rieletto alle elezioni del 1992 e torn� ad essere uno dei quattro Vicepresidenti dell�aula di Palazzo Madama. Fu anche presidente di una commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche italiane. 

Dal 1994 non si ripresenta pi� al corpo elettorale.
 Venerd� 31 maggio 1996, a poche settimane dopo la vittoria, per la prima volta, del centrosinistra alle elezioni legislative tenutesi il 21 aprile, LUCIANO LAMA muore nella sua abitazione romana. 

Luca Molinari


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