SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
UGO D'ALESSIO

Grande attore e caratterista del teatro e del cinema napoletano del novecento

UGO D’ALESSIO, noto attore sia teatrale che cinematografico, è entrato a pieno diritto nella storia del cinema comico per la sua piccola ma magistrale interpretazione di Decio Cavallo, lo sprovveduto emigrante che nel film ‘Totòtruffa ‘62’, acquista da Totò la Fontana di Trevi.
Pasquale D’Alessio, in arte Ugo, nacque a Napoli il 26 agosto del 1909, in una nota famiglia napoletana alla quale appartenevano Giuseppe ed Enrichetta D’Alessio, suoi zii, valenti caratteristi di primo novecento. Egli si appassionò prestissimo al teatro anche grazie alla madre, Leonilde Ricciardi, che fu primadonna della Compagnia di Federico Stella, Salvatore De Muto e Girolamo Gaudioso.

Il debutto di Ugo D’Alessio avvenne all’età di otto anni nella commedia di Fiorilli ‘Un grazioso equivoco’, diretta dallo zio Giuseppe, successivamente passò nella Compagnia dei Piccoli, di Nino Taranto e Gegè Maggi, ove recitava anche Rosalia Avolio e fu poi a Roma, dove esordì nel 1926 con la sceneggiata al Teatro Jovinelli. Dal 1927 al 1933, lavorò anche con la compagnia Cafiero-Fumo, fino al sodalizio con Eduardo De Filippo, che lo volle in molte sue commedie.
Con una propria compagnia, la Bruno-Clemente-D’Alessio si dedicò ancora alla sceneggiata, passando poi alla rivista con Latilla e con Macario e Gabrè e, dopo la seconda guerra mondiale fu in America del Sud per lunghe tournee.

Rientrato in Italia fu interprete di ‘Palummella’, rappresentata al Teatro San Ferdinando di Napoli nel 1954, in occasione dell’inaugurazione fortemente voluta da Eduardo De Filippo, con il quale recitò anche nella famosa ‘Scarpettiana’, che ebbe luogo nel 1956 in onore di Eduardo Scarpetta.

Nel 1962 fu in Russia sempre con De Filippo, e con il grande commediografo lavorò anche in ‘Le voci di dentro’, ‘Questi fantasmi’, ‘Sik sik e l’artefice magico’.
La sua carriera teatrale lo vide anche al Teatro Bracco, direttore artistico del Teatro Sannazaro ed infine anche direttore artistico della Compagnia Teatro Popolare, fondata nel 1978 da Lucio Mirra, per il rilancio del Teatro Diana dopo il terribile incendio che lo distrusse.
Ugo D’Alessio prese inoltre parte ad altre rappresentazioni di successo, tra cui ‘’Na santarella’, di Scarpetta, l’edizione televisiva di ‘Napoli Milionaria’, andata in onda nel 1962 con Regina Bianchi e ‘Nù mese ‘o frisco’, nel 1980, in compagnia con Giacomo Rizzo.

La sua carriera cinematografica fu altrettanto lunga, anche se in molti film gli vennero affidati ruoli secondari, che egli tuttavia riuscì a ricoprire con grande bravura, mostrandosi sempre all’altezza di parti sia comiche che drammatiche. Tra le tante pellicole da lui interpretate vanno ricordate: ‘L’oro di Roma’, ‘Luna rossa’, ‘Pane e cioccolata’, ‘Non si sevizia un paperino’, ‘Sette note in nero’, ‘Due notti con Cleopatra’, ‘Tutti a casa’, ‘Le monachine’ e ‘Processo alla città’.

Va infine menzionata la sua bella interpretazione di Mastro Ciliegia, ne ‘Le avventure di Pinocchio’, film a puntate del 1971, per la regia di Luigi Comencini, interpretato da Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Nella sua carriera D’Alessio lavorò al fianco dei più grandi attori del teatro napoletano e del cinema italiano, ma la sua fama fu dovuta soprattutto alla partecipazione ad alcuni film di Totò, tra cui, oltre al già citato ‘Totòtruffa’62’: ‘Il medico dei pazzi’, ‘Totò a colori’, ‘Le voci di dentro’, ‘Capriccio all’italiana’ e ‘Totò contro i quattro’. In quest’ultima pellicola D’Alessio fu, assieme a Taranto, Fabrizi, Macario e Peppino De Filippo, ottima spalla del principe della risata, interpretando il brigadiere Di Sabato alle dipendenze dell’intransigente commissario Saracino (Totò).

Ugo D’Alessio, grande attore e caratterista del teatro e del cinema napoletano del novecento, ebbe una passione privata, la poesia; nei momenti di riposo scrisse numerose liriche, che raccolse poi in un volume intitolato ‘Jammo ca mò s’aiza!’, edito a Napoli dall’editore Berisio nel 1967.


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