SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
ARNALDO FUSINATO

Poeta di facile vena, giocosa e romantica
ma che divenne satirica contro la dominazione austriaca a Venezia nel 1848.

Fusinato era vicentino, nato a Schio nel 1817. Dopo i primi studi nel suo paese, li proseguì a Padova. Qui attivo nella vita goliardica studentesca prese a comporre i primi versi satirici contro l'Austria.
Il 1848 fece esplodere in Lombardia e nel Veneto la rivolta cui non mancavano consistenti motivazioni. La mancanza della libertà gravava particolarmente sulla vita intellettuale. Isterilita la vita politica, tarpata ogni attività culturale men che conformista e ciò in stridente contrasto con le vicine nazioni d'oltralpe, dove il liberalismo si andava affermando sempre più nelle istituzioni e nel costume politico.


In concomitanza ed in conseguenza degli avvenimenti europei e della notizia della Rivoluzione scoppiata a Vienna nel marzo del 1848 insorsero le città del Lombardo-Veneto. Le Guarnigioni austriache si ritirarono velocemente nelle sicure fortezze del Quadrilatero. Il 17 e 18 marzo del '48 anche a Vicenza si ebbero le prime dimostrazioni , poi si crearono le prime formazioni volontarie "dei Crociati" vicentini che proprio i primi giorni di aprile ebbero il loro sfortunato battesimo del fuoco nei pressi di Sorio e Montebello e a Vicenza
Fusinato trentenne combattè anche lui da impavido per la difesa della città, ma perduto Monte Berico, Vicenza fu assediata; si tentò di resistere erigendo barricate alle mura. Ma martellata dagli obici austriaci, Durando che guidava la resistenza, trattò la resa, volendo risparmiare la distruzione della città e le molte vite umane.

A nulla valse la canzone di Fusinato, che in quelle ore drammatiche compose il "Canto degli insorti".

Dopo la capitolazione, ci fu l'esodo delle truppe volontarie e di una parte della popolazione vicentina.
Ma a Modena scrissero: "Quando città italiane combattono a modo di Vicenza, la Causa Nazionale non può soccombere, deve trionfare, anzi ha già trionfato! Imitiamo i Fratelli. Viva l'Italia. Benedetta in eterno Vicenza"
. (Vedi la pagina della resistenza a Vicenza).


Fusinato non si arrese e corse a combattere gli Austriaci a Venezia. Qui la difesa guidata da Manin si trasformò in una epopea (vedi l'eroica difesa di Venezia), ma anche Venezia dopo l'assedio drammatico durato quasi un anno, fu costretta dalla fame e dalle malattie, alla resa.
Lo sconforto fu tanto, l'amarezza pure. Tutto era stato inutile. Scoccò l'ultima ora.

Fu proprio Arnaldo Fusinato con dei versi accorati ad esprimere sconforto e amarezza con

la struggente Poesia della "Bandiera bianca"
"L'ULTIMA ORA DI VENEZIA"


E' fosco l'aere,
� l'onda muta!...
ed io sul tacito
Veron seduto,
in solitaria
malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!

Sui rotti nugoli
dell'occidente
il raggio perdesi
del sol morente,
e mesto sibila
per l'aria bruna
l'ultimo gemito
della laguna.

Passa una gondola
della città:
- Ehi, della gondola,
qual novità?
Il morbo infuria,
il pan ti manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!


No no, non splendere
su tanti guai,
sole d'Italia,
non splender mai!
E sulla veneta
spenta fortuna
sia eterno il gemito
della laguna.

Venezia! l'ultima
ore � venuta;
illustre martire
tu sei perduta...
Il morbo infuria,
il pan ti manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!


Ma non le ignivome
palle roventi,
n� i mille fulmini
su te stridenti,
troncan ai liberi
tuoi dì lo stame...
Viva Venezia!
Muor di fame.

Sulle tue pagine
scolpisci, o Storia,
l'altrui nequizie
e la sua gloria,
e grida ai posteri:
tre volte infame
chi vuol Venezia
morta di fame!

Viva Venezia!
Feroce, altiera
difese intrepida
la sua bandiera:
ma il morbo infuria
il pan le manca...
sul ponte sventola
bandiera bianca!


Ed ora infrangasi
qui sulla pietra
finch' è ancor libera
questa mia cetra;
a Te, Venezia,
l'ultimo canto,
l'ultimo bacio,
l'ultimo pianto!


Ramingo ed esule
sul suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero,
vivrai nel tempio
qui del mio core
come l'immagine
del primo amore.

Ma il verbo sibilia
ma l'onda è scura,
ma tutta in gemito
� la natura;
le corde stridono,
la voce manca....
sul ponte sventola
bandiera bianca!

Fusinato fu anche lui esiliato, e trascorse la vita a Milano, Roma.
Morì poi a Verona nel 1888.

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