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SIGMUND FREUD

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SIGMUND FREUD

Sigmund Freud: L'interesse per la psicoanalisi
Il "lavoro" analitico.

Nel 1913 Freud scrisse, per una rivista scientifica italiana, il saggio di cui citiamo qui alcune parti:

"La psicoanalisi [...] insegna: ogni sogno ha un senso, la sua stranezza deriva da deformazioni effettuate sulla espressione del suo significato, la sua assurdit� � intenzionale ed esprime sarcasmo, ironia e contraddizione, la sua incoerenza non conta per l'interpretazione.�

L'incoerenza del sogno � ci� che appare alla coscienza quando - al risveglio - essa se ne rappresenta mentalmente, o con il racconto diretto ad altri, il contenuto. Ma questa incoerenza � proprio ci� che va interpretato, su cui l'analisi deve far luce, andando oltre la coscienza.
L'interpretazione dei sogni � un atteggiamento culturale assai antico; nella cultura greco-romana al sogno veniva attribuito un carattere profetico, e la sua interpretazione richiedeva lo stesso repertorio di comportamenti e conoscenze messo in scena per l'interpretazione degli oracoli divini. In un'epoca pi� vicina alla nostra, Paracelso (1493 - 1541) afferm�: �Ci� che il sogno rivela � l'ombra della saggezza esistente nell'uomo, anche se durante la veglia egli non ne ha coscienza�. In entrambi i casi il sogno non appartiene alla coscienza ma, poich� nulla era ritenuto pi� profondo e originario di essa, ne conseguiva che il sogno dovesse provenire dalla dimensione trascendente - o direttamente dalla sfera del sacro, o da quella delle idee.

�Il sogno come lo ricordiamo dopo il risveglio dev'essere chiamato contenuto onirico manifesto. Attraverso il lavoro d'interpretazione condotto su di esso si giunge ai pensieri onirici latenti, che si celano dietro il contenuto manifesto e da esso si fanno rappresentare. Questi pensieri onirici latenti non sono pi� n� strani, n� incoerenti n� assurdi, essi sono elementi pienamente validi del nostro pensiero vigile. Chiamiamo lavoro onirico il processo che converte i pensieri onirici latenti in contenuto onirico manifesto; esso d� luogo alla deformazione, per effetto della quale non riconosciamo pi� i pensieri onirici nel contenuto del sogno.
Il lavoro onirico � un processo psicologico di cui sinora non si conosceva l'eguale in psicologia. Esso si impone al nostro interesse da due punti di vista principali. In primo luogo, perch� presenta processi di tipo nuovo, come la condensazione (di rappresentazioni) oppure lo spostamento (dell'accento psichico da una rappresentazione all'altra), che o non ritroviamo affatto nel pensiero vigile o soltanto come fondamento dei cosiddetti "errori mentali". In secondo luogo, perch� ci consente di intuire la presenza nella nostra vita psichica di un gioco di forze il cui effetto � celato alla nostra percezione cosciente. Apprendiamo che vi � in noi una censura, un'istanza di controllo che decide se una rappresentazione affiorante pu� pervenire alla coscienza; tale istanza esclude inesorabilmente, per quanto � in suo potere, ci� che potrebbe produrre oppure ridestare dispiacere.
Lo studio del lavoro onirico ci impone inesorabilmente una concezione della vita psichica che sembra dirimere le questioni pi� controverse della psicologia. Il lavoro onirico ci costringe a supporre un'attivit� psichica inconscia, che si estende a un ambito maggiore ed � pi� importante dell'attivit� a noi nota collegata alla coscienza. Tale concezione ci consente di supporre un'articolazione dell'apparato psichico in varie istanze o sistemi, e dimostra che nel sistema dell'attivit� psichica inconscia si svolgono processi di tutt'altro tipo rispetto a quelli che noi percepiamo nella coscienza. [...]

Se dobbiamo credere al valore o anche soltanto all'esistenza delle novit� psicologiche dedotte dal sogno e dagli atti mancati, esse devono anche servire alla spiegazione di altri fenomeni. E infatti la psicoanalisi ha realmente dimostrato che le congetture dell'attivit� psichica inconscia, della censura e della rimozione, della deformazione e della formazione sostitutiva, che abbiamo ricavato dall'analisi di questi fenomeni normali, ci rendono possibile altres� una prima comprensione di una serie di fenomeni patologici, passandoci per cos� dire sottobanco la chiave capace di risolvere tutti gli enigmi della psicologia della nevrosi. Il sogno diventa cos� il modello normale di tutte le formazioni psicopatologiche. Chi comprende il sogno, pu� penetrare anche il meccanismo psichico delle nevrosi e delle psicosi. [...]

Molti fenomeni della patologia, dei quali si credeva di dover dare una spiegazione fisiologica, sono atti psichici, e i processi da cui derivano conseguenze abnormi possono essere ricondotti a forze motrici psichiche.
Voglio illustrare la prima affermazione con alcuni esempi: da lungo tempo gli attacchi isterici sono stati riconosciuti quali segni di un'accresciuta eccitazione emotiva ed equiparati agli sfoghi d'affetto. Charcot tent� di fissare in formule descrittive la molteplicit� dei loro modi di manifestarsi; Janet riconobbe la rappresentazione inconscia che agisce dietro questi attacchi; la psicoanalisi ha dimostrato ch'essi sono raffigurazioni mimiche di scene vissute e immaginarie che occupano la fantasia dei malati senza che questi ne siano coscienti. Attraverso condensazioni e deformazioni degli atti destinati a raffigurarle, queste pantomime sono rese opache per lo spettatore. Lo stesso vale per� per tutti i cosiddetti sintomi permanenti dei malati isterici. Si tratta anche in questo caso di raffigurazioni mimiche o allucinatorie di fantasie che dominano inconsciamente la vita emotiva del soggetto e il cui significato sta nell'appagamento dei suoi segreti desideri rimossi. Il carattere tormentoso di questi sintomi deriva dal conflitto interiore in cui viene posta la vita psichica di questi malati per la necessit� di lottare contro tali impulsi di desiderio inconsci.
In un'altra affezione nevrotica, la nevrosi ossessiva, i malati cadono in preda di un cerimoniale, apparentemente privo di senso, cui si attengono scrupolosamente. Tale cerimoniale consiste nel ripetere ritmicamente le azioni pi� indifferenti (come lavarsi e vestirsi) o nell'eseguire prescrizioni assurde o nell'osservare proibizioni enigmatiche. Fu addirittura un trionfo per il lavoro psicanalitico quand'esso riusc� a dimostrare quanto significative siano tutte queste azioni coatte, perfino le meno appariscenti e le pi� futili, e come esse rispecchino in un materiale indifferente i conflitti dell'esistenza, la lotta tra tentazioni e impedimenti morali, lo stesso desiderio messo al bando, insieme alle punizioni e alle penitenze che esso suscita. In un'altra forma della medesima malattia, le persone colpite soffrono di rappresentazioni tormentose, di idee ossessive il cui contenuto s'impone loro imperiosamente accompagnandosi ad affetti che quanto a genere e intensit� sono spesso spiegati soltanto in misura minima dall'enunciato delle idee ossessive stesse. L'indagine analitica ha dimostrato che in questo caso gli affetti sono pienamente giustificati in quanto corrispondono a rimproveri alla base dei quali sta perlomeno una realt� psichica. Le rappresentazioni che suscitano questi affetti non sono pi� quelle originarie; esse sono tuttavia incorse in questo rapporto attraverso uno spostamento (una surrogazione, sostituzione) di qualche elemento rimosso. La riduzione di questi spostamenti (il renderli reversibili) spiana la via alla conoscenza delle idee rimosse e rivela che la connessione tra affetto e rappresentazione � del tutto appropriata.
Da quando sono stati affrontati con presupposti psicoanalitici, sono stati finalmente intesi e inseriti nel contesto della vita psichica i discorsi pi� peregrini, le posizioni e gli atteggiamenti pi� stravaganti di questi malati.
Esattamente lo stesso vale per i deliri, per le allucinazioni e per i sistemi deliranti di parecchi malati di mente. Dovunque sinora sembrava regnasse soltanto il capriccio pi� bizzarro, il lavoro psicoanalitico ha indicato la presenza di una legge, di un ordine, di una concatenazione, o perlomeno l'ha fatta intuire nei casi in cui la ricerca era ancora incompiuta".

Ed ecco: mentre per Nietzsche il profondo � il luogo dell'inafferrabile divenire della vita, del caos nel suo valore pi� creativo, Freud mira a "regolamentare" anche esso con le leggi della razionalit�: l'inconscio non � disordine, ma un ordine diverso, il cui rapporto conflittuale con la coscienza pu� essere risolto utilizzandone gli stessi meccanismi che lo regolano. Come in una sorta di esorcismo, la conoscenza dell'Altro da noi che ci portiamo nel profondo lo assoggetta al nostro volere, neutralizzandolo.

 

PAGINA CURATA DA MAURIZIO CHATEL


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