SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
UGO FOSCOLO - LE OPERE


(vedi anche i "RIASSUNTI" - LETTERATURA NAPOLEONICA)
 

(di Maria Pia Perrotta)

DEI SEPOLCRI


E per immortalare i pensieri e gli affetti umani, Ugo Foscolo cre� 
 "Dei Sepolcri", considerati universalmente il suo capolavoro. 



Li scrisse tra il marzo e i primi di settembre del 1806 in 295 versi endecasillabi sciolti, sotto forma di epistola, indirizzata all'amico Ippolito Pindemonte, che aveva scritto pure lui un carme intitolato " I Cimiteri" ed � l'unica sua opera che non subisca nel tempo correzioni e rifacimenti.


La prima edizione  "Dei Sepolcri"

 L'editto napoleonico di Saint - Cloud del 12 giugno 1804, emanato in Francia ed esteso in Italia nel 1805, decretava un'anonima sepoltura per tutti i defunti, a prescindere dallo stato sociale e dal contributo, che essi avevano dato sulla terra, in pubblici cimiteri, fuori delle citt�, con lapidi tutte uguali, senza titoli e sottoposte a censura. Il provvedimento scaten� accanite polemiche, incentrate soprattutto sul fatto che esso sembrava colpire il sentimento cristiano. 

A quelle discussioni partecip� anche il Foscolo, che in un primo momento fu favorevole a quella iniziativa, per la sua dottrina sensistica, ma poi si ricredette, mosso dalla sua coscienza di politico e patriota. Rifiut� quella pianificazione, pensando particolarmente alle tombe dei grandi, ritenendole il patrimonio pi� caro, che un paese possa tenere e conservare, a dispetto dell'opera distruttrice del tempo. 
Ad esse - proferiva - si rivolgeranno i cittadini nel momento della riscossa nazionale e da esse trarranno il coraggio e la forza per liberare la patria. I monumenti, inutili ai morti, sono invece utili ai vivi, in quanto producono sentimenti e affetti, trasmessi dalle persone giuste; solo coloro che hanno condotto una vita indegna e malvagia, devono sperare di essere dimenticati, perch� non hanno insegnamenti da dare alle generazioni future .

Da una visione angusta e sconsolata della morte egli arriva alla celebrazione
universale della gloria terrena, in un crescendo di meditazioni sulla natura, sulla poesia, sull'amor patrio, sul dialogo tra i vivi e i morti, sugli eroi e tutti gli uomini operosi.
Si suole credere che il suo carme abbia preso spunto dalla poesia sepolcrale, allora molto in voga; certamente egli lesse gli scritti sulle tombe sia di autori italiani che inglesi, come il Saggio intorno al luogo del seppellire di Scipione Piattoli, I Cimiteri di G.B. Giovio oppure i Pensieri Notturni di Edoardo Young, le Meditazioni sulle tombe e le Contemplazioni di Giacomo Hervey, l'Elegia scritta in un cimitero di campagna di Tommaso Gray, ma i suoi motivi ispiratori furono molto pi� profondi e diversi: il rispetto e l 'ammirazione per uomini integri come il Parini vittima di una indegna sepoltura; il culto pietoso delle tombe familiari; il ricordo inossidabile per le glorie ospitate in Santa Croce; la visione di Firenze che diede i natali a Dante; i ricordi bellici di Maratona e della Grecia mitica di Achille e di Aiace; la triste e cruenta storia di Troia, le leggende di Elettra, di Ilo fondatore della citt�; l'amore per l'antichit� e per Omero; il rispetto per il coraggio e il sacrificio di Ettore. Ma pi� di tutti il problema della morte. 
E' alla legge del Fato ineluttabile che il Foscolo non si rassegna e inventa la religione delle tombe, con la quale gli uomini vinceranno la fugacit� della vita umana e con la loro poesia, creatura eterna, immortaleranno il nome dei trapassati.

Nei Sepolcri confluiscono idee scientifiche e filosofiche di indirizzo positivistico, storiche di tipo vichiano, politiche per la forte avversione a Napoleone e le simpatie britanniche; e morali per il monito che egli dett� agli Italiani. In questa luce il poeta acquista la posizione di "vate" della nazione italiana, che risorger� proprio guardando alle tombe degli illustri, e si sentir� inoltre investito dello stesso compito di Omero, cio� quello di cantore dei miti e degli eroi.

Dopo aver ultimato il poemetto, l'autore ne segu� con cura la stampa, la cui prima edizione si ebbe a Brescia, presso la casa editrice Bettoni, nel 1807. Non gli mancarono le critiche e gli attacchi, in particolare quelle dell'abate francese Aim� Guillon, a cui il Foscolo rispose con l'opuscoletto Lettera a Monsieur Guillon su la sua incompetenza a giudicare i poeti italiani, nel quale, oltre a spiegare le sue idee, ci d� un estratto, come ebbe a dire lui stesso, del Carme:
" I monumenti, inutili ai morti, giovano ai vivi, perch� destano affetti virtuosi lasciati in eredit� dalle persone dabbene" (vv. 1-40).
"Solo i malvagi, che si sentono immeritevoli di memoria, non la curano" (vv.41-50).
"A torto, dunque, la legge accomuna la sepoltura dei tristi e de' buoni, degli illustri e degl'infami" (vv. 51-90).
" Istituzione della sepoltura, nata col patto sociale "(vv. 91-96).
" Religione per gli estinti derivata dalle virt� domestiche" (vv. 97-100).
" Mausolei eretti dall'amor della patria agli eroi" (vv. 101-104).
" Morbi e superstizioni dei Sepolcri promiscui nelle chiese cattoliche" (vv.105-114).
" Usi funebri de' popoli celebri "(vv.115-136).
" Inutilit� de' monumenti alle nazioni corrotte e vili" (vv.137-150)
" Le reliquie degli Eroi destano a nobili imprese e nobilitano le citt� che le raccolgono" (vv. 151-154).
" Esortazioni agl'Italiani di venerare i sepolcri dei loro illustri concittadini; quei mo-
numenti ispireranno l'emulazione agli studi e l'amor della patria, come le tombe di Maratona nutriano ne' Greci l'aborrimento a' Barbari" (vv.155-212).
" Anche i luoghi ov'eran le tombe de' Grandi, sebbene non vi rimanga vestigio, infiammano la mente de' generosi" (vv.213-225).
" Quantunque gli uomini di egregia virt� sieno perseguitati vivendo, e il tempo distrugga i lor monumenti, la memoria delle virt� e de' monumenti vive immortale negli scrittori e si rianima negl'ingegni che coltivano le muse" (vv.226-234).
" Testimonio il sepolcro d'Ilo, scoperto dopo tante et� da' viaggiatori che l'amor delle lettere trasse a peregrinar nella Troade" (vv.235-240).
" Sepolcro privilegiato dai Fati, perch� protesse il corpo d'Elettra, da cui nacquero i Dardanidi, autori dell'origine di Roma e della prosapia de' Cesari signori del mondo"(vv.241-253).
" L'autore chiude con un episodio sopra questo sepolcro"(vv-254-295).

A parte i denigratori, il volumetto ebbe molti giudizi lusinghieri tra i contemporanei e i posteri. Silvio Pellico, dopo averlo letto, ne rimase entusiasta a tal punto da scendere in Italia dalla Francia, dove si trovava, per partecipare alla Carboneria. Il Carducci defin� l'opera "la sola poesia lirica nel significato pindarico che abbia l'Italia", per le sue continue transizioni da un motivo all'altro, che per� si agganciano a dei punti chiave. Benedetto Croce colloc� il Foscolo tra i maggiori poeti dell'Ottocento e il De Sanctis chiam� i Sepolcri "la prima voce della nuova letteratura, l'affermazione della coscienza rifatta, dell'uomo nuovo".

I versi del carme infondono un senso di pacatezza e di appagamento in chi li legge, perch� il poeta ha finalmente dato, ai suoi sentimenti contrastanti, una dimensione di compostezza e quiete interiore, che sono del tutto assenti nell'animo tormentato ed irrequieto di Jacopo; egli non pensa pi� al suicidio, perch� si � riconciliato con la vita e, sopra di ogni altra cosa, con la morte, che non � intesa, ora, come la fine di tutto ma come una fase di transizione, dopo di essa, infatti, l'uomo continuer� a vivere e a perpetuare il ricordo di se stesso, attraverso l'intelletto e il cuore dei superstiti.

(di Maria Pia Perrotta)

Bibliografia
*Enzo Mandruzzato: " Foscolo " - Biblioteca Universale Rizzoli/ G. Floccia: " Storia della letteratura italiana " 
* Loffredo/ M. Pazzaglia: " L'ottocento " (testi e critica con lineamenti di storia letteraria)-
* Zanichelli/ Universit� degli studi di Napoli, facolt� di lettere e filosofia: dagli" Scritti in onore di N.Petruzzellis"-
* ed.Giannini, il capitolo: Foscolo e Rossetti, due esuli a confronto
* U.Foscolo: " Poesie e prose scelte " a cura di F.Biondolillo - Ed.Sc.Mondadori

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